INDICE
Breve biografia dei fondatori 1772-1858
1. I fratelli Anton’Angelo e Marcantonio Cavanis
Box: un ritratto infantile e uno giovanile di P. Anton’Angelo Cavanis
1.3 Dalla prima comunità all’erezione canonica
1.4 I fondatori e la scuola nel loro tempo
1.5 I fondatori nella formazione dei seminaristi
1.6 Terza età, lotte e preparazione della successione
1.7 La vecchiaia e le malattie. Morte e fama di santità
1.8 La causa di beatificazione
1.9 Sull’origine dei Cavanis a Cornalba (Bergamo) e sul loro stemma
1.10 Il nome dei Cavanis nei toponimi stradali del mondo
2. Del nome della Congregazione delle Scuole di Carità
2.1 Del significato del nome “Scuole”
2.2 Del significato del nome “Carità”
3. Dell’abito della Congregazione delle Scuole di Carità
4. La situazione numerica della Congregazione nel XIX secolo
Tabella: situazione numerica e lista dei membri dell’Istituto Cavanis l’8 dicembre 1830
4.1 La situazione numerica della Congregazione nel 1838
4.2 Lista dei religiosi e seminaristi Cavanis il 10 settembre 1841
4.2.1 Sacerdoti nella casa di Venezia
4.2.2 Sacerdoti nella casa di Lendinara
4.2.3 L’Istituto femminile nel 1841
Tabella: religiosi e seminaristi Cavanis il 12 novembre 1856
Tabella: religiosi e seminaristi Cavanis il 1° novembre 1864
4.3 Lista dei religiosi sacerdoti Cavanis nel febbraio 1868
4.4 Lista dei religiosi sacerdoti Cavanis il 12 marzo 1877
4.5 Numero dei religiosi preti il 16 aprile 1886
4.6 Lista dei patriarchi di Venezia ai tempi della Congregazione
4.7 Lista dei vescovi della diocesi di Adria ai tempi della casa Cavanis di Lendinara
4.8 Lista dei vescovi della diocesi di Treviso nei tempi della Congregazione Cavanis
4.9 Lista degli arcivescovi dell’arcidiocesi di Lucca nei tempi della Congregazione Cavanis
4.10 Lista dei papi nei tempi della Congregazione Cavanis
5. La casa di Venezia 1820-2020
5.1 La nuova casa di residenza della comunità di Venezia
5.2 L’ala “nuova” delle scuole di Venezia
5.3 La storia della casa di Venezia, dopo la prepositura di P. Sebastiano Casara
Tabella: costruzioni, acquisti e affitti della casa di Venezia
Tabella: mappali e numeri anagrafici della casa di Venezia
6. La Chiesa di s. Agnese (1866-2020)
6.2 Scuole e confraternite relative alla parrocchia di s. Agnese
6.3 Gli altari antichi della chiesa di s. Agnese
Box: Il fonte battesimale di S. Agnese, ora a S. Maria del Rosario
6.4 Il rifacimento della chiesa
6.6 La Soprintendenza all’opera
6.9 Il collaudo dei restauri e del nuovo organo
Box: P. Giuseppe Panizzolo e l’acqua alta
6.10 Nota sulle chiese e cappelle dell’Istituto Cavanis di Venezia
Tabella: cronologia delle chiese e cappelle della casa-madre di Venezia
Tabella: la comunità di Venezia dal 1820 al 2020
7. La casa di Lendinara 1833-1896
Box: gli archivi e il diario della casa di Lendinara
7.1 La casa di Lendinara dal 1833 al 1866
Tabella: comunità di Lendinara dal 1834 al 1866
7.2 La casa di Lendinara dal 1866 al 1896
7.2.1 I Padri Cavanis a Lendinara e Alberto Mario
Tabella: comunità di Lendinara dal 1866 al 1896
Tabella: le case (comunità e scuola) di Lendinara
Tabella: le chiese e cappelle di Lendinara utilizzate dall’Istituto
Tabella: le proprietà immobiliari della comunità di Lendinara
7.3 La passione e la morte della casa di Lendinara nella prospettiva generale italiana
8. Excursus sulle devozioni e sui santi dei Cavanis
8.1 San Giuseppe Calasanzio (1557-1648)
8.2 Maria SS. ma, Madre di Dio
8.3 San Vincenzo de’ Paoli (1581-1660)
8.4 San Gaetano Thiene (1480-1547)
8.5 Sant’Alfonso de’ Liguori (1696-1787)
8.10 Santi Scolopi e della Famiglia Calasanziana
Parte Seconda
Seconda fase della vita della Congregazione 1848-1884
Box: Prima Guerra d’Indipendenza (1848-1849)
Box: la Repubblica di San Marco (22 marzo 1848-24 luglio 1849)
Tabella: lista dei prepositi generali dell’Istituto Cavanis
1. I tempi dei prepositi generali Frigiolini, Casara e Traiber
1.1 P. Vittorio Frigiolini, secondo preposito generale (1852)
1.2 Modalità di elezione/nomina del terzo preposito generale, P. Sebastiano Casara
2. L’epoca di P. Sebastiano Casara, il “secondo fondatore” nella
Congregazione e nel mondo
2.1 La prima serie di mandati di P. Sebastiano Casara (1852-1863)
2.2 La seconda serie di mandati di P. Sebastiano Casara (1866-1884)
Box: la Seconda Guerra d’Indipendenza d’Italia (1859) e l’inizio del Regno d’Italia (1861)
2.3 Il mandato di P. Giovanni Battista Traiber (1863-1866)
Box: la terza Guerra d’Indipedenza d’Italia (1866)
Box: il beato Antonio Rosmini Serbati, prete e filosofo
2.4 Possibilità di fusione tra la Congregazione delle Scuole di Carità e un’altra
3.1.1 Le trattative (1856-1857)
3.1.2 Vita della comunità di Possagno e del Collegio Canova (1857-1869)
3.2 La seconda fase (1869-1881)
3.3 La terza fase: anni di assenza e di silenzio (1881-1889)
3.4 La quarta fase: tre anni d’incertezze e la riapertura (1889-1892)
3.5 La quinta fase: la casa di Possagno attuale (1892-2019)
3.6 Il Liceo Calasanzio dagli anni Cinquanta ad oggi
3.6.1 Relazione storica sull’edificio
3.6.2 II nuovo Liceo Calasanzio
Terza fase della storia della Congregazione. Il “dopo Casara” (1885-1900)
1. Padre Domenico Sapori, preposito generale (1885-1887)
3. Padre Giuseppe Da Col, preposito generale (1887-1900)
Tabella: i sacerdoti Cavanis nell’agosto 1891
4. L’era del cardinal Sarto, patriarca di Venezia
Box: il corredo per entrare nella comunità Cavanis nell’Ottocento
5. I principali discepoli e compagni dei fondatori
6. Biografie dei religiosi Cavanis del secolo XIX
6.1 Diacono don Angelo Battesti
6.2 Seminarista Giuseppe Scarella
6.3 Seminarista Bartolomeo Giacomelli
6.4 Chierico Francesco Minozzi
6.5 Fratel Francesco Dall’Agnola
6.6 Seminarista Antonio Spessa
6.8 Chierico Giovanni Giovannini
6.15 I padri Angelo Cerchieri e Giovanni Battista Toscani e il laico Pietro Zalivani
6.18 Padre Vittorio Frigiolini
6.21 P. Giovanni Francesco Mihator
6.24 P. Narciso Emanuele Gretter
6.27 Fratel Luigi Tommaso Armanini
6.33 Fratel Giacomo Barbaro (Fratel Giacometto)
6.34 P. Giovanni Maria Spalmach
6.36 P. Giovanni Battista Larese
6.40 P. Giovanni Battista Fanton
7. Biografie di religiosi Cavanis del XX secolo
7.3 Fratel Clemente Dal Castagné
7.6 Seminarista Carlo Trevisan
7.7 Fratel Bartolomeo (Bortolo) Fedel
7.9 P. Agostino Santacattarina
7.10 Novizio Nazzareno De Piante
7.18 P. Giuseppe Borghese (P. Bepi)
7.20 P. Luigi D’Andrea e fratel Enrico Cognolato
7.27 P. Agostino Menegoz Fagaro
7.29 Il Venerabile P. Basilio Martinelli
7.30 P. Francesco Saverio Zanon
7.45 Fratel Edoardo Bartolamedi
7.53 Fratel Guerrino Zacchello
7.55 P. (Vescovo) Giovanni Battista Piasentini
7.74 P. Ermenegildo Loris Zanon
7.75 P. Luis Enrique Navarro Durán (P. Lucho)
7.83 Fratello e diacono don Aldo Menghi
8. Biografie dei padri Cavanis defunti nel secolo XXI
8.14 P. Aldino Antonio da Rosa
8.17 P. Fiorino Francesco Basso
8.24 Fratello e diacono don Giusto Larvete
8.29 P. Giovanni Carlo Tittoto
8.38 P. Antonio (Tonino) Armini
Tabella: religiosi Cavanis defunti in ordine alfabetico
Tabella: religiosi Cavanis defunti in ordine di anno di morte
Tabella: religiosi Cavanis defunti (sepolture e cimiteri)
9. Principali amici e collaboratori dei fondatori
9.2 Il beato Luigi Caburlotto (1817-1897)
9.3 Ricordando Mons. Daniele Canal
9.4 Ricordando i fratelli Passi
10. Benefattori e benefattrici dei Cavanis
10.1 Benefattori e benefattrici dei fondatori della prima metà del XIX secolo
10.1.2 Sig. Francesco Marchiori (vedi il capitolo sulla casa di Lendinara)
10.1.4 Contessa Carolina Durini Trotti
10.1.5 Cav.r Pietro Pesaro, Londra
10.1.6 Canonico Angelo Pedralli di Firenze
10.2 Benefattori e benefattrici dell’Istituto della seconda metà del XIX secolo
10.2.1 Mons. Giovanni Battista Sartori Canova (Vedi capitolo sulla casa di Possagno)
10.2.2 Contessa Loredana Gatterburg-Morosini
10.2.3 Mons. Luigi Bragato di Vienna
10.2.4 Don Giuseppe Ghisellini
10.2.5 Principe Giuseppe Giovanelli e sua madre, la principessa Maria Buri-Giovanelli
11. I capitoli generali dell’Istituto Cavanis del XIX secolo
11.1 I capitoli del XIX secolo più in dettaglio
Tabella: prepositi, vicari, definitori e consiglieri generali (1852-2019)
1.1 I tempi del pontificato di papa Pio X nella chiesa e nel mondo
1.2 L’inizio del XX secolo nel mondo
1.3 L’inizio del XX secolo in Europa
1.4 L’inizio del XX secolo in Italia
1.5 Padre Giovanni Chiereghin, preposito generale (1900-1904)
1.6 Padre Vincenzo Rossi, preposito generale (1904-1910)
1.7 Padre Antonio dalla Venezia, preposito generale (1910-1913)
Box: Censimento della Congregazione mariana di Venezia 1952
1.8 Padre Augusto Tormene, preposito generale (1913-1921)
2. La prima guerra mondiale: “La prima carneficina mondiale” (8 luglio 1914 -11 novembre 1918)
2.1 Venezia e la prima guerra mondiale
2.2 L’Istituto Cavanis durante la prima guerra mondiale
2.3 Le testimonianze nel Diario di Congregazione
2.4 I diari di guerra dei religiosi-soldati Cavanis
2.4.1 Diario di guerra e prigionia di Pellegrino Bolzonello, novizio Cavanis: “I miei ricordi di guerra 1915-1918”.
– Offensive sul fronte dell’Isonzo
– Questo era il mio fronte, il fronte goriziano
– La grande offensiva del maggio 1917
– Seconda azione – Quota 126 – Cimitero di Gorizia
– Sugli Altipiani di Bainzizza
– Sul Monte S. Gabriele
– La ritirata di Caporetto
– Dal fiume Isonzo a Codroipo
– La prigionia
– Piccoli episodi
– Vicende del campo
2.4.2 Diario di guerra e prigionia del novizio Alessandro Vianello
2.5 Monumenti e lapidi dei caduti
3. La chiesa tra le due guerre mondiali
3.1 I tempi di Benedetto XV nella chiesa e nel mondo
3.2 La politica femminile dell’Istituto Cavanis
3.3 I tempi di Pio XI nella chiesa e nel mondo
3.3.1 Papa Pio XI e l’Istituto Cavanis
3.4 Padre Agostino Zamattio, preposito generale (1922-1928)
3.5 Padre Giovanni Rizzardo, preposito generale (1928-1931)
4.1 L’Istituto Cavanis nel periodo fascista
Box: attività della Centuria Balilla e Avanguardisti
4.2 Padre Aurelio Andreatta, preposito generale (1931-1949)
4.2.1 Il riconoscimento giuridico dell’Istituto
Tabella: proposte di fondazioni non accettate
Tabella: religiosi Cavanis nel luglio 1939
4.3 I tempi di Pio XII nella chiesa e nel mondo dal 1939 al 1958
4.4 Pio XII e l’Istituto Cavanis
4.5 Padre Aurelio Andreatta preposito generale (seconda parte)
5. La seconda guerra mondiale: “La seconda carneficina mondiale”
(1939-1945)
5.1 La seconda guerra mondiale e l’Istituto Cavanis
5.4 Vita di una comunità Cavanis nell’Italia in guerra nel 1943
5.5 Microstorie Cavanis nella macrostoria della seconda guerra mondiale
5.5.1 La guerra e la prigionia di Edoardo Bortolamedi
5.5.2 Memorie di guerra di Armando Soldera, un noviziato diverso
5.5.3 La guerra di Marino Scarparo
5.5.4 La guerra e la cappella votiva di S. Giuseppe a Coldraga
5.5.5 Vita di seminario nel Probandato di Possagno (1940-1945)
5.5.6 La guerra a Porcari, annotazioni di P. Vincenzo Saveri
5.5.7 Ricordi del Probandato di Vicopelago
5.5.8 Memorie di guerra di P. Giuseppe Leonardi
5.6 La casa di Roma – Casilina
5.6.1 Illustrazione del progetto “Renosto” dell’erigendo Istituto Cavanis Pio XII a Roma
5.7 Le catacombe dei santi Marcellino e Pietro ad duas lauros
5.7.1 Il martirio di Marcellino e Pietro
5.8.1 L’apertura del mausoleo di sant’Elena
6.1 Il mandato di P. Aurelio Andreatta continua dopo la guerra
6.2 Cronaca della vita della Congregazione dal 1947
Tabella: apertura di case dal 1919 al 1968
Tabella: ordinazioni presbiterali 1795-2019
Tabella: date su professioni e ordinazioni
Tabella: seminari Cavanis in Italia dal 1918 al 1970
7. La seconda metà del XX secolo
7.1 Padre Antonio Cristelli, preposito generale (1949-1955)
7.2 Il padre Gioachino Tomasi, preposito generale (1955-1961)
7.2.1 Precisazioni istituzionali definite all’inizio del mandato di P. Tomasi
Tabella: numeri dei religiosi Cavanis nel luglio 1958
8. Dal 1958 al 1970: anni che hanno cambiato la Chiesa e il mondo
8.1 Il papa Giovanni XXIII e l’Istituto Cavanis
8.2 Angelo Giuseppe Roncalli, Giovanni XXIII
8.3 Continuando la relazione sui fatti della prepositura del P. Gioachino Tomasi.
Tabella: numeri dei religiosi Cavanis nel luglio 1960
8.4 Padre Giuseppe Panizzolo, preposito generale (1961-1967)
Tabella: numeri dei religiosi Cavanis nel luglio 1967
8.5 Padre Orfeo Mason, preposito generale (1967-79): apertura dei Cavanis in
Brasile e nel mondo
8.6 Il capitolo generale straordinario speciale (1969-1970) e le Costituzioni e direttorio
8.6.1 Breve storia dei lavori capitolari
8.6.2 Breve cronologia delle Costituzioni
8.7 I tempi di papa Paolo VI nella Chiesa e nel mondo
8.8 I capitoli generali del XX e XXI secolo
8.9 I capitoli generali ordinari del XX e XXI secolo
8.10 I capitoli generali straordinari del XX secolo
9. Alcuni collaboratori e benefattori dell’Istituto Cavanis defunti nel XX-XXI secolo
9.4 Angelo (Lino) Architetto Scattolin
9.9 Alberto Cosulich e famiglia
9.10 Professor Antonio Lazzarin, restauratore
Le case d’Italia fondate nel XX secolo
1.1 “Porcari: la chiesetta dell’Immacolata”
1.2 “Testimonianze di anziani”
1.3 Inaugurazione della chiesa
1.4 Il duplice giubileo del collegio Cavanis di Porcari
2. La casa del Probandato di Possagno (1919)
3. La casa di Pieve di Soligo (1923)
5. La casa del Sacro Cuore e il noviziato annesso
5.1 Una gita dei padri a Coldraga e benedizione della “villa”
5.2 La posa della prima pietra e l’inaugurazione della casa
5.4 Gli esercizi spirituali – gli incontri di preghiera
5.5.2 La benedizione e la posa della prima pietra della chiesa (5 giugno 1938)
5.5.4 Consacrazione della chiesa (2 giugno 1939)
5.5.5 Inaugurazione solenne nella domenica di Pentecoste (4 giugno 1939)
5.5.6 Il pontificale del vescovo
5.6 Uno sguardo al complesso delle costruzioni in Col Draga
5.7 Altri edifici e avvenimenti
6. La casa di Santo Stefano di Camastra (1938)
7. La casa di Fietta del Grappa – Villa Buon Pastore (1940)
8. La casa di Vicopelago e poi di s. Alessio (1941)
9. La casa di Costasavina (Pergine-Trento) e poi di Levico (Trento)
(1943-1948)
10. L’Istituto “Dolomiti” di Borca di San Vito di Cadore – Belluno (1945)
11. La casa di Roma –Torpignattara (1946)
12. La casa dell’Istituto Tata Giovanni –Roma (1953)
13. La casa di Capezzano Pianore (1953)
14. La casa di Chioggia (1954)
15. La casa di Cesena (1958-1959)
16. La casa di Solaro –Milano (1962)
Dagli anni ’70 del XX secolo a oggi
1. L’espansione geografica, la missione
2. Padre Guglielmo Incerti, preposito generale (1979-1989)
3. Padre Giuseppe Leonardi, preposito generale (1989-1995)
4. Padre Pietro Fietta, preposito generale (1995-2001; 2001-2007)
4.1 La casa di Pozzuoli – Monterusciello (1996)
4.1.1 Motivo e occasione della scelta dei Padri Cavanis
4.1.2 L’Istituto Cavanis a Pozzuoli
4.2 La casa di Massafra (parrocchia s. Francesco di Paola)
5. Padre Alvise Bellinato, preposito generale (2007-2013)
6. Padre Pietro Fietta, preposito generale (2013-2019)
7. Padre Manoel Rosalino Rosa, preposito generale (2019 – ….)
Le parti territoriali
1. Le missioni Cavanis: storia degli inizi
2. La provincia italiana, la Pars Italiae
3. Breve storia della provincia del Brasile, la Pars Brasiliae
Tabella: religiosi Cavanis Italiani attivi nella Provincia Antônio e Marcos Cavanis do Brasil
Tabella: i governi della Pars Brasiliae
3.1 Le case della Pars Brasiliae
3.2 La casa (le case) di Castro-Paraná-Brasile
3.3 La casa di Ortiguera-Paraná-Brasile
3.4 La casa di Ponta Grossa-Paraná-Brasile
3.5 La Parrocchia de Nossa Senhora de Fátima di Vila Cipa e la Sua “Casa do Menor”
3.6 Il centro della pastorale universitaria di Ponta Grossa – Oásis
– Primi passi
– Le cose cominciano a funzionare
– Espansione della PU
– Momenti forti
– “Assessoria” nazionale
– Conclusione
3.7 Il seminario maggiore Antônio e Marcos Cavanis e il noviziato di Ponta Grossa
Tabella: case riunite di Ortiguera (1969-2019) e Ponta Grossa (1980-2019)- Paraná -Brasile
Tabella: la casa di Ortigueira (autonoma)
Tabella: la casa di Ponta Grossa (autonoma)
Tabella: centro di Pastorale Universitaria Oásis-Ponta Grossa-Paraná-Brasile
3.8 La casa di Realeza-Paraná-Brasile
3.9 La casa di Pérola d’Oeste-Paraná-Brasile
3.10 La casa di Planalto-Paraná-Brasile
Tabella: le casa di Realeza (1971-2019) e di Pérola d’Oeste (1994-2019)- Paraná-Brasile
Tabella: casa di Realeza (separata dalle altre)-Paraná-Brasile
Tabella: casa di Pérola d’Oeste, parrocchia Sagrado coração de Jesus
Tabella: casa di Planalto (separata da Realeza)-Paraná-Brasile (1988-2010)
3.11 L’arcidiocesi di Belo Horizonte-Minas Gerais-Brasile
Tabella: le case di Belo Horizonte-Minas Gerais-Brasile (1984-2019)
3.12 I Cavanis a Brasília-Brasile
3.13 La casa di Uberlândia-Brasile
Tabella: la casa di Uberlândia
3.14 La Casa di Celso Ramos – santa Catarina (1998-2019)
3.15 La casa di parrocchia São José a São Paulo (1994-2019)
3.16 La casa di Mossunguê – Curitiba (1996-2008)
3.17 La casa della parrocchia di São Mateus do Sul (1995-2004)
3.18 La casa di Novo Progresso, parrocchia Santa Luzia – Pará – Brasile (1998-2019)
3.19 La casa di Maringá-Paraná-Brasile (2001-2019)
3.20 La casa di Guarantã do Norte, parrocchia Nossa Senhora do Rosário – Mato Grosso
3.21 La casa di Castelo de Sonhos-Pará-Brasile
Tabella: seminaristi Cavanis del Brasile nel 1999
Tabella: religiosi e seminaristi Cavanis brasiliani nel 2018
3.22 Le case do Menor o da Criança-Brasile
Tabella: case do Menor o da Criança
4. La regione andina, la Pars andium
Tabella: i governi della Pars andium
4.1.1 La casa di Esmeralda (1982-1996)
4.1.2 La casa di Quito, seminario (1984-2019)
4.1.4 Casa del Collegio Borja III
4.1.5 Casa di Valle Hermoso (1992-2019)
4.2.1 La casa di Bogotá, seminario “Virgen de chiquinquirá”-Colombia
4.3.1 La casa di Santa Cruz de la Sierra -Bolivia
4.4.1 La casa di Éten-Chiclayo-Perù
5. La delegazione delle Filippine (2000-2019)
Tabella: delegazione delle Filippine
5.1 Casa del collegio Letran di Tagum (2000-2019)
5.2 Seminari di Tibungco – Davao City (2003-2019)-Repubblica delle Filippine
5.3 Parrocchia di San José di Braulio E Dujali-Davao de Norte-Repubblica
delle Filippine
6. Delegazione della Casa di Romania
6.1 La città di Paşcani e la Romania
Tabella: delegazione della Romania
7. Delegazione Cavanis nella Repubblica Democratica del Congo (2004-2019)
Tabella: governi della delegazione della Repubblica Democratica del Congo
Tabella: membri della delegazione della Repubblica Democratica del Congo
Breve storia della Congregazione delle “Maestre delle Scuole di Carità”
1. Le tre sedi dell’Istituto femminile Cavanis
1.3 La terza e definitiva residenza
2. Elenco delle Maestre e delle ragazze dell’Istituto femminile Cavanis il 10 settembre 1811
3. Alcuni episodi notevoli della Pia Casa di educazione delle Scuole di Carità
4. I venerabili Cavanis e Santa Maddalena di Canossa
4.1 Maddalena di Canossa chiamata a Venezia
4.2 Lettera di accompagnamento
4.3 Regole generali per la Scuole di Carità
4.5 Elenco delle maestre nel locale delle Eremite in parrocchia dei SS. Gervasio e Protasio
4.7 L’Istituto femminile confluisce nell’Istituto Figlie di Carità Canosina
5. Breve storia delle Suore della Pia Società del Santo Nome di Dio, dette “Suore Cavanis”
Appendice 1 – L’opera dei fondatori
1. (Appendice 1.1) Preghiera attribuita ai fondatori dell’Istituto Cavanis
2. (Appendice 1.2) La gratuità delle Scuole dei fondatori e dei Cavanis
3.1 Pueros et juvenes paterna dilectione complecti
3.3 Sollicita vigilantia a saeculi contagione tueri
3.4 Spiritu intelligentiae ac pietatis quotidie erudire
4.2 Le costituzioni e la Bibbia
4.8 Testi biblici nelle lettere dei fondatori
5. (Appendice 5) Edifici storici
Appendice 5.1. Il palazzo natale dei fondatori
Appendice 5.2. Breve storia della “casetta”
Appendice 5.3. La cappella del Crocifisso a S. Agnese. Memoriale dei fondatori
6. (Appendice 6) Le missioni all’estero
Appendice 6.1. Spiritualità Cavanis in Brasile
6.1.2 La congiuntura veneziana
6.1.4.1 Opzione per i poveri e opzione per i giovani
6.1.4.2 Il nome della Congregazione: paternità e carità
6.1.4.5 La povertà e i mezzi poveri
6.1.4.6 L’ingenuità e la semplicità
6.1.4.7 La piccolezza dell’Istituto
6.1.4.11 La gioia, la libertà e la pace
6.1.4.12 “Uniforme vocazione” e la comunità
6.1.5 La congiuntura del Brasile nel 1988
6.1.6 Il Progetto educativo Cavanis in Brasile
6.1.6.1 Stile Cavanis in Brasile. Una proiezione nel futuro
6.1.6.2 Future attività educative dei Cavanis in Brasile
– La scuola
– “Casas do Menor”
– Centri di Pastorale Universitaria e della Gioventù
– “Assessoria”
– La catechesi
Appendice 6.2. Uno sguardo dei Cavanis sull’Africa
6.2.2 L’Istituto Cavanis e l’Africa
Appendice 7 – Sistemi di riferimento
Appendice 7.1. Glossario dei termini viari (toponimi) veneziani
Appendice 7.2. Excursus sui selciati veneziani
Parte Sesta
Le parti territoriali
1. Le missioni Cavanis: storia degli inizi
Dopo le frasi senza dubbio interessanti e profetiche, ma abbastanza generiche, e obiter dicta, del P. Marco Cavanis sul fatto che la Congregazione era stata approvata dalla Santa Sede come congregazione di diritto universale, avendo perciò il diritto di diffondersi in tutto il mondo, la Congregazione aspettò quasi un secolo per riprendere l’argomento; e anche dopo il secolo, se ne parlò raramente e sempre con molta, eccessiva prudenza.
Come scrive P. Diego Spadotto in uno dei suoi saggi articoli: “P. Giovanni De Biasio, nel libro “A serviço da Igreja e dos Jovens”, nella commemorazione dei 25 anni di presenza Cavanis in Brasile, constatava, con un velo di tristezza, che la Congregazione si era aperta alla missionarietà in ritardo, con molta fatica e tanti calcoli farciti di paura. Il carisma era ancora inteso come qualcosa di statico da “ripetere e da conservare”, come cosa da museo, direbbe papa Francesco, come una reliquia, potremmo anche dire; e non come dono dello Spirito da condividere nella missione evangelizzatrice della Chiesa, affrontando le sfide dei cambiamenti del mondo. Dal Vaticano II ad oggi la Congregazione ha avuto momenti di “accelerazione” per recuperare i ritardi e momenti di stallo e di paura, con conseguente frenata della missionarietà “in uscita”.
Il primo accenno concreto alla possibilità di aprire case Cavanis oltremare, o comunque fuori d’Italia, e di ricevere giovani con una vocazione specificamente missionaria, si è proposto nel Capitolo generale del 17-18 luglio 1925, quello in cui fu eletto preposito il P. Agostino Zamattio.
Negli atti di questo capitolo si trova il seguente tema:
“Oggetto: Case di Missione.
Alla domanda se siano conformi al nostro spirito le Case di Missioni, almeno come esercizio di Scuole, e se si possono quindi accettare nel nostro Probandato vocazioni per future case missionarie, si risponde che le Case di Missioni vere e proprie, in zone pagane, con tutti gli obblighi annessi, sono fuori del nostro spirito; si possono invece ammettere scuole in terre dove già siano delle Cristianità per la educazione dei ragazzi.
Non si può poi parlare nel nostro Istituto di vocazioni specializzate, che creino poi quasi un diritto; ma solo, caso mai di abilità favorite e assecondate, sempre però sotto la piena dipendenza dei Superiori, ai quali solo spetta assegnare a ciascuno il campo di lavoro e di apostolato”.
Tale decisione del capitolo generale indica che:
Cronologia dei principali avvenimenti al riguardo:
Negli anni ‘40 del XX secolo, primi contatti con vescovi brasiliani di Minas Gerais, Brasile. Risultato negativo, purtroppo.
1958-59 – Primo viaggio di esplorazione del Brasile meridionale (Dal Rio Grande do Sul al Paraná) da parte di P. Riccardo Zardinoni, su mandato del preposito P. Gioachino Tomasi.
1968 –Viaggio di Padre Orfeo Mason in Brasile, per preparare l’apertura.
1968 (dicembre) – Partenza dei primi missionari Cavanis, nel caso specifico diretti al Brasile.
1969 (gennaio) – Apertura della prima casa Cavanis a Castro, nel Collegio Santa Cruz. Paraná, Brasile.
1980 – Un viaggio esplorativo di Padre Leonardi in Bolivia, per incarico del pro-provinciale del Brasile. Visita Santa Cruz de la Sierra, Cochabamba, La Paz. La cosa non avrà seguito.
1982 – Apertura della prima presenza Cavanis a Esmeraldas sulla costa del Pacifico in Ecuador.
1989 – XXX capitolo generale: si affida una delega al preposito generale P. Giuseppe Leonardi per studiare la possibilità di aprire delle case in Asia e Africa.
1991 (gennaio) – Viaggio esplorativo del preposito P. Giuseppe Leonardi in Paraguay.
1991-1992 – Viaggio esplorativo del preposito P. Giuseppe Leonardi in cinque paesi africani (nell’ordine cronologico Camerun, Angola, Gabon, Guinea Bissau, Senegal) – decisione del preposito e del consiglio generale di non aprire per allora in Africa.
1993 – Proposta di padre Leonardi, di un viaggio esplorativo nelle Filippine-rifiuto del suo consiglio. Si persero sfortunatamente quasi 10 anni.
1995 – XXXI capitolo generale – Decisione di aprire delle case Cavanis in Asia e in Africa.
1997 – Apertura del seminario teologico a Bogotá, Colombia.
1998 – Prima apertura missionaria nell’interno profondo del Brasile, per iniziativa della provincia brasiliana: Parrocchia di Novo Progresso nello stato del Pará, in Amazzonia, nella diocesi d’Itaituba.
1999 – Decisione dell’assemblea dei Superiori maggiori del 19-22 luglio 1999, di “concretizzare tre nuove aperture internazionali: Le Filippine con la collaborazione delle parti territoriali [già esistenti, si deve intendere], la Bolivia con la collaborazione del Brasile e dell’Ecuador, la Romania con Religiosi della Provincia Italiana”.
2000 – Apertura di una prima casa dell’Istituto nell’isola di Mindanao, nelle Filippine, a Tagum.
2000 – Apertura di una comunità e di una serie di attività a Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia.
2000 – Viaggio esplorativo di P. Alvise Bellinato nel Congo-Kinshasa e nel Congo-Brazzaville.
2000 – Apertura di una comunità Cavanis a Paşcani in Romania orientale.
2001 – Seconda apertura missionaria brasiliana nell’interno del Paese, a Guarantã do Norte, nello stato del Mato Grosso in Brasile, diocesi di Sinop.
2002 –Viaggio esplorativo di P. Pietro Fietta, preposito generale, a Kinshasa, in vista di un’apertura di case in quella città.
2003-2005 – Apertura di una parrocchia a Éten, Chiclayo, Perù, episodio interrotto per incidenti di percorso il 31 agosto 2005.
2004 – Apertura di una prima casa in Repubblica democratica del Congo, a Kinshasa (Primi contatti nel 2000).
2006 – Visita esplorativa del preposito generale P. Pietro Fietta con P. Alvise Bellinato in Vietnam. Nel 2008 (marzo) e 2009 (ottobre) ci saranno altre visite del preposito a questo paese.
2011 (14-20 aprile e 8-16 ottobre 2011) Due visite del Preposito P. Alvise Bellinato in Papua-Nuova Guinea, diocesi di Bereina, situata lungo costa meridionale, a NW di Port Moresby, con lo scopo principale di visitare e assistere le consacrate dell’associazione “Jesus Charitas”, ma forse anche di una esplorazione in vista di eventuali future aperture dell’Istituto.
Nel 2013 (2 maggio) il preposito generale P. Alvise Bellinato con il consenso del suo consiglio comunica al vescovo di Bereina, mons. Rochus Tatamay MSC che accetta il suo invito e autorizza l’inizio della presenza e dell’attività educativa della Fraternità Cavanis Community Jesus Good Sheperd nella diocesi di Bereina. .
2016 (dall’11 ottobre) Apertura di una casa in Mozambico, a Macomia, diocesi di Pemba, nel settentrione di questo stato.
2018 (dal 5 agosto) Apertura di una casa a Dili, Timor Est (Timor Leste).
2. La provincia italiana, la Pars Italiae
La storia della parte territoriale italiana corrisponde da sola a quasi tutta la storia della Congregazione (1802-1969). I fondatori e P. Casara considerarono che la Congregazione sarebbe stata divisa in province, ciascuna nei diversi stati e governi dell’epoca. A quel tempo quindi la Congregazione consisteva di una sola provincia, quella del Veneto (nell’ambito del regno del Lombardo-Veneto e dell’Impero Austriaco e, dopo il 1866, Austro-ungarico), con le case di Venezia (1820), Lendinara (1834) e poi Possagno (1857). È per questo che il superiore si chiamava preposito provinciale e i capitoli, capitoli provinciali, fino al 1891. Essi aspettavano con ansia la fondazione di altre provincie in altri stati italiani e anche se desideravano, a lungo termine, l’espansione della Congregazione in tutto il mondo, non ci pensavano concretamente, né ne avevano la possibilità. Anche unnumerevoli proposte di fondazioni in varie regioni di quella chepoi sarà l’Italia come stato, sono state regolarmente rifiutate.
Del resto, durante 167 anni (1802-1969) non ci furono né case né attività al di fuori dei confini dell’Italia, sino all’erezione canonica della casa di Castro il 9 agosto 1969; bisogna notare poi che per diversi anni dopo questa data, i religiosi Cavanis in Brasile erano ancora tutti italiani, sino alle prime professioni perpetue e ordinazioni sacre dei Cavanis autoctoni. Anche dopo la fondazione di Castro e di altre case e delegazioni, i religiosi continuavano a essere e a considerare l’Italia come « la Congregazione », con una o due appendici missionarie, in Brasile e poi in Ecuador. Tuttavia queste due parti territoriali erano già state riconosciute formalmente come delegazioni, poi regioni e il Brasile, più tardi, come vice-provincia e poi provincia.
Il XXX capitolo generale (1989) dichiarò che era tempo d’introdurre nelle costituzioni e norme la legislazione sul livello intermedio di governo e di dividere la Congregazione in parti territoriali o circoscrizioni. Al fine di facilitare l’accettazione di una tale decisione (non facile all’epoca) da parte dei religiosi residenti in Italia, nel corso del seguente sessennio, man mano che si preparava la legislazione per il livello intermedio, s’introdusse il termine Pars ltaliae nei documenti e nelle conversazioni e conferenze, termine che fu ben accolto forse perché in latino. E nel sessennio del mandato Leonardi si preparò la legislazione per il livello intermedio dell’Istituto, che fu poi approvata dal .
Il capitolo generale XXXI (1996) promulgò ufficialmente la divisione della Congregazione in parti territoriali e il preposito generale, P. Pietro Fietta, subito dopo il capitolo, promulgò l’erezione canonica delle parti territoriali della Congregazione delle Scuole di Carità – Istituto Cavanis: tra esse in primo luogo la Congregazione delle Scuole di Carità – Provincia Italiana.
Dal punto di vista cronologico e della nomenclatura, le prime parti territoriali che erano state erette formalmente e che avevano nome proprio furono rispettivamente quella brasiliana e quella Andina (ex-Ecuador); ma, dal punto di vista morale e storico, la provincia italiana è senza dubbio la più antica; essa è rimasta l’alma mater delle altre parti territoriali.
Essa è chiamata “Delegazione Madre” nella lettera di consultazione del 13 gennaio 2011 e “parte territoriale che ha dato vita a tutte le altre della nostra Congregazione”, nel decreto di estinzione della stessa del 2 febbraio 2011. Si ricorda qui soltanto qualche data sui capitoli e i superiori provinciali della nuova provincia italiana:
I risultati della consultazione erano stati i seguenti:
Votanti | 32 |
Favorevoli alla trasformazione della Provincia italiana in Delegazione | 27 |
Contrari alla trasformazione della Provincia italiana in Delegazione | 2 |
Schede bianche | 1 |
Schede nulle | 2 |
Nel 2005 ci fu un mutamento istituzionale molto interessante. Così si legge nel notiziario di curia:
“Su indicazione del Capitolo (poi diventata delibera) e per autorizzazione del Rev.mo Padre Preposito generale, ad esperimentum e fino al prossimo Capitolo Generale Ordinario 2007, è stato deciso quanto segue – in deroga alle nostre Costituzioni e Norme:
Come potete ben vedere si apre una fase nuova e ulteriore per l’intera Provincia.
Nelle scorse settimane, lavorando e vivendo insieme Religiosi e Laici, – con stragrande preponderanza della componente laicale – abbiamo capito e sentito che il nostro carisma è più vivo che mai. Non solo: ma che sono proprio i Laici quelli che maggiormente ci incoraggiano a guardare avanti, con fiducia, nella certezza che loro, ci sono!”
Il massimo problema della provincia e poi delegazione italiana è la mancanza totale, ormai da decenni, con l’eccezione del caro P. Ciro Sicignano, di giovani che vogliano diventare religiosi Cavanis, o addirittura da giovani che vogliano entrare nei seminari. L’apertura di parrocchie, pur preziose dal punto di vista pastorale, non ha mai condotto all’entrata di un unico giovane nei seminari della provincia o delegazione italiana.
Nel 2009 il preposito P. Alvise Bellinato fece un altro tentativo, su base del suo lavoro pastorale personale (predicazione di ritiri, guida di gruppi di movimenti, direzione spirituale) e si arriva negli anni del suo governo a riunire due e poi tre giovani in un piccolo edificio, chiamato “Casa per il Seminario della Delegazione d’Italia” a fianco del seminario internazionale, in via Orazio Pierozzi 39 a Roma, Torpignattara, sotto la guida di P. Artemio Bandiera e altri; la cosa purtroppo finirà ancora in nulla.
Diventa addirittura sempre più difficile far entrare un giovane in comunità che sono ormai estremamente anziane; nel 2017 la media dell’età dei 21 (ventuno) religiosi italiani residenti in Italia e membri della delegazione italiana è di anni 73,7. Il 57% di loro è al di sopra di 80 anni; l’86% ha più di 70 anni.
Per confronto, quindici anni prima, nel 2002, con 43 religiosi membri della provincia, la media di età era di 65 anni circa.
La Pars Italiae è dunque divenuta delegazione. Il superiore ne è superiore delegato; non ci sono propriamente dei veri rettori, non ci sono consiglieri né vicario. Finisce la breve esperienza dei consiglieri laici (2005-2011). I rettori sono nominati dal preposito e quindi le case sono immediatamente soggette al preposito. Non ci saranno più capitoli provinciali, ma assemblee consultive. La prima assemblea della nuova delegazione si è tenuta a Possagno-Casa del S. Cuore dal 24 al 28 luglio 2011. La sede della Delegazione Italia è nella casa di Roma, in quel triennio.
Una parola a riguardo del nome della Delegazione. Anche se unita a quella della Romania, o meglio, alla casa di Paşcani, la Delegazione così riunita dal capitolo generale del 2013, venne chiamata Delegazione d’Italia “Istituto Cavanis”. Rimase tale il nome fino al 10 luglio 2016, quando, durante il IV Capitolo della Delegazione d’Italia (Italia e Romania) si decise di chiamarla “Delegazione Cavanis Italia-Romania”.
La chiusura delle parrocchie di Massafra e di Pozzuoli e (rispettivamente nel 2012 e 2013) e della scuola di Roma (giugno 2018; dopo 72 anni di presenza e attività pastorale) ha notevolmente contribuito a diminuire la rappresentatività della delegazione nel territorio d’Italia e a ridurre la sua efficacia pastorale.
Alla vigilia del XXXV capitolo generale (che si è celebrato nel luglio e agosto 2019), i religiosi italiani nella Delegazione d’Italia sono solo 19. I religiosi italiani impegnati fuori d’Italia sono poi 5 (I padri Edoardo Ferrari, Mario Valcamonica e Giuseppe Viani in Brasile; e i padri Fernando Fietta, purtroppo gravemente infermo, e Alvise Bellinato nelle Filippine). In totale, i religiosi italiani, in patria o all’estero, erano, il 23 maggio 2019, nel numero di 24. Sono, attualmente (agosto 2020), 22.
La delegazione italiana, pur indebolita, conserva ancora le case più antiche della Congregazione e soprattutto le due più necessarie: la casa di Roma, sita nel centro della cristianità, e sede della curia generalizia; e ancor più quello che è il suo cuore: la casa-madre e la scuola-madre di Venezia. La cappella del crocifisso dove tutto è cominciato, e dove i venerabili fratelli Cavanis sono sepolti, è ora raggiungibile da tutti 24 ore su 24 al giorno, e tutti possono partecipare sia pure virtualmente (ma nella fede) alle liturgie ivi celebrate quotidianamente, anche grazie alla geniale installazione di una telecamera informatica e grazie alla rete globale, voluta e applicata proprio dal superiore delegato d’Italia e Romania, il P. Pietro Luigi Pennacchi.
Anno | Superiore della parte territoriale | Vicario | Consiglieri | Altri ufficiali e osservazioni |
1996-1999 1° governo provinciale | Natale Sossai | Diego Dogliani | Diego Dogliani, Remo Morosin, Luciano Bisquola, Alvise Bellinato | 1° cap. prov. italiano 27-30.12.1996. Remo Morosin (segretario prov.), Luciano Bisquola (economo prov.). Dal 6.7.1998 P. Angelo Moretti maestro degli studenti di filosofia e teologia fino al 2000. |
1999-2002 2° governo provinciale | Natale Sossai | Giuseppe Moni | Giuseppe Moni Alvise Bellinato, poi al suo posto Antonio Armini, Diego Dogliani Danilo Baccin (poi Rocco Tomei dal 17.11.2001) | 2° cap. prov. it. 27-30.12.1999. NB: il 1°12.2001 Antonio Armini è nominato cons. prov., in luogo del P. Alvise Bellinato, che doveva partire per le Filippine. Rocco Tomei è nominato 4° cons. prov., in luogo del defunto P. Danilo Baccin, morto improvvisamente il 17.11.2001. NB: nel 2000 (a Possagno, 28-30.12.2000) si è tenuto il 3° capitolo provinciale straordinario, in preparazione del 32° capitolo generale ordinario. |
2002-2005 3° governo provinciale | Antonio Armini | Giuseppe Leonardi | Giuseppe Leonardi, Giuseppe Moni, Rocco Tomei, (Angelo Moretti) (a novembre 2003 viene nominato dal provinciale P. Diego Dogliani, in sostituzione di P. Moretti che parte per la Romania). | 4° cap. prov. it. 1-5.09.2002. Giuseppe Francescon, economo provinciale. P. Giuseppe Moni, segretario. |
2005-2008 4° governo provinciale | Giuseppe Moni | Mario Valcamonica | Mario Valcamonica, Luigi Bellin (e due “consiglieri” laici, Massimo Mazzuco e Alessandro Gatto). | 5° capitolo provinciale italiano a Possagno dal 30 luglio al 3 agosto 2005. Giuseppe Francescon, economo provinciale. Fabio Sandri segretario provinciale. Il superiore delegato fu autorizzato dal nuovo Preposito generale, P. Alvise Bellinato, a continuare fino al prossimo capitolo provinciale con l’attuale consiglio provinciale, con due soli consiglieri. La signora Annalisa Scarpa è nominata vice-economo provinciale. |
2008-2011 5° governo provinciale | Giuseppe Moni | Luigi Bellin, Antônio Aparecido Vilasboas (e due consiglieri laici: Massimo Mazzucco e Alessandro Gatto. | A Possagno S. Cuore si celebra il 6° e ultimo capitolo provinciale della Provincia italiana dal 27 luglio al 2 agosto 2008. Luciano Bisquola economo provinciale. Antônio A. Vilasboas segretario provinciale. Il 31.08.10 P. Fabio Sandri è nominato (e ratificato dal preposito) consigliere prov. In sostituzione del P. Antônio A. Vilasboas. | |
2011-2014 6° governo della Delegazione d’Italia | Superiore delegato: Giuseppe Moni (con residenza in casa del S. Cuore dall’autunno 2012) | — | — | Con la riduzione a Delegazione. Non esistono più d’ora in poi il vicario, il consiglio, gli altri ufficiali; e non ci saranno più capitoli provinciali. 1ª Assemblea della Delegazione Italiana il 27.7-2.8.2011. |
2014-17 | Superiore delegato: Pietro Luigi Pennacchi | — | — | La sede della Delegazione Italia è nella casa di Venezia, in questo triennio. Il 12.7.14 si celebra un “capitolo di delegazione” a Roma. |
2017-2019 | Superiore delegato: Pietro Luigi Pennacchi | — | — | Fino alla fine dell’attuale sessennio. La sede della Delegazione Italia è nella casa di Venezia, in questo triennio. Il 15-16.2.2018 si celebra a Venezia il “VII capitolo di delegazione di Italia Romania” |
3. Breve storia della provincia del Brasile, la Pars Brasiliae
Si sono celebrati di recente i cinquant’anni dalla partenza dei primi tre Cavanis che uscirono d’Italia alla ricerca di fare del bene alla gioventù di altre terre. Parecchi di noi non possono dimenticare quella sera dell’8 dicembre 1968, quando nella casa di Roma demmo loro l’addio.
P. Livio Donati, P. Mario Merotto e P. Francesco Giusti si erano riuniti a Roma, diretti al porto di Napoli. La comunità romana tributava loro tutto l’affetto e la stima, e particolarmente i chierici, con il loro padre maestro (chi scrive) avevano preparato una serata con concerto, con canti più o meno latino-americani, eseguiti da un gruppo di religiosi mascherati nel gruppo che chiamavamo Os cangaceiros, con il nome dei banditi tipici dell’antico Nordest del Brasile.
Forse per difetto di conoscenze, la serata fu una discutibile miscela: cantavamo “El merendero”, canto proveniente dalle pubblicità del Carrosello, anche se era in spagnolo e non in portoghese; cantanti e chitarristi portavano “sombreros”, più messicani che brasiliani, e baffi disegnati con un turacciolo bruciato. Ma tanto fa.
Un’altra festa analoga e una grande concelebrazione si era tenuta in Casa-madre a Venezia; e altre feste minori in altre case italiane.
La mattina del 9 dicembre padri e chierici, guidati dal preposito generale, il P. Orfeo Mason, accompagnarono i missionari a Napoli e, dopo una visita al santuario di Pompei, li accompagnarono al porto, dove i missionari si imbarcarono dal molo Beverello sull’Enrico Costa. All’imbrunire la nave salpa, si stacca, va… e P. Livio scriverà sul suo diario “Poi una lacrima o un sorriso velato di commozione chiude quella pagina tanto attesa e triste a un tempo”. Il viaggio fino a Santos durerà ben sedici giorni. L’idea di cominciare una presenza Cavanis in Brasile non era una novità.
1881 – Il primo contatto di cui si abbia memoria tra l’Istituto Cavanis e il Brasile, è rappresentato da una corrispondenza, di carattere filosofico, di P. Sebastiano Casara con mons. Gregorio Lipparoni, rosminiano residente a Rio de Janeiro.
1946-1948 – Primi contatti epistolari del preposito generale P. Aurelio Andreatta con un “tale” vescovo brasiliano, quello di Guaxupé, Mons. Dom Hugo Bressane de Araujo (del sud dello Stato di Minas Gerais), che chiede all’Istituto di aprire delle case nella sua diocesi; l’istituto decide di declinare l’invito al momento e di non aprire case in Brasile in quell’anno (1947); si accenna al vescovo invitante che forse l’anno successivo si potrà accedere alla sua richiesta, ma poi di fatto la proposta sarà accantonata. Il vescovo offriva nella lettera del 12 settembre 1946 “un ginnasio con sei ettari di terreno” e nella lettera successiva, del 2 marzo 1947 offriva due parrocchie, anche con scuole. Dom Hugo insisteva ancora fino al 1948 sia per lettera, sia visitando l’Istituto Cavanis e il Preposito a Venezia, ma senza successo.
È interessante scoprire un riscontro a questo carteggio e al dibattito che ne era seguito nel consiglio generale, in tutt’altro ambito. Nel Diario dello Studentato teologico, nel periodo in cui i seminaristi Cavanis si trovavano all’Istituto Dolomites di Borca di Cadore per gli studi liceali, in data 9 marzo 1947 il maestro, P. Luigi Ferrari, riferisce di una visita del preposito P. Aurelio Andreatta al “Dolomites” di Borca e allo studentato: “Il Padre (…) esorta i Chierici a studiare anche per rendersi capaci di andare a fondare case all’estero – “Io spero che fra due anni – disse il Preposito – poter soddisfare le richieste che continuamente ci vengono dall’America”. Le … notizie hanno suscitato grande entusiasmo nei Chierici”. Il testo dà l’impressione che il preposito voleva sinceramente aprire le case “in America”, da parte sua, e che ne fu probabilmente impedito dal consiglio generale o definitoriale. Interessante l’entusiasmo dei seminaristi. Più avanti, nello stesso diario, il preposito dice al maestro dei chierici liceali, P. Luigi Ferrari: “Fa pregare i Chierici per il nuovo Capitolo [generale] prossimo. – Si deciderà di andare o non in America – Pare di sì.”.
1955 – Nel capitolo definitoriale del 27-30 luglio 1955, si tratta di due proposte di fondazione di nuove case dell’Istituto: « Il preposito ritorna sulle due offerte di aprire nuove case dell’Istituto nel Ferrarese e nel Brasile. (…); per la seconda, riconoscendo l’impossibilità di accettare quest’anno, non si esclude di trasferirvi alcuni religiosi nel prossimo 1956-57 e intanto si possono iniziare le trattative ».
Nel capitolo definitoriale successivo, del 15 settembre 1955, si trova su questo punto la frase: « Circa l’invito del Vescovo brasiliano di Ponta Grossa per un sollecito invio colà di alcuni religiosi, sembra possible impegnarsi che due religiosi partano il prossimo giugno per iniziare l’opera e, in loco, stringere, se conviene, il contratto di fondazione ». Si conferma dunque che si tratta della diocesi di Ponta Grossa, nel Paraná. Da questo nascerà poco più tardi, con ogni probabilità, l’idea di inviare P. Riccardo Zardinoni in avanscoperta.
Se ne parla di nuovo anche nel capitolo definitoriale del 18 aprile 1956. « Dall’America, il Vescovo di Pontagrossa (sic) insiste per avere qualche padre per il suo Seminario; il Preposito risponderà che le intenzioni dell’Istituto non sono cambiate, ma per il momento la S. Sede desidera che si differisca ogni partenza, e ciò in vista delle prossime elezioni amministrative. »
Nel giugno 1956 se ne parla ancora: «Il (…) Preposito ripresenta l’offerta del vescovo di Pontagrossa (Brasile) sulle cui trattative era già stata espresso, in linea di massima, parere favorevole e fissate anche le modalità. Il Preposito proporrà nella prossima riunione i nomi dei due soggetti da inviare, ai quali intanto farà privatamente parola anche per qualche iniziazione alla lingua del luogo; intanto chiederà alla S. Sede se permangono difficotà, e al Vescovo proponente se è disposto a venire incontro per le spese del viaggio. ».
La questione dell’apertura di case in Brasile si conclude negativamente: nel verbale del capitolo definitoriale del 7 agosto 1956 infatti si scrive che « le trattative, iniziate lo scorso anno, si chiudono, per desiderio del P. Preposito, in seguito alla circostanza nuova per cui la S. Sede obbligherebbe i Religiosi colà trasferiti a recarsi in patria per i doveri elettorali. La proposta di continuare le trattative, messe ai voti, dà voti positivi 1, negativi 4. » In realtà se ne parlerà ancora nel 1958. È importante però notare che, senza l’intervento assurdamente proibitivo della sede romana (o magari di qualche zelante monsignore o consultore intervistato a Roma), per timore di un’eventuale e improbabile vittoria dei comunisti alle elezioni, la Congregazione, e in particolare P. Gioachino Tomasi, preposito, con il suo consiglio, erano ormai disposti ad aprire case in Brasile, già nel 1956, dopo tanto temporeggiare fin dal 1946.
Nel mese di agosto 1958 si parla ancora di Brasile: «Il Vescovo di Pontagrossa (sic) insiste perchè l’Istituto assuma la direzione di quel Seminario: il Preposito comunica che manderà sul posto un religioso con l’incarico di riferirgli impressioni e pareri circa l’iniziare l’attività dell’Istituto in America».
P. Gioachino Tomasi decise di inviare P. Riccardo Zardinoni in avanscoperta. P. Tomasi voleva fortemente un’apertura; ma non riusciva ad avere il necessario consenso del suo consiglio.
P. Riccardo, tra il 1958 e il 1959, partì e ritornò in nave e visitò varie diocesi del sud del Brasile tra cui Ponta Grossa e presentò al preposito una relazione, che, a leggerla oggi, ci dimostra una mente acuta e un cuore profetico; ma non bastò.
« Dopo avere presentato una relazione scritta ai singoli definitori, il P. Riccardo Zardinoni reduce dal viaggio fatto appositamente in Brasile ne riferisce al Capitolo sia a viva voce sia con proiezioni visive. La fondazione di una casa dell’Istituto sollecitata insistentemente dal Vescovo di Pontagrossa (sic) sarebbe utilissima a quella diocesi per il grande bisogno ivi sentito di scuole e agevolata dalla sopportabilità del clima e dalla facilità di apprendere la lingua; ma l’aggravio economico resta tutto a carico dell’Istituto, almeno per ora. Un’approfondita discussione pone inoltre in evidenza la grave difficoltà di trovare soggetti, il cui invio non renda eccessivamente pesante l’onere finanziario per la necessità di supplirli ricorrendo a personale stipendiato, e che siano adatti alla fondazione la quale, una volta iniziata, impegna anche per l’avvenire. La votazione dà: contrari alla fondazione voti 3, favorevoli 2.». E per ora non se ne parla più. Un’altra grande speranza era frustrata.
Finalmente, il 31 marzo 1968, il nuovo preposito, P. Orfeo Mason, nel clima del post-concilio e grazie anche agli inviti diretti dal Papa Giovanni XXIII e poi da Papa Paolo VI agli istituti religiosi di aprire tutti delle case in America del Sud, prese la saggia decisione di andare personalmente in Brasile in aereo per preparare la tanto desiderata (da molti di noi, a quel punto) apertura della nostra Congregazione in quel paese. Visitò le diocesi di Caxias do Sul (Rio Grande do Sul), Palmas (Paraná sudoccidentale), Toledo (Paraná) e Ponta Grossa (Paraná). Avendo preso un impegno e stilato un programma di massima con il secondo vescovo di Ponta Grossa, mons. Geraldo Micheletto Pellanda, rientrò dal Brasile il 26 aprile.
L’arrivo dei primi tre religiosi Cavanis in Brasile avvenne, come si diceva, al porto di Santos – il famoso porto del caffè – il 24 dicembre 1968, alla vigilia di Natale. I tre furono molto favorevolmente sorpresi quando il vescovo di Ponta Grossa, mons. Geraldo Micheletto Pellanda, passionista brasiliano di origine italiana, che aveva invitato l’Istituto ad aprire una casa nella sua diocesi, li accolse personalmente al porto di Santos, li aiutò con la sua presenza episcopale a superare le pratiche di sbarco e a passare la dogana e li accompagnò con un breve viaggio di 80 chilometri, salendo la “Serra do Mar” a San Paolo, immensa metropoli di circa 7 milioni di abitanti”, come scrive P. Livio nel suo quaderno. Se l’avesse vista oggi! Lì i neo-missionari furono accolti e ospitati nel convento del Carmelo dei Passionisti. Nel porto avevano scoperto che in Brasile c’era stato un grosso, ulteriore colpo di stato, quello del 1968, e che la giunta militare temeva l’arrivo di comunisti e di armi; da questo le lunghe pratiche alla dogana, il controllo meticoloso del bagaglio, e ancor più di libri e stampati; mitigato tuttavia dalla presenza del vescovo.
Il vescovo portò i nostri, il giorno di Natale, a visitare la città di São Paulo, la cattedrale da Sé (cioè della sede dell’arcivescovo) e altre cose notevoli. Si partì per Ponta Grossa soltanto il giorno successivo, festa di S. Stefano. Percorsero evidentemente, a leggere il diario di P. Livio, la BR 116, la lunga strada São Paulo-Curitiba (La via Régis Bittencourt). La descrizione del viaggio è molto pittoresca e anche ingenua, e rende bene lo sguardo stupito di tre europei che per la prima volta conoscono un paese immenso di un altro immenso continente. A quel tempo, infatti, i viaggi all’estero erano ancora piuttosto rari e rarissimi per i Cavanis.
Dom Geraldo, il vescovo, li ospitò a Ponta Grossa nella sua residenza, appena costruita, dopo un viaggio in macchina di una dozzina di ore.
Tre giorni dopo, il 28 dicembre 1968, i primi tre religiosi Cavanis conobbero finalmente la città coloniale di Castro e furono accolti e presentati alla gente dal vescovo. Dom Geraldo affidò loro come d’accordo il Collegio Santa Cruz di Castro. Era un collegio tradizionale e di prestigio, in parte anche di architettura antica, ma in pessime condizioni dal punto di vista strutturale dell’edificio, degli impianti e del personale. L’ala più antica aveva carattere storico e monumentale, avendo ospitato nel XIX secolo il secondo imperatore del Brasile, dom Pedro II, di passaggio a Castro durante un viaggio, ed era in adobe o taipa, cioè in fango secco pressato, e risultava fatiscente.
Durante il 1969, il vero anno della fondazione dell’Opera Cavanis in Brasile, come il 1968 era stato l’anno dell’arrivo, l’Istituto accettò, oltre al collegio, la cura pastorale di un settore popolare molto povero, con favelas (cioè bidonvilles o slums), della parrocchia di S. Anna a Castro, come rettoria, alla periferia settentrionale di Castro, al di là del rio Japó, che attraversa la città di Castro. Inoltre, a P. Mario Merotto si affidò la coordinazione della catechesi diocesana di Ponta Grossa, città situata a 40 minuti di viaggio in macchina da Castro.
Sempre nel 1969 (il 14 giugno) mons. Geraldo M. Pellanda fece dono all’Istituto del Collegio Santa Cruz e della fattoria annessa; la chácara, cioè una piccola fazenda, che avrebbe dovuto provvedere a produrre il riso, i fagioli, il latte, la verdura, per i collegiali e i loro educatori. Aveva anche il vantaggio di possedere un tratto di foresta primaria di araucarie, tipica del Paraná, con felci arboree (xaxim) e altre piante rare e interessanti, scimmie (bugíos) e armadilli (tatús), uccelli di tutti i tipi, farfalle Morpho dalle splendide ali azzurro-metallico. P. Livio, anche se era laureato in lettere (fu anche mio ottimo professore alle medie) era appassionato di tutto ciò che era interessante dal punto di vista geografico, ambientale, naturale, e se la godette un mondo.
Il dono del collegio (edificio e ragione sociale) e della chácara era stato il dono di una spada a due tagli: erano due immobili estesi e di valore; ma la proprietà costringeva l’Istituto Cavanis al restauro completo del collegio, non solo; ma anche a un onere giuslavoristico impressionante; si scoprì ben presto che il personale docente e non docente non era regolarmente pagato, che i contributi non erano stati versati e che i dipendenti, ora che il contratto passava a degli europei, esigevano aumenti e vantaggi prima impensabili. Si accettò la situazione e si mise tutto in regola, e fu una grande spesa ma anche un atto di grande saggezza e, a lunga scadenza, di grande vantaggio per l’Istituto.
L’erezione canonica della nuova casa in Brasile nella città di Castro avvenne il 9 agosto di quell’anno. Ormai c’eravamo impegnati anche formalmente. Vi si aggiunse la formalità a livello civile: il 23 ottobre 1969 la Congregazione delle Scuole di Carità fu registrata come “Istituzione di diritto brasiliano, di natura associativa, caritatevole, d’assistenza ed educazione, sotto il nome di Fundação Cavanis, nell’ufficio del registro di Castro. Era un primo riconoscimento della personalità giuridica, che permetteva acquisti, vendite, contratti e altri atti legali. Lo statuto fu pubblicato nel Diario Oficial del Paraná, a Curitiba, il 27 ottobre 1969. Successivamente l’associazione sarà riconosciuta a livello dell’Unione (=cioè del Brasile, che è una federazione di stati, sul modello degli Stati Uniti d’America, federazione che si chiama appunto União).
Nell’anno successivo, del 1970, durante la seconda sessione del “Capitolo generale straordinario speciale (CGSS)”, anche grazie alla presenza entusiastica e entusiasmante di P. Mario Merotto – uno dei tre – che vi partecipava, si accettò – dopo molti dibattiti e qualche difficoltà, perché di solito l’Istituto non ne accettava – , la parrocchia di S. Sebastião di Ortigueira, anche questa in Paraná, a 140 km NW da Castro, lungo l’“autostrada del caffè”. Primo parroco ne fu il P. Francesco Giusti. La parrocchia, in termini europei, era enorme, grande come un’importante diocesi italiana, con i suoi circa 2.429 km² di area e un centinaio di piccole comunità con cappelle e catechisti, sparse in un ambiente bellissimo, ma piuttosto povero.
Nel 1970 il capitolo speciale accetta poi che il collegio Santa Cruz sia trasformato in seminario; si chiude dunque la scuola e il convitto per i suddetti motivi e dato soprattutto che quasi tutte le scuole cattoliche in Brasile, e in particolare il Santa Cruz di Castro, erano destinate alla classe sociale più ricca, nel caso di Castro e di tanti altri luoghi, quella dei fazendeiros. La Congregazione spese una grande somma di denaro per mettere in regola la situazione economica, fiscale e previdenziale dei professori e di altri dipendenti della scuola che non lo erano stati sino ad allora; e a versare loro la somma corrispondente al TFR. Fu per questo che la diocesi trasferì la proprietà del Collegio Santa Cruz di Castro all’Istituto Cavanis, perché la diocesi non avrebbe mai potuto sobbarcarsi dell’enorme spesa di regolarizzazione della situazione jus-lavoristica del personale e di mettere a norma l’edificio del collegio. Comincia così il primo seminario minore Cavanis in Brasile.
Il 15 febbraio 1970 P. Francesco Giusti, nominato parroco di Ortigueira, si stabilì nella prima parrocchia brasiliana affidata ai padri Cavanis. Il primo vicario fu P. Marcello Quilici, arrivato di recente dall’Italia, come quarto membro della comunità Cavanis brasiliana.
Nel 1971 si aprì la scuola materna «Ninho Sorriso» a Castro; a Ortigueira la scuola materna «Branca de Neve», l’asilo nido «Gaetana Sterni».
Il 9 febbraio 1971 la Fondazione Cavanis in Brasile ricevette in donazione, per decreto del consiglio comunale di Castro, un terreno di 4.272 m2, nel quartiere periferico di Vila Santa Cruz, per costruirvi una chiesa e delle opere pastorali e sociali. La chiesa fu dedicata a S. Giuda Taddeo, detto in Brasile il “santo dei miracoli” e diventò un «rettorato» nel febbraio 1972, e in seguito una parrocchia
Nello stesso anno, il 2 gennaio, entrarono nella parrocchia di Cristo Re di Realeza, una cittadina agricola rampante del Sudovest del Paraná, i padri Marcello Quilici e Livio Donati, rispettivamente in qualità di parroco e vicario. Il vescovo diocesano di Palmas, mons. Agostino José Sartori, presiedette l’eucaristia e presentò il parroco P. Marcello al popolo. Questa parrocchia aveva come scopo particolare la pastorale delle vocazioni, anche come conseguenza della recente apertura del seminario minore a Castro. La regione di Castro non era molto ricca di ragazzi che sentissero la vocazione alla vita religiosa e presbiterale, secondo si scoprì ben presto; mentre il sudovest dello stato ne era più ricco.
La regione a quel tempo era in espansione, se così si può dire: i gaúchos, cioè gli abitanti del Rio Grande do Sul, salendo più a nord parallelamente al Rio Paraná, stavano incendiando tutte le foreste di araucaria, senza neanche servirsi nei primi tempi di questo legno prezioso, perché non c’erano ancora strade asfaltate o comunque sufficienti per il trasporto dei tronchi – chi scrive può affermarlo perché camminò ampiamente in questi boschi e in queste queimadas (zone bruciate) a partire dal 1973 – e piantare tabacco, menta, granturco, soia, secondo le annate e dipendendo dalla richiesta del mercato in quegli anni.
L’opera Cavanis in Brasile era considerevolmente cresciuta ed era stata benedetta dal Signore. Bisognava darle a questo punto un primo accenno di struttura. Il 10 dicembre 1973 P. Orfeo Mason eresse la regione Cavanis del Brasile. Primo superiore regionale fu P. Guglielmo Incerti, che era in Brasile dal 1971, e da qualche tempo era superiore della famiglia religiosa di Castro e del seminario.
Si continuò a crescere: il 3 giugno 1974 il vescovo di Palmas affidò alla nostra Congregazione anche la parrocchia del S. Cuore di Gesù a Pérola d’Oeste, non molto lontano da Realeza, e in questa data vi introdusse P. Angelo Zaniolo come parroco. L’accompagnava nei primi tempi P. Giuseppe Leonardi, arrivato di recente in Brasile. P. Diego Spadotto arrivò in Brasile poco dopo. Questi ultimi due religiosi avevano insieme scritto e presentato una lettera al Preposito generale il giorno stesso, nel dicembre 1967, in cui questi aveva annunciato pubblicamente l’apertura della “missione” di Castro, durante un corso di aggiornamento per i religiosi a Possagno. In essa i due giovani preti e amici chiedevano di essere inviati in Brasile nel primo gruppo che partisse per quel paese; ma il superiore disse loro che completassero i loro rispettivi corsi di studio e che poi si sarebbe visto; e così fu.
Il 30 giugno del 1974 i Cavanis del Brasile celebrarono solennemente il bicentenario della nascita dei fondatori. Per quell’occasione s’inaugurò il seminario di Santa Cruz di Castro, nell’edificio dell’antico collegio, totalmente ammodernato e ingrandito con una nuova ala comprendente la cappella del seminario al pianterreno e la residenza della comunità religiosa al primo piano. Erano presenti il preposito generale, P. Orfeo Mason, il vescovo di Ponta Grossa che presiedette la celebrazione, il vescovo di Barretos (São Paulo) che era lì in visita, le autorità ed il popolo di Castro e rappresentanti delle comunità pastorali di Ortigueira, Realeza e Pérola d’Oeste.
Pure nel 1974, al 10 luglio, la regione Cavanis del Brasile assunse la pastorale universitaria nella diocesi Ponta Grossa. Padre Giuseppe Leonardi fu nominato responsabile di questo settore pastorale dal vescovo mons. Geraldo M. Pellanda. La pastorale universitaria di Ponta Grossa fu una delle prime tre di quel grande Paese, durante la fase di repressione della dittatura militare (1964-1985), dopo che questa aveva distrutto la JUC (Gioventù universitaria cristiana).
A fine maggio del 1975 ebbe luogo l’inaugurazione della casa Oásis di Ponta Grossa, per la Pastorale Universitaria, dove P. Leonardi abiterà come primo padre Cavanis residente a Ponta Grossa. La casa continuerà a essere aperta e di nostra proprietà sino alla fine degli anni ‘80. La storia dell’ingiusta espropriazione dell’Oásis da parte dello stesso vescovo che ce l’aveva donata sarebbe troppo lunga! Il padre preposito generale, P. Orfeo Mason, in visita al Brasile, aveva parteciato a un momento collettivo di preghiera, con padri Cavanis, con il direttore P. Giuseppe Leonardi e giovani universitari, il 23 giugno nella cappella della nuova casa.
Una data importante fu quella dell’istituzione canonica della casa del noviziato, inizialmente a Castro, in un ambiente parzialmente (più che altro virtualmente) separato da quello del piccolo seminario; il primo maestro dei novizi fu P. Diego Spadotto, mentre altri padri aiutavano con la loro presenza e insegnando ai novizi le varie materie previste dal curriculum. Il primo gruppo di quattro novizi visse questa preziosa esperienza della vita religiosa nella fase iniziale dal 1975 al 27 giugno 1976: i primi furono Lauro Thomaz Filho, Calixto Pawlak, Renato e Amasino. Forse il risultato non fu ottimale, come accade quando si comincia una cosa, senza grande esperienza; ma bisognava pur cominciare, e questo primo anno ci dette grandi insegnamenti e una discreta esperienza sulle scelte e sui metodi da seguire.
Uno di questi novizi, P. Calixto Pawlack, brasiliano di origini polacche, giunse alla professione perpetua e all’ordinazione presbiterale il 12 dicembre 1981. Fu anche consigliere pro-provinciale. Purtroppo più tardi lasciò la Congregazione, ma aveva dato un buon contributo, anzi un contributo-chiave agli inizi della comunità Cavanis brasiliana in senso stretto. È morto da qualche anno, piuttosto giovane, e aveva mantenuto rapporti amichevoli con l’Istituto.
In Brasile intanto a mano a mano erano giunti o giungevano altri religiosi dall’Italia: fratel Aldo Menghi, più tardi ordinato diacono permanente, e vari altri padri: per ricordare solo quelli che non appaiono altrimenti in questo testo, i padri Giuseppe Pagnacco, Celestino Camuffo, Guerrino Molon, Flavio Saccarola, Giuseppe Simioni, Giovanni De Biasio e, a tempo determinato per due anni, P. Nicola Del Mastro, più tardi anche P. Mario Valcamonica.
La “Pars Italiae”, ossia l’Italia Cavanis, non collaborò soltanto con l’invio di 21 religiosi, più o meno il 18-20% della comunità Cavanis dell’epoca, in grande maggioranza ben formati e laureati o, qualche volta, diplomati; essa spese per l’impianto della nuova parte territoriale delle somme molto importanti, al punto di dover vendere case e attività, di raccogliere per decenni contributi tra i benefattori e benefattrici italiani dell’Istituto. Va ricordato qui in modo speciale il contributo massiccio e sistematico della Onlus “Amicizia Lontana” e del suo presidente Giuliano Carrara e della comunità di Corsico. Vanno anche ricordati gli sforzi notevolissimi dei prepositi generali di questo cinquantennio (i padri Orfeo Mason (1967-79), Guglielmo Incerti (1979-89), Giuseppe Leonardi (1989-1995), Pietro Fietta (1995-2007 e 2013-2019) e Alvise Bellinato (2007-13)) e degli economi generali: P. Narciso Bastianon dall’inizio fino al 1989, P. Pietro Luigi Pennacchi dal 1989 fino al 2013, e P. Irani Luiz Tonet dal 2013 fino ad oggi (2020).
I prepositi generali vanno ricordati non solo per aver autorizzato i versamenti di cui si parla, ma per la loro guida, le loro innumerevoli visite, la decisione delle linee e delle politiche, con scelte spesso difficili; le nottate passate in bianco a riflettere sui problemi; il trovarsi molte volte tra l’incudine e il martello. Gli economi generali devono essere particolarmente ricordati anche perché nel mondo attuale, non solo è difficile reperire i fondi, ma lo è anche gestirli nei trasferimenti all’estero, nelle scelte dei modi, delle valute, della valorizzazione, in un mondo in cui differenze di leggi, di inflazioni (a volte altissime, perfino a tre o quattro cifre, nei paesi latinoamericani, secondo i periodi), di valute, di tassi, di politiche fiscali, richiedevano, come richiedono ancora oggi per altri paesi. una competenza molto elevata.
L’anno 1976 fu importante perché grazie a un accordo tra la diocesi di Ponta Grossa, alcune altre diocesi (principalmente Guarapuava, União da Vitória e Toledo), l’Istituto Cavanis e alcune altre congregazioni, si formò un gruppo ecclesiale che diede origine all’IFITEME, ossia all’Istituto Filosofico e Teologico Mater Ecclesiae: una scuola di teologia e anche di filosofia per seminaristi, che non giunse ad essere una facoltà (avrebbe ben potuto esserla), ma raggiunse un buon livello. Un notevole numero d’insegnanti (nove, esattamente, nel complesso) apparteneva alla Congregazione delle Scuole di Carità; e i nostri seminaristi, dal 1977 al 1981 tutte le mattine – giorni di fitta nebbia compresi – partivano in pullman da Castro e frequentavano i corsi di liceo e di filosofia a Ponta Grossa nell’IFITEME. Con l’inaugurazione del seminario Cavanis a Ponta Grossa il viaggio divenne un breve trasferimento urbano. Dopo il 1982 i nostri giovani arrivarono a frequentare in quell’Istituto i corsi di teologia, fino al 1986, quando si inaugurò il nostro seminario maggiore di Belo Horizonte a Minas Gerais.
Gli anni 1977-1979 videro vari avvenimenti e progressi, e tra l’altro l’inizio graduale di un secondo seminario minore, con il titolo di Nossa Senhora Aparecida (il titolo principale con cui la Madonna è chiamata in Brasile) a Realeza; all’inizio piuttosto informale, fu inaugurato ufficialmente il 22 aprile 1979.
Il 5 febbraio 1978 P. Mario Merotto prese possesso come parroco nella parrocchia Nossa Senhora de Fátima nel quartiere popolare di Vila Cipa a Ponta Grossa; comunità che del resto stava seguendo informalmente da tempo. Tale parrocchia fu ed è importante per le opere parrocchiali, tra cui la più antica casa per bambini e ragazzi carenti della nostra comunità in Brasile. Fu anche sede, più tardi, di una delle due case delle suore dell’Istituto del Santo Nome di Dio, dopo di quella di Castro.
Un avvenimento molto importante accadde il 1° giugno 1980. La domenica della Santissima Trinità, si procedette all’inaugurazione del noviziato e seminario maggiore “Antonio e Marco Cavanis” nei pressi della Vila Vicentina a Ponta Grossa (Paraná); un grande fabbricato dotato del solo pianterreno, a forma di una grande E maiuscola, con la notevole cappella al centro e due ali laterali rispettivamente addette a Noviziato e a Studentato, almeno nel primo lustro.
A marzo 1982, all’inizio di quell’anno scolastico, ebbe inizio in Castro il liceo Cavanis per i nostri seminaristi, già legalmente riconosciuto dal Governo Federale Brasiliano (22 febbraio 1982). Fino ad allora, dall’inizio, i nostri seminaristi frequentavano il vicino collegio delle suore di S. Giuseppe di Chambery, e continuarono a farlo per quanto riguarda le scuole medie.
Da tempo si stava pensando di aprire case dell’Istituto in un altro paese dell’America meridionale, e dunque in un paese ispanofono; già nel 1980 P. Guglielmo Incerti, allora eletto da pochi mesi superiore generale, aveva incaricato P. Giuseppe Leonardi di un viaggio esplorativo in Bolivia, e alcuni vescovi di quel paese, non molto ricco di clero locale, gli avevano offerto parrocchie e scuole a Santa Cruz de la Sierra (dove si andrà molto più tardi e per altra via), a Cochabamba, a La Paz. Gli si offrì anche un Vicariato apostolico intero nel Chapare! Ma per il momento non se ne fece nulla.
Nel dicembre 1983, invece, dopo una missione esplorativa in Ecuador portata a termine da P. Diego Spadotto, superiore regionale del Brasile, e dopo un anno di permanenza sperimentale di P. Mario Merotto a Esmeraldas, sulle rive dell’oceano Pacifico, fu eretta una nuova casa, per il momento in un edificio non appartenente all’Istituto, nel centro diocesano Santa Cruz, che era un centro di spiritualità e di formazione pastorale per clero e laici, allo scopo di dedicarsi alla direzione della scuola “Nuevo Ecuador” e alla cura pastorale della parrocchia Madonna di Fatima del quartiere di Las Palmas nella stessa città. Gradualmente, a P. Mario Merotto si aggiunsero altri religiosi, in parte provenienti dal Brasile (italiani all’inizio, poi brasiliani) sia dall’Italia. Ma resta il fatto che la regione Ecuador, poi regione Ecuador-Colombia, poi regione Andina, è soprattutto una filiazione missionaria del Brasile Cavanis.
Il 27 novembre 1983 il religioso Nelson Luiz Martins professa i voti perpetui: è il secondo professo perpetuo e nel 2020 è il “decano” dei padri Cavanis brasiliani. Il 4 dicembre 1983 lo stesso riceverà il diaconato a Ortigueira e l’8 aprile 1984 il presbiterato ugualmente a Ortigueira.
Un altro avvenimento aprì un nuovo campo, più ampio, d’impegno pastorale all’Istituto Cavanis in Brasile: il 5 gennaio 1984 P. Leonardi fu eletto assistente nazionale della pastorale universitaria brasiliana dagli studenti universitari cattolici, riuniti in congresso nazionale a São Paulo. Qualche mese dopo, sarà nominato alla stessa carica dalla Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (CNBB), e in seguito, dopo un primo anno trascorso con sede a Belo Horizonte, avrà sede in quella della CNBB a Brasília. Ci resterà come assistente nazionale fino alla sua elezione come preposito generale nel 1989, quando dovette necessariamente lasciare quella carica e il Brasile..
Nella fase intermedia, tra l’elezione dalla base e la nomina dalla cupola, P. Diego Spadotto, a quel tempo ancora superiore regionale del Brasile (la regione Brasile diventerà pro-provincia un anno dopo) incaricò P. Leonardi di iniziare la presenza Cavanis a Belo Horizonte, da dove tra l’altro poteva contattare più facilmente che da Ponta Grossa i gruppi di Pastorale universitaria di tutto il Brasile.
Il 4 maggio 1984 P. Leonardi prende possesso come primo parroco nella parrocchia Santa Maria Mãe de Misericórdia alla periferia di Belo Horizonte (Minas Gerais), nel Bairro Califórnia. Ci resterà però solo nove mesi perché sarà chiamato ad abitare nella sede della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile-CNBB a Brasilia. La parrocchia resta ai Cavanis a tutt’oggi.
Il 25 agosto 1995 avvanne la pubblicazione degli atti del XXIX capitolo generale, nei quali la regione del Brasile è elevata al rango di pro-provincia “Antonio e Marco Cavanis del Brasile.”
Nei primi mesi del 1986, il vescovo di Ponta Grossa, dom Geraldo Pellanda, toglie la pastorale Universitaria (che all’epoca era condotta da P. Diego Spadotto, dopo il trasferimento di P. Leonardi a Belo Horizonte nel maggio 1984 e a Brasília (CNBB) nel 1985) all’Istituto e si impadronisce con la forza e con l’inganno dell’edificio dell’Oásis, di cui pure aveva fatto donazione formale e notarile all’Istituto; e insediò una piccola comunità dei Legionari di Cristo. La Congregazione se ne è accorta – non essendo stata informata dal vescovo di questa azione chiaramente illegale – quando P. Diego Spadotto, giunto un giorno alla casa dell’Oásis per svolgere la sua normale attività pastorale, trovò la porta sbarrata, con il cambio di tutte le serrature; tutti i mobili della casa erano stati accatastati nella sala della biblioteca; il cancello esterno della recinzione del giardino (in legno) era stato inchiodato. Qualche tempo dopo i Legionari di Cristo, senza entrare in contatto in alcun modo con i Cavanis, presero possesso della casa e del giardino, distrussero buona parte delle migliorie che erano state fatte (per esempio drenarono la sorgente e il ruscello che ne usciva, rasero al suolo il giardino biblico) svolsero qualche tentativo di realizzare la pastorale dell’università, con poco successo. Lasciarono in seguito la casa, che fu venduta dalla diocesi e al posto della casa della pastorale universitaria, più tardi, fu costruito un gruppo di palazzoni.
Consultando giuristi sia ecclesiastici (esperti di diritto canonico) sia civili (esperti di diritto civile e penale) a Brasília, presso la CNBB, si era constatato a titolo preliminare l’illegalità dell’atto, sotto tutti gli aspetti, e che l’Istituto avrebbe potuto processare il vescovo e/o la diocesi per riavere la proprietà della casa Oásis e annessi. Ci fu anche una perizia di un giudice di Ponta Grossa, che dichiarò che noi eravamo sotto tutti gli aspetti i proprietari dell’immobile. Tuttavia, dopo esserci consultati lungamente nella comunità brasiliana e con il Preposito; e il Preposito in almeno due riunioni con il suo consiglio, si decise di non farne niente, e sopportare l’affronto, oltre che la gravosa perdita della proprietà, per evitare lo scandalo nella chiesa e nella società civile di Ponta Grossa; ricordando in tali riunioni e consultazioni esplicitamente anche le parole del Signore in Mt 5,38-42: “38Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. 39Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra, 40e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. 41E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. 42Dà a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.” E quelle di S. Paolo nella prima lettera ai Corinti 6, 1-11, a proposito delle liti in tribunale tra cristiani. Si scrisse tuttavia al vescovo una lettera in cui si affermavano chiaramente i diritti della Congregazione.
L’attività della Pastorale Universitaria a Ponta Grossa fu poi ripresa da P. Diego Spadotto dal 1991 e continuata per qualche anno da P. Vandir Santo Freo, come si dirà meglio più sotto.
Tabella: religiosi Cavanis italiani attivi nella provincia Antônio e Marcos Cavanis do Brasil
nome | nascita | ordinazione | Arrivo in Brasile | Uscita | Morte in missione |
P. Livio Donati | 1910 | 1936 | 28.12.1968 | 1.7.1988 | |
P. Mario Merotto | 1927 | 1953 | 28.12.1968 | 1982, per l’Ecuador | 11.2.2019, in Bolivia |
P. Francesco Giusti | 1932 | 1956 | 28.12.1968 | 1973 | 12.1986 |
P. Marcello Quilici | 1932 | 1956 | 25.2.1970 | 21.10.1992 | |
P. Guglielmo Incerti | 1932 | 1957 | 24.3.1971 | 1979, eletto Preposito generale; nel 1990 ritornò però in Brasile poi nella Regione Andina. | |
P. Giuseppe Pagnacco | 1906 | 1952 | 25.3.1972 | 1.3.1988 | |
P. Celestino Camuffo | 1943 | 1971 | 11.4.1972 | 1984, per l’Ecuador | |
P. Guerrino Molon | 1916 | 1941 | 19.12.1972 | 1.11.2003 | |
P. Angelo Zaniolo | 1928 | 1954 | 2.3.1974 | 1992, per l’Ecuador | 4.7.2005 |
P. Giuseppe Leonardi | 1939 | 1964 | 15.5.1974 | 1989, eletto Prep. Gen. | |
P. Diego Spadotto | 1940 | 1967 | 19.5.1974 | 2001, eletto segret, gen. | |
P. Flavio Saccarola | 1946 | 1973 | 15.7.1974 | 1989, per l’Ecuador | |
Fra Aldo Menghi | 1944 | Professione perp. 1966 | 7.4.1975 | 1983, per l’Ecuador | 1985, in Ecuador |
P. Giovanni Carlo Tittoto | 1934 | 1965 | 27.9.1975 | 13.9.2013 | |
P. Pietro Fietta | 1948 | 1975 | 16.1.1976 | 1996, eletto Prep. Gen. | |
P. Giuseppe Viani | 1943 | 1969 | 24.11.1977 | ||
P. Giuseppe Simioni | 1919 | 1944 | 17.2.1978 | 4.3.2003 | |
P. Edoardo Ferrari | 1937 | 1963 | 21.12.1979 | ||
P. Giovanni De Biasio | 1925 | 1949 | 7.1.1980 | 1995, eletto vicario generale | |
P. Mario Valcamonica | 1955 | 1982 | 1994-2004/ 2009-… | ||
P. Nicola Del Mastro | 1937 | 1960 | 1982 | 1984 |
Il 15 febbraio 1987 Mons. Serafim Fernandes de Araújo, arcivescovo della città di Belo Horizonte, celebrò la benedizione solenne del nuovo seminario maggiore “Instituto Teológico Cavanis” di Belo Horizonte, nel quartiere della Nova Pampulha.
L’11 febbraio 1988 accadde l’accettazione provvisoria della parrocchia Nossa Senhora de Lourdes a Planalto, Paraná, nella diocesi di Palmas. L’accettazione diventa definitiva il 28 febbraio 1990, quando il vescovo di Palmas nominò parroco di questa parrocchia P. Marcello Quilici.
Nella riunione del Preposito P. Guglielmo Incerti con il suo consiglio generale, dall’8 al 12 dicembre 1988, per la prima volta gli uffici generali, e particolarmente l’Ufficio Apostolato, l’Ufficio Vocazioni, l’Ufficio economico, furono integrati anche con membri della pro-provincia Brasile e della regione Ecuador; si trattava tuttavia ancora di padri italiani, cioè nel caso specifico dei rispettivi superiori delle due parti territoriali sudamericane per i primi due (P. Pietro Fietta e P. Mario Merotto, rispettivamente) e l’economo pro-provinciale del Brasile nel terzo ufficio (P. Giovanni De Biasio). Questa operazione, sia pure in certo modo soltanto simbolica, era importante perché finora gli uffici generali erano di fatto composti solo da membri delle comunità o case d’Italia (non ancora riunite in provincia, si ricordi bene, ma immediatamente soggette al preposito), e operavano come se fossero dgli uffici provinciali, occupandosi soltanto dell’Italia.
Il 6 settembre 1990 si tenne l’naugurazione solenne del nuovo edificio del Cenacolo Cavanis, casa degli esercizi spirituali, incontri, ritiri nella nostra “chácara” (= fattoria) di Castro, Paraná, con la presenza del vescovo diocesano di Ponta Grossa. Il primo edificio era stato inaugurato nel marzo 1984, con la sua cappella a forma di chalet, ma già a partire almeno dal 1976 c’erano degli incontri della pastorale universitaria e di altri gruppi di giovani nel piccolo e semplice edificio già esistente sul posto (= o galpão).
L’11 marzo 1991 ci fu l’inizio del primo anno scolastico della scuola statale «Antônio e Marcos Cavanis» a Castro, Paraná, in un edificio di proprietà dell’istituto, prospiciente a quello del seminario Santa Cruz. Si tratta di scuola elementare e media che a partire dal 15 maggio 1992 avrà come preside uno dei religiosi Cavanis, il P. Antônio Élcio Aleixo.
Nel 1991 il vescovo di Ponta Grossa dom Murilo Krieger Ramos incarica di nuovo con regolare mandato pastorale P. Diego Spadotto di occuparsi della Pastorale Universitaria della diocesi di Ponta Grossa. P. Diego continuò a occuparsi della Pastorale Universitaria fino al 1995, sarà sostituito poi dal P. Vandir Santo Freo, che portò avanti questo impegno fino al 1997. In tutto, l’Istituto Cavanis in Brasile si era occupato di questa attività pastorale specializzata in Ponta Grossa dal 1974 al 1997, cioè per circa 23 anni.
Nel 1992 la parte territoriale brasiliana Cavanis, con il suo livello di pro-provincia, era bene organizzata e, anche se aveva un numero rilevante di parrocchie, era fortemente caratterizzata dalla spiritualità e dal Carisma Cavanis nelle sue opere e nella sua vita. Il libro dei “Verbali degli incontri di formazione e delle Assemblee della pro-provincia”, contiene la seguente frase nel verbale del 29 gennaio 1992, riguardante il terzo giorno della riunione formativa e assemblea del gennaio 1992 e qui tradotta in italiano:
“In primo luogo il P. Piero Fietta, Superiore Pro-Provinciale, fece una presentazione delle aree nelle quali attuano i Cavanis in Brasile, ossia:
Bisognerebbe aggiungere a questa lista l’opera preziosa della pro-provincia nelle case da criança, do Menor, Asili o Giardini d’Infanzia e simili.
Si era vicini alla celebrazione del 25° anniversario della fondazione e si erano fatti dei grandi passi in avanti. I partecipanti a questa assemblea erano 33. Da notare che la pro-provincia era divisa in quattro parti, ancora con nomi di riferimento geografico: nell’ordine in cui si trovano in questi verbali, 1) Comunità di Belo Horizonte (rettore il P. Giovanni De Biasio); 2) Comunità del Sudovest del Paraná (rettore il P. Irani Luiz Tonet); 3) Comunità di Castro (rettore il P. Antônio Paulo Vieira Sagrilo) e 4) Comunità di Ortigueira-Ponta Grossa (rettore il P. Caetano Ângelo Sandrini).
Nella vicinanza del 25° anniversario della fondazione in Brasile, risulta particolarmente interessante e arricchente la disamina congiunturale che il superiore pro-provinciale propose, come base per i lavori della riunione dei rettori o responsabili delle quattro comunità di cui sopra, che si tenne il 30 gennaio 1992:
“Sfide. Il piccolo numero dei religiosi in confronto alle opere e attività; i religiosi problematici presenti nella comunità; la giovane età di alcuni dei rettori; la comunità sparsa in residenze distanti; la difficoltà della formazione nei seminari; difficoltà economiche; il problema di programmare e compiere la vita religiosa e di preghiera dei religiosi in mezzo a tante attività; senza contare la nostra preoccupazione quotidiana per la salute e per la salvezza e santificazione di ciascuno dei nostri religiosi”.
Tali sfide sono tuttavia controbilanciate con gesti di speranza: “la bontà, lo spirito di servizio, il sacrificio, l’obbedienza semplice e generosa di tanti religiosi; la serenità degli anziani; la generosità dei giovani; l’appoggio reciproco e l’amicizia tra superiori locali; il successo della Pro-Provincia nella sua espansione; il numero di nuovi religiosi e ancora e soprattutto ‘la consolazione delle Sacre Scritture’ (1Mac 12,9), la benedizione di Dio, il conforto della preghiera, la speranza che non manca’ (cf. Rm 5,5)”.
1993 (12 marzo) – Inaugurazione del nuovo edificio della “Casa do Menor Irmãos Cavanis”, costruita dalla vice-provincia Brasile nella nostra parrocchia di Vila Cipa a Ponta Grossa. Erano presenti il nuovo vescovo diocesano Don Murillo S. Krieger Ramos, il preposito generale e il superiore vice-provinciale, confratelli, autorità e popolo. La casa d’accoglienza era stata iniziata dai padri Angelo Zaniolo, poi Marcello Quilici negli anni ‘70 e ‘80. Il Centro per i bambini e giovani carenti era diretto allora a tempo pieno, con piena residenza, da P. Guglielmo Incerti con l’aiuto di don Sandro Colonna di Stigliano, un prete italo-svizzero “fidei donum” amico dell’Istituto, e a volte da altri religiosi Cavanis.
Di queste case di accoglienza per l’infanzia e la gioventù carenti ne furono aperte progressivamente varie, un po’ dappertutto dove c’erano religiosi Cavanis in Brasile – come del resto in altri paesi: nel 1995 si aprì la «Casa da criança (=del bambino) Santo Antônio» a Belo Horizonte; nel 1996 la «Casa da criança e do adolescente P. Marcello Quilici» a Castro; il 17 giugno 1998 a Ortigueira, Paraná, la “Casa da criança e do adolescente Pe. Livio Donati”; nel 2000 si apre la casa d’accoglienza “Casa Clamor Cavanis Irmão Aldo Menghi” nella nostra parrocchia S. Giuseppe a São Paulo; nel 2000 (9 aprile) si inaugura la casa d’accoglienza per bambini nella parrocchia Santa Maria Mãe de Misericórdia a Belo Horizonte (Minas Gerais). Ancora, nel 2001 ha inizio la casa d’accoglienza per bambini e ragazzi/e carenti “Nossa Senhora do Carmo” (Madonna del Carmine) a Guarantã do Norte, nel Mato Grosso.
È del 1994 l’accettazione della parrocchia S. Giuseppe nel quartiere di Palmeiras, nella Freguesia do Ó, a São Paulo e la presa di possesso come parroco da parte di P. Giuseppe Viani.
In quest’anno 1994, il numero di religiosi brasiliani (16), padri e un fratello, superano ampiamente gli italiani (10).
Il 28 gennaio 1996 P. Mario Valcamonica diventa parroco nella nuova parrocchia di São Mateus nella città di São Mateus do Sul, Diocesi di União da Vitória, Paraná. La parrocchia sarà restituita alla diocesi nel gennaio 2007.
In data del 2 febbraio 1996 la Curia provinciale del Brasile trasferisce con la ratifica del preposito la sua sede presso Curitiba, Paraná, nella borgata di Mossunguê, dove i padri si prendono cura pastorale del popolo residente nella chiesa di San Grato. L’idea di trasportare la curia a Mossunguê, che in realtà si trova fuori centro rispetto alle case dei Cavanis, lontana dalla stessa Curitiba, lontana dall’aeroporto, situata in un piccolo sconosciuto borgo, senza molte prospettive di crescita, è sembrata alquanto peregrina. E difatti, la sede della Provincia fu cambiata in breve tempo.
Nel 1996 (2 febbraio o meglio 3 marzo) P. João Pedro Fauro diventa parroco della nuova parrocchia di São Paulo Apostolo, nella diocesi di Lages, unica parrocchia della piccola città di Celso Ramos, nello stato di Santa Catarina – Brasile.
Ancora nel 1996, a novembre, la vice–parrocchia prossima al seminario maggiore Cavanis nel quartiere della Nova Pampulha, Belo Horizonte, già assunta informalmente dall’Istituto qualche anno prima, diventa ufficialmente parrocchia Immacolata Concezione, affidata formalmente all’Istituto.
In data 8 marzo 1998 P. Edoardo Ferrari è il parroco della nuova parrocchia di Nossa Senhora de Guadalupe nella città e diocesi di Uberlândia, nello stato di Minas Gerais.
Il Brasile era stato abituato, storicamente e fino a tempi recenti, a ricevere missionari più che a mandarne all’estero. Ciò accadeva in tutta la chiesa che è in Brasile, non specificamente nel “Brasile Cavanis”. Quest’ultimo però aveva ricevuto un po’ alla volta una ventina di religiosi Cavanis dall’Italia, fenomeno che suscitava a volte lagnanze da parte dei Cavanis di quel paese; ma, fuorché qualche religioso brasiliano inviato in Ecuador – come P. Antônio A. Vilasboa dal 1987 e P. Tadeu Biasio dal 1999, più tardi P. Irani Luiz Tonet dal 2008 e P. José Sidney do Prado Alves dal 2010 –, c’era una certa pigrizia ad andare missionari altrove, anche se dalla metà degli anni ’80 qualche altra congregazione sia maschile sia femminile aveva già cominciato a inviare missionari all’estero, in particolare in Angola e Mozambico, già colonie portoghesi.
Tra i Cavanis brasiliani si parlava volentieri di “iniziative missionarie interne”; e infatti il 28 giugno 1998 ci fu una prima apertura “missionaria” all’interno del Brasile: la provincia assunse la vastissima parrocchia di S. Lucia a Novo Progresso (che seguiva per ben 300 chilometri la grande strada amazzonica BR 163 Cuiabá-Santarém) nello stato del Pará, in piena Amazzonia, nell’immensa diocesi d’Itaituba. Per avere un’idea di queste dimensioni, bisogna pensare in Italia a una parrocchia che coprisse nel suo territorio da Venezia a Novara, passando per Milano; o da Firenze a Cassino; o ancora, nel Sudest del Brasile, una parrocchia che comprendesse Belo Horizonte e Rio de Janeiro!
Il primo parroco Cavanis fu P. João da Costa Holanda. Qualche anno dopo, il 9 marzo 2001, come secondo episodio di “missionarietà interna”, P. Martinho Paulus entrò come parroco nella nuova parrocchia di Nossa Sehnora do Rosário a Guarantã do Norte, nella diocesi di Sinop, all’estremo nord dello stato del Mato Grosso, già nell’ambiente amazzonico (Amazzonia legale).
Molto più di recente (26 febbraio 2012) si accetta di fondare una nuova parrocchia amazzonica, quella di Castello dos Sonhos, anche questa situata sulla grande strada amazzonica Cuiabá-Santarém, non molto lontano (si fa per dire, perché le distanze amazzoniche si misurano in centinaia di chilometri) da Novo Progresso.
L’ultima novità che possiamo annotare in area amazzonica, è che nel marzo 2017 si è inaugurata la “Faculdade Católica Cavanis” a Novo Progresso, nel Pará. Si spera e si chiede che ad alcuni religiosi Cavanis, possibilmente brasiliani, sia permesso di condurre studi a livello accademico che, con gradi di master e di dottorato di ricerca, permettano loro di essere presenti e di farsi apprezzare in questo ambiente accademico, sia pure necessariamente modesto e provinciale.
A riguardo della presenza Cavanis in Amazzonia (Mato Grosso e Pará), che ormai dura dal 19 dicembre 1997 (data di accettazione della parrocchia di Novo Progresso), quindi da 23 anni, qualcuno, e anche chi scrive – mi si perdoni -, si è permesso di presentare alcuni punti di preoccupazione, assieme alle lodi per il lavoro pastorale veramente eroico, perché condotto in ambiente faticosissimo per le distanze, le strade molto difficili da percorrere e anche molto pericolose, le malattie tropicali, il clima asfissiante, i pericoli di vario genere:
Si parlava dunque di una preferenza verso la cosiddetta “missionarietà interna”; tuttavia, dopo il 2000, alcuni padri brasiliani cominciarono a spostarsi verso altri paesi, fuori del continente sudamericano, senza contare alcuni pochi che erano stati in precedenza a Roma per studi teologici. Per primo all’inizio degli anni ’90 il P. Caetano Angelo Sandrini venne a frequentare un corso di licenza in spiritualità all’Angelico; nel 1993 P. Edmilson Mendes si porta a Roma per studiare diritto canonico alla Pontificia Università Lateranense a livello di licenza; poi ritornò a Roma per il dottorato nel 2005 e infine nel 2009 come consigliere generale, procuratore delle missioni e postulatore general e infine, dal 2019, a superiore Delegato d’Italia. Così dal 1996-97 P. José Valdir Siqueira, dal 2009 P. Vandir Santo Freo, per incarichi della curia generalizia. Già prima del resto, padri brasiliani avevano accettato la vita missionaria all’estero: P. José Valdir Siqueira dal 2001 nelle Filippine, e più tardi a Timor Est; P. Antônio Aparecido Vilasboas nel 2004 aveva fondato la delegazione del Congo a Kinshasa; P. Antônio Elcio Aleixo sostituì P. Luigi Scuttari in Romania dal 2007 e ci vive e lavora ancora; P. Manoel Rosalino Pereira Rosa è stato in Congo, a Kinshasa, dal 4 ottobre 2007, divenendo poi superiore delegato dal 2013 al 2019 e poi superiore generale; e P. Braz Elias P. Pereira si trova a Kinshasa fino ad oggi (2020) dal 2010, attualmente come superiore delegato. Per non parlare di P. João da Cunha, che ormai sembra italiano, ma ha imparato una quantità di lingue percorrendo prima la Regione Andina, fin da Esmeraldas in Ecuador dal 1996, è stato poi formatore a Bogotá in Colombia, vicino alle nubi del cielo sulle alte Ande (1999-2002), ha collaborato con la casa di Paşcani in Romania nel 2005-2006, ed è passato poi in Italia, impegnato a Massafra dal 2007 al 2012, qui in casa-madre a Venezia da quella data a, 2019 e poi a Corsico.
I religiosi Cavanis brasiliani son quindi diventati il principale sostegno, a volte gli iniziatori, di altre parti territoriali; e hanno occupato posti importanti, ora anche la carica di moderatori supremi, nella stessa curia generalizia.
1998 (4 dicembre) – Un fatto notevole, accaduto per la prima volta in Congregazione a un fratello laico e che ha dato una grande gioia a tutti, è stata la laurea in filosofia raggiunta dal fratello Renato José Rothen in questa data presso l’Univeristà FAI (Faculdades Associadas Ipiranga) di São Paolo.
1999 (14 novembre) – In questo giorno, mentre i religiosi della provincia del Brasile con circa 1200 persone che provenivano dalle nostre parrocchie e case stavano per realizzare un grande pellegrinaggio verso il santuario della Vergine Aparecida do Norte (São Paulo) per prepararsi al III millennio e per celebrare con gratitudine i 30 anni della fondazione dell’Istituto in Brasile, arrivò la notizia che l'”Associazione Antônio e Marcos Cavanis” era stata riconosciuta a livello federale (nazionale). Ciò fu un dono della Santa Vergine.
Intanto, i padri Cavanis venuti dall’Italia stavano diminuendo, sparendo progressivamente dal Brasile per vari motivi: alcuni erano morti in quel paese e sono sepolti a Castro, fedeli alla missione fino nella morte. Ricordiamo P. Livio Donati e P. Giuseppe Pagnacco morti a Castro nel 1988, P. Marcello Quilici, morto in accidente di macchina nel 1992, i padri Guerrino Molon e Giuseppe Simioni morti nel 2000 e, più di recente, P. Giovanni Carlo Tittoto nel 2013; oltre ad alcuni che, passati alla Regione Andina, erano morti là: come il diacono Aldo Menghi, ucciso da assassini narco nel 1995 a Esmeraldas, P. Angelo Zaniolo defunto nel 2003 e P. Orfeo Mason nel 2014, ambedue a Quito. Altri religiosi italiani erano rientrati in Italia, costretti a ciò dai risultati di Capitoli generali: P. Giuseppe Leonardi e P. Pietro Fietta perché eletti prepositi generali, rispettivamente nel 1989 e nel 1995 (riprendendo la vita missionaria più tardi, uno nel Congo e l’altro nelle Filippine); P. Giovanni De Biasio eletto Vicario generale (1995) e P. Diego Spadotto eletto segretario generale (2007; dopo ben 27 anni di presenza molto attiva in Brasile). Parecchi altri erano passati, come in parte si è detto, alla regione Andina, come per esempio P. Mario Merotto, trasferito come fondatore di regione a Esmeraldas in Ecuador nel 1982 e restando in regione Andina fino ad oggi, come si è detto. Rimangono in Brasile ancora tre padri italiani: P. Edoardo Ferrari, P. Giuseppe Viani e P. Mario Valcamonica (2020).
Nel 2000, nel sobborgo di Mossunguê a Curitiba, capoluogo del Paraná, sede della nostra curia provinciale, la nostra comunità assume in modo formale la cura pastorale della parrocchia S. Grato. In seguito, la curia provinciale passerà a São Paulo, nella parrocchia São José da Vila Palmeiras nella Freguesia do Ó, poi a Castro in un settore dell’antico seminario Sta. Cruz.
Il 25 marzo 2001 P. Edmilson Mendes prende possesso come primo parroco nella nuova parrocchia di “Santa Rita de Cassia” in Maringá, Paraná.
Nel settembre 2001 P. Diego Spadotto, importante personaggio della storia della parte territoriale brasiliana, rientra in Italia, dopo 27 anni di attività missionaria in Brasile.
Nel 2002 avviene l’Apertura del nostro seminario maggiore di filosofia “Irmãos Cavanis» a Uberlândia, Minas Gerais.
Il mese di febbraio 2002 vede l’apertura della casa di accoglienza vocazionale presso la parrocchia di Guarantã do Norte in Mato Grosso.
Nel 2011 P. Edoardo Ferrari viene incaricato di fare per un anno l’esperienza di presenza Cavanis in una casa per ragazzi dipendenti da droga, in ricupero, nella diocesi di Erechim (Rio Grande do Sul). Il confratello realmente raggiunse Erechim il 14 febbraio 2011 e vi rimase fino all’agosto successivo. Venne a sapere che il suo incarico sarebbe stato non tanto quello di direzione o amministrazione, ma di direzione spirituale dei giovani ricoverati. Avrebbe dovuto, nel programma, collaborare anche come vicario o cooperatore in una parrocchia. C’era solo un dettaglio che non quadrava: la casa non esisteva. Si trattava più di un progetto di istituire una casa di questo tipo, in un antico edificio, non ancora organizzato allo scopo; inoltre non c’era ancora né qualche giovane ricoverato né alcun membro del supposto personale. P. Edoardo si impegnò per vari mesi nel lavoro burocratico necessario per aprire di fatto una casa del genere e collaborò personalmente a restaurare e adattare l’ambiente; si accorse però che la diocesi non aveva praticamente la possibilità di realizzare il progetto, per la debolezza dell’organizzazione della stessa diocesi, anche perché essa si trovava nell’interegno tra il vescovo invitante, che aveva dato le dimissioni per raggiunto limite di età ed era sul punto di divenire vescovo emerito, e il nuovo vescovo che prendeva possesso e che non sembrava particolarmente interessato al progetto. Si ritirò P. Edoardo dunque dall’impresa, d’accordo con i superiori. Evidentemente non si erano prese le necessarie informazioni in anticipo.
Nel 2012 la provincia del Brasile considerò la possibilità di aprire un’attività, possibilmente la cura pastorale di una parrocchia, con la successiva organizzazione e conduzione di una casa per bambini e giovani carenti, in Wanderlândia, in diocesi di Tocantinópolis, nella regione del nordest dello stato brasiliano di Tocantins, già parte settentrinale dello stato del Goiás. Un gruppo di religiosi Cavanis, assieme al superiore generale P. Alvise Bellinato, visitarono la città di Wanderlândia e certamente la sede della diocesi, ma non ne seguì la fondazione di una nuova casa della Congregazione in questa città, né per ora in altre località dello stato di Tocantins.
Il “Brasile Cavanis” raggiunse probabilmente – per ora almeno – il suo massimo picco di crescita attorno all’inizio del 3° millennio, nel 2000. Da una rara lista di tutti i religiosi e seminaristi legati in qualche modo al Brasile, lista presente nel Notiziario risulta che la provincia aveva in attivo nell’anno 2000, primo semestre:
7 novizi.
Nel 2003, almeno, ma ciò era accaduto anche prima, per esempio nel periodo 1989-95, durante il mandato Leonardi, la Curia generalizia cominciò ad avvertire l’eccesso di opere (parrocchie soprattutto, ma anche eccessive case di formazione non strettamente necessarie), in rapporto al numero di religiosi nella Provincia Brasiliana, e quindi il pericolo di iperattività e di burning-out dei religiosi. Ordinò quindi di dare inizio a un serio ridimensionamento, dando suggerimenti chiari: chiusura al più presto del seminario di Uberlândia e delle tre parrocchie di Pérola d’Oeste, Planalto, São Mateus do Sul.
Nel frattempo, si cominciò ad avvertire anche in Brasile il forte calo di giovani vocazionati; nel 2009 si arriva ad unificare i due noviziati della provincia Brasile e della Regione Andina in un unico noviziato Latino-americano. Certo c’è il vantaggio – come si annuncia – della vita fraterna in comunità internazionali e dell’apprendimento reciproco delle lingue, ma di fatto il motivo è che i novizi non ci sono quasi più. Ciò dipendeva senza dubbio da un mondo che cambiava, da fatti demografici e di secolarizzazione; ma anche dall’aver poco curato, in questo periodo, in modo grave, la formazione e i formatori. Il problema della scarsità di vocazioni continuerà fino ad oggi; ma si vedono degli accenni di miglioramento.
All’inizio del 2016 si trova la seguente notizia sul numero di seminaristi:
5 novizi a Ponta Grossa;
Prima di conchiudere questa breve sintesi storica, si vorrebbero qui ricordare i nomi dei padri Cavanis che hanno guidato l’amata parte territoriale brasiliana, che lungo questi cinquant’anni di vita diventava gradualmente prima una sola casa all’inizio, poi regione (1973), poi pro-provincia (1985) e finalmente provincia (1996):
P. Livio Donati (1968-1971) e poi P. Guglielmo Incerti (1971-73) come rettori della casa di Castro, l’unica casa degli inizi; poi lo stesso P. Guglielmo Incerti come superiore regionale (1973-79); P. Diego Spadotto (nel 1979-85 come superiore regionale, nel periodo 1985-88 come superiore pro-provinciale e nei due mandati del 1994-2000 come superiore provinciale); P. Pietro Fietta (1988-94, da superiore pro-provinciale); e i successori, come superiori provinciali P. Giuseppe Viani (2000-06); P. Antônio Paulo Vieira Sagrilo (2006-2012); e infine l’attuale superiore provinciale, P. Edemar de Souza (dal 2012 ad oggi, 2020). Da notare che la parte territoriale brasiliana non è mai passata per lo stadio di delegazione. Da tempo è, purtroppo, l’unica parte territoriale che ha lo stato di provincia.
Sarebbe più importante però ricordare qui dettagliatamente i nomi di tutti i religiosi Cavanis brasiliani, che del resto si possono ritrovare nelle tabelle annesse: hanno emesso la loro professione perpetua come fratelli laici due dei nostri: fratel Wenceslau Kluczkowski e fratel Renato José Rothen; e sono stati ordinati preti, dal 1981 ad oggi, 59 Cavanis brasiliani, per un totale di 61 professi perpetui Cavanis brasiliani. Ricordarli tutti per nome darebbe luogo a una lista enorme. Li conosce il Signore uno per uno e del resto i loro nomi si trovano singolarmente espressi e ricordati in queste pagine e nelle tabelle.
Alcuni dei Cavanis brasiliani hanno raggiunto la casa del Padre: il carissimo P. Cleimar Pedro Fassini, ordinato prete sul letto di morte; P. Aldino Antônio da Rosa e P. Norberto Artêmio Rech che due gravi accidenti stradali hanno portato via alla Congregazione. Altri hanno percorso altre strade, abbandonando la cara Congregazione, alcuni rimanendo preti diocesani, altri lasciando proprio il ministero presbiterale oltre alla vita religiosa. Quaranta professi perpetui brasiliani, preti o fratelli laici, continuano nel loro cammino e impegno in Congregazione (2018): ventinove in Brasile, undici in altri paesi.
Infine, bisogna ricordare qui che l’anno scorso (2019), con inizio già alla fine dell’anno precedente, si stava celebrando con gioia in tutta la Congregazione e particolarmente nella Provincia Brasile il 50° anniversario dalla fondazione di questa parte territoriale, la prima fuori d’Italia; e quindi il suo giubileo d’oro. Ad multos annos! O, come amavano dire i fondatori dell’Istituto Cavanis: “Quod bonum faustum felix fortunatumque sit!”.
Tabella: i governi della Pars Brasiliae
Anno | Superiore della parte territoriale | Vicario | Consiglieri | Altri ufficiali |
Nei primi 5 anni, il rettore della casa di Castro era anche responsabile della parte territoriale che gradualmente si espandeva. Non c’era consiglio. | ||||
1968-1971 | Livio Donati | — | — | Il 1968 in realtà è consistito di una sola settimana: 24-31 dicembre 1968. |
1971-1973 | Guglielmo Incerti | Mario Merotto | Mario Merotto Marcello Quilici | — |
Il 20.12.1973 è istituita la Regione del Brasile | ||||
1973-1976 1° governo regionale | Guglielmo Incerti | Mario Merotto | Mario Merotto, Diego Spadotto | — |
1976-1979 2° governo regionale | Guglielmo Incerti | Diego Spadotto | Diego Spadotto, Marcello Quilici | Nel 1979 P. Guglielmo diviene superiore generale e passa in Italia. |
1979-1985 3° governo regionale | Diego Spadotto | Giovanni De Biasio | Giovanni De Biasio, Marcello Quilici | Giovanni De Biasio, economo regionale Diego Spadotto, maestro dei chierici e degli studenti |
Nel capitolo generale 1985 è istitutita la pro-provincia del Brasile | ||||
1985-1988 1° governo pro- provinciale | Diego Spadotto | Pietro Fietta | Pietro Fietta, Edoardo Ferrari, Giuseppe Viani, Calixto Antônio Pawlak | 1° Capitolo pro-provinciale del Brasile, Ponta Grossa, 15.11.1985. La seconda sessione di questo capitolo si è svolta il 27-29.1.1986. Giovanni De Biasio, economo regionale |
1988-1991 2° governo pro- provinciale | Pietro Fietta | Giuseppe Viani | Giuseppe Viani, Giuseppe Leonardi (e poi nell’agosto 1989 sostituito da Vandir Santo Freo), Diego Spadotto, Antônio Paulo Vieira Sagrilo | 2° Capitolo pro-provinciale del Brasile, 24-25.8.1988 a Castro. Giovanni De Biasio, economo pro-provinciale; Maestro dei Novizi e rettore del seminario di Ponta Grossa P. Diego Spadotto; P. Vandir Santo Freo rettore del seminario teologico di Belo Horizonte; P. Irani Tonet rettore del seminario di Castro. |
1991-1994 3° governo pro- provinciale | Pietro Fietta | Giuseppe Viani | Giuseppe Viani, Antônio Paulo Vieira Sagrilo, Vandir Santo Freo, Irani Luiz Tonet | Giovanni De Biasio (econ. reg.), Antônio Paulo Vieira Sagrilo (segret. gen.) |
Il 19 maggio 1996 è istituita la Provincia “Antônio e Marcos Cavanis” del Brasile. | ||||
1994-1997 1° governo provinciale | Diego Spadotto | Caetano Ângelo Sandrini | Caetano Ângelo Sandrini, Irani Luiz Tonet, Vandir Santo Freo, Antônio Elcio Aleixo | Edoardo Ferrari (economo prov.) |
1997-2000 2° governo provinciale | Diego Spadotto | Irani Luiz Tonet | Irani Luiz Tonet, Antônio Paulo Sagrilo, Antônio Elcio Aleixo, Edmilson Mendes | 1° capitolo Provinciale (Castro, 13-17 luglio 1997) Edoardo Ferrari (econ. prov.), Edmilson Mendes (segret. prov.), Caetano A. Sandrini (Maestro dei novizi), A.P. Sagrilo (Maestro dei filosofi), Irani Luiz Tonet (Maestro dei teologi) |
2000-2003 3° governo provinciale | Giuseppe Viani | Antônio Paulo Vieira Sagrilo | Antônio Paulo Vieira Sagrilo Caetano Ângelo Sandrini Valdecir Pavan Irani Luiz Tonet | 2° capitolo provinciale (Castro, 16-21 ottobre 2000) |
2003-2006 4° governo provinciale | Giuseppe Viani | Antônio Paulo Vieira Sagrilo | Antônio Paulo Vieira Sagrilo, Valdecir Pagan, James Dalalasta, José Sydney do Prado Alves | 3° Capitolo Provinciale (Castro, 13-17 ottobre 2003) |
2006-2009 5° governo provinciale | Antônio Paulo Vieira Sagrilo | Giuseppe Viani | Giuseppe Viani, Caetano Ângelo Sandrini, João da Costa Holanda, José Sidney do Prado Alves | 4° Capitolo Provinciale (Castro, 16-21 luglio 2006). Il 14.1.2007 se ne tenne la seconda parte, a Castro. Valdecir Pavan economo prov.; José Sidney do Prado Alves maestro dei novizi; Silvestre Selunk maestro dei filosofi a Uberlândia; Caetano Ângelo Sandrini, João da Costa Holanda maestro dei teologi a Belo Horizonte. La sede della Provincia passa a São Paulo, nella parrocchia di São José, Vila Palmeiras. |
2009-2012 6° governo provinciale | Antônio Paulo Vieira Sagrilo | Edemar de Souza | Edemar de Souza, Giuseppe Viani, João da Costa Holanda, Caetano Ângelo Sandrini | 5° Cap. Prov. a Castro 6-10 luglio 2009. José Amilton, segretario prov. Valdecir Pavan economo e rappresentante legale. La sede della Provincia da São Paulo torna a Castro il 14 febbraio 2009. |
2012-2015 6° governo provinciale | Edemar de Souza | Valdecir Pavan (e poi João da Costa Holanda dal 13.5.2014) | Dopo il rimpasto dovuto all’uscita di Valdecir Pavan: João da Costa Holanda, Adriano Sacardo, Paulo Oldair Welter, Antônio Paulo Vieira Sagrilo | 6° Cap. Prov. A Castro 23-28 luglio 2012. Valdecir Pavan economo e rappresentante legale. Sostituito da: Paulo Oldair Welter, dal 13.5.2014 Lo stesso P. Paulo Oldair Welter è stato nominato maestro dei novizi, a partire dal 2014. |
2015-18 7° governo provinciale | Edemar de Souza | João da Costa Holanda | Antes: João da Costa Holanda, Paulo Oldair Welter, Josoé F. Zanon, Vandir Santo Freo, Dal 24.2.2017: João da Costa Holanda, Josoé F. Zanon, Vandir Santo Freo, Franco Allen Somensi | 7° Cap. Prov. a Castro, 20-25.7.2015 Paulo Oldair Welter (Maestro dei novizi); Antônio Paulo Vieira Sagrilo (Maestro degli studenti di filos. e teol.); João da Costa Holanda (econ. prov.) |
2018-20 8° governo provinciale | Edemar de Souza | João da Costa Holanda | João da Costa Holanda, Paulo Oldair Welter, Josoé Francisco Zanon, Franco Allen Somensi | 8° Cap. Prov. a Castro, 16-20.7.2018. Tadeu Biasio (Maestro dei novizi; Vandir Santo Freo (Maestro degli studenti di filosofia); Paulo Oldair Welter (Maestro degli studenti di Teologia); João da Costa Holanda (econ. prov.) |
3.1 Le case della Pars Brasiliae
LISTA DEI VESCOVI DELLA DIOCESI DI PONTA GROSSA – PARANÁ – BRASILE
La diocesi di Ponta Grossa è suffraganea dell’arcidiocesi di Curitiba (Paraná, Brasile) e appartiene alla regione ecclesiastica Sul 2. Nel 2016 essa contava 630.000 battezzati su 763.657 abitanti. È retta (2019) dal vescovo Dom Sérgio Arthur Braschi. La diocesi comprende (2020) 17 comuni dello stato del Paraná: Carambeí, Castro, Fernandes Pinheiro, Guamiranga, Imbaú, Imbituva, Ipiranga, Irati, Ivaí, Ortigueira, Piraí do Sul, Ponta Grossa, Reserva, Teixeira Soares, Telêmaco Borba, Tibagi, e Ventania. Sede vescovile è la città di Ponta Grossa, dove si trova la cattedrale di Sant’Anna. Il territorio si estende su una superficie di 20.986 km² ed è suddiviso in 46 parrocchie. La diocesi è stata eretta il 10 maggio 1926 con la bolla Quum in dies numerus di papa Pio XI, ricavandone il territorio dalla diocesi di Curitiba, che contestualmente fu elevata ad arcidiocesi metropolitana.
Il 9 dicembre 1933, il 16 dicembre 1965 e il 3 dicembre 1976 la diocesi ha ceduto gradualmente porzioni del suo territorio originario a vantaggio dell’erezione rispettivamente della prelatura territoriale di Palmas (oggi diocesi di Palmas-Francisco Beltrão) e delle diocesi di Guarapuava e di União da Vitória. Parecchi religiosi Cavanis si recarono a União da Vitória in occasione dell’erezione di quella diocesi, tra le cui parrocchie, tra l’altro, c’è anche quella di São Mateus do Sul.
Il 25 luglio 1983, con la lettera apostolica Constat Christifideles, papa Giovanni Paolo II ha confermato la Beata Maria Vergine, venerata con il titolo di Nossa Senhora Mãe da Divina Graça, patrona principale della diocesi.
3.2 La casa (Le case) di Castro – Paraná – Brasile
Della casa di Castro si è parlato molte volte nelle pagine precedenti, con particolare insistenza e particolare amore, perché si tratta della prima casa della parte territoriale del Brasile, anzi, in assoluto, della prima casa della Congregazione delle Scuole di Carità fuori dell’Italia.
Qui però si vuole presentare questa casa, anzi questo complesso di case e di opere, in modo più organico, inquadrando la presenza e l’opera dei Cavanis nell’antica città.
Castro fu l’abitato più antico della regione dei “Campos gerais” ossia del complesso di praterie del primo altipiano (planalto) del Paraná. Tali praterie, detti campos, in parte sono dovute al disboscamento relativamente recente o anche recente; ma in buona parte sono praterie naturali, dovute al tipo di ambiente e al clima: campo (quando pura prateria, a pascolo), campo cerrado (quando sparsamente arborizzate con cespugli e alberetti), cerradão (quando abbondantemente arborizzate); sono savane naturali che prevalgono nell’ambiente, mentre i boschi e le foreste, in cui l’essenza principale è la bellissima araucaria o pinheiro do Paraná si trovano come foreste ciliari al margine di fiumi, torrenti e ruscelli oppure in depressioni in forma di capões.
L’abitato di Castro fu fondato nel secolo XVIII al margine sinistro del fiume Iapó, affluente del Tibagí, da tropeiros, cioè da conducenti di tropas, ossia mandrie di equini, principalmente muli ma anche cavalli, allevati nel sud del Brasile, più esattamente nel Rio Grande do Sul dai gaúchos, in particolare da Viamão, o anche in Argentina, e condotti per la vendita alla fiera del bestiame (feira de muares) a Sorocaba, nello stato di São Paulo. Tali animali erano poi occupati soprattutto nel trasporto, in particolare di minerale dalle miniere dello stato di Minas Gerais, per incamminarlo ai porti di Rio o di Santos o altri ancora. Nei Campos Gerais i muares passavano un tempo per l’ingrasso nei pascoli prima della vendita. Il sito di Castro era una di queste zone, ed era anche il luogo di un guado sul fiume Iapó, esattamente nel punto in cui passa ora la strada asfaltata (PR 151) a fianco della città. L’accampamento dei tropeiros divenne un villaggio (1751) con la sua chiesetta, poi la Freguesia de Sant’Ana do Iapó (dopo il 1771), poi al livello di Vila nel 1788 (Vila Nova de Castro, dal cognome del ministro portoghese degli affari d’oltremare, cioè delle colonie, tale Martinho de Melo e Castro, cui si voleva fare un interessato omaggio), poi divenne città (1857), semplificando in quell’occasione il suo nome in quello attuale, di Castro.
Nel secolo XIX la città aveva ricevuto, come luogo di tappa, alcune visite di rilievo; tra queste, quella del naturalista francese Auguste de Sant’Hilaire; quella dell’imperatore Dom Pedro II a fine maggio 1880, con la sua sposa Theresa Cristina e grande seguito; la coppia imperiale si era ospitata proprio nell’ala antica dell’edificio che più tardi sarà il Collegio Santa Cruz, alla Rua Visconde do Rio Branco; si trattava di un edificio (um casarão) di epoca coloniale.
Durante la rivoluzione federalista (1893-1894), Castro divenne temporaneamente capitale interina del Paraná, a seguito del Decreto Estadual nº 24, del 18 gennaio 1894. Questo fatto dipende dalla temporanea occupazione di Curitiba da parte delle truppe gaúche (pronuncia gaúxe) durante tale guerra rivoluzionaria.
Castro si trova a 159 km da Curitiba, capitale dello stato del Paraná, a 988 m sul livello del mare. Ha un clima gradevole, subtropicale, di tipo simile a quello dell’Italia meridionale come temperature. Non mancano le nebbie; d’inverno, da maggio a settembre, si arriva allo 0° termico o leggermente meno, con la presenza frequente di “geadas”, ossia di copertura spessa di brine che imbiancano totalmente il paesaggio all’alba e in mattinata e, molto raramente, di neve. D’estate fa piuttosto caldo, ma si passano di poco i 30°. La stagione delle piogge avviene a dicembre e gennaio, quando la vallata dello Iapó, sotto al seminario e scuola Santa Cruz, si allaga totalmente, includendo anche il campo da calcio di proprietà dell’Istituto. In tale occasione, ma anche a ogni pioggia, abbondano e si moltiplicano i grossi rospi locali detti sapos in portoghese, per cui la città è chiamata (dai non castrensi naturalmente) anche Sapolândia. La città, che si è espansa sui due lati del fiume Iapó, ha il suo centro alle coordinate di 24° 47′ 27″ S 50° 00′ 43″ W, quindi poco sotto il tropico del Capricorno. Nel 2018 il comune aveva 71.151 abitanti.
La città di Castro consta al presente (2019) di quattro parrocchie, appartenenti alla diocesi di Ponta Grossa:
L’attività dell’agricoltura e dell’allevamento del bestiame è la più importante nel comune, con coltivazione di soia, granturco, fagioli, riso (da terra, cioè non di risaia), carote, patate; allevamento di bovini da latte, suini, galline e altri animali di bassa corte. Il bacino castrense di produzione del latte vaccino è considerato il principale del Brasile in produttività e qualità genetica con capacità approssimata de 400.000 litri/giorno. Anche il turismo vi ha un certo spazio.
Si è detto sopra che la città di Castro era stata visitata da P. Riccardo Zardinoni nel 1959, quando era (primo) vescovo di Ponta Grossa Mons. Antonio Mazzarotto. Come si è detto, P. Riccardo, tra il 1958 e il 1959, partì e ritornò in nave e aveva visitato varie diocesi del sud del Brasile ma rimanendo con la fondata impressione che la diocesi preferibile per cominciare era quella di Ponta Grossa nel Paraná; e presentò al preposito la sua profetica relazione. Ma fu soltanto con il suo viaggio del 31 marzo al 26 aprile 1968 che il nuovo preposito. P. Orfeo Mason, visitò di nuovo, oltre ad altre diocesi, Ponta Grossa e decise, con il consenso del suo consiglio, di accettare come prima base in Brasile e come prima missione e casa all’estero dell’Istituto Cavanis la città di Castro, allora una piccola città. L’attività pastorale prescelta era stata quella dell’educazione della gioventù; e il secondo vescovo di Ponta Grossa, Mons. (Dom) Geraldo (Claudio Luiz) Micheletto Pellanda, C.P. ci aveva offerto il Colégio Santa Cruz, scuola esterna e convitto diocesani.
Come detto sopra, i primi tre padri Cavanis arrivarono in diocesi di Ponta Grossa e in quella città negli ultimi giorni del 1968, alla vigilia di Natale. Essi entrarono nel Colégio Santa Cruz di Castro e cominciarono ad operarvi il 28 dicembre 1968, con la comunità costituita dai primi tre padri.
Di Castro si è parlato abbastanza ampiamente nell’introduzione a questo settore del libro che riguarda la Pars Brasiliae, perché sono anni e fatti che riguardano l’impostazione data non solo alla casa ma al futuro della parte territoriale; non li ripetiamo qui. Ricordiamo solo che il collegio in breve si chiuse e si trasformò in seminario minore (dal 3 marzo 1972), soprattutto in seguito all’arrivo in Brasile del P. Guglielmo Incerti, superiore regionale, più tardi anche superiore generale, ma soprattutto grande formatore. Molte opere alternative intanto si aprirono nei quartieri più poveri di Castro e ad Ortigueira. Inoltre, P. Livio insegnava religione, facendo mostra del suo caratteristico “portuliano” (portoghese-italiano) nelle scuole statali, ma essendo molto amato da tutti; P. Mario Merotto assumeva la coordinazione della catechesi diocesana a Ponta Grossa.
Così il nuovo Seminario Santa Cruz, di orientamento vocazionale, già operante dal 1972, venne inaugurato ufficialmente il 30 giugno 1974 con la benedizione data dal vescovo diocesano Dom Geraldo Micheletto Pellanda e la presenza del preposito generale, P. Orfeo Mason e di tutti i primi undici padri Cavanis, italiani, già presenti in Brasile. Fu una bella celebrazione, coincidendo poi con la festa del secondo centenario della nascita dei fondatori, Antonio e Marco Cavanis (rispettivamente 1772 e 1774). Il seminario, oltre ad essere un ambiente molto ampio e spazioso, disponeva di una bella cappella, di una grande e preziosa biblioteca lasciata in eredità dal collegio, oltre a quello che si era portato dall’Italia e che si veniva acquistando, di un museo didattico di scienze naturali e di molti spazi interni ed esterni per il gioco e lo sport, includendo un grande campo sportivo nel banhado ossia nella zona allagabile (periodicamente) della valle dell’Iapó e più tardi anche di una grande palestra di ginnastica e di sport costruita sul finire degli anni Settanta. Bisogna anche aggiungere che, rispetto alla situazione precedente del collegio, il cui edificio era obsoleto e fatiscente, l’Istituto Cavanis provvide a una riforma completa dell’impianto elettrico e idraulico e alla costruzione di una quantità di batterie di servizi igienici.
Inizialmente il seminario fu soltanto per ragazzini; poi questi vennero crescendo. Dal 1982, i liceali, cioè i ragazzi che frequentavano la scuola secondaria superiore, lo facevano nell’ambiente stesso del seminario, in un corso seminaristico interno di II grado, approvato con il Parere 217/81 della Segreteria di Stato dell’Educazione del Paraná. Il corso fu frequentato anche da allievi provenienti dal seminario dei padri di Nossa Senhora de Sion, dalla parrocchia della Ronda a Castro. Nel liceo, i professori erano in massima parte i padri della comunità Cavanis: tra i professori religiosi ricordiamo i padri Livio Donati, Lettere, P. Molon, Latino, P. Tadeu Biasio, Matematica, Fisica e Scienze; tra i laici, il caro amico prof. Juarez Telles. Il liceo interno fu chiuso poi nel 1998 e i seminaristi liceali passarono all’inizio nella scuola Antônio e Marcos Cavanis.
Nei primi tempi, quando ci furono a Castro anche seminaristi Cavanis che avevano compiuto la maturità liceale, essi passarono a frequentare i corsi di filosofia e poi di teologia a Ponta Grossa, fino a quando si costruirà il seminario maggiore Cavanis in quella città, nel 1980. Ogni giorno essi andavano fino a Ponta Grossa in pullmino particolare, con un’ora di viaggio quando non c’era la nebbia, del resto piuttosto frequente al mattino.
Como si disse sopra, il seminario Santa Cruz fu anche sede canonica della prima annata di novizi (1975-76), con i primi quattro novizi, Calixto Antônio Pawlak, Lauro Thomaz Filho da Lima, Renato e Amasino; e con P. Diego Spadotto come primo maestro dei novizi. Gli altri padri Cavanis collaboravano dando i vari corsi propri del programma dell’anno del noviziato.
Di questi giovani, i primi due arrivarono alla professione religiosa (emessa il 27 giugno 1976), il primo anche alla professione perpetua e poi all’ordinazione presbiterale (Calixto Pawlak fu ordinato prete, come primo padre Cavanis Brasiliano, il 12 dicembre 1981, a Realeza). Nessuno continuò poi in Congregazione; ma questa esperienza era stata comunque un importante inizio e una buona scuola per i formatori. L’ordinazione presbiterale del caro P. Calixto Pawlak del resto era servita molto di stimolo per i più giovani, e il religioso, negli anni in cui rimase in Congregazione, dette un buon contributo in molti sensi. Lauro Thomaz Filho da Lima rimane un buon amico della Congregazione. Con gli altri due abbiamo perso il contatto e, purtroppo non ne ricordiamo il cognome.
Di passaggio, mi piacerebbe tradurre e ricordare qui una pagina di P. Giovanni De Biasio, sul dolore che ci procurò molte volte l’uscita di confratelli molto cari “Abbiamo avuto la tristezza e la prova di perdere tre fratelli nostri preti, nel 1990: i padri Calixto Antônio Pawlak, e Luiz Caetano Menezes de Macedo e, nel 1992, il P. Flavio Saccarola. Problema psicologico?? Tentazioni o indebolimento della fede? Gesù che fu il grande formatore dei primissimi sacerdoti, ci lascia avvisati: “31Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; 32ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli” (Lc 22,21-32).
Per questo seminario passarono molte centinaia di ragazzini e giovani. Naturalmente solo una piccola percentuale divenne religioso Cavanis e perseverò. Alcuni divennero poi preti diocesani, altri catechisti e uomini di chiesa; per tutti poi fu un aiuto per poter studiare gratuitamente e godere di una buona e sana alimentazione nell’età della crescita, in tempi difficili.
A fianco del seminario, c’erano altre attività: già all’inizio del 1970 il P. Francesco Giusti si era spostato come parroco a Ortigueira, la prima parrocchia brasiliana affidata ai padri Cavanis. Nel 1971 si era aperta la scuola materna “Centro de Educação Infantil Jardim “Ninho Sorriso” a Castro, nella Vila Santa Cruz. P. Mario Merotto poi fin dall’arrivo, prima come rettore (dal 17 febbraio 1972), poi come vice parroco dei quartieri di oltre Iapó (destra del fiume; essi appartenevano in origine al territorio della parrocchia matrice di S. Anna) e infine come parroco della nuova parrocchia di São Judas Tadeu, il cui edificio, chiesa e opere parrocchiali, era stato costruito nel 1974-75 in buona parte con beneficienze venute dall’Italia, oltre che da promozioni e feste locali. La parrocchia comprendeva oltre alla frangia urbana della destra-Iapó, un discreto numero di comunità di cristiani agricoltori e allevatori di bestiame dell’interno o hinterland, con le loro cappelle. Il territorio, con la cappella di Guararema, arrivava fino ai piedi della grande falesia devoniana che separa il primo dal secondo planalto (altipiano). Nelle favelas più povere della parrocchia, operava P. Giuseppe Pagnacco, con la sua enorme carità, vero padre dei poveri.
Giunse in seguito nella Vila Rosário, a imitazione di quella, più ampia, di Ponta Grossa, la Casa da Criança e do Adolescente Pe. Marcello Quilici, tipica dell’apostolato più caro ai Cavanis, quello della cura amorosa ai bambini e giovani poveri e abbandonati. La casa ebbe progressivamente un grande sviluppo ed è molto conosciuta e amata a Castro.
Un’altra attività della casa di Castro era ed è quella dei ritiri e incontri, per giovani e adulti, secondo il nostro spirito e carisma (cost. 2, §3). L’ambiente della chácara, ossia della fattoria del Collegio (poi seminario) S. Cruz era già servita da anni per i ritiri di gruppi; gradualmente si costruirono alcune parti; prima ancora all’inizio un semplice baraccone o galpão, costruito con materiale di risulta, proveniente dalla ricostruzione di alcune parti del colégio Santa Cruz; poi la cappella in forma di Chalet, a sezione triangolare; poi il chiostro con alcune stanze; ma fu il 16 settembre 1990 che fu inaugurato il Cenáculo Cavanis, come casa specifica per il ministero degli Esercizi Spirituali, ritiri e incontri; da quell’epoca in genere almeno un membro della comunità Cavanis di Castro ebbe residenza stabile in questo edificio, che doveva anche essere custodito. Spesso ci abitava e operava una vera comunità: nel 1993, per esempio, la comunità era costituita dai religiosi P. Piero Fietta, superiore pro-provinciale e responsabile della casa di ritiri; P. Antônio Élcio Aleixo, direttore della scuola statale di cui si dirà qui sotto, e professore anche nel seminario Santa Cruz; e il fratello Wenceslau Kluczkowski, nativo di Castro, e uno dei più anziani dei religiosi Cavanis brasiliani; che sarà poi più spesso il membro residente di questa casa, come prezioso incaricato in particolare dell’amministrazione della casa dei ritiri e della chácara.
Un segmento separato dell’antica scuola del Colégio Santa Cruz, sito dall’altra parte (ovest) della rua Visconde do Rio Branco, con il suo grande cortile, divenne il Colégio Estadual Antônio e Marcos Cavanis l’11 marzo 1991, e fu diretta almeno nei primi anni da uno dei nostri, in concreto dal P. Antônio Elcio Aleixo dal 15 maggio 1992, come preside. In precedenza, nella Pontificia Università Cattolica-PUC di Belo Horizonte aveva raggiunto l’abilitazione per l’insegnamento di Filosofia e Storia. P. Elcio rimase direttore di quella scuola, come vero padre Cavanis che era, fino alla sua partenza in missione per Santa Cruz de La Sierra nel 2000. In seguito, purtroppo, un incendio distrusse l’edificio e assieme, a quanto pare, anche le collezioni naturalistiche del museo didattico, già del Colégio Santa Cruz, ma non la bella biblioteca.
L’edificio principale del Seminario cambiò utilizzazione nel 2008, dato che ormai la tendenza era a non ricevere più grandi numeri di ragazzini degli anni terminali del primo ciclo e dei primi anni del secondo ciclo; ma piuttosto un numero minore di giovani aspiranti e postulanti già parzialmente formati nel loro ambiente cristiano, prima di entrare in un aspirantato o postulantato. Queste attività formative si svolsero in ambienti diversi, nelle vicinanze della parrocchia São Judas Tadeu e della Casa da criança di Castro. Il seminario si trova ospitato nel Cenáculo Cavanis nella Chácara.
L’ala dell’antico edificio occupata dalla comunità, rimase gradualmente ad avere il principale compito di sede della parte territoriale del Brasile, nelle sue successive fasi di Regione, di Pro-Provincia e di Provincia. Fu tale fino a quando detta sede fu trasportata a Mossunguê, un quartiere di suburbio agricolo di Curitiba (2 febbraio 1996-21 luglio 2006) e in seguito alla parrocchia di São José da Vila Palmeiras nella Freguesia de Nossa Senhora do Ó a São Paulo (21 luglio 2006-14 febbraio 2009). Dopo quest’ultima data, la sede della provincia ritornò all’antica sede a Castro, con indirizzo però non più alla rua Visconde de Rio Branco, ma al nuovo indirizzo (vicinissimo) Rua Antônio Rolim de Moura, 1490, corrispondente al passo carrabile del cortile e all’entrata dell’ala nuova dell’antico collegio e seminario, ormai ceduta in affitto ad altri.
Di Castro, si ricorda volentieri il bellissimo panorama della valle dell’Iapó, specie visto dal terrazzo alto della nostra antica casa, nelle diverse stagioni, e la bellezza della foresta ad araucarie e felci arboree (xaxim) della chácara, prima che fosse degradata.
Tabella: la casa di Castro
Anno scolastico | Rettore | Preti | Fratelli laici | Seminaristi e osservazioni |
1969 | Livio Donati | Livio Donati (pro-rettore), Mario Merotto (1° cons. e vicario), Francesco Giusti, e Marcello Quilici dall’autunno 1969 | — | P. Francesco Giusti il 29-30 agosto è nominato parroco di Ortigueira, ma rimane per ora membro della comunità di Castro |
1970-71 | Guglielmo Incerti | Guglielmo Incerti (rettore), Livio Donati, Mario Merotto | (Luigi Gant) | Le due case di Castro e Ortigueira, data la distanza, sono dichiarate autonome. |
1971-72 | Guglielmo Incerti | Guglielmo Incerti (superiore, rettore), Livio Donati, Mario Merotto, Celestino Camuffo | — | Dal 3 marzo 1972 il colégio S. Cruz diviene seminario minore. In breve tempo vi si trova un numero considerevole di seminaristi minori. |
1972-73 | Guglielmo Incerti | Guglielmo Incerti (superiore, rettore), Mario Merotto, Giuseppe Pagnacco, Liberio Andreatta, Celestino Camuffo | — | Seminaristi minori. |
1973-74 | Guglielmo Incerti | Guglielmo Incerti (superiore regionale, rettore), Guerrino Molon, Giuseppe Pagnacco, Francesco Giusti, Mario Merotto, Giuseppe Leonardi, Celestino Camuffo | — | Seminaristi minori. Il 20.12.1973 è istituita la Regione del Brasile La casa di Ortigueira è di nuovo riunita (almeno sulla carta) a quella di Castro. La lista è unica. P. Francesco Giusti rimane a Ortigueira almeno fino a giugno 1973. P. Molon rimane ad Ortigueira per parecchi anni. Leonardi è assegnato a Castro dal settembre 1973, ma per terminare la laurea in scienze naturali giunge a Castro nel maggio 1974. Dal luglio 1975 tuttavia sarà destinato ad abitare e lavorare a Ponta Grossa nella casa Oásis della pastorale Universitaria fino al 1980, pur appartenenndo alla comunità di Castro. |
1974-75 | Guglielmo Incerti | Guglielmo Incerti (superiore regionale, rettore), Guerrino Molon, Giuseppe Pagnacco, Francesco Giusti, Mario Merotto, Giuseppe Leonardi, Celestino Camuffo | — | Varie decine di seminaristi minori, da 12 a 21 anni. Quattro novizi: Lauro Thomaz Filho da Lima, Calixto Antônio Pawlak (che emisero la professione), Amasino, Renato (dei due ultimi non si riesce a trovare i cognomi nei documenti). Nel 1975 (febbraio) la casa di Castro, seminario Santa Cruz, viene eretta canonicamente a casa del noviziato della regione Brasile, e P. Guglielmo Incerti (sostituito subito dopo da P. Diego Spadotto) è nominato maestro dei novizi. |
1975-76 | Guglielmo Incerti | Guglielmo Incerti (superiore regionale, rettore), Livio Donati, Guerrino Molon, Giuseppe Pagnacco, Mario Merotto, Giuseppe Leonardi, Celestino Camuffo, Pietro Fietta | — | Seminaristi minori. |
1976-77 | Guglielmo Incerti | Guglielmo Incerti (superiore regionale, rettore), Livio Donati, Guerrino Molon, Giuseppe Pagnacco, Mario Merotto, Giuseppe Leonardi (residente all’Oásis di Ponta Grossa, ma fino al 1980 membro di questa comunità di Castro), Celestino Camuffo, Flavio Saccarola | — | Seminaristi minori. |
1977-78 | Guglielmo Incerti | Guglielmo Incerti (superiore regionale, rettore), Livio Donati, Giuseppe Pagnacco, Mario Merotto, Giuseppe Leonardi, Giuseppe Viani, Flavio Saccarola, Pietro Fietta | — | Seminaristi minori. |
1978-79 | Guglielmo Incerti | Guglielmo Incerti (superiore regionale, rettore), Livio Donati, Mario Merotto, Guerrino Molon, Giuseppe Pagnacco, Giuseppe Leonardi, Giuseppe Viani, Celestino Camuffo | — | Seminaristi minori. |
1979-80 | Dal 1979 la comunità viene formata con il nome: Casa di Castro | |||
1979-80 | Giuseppe Viani | Giuseppe Viani (rettore), Livio Donati, Giuseppe Pagnacco, Mario Merotto, Giovanni Carlo Tittoto, Piero Fietta | — | Seminaristi minori. |
1980-81 | Giuseppe Viani | Giuseppe Viani (rettore), Livio Donati, Giuseppe Pagnacco, Giovanni Carlo Tittoto, Piero Fietta | — | Seminaristi minori. |
1981-82 | Giuseppe Viani | Giuseppe Viani (rettore), Livio Donati, Giuseppe Pagnacco, Giovanni Carlo Tittoto, Piero Fietta | — | Seminaristi minori. |
1982-83 | Piero Fietta | Piero Fietta (rettore), Giuseppe Simioni, Giuseppe Pagnacco, Marcello Quilici, Nicola Del Mastro, Celestino Camuffo | Wenceslau Kluczkowski | Seminaristi minori. |
1983-84 | Piero Fietta | Piero Fietta (rettore), Giuseppe Simioni, Marcello Quilici (cons. region.), Celestino Camuffo, Giuseppe Pagnacco, Nicola Del Mastro | Wenceslau Kluczkowski | 65 Seminaristi minori, in quest’anno, nel seminario di Castro |
1984-85 | Piero Fietta | Piero Fietta (rettore), Giuseppe Simioni, Marcello Quilici, Celestino Camuffo, Giuseppe Pagnacco, Nicola Del Mastro | Wenceslau Kluczkowski | Seminaristi minori. |
1985-86 | Piero Fietta | Piero Fietta (rettore e direttore del seminario), Giuseppe Simioni, Marcello Quilici, Giuseppe Pagnacco, Nicola Del Mastro Diac. Irani Luiz Tonet (seminario) | Wenceslau Kluczkowski | Seminaristi minori. |
1986-87 | Piero Fietta | Piero Fietta (rettore e direttore del seminario), Giuseppe Simioni, Marcello Quilici, Giuseppe Pagnacco Irani Luiz Tonet (seminario) | Wenceslau Kluczkowski | Seminaristi minori. |
1987-88 | Piero Fietta | Piero Fietta (rettore), Giuseppe Simioni, Marcello Quilici, Giuseppe Pagnacco Irani Luiz Tonet (seminario) | Wenceslau Kluczkowski | Seminaristi minori. |
1988-89 | Piero Fietta | Piero Fietta (sup. pro-prov. e rettore) *** | Wenceslau Kluczkowski | 28 seminaristi minori di scuola media e 24 di liceo, quest’anno. |
1989 | Piero Fietta | Piero Fietta Fietta (sup. pro-prov. e rettore) *** | Wenceslau Kluczkowski | Seminaristi minori. |
1990 | Piero Fietta | Piero Fietta (sup. pro-prov. rettore e direttore del Cenáculo) *** Irani Luiz Tonet (seminario) | Wenceslau Kluczkowski | Seminaristi minori. |
1991 | Antônio Paulo Vieira Sagrilo | Piero Fietta (sup. pro-prov. e responsabile del Cenáculo), Antônio Paulo Vieira Sagrilo (rettore), Guerrino Molon, Angelo Zaniolo, Irani Luiz Tonet, Tadeu Biasio, Antônio Élcio Aleixo | Wenceslau Kluczkowski. Anilton de Souza Silveira | Seminaristi minori. |
1992 | Antônio Paulo Vieira Sagrilo | Piero Fietta (sup. pro-prov.), Antônio Paulo Vieira Sagrilo (rettore), Guerrino Molon, Angelo Zaniolo, Tadeu Biasio, Antônio Élcio Aleixo | Wenceslau Kluczkowski, Anilton de Souza Silveira | Seminaristi minori. |
1993 | Antônio Paulo Vieira Sagrilo | Piero Fietta (sup. pro-prov.), Antônio Paulo Viera Sagrilo (rettore), Guerrino Molon, Angelo Zaniolo, Tadeu Biasio, Antônio Élcio Aleixo | Wenceslau Kluczkowski. Anilton de Souza Silveira | Seminaristi minori. |
1994 | Antônio Paulo Vieira Sagrilo | Piero Fietta (sup. pro-prov.), Antônio Paulo Vieira Sagrilo (rettore), Guerrino Molon, Angelo Zaniolo, Tadeu Biasio, Antônio Élcio Aleixo | Wenceslau Kluczkowski, Anilton de Souza Silveira | Aspiranti, Postulanti |
1995 | João Ferreira | [João Ferreira] Antônio Élcio Aleixo (rettore della famiglia religiosa e del seminario), Livio Donati, Guerrino Molon, James Dalalasta, Nel cenacolo: Diego Spadotto (Pro-provinciale), João Pedro Fauro (direttore del Cenacolo e parroco di São Judas Tadeu), Antônio Élcio Aleixo (preside della scuola Antônio e Marcos Cavanis) | — | Aspiranti, Postulanti |
1996 | Antônio Élcio Aleixo | Antônio Élcio Aleixo (rettore della famiglia religiosa di Castro e del seminario e preside della scuola Antônio e Marcos Cavanis), Livio Donati, Guerrino Molon, Silvestre Selunk (parroco di São Judas Tadeu); Nel cenacolo: João Pedro Fauro (direttore del Cenacolo e della casa do Menor), Martinho Paulus economo e direttore del Ninho Sorriso | Aspiranti, Postulanti; Anilton de Souza Silveira, in stage. | |
1997 | Martinho Paulus | Martinho Paulus (rettore, direttore del seminario S. Cruz), Tadeu Biasio (responsabile dei postulanti), Livio Donati, Guerrino Molon, diacono e poi padre Edemar de Souza; Nel Cenáculo: Antônio Elcio Aleixo (responsabile del Cenáculo), Aldino Antônio da Rosa (parroco a S. Judas Tadeu) | — | Aspiranti, Postulanti |
1998 | Martinho Paulus | Martinho Paulus (rettore, direttore del seminario S. Cruz), Tadeu Biasio (responsabile dei postulanti), Livio Donati, Guerrino Molon, diacono e poi padre Edemar de Souza; Nel Cenáculo: Antônio Elcio Aleixo (responsabile del Cenáculo), Aldino Antônio da Rosa (parroco a S. Judas Tadeu) | Aspiranti, Postulanti | |
1999 | Martinho Paulus | Martinho Paulus, Guerrino Molon. Nel Cenáculo: Antônio Elcio Aleixo (responsabile del Cenáculo), | Aspiranti e postulanti, tra Castro e Realeza circa 60 | |
2000 | Martinho Paulus | Martinho Paulus, Guerrino Molon, José Sidney do Prado Alves (parrocchia) | Aspiranti, Postulanti | |
2001 | José Sidney do Prado Alves | José Sidney do Prado Alves (rettore del seminario minore e della famiglia religiosa), Diego Spadotto (parroco, direttore della Casa da Criança e del Cenáculo), Guerrino Molon (nel seminario minore), | Wenceslau Kluczkowski | Aspiranti, Postulanti |
2002 | José Sidney do Prado Alves | José Sidney do Prado Alves (rettore del seminario minore e della famiglia religiosa), Diego Spadotto (parroco, direttore della Casa da Criança e del Cenáculo), Guerrino Molon (nel seminario minore), | Wenceslau Kluczkowski | Aspiranti, Postulanti |
2003 | José Sidney do Prado Alves | José Sidney do Prado Alves (rettore del seminario minore e della famiglia religiosa), Vanderley Pavan (parroco, direttore della Casa da Criança e del Cenáculo), Guerrino Molon (nel seminario minore), il religioso Rogério Diesel responsabile degli aspiranti. | Wenceslau Kluczkowski | Aspiranti, Postulanti |
2004 | Valdecir Pavan | Valdecir Pavan (Rettore, responsabile del seminario e del Cenáculo), con il religioso Alcidir Mazzutti Zanco e del religioso Clodoaldo Muchinski; São Judas Tadeu James Dalalasta parroco della Parrocchia São Judas Tadeu, con un religioso. | 11 Postulanti | |
2005 | Valdecir Pavan (Rettore, responsabile del seminario e del Cenáculo), e religioso Clodoaldo Muchinski | Aspiranti, Postulanti | ||
2006 | Valdecir Pavan (Rettore, responsabile del seminario e del Cenáculo), *** | Aspiranti, Postulanti | ||
2007 | Adriano Sacardo | Valdecir Pavan (parroco di São Judas Tadeu), Adriano Sacardo (rettore e direttore), religioso Mauro de Medeiros. | Wenceslau Kluczkowski (responsabile del Cenáculo, casa di ritiri) | Aspiranti, 11 Postulanti |
2008 | Valdecir Pavan (parroco di São Judas Tadeu, con il P. Sebastião Adir de Souza Bueno, come vicario; Diac. Delvair Batista B. Lemonie responsabile del postulantato nel seminario Santa Cruz; | Wenceslau Kluczkowski (responsabile del Cenáculo, casa di ritiri) | Aspiranti, Postulanti | |
2009 | Valdecir Pavan (parroco di São Judas Tadeu, *** | Wenceslau Kluczkowski (responsabile del Cenáculo, casa di ritiri) | Aspiranti, Postulanti | |
2010 | Paulo Antônio Vieira Sagrilo (provinciale) | Paulo Antônio Vieira Sagrilo (superiore provinciale e vicario a São Judas Tadeu), Edemar de Souza (parroco a São Judas Tadeu, responsabile del Jardim Sorriso, Casa da criança Marcello Quilici, Scuola Estadual Antônio e Marcos Cavanis; ambedue residenti nella sede della Provincia); José Amilton Gomes dos Santos (direttore del seminario Santa Cruz e vicario di São Judas Tadeu). | Wenceslau Kluczkowski (responsabile del Cenáculo, casa di ritiri) | Aspiranti, Postulanti |
2011 | Paulo Antônio Vieira Sagrilo (superiore provinciale) *** Casa da criança: Diego Valenga, che abita però nel Cenáculo. | Wenceslau Kluczkowski (responsabile del Cenáculo, casa di ritiri) | ||
2012 | Edemar de Souza (superiore provinciale) | Paulo Antônio Vieira Sagrilo (superiore provinciale), Edemar de Souza (superiore provinciale) | Wenceslau Kluczkowski (responsabile del Cenáculo, casa di ritiri) | |
2013 | Edemar de Souza (superiore provinciale) | Silvestre Selunk (parroco della Parrocchia São Judas Tadeu), Edemar de Souza e diac. Marcos Bugila, (vicari) | Wenceslau Kluczkowski (responsabile del Cenáculo, casa di ritiri) | |
2014 | Edemar de Souza (superiore provinciale) | Edemar de Souza (superiore provinciale e rettore), *** | Wenceslau Kluczkowski (responsabile del Cenáculo, casa di ritiri) | |
2015 | Edemar de Souza (superiore provinciale) | Edemar de Souza (superiore provinciale e rettore), *** | Wenceslau Kluczkowski | |
2016 | Edemar de Souza (superiore provinciale) | Edemar de Souza (sup. prov. e vicario parrocchiale), Edoardo Ferrari (vicario), José Carlos da Silva Leite (parroco di São Judas Tadeu) | Wenceslau Kluczkowski (responsabile del Cenáculo, casa di ritiri) | |
2017 | Edemar de Souza (superiore provinciale) | Edemar de Souza (sup. prov. e vicario parrocchiale), Edoardo Ferrari (vicario), José Carlos da Silva Leite (parroco di São Judas Tadeu), P. Antônio Ganser | Wenceslau Kluczkowski (responsabile del Cenáculo, casa di ritiri) | |
2018 | Edemar de Souza (superiore provinciale) | Edemar de Souza (sup. prov. e vicario parrocchiale), Edoardo Ferrari (vicario), José Carlos da Silva Leite (parroco di São Judas Tadeu), Rodrigo Duarte, formatore dei postulanti (nel Cenácolo) | Wenceslau Kluczkowski, responsabile Cenáculo | 5 postulanti nel Cenacolo |
2019 | Edemar de Souza (superiore provinciale) | Edemar de Souza (sup. prov. e vicario parrocchiale), P. Franco Allen Somensi, parroco di São Judas Tadeu), Rodrigo Duarte, formatore dei postulanti (nel Cenácolo) | —- | |
2020 | Edemar de Souza (superiore provinciale) | Edemar de Souza (superiore provinciale e ***), *** | —- |
3.3 La Casa di Ortigueira – Paraná – Brasile
Ortigueira è un comune del Brasile nello Stato del Paraná, nell’ambiente dei Campos Gerais, anche se in realtà si presenta più con ambiente di boscaglia (campo cerrado) nelle zone non coltivate; attualmente ampi spazi sono coltivati a ceduo: eucaliptus e Pinus nigra, dalla ditta Klabin, per produzione di pasta di fibre di cellulosa). È parte della mesoregione del Centro Oriental Paranaense e della microregione di Telêmaco Borba. La città si trova situata a fianco della Rodovia do Café (BR 376) a 216 km dalla capitale Curitiba, ed è localizzata a 24°12′34″S 50°55′32″W; ha un territorio di 2.429 km², molto ampio e oggi piuttosto deserto, con 23.530 abitanti, nel 2014 (IBGE, 2014); e una densità di 9.7 ab./ km². Gli abitanti erano arrivati ad essere circa 60.000 nel 1976; 30.000 circa nel 1993. Il nome della città prende origine dalla Serra da Ortigueira, la scarpata cretacea che divide il secondo dal terzo planalto (altipiano) del bacino del Paraná e che attraversa il territorio del comune. Ma il nome iniziale era Queimadas. La città era stata fondata, come semplice accampamento, all’inizio del secolo XX, da tre avventurieri che cercava terre libere e fertili, e partendo da Castro attraversarono Tibagí e poi entrarono in territorio sconosciuto e selvatico, abitato da amerindios del gruppo Caingangue (Yé). Esistono ancora oggi due piccole riserve indigene, di Mococa (di 848 ettari) con 78 abitanti e Queimadas (3.081 ettari) con 336 abitanti.
Nel 1951, dopo i primi passi legali nell’organizzazione del centro abitato, il centro con il suo territorio fu elevato al rango di município (comune), cambiando allora il nome da Queimadas a Ortigueira. La cittadina sorge a 760 m di altitudine, il territorio è collinare e anche montagnoso. Poche le strade asfaltate, oltre alla BR 376. Il territorio è punteggiato da una quantità impressionante di piccoli villaggi, con comunità; tra gli anni Settanta e gli anni Novanta le comunità con cappella propria, servita periodicamente dalla presenza di una dei preti della parrocchia, arrivarono a essere un centinaio. L’interno si è molto spopolato e il numero di comunità di cappelle servite regolarmente di messe e altri sacramenti è considerevolmente diminuito. I centri più importanti sono: Águas das Pedras, Assentamento Fazenda Brasileira, Bairro dos Franças (situato sulla strada asfaltata BR 376, è la borgata principale dopo la città di Ortigueira), Bairro do Basílio, Banhadão, Briolândia, Caetêzinho, Campina dos Pupos, Colônia Augusta Vitória, Espigão Bonito, Faxinal dos Machados, Lajeado Seco, Libertação Camponesa, Palmital, Pinhalzinho, Sapé, Serra dos Mulatos, Vista Alegre, divisi nei cinque distretti di Lajeado Bonito, Natingui, Monjolinho, Barreiro e Sede, cioè città.
Il confine orientale del territorio del comune di Ortigueira è indicato dal fiume Tibagí, lungo il quale si pratica il garimpo, cioè la ricerca artigianale dei diamanti, con qualche risultato. L’attività predominante è l’agricoltura e l’allevamento; ma la terra è molto impoverita. Una delle specialità locali è la produzione del miele: Ortigueira è il primo comune del Paraná e il secondo del Brasile in questa attività dell’apicultura.
La parrocchia fu istituita il 20 aprile 1959, sotto il titolo di S. Sebastiano martire, e il primo parroco fu P. Vicente Tonetto, SX (Saveriano). Dal 15 febbraio 1970 la parrocchia fu affidata ai padri Cavanis, e così continua fino adesso. Il primo parroco fu il P. Francesco Giusti, uno dei primi tre missionari Cavanis. Seguirono il P. Diego Spadotto per 5 anni, e tanti altri padri Cavanis come si può vedere nella tabella annessa; sia per i parroci, sia per le comunità. P. Diego, in tempo di dittatura militare, e in ambiente dove proteggere e aiutare i mezzadri e i piccoli coltivatori contro i grandi latifondisti, nel contesto della Pastorale della Terra, era considerato un crimine, ebbe a che fare con la giustizia e fu in tribunale. La detta Pastorale della Terra era considerata una delle pastorali pericolose in quel tempo e, del resto, lo è e lo sarà sempre e ovunque nel mondo.
La parrocchia di Ortigueira fu la prima ad essere affidata all’Istituto Cavanis in Brasile, e la seconda in Congregazione, se si considera la lunga e storica presenza dei Cavanis nella parrocchia di Possagno, accettata dall’istituto nell’ultimo anno di vita del P. Antonio Cavanis, fondatore senior. Contemporaneamente a quella di Ortigueira, la Congregazione aveva anche accettato la parrocchia di S. Antonio di Corsico nell’Arcidiocesi di Milano.
Come indica in dettaglio P. Giovanni De Biasio nel suo libro (1994), alle pagine 194-95, Ortigueira fu ricca di vocazioni e dette un notevole numero di seminaristi, con un’alta percentuale di quelli arrivati all’ordinazione presbiterale, alla Congregazione. Purtroppo, oggi si può aggiungere che fu anche una delle parrocchie in cui accadde di perdere il maggior numero di religiosi, sia originari di Ortigueira, sia di altre origini ma in servizio pastorale in quel paese. Il primo, fu proprio il primo nostro parroco in quella parrocchia.
Collaborarono con i padri le suore Serve dello Spirito Santo (Verbite, di origine) di Ponta Grossa; e, nei primi 18 anni, dal 1973, le suore della Divina Volontà di Bassano, residenti nella sede della parrocchia e al Bairro dos França.
Un periodo interessante fu quello della presenza a Ortigueira di un gruppo di volontari laici, provenienti dal gruppo o movimento GLAM (Gruppo Laici in Attività Missionaria) di Trento, che, ispirato da P. Diego Spadotto, assistente del gruppo quando ancora si trovava, come giovane prete da poco consacrato, nel seminario Maria Regina di Levico (TN); questi giovani di ambo i sessi si disponevano a diventare missionari laici volontari, impegnati nelle loro rispettive professioni. I cinque giovani che andarono a Ortigueira si erano sottomessi a una lunga e preziosa preparazione sia per la loro professione, sia studiando portoghese, sia a livello di spiritualità cristiana e missionaria.
I cinque giovani, cioè tre infermiere diplomate, Maria Bellotto, Rita Clamer, Mery Furlan; un’insegnante di scuola materna, Maria Luisa (Marisa) Girardi; e un analista biochimico diplomato, Vanni Fusi, giunsero in nave al porto di Rio de Janeiro il 23 dicembre 1970 e, dopo una visita alla città, su due Volkswagen, con P. Marcello Quilici (allora vicario nella parrocchia di Ortigueira) che era venuto a prenderli, attraversando in superficie gli stati di Rio e di São Paulo e parte del Paraná. arrivarono a Castro alle 20 del giorno successivo. Di là, raggiunsero Ortigueira il 26 sera, accolti con molta cordialità da giovani del luogo in festa.
Purtroppo, nonostante la presenza al porto, assieme a P. Marcello, del rappresentante dello S.C.A.I. (Servizio di Collaborazione Apostolica Internazionale), casse e bauli rimasero alla dogana: contenevano le famose termoculle e tutto il materiale per il laboratorio di analisi e per l’ambulatorio di infermeria. Il materiale non sarà mai sdoganato e la sua assenza sarà un problema serio. Probabilmente le termoculle stanno ancora arrugginendosi nei magazzini della dogana di Rio de Janeiro. Era mancata forse un’accurata informazione e preparazione burocratica ed economica a questa operazione.
Nonostante questo inconveniente, le tre infermiere iniziarono il loro lavoro sia in ambulatorio parrocchiale, sia nell’interno nei vari villaggi, e anche a domicilio; Marisa aprirà una scuola materna, che poi, essendosi ella sposata con un giovane di Ortigueira (detto “Tuto”), porterà avanti per decenni; e Vanni, il biochimico, “sta mordendosi le labbra perché ancora gli mancano gli strumenti troppo necessari per il suo lavoro”. Trovò modo però di rendersi prezioso, tra l’altro dando corsi di igiene e di salute a bambini e giovani, ma poi comunque compiendo il suo lavoro di biochimico in appoggio alla salute della popolazione.
P. Giovanni di Biasio scrive di loro: “Essi offrirono la loro opera preziosa, per testimonianza di fede, preparazione e dedizione di professionisti, in Ortigueira, per due anni.” Ritornarono in Italia, alle loro famiglie e al loro lavoro normale nel dicembre 1972, con eccezione di Marisa che, come si diceva, aveva piantato famiglia lì. Altri due di loro più tardi ritornarono in Brasile per restarci, mentre Rita Clamer e Maria Bellotto rimasero in Italia.
Dall’antica chiesetta in legno degli anni ’50 ai ’70, con il caratteristico altare maggiore pure in legno dipinto e dorato, di stile neogotico, si passò alla grande chiesa in cemento armato e mattoni, a sezione pentagonale a lati ribassati, con i due grandi pilastroni o lesene decorativi nella facciata, e la grande croce più alta della chiesa (inaugurazione il 21 gennaio 1979). Anche molte cappelle (almeno 23, fino al 1994) dell’interno si trasformarono da baracche di legno in vere chiesette. Le comunità però arrivarono a essere anche un centinaio. Gli anni 1974-1979 furono in questo senso, anni non solo di costruzione di chiese di mattoni e pietre, ma della Chiesa di Dio.
La parrocchia di Ortigueira, essendo la prima del nostro Istituto in Brasile, fu anche un laboratorio di esperienze preziose: la pastorale dei bambini, con l’oratorio; la catechesi ben fatta; la pastorale della Terra, di cui si è già detto; i gruppi di riflessione di base, che arrivarono fino a 110, la pastorale vocazionale, la Pastorale della terra di cui si è detto; e la pastorale indigena, a servizio dei popoli di di due riserve di Caingangue Yé. Non ultimi, il consiglio parrocchiale pastorale e il consiglio di affari economici.
In particolare, per quanto riguarda la pastorale dell’infanzia e della gioventù, la parrocchia di S. Sebastiano di Ortigueira ebbe una grande quantità di gruppi, attività e promozioni. Si possono ricordare, oltre ai giardini d’infanzia Branca de neve e Gaetana Sterni, ambedue fondati nel 1971, anche l’Horto Cavanis, spazio e tempo di ricreazione, di formazione e di educazione, e la Casa da Criança e Adolescente Pe. Lívio Donati, per bambini e giovani disagiati, e vari gruppi di pastorale dell’infanzia e dei giovani per fascia d’età (bambini/e, adolescenti, giovani).
Che altro dire di Ortigueira, parrocchia cara a tutti i Cavanis, per tanti motivi? Dirò che panorama più interessante della regione di Ortigueira, per me che l’ho percorsa in lungo e in largo dal 1073 in poi, si ha lungo gli enormi filoni di diabasio nero, cretaceo, che attraversano tutto il territorio, creando alte pareti rocciose nere allineate da SE a NW, in parte arricchiti da cactus, da bromeliacee e altre piante rupestri, a volte da bellissimi pinheiros do Paraná. Un bel panorama sul secondo planalto è anche quello che si ha dall’alto e lungo i tornanti della Serra da Ortigueira.
La parrocchia di Ortigueira, essendo la prima in Brasile, rimane un po’ l’icona di tutte le altre. Non sarà possibile svolgere qui la storia di ciascuna di loro con la stessa ampiezza.
3.4 La Casa di Ponta Grossa – Paraná – Brasile
Ponta Grossa è una città e un comune del Brasile nello Stato del Paraná, parte della mesoregione del Centro Orientale Paranaense e della microregione di Ponta Grossa. Il centro della città è situato sulla sommità di un colle, a 25°05′26″S; 50°09′54″W, all’altitudine di 975 m s.l.m., e a 103 km dalla capitale Curitiba; il comune ha un’area di 2.054,732 km², una popolazione di 348 043 e una densità di 169,39 ab./km² (IBGE 2018).
La città di Ponta Grossa è quasi completamente inserita nel bacino idrografico del fiume Tibagi che nasce nel suo territorio, e scorre verso nord dopo aver attraversato diversi comuni, prima di gettarsi nel fiume Paranapanema al confine con lo Stato di São Paulo. In questo bacino idrografico, nei pressi della città, sono presenti anche i fiumi Rio Verde, Rio São Jorge, Rio Botuquara e Rio Pitangui.
È il secondo polo industriale del Paraná, superato solo da Curitiba, capitale dello Stato e città più grande. Ponta Grossa è conosciuta anche come Princesa dos Campos, trovandosi al centro dei “Campos Gerais”, ed essendo un importante centro di appoggio e di rielaborazione e commercio dei frutti dell’agricoltura e dell’allevamento del bestiame di quell’area.
La regione fu abitata lungamente dagli indigeni amerindi. I primi abitanti di origine europea di cui si abbia conoscenza furono tropeiros, ossia mandriani che conducevano le loro mandrie di muares verso Soracaba e verso Minas Gerais; nella zona di Ponta Grossa facevano una delle tappe, almeno dalla metà del XVIII secolo. Già nel 1779 si parla di Bairro (Paese) de Ponta Grossa. Come centro abitato, Ponta Grossa venne fondata nel 1822 o 1823 con la denominazione di “Freguesia Estrela“, o con il nome alternativo, che appare in un decreto dell’imperatore dom Pedro I, di Freguesia de Nossa Senhora Sant’Ana de Ponta Grossa.
Nel 1855 venne elevata allo status di comune, separando il suo territorio da quello del comune di Castro e prendendo il nome di Ponta Grossa. La sua elevazione allo status di città avvenne il 24 marzo 1862.
La città si è molto sviluppata nei circa 50 anni che sono passati dall’arrivo dei primi religiosi Cavanis, e ha anche notevolmente cambiato di aspetto, da città di carattere provinciale a una città moderna. Oltre al numero elevato di abitanti e all’espansione dei quartieri della città, Ponta Grossa è il centro della regione dei Campos Gerais, una delle zone a maggiore concentrazione di abitanti, con circa 1.100.000 abitanti (IBGE 2014) e il maggior parco industriale dell’Hinterland del Paraná. È la quarta città più popolosa dello stato e la 76ª del Paese. Si trova all’incrocio di due importanti vie nazionali, la rodovia do café (BR 376, che attraversa anche Ortigueira, e la BR 373 che si dirige attraverso Guarapuava e, con varie diramazioni, verso Iguaçu e il sudovest dello stato; e ancora le due strade statali del Paraná, la PR 151 che, attraversando Castro, Piraí e Jaguariaíva si dirige verso Itararé e lo stato di São Paulo; e la PR 513 che si inoltra nella zona delle miniere di calcare di Itaiacoca.
La cattedrale di Ponta Grossa, dedicata a Nossa Senhora Sant’Ana, è sita nella punta (Ponta) più alta (Grossa) della città, ricostruita nel 1923 su progetto di un architetto italiano, al posto dell’antica chiesa, alla data del centenario della città, e in vista della erezione della diocesi (10 maggio 1926). Fu sostituita sul finire degli anni ’80 con la nuova cattedrale con pianta di croce greca, programmata e in parte costruita da Dom Geraldo Pellanda. Ogni segmento della croce greca è a sezione (e facciata rispettiva) semicircolare, con ampie, luminose e coloratissime vetrate. Nell’incrocio della navata e del transetto si innalza sul tetto un alto tiburio.
Anche se l’Istituto Cavanis cominciò la sua vita fuori d’Italia nella diocesi di Ponta Grossa, lo fece prima a Castro, il 28 dicembre 1968; poi a Ortigueira dal 15 febbraio 1970. Nel frattempo nella città sede della diocesi P. Mario Merotto, da tempo, praticamente dal suo arrivo in diocesi, cioè dal 1969, seguiva informalmente il settore diocesano della catechesi e della liturgia e aiutava nella cura pastorale del quartiere della Vila Cipa in Ponta Grossa, senza tuttavia risiedere mai in questa città e ebbe come abitazione sempre Castro, fino a quando rimase in Brasile, ritornandoci ogni sera, sia nella sede della comunità, sia nella località interiorana di Agostinhos.
Il 5 febbraio 1978 poi egli prese possesso come parroco nella parrocchia Nossa Senhora de Fátima nel suddetto quartiere, e ne fu il primo parroco, anche se continuava ad abitare a Castro. La prima residenza di un Cavanis a Ponta Grossa fu dunque quella del Centro della Pastorale Universitaria, l’Oásis. Tuttavia, fino al 1980, con l’inaugurazione del seminario teologico Cavanis, non ci fu una vera comunità Cavanis; sia P. Mario Merotto sia P. Giuseppe Leonardi appartenevano formalmente alla comunità di Castro. Per altro lato, Ponta Grossa fu costituita nel 1980 comunità (o famiglia) religiosa in unione con la parrocchia di Ortigueira e tale rimase fino al 1997. Nel 1998 le varie persone, opere e attività che operavano nella città, presero insieme il nome di comunità di Ponta Grossa.
Una caratteristica poco gradevole, purtroppo, della città di Ponta Grossa è che, in tanti anni, non ci ha dato nessun religioso Cavanis. Ci sono stati dei seminaristi che tentarono con buona volontà, ma si ritirarono. Alcuni poi, come i padri João da Cunha e o P. João da Costa Holanda conobbero l’Istituto a Ponta Grossa, al momento di entrare in Congregazione; ma non erano di Ponta Grossa.
3.5 La Parrocchia de Nossa Senhora de Fátima di Vila Cipa e la Sua “Casa do Menor”
La parrocchia della Vila Cipa, con il titolo di Nossa Senhora de Fátima, fu istituita il 13 ottobre 1968 ed era stata affidata a un padre salettino. In seguito la parrocchia fu affidata dal vescovo diocesano Dom Geraldo M. Pellanda ai Padri Cavanis, e vi prese possesso come parroco P. Mario Merotto, come si diceva, il 5 febbraio 1978. Lo seguirono come parroci P. Angelo Zaniolo, P. Marcello Quilici, P. Norberto Rech, e tanti altri fino a P. Tadeu Biasio, parroco di N.S. de Fátima de Vila Cipa (2018).
La parrocchia è situata nella zona Sud di Ponta Grossa, nel quartiere industriale Oficinas, presso l’uscita principale verso Curitiba. Il suo territorio è piuttosto esteso, arrivando fino alla zona rurale e turistica di Vila Velha e della Lagoa Dourada. Le piccole comunità che esistevano nel territorio della parrocchia, attorno alle loro modeste cappelle, erano separate ancora negli anni Settanta-Novanta da coltivi, boschi e pantani, ma negli ultimi due decenni sono cresciute e si sono riunite in un grande quartiere.
Le principali comunità e relative cappelle appartenenti a questa parrocchia sono: cappella di São João Batista, dell’aeroporto di Ponta Grossa; chiesa dall’alta cuspide, di stile molto moderno, di Nossa Senhora Aparecida, del bellissimo Parco Naturale di Vila Velha; Jardim Europa, con la cappella di São Francisco; Cambiju, con la cappella del Bom Jesus. Dal 1980 si aggiunsero almeno altre quattro cappelle e comunità, il cui servizio pastorale era garantito dai religiosi e preti del Seminario Cavanis: la Vila Odete, Vila Sant’Ana, Jardim Pontagrossense e Vila Nery. Per la chiesa parrocchiale, dopo una cappella iniziale, in principio si usava come chiesa il salone parrocchiale; poi si costruì la chiesa attuale, con il suo bel campanile nella zona centrale della facciata, i forti colori di tipo coloniale, il piccolo protiro accogliente, numerose finestre con arco a tutto sesto e la statua della Madonna di Fatima sulla destra della facciata, accogliente, all’entrata della Casa do Menor.
Il territorio della parrocchia, con la comunità e la cappella di Vila Odete, raggiunge quasi il nostro seminario maggiore. Nella parrocchia hanno sede anche le suore del Pio Istituto del Santo Nome, le Suore Cavanis.
Nella parrocchia della Vila Cipa fu eretta la prima e, a parere di chi scrive, la più importante casa di accoglienza dell’Istituto, per bambine e bambine, adolescenti, giovani e ragazze carenti, con il nome completo di Casa do Menor Irmãos Cavanis. Essa è sita al lato della chiesa parrocchiale; è un grande complesso; il suo inizio fu dovuto al P. Angelo Zaniolo, parroco dall’ottobre 1982 al febbraio 1986, come piccola realtà iniziale.
Già prima, gli studenti della pastorale universitaria dell’Oásis avevano aperto nello stesso luogo, a fianco della chiesa, d’accordo com P. Merotto, un piccolo centro per distribuzione di medicine gratuite (da loro raccolte nelle farmacie o come campioni gratuiti dati ai medici dalle compagnie farmaceutiche; studenti di odontologia facevano piccole operazioni dentarie, quelli di diritto aiutavano i poveri della parrocchia a risolvere i loro problemi di documenti, salari, pensioni e così via.
P. Zaniolo comunicò al vescovo diocesano don Geraldo M. Pellanda, durante una visita alla parrocchia per la benedizione della nuova casa parrocchiale, la sua preoccupazione per l’infanzia e la gioventù più povera della parrocchia, soprattutto di quelli che abitavano nel banhado la zona pantanosa nella valletta in fondo alla discesa sotto la chiesa. P. De Biasio scrive che P. Angelo Zaniolo si era reso conto che lui abitava ora in una canonica nuova e confortevole, e che per il culto al Signore si stava occupando come chiesa provvisoria il grande e nuovo salone parrocchiale; ma che tante famiglie con i loro figli abitavano in baracche malsane e miserabili, senza nessuna possibilità di crescita e miglioramento, anche per la difficoltà di frequentare una scuola. Il vescovo lo incoraggiò e benedisse l’iniziativa di questo nuovo settore di pastorale dell’infanzia e della gioventù, di carattere molto Cavanis. Il superiore regionale, P. Diego Spadotto dette il suo appoggio e trovò tra l’altro aiuto da parte delle autorità e di vari benefattori, personali e istituzionali (questi soprattutto dall’Olanda).
In breve, il 12 maggio 1985 nella festa patronale si pose la prima pietra dell’opera. Il primo nucleo della casa fu inaugurato il 28 marzo 1987, quando era parroco a Vila Cipa il P. Marcello Quilici, che dette poi grande impulso a quest’opera, mettendola in forma e dandole un nome, ma anche un grosso aumento di ambienti; e ancora di più, in seguito, lo fece il P. Guglielmo Incerti che, terminato anticipatamente il suo secondo mandato di preposito generale nell’agosto 1989 per motivi gravi di salute, volle dedicare la sua vita completamente a questo opera. La sua presenza costante ed esclusiva in mezzo ai bambini e giovani, circa un centinaio, appoggiata da altri religiosi e seminaristi, e per vari anni anche da don Alessandro Colonna di Stigliano, sacerdote diocesano missionario fidei donum del Canton Ticino in Svizzera, dette uno stile assolutamente Cavanis all’opera.
In seguito, spesso il religioso responsabile del centro era il parroco pro tempore; ma vi cooperavano sia gli altri religiosi della parrocchia, sia i seminaristi del seminario maggiore Antônio e Marcos Cavanis. Si stava lasciando chiaro che lo stile di case di questo tipo era quello dei fondatori della Congregazione delle Scuole di Carità che “è stata istituita principalmente per esercitare verso i giovani i doveri non tanto di maestro quanto di padre”; e che si voleva seguire, specialmente in questo tipo di case e opere, la parola di Gesù: “37Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato” (Mc 9,37).
Nel periodo di gestione della Casa do Menor di Ponta Grossa da parte di P. Guglielmo Incerti, con l’appoggio del parroco locale e del superiore pro-provinciale, allora P. Pietro Fietta, e del preposito generale e consiglio, si aggiungono nuovi settori della casa su un terreno confinante, acquistato all’uopo. Il 12 marzo 1993, con la presenza del vescovo diocesano Mons. Dom Murilo Sebastião Ramos Krieger, del preposito generale P. Giuseppe Leonardi e di autorità civili, tale grande opera, con gli annessi impianti sportivi, fu inaugurata con molta gioia e soddisfazione.
A Ponta Grossa tra l’altro, ci si era molto impegnati creando a poco a poco una rete di ditte, banche, negozi, che assumevano come loro dipendenti i giovani della Casa do Menor, che giungevano alla maggiore età e avevano compiuto gli studi, assicurando loro dunque un lavoro. Questo programma sistematico di garantire il passaggio di minori carenti dalla casa di accoglienza a un lavoro e quindi a una vita adulta degna e rispettata è stato seguito anche da altre case analoghe dell’Istituto. Anche i corsi di informatica e di inglese che si tengono in questa e in varie delle nostre case di questo tipo aiutano i ragazzi a trovare lavoro e spazio nella loro vita adulta, all’uscita dalle nostre case.
3.6 Il centro della pastorale universitaria di Ponta Grossa – Oásis
Il Centro della Pastorale Universitaria di Ponta Grossa, con il nome di Oásis, non è una vera casa o comunità Cavanis – sebbene abbia avuto un edificio proprio e di proprietà dell’Istituto come base per 11 anni –, ma piuttosto una attività pastorale, durata dal 1974 al 1986, con una ripresa, ma senza casa cioè edificio corrispondente, a partire dal 1991.
L’attività è iniziata nell’agosto 1974, poco dopo l’arrivo in Brasile di P. Giuseppe Leonardi, che era stato inviato in Brasile dal preposito P. Orfeo Mason, nel maggio 1974, su richiesta del vescovo di Ponta Grossa, Dom Geraldo Micheletto Pellanda, passionista. Questi aveva chiesto un padre Cavanis proprio per riaprire un’attività pastorale di ambiente, per l’Università dello Stato del Paraná. Don Geraldo, infatti, è stato uno dei primi tre vescovi brasiliani a ricominciare l’attività pastorale della chiesa nell’università dopo la bufera politica del 1964.
Di questa attività e di questa casa è difficile scrivere una storia documentata, perché purtroppo il suo archivio, consistente di parecchi faldoni e a suo tempo confluito nell’archivio della Provincia Brasile, è stato purtroppo volontariamente distrutto, considerandolo cosa inutile. Si riproduce qui allora, tradotto in italiano, un articolo scritto dall’autore di questo libro, come capitolo del libro commemorativo dei 25 anni della Pars Brasiliae. L’articolo è piuttosto lungo, sproporzionato rispetto ad altri capitoli sulle case del Brasile, ma è l’unica documentazione che rimane: la casa dell’Oásis è stata distrutta, l’archivio, che comprendeva un buon numero di faldoni, è stato bruciato da un seminarista (evidentemente poco interessato alla storia e alla memoria e alle “vecchie carte”) incaricato di mettere ordine nel deposito di documenti del seminario e noviziato di Ponta Grossa, circa nel 2008; mancano quasi del tutto le foto e ogni documentazione; la PUPG, ossia la pastorale universitaria di Ponta Grossa potrebbe essere dimenticata.
I Cavanis ebbero la sorte e la gioia di entrare a fondo nell’avventura della Pastorale Universitaria (PU) del Brasile. La storia fu così. Nel 1973 l’assemblea dei vescovi del Brasile a Itaici dette inizio alla preparazione di un documento sulla Pastorale Universitaria (PU), che però rimase nella fase dell’abbozzo e non arrivò alla pubblicazione; servì tuttavia di stimolo ad alcuni pochi vescovi (tre) per pensare che era arrivato il momento di ricominciare il lavoro pastorale nel campo dell’Università.
Che cos’era successo? Circa sette anni prima, nel periodo tra i due golpes del 1964 e del 1968, il governo militare aveva cominciato la sistematica demolizione dei gruppi e dei movimenti di universitari e di operai nel paese e anche i raggruppamenti di pastorale di ambiente della Chiesa. Tra essi uno dei principali era la Gioventù Universitaria Cristiana (JUC), dell’Azione Cattolica specializzata. Abbandonata dalla Chiesa, anzi positivamente abolita da questa – tragica decisione – nel 1966, in crisi de identità a causa dell’eccessiva espansione, più tardi, dopo il 1968, impossibilitata di “nucleare” e perciò ridotta in poco tempo a pochi gruppi sparsi, la JUC chiuse tristemente ma gloriosamente la sua carriera, tra molte sofferenze.
Durante vari anni gli universitari cattolici che desideravano vivere in un gruppo cristiano, dovevano entrare in ciò che si trovava a loro disposizione ossia in movimenti spiritualisti e alienati, al suono delle chitarre. Nel frattempo, le università e facoltà cattoliche (IESCs, ossia Istituti di insegnamento superiore cattolico) continuarono il loro cammino piuttosto lontane dalla vita della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile-CNBB.
Nello stesso anno del 1973, Dom Geraldo Micheletto Pellanda, vescovo di Ponta Grossa, chiese al Superiore Generale dell’Istituto Cavanis, in quel tempo il P. Orfeo Mason, che gli mandasse um religioso fornito di esperienza, perché cominciasse la PU nella sua diocesi. Questo religioso fu localizzato dal P. Orfeo in P. Giuseppe Leonardi, che allora era direttore del seminario teologico Cavanis e anche assistente di un gruppo di universitari cattolici a Roma (nella parrocchia dei SS. Marcellino e Pietro a Torpignattara). Questi, nonostante tutto, accettò. Fu trasferito a Possagno per un periodo di preparazione, realizzata per suo conto con molte letture, e con lo studio del Portoghese per mezzo di dischi e cassette. Il suo arrivo in servizio in Brasile, dopo un viaggio in nave particolarmente lungo per via della ribellione dell’OPEP e dell’aumento del prezzo dei carburanti, avvenne nel mese di maggio 1974. La città di Ponta Grossa, una delle maggiori dell’interno dello stato del Paraná, ha un’Università “Estadual”, cioà appartenente allo stato del Paraná anziché alla Federazione o Unione del Paese: la U.E.P.G. (Universidade Estadual de Ponta Grossa), che a quel tempo aveva poco più di 4.000 studenti e si trovava tutta concentrata nel complesso di edifici (tutti legati tra loro attorno a due cortili) nella piazza Santos Andrade, al margine del centro della Princesa dos Campos.
Non fu facile. Chi scrive si ricorda ancora una riunione del clero pontagrossense del maggio 1974, in cui il vescovo tra l’altro lo presentò al clero locale: alcuni buoni sacerdoti, come P. Abraham e P. Agostinho lo chiamarono da parte durante un intervallo, e cominciarono a consigliargli di dedicarsi a un’altra pastorale. “È pericoloso organizzare gruppi di universitari — mi dissero, — ti cattureranno, ti tortureranno!” La “apertura”, ossia la fase conclusiva della dittatura militare, non era ancora stata inventata, e la pastorale universitaria era realmente una delle pastorali meno amate dal governo – dalla giunta militare – e più temute. Un viaggio realizzato nel luglio di quell’anno portò il nuovo assistente ecclesiastico (detto assessor in Brasile, e lo chiameremo per semplicità “assessore” d’ora in poi) della Pastorale Universitaria (PU) a Porto Alegre, Belo Horizonte, Rio de Janeiro, São Paulo e altre città minori, come Bauru (SP), Governador Valadares (MG), Varginha (MG), alla ricerca di gruppi o centri di PU; ma la spedizione dette come frutto soltanto un interessante e istruttivo incontro con alcuni preti che desideravano come lui ricominciare a lavorare nella vigna del Signore in questo campo; e un po’ di buoni consigli. Non c’erano ancora gruppi organizzati, strutture, sedi. Il nuovo assessore si accorse più tardi di essere stato uno dei primi tre preti a cominciare a mettere il piedi la PU nel Brasile, dopo la tempesta della dittatura militare.
Che cosa si poteva fare? Cominciò a frequentare ogni giorno l’ambiente universitario pontagrossense: i cortili, il ristorante universitario, i corridoi degli istituti o dipartimenti, particolarmente il dipartimento di Geografia, dove, in una visita nell’anno precedente gli avevano promesso di contrattarlo come professore di geologia o paleontologia, il che però non avvenne mai. Partecipava nelle sessioni di “licenciatura o graduação” e negli altri atti ed eventi ufficiali, visitava le repúblicas degli studenti, i diretórios e perfino le discoteche frequentate dagli studenti. Pranzava con un vassoio nel ristorante universitario e cenava nei bar e piccoli ristoranti nelle oscure vie intorno all’UEPG; riusciva così a tessere a poco a poco i primi contatti, qualche amicizia, delle volte in riunioni notturne, attorno a notevoli boccali della buona birra brasiliana o a un bicchiere di caipirinha; in quella che a volte, per scherzo, si chiamava più tardi nella PU “pastorale da pippistrello”. L’ultimo autobus della notte, che portava a casa gli studenti dei corsi serali, lo riconduceva poi a Castro in comunità, dove trovava il seminario minore immerso nel sonno; salvo P. Guglielmo Incerti, che faveva assistenza nei dormitori, come usava a quei tempi.
Una sistemática visita aos movimenti cattolici di Ponta Grossa, compresa la partecipazione a un corso dei Cursilhos de Cristiandade e a altri incontri del genere, lo convinsero per um lato che una grande parte degli studenti e dei professori e amministrativi dell’ UEPG erano cattolici praticanti e attivi nei movimenti e nelle parrocchie; per un altro lato che non si poteva aspettarsi da parte loro una partecipazione attiva in una pastorale nuova e impegnata, in un ambiente così difficile come l’università. Ci furono naturalmente delle eccezioni ammirevoli, in particolare quella del prof. Gabriel de Paula Machado che promise e dette il suo appoggio ampio, generale e senza limiti fin dall’inizio.
Passò così un anno, senza quasi nessun risultato. L’assessore della PU di Ponta Grossa viveva nella comunità di Castro, andava a Ponta Grossa tutti i giorni feriali alla mattina presto e, come si diceva, tornava con l’ultimo autobus notturno. Nei fine settimana aiutava nelle cappelle della quasi-parrocchia di Castro affidata all’Istituto o nelle innumerevoli cappelle e comunità della parrocchia di Ortigueira. Per entrare di più nell’ambiente universitario, visitò varie università delle città maggiori; e cominciò a dare, come professore invitato, corsi di paleontologia dei vertebrati, poi anche di geologia storica e geologia del Brasile nella UFPR di Curitiba nel corso di Geologia, e anche in una cattedra di Geologia I per ingegneri, nello stesso centro Politecnico della stessa università (negli anni accademici 1975-1977); come pure ebbe la cattedra di Metodologia scientifica nel Corso di Servizio Sociale nella UEPG (1976). In tutti questi casi appartenne al primo corpo docente in quei corsi nelle rispettive università. Per esempio fu il primo professore di Geologia del Brasile in Paraná, pur essendo arrivato in Brasile soltanto da due anni quando assunse questa cattedra. Per motivi politici, in clima di dittatura, perse poi le cattedre, e in questa occasione fu la prima volta che nell’UFPR di Curitiba apparvero striscioni di protesta da parte degli studenti, chiedendo il ritorno del loro professore, senza successo (1978).
Fu presto evidente che era difficile ottenere qualche risultato senza aver un ambiente dove riunire i giovani. Dom Geraldo, il vescovo, dette allora per la PU un terreno e una casa a via Xavier da Silva, 225 (immobile che più tardi donò formalmente, cioè con contratto notarile di donazione, em cartorio, all’Istituto Cavanis), nelle vicinanze immediate dell’Università, come sede della Pastorale Universitaria. Con l’aiuto generoso dell’Adveniat la casa fu restaurata e ammobiliata. Il 19 maggio 1975 essa fu aperta con una gloriosa cerimonia d’inaugurazione, com la presenza del magnifico rettore, del sindaco, del vescovo naturalmente, e delle altre autorità accademiche, civili e perfino militari.
La casa era molto bella nella sua semplicità, molto opportuna nella sua vicinanza immediata alla facoltà, come si chiamava allora l’UEPG; era situata in un giardino di 1.000 m2 in gradevole declivio, con una sorgente naturale di acqua minerale, che continuava dolcemente in un ruscelletto fino allo steccato. Il giardino, che sembrava all’inizio quello di Renzo, fu trasformato in un piccolo parco molto gradevole, arricchito di una cascata artificiale ma in vera pietra, con un laghetto, un terrario di tartarughe acquatiche e terrestri. Più tardi vi si aggiunse un padiglione di legno coperto di rampicanti e di un “orto biblico”, con plante palestinesi autentiche e massi e false rovine archeologiche in calcare di Itaiacoca, materiale raro in Brasile. Il giardino, in una parola, offriva un ambiente gradevole di quiete e di accoglienza; la casa, molto semplice ma carina, di 200 m2, in legno (tábua, mata-junta e meia-cana), e muratura, fu organizzata con una sala di riunioni, cappella, soggiorno, biblioteca riccamente fornita di libri e riviste, cucina, camera per il padre residente e un’altra camera per un eventuale ospite, una saletta per incontri personali con il sacerdote, oltre ai servizi e a una casetta (meia água) per i guardiani della casa.
L’Oásis fu la prima opera e la prima casa dell’Istituto Cavanis a Ponta Grossa, in cui l’assessor passò ad abitare, fino al giorno in cui si inaugurò il nostro seminario maggiore nella stessa città (1980).
L’assessore si illudeva che, avendo ora una sede per la PU e dato anche che l’inaugurazione era riuscita così bene, con tanta gente e tante autorità, la PU sarebbe decollata rapidamente. Organizzò delle attività, distribuì volantini e affisse locandine, invitò personalmente molti ma, nell’ora dei primi incontri, messe, conferenze, si trovò completamente solo, con la casa totalmente vuota, restando molto deluso. Per un anno intero (il secondo anno di attività) continuò a rimanere sempre solo nell’“Oásis”, il Centro della PU, aspettando per otto ore al giorno, dall’una del pomeriggio alle 23, la gente che non veniva, celebrando da solo la Messa tutti i pomeriggi alle 18 nella cappela pur così bella e accogliente, ma tanto vuota. Continuava intanto a visitare gli ambienti cattolici della città e gli ambienti dell’università. I due primi anni furono veramente duri per via di questa solitudine, l’impressione d’inutilità e di totale insuccesso.
Furono però anni preziosi di riflessione e di preparazione; essi impedirono all’assessor di fare dei grandi sbagli iniziali e di portare in Brasile un “pacchetto pastorale di importazione”, come succede frequentemente. Ricordo un pomeriggio all’imbrunire, mentre stavo tutto solo a suonare la chitarra in cappella al mio Signore; dico “mio”, perché pareva che non dovesse diventare “nostro”, e mi dicevo che dovevo proporre al vescovo che mi assegnasse un altro compito; e proprio dal giorno dopo le cose cambiarono.
Con l’anno accademico 1976, la situazione cambiò: studenti e studentesse cominciarono timidamente a farsi vedere, si formarono dei gruppi di riflessione-azione, nella linea della JUC, ossia del metodo Vedere-Giudicare-Agire, e con l’aiuto del movimento TLC (ricordo con gratitudine principalmente gli amici Luis Brandalise, Bira Martins e Luis Wambier fra i primi) cominciò una serie d’incontri di fine settimana che misero in contatto con l’Oásis grandi numeri di studenti (da trenta a cinquanta ogni domenica). Cominciò all’improvviso una fase di entusiasmo e, in poco tempo, di notevole successo: centinaia di studenti coinvolti, fino a venticinque gruppi di riflessione, tutti seguiti personalmente dall’assessore, la presenza e disponibilità dello stesso tutti i pomeriggi per incontri personali: con il risultato che numerosi studenti cominciarono a venire per consigli, per la direzione spirituale e per i sacramenti, la messa quotidiana con omelia partecipata, con dieci a venti studenti nei giorni feriali e 60/70 nei sabati per la messa festiva vespertina, frequenti incontri e ritiri per giovani, una buona frequenza in biblioteca, dove s’insegnava a leggere, a pensare e si prestavano libri; e ancora, le feste latino-americane, la messa in spagnolo per studenti stranieri, tutti provenienti dagli altri paesi dell’America del sud o anche dell’America centrale.
Si aggiunse l’impegno e il lavoro nei quartieri poveri della città da parte degli studenti impegnati nell’Oásis e la construzione del Centro di Salute nella Vila Cipa – prima attività di carattere sociale in quel quartiere che avrebbe visto più tardi la Casa do menor –, una specie di ambulatorio para-médico ma anche uno sportello giuridico per il popolo; le esperienze missionarie a Itaiacoca e più tardi a Balsas in Maranhão; e “mille e una” altre attività.
Dal 1977 si organizzò nell’Oásis la Scuola di Teologia per laici di Ponta Grossa, che con la collaborazione del P. Bugatti di Piamarta, del P. Luís Sapiano, domenicano maltese, i Cavanis P. Diego Spadotto e P. Giovanni De Biasio e vari altri sacerdoti e religiosi, continuò per otto anni, dando una buona formazione a un grande numero di laici. Collaborarono con la PU, in questi anni, anche altri padri Cavanis, principalmente P. Giuseppe Viani e P. Piero Fietta.
I dieci anni di PU in Ponta Grossa, con la presenza sistematica nell’Oásis otto ore al giorno, sei giorni per settimana (le mattine erano dedicate ad altri giovani, dato che P. Leonardi insegnava in varie cattedre di S. Scrittura (tutte per la verità, essendo l’unico biblista) e altre materie nel Seminario Maggiore Interdiocesano IFITEME) furono per questo assessore anni di intensa, totale dedizione ai giovani, in un lavoro di posizione che richiedeva una grande pazienza. La ricerca scientifica, come paleontologo, era realizzata nei ritagli di tempo, la notte, e durante le vacanze, quando la maggioranza degli studenti universitari partecipanti scompariva per ritornare a casa: la maggioranza di chi frequentava l’Oásis, infatti, apparteneva ad altre città.
La stessa cosa successe, in altra forma, con lavoro di movimento invece che con lavoro di posizione, nei sei anni come assessore nazionale.
L’Oásis gradualmente si dette una struttura organizzativa: um organigramma un po’ complicato, ma funzionale e in contínua evoluzione, con un’equipe di direzione generale e un “capo”, laico naturalmente (il più famoso fu probabilmente “Tizil”, ossia Valmir De Santi, ora farmacista e biochimico, ma bisogna ricordare anche Brandalise, Darcy Marochi, Löwen, Eldy e Armando), direzioni di settore (Scienze umane, Scienze della Salute e Scienze tecniche), un’équipe di coordinazione, la direzioneo tecnica ossia di manutenzione, la segreteria (ricordo qui la prima cara segretaria, Sônia Albach Tavares, morta prematuramente. La casa godeva di una sua autonomia di organizzazione in modo che rimaneva aperta e funzionava independentemente dalla presenza o assenza dell’assessore, la mattina per esempio.
Il Paraná aveva cominciato presto a interessarsi di Pastorale Unversitaria: già nel 1975 ci fu un Incontro di gruppi di PU a livello della stato del Paraná a Curitiba, organizzato dal Regionale Sud 2 della Conferenza dei vescovi-CMPP-PR, e da allora ce ne fu uno ogni anno almeno fino al 1994. Sono stato incaricato di fondare altri gruppi di PU nello stato nel 1977, come assessore nominato dai vescovi del Regionale (1977-1981; 1983-1984), e cominciò allora la visita periodica a tutte le diocesi del Paraná, com fondazione di gruppi in varie città, e con la normale successione di alte e basse maree e con le abituali difficoltà e momenti di crisi e di successo.
Nel 1979 cominciò, inizialmente senza la partecipazione di Ponta Grossa, la PU nazionale: dei gruppi erano sorti spontaneamente in varie località del Brasile, nell’onda della rinascita del Movimento Studentesco (ME), di carattere laico e prevalentemente di sinistra, ancora durante la dittatura militare. Molti studenti cattolici, impegnati adesso nel ME, non trovavano nel TLC, GEN, Emaús e in altri movimenti spiritualisti e non impegnati una risposta alla loro ansia di riflessione critica, come base per l’azione e per l’impegno politico e sociale. Fondavano allora dei gruppi spontanei nelle diocesi, come iniziative della base, fra cattolici ma senza escluder cristiani di altre confessioni, come già si faceva a Ponta Grossa: agivano fuori della struttura diocesana e fuori di un mandato episcopale, molte volte in polemica (reciproca) con i vescovi, con i preti e con gli adulti di chiesa in genere, e chiamavano questi gruppi “PU”. Abituati alle “catacombe” degli anni neri della dittatura, continuavano ad agire mezzo nascosti, e con ragione, perché fino al 1985 fare pastorale universitaria era cosa illegale e pericolosa; a volte questi gruppi vivevano in un clima di sfiducia perfino verso la Chiesa, non avendo dimenticato, o avendo ricevuto la tradizione, che la Chiesa a volte negli anni ’60 aveva abbandonato i membri della JUC in mano ai torturatori della giunta militare.
Per anni si continuò, con buoni motivi, anche a Ponta Grossa, a non rendere pubbliche liste di nomi, a non permettere di scattare fotografie o di effettuare registrazioni negli incontri regionali e nazionali; anche nella città “pacata e ordeira” di Ponta Grossa, nonostante l’assenza nei primi anni di attività politica e nonostante il gruppo fosse stato fondato dal vescovo diocesano (piuttosto ammanigliato con il potere e con i militari) e in una sede diocesana, a differenza della maggioranza degli altri nuovi gruppi, gli schedari e altri documenti delicati, nei momenti di tensione, prendevano il cammino della “foresta vergine”, cioè del bosco di araucarie della fattoria (chácara) di proprietà della comunità Cavanis di Castro, dove rimanevano nascosti, per paura che fossero sequestrati dalla polizia politica. Non era una fantasia, paranoia o un eccesso di prudenza; il pericolo era reale: non era da molto che dei giornalisti erano stati uccisi dal governo o da gruppi para-militari di destra, e degli studenti marcivano ancora nelle patrie galere; anche per noi di PG i problemi con la polizia, con l’esercito (il decimo terzo battaglione di fanteria blindata di Ponta Grossa) e perfino con la stampa cittadina, addirittura con la chiesa locale, non mancarono fino quasi alla metà degli anni ’80, cioè nei primi 11 anni di attività della PU di Ponta Grossa.
Il gruppo di Ponta Grossa non participò subito dall’inizio nei quadri e nelle attività della PU Nazionale e neppure nei due primi incontro nazionali (tenuti ambedue a Vitória, capitale dello stato dello Spirito Santo, nel 1979 e 1980) per una serie di motivi: nel primo anno mancò il contatto e l’informazione, nella profonda provincia paranaense in cui vivevamo. Poi fu il problema che il discorso politico e molto di sinistra presente nei congressi e nelle prime pubblicazioni e comunicati della PU aveva impressionato negativamente la nostra visione, dato che il nostro gruppo era fortemente legato alla Chiesa locale e a un programma religioso. Si trattò anche di una differenza di linea pastorale: noi eravamo un settore della Chiesa locale, una Pastorale; la nuova PU nazionale si presentava piuttosto come un movimento; noi eravamo impegnati principalmente nell’evangelizzazione dell’Università – come è più corretto – e loro erano invece più interessati a partecipare ai movimenti e organizzazioni popolari e politiche. Inoltre, il giovane che era entrato in contatto per invitarci era um membro di Comunione e Liberazione di São Paulo, dandoci così un’idea confusa di ciò che era in realtà la linea della nuova PU nazionale.
Ci decidemmo poi a entrare in contatto e finalmente facemmo la nostra adesione alla PU Nacional sul finire del 1980, approfittando dell’occasione per svolgere un profondo riesame comunitario sulla base del documento della conferenza del CELAM di Puebla de los Ángeles (1979) e pronunciandoci allora per una sincera opzione per i poveri, che del resto era già praticata in antecedenza.
Ormai la PU era ben conosciuta a Ponta Grossa, anche se non sempre amata. Una prima attività “di strada” fu la difesa della piazza Barão do Rio Branco, conosciuta come il “Ponto Azul”: la piazza era ed è un parco pubblico che contiene una specie di “panteon” delle glorie locali, con molti alberi – araucarie del Paraná – e con monumenti, busti di personaggi e lapidi; era il centro d’incontri, manifestazioni, di concerti e cori all’aperto, ed era in pericolo, perché il sindaco aveva programmato concretamente di tagliare gli alberi, distruggere i monumenti e di trasformare la piazza nel principale terminale di autobus urbani della città.
La PU insorse, organizzò nel 1981 il primo corteo tenuto a Ponta Grossa (forse nel Paraná) da prima del 1964, anno del primo golpe, con l’assessore davanti a tutti, e, al suon di tamburi, di sincerros, atabaques e agogós, guidò il popolo alla riscossa, percorrendo le vie Bonifácio Vilela e Vicente Machado. In seguito ci furono, nell’inverno del 1982, particolarmente freddo quell’anno fin da maggio, molte gelide notti di turni di guardia da parte dei giovani della PU locale e di altri impegnati, e poi, quando si arrivò alla sfida finale e il sindaco mandò il personale dei giardini pubblici con le macchine per tagliare e sradicare gli alberi, ci fu l’arrampicata sugli alberi di molti giovani Puístas e la resistenza passiva tra le fronde, la lotta pericolosa con le macchine, con le seghe a motore e con il personale, compresi i vigili urbani e la polizia, e poi la vittoria finale. La piazza del Ponto Azul sta ancora lì, a raccontare la storia alle generazioni future.
In questo periodo aumentò l’impegno sociale e politico della PU di Ponta Grossa, per influenza della Conferenza e del documento di Puebla, ma anche della PU nazionale e regionale; aumentò principalmente la sua presenza e il suo lavoro nel movimento studentesco (ME) di Ponta Grossa — non senza difficoltà e dure polemiche nella stampa locale e nella UEPG –, nelle attività culturali di produzione e trasmissione del sapere nell’università, nei vari partiti che si stavano aprendo, verso la fine e subito dopo della dittatura militare. Inoltre, con la conclusione degli studi e il ricevimento della licenza (specie di laurea triennale) delle prime annate di “oasiani” ou puístas, com’erano chiamati, cominciò la loro entrata nei settori dell’amministrazione pubblica, nelle varie professioni, nella struttura dell’università, nel consiglio comunale e nella vita civile in genere, come pure negli altri settori della pastorale della diocesi. D’altra parte, dispiacque che non ci fossero “oasianos/as” interessati alla vita presbiterale e religiosa, nonostante alcuni coraggiosi tentativi. E non fu per mancanza di suggerimenti discreti.
Un altro momento molto più drammatico si ebbe quando la PU di Ponta Grossa, com qualche perplessità, ma con molto entusiasmo, abbracciò la causa di un comitato di disoccupati in agitazione, che avevo chiesto il nostro aiuto, la guida giuridica e la possibilità de insediare provvisoriamente la loro base logistica nell’Oásis. Maggio 1983 fu un periodo de cortei, concentrazioni, comizi e manifestazioni di disoccupati e di altri poveri con i loro amici dell’Oásis, numerosi e ampi dibattiti nella PU, occupazione permanente, giorno e notte, della casa dell’Oásis da parte nostra e dei disoccupati, con la polizia militare stazionata davanti all’Oásis in una vettura senza targa, giorno e notte, per diciotto giorni, in un clima di grande tensione. Non mancarono i tentativi d’irruzione notturna, le telefonate anonime di minaccia, il controllo abituale del telefono e altre amenità. Fu grande il dibattito in città, negli ambienti ecclesiali e laici. Il risultato pratico fu incerto. La sofferenza per l’assistente ecclesiastico della PU e per i ragazzi fu grande. Fu grande anche il pericolo corso. La PU a un certo punto dovette cedere e chiedere ai disoccupati di ritirarsi dall’Oásis, per obbedire all’ordine espresso del vescovo dom Geraldo Pellanda.
È difficile oggi, a distanza di tempo, dare un giudizio su queste “prodezze”, soprattutto per quelli che vi parteciparono. Per un lato fu importante per loro aver participato, essere stati perseguitati assieme ai poveri, aver vissuto e sofferto qualche cosa con loro. Per molti di noi fu un’esperienza che lasciò il segno. Fu probabilmente bene per i disoccupati di cui si parla trovare degli amici e degli alleati e degli ospiti e una buona accoglienza nell’Oásis, nonostante il modesto risultato pratico. Fu una piccola scossa sismica, sulla linea di Medellín e di Puebla de los Ángeles, per la città di Ponta Grossa e per la Chiesa locale. Fu anche la consacrazione di un modello di PU “pontagrossense”, una PU molto ecclesiale e data alla liturgia, all’ascolto e allo studio della Parola di Dio, alla revisione di vita, ben inserita nell’ambiente universitario, ma anche disposta fattivamente a pagare di persona nell’impegno sociale e politico, principalmente in favore dei poveri e degli oppressi, in una reale opzione per i poveri; una PU strutturata in vari livelli, com gruppi giovanili con uno stile di movimento, ma anche con attività di centro di pastorale, con partecipazione simultanea di persone impegnate e altre meno o per niente, sparse e capaci comunque di spargere il seme della parola di Dio in tutta l’università; un modello che più tardi ebbe una grande influenza nella costruzione a livello nazionale della “Pastorale Universitaria di linea diocesana”, chamada anche, in sigla PU/PU: la PU che, a quanto mi dicevano, dette maggiore risultato e durò più a lungo.
D’altra parte ci fu anche il difetto di polarizzazione con caratteri di partito; una certa confusione — non rara nel Brasile di quell’epoca — fra pastorali e PT; con il pericolo di virtuale esclusione, anche se contro le intenzioni, di chi non sentiva disposizione personale per la lotta; ci fu una conseguente diminuzione dei partecipanti dell’Oásis; e, ancora, fu qui che cominciò la difficoltà più seria con il vescovo diocesano Dom Geraldo, dopo quasi dieci anni di dialogo non sempre facile, ma sempre accuratamente e devotamente mantenuto dalle due parti. Si vide, anche in questo caso, la normale difficoltà di fare una sintesi fra spiritualità e azione, particolarmente quando si tratta di azione in campo politico e sociale.
Con l’elezione a livello nazionale del primo assessore della Pastorale Universitaria di Ponta Grossa, che in quei dieci anni era stato lasciato dalla comunità quasi completamente libero per occuparsi della pastorale universitaria, salvo l’insegnamento della Sacra Scrittura in seminario, la situazione cambiò. Il successore in quel compito, il P. Diego Spadotto, era occupato in molte altre attività, principalmente come superiore pro-provinciale Cavanis e maestro dei novizi e chierici. Potè dunque dedicarsi alla PU solo con una piccola parte del suo tempo, ma in compenso con molta competenza e intensità. Non poteva tuttavia risiedere all’Oásis e occupare quello spazio. La PU durò a Ponta Grossa ancora un anno o due, finché nei primi mesi del 1986 Dom Geraldo decise, con nostra grande sorpresa e dispiacere, di toglierne l’incarico di assistenza diocesana ai Cavanis e di impadronirsi con la forza e con l’inganno dell’edificio dell’Oásis, di cui pure aveva fatto donazione formale all’Istituto. e di assegnarli a una strana congregazione messicana, nuova a Ponta Grossa, quella dei Legionari di Cristo.
Il più sorpreso di tutti fu P. Diego, che un giorno, giunto alla casa dell’Oásis per svolgere la sua normale attività pastorale, trovò la porta sbarrata, con il cambio di tutte le serrature; tutti i mobili della casa erano stati accatastati nella sala della biblioteca; anche il cancello esterno della recinzione del giardino (in legno) era stato inchiodato. Qualche tempo dopo i Legionari di Cristo, senza entrare in contatto in alcun modo con i Cavanis, presero possesso della casa e del giardino, distrussero buona parte delle migliorie che erano state fatte, svolsero qualche tentativo di realizzare la pastorale dell’università, con poco successo. Lasciarono in seguito la casa, che fu venduta dalla diocesi a un’impresa privata e al suo posto, più tardi, fu costruito un insieme di palazzoni. Per un certo tempo, P. Diego Spadotto aveva continuato a riunirsi con giovani e ragazze della Pastorale Universitaria che non si trovavano bene con i Legionari di Cristo, ma volevano un assistente (assessor) ecclesiastico che li seguisse.
Fu una gioia vedere rinascere la PU della Princesa dos Campos circa cinque anni dopo, nel 1991. In quell’anno, infatti, P. Diego Spadotto fu incaricato dal nuovo vescovo di Ponta Grossa (dall’8 maggio 1991), Dom Murilo Sebastião Ramos Krieger, di assumere di nuovo l’assistenza ecclesiastica ufficiale della Pastorale Universitaria, senza tuttavia una sede propria, ma avendo come base una sala nel Centro Pastorale Diocesano, nella piazza della cattedrale. Il vescovo inoltre ricompensò in qualche modo, generosamente, i Cavanis della perdita ingiusta dell’immobile dell’Oásis, donando loro un terreno per poter aumentare l’edificio della Casa do Menor a Vila Cipa. P. Diego continuò a occuparsi della pastorale universitaria fino al 1995; poi continuò P. Vandir Santo Freo fino al 1997. In tutto, l’Istituto Cavanis in Brasile si era impegnato in questa attività pastorale specializzata in Ponta Grossa dal 1974 al 1997, cioè per circa 23 anni.
Nel corso dell’Incontro Nazionale tenuto a São Paulo dalla Pastorale Universitaria nazionale Brasiliana, l’assessore di Ponta Grossa, recentemente (ottobre 1983) eletto assessore della regione Sud della PU (Stati del Rio Grande do Sur, Santa Catarina e Paraná) fu eletto questa volta assessore nazionale dagli studenti brasiliani partecipanti come delegati del rispettivi gruppi all’incontro (il 5 gennaio 1984), sostituendo in questa carica il P. Hilário Dick S.J., che rimase però assessore della Pastorale della gioventù della CNBB nazionale.
Padre Leonardi esercitò questa attività pastorale di ambiente inizialmente come assessore eletto dalla base, con sede in Belo Horizonte (capitale dello stato di Minas Gerais), assumendo per conto della nostra Congregazione, che voleva così ampliare la sua presenza allo stato di Minas Gerais, l’ufficio di primo parroco della parrocchia di Santa Maria Mãe de Misericórdia nel quartiere periferico California. Dopo quasi un anno, egli fu però invitato a Brasília, per abitare nella sede della CNBB, essendo stato nominato, verso la metà del 1984, assessore della stessa per la Pastorale dell’Università e della Cultura, e fungendo anche, informalmente, da assessore biblista, per di più in anni particolarmente interessanti e stimolanti.
La vita nella sede nazionale della CNBB, situata nella Capitale Federale di Brasília (1984-1989), come religioso e prete, messo a disposizione esclusiva dall’Istituto Cavanis, fu un’opportunità molto speciale e estremamente arricchente, una vera grazia di Dio, una straordinaria esperienza di vita di Chiesa, durante i difficili anni molto stimolanti della diatriba sulla teologia e pastorale della liberazione, sotto la presidenza illuminata e forte di Dom Ivo Lorscheiter, vescovo di Santa Maria (Rio Grande do Sul) prima, e poi di quel santo e coltissimo uomo che era Dom Luciano Pedro Mendes de Almeida (vescovo ausiliare di São Paulo, poi “promosso”, se così si può dire, alla minuscola anche se storica sede arcivescovile di Mariana-MG) e con la segreteria generale di don Luciano prima e di Dom Celso Queiroz dopo; in contatto con innumerevoli vescovi e pastoralisti, con il CELAM e con altre istanze latinoamericane e internazionali, come il Movimento Internazionale degli Studenti Cattolici-MIEC. Ci fu anche l’occasione di visitare quasi tutte le diocesi del Brasile, con viaggi infiniti e di conoscere esperienze pastorali diverse e preziose. Fu anche un’occasione per far conoscere a tutti i 300 e più vescovi brasiliani l’Istituto Cavanis, sia nelle visite alle diocesi, sia nelle assembleee nazionali, dove P. Leonardi tenne alcuni interventi e redasse a volte (1988-89) i verbali e gli atti.
Un’ottima esperienza, anche se non facile, fu anche quella di assessore itinerante, visitando, dalla base di Brasília, i gruppi di universitari, le università e facoltà cattoliche, più tardi anche qualche raro gruppo di professori e intellettuali cattolici, attraverso questa immensa “parrocchia” con un territorio di 8,5 milioni di chilometri quadrati, un milione e mezzo di persone e quasi novecento Istituzioni de Insegnamento Superiore, tra cui quelle Cattoliche (I.E.S.C.), che è il mondo universitario brasiliano.
Essere assessore al tempo stesso eletto dalla base (per tre bienni successivi) e nominato dalla cupola della CNBB (Il Consiglio permanente) era, apparentemente una buona situazione, ma aveva in sé il pericolo di trovarsi schiacciato tra l’incudine e il martello, come di fatto accadde varie volte. Il problema principale, al momento di assumere l’incarico, era il fatto che quasi tutti i gruppi di PU nel paese (un centinaio) si trovavano in situazione di conflitto con i rispettivi vescovi e con le chiese locali e viceversa; così il primo lavoro fu quello della diplomazia, di innumerevoli visite, di colloqui pazienti, cercando di spiegare – spesso riuscendoci – i giovani ai vescovi e i vescovi ai giovani.
Si trattava soprattutto di trasmettere agli universitari cattolici una visione chiara e corretta di Chiesa, un’ecclesiologia sana, che trascendesse una visione puramente sociologica della comunità cristiana, condotta in termini di relazioni di potere. Occorreva catechizzare giovani pieni di spirito buono, disposti a morire per la causa – e a quel tempo si poteva morirne –, ma che erano, con frequenza, quasi totalmente ignoranti nella religione cristiana, digiuni della pratica sacramentale, poco preparati a comprendere la comunità ecclesiale adulta, con le sue tradizioni e pratiche, spesso pietistiche; giovani ai quali nessuno aveva insegnato a pregare in modo conveniente. Si trattava anche di spingere gli studenti fuori dei loro piccoli gruppi, per praticare una vera missione ad Gentes, fuori di un impegno puramente politico e sociale, verso un annuncio esplícito — ma non alienante — del Signore Gesù e del suo vangelo. Molto fu fatto in questo senso.
Un altro problema era quello del pluralismo. Con molto lavoro e sforzo riuscimmo a far uscire la PU da una situazione di modello unico verso un’esperienza di PU pluralista, nella quale potessero convivere e collaborare linee differenti di pastorale e visioni differenti di Chiesa. Un problema analogo era quello della convivenza e della collaborazione fra PU di studenti e IESCs (università e facoltà cattoliche) e, per altro lato, di un dialogo construttivo tra le IESCs e la CNBB. Storicamente, il rapporto tra loro era stato quasi inesistente. Dopo molto tempo e qualche difficoltà, si arrivò a un certo numero d’incontri e attività comuni.
Ci fu anche, da parte dei vescovi, soprattutto nella presidenza e nel Consiglio permanente della CNBB, una migliore comprensione del fatto che la Pastorale dell’Università e della Cultura non era un affare di élite, mas un’operazione di interesse di tutta la Chiesa, dentro de una nuova aspirazione di inculturazione e anche in una ricerca di un’autentica opzione per i poveri.
Infatti è alla Pastorale della Università que spetta, anzitutto, transformare la scienza e l’Università “da un ambiente apparentemente neutro, in ambiente etico; da strumento di potere, molte volte ingiusto e dominatore, in strumento del Regno di Dio, che è regno di giustizia e di amore; da struttura che, nelle mani dei ricchi e dei potenti, diventa mezzo di sfruttamento e di oppressione, in strumento di servizio per tutta la comunità umana, con speciale considerazione per gli impoveriti e marginalizzati e con particulare rispetto e attenzione verso il sapere popolare; da arma di guerra nelle mani dei violenti, in fonte di lavoro, di benessere, di pace e di corretta distribuzione nei mezzi di produzione e dei beni (cf. Is 2). La Pastorale dell’Università trasforma il ristretto ed elitista cenacolo del sapere ‘superiore’ in un foro di interscambio fra il sapere sistematizzato e il sapere popolare, per il bene comune” (Studio della CNBB “Evangelização e pastoral da Universidade”, § 232).
Uno dei punti alti dell’attività della PU fu probabilmente quello di aver stimolado la realizzazione della Pastorale dell’Università e della Cultura, in tutti i livelli, trascendendo il livello iniziale che era stato solo quello della Pastorale universitaria degli studenti. Un risultato importante, fra gli altri, fu la redazione del documento sopra citato Evangelização e pastoral da Universidade, che, pubblicato nel 1988 dalla Conferenza dei vescovi del Brasile, como ponderoso “Quaderno verde” (una serie di studi della CNBB), e molto lodato dalla Santa Sede, in buona parte veniva dall’esperienza della PU, senza ignorare l’esperienza e la sensibilità Cavanis, principalmente quando il testo, di cui P. Leonardi era stato il curatore, parla della paternità, dell’attenzione amorosa e individuale a ogni persona, della formazione del cuore, della gratuità, della varietà dei mezzi di educazione.
Conclusione
La responsabilità di assessore nazionale del Brasile passò a don Luis Roberto Benedetti, assessore della pastorale universitaria della PUCAMP di Campinas. Tre anni più tardi P. Leonardi ricevette un invito a presentare l’esperienza della PU brasiliana, in um corso ristretto, per l’équipe mondiale del MIEC (Movimento Internazionale di Studenti Cattolici, della Pax Romana), a Parigi; nell’occasione fu distribuito un volume in quattro lingue, che conteneva un capitolo dell’autore del presente libro, sulla Pastorale Universitaria del Brasile. Un anno più tardi giunse un invito – graditissimo – per accettare di essere assistente ecclesiastico mondiale dello stesso movimento ma, come si disse sopra, non fu possibile accettare.
Uno degli aspetti di questa esperienza di lavoro come assessore della PU, per cinque anni a Roma, per 18 anni in Brasile e per circa 5 anni a Pozzuoli e Napoli, è la scoperta e la coscienza del fatto che c’è uno spazio enorme nella PU como nella Pastorale della gioventù, nella Pastorale degli studenti secondari e simili, per religiosi e preti che vogliano dedicare la loro vita all’educazione della gioventù; che i giovani desiderano profondamente avere assistenti ecclesiastici preparati e appassionati e disponibili; che le diocesi, anche se hanno bisogno di sacerdoti anche per altri ministeri – in genere propongono sempre parrocchie agli istituti religiosi, contro tutta la logica – hanno particolare difficoltà a trovare preti e religiosi – frati e suore – che accettino di essere assistenti ecclesiastici nelle pastorali specializzate, pastorali di ambiente e particolarmente pastorali della gioventù.
È questo, in Brasile come in altri paesi, uno dei campi più promettenti per l’Istituto Cavanis, se solo si volesse accedervi; e pare che si voglie ricominciare ora, tra l’altro con la Facoltà Cattolica Cavanis a Novo Progresso, nel Pará, in piena Amazzonia.
3.7 Il Seminario maggiore Antônio e Marcos Cavanis e Noviziato di Ponta Grossa
Come si diceva sopra, il 1° giugno 1980 si inaugurò il noviziato e seminario maggiore “Antônio e Marcos Cavanis” a Ponta Grossa, nei pressi della Vila Vicentina. Il complesso edilizio è un grande edificio dotato del solo pianterreno, a forma di una grande E maiuscola, con la notevole cappella al centro e due ali laterali rispettivamente addette a Noviziato e a Studentato, almeno nel progetto di base. L’asta verticale della E dava spazio al refettorio e cucina, alla biblioteca, alle sale di visite e di incontri. Più tardi la distribuzione degli ambienti venne adattata alle diverse situazioni. Con la fondazione del seminario maggiore, anche la sede canonica del noviziato venne trasferita a Ponta Grossa, Villa Vicentina, come parte integrante (ma separata canonicamente), ora sotto il titolo di Noviciado Nossa Senhora do Carmo (Noviziato della Madonna del Carmine).
Il seminario si trova in un grande e bel terreno, acquistato dall’Istituto; esso aveva l’entrata sulla rua Siqueira Campos, 1314, tra Vila Vicentina e Vila Odete e, dopo un’ampia sezione piana, degradava in ambiente boschivo (bosco secondario, rado ma molto gradevole) verso un ruscello a fondo valle. La parte piana fu occupata fin da principio da un giardino nella parte anteriore della casa, da un grande orto con vigneto sul fianco sinistro, da un fabbricato minore per deposito materiale e attrezzi e come laboratorio di agricoltura e per preparazione del vino; sulla destra dell’edificio principale fu costruito più tardi un ginásio de desportes, cioè una grande palestra di ginnastica e sport; dietro alla cappella c’è un campetto di calcio. Da qui si gode di un bellissimo panorama del centro storico della città di Ponta Grossa, davanti alla quale si pensa e si dice, specie al tramonto: “non può restare nascosta una città che sta sopra un monte” (Mt 5,14b), con le parole del Signore. Da questa posizione tra l’altro, deriva il nome della città.
Prima ancora di edificare questo seminario, esisteva già il seminario maggiore Cavanis, però con sede provvisoria a Castro. In attesa di una sistemazione migliore, i nostri seminaristi, dal 1977 al 1981 tutte le mattine da Castro, dove risiedevano, andavano a frequentare i corsi secondari superiori a Ponta Grossa nell’IFITEME; dopo il 1980 frequentarono il corso di Filosofia e in seguito, già risiedendo nel nuovo seminario Cavanis di Ponta Grossa, passarono ai corsi di teologia dello stesso studium interdiocesano e interreligioso.
L’edificio del seminario maggiore “Antônio e Marcos Cavanis” ebbe anche un’altra funzione per molti anni: fu sede del governo della parte territoriale brasiliana dal 1980 al 1988 e dal 1994 al 2000, durante i mandati del P. Diego Spadotto; mentre la sede del governo si spostò a Castro durante il sessennio dei due mandati (1988-1994) di P. Pietro Fietta; poi a Mossunguê nei mandati del P. Giuseppe Viani e nel primo del P. Antônio Paulo Vieira Sagrilo (2000-2009). Durante il secondo mandato di quest’ultimo (2009-2012) e poi nei mandati del padre Edemar de Souza (2012 a oggi, 2019), la sede della Provincia ritornò a Castro.
L’ “IFITEME”
Dall’anno 1976, come accennato, per iniziativa della diocesi di Ponta Grossa (in pratica di Dom Geraldo Micheletto Pellanda, vescovo diocesano), alcune altre diocesi, l’Istituto Cavanis e altri istituti religiosi (ordini e congregazioni) avevano costituito la base per la fondazione dell’IFITEME, ossia dell’“Instituto Filosófico e Teólogico Mater Ecclesiae”, nella sede del Seminario diocesano São José di Ponta Grossa, opportunamente ampliata e adattata alla nuova funzione. Parecchi docenti erano dei Cavanis, che coprivano alcune delle cattedre più importanti. Fu una collaborazione per la formazione non solo dei candidati Cavanis al presbiterato e alla vita religiosa, ma anche alla formazione del clero in genere.
I padri Cavanis che insegnarono nell’IFITEME furono:
Nel corso di Filosofia:
Nel corso di Teologia:
Inoltre, per anni P. Mario Merotto insegnò Latino e Greco nel Seminario diocesano São José di Ponta Grossa.
Tabella: case di Ortiguera (1969-2020) e Ponta Grossa (1980-2020) – Paraná – Brasile, riunite dal 1979 al 1997
Anno scolastico | Rettore | Preti | Fratelli laici | Seminaristi e osservazioni |
1969-70 | Francesco Giusti | — | P. Francesco Giusti il 29-30 agosto è nominato parroco di Ortigueira, ma membro della comunità di Castro. | |
1970-71 | Francesco Giusti | Francesco Giusti (rettore con potestà vicaria), Marcello Quilici | — | |
1971-72 | Francesco Giusti | Francesco Giusti | — | Quilici passa a Realeza |
1972-73 | Francesco Giusti | Francesco Giusti (parroco), Guerrino Molon | — | |
1973-74 | Francesco Giusti | Francesco Giusti (parroco), Guerrino Molon | — | |
1974-75 | Diego Spadotto | Diego Spadotto (rettore e parroco), Guerrino Molon | — | P. Leonardi è il primo padre Cavanis ad abitare a Ponta Grossa nell’Oásis, centro di Pastorale universitaria, a partire dal luglio 1975, anche se continua ad appartenere alla comunità di Castro. |
1975-76 | Diego Spadotto | Diego Spadotto (rettore e parroco), Guerrino Molon | — | |
1976-77 | Diego Spadotto | Diego Spadotto (rettore e parroco), Guerrino Molon | — | |
1977-78 | Diego Spadotto | Diego Spadotto (rettore e parroco), Guerrino Molon | — | |
1978-79 | Diego Spadotto | Diego Spadotto (rettore e parroco), Guerrino Molon | — | |
1979-80 | Dal 1979 questa comunità prende il nome: Ponta Grossa-Ortigueira | |||
1979-80 | Diego Spadotto | Diego Spadotto (superiore regionale, rettore e maestro dei chierici e novizi; a Ponta Grossa dal 1980; nei mesi precedenti a Castro), Guerrino Molon (a Ortigueira), Giovanni De Biasio (vicario), Mario Merotto con sede a Castro, lavora a Ponta Grossa), Edoardo Ferrari (parroco a Ortigueira), Giuseppe Leonardi (A Ponta Grossa nell’Oásis, dal 1975 al 1980) | — | Novizi; Nelson Luiz Martins, Gaetano Ângelo Sandrini, Mário Roberto Stinghen, Antônio Aparecido Vilasboas, Antônio Paulo Vieira Sagrilo, Irani Luiz Tonet, Ivan Grupp, Jonas Luis Busatta, Mario Adão Mazur, Evaldir Stolaski, novizi fratelli: Wenceslau Kluczkowski, Jucelino Zamarchi. |
1980-81 | Diego Spadotto | Diego Spadotto (superiore regionale, rettore e maestro dei chierici e novizi; con sede nel seminario di Ponta Grossa), Guerrino Molon (a Ortigueira), Giovanni De Biasio (in seminario), Mario Merotto con sede a Castro, lavora a Ponta Grossa), Edoardo Ferrari (parroco a Ortigueira), Giuseppe Leonardi (A Ponta Grossa, con sede ora nel seminario) | — | Il 25 maggio 1980 Calixto Pawlak emette per 1° la professione perpetua in Brasile. Novizi e studenti |
1981-82 | Diego Spadotto | Diego Spadotto (superiore regionale, rettore e maestro dei chierici e novizi; con sede nel seminario di Ponta Grossa), Guerrino Molon (a Ortigueira), Giovanni De Biasio (in seminario), Mario Merotto con sede a Castro, lavora a Ponta Grossa), Edoardo Ferrari (parroco a Ortigueira), Giuseppe Leonardi | — | Novizi e studenti |
1982-83 | Diego Spadotto | Diego Spadotto (superiore regionale, rettore e maestro dei chierici e novizi; con sede nel seminario di Ponta Grossa), Giovanni De Biasio (Cons. reg. con sede in seminario, come formatore degli studenti), Giuseppe Leonardi (seminario e Oásis PU), Angelo Zaniolo (parroco di Vila Cipa), Giovanni Carlo Tittoto (vicario a Ortigueira), Flavio Saccarola (Parroco a Ortigueira) | — | Novizi e studenti. Durante l’anno P. Mario Merotto parte per fondare una casa a Esmeraldas, Ecuador) |
1983-84 | Diego Spadotto | Diego Spadotto (superiore regionale, rettore e maestro dei chierici e novizi; con sede nel seminario di Ponta Grossa), Giovanni De Biasio (in seminario, formatore), Giuseppe Leonardi (seminario e Oásis), Angelo Zaniolo (parroco di Vila Cipa), Giovanni Carlo Tittoto (vicario a Ortigueira), Flavio Saccarola (Parroco di Ortigueira) | — | 30 seminaristi maggiori, tra novizi e studenti, quest’anno, nel seminario di Ponta Grossa. I novizi ammessi alla professione sono: Antônio A. Villasboas, Irani Luiz Tonet, Wenceslau Kluczkowski, Tadeu Biasio, Vandir S. Freo, Evaldir Stolaski, Luiz Caetano M. Macedo, Norberto Artêmio Rech, João Vianei Manfrin. Gli 11 novizi sono: Clementino Sierota, Edmilson Mendes, Gelson Locatelli, Glademir A. Trindade, Jaime F. Schenkel, João Pedro Fauro, Luiz Paulo F. de Barros, Márcio J. Oltremari, Renato Pedron, José Neri Crestani, Carlos Alberto Pailo. |
1984-85 | Diego Spadotto | Diego Spadotto (superiore regionale, rettore e maestro dei chierici e novizi; con sede nel seminario di Ponta Grossa), Giovanni De Biasio (in seminario), Angelo Zaniolo (parroco di Vila Cipa), Giovanni Carlo Tittoto (vicario a Ortigueira), Flavio Saccarola (Parroco di Ortigueira) P.Leonardi è passato a Belo Horizonte a maggio del 1984. | — | I novizi che entrano in noviziato quest’anno sono 12: Claudio Chrominski, Valter de Jesus Souza, Erton Luiz de Lima, Manoel Roberto Teixeira, Sérgio Antônio Werner, Elton Ezocuiel Gindri, Acir Miguel dos Santos, Antonio Dalla Pozza, Pedro Rizzi Neto, Claudio Afonso Guerin, Roberto César de Barros, Marcelino Antônio Gzesiuk. |
1985-86 | Diego Spadotto | Diego Spadotto (superiore regionale, rettore e maestro dei chierici e novizi; con sede nel seminario di Ponta Grossa), Giovanni De Biasio (in seminario, formatore), Angelo Zaniolo (parroco di Vila Cipa), Giovanni Carlo Tittoto (vicario a Ortigueira), Flavio Saccarola (Parroco di Ortigueira) | — | Novizi; studenti filosofi e in parte dell’anno ancora i teologi, che poi passeranno a Belo Horizonte |
1986-87 | Diego Spadotto | Diego Spadotto (superiore pro-provinciale, rettore del seminario di Ponta Grossa, e maestro dei novizi, Giovanni De Biasio (economo pro-provinciale e vice-maestro dei novizi), Angelo Zaniolo, Giovanni Carlo Tittoto, Flavio Saccarola (Parroco e sostituto con autorità vicaria a Ortigueira), | novizi e studenti filosofi | |
1987 | Diego Spadotto | Diego Spadotto (superiore pro-provinciale, rettore de seminario di Ponta Grossa, e maestro dei novizi, Giovanni De Biasio (economo pro-provinciale e vice-maestro dei novizi), Angelo Zaniolo, Giovanni Carlo Tittoto, Flavio Saccarola (Parroco e sostituto con autorità vicaria a Ortigueira), | novizi e studenti filosofi | |
1988 | Diego Spadotto (superiore pro-provinciale, rettore de seminario di Ponta Grossa, e maestro dei novizi, Giovanni De Biasio (economo pro-provinciale e vice-maestro dei novizi), | 6 novizi e 7 studenti filosofi quest’anno | ||
1989 | Diego Spadotto (superiore pro-provinciale, rettore de seminario di Ponta Grossa, e maestro dei novizi, Giovanni De Biasio (economo pro-provinciale e vice-maestro dei novizi), | novizi e studenti filosofi | ||
1990 | Diego Spadotto (superiore pro-provinciale, rettore de seminario di Ponta Grossa, e maestro dei novizi, Giovanni De Biasio (economo pro-provinciale e vice-maestro dei novizi), | novizi e studenti filosofi | ||
1991 | Caetano Ângelo Sandrini | Caetano Ângelo Sandrini (rettore a Ponta Grossa, maestro dei novizi e degli stud. filos.), Guglielmo Incerti (nella Casa do Menor), Diego Spadotto, João Pedro Fauro, Walter Jesus de Souza | — | novizi e studenti filosofi |
1992 | Caetano Ângelo Sandrini | Caetano Ângelo Sandrini (rettore a Ponta Grossa, maestro dei novizi e degli stud. filos.), Guglielmo Incerti, Diego Spadotto, João Pedro Fauro, Walter Jesus de Souza Ortigueira Giuseppe Viani, Norberto Artêmio Rech, Sérgio Verner | — | 3 novizi 7 professioni temporanee e altri studenti filosofi |
1993 | Caetano Angelo Sandrini | Caetano Angelo Sandrini (rettore a Ponta Grossa, maestro dei novizi e degli stud. filos.), Guglielmo Incerti, Diego Spadotto, João Pedro Fauro, Walter Jesus de Souza Ortigueira Giuseppe Viani, Norberto Artêmio Rech, Sérgio Verner | — | novizi e studenti filosofi |
1994 | Caetano Ângelo Sandrini | Caetano Ângelo Sandrini (rettore a Ponta Grossa, maestro dei novizi e degli stud. filos.), Guglielmo Incerti, Diego Spadotto, João Pedro Fauro, Walter Jesus de Souza Ortigueira Giuseppe Viani, Norberto Artêmio Rech, Sérgio Verner | — | novizi e studenti filosofi |
1995 | Caetano Ângelo Sandrini | Caetano Ângelo Sandrini (rettore del seminario e maestro dei novizi), Vandir Santo Freo (maestro degli studenti filos. ed economo del seminario); Edoardo Ferrari, parroco della Parrocchia di Vila Cipa ed economo pro-prov.; Guglielmo Incerti (direttore della casa do Menor), Valdecir Pavan (economo della famiglia religiosa). Ortigueira: Aldino Antônio da Rosa (parroco), Giovanni Carlo Tittoto (vicario). | 14 Novizi (di cui 1 fratello) e studenti di filosofia P. Vandir Santo Freo Cominca a occuparsi della pastorale universitaria, sostituendo P. Diego Spadotto, e lo fa fino al 1997. | |
1996 | Vandir Santo Freo | Vandir Santo Freo (cons, prov., rettore della famiglia religiosa e maestro degli studenti di filosofia), Caetano Ângelo Sandrini (vic. prov., maestro dei novizi), Guglielmo Incerti (direttore della casa do Menor), con Valdecir Pavan, don Sandro Colonna di Stigliano; Parrocchia Vila Cipa Edoardo Ferrari (parroco). Ortigueira: Aldino Antônio da Rosa (parroco) Giovanni Carlo Tittoto (vicario). | 5 Novizi e studenti di filosofia, dei quali 9 cominciano questi studi e hanno emesso la prima professione religiosa. | |
1997 | Caetano Ângelo Sandrini | Seminario: Caetano Ângelo Sandrini (rettore e maestro dei novizi), Antônio Paulo Vieira Sagrilo (maestro degli studenti di filosofia) Casa do Menor: Guglielmo Incerti (direttore) Parrocchia Vila Cipa: Edoardo Ferrari, parroco Ortigueira: Aldino Antônio da Rosa (parroco), Giovanni Carlo Tittoto (vicario), | — | Novizi e studenti di filosofia Dalla fine del 1996 (10 dicembre) è in azione a Ponta Grossa nella Casa do Menor anche don Sandro Colonna di Stigliano, sacerdote diocesano italiano operante in Svizzera, come Fidei donum per tre anni in Brasile (1977-1979). |
Tabella: la casa di Ortiguera (da quando autonoma)
Anno | Rettore | Preti | Fratelli laici | Seminaristi e osservazioni |
1998 | Mario Valcamonica | Mario Valcamonica (parroco), Giovanni Carlo Tittoto (vicario), diac. José Sidney do Prado Alves. | — | — |
1999 | Mario Valcamonica | Mario Valcamonica (parroco), Giovanni Carlo Tittoto, poi José Sidney do Prado Alves | — | — |
2000 | Mario Valcamonica | Mario Valcamonica (parroco) e altri. | — | — |
2001 | Mario Valcamonica | Mario Valcamonica (parroco e rettore della famiglia religiosa Ponta Grossa-Ortigueira | — | — |
2002 | Mario Valcamonica | Mario Valcamonica (parroco e rettore della famiglia religiosa Ponta Grossa-Ortigueira | — | — |
2003 | Mario Valcamonica | Mario Valcamonica (parroco e rettore della famiglia religiosa Ponta Grossa-Ortigueira | — | — |
2004 | Irani Luiz Tonet | Irani Luiz Tonet (parroco), Norberto Artêmio Rech (vicario) | — | — |
2005 | Irani Luiz Tonet | Irani Luiz Tonet (parroco), Norberto Artêmio Rech (vicario) | — | — |
2006 | Irani Luiz Tonet | Irani Luiz Tonet (parroco), Norberto Artêmio Rech (vicario) | — | — |
2007 | Antônio Ganser | Antônio Ganser (parroco dal 20 gennaio e fino a settembre a ottobre); poi assunse interinalmente Giuseppe Viani (?) | — | — |
2008 | Adriano Sacardo | Adriano Sacardo (come amministratore parrocchiale), Norberto Artêmio Antônio Rech (vicario); il fratello Eder [probabilmente Heder Machado, NdA] come responsabile della casa da Criança | — | — |
2009 | Adriano Sacardo | Adriano Sacardo (come amministratore parrocchiale), Norberto Artêmio Antônio Rech (vicario) | ||
2010 | Milton Cézar Freo Tobias | Milton Cézar Tobias (parroco e direttore della casa da Criança e Adolescente); don Sandro Colonna, “Fidei donum”. | ||
2011 | Jorge de Oliveira | Jorge de Oliveira (parroco?), Maurício Kviatkoski de Lima (vicario) | ||
2012 | Milton César Freo Tobias | Milton Cézar Freo Tobias (parroco), Jorge de Oliveira (vicario) | ||
2013 | Márcio Campos da Silva | Márcio Campos da Silva (Parroco), Edoardo Ferrari (vicario) | ||
2014 | *** | |||
2015 | ||||
2016 | *** | |||
2017 | Mario Valcamonica (parroco), Nelson Luiz Martins (vicario parrocchiale) | — | ||
2018 | Mario Valcamonica (parroco), Nelson Luiz Martins (vicario parrocchiale) | — | ||
2019 | Mario Valcamonica (parroco), Nelson Luiz Martins (vicario parrocchiale) | — | ||
2020 | Mario Valcamonica (parroco), Nelson Luiz Martins (vicario parrocchiale) |
Tabella: la casa di Ponta Grossa (da quando autonoma)
Anno | Rettore | Preti | Fratelli laici | Seminaristi e osservazioni |
1998 | Caetano Ângelo Sandrini | Seminario: Caetano Ângelo Sandrini (rettore e maestro dei novizi), Antônio Paulo Vieira Sagrilo (maestro degli studenti di filosofia) Casa do Menor: Valdecir Pavan (direttore), don Sandro Colonna; Parrocchia di Vila Cipa: James Dalalasta (parroco) | — | 5 Novizi e 17 studenti di filosofia. La casa (o meglio l’insieme di case e opere) di Ponta Grossa si stacca da quella di Ortigueira, cui prima era giuridicamente unita. |
1999 | Caetano Ângelo Sandrini | Seminario: Caetano Ângelo Sandrini (rettore e maestro dei novizi), Antônio Paulo Vieira Sagrilo (maestro degli studenti di filosofia) Casa do Menor: Valdecir Pavan (direttore), don Sandro Colonna; Parrocchia di Vila Cipa: James Dalalasta (parroco) | — | 15 Novizi e 8 studenti di filosofia |
2000 | Seminario: Caetano Ângelo Sandrini (rettore e maestro dei novizi), Antônio Paulo Vieira Sagrilo (maestro degli studenti di filosofia) | — | 9 postulanti, 9 Novizi e 15 studenti di filosofia a Ponta Grossa e 2 a Uberlândia | |
2001 | Mario Valcamonica, a Ortigueira, ma rettore di Ponta Grossa e Ortigueira | Antônio Paulo Vieira Sagrilo (direttore e Maestro dei Novizi), Valdecir Pavan (direttore della Casa do Menor) con don Sandro Colonna; Aldino Antônio da Rosa (parroco a Vila Cipa), João da Costa Holanda (maestro degli studenti e economo) | — | Novizi e studenti di filosofia |
2002 | Antônio Paulo Vieira Sagrilo (O Mario Valcamonica, a Ortigueira, ma rettore di Ponta Grossa e Ortigueira?)*** | Antônio Paulo Vieira Sagrilo (rettore, Maestro dei Novizi), Valdecir Pavan (direttore della Casa do Menor), con don Sandro Colonna; Aldino Antônio da Rosa (parroco a Vila Cipa), João da Costa Holanda (maestro degli studenti) | — | Novizi; gli studenti di filosofia passano a Uberlândia |
2003 | Antônio Paulo Vieira Sagrilo (o Mario Valcamonica, a Ortigueira, ma rettore di Ponta Grossa e Ortigueira?) | Antônio Paulo Vieira Sagrilo (rettore, Maestro dei Novizi), Valdecir Pavan (direttore della Casa do Menor), con don Sandro Colonna; Aldino Antônio da Rosa (parroco a Vila Cipa), João da Costa Holanda (maestro degli studenti) | — | Novizi |
2004 | Antônio Paulo Vieira Sagrilo | Antônio Paulo Vieira Sagrilo (rettore, maestro dei novizi) con religioso Jean [Carlos de Araujo Ferreira]; Vanderlei Pavan (direttore della Casa do Menor e parroco della parrocchia di Vila Cipa) | Renato J. Rothen (nella parrocchia di Vila Cipa e nella casa do Menor. | Novizi NB: l’IFITEME esiste ancora a Ponta Grossa nel 2004, ma i Cavanis sono passati a Uberlândia due anni prima. |
2005 | Antônio Paulo Vieira Sagrilo | Antônio Paulo Vieira Sagrilo (rettore, maestro dei novizi) con religioso Jean [Carlos de Araujo Ferreira]; Vanderlei Pavan (direttore della Casa do Menor e parroco della parrocchia di Vila Cipa) | — | Novizi |
2006 | Antônio Paulo Vieira Sagrilo (rettore)/ José Sidney do Prado Alves (rettore) | Antônio Paulo Vieira Sagrilo (rettore, maestro dei novizi) / José Sidney do Prado Alves (maestro dei novizi e probabilmente rettore | — | Novizi |
2007 | José Sidney do Prado Alves | José Sidney do Prado Alves (maestro dei novizi e probabilmente rettore); Vandir Santo Freo (parroco della parrocchia di Vila Cipa), con il postulante Paulo [Giareta, probabilmente. NdA] come aiutante. Irani Luiz Tonet direttore della Casa do Menor | — | 7 Novizi. 32 seminaristi professi. Il religioso teologo José Amilton G. dos Santos Paulo Giareta frequenta teologia all’IFITEME a Ponta Grossa. |
2008 | José Sidney do Prado Alves | José Sidney do Prado Alves (maestro dei novizi e probabilmente rettore); Vandir Santo Freo (parroco della parrocchia della Vila Cipa e direttore della Casa do Menor), con il postulante Paulo [Giareta, probabilmente. NdA] come aiutante. | — | Novizi |
2009 | *** | *** | — | Novizi |
2010 | Valdecir Pavan | Valdecir Pavan, rettore e direttore del noviziato, con Ricardo Burato e Antônio Kossoski; Delvair Batista Lemonie e André Pereira Souto, rispettivamente parroco e vicario a Vila Cipa, parrocchia Nossa Senhora de Fátima; Delvair Lemonie direttore della casa do Menor “Irmãos Cavanis” di Vila Cipa. | — | Novizi |
2011 | Valdecir Pavan | Paulo Oldair Welter (maestro dei novizi) *** Valdecir Pavan (parroco a Vila Cipa) con P. Delvair B. Lemonie | — | Novizi |
2012 | Delvair Batista Lemonie (parroco) Paulo Oldair Welter (Maestro dei Novizi) | — | Novizi | |
2013 | *** etc. | Paulo Oldair Welter (Maestro dei Novizi) | — | Novizi |
2014 | Paulo Oldair Welter (Maestro dei Novizi) | — | Novizi | |
2015 | Paulo Oldair Welter (Maestro dei Novizi) | — | novizi | |
2016 | Paulo Oldair Welter (Maestro dei Novizi) | — | 5 novizi | |
2017 | Paulo Oldair Welter | Paulo Oldair Welter (rettore e maestro dei novizi), Tadeu Biasio, Rodrigo Duarte. | — | novizi |
2018 | Paulo Oldair Welter | Paulo Oldair Welter (rettore e maestro dei novizi), Tadeu Biasio, parroco a Nossa Senhora de Fátima di Vila Cipa e responsabile della Casa do Menor, Milton Cézar Freo Tobias, vicario a Vila Cipa. | — | 4 novizi |
2019 | Tadeu Biasio (maestro dei novizi) con l’aiuto del diacono permantente Cavanis José Barbosa, João da Costa Holanda (parroco a Nossa Senhora de Fátima di Vila Cipa), responsabile della Casa do Menor, José Amilton Gomes dos Santos (vicario) a Vila Cipa. | Wenceslau Kluczkowski | 4 postulanti, 1 novizio, | |
2020 | *** | *** |
Tabella: Centro di Pastorale Universitaria Oásis, Ponta Grossa – Paraná – Brasile
Anno | Direttore | Osservazioni |
1974 | Giuseppe Leonardi | G.L. comincia il lavoro, senza una base fisica, cioè senza sede |
1975 | Giuseppe Leonardi | Inaugurazione dell’Oásis, Centro della Pastorale Universitaria, il 19 maggio 1975. P. Leonardi passa a risiedere nella casa della Pastorale Universitaria, anche se de jure appartiene alla casa di Castro, dove va periodicamente per le riunioni di comunità. |
1976 | Giuseppe Leonardi | Il vescovo dona formalmente, per via notarile, il terreno e la casa della Pastorale Universitaria alla Congregazione delle Scuole di Carità-Istituto Cavanis |
1977 | Giuseppe Leonardi | |
1978 | Giuseppe Leonardi | |
1979 | Giuseppe Leonardi | |
1980 | Giuseppe Leonardi | Con la costruzione e l’inaugurazione del noviziato e seminario maggiore Cavanis a Ponta Grossa, P. Leonardi passa ad appartenere a questa casa e comunità, e anche a risiedere (di notte) in seminario. |
1981 | Giuseppe Leonardi | |
1982 | Giuseppe Leonardi | P. Giuseppe Leonardi passa un semestre sabbatico (4 mesi) a Gerusalemme ed è sostituito da P. Giuseppe Viani, molto amato dagli “oasiani”. |
1983 | Giuseppe Leonardi | |
1984 | Giuseppe Leonardi e, dopo maggio, Diego Spadotto | P. Leonardi è trasferito come parroco a Belo Horizonte e assessor nacional della Pastorale Universitaria, e P. Diego Spadotto assume la direzione della casa e la carica di assistente della Pastorale Universitaria di Ponta Grossa, senza residenza nella casa dell’Oásis, perché egli era superiore provinciale della provincia Brasile dei Cavanis e per di più maestro dei novizi, e doveva risiedere nel noviziato, sempre a Ponta Grossa. |
1985 | Diego Spadotto | |
1986 | Diego Spadotto | Il vescovo, dom Geraldo M. Pellanda, ritira tacitamente l’incarico dell’assistenza della Pastorale Universitaria ai Cavanis e lo assegna ai Legionari di Cristo; inoltre senza avviso preliminare e senza alcun diritto porta via l’immobile della PU, che apparteneva ormai da anni all’Istituto Cavanis. |
1987 | Diego Spadotto | P. Diego Spadotto continua per qualche anno a seguire informalmente i giovani della PU, che non volevano associarsi con i Legionari di Cristo, Questi poi, anche in seguito, non si occuparono per nulla della PU. |
….. | (interruzione) | Un’interruzione di 2 o 3 anni (secondo due versioni differenti di due fonti diverse). |
1991 | Diego Spadotto | Si riprende l’attività di assistenza alla pastorale universitaria, ma senza un edificio corrispondente come sede. P. Diego Spadotto ne è incaricato dal nuovo vescovo di Ponta Grossa, Dom Murilo Ramos Krieger. |
1992 | Diego Spadotto | |
1993 | Diego Spadotto | |
1994 | Diego Spadotto | |
1995 | Diego Spadotto/Vandir Santo Freo | P. Diego continuò a occuparsi della Pastorale Universitaria fino al 1995, sarà sostituito poi dal P. Vandir Santo Freo, che portò avanti questo impegno fino al 1997. |
1996 | Vandir Santo Freo | |
1997 | Vandir Santo Freo |
LISTA DEI VESCOVI E ALTRI ORDINARI DELLA DIOCESI DI PALMAS – FRANCISCO BELTRÃO
La Prelazia di Palmas fu creata mediante la bolla papale “Ad Maius Christofidelium (sic) Bonum“, del Papa Pio XI, il 9 dicembre 1933, smembrandola dalle Diocesi di Lages (Santa Catarina) e Ponta Grossa (Paraná). L’elevazione della prelazia a diocesi avvenne il 14 gennaio 1958 con la bolla “Quoniam Venerabilis Frater“, del papa Pio XII. Il prelato Dom Carlos Eduardo Sabóia Bandeira de Mello morì il 6 febbraio 1969. In questa occasione fu nominato come 3º Amministratore Apostolico di Palmas Dom Geraldo Micheletto Pellanda, Vescovo di Ponta Grossa. Il secondo vescovo diocesano fu nel 1970 Dom Agostinho José Sartori. Il 7 gennaio 1987, con il Decreto Cum urbis della Congregazione per i vescovi, la diocesi passò a chiamarsi Diocesi di Palmas-Francisco Beltrão.
Il 9 febbraio 1984, in forza del decreto Quo aptius della Congregazione per i vescovi, la diocesi perse i comuni di Bituruna e di General Carneiro, che cedette alla diocesi di União da Vitória.
3.8 La Casa di Realeza – Paraná – Brasile
Realeza è un comune del Brasile nello Stato del Paraná, parte della mesoregione del Sudovest Paranaense e della microregione di Capanema. È situata a 620 metri di altitudine, a 25°46′07″S 53°31′52″W, a 515 km dalla capitale della stato, Curitiba; in una regione che originariamente era coperta di foreste pluviali di araucarie. Il comune ha 353 km di area e 17.068 abitanti (IBGE 2016), cioè 48,29 abitanti/km². Il confine nord del territorio del comune è marcato dal corso del fiume Iguaçu. La popolazione vive soprattutto di agricoltura, allevamento del bestiame e commercio. La parrocchia, come le due successive, appartiene alla Diocesi di Palmas-Francisco Beltrão, che prima del 1987 si chiamava semplicemente Diocesi di Palmas.
Realeza fu fondata da pionieri, come accampamento e poi villaggio, nel 1960, con la costruzione delle prime case in legno, e le fu dato il nome di Realeza do Pinho, attorno al 20 settembre 1960, perché c’era abbondanza della preziosa e bellissima essenza arborea Araucaria angustifolia. Da notare che in italiano Realeza si traduce con “Regalità”, non con “realtà”; ma significa anche “bellezza”, “splendore”. La fondazione vera e propria di Realeza come centro abitato accadde però nel giugno 1961 e l’installazione il 1963. Dopo la creazione del comune, accaduta il 24 giugno 1963, con lo sfruttamento e l’abbattimento progressivo dei pinheiros, la città passò a chiamarsi soltanto Realeza, e gli abitanti Realezenses. La città era stata fondata da abitanti della parte occidentale del Rio Grande do Sul, cioè, come sono chiamati, da “gaúchos”.
Da notare che il Centro de tradições Gaúchas-CTG di Realeza era frequentato dal P. Livio Donati, che vi appariva con il caratteristico vestiario (tradizionale ed antico, tuttavia non di uso quotidiano ormai da decenni) di gaúcho, con bombachas (i pantaloni “alla zuava”, legati al ginocchio, abbondantemente rigonfi), botas (stivali) magari fossero di garrão-de-potro (cioè modellate a partire dal cuoio di un garretto di puledro); come cintura, una fascia larga, nera, detta anche cinturão de bolsas, sul tipo della “guaiaca”; una camicia bianca o a righe, con un ampio colletto e maniche larghe, detta bichará, naturalmente il poncho (“mantello” di lana o feltro, spesso a righe, che si indossa infilando la testa nell’apertura centrale), e un cappello a tesa abbastanza larga, fissato da una cinghia detta barbacacho o barbicacho, sotto il mento o anche sotto il naso. Era una forma d’inculturazione e, se si vuole, di incarnazione. Questo tipo di vestiario è caratteristico – a livello folcloristico e tradizionale – di tutta la fascia abitata da gaúchi: soprattutto in Argentina, in Paraguay e Uruguay, ma anche, in Brasile, in Rio Grande do Sul, nelle regioni occidentali degli stati di Santa Catarina e Paraná, nel Mato Grosso do Sul, Mato Grosso e più tardi fino al Pará e in altri luoghi dell’Amazzonia legale.
Una delle caratteristiche dei gaúchos è quella di assorbire la erva mate o chimarrão, cioè un infuso leggermente eccitante di foglie tritate in polvere, dopo essere state tostate, dell’albero di Ilex paraguariensis A. Saint Hilaire, 1822. L’infuso si prepara in un guscio legnoso di un frutto chiamato porongo, che quando preparato per l’uso si chiama cuia; si succhia l’infuso attraverso una cannuccia metallica chiamata bomba che termina in un filtro metallico nell’estremità inferiore che si infila nella miscela di polvere e di infuso, e un bocchino metallico dorato (almeno apparentemente) all’estremità che si infila in bocca. L’estremità dorata dovrebbe impedire, con molto ottimismo, la comunicazione di virus e batteri, quando si beve a turno nella stessa miscela, con la bomba, come si fa molto spesso.
La prima messa celebrata a Realeza avvenne il 17 settembre 1961, e il celebrante fu il P. Arthur Vangeel, della parrocchia Nossa Senhora da Glória (Madonna Assunta) della città di Francisco Beltrão; l’altare fu improvvisato sul pianale di un camion, di proprietà di tale Lotário Rippel. “Era il tempo in cui ogni giorno entravano camion e carri tirati da cavalli o buoi con traslochi di famiglie nei boschi del Sudovest”, come scrive il P. Arthur Rieppel di cui si diceva prima. La parrocchia fu istituita formalmente dal vescovo di Palmas il 12 aprile 1964 e la parrocchia fu dedicata a Cristo Rei; l’idea era stata del vescovo, che aveva detto: “Realeza ha bisogno di un re”.
Attualmente la città ha la parrocchia e la chiesa parrocchiale e matrice di Cristo Re (Cristo-Rei). La parrocchia fu accettata dall’Istituto Cavanis, all’inizio di gennaio 1972 e i primi due padri Cavanis in questa parrocchia e nella diocesi di Palmas, che più tardi (1987) passò a chiamarsi Diocesi di Palmas-Francisco Beltrão, furono P. Marcello Quilici (rettore e parroco) e P. Livio Donati. Partirono da Castro il 2 gennaio 1972, e il viaggio fu lungo e difficile, perché buona parte della strada, a quel tempo almeno da Guarapuava o da Cascavel in poi, era strada di terra, cioè di polvere d’estate e di fango profondo e colloso (terra roxa e massapé o massapê). La terra roxa, dal nome, vorrebbe dire propriamente, in lingua luso-brasiliana, “terra viola”, ma in realtà è terra rossa, piena di ossidi di ferro e alluminio, di regolito, cioè dalla progressiva erosione e trasformazione delle lave basaltiche del Gruppo Serra Geral; massapê poi, pur con la variante possibile dal nuovo sistema ortografico, nel dizionario si traduce “Terra argillosa, generalmente scura, di eccellente qualità per la coltivazione della canna da zucchero”; ma in questo caso, trattandosi di strade, vuol dire terra estremamente scivolosa, collante, tenace, specializzata in portare i veicoli dalla colma alle cunette laterali, da dove potranno essere estratti solo da un trattore, o piuttosto, a quei tempi, da un paio di buoi, che bisognava andar a cercare a piedi nel massapê più tenace e scivoloso, nella fattoria più vicina o piuttosto lontana.
Arrivarono comunque e furono accolti i padri con estrema cordialità e gioia e naturalmente con un grande churrasco. La chiesa era ancora di legno, molto semplice, e la popolazione del paese era a quel tempo dedicata soprattutto a disboscare, a fare grandi queimadas, ossia a bruciare la foresta, e a preparare il terreno per coltivare, e c’erano segherie che tagliavano i pinheiros, producendo tábuas, matajuntas, sarrafos, sarrafinhos, meia-canas, murais, e insomma tutte le parti in legno necessarie per costruire case e altri edifici. Li aspettava Dom Agostinho Sartori, il primo vero vescovo diocesano, che impose la stola sulle spalle di P. Marcello Quilici e compì tutto il rito della presa di possesso del parroco.
La prime opere di edificazione compiute dai padri Cavanis, furono quelle del famoso pavilhão o “padiglione”, sala multiuso, con posa della prima pietra il 27 maggio 1973 e inaugurazione nel 1982; e della grotta di Lourdes inaugurata il 22 aprile 1979. Ruben Cézar Castellani ricordava anche, tra le prime opere, “il giornale A Realidade”, il Centro catechetico, il Centro Sociale ricreativo Cristo Re, le Promozioni umane Cristo Re, la casa dei bambini (Casa da Criança) “Padre Ludovico Rendin”.
Lungo tutto il cammino della comunità Cavanis nella cara parrocchia di Realeza, ciò che le testimonianze scritte e orali sottolineano di più, tuttavia, più che le opere concrete e gli edifici, sono la presenza costante, la visita frequente alle numerose comunità dell’interno, la disponibilità, la catechesi ben fatta e ben seguita, la dedizione ai bambini, agli adolescenti e ai giovani.
A questo punto, l’Istituto Cavanis ora aveva già tre sedi in Brasile: Castro, Ortigueira e Realeza. Si cominciava a pensare seriamente a svolgere in modo sistematico la pastorale vocazionale. Realeza, e anzi tutto il sudovest del Paraná si dimostrò in questo senso una zona perfetta. La regione di Castro invece non era molto ricca di ragazzi che sentissero la vocazione alla vita religiosa e presbiterale; mentre il sudovest dello stato ne era più ricco.
Già prima della fondazione del seminario a Realeza c’era un gruppetto di ragazzi che era passato nel seminario minore di Castro. Però era molto lontano dalle loro famiglie. Allora ben presto si fondò un aspirantato, cioè un seminario per ragazzini, che poi eventualmente passavano al seminario di Castro. La prima pietra fu posta il 23 aprile 1978 e l’inaugurazione ebbe luogo il 22 aprile 1979. Il nuovo seminario, che sorge sulla rua Antônio Ângelo Cavanis, fu dedicato a Nossa Senhora Aparecida (=la Madonna dell’apparizione), il titolo principale della Madonna in Brasile, come patrona del Paese. Era un piccolo seminario, ma ben presto pieno zeppo di bambini e ragazzetti di Realeza e delle parrocchie vicine. Era grande anche l’interesse dimostrato dalla popolazione, che aiutava in tutti i modi. Era stato grande anche l’aiuto dei donatori del podere di circa 12 ettari in cui fu costruito il seminario, che furono Bruno Zuttion e Cézar Castellani. Aveva contribuito in modo molto rilevante anche la benefattrice italiana Maria Pianezzola di Cavaso.
Sarebbe lungo ricordare qui tutta la lunga storia della presenza Cavanis di Realeza, bisognerà sintetizzare molto. Ricorderemo la pastorale della salute e l’infermeria-ambulatorio, promosse soprattutto dal “romano de Roma” (oriundo dall’Istituto Tata Giovanni) fratel Aldo Menghi, organizzata e mantenuta da poco dopo il suo arrivo a Castro e quasi subito dopo a Realeza e almeno fino alla sua partenza per Esmeraldas (fine 1983); la costruzione di una nuova chiesa, in metallo e vetro, bellissima ma estremamente calda d’estate e capace di abbacinare il popolo la mattina e il prete sull’altare, rispettivamente quando il sole del mattino o calante al tramonto si rifletteva sulle pareti di cristallo. La chiesa successiva, questa volta in cemento armato e mattoni, con una forma da fiaba e un’infinità di finestrelle. Oltre alla chiesa matrice, la parrocchia ha una trentina di cappelle, con le loro rispettive comunità.
Furono molti i parroci che si susseguirono alla guida della parrocchia e i direttori del Seminario, I loro nomi, assieme a quelli delle rispettive comunità, si trovano nella tabella annessa, fino a quello attuale, del 2020.
Un momento di tensione accadde nel 2012, quando il vescovo di Palmas-Francisco Beltrão Dom José Antônio Peruzzo volle togliere la parrocchia di Realeza ai Cavanis; accettava che rimanessero solo se accettavano di assumere la direzione della casa per tossico-dipendenti “Casa+Vida”. Il preposito fu costretto a cedere al ricatto e ad accettare e autorizzò; anche se poi la cosa non ebbe continuità.
Oggigiorno, come altrove in Brasile, e del resto in molti paesi, il numero di ragazzi “vocazionati” è in netta diminuzione anche a Realeza e dintorni; tutta via il seminario continua a essere aperto e a offrire agli adolescenti di sperimentare questa vocazione preziosa.
Realeza fu ben presto affiancata da altre parrocchie in zona, e passiamo a parlare di queste, più brevemente, perché molte delle cose dette per Realeza si adattano anche alle altre due parrocchie.
3.9 La casa di Pérola d’Oeste – Paraná – Brasile
La parrocchia seguente che l’Istituto accettò, nel sudovest del Paraná, fu quella di Pérola do Oeste, ossia la Perla dell’Ovest, distante una ventina di chilometri da Realeza. Pérola d’Oeste è un comune del Brasile nello Stato del Paraná, parte della mesoregione del Sudoeste Paranaense e della microregione di Capanema. La sua popolazione è stimata in circa 6.764 abitanti (IBGE 2010). Il comune di Pérola fu eretto come tale nel 1961, ma esisteva un piccolo assentamento o insediamento di abitanti già negli anni ’50, con l’entrada di gaúchos provenienti dall’ovest del Rio Grande do Sul in cerca di terre. Si trova localizzata, al centro-città, a 25° 49′ 27″ S, 53° 44′ 26″ W, a 329 m di altitudine. L’area del comune è di 206 km², con una densità che era di 32,81 abitanti/ km² nel 2010.
Il territorio di Pérola d’Oeste si trova adiacente alla frontiera con l’Argentina e al parco internazionale dell’Iguaçu, con foreste impenetrabili dalla parte Argentina. Fa impressione vedere su Google maps – dispiace dirlo – che dalla parte brasiliana quasi tutta la foresta pluviale ad Araucaria è stata distrutta, mentre dalla parte argentina, essa è conservata per estensioni enormi nel nord della provincia di Misiones. Chi scrive ricorda ancora alcuni dei boschi fittissimi che esistevano nel territorio della parrocchia di Pérola d’Oeste ancora nel 1974, non lontano dalla chiesa parrocchiale e dalla casa del parroco. Camminando attraverso di esse, in certi posti, soprattutto nelle vallette che increspavano il terreno, sembrava più di nuotare nella vegetazione che di camminare sul fondo, tanto erano fitte le liane (cipós), intrecciati i rami, le piante anche urticanti, Pur avendo già molta pratica di attraversare foreste vergini o quasi vergini del sudovest e ovest del Paraná, gli pareva a volte addirittura di sentire un senso di soffocazione. Non è più così oggi, ben poco rimane di quella vegetazione.
La popolazione attualmente è in diminuzione, se sono accurati i dati citati da P. Giovanni De Biasio nel 1994 (12.254 abitanti): in diciannove anni, dal censimento del 1991 al 2010 ci sarebbe stata una diminuzione di 5.590 abitanti, ossia di quasi la metà.
La parrocchia del S. Cuore di Gesù, l’unica della città, fu istituita il 6 gennaio 1968. I primi due parroci furono francescani, OFM. Il 3 giugno 1974 il vescovo, Mons. Agostinho Sartori, decise e ottenne di affidare la parrocchia ai religiosi delle Scuole di Carità. Il primo parroco Cavanis, P. Angelo Zaniolo, prese possesso nel giugno 1974. La strada nelle ultime centinaia di chilometri era in quei giorni di pioggia tanto fangosa che, anche se sembra impossibile, impiegammo due giorni a raggiungere Pérola da Cascavel, e dovemmo passare la notte a Francisco Beltrão. D’altra parte, il giorno dopo la presa di possesso, i volontari della parrocchia dovettero togliere il fango che c’era in chiesa, sul tavolato del pavimento, con le zappe; tanto era il fango che la gente aveva portato dentro con gli stivali infangati. Oggi sembra realmente impossibile.
La chiesa a quel tempo era tutta in legno con una semplice struttura metallica di sostegno; era a forma di semi cilindro, con il pavimento in tavole di pinheiro e soffitto e pareti pure in legno, sostenute da archi di acciaio. La canonica invece era in muratura, piuttosto confortevole, anche se naturalmente piccola, con vista sulla foresta sul colle di fronte.
La chiesa originaria in legno e metallo, ormai inadatta, nel 1984 o 1985 fu sostituita, dal 5° parroco, P. Edoardo Ferrari, da una più solida in muratura con travi in cemento armato; con una forma vagamente esagonale a pareti leggermente curve, finestre alte e strette ad arco a tutto tondo, su alto piedritto. Un portico permette di ripararsi entrando e uscendo. L’architetto o piuttosto l’ingegnere non ha certo esagerato nello stile o nella fantasia. Oltre la chiesa matrice, del S. Cuore di Gesù, la parrocchia disponeva di una trentina di cappelle nelle varie linhas, ossia le varie serie di cappelle lungo le strade che si allontanano dal centro.
Nel 1978 fu inaugurato il Centro di Formazione Cristiana, (ciò che si potrebbe anche chiamare “Le opere parrocchiali”).
3.10 La Casa di Planalto – Paraná – Brasile
Planalto è un comune brasiliano dello stato del Paraná. La sua popolazione si stimava (nel 2010) in 13.668 abitanti. È situata a 25° 42′ 57″ S, 53° 45′ 57″ W; la densità della popolazione era di 39,53/ km². L’area è di 346 km²; fu fondata come comune l’11 novembre 1963. La regione dove si localizza cominciò a essere effettivamente occupata a partire dalla decada dei ‘40 da parte di coloni gaúchos e catarinenses, cioè degli stati del Rio Grande do Sul e di Santa Catarina, che riproducevano qui la loro agricoltura mercantilizzata, con base in una piccola produzione di carattere familiare. Dati storici sulla colonizzazione – si direbbe piuttosto distruzione dell’ambiente – di tutta questa ampia regione dei comuni di Capanema, Realeza, Pérola e Planalto, tra l’altro si trovano nelle memorie di P. Giuseppe Simioni, Cavanis, già vicario a Planalto.
La casa o meglio residenza Cavanis di Planalto, con la sua piccola parrocchia, è stata aperta e la parrocchia accettata dalla diocesi di Palmas-Francisco Beltrão dalla Congregazione in modo provvisorio l’11 febbraio nel 1988, e i due padri Giuseppe Viani e poi Nelson Luiz Martins se ne occuparono nei primi tempi. In seguito si accettò la parrocchia in modo completo, e ne fu parroco per tre anni P. Marcello Quilici dal 28 febbraio 1990 e via via gli altri parroci. La parrocchia come tale del resto era stata eretta nel 1968. Prima era una cappella (e una comunità) della parrocchia di Capanema, con sede nella città omonima. Si narra che la cappella precedente aveva avuto una “vita” difficile e che, essendo semplicemente in legno, più volte era stata distrutta da uragani. Ogni volta il nome del patrono o patrona era stato cambiato, cercando una protezione migliore!
La parrocchia, l’unica della piccola città di Planalto, che, con le comunità dell’interno, ha circa 15.000 abitanti, si trova quasi del tutto circondata dal parco-foresta internazionale dell’Iguaçu, cosicché è molto isolata e quasi inaccessibile, con il risultato che non ha sviluppo. La Congregazione, dentro di un piano di ridimensionamento, ha restituito la parrocchia alla diocesi e estinto la casa nel 2010.
Da notare un elemento interessante: dal territorio della parrocchia si poteva passare in canoa in Argentina, attraversando un piccolo affluente dell’Iguaçu, il rio Santo Antônio, senza che ci fosse bisogno di passaporto e senza che si trovasse controllo o dogana. La gente lo faceva, in un senso o nell’altro secondo i periodi e secondo la convenienza dettata dalla situazione dell’inflazione rispettiva, per andare a fare compere dall’altra parte. Anche chi scrive una volta ha visitato l’Argentina in questa simpatico stile informale di viaggio internazionale nautico. Dall’altra parte, il comune di Planalto è diviso da quello do Realeza da un altro affluente dell’Iguaçu, il rio Capanema.
Tabella: le case di Realeza (1971-2020) e di Pérola d’Oeste (1974-2020) – Paraná – Brasile
Anno scolastico | Rettore | Preti | Fratelli laici e osservaz. | Seminaristi e osservazioni |
1971-72 | Marcello Quilici | Marcello Quilici (rettore e parroco), Giuseppe Pagnacco | — | All’inizio, fino al 1974, si tratta della sola casa di Realeza |
1972-73 | Marcello Quilici | Marcello Quilici (rettore e parroco), Livio Donati | — | — |
1973-74 | Marcello Quilici | Marcello Quilici (rettore e parroco), Livio Donati, Angelo Zaniolo | — | P. Angelo Zaniolo e assegnato alla regione Brasile dall’autunno 1973, ma raggiunge il Brasile, nel maggio 1974. |
1974-75 | Marcello Quilici | Marcello Quilici (rettore di Realeza-Pérola d’Oeste e parroco a Realeza), Livio Donati, Angelo Zaniolo (parroco di Pérola), Giovanni Carlo Tittoto | Aldo Menghi (a Realeza) | P. Angelo Zaniolo è parroco a Pérola d’Oeste, dal giugno 1974. |
1975-76 | Marcello Quilici | Marcello Quilici (rettore di Realeza-Pérola e parroco a Realeza), Angelo Zaniolo (parroco a Pérola), Giancarlo Tittoto, Celestino Camuffo, Flavio Saccarola | Aldo Menghi | — |
1976-77 | Marcello Quilici | Marcello Quilici (rettore di Realeza-Pérola e parroco a Realeza), Mario Merotto, Angelo Zaniolo (parroco a Pérola), Celestino Camuffo | Aldo Menghi | — |
1977-78 | Marcello Quilici | Marcello Quilici (rettore di Realeza-Pérola e parroco a Realeza), Mario Merotto, Angelo Zaniolo (parroco a Pérola), Celestino Camuffo, Giovanni Carlo Tittoto | Aldo Menghi | — |
1978-79 | Marcello Quilici | Marcello Quilici (rettore di Realeza-Pérola e parroco a Realeza), Mario Merotto, Giuseppe Simioni, Angelo Zaniolo (parroco a Pérola), Celestino Camuffo | Aldo Menghi | — |
1979-80 | Dal 1979 questa comunità si chiama: casa Realeza-Pérola | |||
1979-80 | Marcello Quilici | Marcello Quilici (rettore e parroco a Realeza), Giuseppe Simioni, Angelo Zaniolo (parroco a Pérola), Celestino Camuffo, Flavio Saccarola (responsabile del seminario minore di Realeza, direttamente dipendente dal superiore regionale) | Aldo Menghi | seminaristi minori |
1980-81 | Marcello Quilici | Marcello Quilici (rettore e parroco a Realeza), Giuseppe Simioni, Angelo Zaniolo (parroco a Pérola), Celestino Camuffo, Flavio Saccarola (responsabile del seminario minore di Realeza, direttamente dipendente dal superiore regionale) | Aldo Menghi | seminaristi minori |
1981-82 | Marcello Quilici | Marcello Quilici (rettore e parroco a Realeza), Giuseppe Simioni, Angelo Zaniolo (parroco a Pérola), Celestino Camuffo, Flavio Saccarola (responsabile del seminario minore di Realeza, direttamente dipendente dal superiore regionale) | Aldo Menghi | |
1982-83 | Edoardo Ferrari | Edoardo Ferrari (rettore, parroco a Pérola)), Livio Donati (Realeza), Calixto Antônio Pawlak (direttore del seminario di Realeza), Guerrino Molon (seminario di Realeza), Giuseppe Viani (Parroco a Realeza) | Aldo Menghi (a Pérola, responsabile della pastorale della salute) | Seminaristi minori. Fra Aldo Menghi a fine anno passa a Esmeraldas in Ecuador. |
1983-84 | Edoardo Ferrari | Edoardo Ferrari (rettore, parroco a Pérola), Livio Donati (Realeza), Calixto Antônio Pawlak (direttore del seminario di Realeza), Guerrino Molon (seminario di Realeza), Giuseppe Viani (Parroco a Realeza) | — | Nel seminario di Realeza, 45 seminaristi minori quest’anno. |
1984-85 | Edoardo Ferrari | Edoardo Ferrari (rettore), Livio Donati, Guerrino Molon, Giuseppe Viani, Calixto Antônio Pawlak | — | Seminaristi minori |
1985 | Edoardo Ferrari | Edoardo Ferrari (rettore), Livio Donati, Guerrino Molon, Giuseppe Viani, Calixto Antônio Pawlak | — | Seminaristi minori |
1986 | Calixto Pawlak | Calixto Antônio Pawlak (rettore della comunità Realeza-Pérola e rettore del seminario di Realeza), Guerrino Molon, Edoardo Ferrari, Giuseppe Viani, *** | — | Seminaristi minori |
1987-88 | *** | — | Seminaristi minori NB: viene accettata, in amministrazione parrocchiale, e non in parrocchialità, la parrocchia di Planalto, prossima a quelle di Realeza-Pérola. | |
1988-89 | — | 50 seminaristi minori di scuola media nel seminario di Realeza quest’anno | ||
1989-90 | — | |||
1990-1991 | — |
Tabella: la casa di Realeza (separata dalle altre) – Brasile
Anno | Rettore | Preti | Fratelli laici | Seminaristi e osservazioni |
1991 | Irani Luiz Tonet | Irani Luiz Tonet (rettore), Aldino Antônio da Rosa, José Osni Kuhnen, Edmilson Mendes | — | La casa di Realeza è separata dalle altre del SE del Paraná |
1992 | Irani Luiz Tonet | Irani Luiz Tonet (rettore), Aldino Antônio da Rosa, José Osni Kuhnen, Edmilson Mendes | — | Aspiranti |
1993 | Irani Luiz Tonet | Irani Luiz Tonet (rettore), Aldino Antônio da Rosa, José Osni Kuhnen, Edmilson Mendes | — | Aspiranti |
1994 | Irani Luiz Tonet | Irani Luiz Tonet (rettore), Aldino Antônio da Rosa, José Osni Kuhnen, Edmilson Mendes | — | Aspiranti |
1995 | José Osni Kuehnen | José Osni Kuehnen (rettore della famiglia religiosa e del seminario); Irani Luiz Tonet (parroco della parroccha Cristo Re), José Valdir Siqueira (vicerettore del seminario e vicario della parrocchia) | Wenceslau Kluczkowski (economo del seminario) | Aspiranti |
1996 | José Osni Kuehnen | José Osni Kuehnen (rettore della famiglia religiosa e del seminario); Tadeu Biasio (parroco della parroccha di Cristo Re), João da Costa Holanda (vicario di Cristo Re) A Pérola: Norberto Artêmio Rech (parroco) A Planalto: P. Nelson Luiz Martins (vicario); Giuseppe Simioni (vicario) | Wenceslau Kluczkowski (economo del seminario) | Aspiranti |
1997 | Vandir Santo Freo | Vandir Santo Freo (rettore e parroco), Giuseppe Simioni (vicario) Silvestre Selunk (direttore del Seminario Nossa Senhora Aparecida) | Wenceslau Kluczkowski (economo del seminario) | Aspiranti |
1998 | Vandir Santo Freo | Vandir Santo Freo (parroco a Realeza), Giuseppe Simioni (vicario) Silvestre Selunk (direttore del Seminario Nossa Senhora Aparecida) | Wenceslau Kluczkowski (economo del seminario) | Aspiranti |
1999 | Vandir Santo Freo | Vandir Santo Freo (parroco a Realeza), Giuseppe Simioni (vicario) Silvestre Selunk (direttore del Seminario Nossa Senhora Aparecida) | Wenceslau Kluczkowski (economo del seminario) | Aspiranti |
2000 | Vandir Santo Freo | Vandir Santo Freo (parroco a Realeza), Giuseppe Simioni (vicario) Silvestre Selunk (direttore del Seminario Nossa Senhora Aparecida) | Wenceslau Kluczkowski (economo del seminario) | Aspiranti |
2001 | Nelson Luiz Martins | Vandir Santo Freo (parroco della parrocchia di Cristo Re), Giuseppe Simioni (vicario) Silvestre Selunk (direttore del Seminario Nossa Senhora Aparecida) | Renato José Rothen (seminario) | Aspiranti |
2002 | Manoel Rosalino Pereira Rosa *** | Manoel Rosalino Pereira Rosa (parroco) | — | Aspiranti |
2003 | Manoel Rosalino Pereira Rosa | Manoel Rosalino Pereira Rosa (parroco) | — | 30 Aspiranti |
2004 | Silvestre Selunk | Silvestre Selunk (parroco) | Wenceslau Kluczkowski aiuta nel seminario | Aspiranti |
2005 | Caetano Ângelo Sandrini??*** | Caetano Ângelo Sandrini (Parroco e probab. Rettore), Paulo Oldair Welter, direttore seminario NS Aparecida | Wenceslau Kluczkowski aiuta nel seminario | Aspiranti |
2006 | *** | Wenceslau Kluczkowski aiuta nel seminario | Aspiranti | |
2007 | Caetano Ângelo Sandrini | Caetano Ângelo Sandrini (Parroco della parrocchia Cristo Re e probab. Rettore), Diac. Ilson Carneiro Napoleão e relig. Josoé Francisco Zanon, responsabili del seminario Nossa Senhora Aparecida | Wenceslau Kluczkowski aiuta nel seminario | 23 Aspiranti, quest’anno |
2008 | Caetano Ângelo Sandrini | Caetano Ângelo Sandrini (Parroco della parrocchia Cristo Re e probab. Rettore), Diac. Rogério Diesel (e padre depois de 19 aprile) con il religioso Regimá Alves dos Santos (che uscì a Pasqua di quest’anno) responsabili del seminario NS Aparecida | Wenceslau Kluczkowski aiuta nel seminario | Aspiranti |
2009 | Caetano Ângelo Sandrini | Caetano Ângelo Sandrini (Parroco della parrocchia Cristo Re e probabilmente Rettore), *** | Aspiranti | |
2010 | Caetano Ângelo Sandrini | Caetano Ângelo Sandrini (parroco), Antônio Ganser (vicario); Paulo Oldair Welter (direttore del seminario, con l’aiuto del religioso Adenilson Alves Souza). | Aspiranti | |
2011 | Caetano Ângelo Sandrini | Caetano Ângelo Sandrini (parroco), Sebastião Adir de Souza Bueno*** | Seminaristi minori | |
2012 | *** | Seminaristi minori | ||
2013 | Seminaristi minori | |||
2014 | Seminaristi minori | |||
2015 | Adriano Sacardo (amministratore parrocchiale) | Seminaristi minori | ||
2016 | Adriano Sacardo (parroco), Milton Cézar Freo Tobias (vicario), Jorge Luiz de Oliveira (vicario e responsabile del seminario Nossa Senhora Aparecida) | 12 aspiranti nel seminario minore di Realeza. | ||
2017 | Adriano Sacardo | Adriano Sacardo (parroco), Jorge Luiz de Oliveira (vicario e responsabile del seminario Nossa Senhora Aparecida), Cézar Milton Freo Tobias, Vanderlei Pavan | Seminaristi minori | |
2018 | Adriano Sacardo | Adriano Sacardo (parroco), Vanderlei Pavan (vicario parrocchiale), Jorge Luiz de Oliveira (direttore del Seminario minore Nossa Senhora Aparecida). | — | Seminaristi minori |
2019 | Adriano Sacardo | Adriano Sacardo (parroco), Vanderlei Pavan (vicario parrocchiale), Jorge Luiz de Oliveira (direttore del Seminario minore Nossa Senhora Aparecida). | Seminaristi minori | |
2020 | *** | Seminaristi minori |
Tabella: la casa di Pérola d’Oeste, parrocchia Sagrado Coração de Jesus (da quando separata da Realeza) – Paraná – Brasile
Anno scolastico | Rettore (è il rettore della famiglia del Sudovest Paraná) | Preti | Fratelli laici e osservaz. | Seminaristi e osservazioni |
1991 | João Ferreira dos Santos (parroco), Giovanni Carlo Tittoto | — | La casa di Pérola d’Oeste è separata dalle altre del SE Brasil; ma rimane riunita come famiglia religiosa, con lo stesso rettore, che è a Realeza | |
1992 | João Ferreira dos Santos (parroco), Giovanni Carlo Tittoto | — | — | |
1993 | João Ferreira dos Santos (parroco), Giovanni Carlo Tittoto | — | — | |
1994 | João Ferreira dos Santos (parroco), Giovanni Carlo Tittoto | — | — | |
1995 | Tadeu Biasio (economo della famiglia religiosa e parroco), Norberto Artêmio Rech (vicario) | — | — | |
1996 | Norberto Artêmio Rech (parroco) | — | — | |
1997 | Nelson Luiz Martins (parroco) | — | — | |
1998 | Nelson Luiz Martins (parroco) | — | — | |
1999 | Nelson Luiz Martins (parroco) | — | — | |
2000 | Nelson Luiz Martins (parroco) | — | — | |
2001 | Nelson Luiz Martins, rettore case Sudest | Nelson Luiz Martins (parroco) | — | — |
2002 | *** | — | — | |
2003 | *** | — | — | |
2004 | Aldino Antônio da Rosa (parroco) | — | — | |
2005 | Aldino Antônio da Rosa (parroco) | — | — | |
2006 | Aldino Antônio da Rosa (parroco) | — | — | |
2007 | Alberto A. Quijije Meza (parroco) | — | Marco Campos | |
2008 | Alberto A. Quijije Meza | Alberto A. Quijije Meza (parroco), | — | — |
2009 | Alberto A. Quijije Meza | Alberto A. Quijije Meza (parroco), | — | — |
2010 | Alberto A. Quijije Meza | Alberto A. Quijije Meza (parroco), Antonio Ganser, (Vicario) | — | — |
2011 | José Amilton G. dos Santos | José Amilton G. dos Santos (amministratore parrocchiale), Antônio Ganser (vicario) | — | — |
2012 | *** | — | ||
2013 | Márcio Campos da Silva (parroco), Edoardo Ferrari (vicario) | — | — | |
2014 | Márcio Campos da Silva (parroco), Edoardo Ferrari (vicario) | |||
2015 | Márcio Campos da Silva (parroco), Edoardo Ferrari (vicario) | |||
2016 | Silvestre Selunk (parroco) | Renato José Rothen (vicario parrocchiale) | La parrocchia comprende ora due comuni Pérola e Bela Vista da Caroba (PR), tutti è due già prima facevano parte della parrocchia di Pérola. Il territorio comunale fu diviso. | |
2017 | Silvestre Selunk (parroco) | Renato José Rothen (vicario parrocchiale) | ||
2018 | Silvestre Selunk (parroco) | Renato José Rothen (vicario parrocchiale) | — | |
2019 | Antônio Paulo Vieira Sagrilo | — | ||
2020 | *** |
Tabella: la casa di Planalto (separata da Realeza) – Paraná – Brasile (1988-2010)
Anno scolastico | Rettore (è il rettore della famiglia del Sudovest Paraná) | Preti | Fratelli laici e osservaz. | Seminaristi e osservazioni |
1988 | Vandir Santo Freo?*** | Giuseppe Viani ? | — | |
1989 | *** | Giuseppe Simioni? | — | |
1990 | *** | Nelson Luiz Martins ? Giuseppe Simioni | — | |
1991 | Marcelo Quilici (Parroco), Giuseppe Simioni | — | La casa di Planalto è separata dalle altre del SE Brasil | |
1992 | Marcelo Quilici (Parroco), Giuseppe Simioni | — | ||
1993 | Marcelo Quilici (Parroco), Giuseppe Simioni | — | ||
1994 | Marcelo Quilici (Parroco), Giuseppe Simioni | — | ||
1995 | Nelson Luiz Martins (parroco), Giuseppe Simioni (vicario) | — | ||
1996 | Nelson Luiz Martins (parroco) Giuseppe Simioni (vicario) | — | ||
1997 | Valter de Jesus Souza (parroco) | — | ||
1998 | Valter de Jesus Souza (parroco) e diac. Edemar de Souza. | — | ||
1999 | Valter de Jesus Souza (parroco) e diac. Edemar de Souza. | — | ||
2000 | Valter de Jesus Souza (parroco) e Edemar de Souza. | — | ||
2001 | Valter de Jesus Souza (parroco) | — | ||
2002 | Edemar de Souza (amministratore parrocchiale) | — | P. Edemar por algun motivo non è parroco ma amministratore parr. | |
2003 | *** | |||
2004 | ||||
2005 | ||||
2006 | ||||
2007 | ||||
2008 | ||||
2009 | ||||
2010 | La parrocchia è restituita alla diocesi nel 2010 |
3.11 L’arcidiocesi di Belo Horizonte- Minas Gerais – Brasile (1921-2019)
L’arcidiocesi di Belo Horizonte (in latino: Archidioecesis Bellohorizontina) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Brasile appartenente alla regione ecclesiastica Leste 2 (Est 2). Nel 2015 contava 3.406.000 battezzati su 4.866.000 abitanti. È retta (2019) dall’arcivescovo Walmor Oliveira de Azevedo.
L’arcidiocesi comprende 28 comuni nella parte centrale dello Stato brasiliano di Minas Gerais: Belo Horizonte, Belo Vale, Betim, Bonfim, Brumadinho, Caeté, Confins, Contagem, Crucilândia, Esmeraldas, Ibirité, Lagoa Santa, Mário Campos, Moeda, Nova Lima, Nova União, Pedro Leopoldo, Piedade dos Gerais, Raposos, Ribeirão das Neves, Rio Acima, Rio Manso, Sabará, Santa Luzia, São José da Lapa Sarzedo, Taquaraçu de Minas e Vespasiano.
Sede arcivescovile è la città di Belo Horizonte, dove si trova la cattedrale di Nossa Senhora da Boa Viagem (Madonna del buon viaggio). Nel territorio sorgono tre basiliche minori: le basiliche di San Giovanni Maria Vianney e di Nostra Signora di Lourdes a Belo Horizonte, e il santuario basilica di Nostra Signora della Pietà (la più bella di queste chiese, senza alcun dubbio) a Caeté.
Il territorio si estende su 7.222 km² ed è suddiviso in 273 parrocchie, raggruppate in 4 regioni episcopali, ognuna retta da un vescovo ausiliare, e 37 foranie:
La diocesi di Belo Horizonte è del tutto recente, confrontandola con tante antiche diocesi di Minas Gerais, essendo stata eretta l’11 febbraio 1921 con la bolla Pastoralis sollicitudo di papa Benedetto XV, ricavandone il territorio dall’arcidiocesi di Mariana, di cui originariamente era suffraganea. Presto se ne farà il centenario.
Il 1º febbraio 1924 è stata elevata al rango di arcidiocesi metropolitana con la bolla Ad munus Nobis di papa Pio XI.
Il 20 dicembre 1941, il 16 luglio 1955 e l’11 luglio 1958 ha ceduto porzioni del suo territorio a vantaggio dell’erezione rispettivamente delle diocesi di Oliveira, di Sete Lagoas e di Divinópolis.
Lista dei vescovi della Diocesi di Belo Horizonte, Minas Gerais, Brasile
La città di Belo Horizonte, capitale dello stato di Minas Gerais (nome che vuol dire: “lo stato delle grandi miniere”), così chiamato perché qui si concentravano le miniere più importanti del Brasile, al tempo della colonia portoghese, non ha bisogno di essere lungamente presentata, essendo molto conosciuta.
È capitale di quello stato dal 1897, anno in cui fu ultimata la sua costruzione, su progetto dell’architetto Aarão Reis. La nuova città, situata tra le Serras do Curral e de Contagem, Serra da Piedade e Valle do Rio Paraopeba veniva a sostituire Ouro Preto (l’antica Via Rica), la bellissima e simpatica città coloniale, capitale precedente. La città si sviluppa sulla sponda sinistra del Rio das Velhas, il centro si trova a 19° 55′ 23″ S; 43° 56′ 42″ W, a 858 m s.l.m. Il comune ha un’area di circa 331 km² e una popolazione calcolata in 2.375.151 abitanti nel 2010, con una densità di 7,176 abitanti / km². È la sesta città più grande del Brasile.
Essendo una città recente, non presenta molte attrattive turistiche; ideata per essere una città-giardino, all’interno di Belo Horizonte si trovano molti parchi e aree verdi, su tutti il lago artificiale e parco di Pampulha, fatto costruire negli anni quaranta su impulso dell’allora sindaco Juscelino Kubitschek insieme all’omonimo quartiere, nel quale si trovano anche le case più importanti dell’Istituto Cavanis. Quasi in riva al lago spicca la chiesa di S. Francesco d’Assisi, ideata dall’architetto brasiliano Oscar Niemeyer. Le piccole città antiche dei dintorni, di origine coloniale, sono invece molto attraenti e molto visitate. Belo Horizonte, che sostituiva un villaggio dallo stesso nome, era stata programmata dall’ideatore con lunghe e dritte avenidas incrociate ad angolo retto, e anche avenidas diagonali, a 45° gradi con le altre principali, in modo che ci sono incroci a di otto strade, dove a volte si perde l’orientamento.
È la prima città brasiliana costruita su progetto, anche se nelle idee originarie non avrebbe dovuto superare i 200 000 abitanti. Belo Horizonte però raggiunge i 4.883.970 abitanti nell’intera regione metropolitana. La città è un importante centro economico, industriale, commerciale e culturale: molte aziende brasiliane e multinazionali hanno i loro uffici a Belo Horizonte, come Google e Denso. La FIAT ha fabbriche nei sobborghi vicini (FIASA-Auto a Betim, Iveco a Sete Lagoas, CNH-trattori a Contagem, Magneti Marelli) e il suo quartier generale FIAT do Brasil in Nova Lima, nelle immediate vicinanze della città.
I dintorni sono ricchi di miniere, soprattutto di minerali di ferro, e difatti tutte le montagne attorno alla grande città sono molto ferrifere; più a nord ci sono le bellissime miniere (lavras) di pietre preziose, principalmente topazi di vari colori (azzurri, gialli e principalmente color champagne, chiamati allora questi ultimi topazio imperiale, il più pregiato; e tormaline, pure di vari colori; meno pregiate ma molto belle) nella zona di Governador Valadares e Teófilo Otoni.
Belo Horizonte si presenta oggi, in pieno secolo XXI, come una città dell’economia creativa, con particolare interesse per il commercio, i servizi, il terziario, come pure per i suoi poli economici: moda, informatica, gastronomia e altri. Inoltre, la capitale è divenuta uno spazio disputato per il turismo di eventi, congressi, riunioni, fiere ed esposizioni. È anche la città dei bar e dei ristoranti.
Per la storia della chiesa cattolica in Minas Gerais e specialmente a Belo Horizonte, si possono leggere le buone pagine sull’argomento di P. Giovanni De Biasio; qui basta ricordare che lo Stato di Minas Gerais, a cominciare proprio dalla periferia di Belo Horizonte è stato il secondo stato del Brasile in cui la Congregazione delle Scuole di carità è andata a lavorare nella vigna del Signore.
La famiglia religiosa Cavanis è formata a Belo Horizonte da tre centri con varie attività: in ordine cronologico di fondazione, la parrocchia di Santa Maria Mãe de Misericórdia nel quartiere Califórnia, nella zona Nordovest (1984); l’Istituto Teologico Cavanis nel quartiere Braúnas, alla zona Pampulha (1986); e la parrocchia dell’Immacolata Concezione (ufficialmente, 1996), pure nella zona Pampulha, quartiere Nova Pampulha.
La parrocchia Santa Maria Mãe de Misericórdia era una parrocchia formata da alcuni condomini, ciascuno con numerosi palazzoni (California 1, California 2, poi altri), accompagnati da zone a edifici più piccoli o anche villette mono o bifamiliari, e da alcune favelas poverissime. Una di queste si chiamava Sovaco da cobra, cioè “Ascella di serpente”. Come si sa i serpenti non hanno ascelle, e quindi si voleva dire ironicamente che era un quartiere che mancava di tutto. Ed era vero, almeno nel 1984. Non era facile formare una comunità, dal punto di vista civile e da quello comunitario cristiano, a partire da gruppi tanto differenti rappresentati nel quartiere.
La parrocchia era stata fondata nel 1981 e finora non aveva avuto un parroco; era servita da una diacono e a volte da un prete. Nel maggio 1984 entrarono i padri Cavanis, all’inizio nella persona del P. Giuseppe Leonardi (parroco che aveva preso possesso il 4 maggio di quell’anno, ma al tempo stesso era assessore nazionale da qualche mese eletto della Pastorale Universitaria del Brasile), poi brevemente come vicari parrocchiali i padri Livio Donati e Caetano A. Sandrini. Dal 1987 entrò come parroco a lunga scadenza, per la prima volta, il P. Edoardo Ferrari, che vi è ricordato soprattutto per la sua stabilità e per aver in parte costruito ex-novo e in parte completamente ristrutturato il complesso di edifici della parrocchia.
Quando l’Istituto aveva assunto la parrocchia, c’era la chiesa parrocchiale, nel California I, ed era a pianta romboidale, con l’altare posizionato in un angolo acuto del rombo, e l’entrata principale nell’altro angolo acuto. La struttura era debolissima: i muri erano fatti da due superfici costituite da reti da pollaio spruzzate di cemento, con il vuoto tra i due strati; bella la forma, ma poco consistente il materiale. Mancava totalmente la canonica e gli ambienti per la catechesi e per le associazioni. Mancava una cappella nella zona del condominio California 2 e si celebrava la messa nella palestra di una scuola; nel quartiere California, più antico, c’era una bella chiesetta, ma il tetto era…il cielo. Fu P. Edoardo a dare consistenza a tutto ciò. Tra l’altro, la chiesa da romboidale divenne un rettangolo.
P. Leonardi ricorda con molto affetto e nostalgia l’anno incompleto in cui occupò la carica di parroco in quella amata parrocchia; ricorda che il sabato nel primo pomeriggio partiva con una valigia piena del necessario materiale liturgico, a piedi, perché la parrocchia non aveva vettura, andava a celebrare la messa domenicale nella Favela California, su un tavolino in un cortile all’aperto; poi passava a piedi una valletta, saltando sulle pietre attraverso il ruscello, saliva il declivio verso il condominio California 2 e celebrava per il popolo di quei fabbricati nella palestra di ginnastica della scuola; proseguiva poi in salita alla cappella senza tetto, della Dona Zilka e comunità, e lì verso sera celebrava ancora la messa; poi, ormai al buio, riattraversava la valletta e ritornava in canonica dove cenava. Domenica mattina celebrava in modo più solenne e formale in vero ambiente di chiesa nella chiesa parrocchiale. Durante la settimana, a volte andava a Brasília con 11 ore di autobus notturno, per riunioni della CNBB; a volte gli capitava di visitare gruppi di pastorale universitaria sparsi per il Paese; più spesso però rimaneva in parrocchia lavorando a formare i catechisti, organizzare gruppi biblici e associazioni di abitanti delle due o tre favelas, e anche a frequentare le riunioni del clero della diocesi.
Al complesso parrocchiale fu aggiunta ben presto, preziosamente, la Casa da Criança Santo Antônio, per bambini/e e ragazzi/e disagiati della parrocchia. Vi si dedica non soltanto il clero Cavanis della parrocchia, ma anche qualche seminarista teologo del seminario teologico Cavanis della Pampulha. Ottimo tirocinio!
La Congregazione tuttavia, e particolarmente la pro-provincia Brasile aveva accettato la parrocchia Santa Maria Mãe de Misericórdia soprattutto per un motivo specifico: voleva aprire un seminario filosofico e teologico Cavanis in un centro più grosso e con possibilità migliori di quelle date dal seminario interdiocesano IFITEME di Ponta Grossa, di cui abbiamo parlato sopra, e i padri avevano scelto, come possibilità migliore, quell’offerta dall’arcidiocesi di Belo Horizonte. Il vescovo coadiutore con diritto di successione, dom Serafim, con cui P. Diego Spadotto e P. Giovanni De Biasio trattarono, chiese che, come condizione per aprire un seminario a Belo Horizonte, la comunità Cavanis accettasse di condurre una parrocchia nel grande alone della periferia della grande città. Si accettò, e la parrocchia di cui si è parlato sopra, mentre si organizzava per mandare un religioso a Belo Horizonte e poi cominciava a sopperire ai bisogni pastorali del popolo del quartiere California, servì anche di base di partenza per organizzare la faccenda del seminario: scegliere il luogo, decidere in qual facoltà teologica far studiare i nostri giovani, decidere l’acquisto del terreno e la costruzione dell’edificio.
Un terreno di 8.000 m² fu acquistato il 13 maggio 1985 nel quartiere di Braúnas, nella Rua 6, nella regione Nord della Città, che si trovava nella zona della Pampulha. L’anno successivo 1986 la ditta “Construtil” di Maringá in Paraná costruì l’edificio del seminario maggiore. Il 15 febbraio 1987 lo benedisse e inaugurò, con il nome di Instituto Teológico Cavanis-ITC, Mons. Dom Serafim Fernandes de Araújo, arcivescovo diocesano.
Questo seminario era stato costruito e organizzato per gli studenti di teologia, nei primi decenni, ma più recentemente accolse anche quelli di filosofia, che lasciarono Uberlândia. Passò così a chiamarsi Instituto Filosófico/Teológico Cavanis. Il luogo era straordinariamente adatto, tranquillo, piacevole, L’edificio fu fatto – come è accaduto spesso nella chiesa, anche in altri paesi e in altri tempi – con l’idea di avere una quantità sempre maggiore di seminaristi, sicché le camere, con i loro servizi individuali, sono molto numerose e in compenso troppo piccole e soffocanti. Poco dopo la costruzione ci fu un calo notevole, purtroppo, di giovani disposti a seguire la vita religiosa e ad accettare di essere preti. Comunque il seminario dette e continua a dare i suoi frutti. L’edificio si sviluppa attorno a un bel cortile-giardino molto simile a un chiostro conventuale; il seminario possiede anche un altro spazio aperto, adibito a orto, che ha tra l’altro delle piante di caffè. P. Diego Spadotto chiese e ottenne felicemente dall’Ufficio toponomastico che alcune vie nel quartiere di Braúnas in cui sorge il seminario portassero il nome, come si dirà più sotto, dei nostri fondatori, rispettivamente i padri Antônio e Marcos Cavanis, e del nostro patrono, S. Giuseppe Calasanzio.
Il primo direttore dell’ITC fu il P. Caetano A. Sandrini, paranaense di Jaguariaíva, Paraná; e il primo responsabile per la formazione dei seminaristi teologi fu il P. Vandir Santo Freo, nativo di Planalto, Paraná, che era anche consigliere pro-provinciale.
I seminaristi teologi ebbero modo di seguire dal 1986 i corsi di teologia, alcuni all’inizio presso il seminario teologico diocesano, poi nell’ISTA, Istituto S. Tommaso d’Acquino, organizzato da un gruppo di Istituti Religiosi; altri nell’ISI, Istituto S. Ignazio, dei Gesuiti, più esigente. Al contempo i giovani poterono impegnarsi e far tirocinio orientato nella parrocchia Santa Maria Mãe de Misericórdia, con particolare riguardo all’infanzia e alla gioventù e nella sua Casa da Criança Santo Antônio; e più tardi anche nella parrocchia Imaculada Conceição nel quartiere di Nova Pampulha, più vicina al seminario; in questa si dava una mano già da tempo, anzi si era accettato di riceverla come quasi-parrocchia; fu accettata formalmente come parrocchia affidata all’Istituto alla fine del 1995 o nel 1996. Un aspetto molto interessante é che alcuni dei padri e seminaristi che avevano i titoli corrispondenti insegnavano religione nelle scuole statali della regione.
Seminari e seminaristi nel 2010
Un esempio della situazione dei nostri seminari brasiliani Cavanis all’inizio dell’anno 2010: il seminario minore Nossa Senhora do Carmo a Guarantã do Norte aveva sedici aspiranti; il seminario minore Nossa Senhora Aparecida a Realeza, 11 aspiranti; il seminario minore Santa Cruz a Castro, 11 postulanti; il Seminario Filosofico Antônio e Marcos Cavanis di Uberlândia, 6 studenti di filosofia; l’Istituto Teologico di Belo Horizonte, 10 studenti di teologia. In tutto, all’inizio di quell’anno 2010, la provincia Brasile aveva un totale di cinquantaquattro seminaristi.
Tabella: le case di Belo Horizonte – Minas Gerais – Brasile (1984-2019)
Anno scolastico | Rettore | Preti | Fratelli laici e osservaz. | Seminaristi e osservazioni |
1984-85 | Giuseppe Leonardi (parroco a Santa Maria Mãe de Misericordia). | — | — | |
1985-86 | (Livio Donati, provvisorio) | Livio Donati, Caetano Ângelo Sandrini | — | — |
1986 | Caetano Angelo Sandrini | Angelo Zaniolo, parroco della parrocchia S. Maria Mãe de Misericórdia; Caetano Ângelo Sandrini (sostituto con autorità vicaria; maestro dei teologi del Seminario teologico, non ancora costruito, forse in canonica); e inoltre altri due professi perpetui. | — | Due professi perpetui. I primi studenti Cavanis di teologia in BH furono: Antônio Élcio Aleixo; João Ferreira Santos; Aldino Antônio da Rosa; José Osni Kuhnen. |
1987 | Caetano Angelo Sandrini | Edoardo Ferrari, parroco della parrocchia di Santa Maria Mãe de Misericordia; Caetano Angelo Sandrini (sostituto con autorità vicaria; maestro dei teologi del Seminario teologico); e inoltre altri due professi perpetui, tra cui João Ferreira Santos. | — | Seminaristi teologi (il seminario fu benedetto dall’arcivescovo Dom Serafim Fernandes de Araújo nel 1987) |
1988 | Caetano Angelo Sandrini | Edoardo Ferrari, parroco della parrocchia di Santa Maria Mãe de Misericordia; Caetano Ângelo Sandrini (sostituto con autorità vicaria; maestro dei teologi del Seminario teologico); e inoltre altri due professi perpetui. | — | 9 studenti teologi, quest’anno. |
1989-90 | *** | — | Seminaristi teologi | |
1990 | — | Seminaristi teologi | ||
1991 | Giovanni De Biasio | Giovanni De Biasio (Econ. pro-prov. e rettore), Vandir Santo Freo (Maestro studenti), Edoardo Ferrari (parroco della parrocchia S. Maria Mãe de Misericórdia), Nelson Luiz Martins, Cláudio Krominski | — | Seminaristi teologi |
1992 | Giovanni De Biasio | Giovanni De Biasio (Econ. pro-prov. e rettore), Vandir Santo Freo (Maestro degli studenti di teologia), Edoardo Ferrari (parroco della parrocchia S. Maria Mãe de Misericórdia), Nelson Luiz Martins, Cláudio Krominski | — | Seminaristi teologi |
1993 | Giovanni De Biasio | Giovanni De Biasio (Econ. pro-prov. e rettore), Vandir Santo Freo (Direttore del Seminario e Maestro degli studenti teologi), Edoardo Ferrari (parroco della parrocchia S. Maria Mãe de Misericórdia), Nelson Luiz Martins, Cláudio Krominski (parroco della parrocchia dell’Immacolata Concezione): nel secondo semestre invece dei due ultimi, i padri Norberto Artêmio Rech e José Valdir Siqueira; e ancora il diacono James Delalasta. | — | Seminaristi teologi: João da Cunha; João da Costa Holanda; Martinho Paulus; Nildo Leblein; Valdecir Pavan; Silvestre Selunk. |
1994 | Giovanni De Biasio | Giovanni De Biasio (Econ. pro-prov. e rettore), Vandir Santo Freo (Maestro degli studenti), Edoardo Ferrari (parroco della parrocchia S. Maria Mãe de Misericórdia), Nelson Luiz Martins, Cláudio Krominski (parroco della parrocchia dell’Immacolata Concezione) | — | Seminaristi teologi |
1995 | Antônio Paulo Vieira Sagrilo | Antônio Paulo Vieira Sagrilo (rettore della famiglia religiosa e del seminario, maestro degli studenti di teologia), diac. Martinho Paulus (economo del seminario), diac. João da Costa Holanda, Valter de Jesus Souza (parroco della parrocchia S. Maria Mãe de Misericórdia), Giovanni de Biasio (economo e vicario parrocchiale). | — | Seminaristi teologi |
1996 | Antônio Paulo Vieira Sagrilo | Antônio Paulo Vieira Sagrilo (rettore della famiglia religiosa e del seminario, maestro degli studenti di teologia), Valter de Jesus Souza (parroco della parrocchia S. Maria Mãe de Misericórdia), Irani Luiz Tonet (cons. prov.; economo e vicario parrocchiale). James Dalalasta (parroco della Parrocchia dell’Immacolata) | — | Seminaristi teologi |
1997 | Irani Luiz Tonet | Irani Luiz Tonet (rettore e direttore del seminario teologico e amministratore della parrocchia dell’Immacolata), João da Costa Holanda (formatore dei postulanti) Norberto Artêmio Rech (parroco della parrocchia S. Maria Mãe de Misericórdia) | — | Seminaristi teologi, postulanti |
1998 | Irani Luiz Tonet | Irani Luiz Tonet (rettore e direttore del seminario teologico e amministratore parrocchiale della parrocchia dell’Immacolata Concezione), João da Costa Holanda (formatore dei postulanti) Antônio Carlos … . José Valdir Siqueira (parroco della parrocchia dell’Immacolata Concezione, 2° semestre 1998) Norberto Artêmio Rech (parroco della parrocchia S. Maria Mãe de Misericórdia con il diac. Edino Lopes. | — | Seminaristi teologi, postulanti |
1999 | Irani Luiz Tonet | Irani Luiz Tonet (rettore e direttore del seminario teologico e amministratore della parrocchia dell’Immacolata), João da Costa Holanda (formatore dei postulanti) Norberto Artêmio Rech (parroco della parrocchia S. Maria Mãe de Misericórdia) | — | Seminaristi teologi: tra gli altri, Vanderlei Pavan, Manoel R.P. Rosa, Everton F. Pavan, Paulo Giareta, Jean Carlos de A. Ferreira, Renato Rothen, Assis Rodrigues de Moraes. |
2000 | Irani Luiz Tonet | Irani Luiz Tonet (rettore e direttore del seminario teologico e amministratore parrocchiale della parrocchia dell’Immacolata Concezione), João da Costa Holanda (formatore dei postulanti) Antônio Carlos … José Valdir Siqueira (parroco della parrocchia dell’Immacolata Concezione, 2° semestre 1998) Norberto Artêmio Rech (parroco della parrocchia S. Maria Mãe de Misericórdia con il diac. Edino Lopes. | — | Seminaristi teologi |
2001 | José Osni Kuhnen | José Osni Kuhnen (rettore e parroco della parrocchia S. Maria Mãe de Misericórdia), con il diac. Manoel Rosalino Pereira da Rosa e Vandilin Rodrigues; Irani Luiz Tonet (Maestro degli studenti alla Pampulha, parroco della parrocchia dell’Immacolata Concezione) | — | 7 Seminaristi teologi; e diacono Vanderley Pavan; e 4 fratelli seminaristi in varie case. |
2002 | *** | — | Seminaristi teologi | |
2003 | — | Seminaristi teologi | ||
2004 | José Sidney do Prado Alves (rettore del seminario teologico e parroco della parrocchia dell’Immacolata Concezione) con Nelson Luiz Martins; Edoardo Ferrari (parroco della parrocchia S. Maria Mãe de Misericórdia., e direttore della Casa da CriançaSanto Antônio) | — | Seminaristi teologi | |
2005 | — | Seminaristi teologi | ||
2006 | — | Seminaristi teologi | ||
2007 | João da Costa Holanda (rettore del seminario teologico), P. Manoel R. Pereira Rosa aiuta nel seminario ed è parroco della parrocchia dell’Immacolata Concezione). Edoardo Ferrari (parroco S. Maria Mãe de Misericórdia e diretor da casa do menor S. Antônio. | — | 19 seminaristi teologi, dei quali: 9 all’ISI 10 all’ISTA. Quattro di loro aiutano P. Edoardo Ferrari nei fine settimana; con lui rimane anche, fino alle fine degli studi teologici, il diacono André Pereira Souto. | |
2008 | João da Costa Holanda (rettore del seminario), Giovanni Carlo Tittoto vicario e vice nel seminario; Manoel R.P. da Rosa parroco della parrocchia Immacolata Concezione e assistente di formazione nel seminario di teologia; *** e Edoardo Ferrari (parroco della parrocchia S. Maria Mãe de Misericórdia) | — | Seminaristi teologi | |
2009 | *** | — | Seminaristi teologi | |
2010 | João da Costa Holanda (rettore almeno del seminario) | João da Costa Holanda (rettore almeno del seminario), Edoardo Ferrari, in seminario; rispettivamente parroco e vicario della parrocchia Imaculada Conçeição); Mario Valcamonica (parroco della parrocchia S. Maria Mãe de Misericórdia e direttore della Casa da Criança e Adolescente. | — | Seminaristi teologi. Diac. Maurício de Lima Kiatkovski aiuto a S. Maria Mãe de Misericórdia. |
2011 | *** | … (Direttore del seminario Teologico Cavanis); Mario Valcamonica (parroco della parrocchia S. Maria Mãe de Misericórdia e direttore Casa da Criança e Adolescente); João sa Costa Holanda (parroco della parrocchia Imaculada Conceição), Aparício Carneiro, (vicario della parrocchia Imaculada Conceição) | — | |
2012 | Adriano Sacardo (Maestro degli studenti, direttore del Seminario filosofico e teologico) Mario Valcamonica (parroco della parrocchia S. Maria Mãe de Misericórdia e direttore della Casa da Criança e do Adolescente; | — | ||
2013 | João da Costa Holanda (parroco della parrocchia S. Maria Mãe de Misericórdia e direttore della Casa da Criança e do Adolescente), Milton Cézar Freo Tobias (vicario) Antônio Paulo Vieira Sagrilo (parroco della parrocchia Imaculada Conceição), Adriano Sacardo (vicario della stessa parrocchia) | — | ||
2014 | *** | — | ||
2015 | — | |||
2016 | Caetano Angelo Sandrini (parroco della parrocchia dell’Immacolata Concezione), P. Antônio Paulo Vieira Sagrilo (vigario id.) | — | 3 aspiranti nella parrocchia Santa Maria Mãe de Misericordia; 7 seminaristi temporanei nel seminario filosofico e teologico, più “due nella diaspora”. In tutto la provincia in quest’annio 2016 ha 43 seminaristi nelle varie case. | |
2017 | Caetano Angelo Sandrini (parroco Maria Immacolata e casa do menor), Antônio Paulo Vieira Sagrilo (vicario parrocchiale e direttore del Seminario teologico), João da Costa Holanda (parroco della parrocchia S. Maria Mãe de Misericórdia e della casa da criança S. Antônio) | — | Il 12 febbraio 2017 i seminaristi filosofi lasciano Belo Horizonte e passano a Maringá, abitando in un nuovo piccolo edificio costruito per loro uso. Si chiama “Seminário Mãe das Escolas de Caridade”. | |
2018 | Caetano Angelo Sandrini (parroco Maria Immacolata e casa do menor), Antônio Paulo Vieira Sagrilo (vicario parrocchiale e direttore del Seminario teologico), João da Costa Holanda (parroco della parrocchia S. Maria Mãe de Misericórdia e della casa da criança S. Antônio) | — | Studenti di teologia | |
2019 | Paulo Oldair Welter (maestro dei teologi), Milton Cézar Freo Tobias (parroco all’Immacolata Concezione), Silvestre Selunk (parroco a Santa Maria Mãe da Misericórdia) | 4 studenti teologi, tra i quali i due religiosi congolesi Jude Hervé Tomanzondo e Hervé Koto. | ||
2020 | *** | *** |
3.12 Cavanis a Brasília
Come notava P. Giovanni de Biasio la Congregazione Cavanis non ha mai avuto una casa a Brasília, la bellissima capitale federale del Brasile. In quella città, più esattamente nella sede della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile-CNBB, abitò (dal 1985 al 1989) e operò (dal 1984 al 1989) l’autore di questo libro come assessore della Pastorale universitaria e della cultura del Brasile, pur continuando a far parte della comunità Cavanis di Belo Horizonte, e visitando i confratelli e passando un giorno o due con loro ogni mese. Il viaggio in autobus da Brasília a Belo Horizonte, effettuato in genere di notte, durava circa 11 ore. La distanza era di 729,5 km, passando per la BR-040.
3.13 La casa di Uberlândia, Minas Gerais, Brasile (1998-2019)
Uberlândia si trova nella Stato di Minas Gerais in Brasile, e più particolarmente nella punta occidentale di quello stato a 18° 55′ 8″ S, 48° 16′ 37″ W, con un’altitudine media di 836 m sul livello del mare. Uberlândia fa parte della mesoregione del Triângulo Mineiro e Alto Paranaíba e della microregione di Uberlândia. Si è chiamata São Pedro do Uberabinha fino al 1929 quando su suggerimento di João de Deus Faria assunse il nome di Uberlândia, vale a dire “terra fertile”. Ha un’area di 4.115 km² e una popolazione che nel 2010 era di 584.102 abitanti; ne aveva invece circa 700.000 nel 2016, quindi è in rapido aumento. Il territorio in cui si trova Uberlândia, assieme a Uberaba e Araxá si chiama, per la sua forma geometrica, Triângulo mineiro, ed è stretta tra lo stato di S. Paolo a sud, lo stato di Goiás a nord, e tocca con la punta ovest il Mato Grosso del Sud. Il Triângulo mineiro è famoso anche per l’abbondante e famosa fauna fossile del Cretaceo superiore, che comprende molti scheletri o elementi scheletrici di dinosauri, coccodrilli e tartarughe.
Uberlândia è la principale città del triangolo Mineiro e la seconda di Minas Gerais. Come dice il nome, il territorio è particolarmente fertile e adatto all’agricoltura, per il terreno rosso (terra roxa) di origine vulcanica. Probabilmente è meno adatta allo studio universitario della filosofia, e la sua scelta per gli studi dei nostri seminaristi è stata discussa e discutibile.
Questa casa, aperta dall’8 marzo 1998, con P. Edoardo Ferrari come primo responsabile e parroco, si occupa principalmente della parrocchia Nossa Senhora de Guadalupe, ma anche della Casa da Criança Cristina Cavanis; dal 2002 (il 25 maggio) al 2012 la casa ha avuto anche il suo seminario, con sede separata dalla casa parrocchiale, col nome di Seminario Cavanis, per seminaristi della Congregazione che frequentavano corsi di filosofia nella “Facoltà Cattolica” di questa città. Nel primo anno del seminario, il responsabile fu il religioso (non ancora sacerdote) Rogério Diesel. La scelta di questa città e di questa facoltà è poi sembrata, progressivamente, meno opportuna per l’insegnamento della filosofia specificamente per seminaristi; i nostri dunque nel 2012 passarono a frequentare le facoltà di Belo Horizonte e il nostro seminario di BH passò allora a chiamarsi Seminário Filosófico e Teológico Cavanis. Ciò avvenne anche perché, nel frattempo, come in tutto il Brasile, anche a Minas il numero di giovani leviti era notevolmente diminuito, a seguito della generale diminuzione demografica della fascia giovanile e della minore propensione dei giovani brasiliani, come in altri paesi, per entrare nella vita religiosa e presbiterale. Era rimasto dunque dello spazio libero nel seminario di Belo Horizonte, e si potevano raggruppare i due manipoli di seminaristi studenti di teologia e di filosofia senza problemi. E così si fece.
Il 12 dicembre 2016 la parrocchia di Nossa Senhora de Guadalupe celebrò l’inaugurazione della nuova chiesa matrice.
Tabella: casa di Uberlândia – Minas Gerais – Brasile
Anno | Rettore | Preti | Fratelli laici | Seminaristi e osservazioni |
1998 | Edoardo Ferrari | Edoardo Ferrari (parroco) | — | |
1999 | Edoardo Ferrari | Edoardo Ferrari (parroco), Antônio Carlos … | — | Aylson Bessa Cavalcante |
2000 | Edoardo Ferrari (parroco) | — | Aylson Bessa Cavalcante | |
2001 | José Osni Kuhnen (a Belo Horizonte) | Edoardo Ferrari (parroco) | — | Aylson Bessa Cavalcante |
2002 | Edoardo Ferrari (parroco), e i tre religiosi seminaristi Rogério Diesel, Adriano Sacardo e Ilson Carneiro Napoleao, che aiutavano con il seminario | — | Si dà inizio al seminario filosofico Cavanis. | |
2003 | Edoardo Ferrari (parroco) | — | studenti di filosofia | |
2004 | João da Costa Holanda (direttore del Seminario di Filosofia) con Manoel Rosalino Pereira Rosa. Édino Lopes (direttore Centro educazionale e parroco della parrocchia Nossa Senhora de Guadalupe) | — | studenti di filosofia | |
2005 | *** | — | studenti di filosofia | |
2006 | — | studenti di filosofia | ||
2007 | Milton Cézar Freo Tobias (parroco della parrocchia Nossa Senhora de Guadalupe e responsabile della Casa do menor Cristina Cavanis), Silvestre Selunk direttore del seminario di filosofia. | — | 8 studenti di filosofia | |
2008 | Milton Cézar Freo Tobias (parroco della parrocchia Nossa Senhora de Guadalupe), Silvestre Selunk direttore del seminario di filosofia. | — | studenti di filosofia | |
2009 | *** | — | studenti di filosofia | |
2010 | Adriano Sacardo | Adriano Sacardo (rettore seminario Irmãos Cavanis), Giovanni Carlo Tittoto (vicario), João Pedro Pinheiro (parroco della parrocchia Nossa Senhora de Guadalupe e direttore del Centro educacional Cristina Cavanis) | — | studenti di filosofia e René De Asis Sitjar |
2011 | Adriano Sacardo | Adriano Sacardo (rettore seminario e parroco della parrocchia NS de Guadalupe), | — | René De Asis Sitjar |
2012 | Adriano Sacardo e Edoardo Ferrari (da settembre) | — | Il 21.11.2012 il preposito autorizza il trasferimento dello studentato filosofico da Uberlândia a Belo Horizonre, assieme ai teologi. | |
2013 | P. Edoardo Ferrari parroco della parrocchia Nossa Senhora de Guadalupe) | — | — | |
2014 | Franco Allen Somensi (parroco della parrocchia Nossa Senhora de Guadalupe) | — | — | |
2015 | Franco Allen Somensi (parroco della parrocchia Nossa Senhora de Guadalupe) | — | — | |
2016 | Franco Allen Somensi (parroco della parrocchia Nossa Senhora de Guadalupe) | — | — | |
2017 | Franco Allen Somensi (parroco della parrocchia Nossa Senhora de Guadalupe), José Amilton Gomes dos Santos (vicario) | — | — | |
2018 | Franco Allen Somensi (parroco e responsabile casa do menor e Espaço Cavanis), José Amilton Gomes dos Santos (vicario) | — | — | |
2019 | José Carlos da Silva Leite (parroco) | — | — | |
2020 | *** |
3.14 La casa di Celso Ramos – Santa Catarina – Brasile (1998-2004)
Celso Ramos è un piccolo comune eun paese brasiliano localizzato nel “Mezzo ovest”, quindi più o meno nel centro-sud dello stato di Santa Catarina e integrante della microregione della AMPLASC (Associação dos Municípios do Planalto Sul Catarinense). La popolazione del comune di Celso Ramos era stimata dall’IBGE nel 2010 in 2.771 abitanti. La sua area è di 198 km2. Il comune fu emancipato il 26 aprile 1989.
La forma organizzata della locale comunità cattolica fu riconosciuta dalla diocesi di Lages e inaugurata come parrocchia, sebbene già prima ci fosse l’edificio della chiesa, dedicata a S. Paolo, e la relativa comunità, il 1° marzo 1998 e il primo parroco fu il padre Cavanis João Pedro Fauro. Tuttavia, il Notiziario Ufficiale per gli Atti di Curia del 1998, XXIII, 52: 49 dice che la parrocchia fu accettata il 6 febbraio 1998. I padri Cavanis lasciarono la parrocchia il 6 febbraio 2004. P. Fauro abitò da solo, senza una comunità religiosa, a Celso Ramos, piccola città da poco divenuta comune, oltre che parrocchia; con lui però, nella casa parrocchiale abitava sua madre. Una curiosità: P. João Pedro aveva organizzato nella foresta attorno a Celso Ramos un percorso sportivo-naturalistico, un misto tra ferrata e percorso di canoying, in una stretta vallata scavata nei trapp basaltici cretacei della Formazione o Gruppo Serra Geral. Bisognava arrampicare, per lo più in traversata, sulle rocce rese scivolose dal muschio e da altri vegetali, in mezzo alla foresta subtropicale di pendio, sovente su pareti esposte. Lungo il percorso si ammiravano al naturale splendide orchidee del genere Cattleya (la più classica orchidea del mondo, direi), tipiche e originarie delle foreste dello Stato di Santa Catarina, nel sud del Brasile, oltre a quelle del genere Oncydium e altre. Chi scrive visitò P. Fauro, stette qualche giorno con lui, e effettuò con lui il percorso suddetto, nel 2001.
La parrocchia fu chiusa, per decisione del preposito generale su suggerimento della provincia Brasile, dentro di un piano di ridimensionamento, dato che la città (per meglio dire, un paese) era piccola, isolata, con scarse possibilità di sviluppo e con poche possibilità di pastorale vocazionale.
La presenza du una casa Cavanis a Celso Ramos fu la più meridionale dell’Istituto in Brasile e in America del Sud (e del mondo), date le sue coordinate di 27°18’52”S; 48°33’11”W.
Tabella: “Casa” di Celso Ramos – Santa Catarina – Brasile
Anno | Rettore | Preti | Fratelli laici | Seminaristi e osservazioni |
1996 | — | João Pedro Fauro (parroco della parrocchia S. Paolo apostolo) | — | Aperta dal 2 febbraio 1996 in diocesi di Lajes. P. Fauro fu il primo parroco di questa parrocchia. |
1997 | — | João Pedro Fauro (parroco) | — | — |
1998 | — | João Pedro Fauro (parroco) | — | — |
1999 | — | João Pedro Fauro (parroco) | — | — |
2000 | Giuseppe Viani (a Mossunguê) | João Pedro Fauro (parroco) | — | — |
2001 | Giuseppe Viani (a Mossunguê) | Giovanni Carlo Tittotto (parroco) | — | — |
2002 | Giuseppe Viani (a Mossunguê) | João Pedro Fauro (parroco) | — | NB: sembra sia stato anche P. Aldino a Celso Ramos.*** |
2003 | João Pedro Fauro (parroco) | — | — | |
2004 | João Pedro Fauro (parroco) | — | La parrocchia viene restituita alla diocesi il 6 febbraio 2004. |
3.15 La casa della parrocchia di São José da Vila Palmeiras a São Paulo – SP, Brasile (1994-2020)
La parrocchia, su proposta della Provincia Brasile, fu accettata per decisione del preposito generale con il consenso del consiglio, durante una delle riunioni del primo semestre del 1994. Si trova nella regione pastorale Brasilândia, nell’archidiocesi di São Paulo, più esattamente nella Vila Palmeiras, nel distretto della Freguesia do Ó, o meglio, Freguesia de Nossa Senhora do Ó, una delle tre freguesias (parrocchie, nel senso di quartieri che sono anche parrocchie) in cui fu divisa (1796) la frequesia da Sé, ossia il nucleo Storico della città di São Paulo. Tale distretto ha una popolazione che risente molto dell’immigrazione italiana.
La chiesa di questa parrocchia affidata ai Cavanis è neocoloniale, piuttosto bella, senza essere ricca e senza l’aspetto di basilica; ma è molto dignitosa. Interessante il grande portico che prepara nella penombra ad addentrarsi nello spazio sacro.
La Casa Cavanis, all’inizio soltanto casa parrocchiale, si arricchì ben presto con una casa di accoglienza dal nome ““Casa Clamor Cavanis Irmão Aldo Menghi”; la casa divenne poi (21 luglio 2006-14 febbraio 2009) anche sede della Provincia “Antônio e Marcos Cavanis” del Brasile, che aveva lasciato la sede di Mossunguê, Curitiba (2008). Tale sede della provincia lascerà poi la parrocchia di São José e ritornerà infine a Castro il 14 febbraio 2009, con indirizzo però non più alla rua Visconde de Rio Branco, ma al nuovo indirizzo (vicinissimo) Rua Antonio Rolim de Moura, 1490. Ciò avvenne all’inizio del secondo mandato del P. Antônio Paulo Vieira Sagrilo (2009-2012).
Anno | Rettore | Preti | Fratelli laici | Seminaristi e osservazioni | |
1994 | Giuseppe Viani (parroco) | “Accettazione della cura pastorale della parrocchia São José dell’Archidiocesi di São Paulo, della Regione Pastorale Brasilândia, Brasile” | |||
1995 | Giuseppe Viani (parroco) | ||||
1996 | Giuseppe Viani (parroco) Claudio Chrominski (vicario) | Renato José Rothen | |||
1997 | Giuseppe Viani (parroco), Cláudio Chrominski | ||||
1998 | Giuseppe Viani (parroco), Cláudio Chrominski | — | — | ||
1999 | Giuseppe Viani (parroco), Cláudio Chrominski | — | |||
2000 | Giuseppe Viani (a Mossunguê) | — | |||
2001 | Giuseppe Viani (a Mossunguê) | James Dalalasta (rettore e parroco), Edemar de Souza (vicario) | — | Anderson Clayton | |
2002 | Giuseppe Viani (a Mossunguê) | James Dalalasta (rettore e parroco), Edemar de Souza (vicario) | — | Anderson Clayton | |
2003 | — | ||||
2004 | Edemar de Souza (parroco) | — | Religioso Robinson | ||
2005 | — | ||||
2006 | |||||
2007 | Edemar de Souza (parroco) | Clodoaldo Muchinski, aiutante nella parrocchia e vice-direttore nella casa do menor. | |||
2008 | Edemar de Souza (parroco) | Clodoaldo Muchinski, aiutante nella parrocchia e vice-direttore nella casa do menor. | |||
2009 | Edemar de Souza (parroco) | Clodoaldo Muchinski, aiutante nella parrocchia e vice-direttore nella casa do menor. | |||
2010 | Vanderlei Pavan, parroco e direttore della Casa da criança e do dolescente “Casa Clamor Irmão Aldo Menghi” | Clodoaldo José Oliva Muchinski, aiutante nella parrocchia e vice-direttore nella casa do menor. | |||
2011 | Roberto Laufer (amministratore parrocchiale) | ||||
2012 | Roberto Laufer (parroco), Maurício Kviatkoski da Lima (vicario); responsabili anche della “Casa Clamor Irmão Aldo Menghi” | ||||
2013 | — | — | |||
2014 | — | — | |||
2015 | Aparício Carneiro Filho (vicario Parrocchiale) | — | — | ||
2016 | Márcio Campos da Silva (parroco), Aparício Carneiro Filho (Vicario) | — | — | ||
2017 | Márcio Campos da Silva (parroco), Aparício Carneiro Filho (Vicario) | — | — | ||
2018 | Márcio Campos da Silva (parroco e responsabile Opera Clamor Cavanis), Aparício Carneiro Filho, Daniel Maciel Domingues | relig. Daniel Maciel Domingues (aiutante) | NB. Daniel M. Domingues è assegnato a questa casa, ma sta a Rio de Janeiro per studi. | ||
2019 | Márcio Campos da Silva (parroco e responsabile Opera Clamor Cavanis), Aparício Carneiro Filho | ||||
2020 | *** |
3.16 La casa di Mossunguê – Curitiba – Paraná – Brasile (1996-2008)
Il centro abitato di Mossunguê è considerato soltanto un quartiere (bairro) di Curitiba, nella Subprefeitura di Santa Felicidade, zona occidentale di Curitiba con predominanza di immigrazione italiana. Il suo centro è situato alle seguenti coordinate: 25°26’28” S; 49°16’37” W. Mossunguê si trova all’incrocio tra le due strade BR 376 (Rodovia do Cafè, che da Curitiba porta a Ponta Grossa e poi al Nord nuovo e nuovissimo del Paraná) e PR 418. Il quartiere ha 3,38 km², 5.628 abitanti, una concentrazione di 16,65 ab./ km².
Quando la Congregazione ne aveva sede della provincia Brasile e cura della parrocchia, era piuttosto una frazione con carattere di paese agricolo. La frazione era nettamente separata da Curitiba, ed era un paese, di origine di immigrati italiani, anzi valdostani, che era rimasta inglobata, ma non troppo, dal complesso di sobborghi della città metropolitana di Curitiba.
La provincia del Brasile decise di trasferire la sede della Provincia da Castro a Curitiba-Mossunguê e ne ebbe l’autorizzazione dal preposito con il suo consiglio in una delle riunioni del Consiglio generale dell’autunno 1995.
La casa dell’Istituto, sede della provincia Brasile dal 1996 al 2008, era vicina alla chiesa di San Grato. La piccola comunità (piuttosto una minuscola curia provinciale) fin dal principio si prese cura pastorale del popolo della quasi-parrocchia; la assunse formalmente come parrocchia nel 2000 e la mantenne fino alla fine del 2008.
Anno | Rettore | Preti | Seminaristi e osservazioni |
1996 | Diego Spadotto | Diego Spadotto (superiore provinciale e rettore), Edmilson Mendes (con cura pastorale della parrocchia di S. Grato e è giudice del tribunale ecclestico di Curitiba) | Si apre come casa sede della curia provinciale, con cura pastorale informale del popolo del sobborgo, il 2.2.1996. |
1997 | Diego Spadotto | Diego Spadotto (provinciale e rettore), Edmilson Mendes | — |
1998 | Diego Spadotto | Diego Spadotto (provinciale e rettore e cura pastorale S. Grato), Edmilson Mendes | — |
1999 | Diego Spadotto | Diego Spadotto (provinciale e rettore e cura pastorale S. Grato), Edmilson Mendes | — |
2000 | Giuseppe Viani | Giuseppe Viani (provinciale, rettore), Caetano Angelo Sandrini (parroco) | La provincia assume la parrocchia di S. Grato in modo formale. |
2001 | Giuseppe Viani | Giuseppe Viani (provinciale, rettore), Caetano Angelo Sandrini (segretario provinciale e parroco) | |
2002 | Giuseppe Viani (a Mossunguê) | Giuseppe Viani (provinciale, rettore), Caetano Angelo Sandrini (segretario provinciale e parroco) | |
2003 | Giuseppe Viani (a Mossunguê) | Giuseppe Viani (provinciale, rettore), Caetano Angelo Sandrini (segretario provinciale e parroco) | |
2004 | Giovanni Carlo Tittotto (parroco) | ||
2005 | |||
2006 | |||
2007 | Nelson Luiz Martins (amministratore parrocchiale) con P. Paulo [probabilmente Paulo Oldair Welter, NdA] come vicario | ||
2008 | Nelson Luiz Martins (amministratore parrocchiale) con P. Paulo [probabilmente Paulo Odair Welter, NdA] come vicario | La casa di Mossunguê, sede della provincia Brasile viene chiusa verso la fine del 2008 e la parrocchia di S. Grato è restituita all’arcidiocesi di Curitiba. La sede della Provincia passa alla parrocchia di S. José a S. Paulo. |
3.17 La parrocchia di São Mateus do Sul – Paraná – Brasile (1995-2004)
La diocesi di União da Vitória è una suffraganea dell’arcidiocesi di Curitiba appartenente alla regione ecclesiastica Sul 2. Nel 2014 contava 192.600 battezzati su 225.600 abitanti. La diocesi comprende 13 comuni nella parte meridionale dello Stato del Paraná: Bituruna, General Carneiro, Porto Vitória, Cruz Machado, União da Vitória, Paula Freitas, Paulo Frontin, Mallet, Rio Azul, Rebouças, São Mateus do Sul, São João do Triunfo e Antônio Olinto. Sede vescovile è la città di União da Vitória, dove si trova la cattedrale del Sacro Cuore di Gesù.
Il territorio si estende su una superficie di circa 10.000 km² ed è suddiviso in 25 parrocchie, raggruppate in 5 settori pastorali: Cattedrale, Sagrada Família, São Mateus, Bituruna e Rio Azul.
La diocesi fu eretta il 3 dicembre 1976 con la bolla Qui divino consilio di papa Paolo VI, ricavandone il territorio dall’arcidiocesi di Curitiba e dalle diocesi di Guarapuava e di Ponta Grossa.
Il 9 febbraio 1984, in forza del decreto Quo aptius della Congregazione per i vescovi, ampliò il proprio territorio con i comuni di Bituruna e di General Carneiro, già appartenuti alla diocesi di Palmas.
LISTA DEI VESCOVI DELLA DIOCESI DI UNIÃO DA VITÓRIA – PARANÁ – BRASILE
São Mateus do Sul è un comune dello stato del Paraná. La sua popolazione si stimava nel 2018 (IBGE del 2018), in 45.806 abitanti. Ha un’area di 1.342 km², con una densità di popolazione di 34,12 abitanti/km². La città è situata a 25° 52′ 26″ S; 50° 22′ 58″ W, a 835 m s.l.m., nel primo altipiano (planalto) del Paraná, come Curitiba, e si situa a 121 km da questa capitale dello stato.
Il comune di São Mateus do Sul si caratterizza soprattutto nell’area industriale e dello sfruttamento minerale, per via della presenza intensa in superficie e in profondità dei cosiddetti scisti bituminosi della Formazione Irati del Permiano inferiore (La base della formazione è stata datata recentemente a 278,4 ± 2,2 milioni di anni). Si tratta di strati pelitici o siltitici con forte presenza di idrocarburi e di zolfo. Esiste nella zona una “Officina di Scisto” della Petrobrás, che all’inizio, negli anni ’50-’80 del secolo XX aveva piuttosto carattere sperimentale, ma poi, con l’aumento enorme del valore e del prezzo del barile di petrolio e del m3 di gas è diventata un polo di produzione e di raffinazione di prodotti energetici e di materie prime (petrolio, nafta, gas industriali e zolfo) ai quali bisogna aggiungere le forme di indotto nei più diversi settori dell’industria e della produzione di rivestimenti ceramici di alta qualità, prodotti dalla ditta Incepa.
Il comune conta con circa cento industrie nei più diversi rami. Un’industria speciale è quella della produzione dell’erva mate o chimarrão, e il comune in questo campo è conosciuto come uno dei maggiori produttori brasiliani. Tra l’altro possiede una quantità grande di ervais, ossia di “boschi naturali o coltivati” di Ilex paraguaiensis (erva mate) spesso naturali, ancora preservati e sfruttati razionalmente. Si aggiungono le altre attività normali agricole e di allevamento nella campagna.
Dal 3 dicembre 1976 la parrocchia di São Mateus do Sul appartiene alla diocesi di União da Vitória eretta in quella data. Prima apparteneva alla diocesi di Ponta Grossa.
Nonostante il numero di parrocchie dell’Istituto in Brasile fosse quasi superiore al numero dei sacerdoti Cavanis brasiliani capaci di condurre una parrocchia, cosa che era stata notata nel mandato sessennale precedente, chiedendo il preposito di procedere a un opportuno ridimensionamento, si aprì ancora questa parrocchia in Paraná, nonostante l’evidente squilibrio tra il numero di parrocchie paranaensi e quelle assunte negli altri stati del Brasile fino a quella data, e anche in seguito.
La parrocchia di São Mateus do Sul fu accettata in una delle riunioni del Consiglio generale con il Preposito del secondo semestre del 1995. Il preposito aveva in precedenza visitato monsignor Walter Michael Ebejer, vescovo della diocesi di União da Vitória, cui apparteneva la parrocchia (23 agosto 1995). Il primo parroco Cavanis, P. Mario Valcamonica, prese possesso il 28 gennaio 1996. La parrocchia fu restituita alla diocesi, per motivi probabilmente di ridimensionamento, nel gennaio 2007.
Tabella: casa della parrocchia di São Mateus do Sul – PR
Anno | Rettore | Preti | Seminaristi e osservazioni |
1995 (2° semestre) | Mario Valcamonica (parroco) | — | |
1996 | Mario Valcamonica (parroco) | André Pereira Souto, Sebastião Adir Bueno | |
1997 | Mario Valcamonica (parroco) | André Pereira Souto, Sebastião Adir Bueno | |
1998 | José Osni Kuhnen (parroco) | — | |
1999 | José Osni Kuenen (parroco), Giovanni Carlo Tittoto (vicario) | — | |
2000 | Giuseppe Viani (a Mossunguê) | — | |
2001 | Giuseppe Viani (a Mossunguê) | João Pedro Fauro (parroco) | — |
2002 | Giuseppe Viani (a Mossunguê) | — | |
2003 | — | ||
2004 | Caetano Ângelo Sandrini | — | |
2005 | — | ||
2006 | — | ||
2007 | La parrocchia fu restituita alla diocesi nel gennaio 2007. |
3.18 La casa di Novo Progresso, Parrocchia Santa Luzia – Pará – Brasile (1998-2019)
La parrocchia di Novo Progresso si trova nel sud del mitico stato del Pará, in Amazzonia, Brasile, alle coordinate di 7° 8′ 49″ S; 55° 22′ 55″ W, lungo la strada, ora asfaltata, a quel tempo e per lungo tempo di terra, la BR 163, che conduce da Cuiabá, capitale del Mato Grosso, a Santarém, grossa città sulla confluenza del Tapajóz con il Rio delle Amazzoni. La parrocchia, come il comune di Novo Progresso, prima della sua divisione avvenuta nel 2012, era di 38.162 km², ben maggiore dell’area della regione Lombardia in Italia (23.844 km²) o della Toscana (22.987 km²), poco minore dell’area delle due regioni della Lombardia e del Veneto insieme (42.291 km²)!
La parrocchia appartiene alla prelazia di Itaituba, a quel tempo “la prelazia più giovane del Brasile, con 175.000 Km² e soltanto 9 preti”, una diocesi che segue grosso modo il corso del fiume Tapajóz, grande e impressionante affluente di destra del Rio delle Amazzoni e la BR 163, in piena foresta amazzonica, ora purtroppo molto, troppo antropizzata, il che vuol dire in concreto quasi distrutta. La sede della diocesi, la città di Itaituba, si trova sulla riva sinistra del fiume Tapajóz.
L’Istituto Cavanis accettò la nuova parrocchia di S. Luzia come atto missionario “interno” ossia dentro l’immenso paese del Brasile. La parrocchia fu accettata dal preposito con il suo consiglio il 19 dicembre 1997. Contava allora con 26 comunità oltre alla città di Novo Progresso, ed era a quel tempo una fangosa borgata di frontiera. Il territorio della parrocchia corrispondeva a 300 chilometri della strada sterrata BR 163, con tutte le strade ed entrate laterali sui due lati.
L’entrata solenne del primo parroco e dei primi Cavanis si fece alla presenza del preposito generale P. Pietro Fietta il 28 giugno 1998.
La parrocchia si dimostrò come si prevedeva fisicamente sfiancante per i missionari in essa via via impegnati; come del resto accade in tante missioni in senso stretto in giro per il mondo. Ma, quel che è peggio, essendo oltre che estremamente estesa, anche una regione di “frontiera”, un po’ come il West degli Stati Uniti d’America del secolo XIX, cioè essendo terra di cercatori d’oro (i garimpeiros), in conseguenza anche di banditi (jagunços), di latifondisti, di avventurieri (accanto a grandi lavoratori), di saloons con le sue entraneuses per essere generoso nei termini, ha portato alla crisi della vocazione e quindi alla perdita di molti dei nostri religiosi e preti, senza portare, in cambio, alcun nuovo componente della comunità Cavanis.
Recentemente, si è voluto farsi promotori di una piccola facoltà cattolica e Cavanis, su iniziativa del P. Giuseppe Viani, che ha eroicamente vissuto in quella parrocchia per molti anni. Tale Facoltà Cattolica Cavanis è stata approvata con decreto del preposito e consenso del consiglio durante la riunione del consiglio generale del 7-11 novembre 2013. Dovranno essere presentati progetto e budget e piani di ammortamento.
La Facoltà di Novo Progresso dette inizio ai corsi con una lezione inaugurale il 6 marzo 2017.
COMPENDIO STORICO DELL’ORIGINE E DEL CARATTERE DELLA FACOLTÀ CAVANIS DI NOVO PROGRESSO, PARÁ, BRASILE
I responsabili della comunità civica, della parrocchia ed i rappresentanti del comune di Novo Progresso, pensando alla creazione delle Facultà Cattolicch Cavanis, discussero, analizzarono e studiarono la fattibilità di questo progetto. Fin dal 2004, un gruppo di rappresentanti dei maggiorenti locali, riuniti con il P. Giuseppe Viani, allora superiore provinciale della provincia Antônio e Marcos Cavanis del Brasile, rispondendo positivamente al progetto della Congregazione di realizzare un’opera educativa nello spirito dei Fondatori dell’Istituto, P. Antonio e P. Marco Cavanis, nella città di Novo Progresso, furono effettuate alcune riunioni mirate alla realizzazione di questo obiettivo.
Fu però soprattutto dal 2007, con l’arrivo del P. Giuseppe Viani alla parrocchia di Santa Luzia di Novo Progresso, nel Pará, che cominciò la concretizzazione del sogno: mettere in opera una facoltà universitaria nell’Amazzonia. Così, ci furono molte riunioni e si costituì la Società Educativa Cattolica dell’Ovest del Parà (SECOP), definendone gli statuti, costituendo ii gruppo dei fondatori, la Direzione e CNPJ.
La Provvidenza Divina permise che, con la collaborazione di molte persone, si riuscisse ad acquisire un’area urbana di più di 150.000 metri quadrati. I soci e la direzione discussero sui corsi da istituire e prevalse l’opinione di organizzarvi corsi utili per la regione interessata.
La città di Novo Progresso è situata nel cuore della foresta amazzonica, in una zona che è in pieno sviluppo, il che giustifica il bisogno di inpiantarvi l’insegnamento superiore. In quel senso la Facoltà Cattolica Cavanis, nella fase iniziale, intende impiantare i corsi per la laurea triennale di Informatica, Amministrazione, Scienze Contabili, Gestione Ambientale, e di Diritto; i corsi di laurea magistrale in senso lato e corsi vari di specializzazione.
La preoccupazione e l’obiettivo della Società Educativa Cattolica dell’Ovest del Pará sono fondati sull’opportunità di poter lavorare e di favorire il lavoro in uno dei luoghi più ricchi di risorse naturali del pianeta, e si giustificano per la necessità di offrire corsi che qualifichino la formazione di professionisti capacitati a sfruttare queste risorse e metterle al servizio e per l’uso da parte della comunità brasiliana e di quella mondiale.
La Società Educativa Cattolica dell’Ovest del Pará, con il suo progetto della Facoltà, viene a riempire una grande lacuna nel processo dello sviluppo culturale, scientifico e sociale dell’area amazzonica e del Brasile, anche a causa della necessità urgente di salvaguardare l’ambiente. A somiglianza delle Pontifice Università Cattoliche (PUCs) e delle Facoltà Cattoliche, il carattere comunitario, critico e riflessivo sarà anche il logo della futura Facoltà Cattolica Cavanis, che è un’istituzione comunitaria, sensibile ai problemi sociali della regione, disposta a riflettere su di loro insieme con i suoi studenti, con i professori e con tutta la comunità, in modo di attuare nella formazione di cittadini consapevoli e disposti a partecipare.
A questo fine, una delle discipline obbligatorie in tutti i corsi della Facoltà Cattolica Cavanis è la “Scienza della Religione”; la disciplina che discute i problemi e i temi della società contemporanea alla luce delle ottiche esistenziali e trascendenti, in modo da avere e fornire una visione unitaria e globale delle questioni nazionale e del mondo.
La Società Educativa Cattolica dell’Ovest del Pará (SECOP) è un’istituzione non elitaria, nella misura in cui adatta i suoi costi per accogliere tutta la popolazione, con una politica di accesso per persone che, finora, non avevano avuto accesso all’istruzione superiore, a causa del costo eccessivo che certe istituzioni hanno fissato per le loro rette mensili. Essendo cattolica, essa si impegna a formare il professionista nel quadro di una Filosofia Humanista rivolta al sociale ed al bene comune. Lavorerà per cercare la qualità associata al processo di produzione del sapere e dell’intervento nelle realtà sociali che abbiano bisogno di essa.
In tal modo, l’Insegnamento, la Ricerca e l’Estensione si completano a vicenda per il raggiungimento degli obiettivi considerati socialmente rilevanti dall’Istituzione. In sintonia con la Società Educativa Cattolica dell’Ovest del Pará, la preoccupazione della Facoltà Cattolica Cavanis, con l’offerta di corsi di laurea triennale, di corsi magistrali sensu lato e di specializzazione, è fondata sul bisogno di ripensare la qualifica del lavoratore per la società brasiliana; qualifica che questi ha se è cambiato e esige forme nuove di sviluppo sociale, ratificando così l’importanza della Facoltà Cattolica Cavanis per il comune di Nuovo Progresso.
La Facoltà Cattolica Cavanis si posiziona nella ricerca della difesa e della dignità umana in tutte le loro dimensioni. I suoi corsi hanno i curriculum costituiti da discipline fondamentali e da discipline di contenuto specialistico. Le discipline esigono la presenza fisica, e sono fornite in turni che saranno opportunamente definiti. Gli orientamenti pedagogici dell’istituzione fanno integrare, nei loro corsi, l’Insegnamento, la Ricerca e l’Estensione, con riferimento al carattere comunitario dell’istituzione.
La Facoltà Cattolica Cavanis mantiene la comunione con la Chiesa e con la Santa Sede, e dovrà mantenere il collegamento con le congeneri per la cooperazione reciproca e l’intercambio. In stretta comunione con la Chiesa della Prelazia di Itaituba, specialmente con il suo Vescovo, si propone di compiere la sua missione istituzionale: l’azione evangelizzatrice nell’ambiente universitario accademico.
La Pastorale nell’Università è un organo che sarà costituito per svolgere attività pastorali nella Facoltà e per proporre ai membri della propria comunità l’occasione di coordinare lo studio accademico con i principi religiosi e morali, integrando così la vita con la fede.
La Facoltà Cattolica Cavanis dovrà dare preferenza ai mezzi che facilitano l’integrazione della formazione umana e professionale con i valori religiosi alla luce della dottrina cattolica con l’obiettivo di unire l’apprendistato intellettuale alla dimensione religiosa della vita. Dovrà ancora realizzare l’intercambio e cercare la cooperazione di altre Istituzioni Cattoliche dell’Istruzione Superiore (IESCs), con lo scopo di affrontare meglio i complessi problemi della società moderna e rafforzare la sua propria identità.
Alla parrocchia di Novo Progresso è annessa una casa di accoglienza per ragazzi tendenzialmente vocazionati, chiamata Casa de acolhida Nossa Senhora do Carmo. Nel 2016 i giovani seminaristi minori erano quattordici.
Attualmente la Casa de Acolhida, anche a seguito dell’aumento del numero degli aspiranti alla vita religiosa, ha cambiato il nome in quello di Seminário Nossa Senhora do Carmo.
Anno | Rettore | Preti | Fratelli laici | Seminaristi e osservazioni |
1998 | João da Costa Holanda | João da Costa Holanda (parroco), Giovanni Carlo Tittoto | — | — |
1999 | João da Costa Holanda | João da Costa Holanda (parroco),Giovanni Carlo Tittoto, Edino Lopes | — | — |
2000 | João da Costa Holanda | João da Costa Holanda (parroco), Giovanni Carlo Tittoto, Edino Lopes | — | — |
2001 | José Osni Kuhnen (a Belo Horizonte) | Edino Lopes (parroco) e Norberto Artêmio Rech (vicario) | — | — |
2002 | José Osni Kuhnen (a Belo Horizonte) | Edino Lopes (parroco) e Norberto Artêmio Rech (vicario) | — | — |
2003 | José Osni Kuhnen (a Belo Horizonte) | Edino Lopes (parroco) e Norberto Artêmio Rech (vicario) | — | — |
2004 | João Pedro Fauro (parroco), con religioso Sebastião Adir de Souza Bueno | — | ||
2005 | — | |||
2006 | — | |||
2007 | Giuseppe Viani (parroco), João Pedro Fauro | Renato José Rothen | — | |
2008 | João Pedro [Fauro] (parroco), Ilson Napoleâo Carneiro (vicario) | Renato José Rothen | — | |
2009 | João Pedro Fauro (parroco), Ilson Napoleâo Carneiro (vicario), | Renato José Rothen | — | |
2010 | João Pedro Fauro | João Pedro Fauro (parroco), Ilson Napoleâo Carneiro, Antônio Ganser (vicario) | Renato José Rothen | — |
2011 | José Carlos da Silva Leite | Renato José Rothen | Diac. Josoé Francisco Zanon | |
2012 | José Carlos da Silva Leite | José Carlos da Silva Leite (parroco) | Renato José Rothen (incaricato del coord. didattico nelle scuole) | — |
2013 | — | |||
2014 | — | |||
2015 | Si apre una casa di accoglienza per aspiranti, con l’assenso (non necessario) del preposito. | |||
2016 | Roberto Laufer (parroco), Josoé Francisco Zanon (vicario), Giuseppe Viani (vicario) | — | ||
2017 | Josoé Francisco Zanon (vicario), Giuseppe Viani (vicario), Jonas Barabacóvi (vicario) | — | ||
2018 | Giuseppe Viani (parroco di S.. Luzia + organizzazione della Facoltà), Josoé Francisco Zanon (vicario), Jonas Barabacóvi (vicario) | — | — | |
2019 | Giuseppe Viani (organizzatore della Facoltà e vicario), Josoé Francisco Zanon (parroco), Jonas Barabacóvi (vicario) | — | ||
2020 | *** |
3.19 La casa di Maringá – Paraná – Brasile (2001-2019)
Maringá è un comune del Brasile nello Stato del Paraná, parte della meso-regione del Norte Central Paranaense e della microregione di Maringá; è situato a 23°25′35″S; 51°56′17″W, a 555 m s.l.m., a 426 km da Curitiba, capitale dello stato; ha un’area di 487 km² e una popolazione di 417.010 (IBGE 2018); ne segue una densità di 854,65 ab./km². La regione metropolitana però comprende 764.753 abitanti (IBGE 2018). È una delle più grandi città del Paraná. Essa è attraversata dal tropico del Capricorno.
La città ebbe le sue origini da entradas di coltivatori paolisti (di São Paulo), molto interessati alla sua terra roxa (vorrebbe dire propriamente “terra viola”, ma in realtà il senso è di terra rossa), prodotta dal degrado della copertura di una potente serie di colate di lave basaltiche, contenenti molto potassio e altri elementi utili per produrre terra fertile. La terra fu disboscata, la mata atlantica fu distrutta, e fu coltivata soprattutto intensivamente a caffè, fino al 1975, quando una grande nevicata seguita da forti freddi che congelarono la neve, costrinsero i coltivatori di tutto il nord del Paraná a tagliare al piede le piante di caffè bruciate dal gelo e li decisero a rinunciare una volta per tutte a questa cultura nello stato del Paraná. L’agricoltura ora è più varia e più adatta al clima. L’economia della città e della zona è del resto molto varia, fondata non solo sull’agricoltura ma anche e molto sull’industria e sul commercio.
Come si potrebbe dire anche per le altre città o centri minori in cui si trovano le nostre comunità e opere Cavanis, e lo diciamo qui per tutte, Maringá è un comune a maggioranza cattolica, ma con molte altre denominazioni religiose, come battisti, presbiteriani, metodisti, chiese evangeliche varie, musulmani, buddisti, spiritisti (un notevole numero di membri di questa religione del tutto superata in molti altri paesi esiste ancora purtroppo in Brasile) fra le altre. Nonostante i cattolici siano la maggioranza, essi sono in situazione di stagnazione; mentre crescono le chiese dette evangeliche, di matrice pentecostalista e sabbatista, di origine statunitense. I cattolici sono, come si diceva, circa il 73,72%, i protestanti e evangelici circa il 21,15%, le altre religioni insieme si possono calcolare nella percentuale del 5,13% (IBGE 2018).
L’arcidiocesi di Maringá verso la fine del secolo scorso si è costruita un’imponente cattedrale di forma conica, altissima (124 m), molto caratteristica.
I Cavanis hanno ricevuto nel 2001 nella città una parrocchia. La casa fu aperta per decisione del preposito generale con il suo consiglio, su richiesta del superiore provinciale del Brasile, all’inizio del 2001. Fu il P. Edmilson Mendes a prendere possesso come primo parroco nella nuova parrocchia di Santa Rita de Cássia in Maringá, il 25 marzo 2001. La parrocchia fu trasformata poi in santuario, a richiesta formale del parroco che allora era P. Rogério Diesel, il 12 settembre 2011, rimanendo anche parrocchia, dedicata a Santa Rita da Cascia. Il decreto d’istituzione del santuario lascia chiaro che il parroco automaticamente diventa rettore del santuario. Anche in Brasile, come in Italia e in molti paesi, la santa gode di una grande devozione e popolarità.
La Provincia del Brasile mantiene aperto a Maringá anche un seminario per studenti religiosi di filosofia, che studiavano nella Pontificia Universidade Cattolica di Curitiba, nella sede o campus di Maringá: una bella casetta rossa con alpendre, cioè un porticato, dal nome “Seminário Mãe das Escolas de Caridade”. In origine questo edificio era una casa predisposta per le riunioni del clero di Maringà e fu concesso in comodato ai padri Cavanis.
Anno | Rettore | Preti | Seminaristi e osservazioni |
2001 | Edmilson Mendes | Edmilson Mendes (parroco) | — |
2002 | Edmilson Mendes | Edmilson Mendes (parroco) | — |
2003 | Edmilson Mendes | Edmilson Mendes (parroco) | — |
2004 | Edmilson Mendes | Edmilson Mendes (parroco) | — |
2005 | Edmilson Mendes | Edmilson Mendes (parroco) | — |
2006 | Edmilson Mendes | Edmilson Mendes (parroco) | — |
2007 | Edmilson Mendes | Edmilson Mendes (parroco) | — |
2008 | Edmilson Mendes | Edmilson Mendes (parroco) | (fino ad ottobre 2008) |
2009 | Rogério Diesel | Rogério Diesel (Parroco), Nelson Luiz Martins (vicario) | |
2010 | Rogério Diesel | Rogério Diesel (Parroco), Nelson Luiz Martins (vicario) | |
2011 | Rogério Diesel | Rogério Diesel (Parroco e rettore del santuario), Nelson Luiz Martins (vicario) | L’8.9.2011 l’arcivescovo erige la chiesa parrocchiale in santuario di S. Rita. |
2012 | Rogério Diesel | Rogério Diesel (Parroco e rettore del santuario), ??? (vicario) | |
2013 | Rogério Diesel | Rogério Diesel (Parroco e rettore del santuario), Antônio Ganser (vicario) | |
2014 | Vandir Santo Freo (Parroco e rettore del santuario), Antônio Ganser (vicario) | ||
2015 | Vandir Santo Freo (Parroco e rettore del santuario), Antônio Ganser (vicario) | Antônio Ganser esce dalla Congregazione. | |
2016 | Vandir Santo Freo (Parroco e rettore del santuario). Vanderlei Pavan, vicario | Il preposito autorizza l’apertura del seminario filosofico a Maringá | |
2017 | Delvair Batista Lemonie (Parroco e rettore del santuario Vandir Santo Freo (direttore seminario filosofico e vicario parrocchiale) | Il 12 febbraio 2017 i seminaristi filosofi passano a Maringá, abitando in un nuovo piccolo edificio costruito per loro uso. Si chiama “Seminário Mãe das Escolas de Caridade”. Il direttore del seminario è P. Vandir Santo Freo. | |
2018 | Delvair Batista Lemonie (Parroco e rettore del santuario) Vandir Santo Freo (direttore del seminario filosofico e vicario parrocchiale) | 3 seminaristi filosofi | |
2019 | Delvair Batista Lemonie (Parroco e rettore del santuario) Vandir Santo Freo (direttore del seminario filosofico e vicario parrocchiale) | ||
2020 | *** |
3.20 La casa di Guarantã do Norte, parrocchia di Nossa Senhora do Rosário – Mato Grosso (2001-2019)
Guarantã do Norte è un comune del Brasile nello Stato del Mato Grosso, parte della mesoregione del Norte Mato-Grossense e della microregione di Colíder.
La città è situata a 9° 57′ 5″ S; 54° 54′ 25″ W, all’altitudine di 345 m s.l.m., il comune ha un’area di 4.734 km², 32.216 abitanti, secondo il censimento IBGE del 2010, oggi ne avrà parecchi di più, e aveva una densità di 6,8 ab./km². Il territorio del comune si trova proprio sul confine tra lo stato del Mato Grosso e quello del Parà, e dentro della regione dell’Amazzonia legale. La città è attraversata, come Novo Progresso e tante altre città, dalla grande via Cuiabá-Santarém (BR-163), recentemente in massima parte asfaltata.
Da notare, per chi non è brasiliano, che Mato Grosso, contrariamente a quanto si pensa, non vuol dire “la grande foresta”, ma piuttosto, in italiano, “il grande sterpeto” o “la grande boscaglia”; spesso si tratta di savane arborizzate (cerrado, in luso-brasiliano), con foreste al bordo dei fiumi. Andando verso nord, verso il bacino del rio delle Amazzoni, cominciano ad apparire anche le grandi foreste. Dappertutto sono abbondanti le palme di diverse specie e diversi generi. Il Mato Grosso poi qualifica tutta la fascia centro-occidentale del Brasile; è stato diviso in due stati, lo stato del Mato Grosso è la sezione settentrionale, ancora abbastanza allo stato naturale, salvo in ampie fasce lungo le strade principali, per esempio la BR-163: il Mato Grosso do Sul è la sezione meridionale, oggigiorno in buona parte coltivata.
L’Amazzonia legale (Amazônia Legal) è un’area che ingloba nove stati del Brasile appartenenti al bacino idrografico del Rio delle Amazzoni e all’area di presenza della vegetazione amazzonica. Il governo federale instituì il concetto e la pratica giuridica, amministrativa e fiscale di Amazônia legal, che comprende la totalità degli stati di: Acre, Amapá, Amazonas, Mato Grosso, Pará, Rondônia, Roraima e Tocantins; e parte dello stato del Maranhão (a ovest del meridiano 44º di longitudine ovest), in totale una superficie di circa 5.217.423 km² pari a circa 61% del territorio brasiliano. La sua popolazione tuttavia corrisponde solo al 12,32% del totale degli abitanti del Brasile.
Non bisogna dunque confondere l’Amazônia legal con lo stato di Amazonas.
Le tre case Cavanis di Guarantã do Norte, Novo Progresso e Castelo dos Sonhos appartengono dunque alla Amazônia legal.
Per avere un’idea della localizzazione di Guarantã do Norte, si può indicare la distanza in linea retta con la capitale dello stato e con altre città:
da Cuiabá, capitale dello Stato del Mato Grosso, 671 km;
da São Paulo: 1.766 km
da Rio de Janeiro: 1.920 km
da Brasília: 1.009 km
da Curitiba: 1.840 km
da Manaus: 934 km
da Porto Alegre: 2.285 km
La casa di Guarantã do Norte è una comunità Cavanis, alla quale è affidata dalla diocesi di Sinop, dal 9 marzo 2001 la parrocchia Nossa Senhora do Rosário.
Tabella: la casa di Guarantã do Norte, parrocchia di Nossa Senhora do Rosário – Mato Grosso (2001-2019)
Anno | Rettore | Preti | Fratelli laici | Seminaristi e osservazioni |
2001 | José Osni Kuhnen (a Belo Horizonte) | Martinho Paulus (parroco) | — | P. Martinho prende possesso il 9 marzo 2001 |
2002 | José Osni Kuhnen (a Belo Horizonte) | Martinho Paulus (parroco) | — | — |
2003 | José Osni Kuhnen (a Belo Horizonte) | Martinho Paulus (parroco) | — | |
2004 | Martinho Paulus (parroco); con Diac. Antônio Ganser e relig. Pedro da Lima trabalhando nella Casa de acolhida Nossa Senhora do Carmo. | — | Diac. Antônio Ganser e relig. Pedro da Lima | |
2005 | — | |||
2006 | — | |||
2007 | Vanderley Pavan, con l’aiuto di Daniel Maciel Rodrigues, responsabile del seminario | — | Magnus Zaleski e 16 aspiranti o postulanti | |
2008 | — | Aspiranti e/o postulanti | ||
2009 | Giuseppe Viani (parroco), Vanderlei Pavan (Vicario); Direttore del seminario minore André [Pereira] Souto e il religioso Magnus Zaleski. | — | Aspiranti e/o postulanti | |
2010 | Silvestre Selunk | Silvestre Selunk (Rettore del seminario NS do Carmo), Giuseppe Viani (parroco), Sebastiâo Adir de Souza Bueno (vicario) | — | Aspiranti e/o postulanti E ancora il religioso Aparício Carneiro |
2011 | João Pedro Fauro | João Pedro Fauro (parroco), Adenilson Alves Souza. Silvestre Selunk, direttore del seminario minore NS do Carmo | — | Rodrigo Duarte, per esperienza nel Seminario NS do Carmo. Aspiranti e/o postulanti |
2012 | João Pedro Fauro | João Pedro Fauro (parroco), Adenilson Alves Souza. Silvestre Selunk, direttore del seminario minore NS do Carmo | — | Aspiranti e/o postulanti |
2013 | — | Aspiranti e/o postulanti | ||
2014 | — | Aspiranti e/o postulanti | ||
2015 | Milton César Freo Tobias (amministratore parrocchiale) | — | Aspiranti e/o postulanti | |
2016 | João Pedro Pinheiro (parroco), diac., poi P. Ricardo Buratto | — | Aspiranti e/o postulanti | |
2017 | João Pedro Pinheiro (parroco), Ricardo Buratto (vicario) | — | Aspiranti e/o postulanti | |
2018 | João Pedro Pinheiro (parroco), Ricardo Buratto (vicario) | — | Aspiranti e/o postulanti | |
2019 | João Pedro Pinheiro (parroco) | — | ||
2020 | *** |
3.21 La casa di Castelo dos Sonhos – Pará – Brasile
Castelo dos Sonhos (a volte detto Castelo de Sonhos) è una cittadina che si trova situata a circa 100 km a sud di Novo Progresso e circa 100 km a nord di Guarantã do Norte. È stata fondata nell’agosto 1990. Ma ancora non ha raggiunto l’autonomia e lo status di comune. Consta di circa 15.000 abitanti.
La parrocchia di Santo Antônio della cittadina di Castelo de Sonhos nel Pará, Brasile, in piena Amazzonia, nella Prelazia di Itaituba, è stata accettata dalla Congregazione il 26 giugno 2012, su richiesta della Provincia Brasiliana, con decisione del preposito generale P. Alvise Bellinato, con l’assenso del suo consiglio, con decreto del 26 giugno 2012, prot. n° 043/12..
Castelo de Sonhos (Castello di Sogni) è un distretto (in Italia si direbbe frazione, immagino) del comune di Altamira, nello stato brasiliano del Pará. Ha circa 15.000 abitanti, nel 2017. È il distretto brasiliano più distante dalla sede del suo rispettivo comune, essendo localizzato a 950 km dal distretto-sede di Altamira – passando per le strade Cuiabá-Santarém (BR-163) e Strada Transamazzonica (BR-230). A causa di questa grande distanza dalla sede municipale, Castelo de Sonhos ha un legame molto più prossimo con il comune di Novo Progresso (dove esiste tra l’altro una nostra comunità e parrocchia) e con il comune di Guarantã do Norte (dove pure esiste una nostra comunità e parrocchia) nel Mato Grosso. Il distretto di Castelo de Sonhos è localizzato sul margine della strada BR-163, nella regione conosciuta come Serra do Cachimbo. Il Comune di Altamira mantiene una sede sussidiaria nel distretto responsabile per l’amministrazione locale. La prelazia è la stessa, quella di Itaituba, per le parrocchie di Novo Progresso e per Castelo de Sonhos; mentre la parrocchia di Guarantã do Norte appartiene alla diocesi di Sinop.
Il territorio di questa nuova parrocchia apparteneva in antecedenza alla parrocchia di Nuovo Progresso, che con i suoi 300 km lineari lungo la BR 163 (ben più della distanza tra Roma e Firenze), era davvero troppo grande e la visita di tutte le sue numerose comunità, sparse in un territorio grande come una enorme diocesi italiana, costituiva una fatica eccessiva per i preti addetti alla parrocchia. Per dare un’idea sulle distanze che esistono tra parrocchie in zona amazzonica, la distanza su strada tra Castelo dos Sonhos e Novo Progresso è di 154 chilometri, la stessa distanza su strada che c’è da Venezia a Bologna in Italia.
La Parrocchia Santo Antônio de Pádua de Castelo dos Sonhos fu istallata il 16 febbraio 2012, essendo stata smembrata dalla parrocchia di S. Lucia di Novo Progresso. Il primo parroco fu P. Josoé Francisco Zanon.
Tabella: la casa di Castelo dos Sonhos – PA
Anno | Rettore | Preti | Fratelli laici | Seminaristi e osservazioni |
2011 | Josoé Francisco Zanon (Amministratore parrocchiale o viceparroco), diac. Paulo Sérgio Vieira | — | — | |
2012 | Josoé Francisco Zanon (parroco), Paulo Sérgio Vieira (vicario) | — | — | |
2013 | — | — | ||
2014 | — | — | ||
2015 | — | — | ||
2016 | — | — | ||
2017 | Adenilson Alves de Souza (parroco) | — | — | |
2018 | Adenilson Alves de Souza (parroco) | — | — | |
2019 | João Pedro Pinheiro | Daniel Maciel Domingues | — | |
2020 | *** |
Seminaristi Cavanis del Brasile nel 1999
Le comunità locali della parte territoriale brasiliana dell’Istituto Cavanis, in genere poco numerose (per lo più composte da uno o due religiosi, o poco più), furono riunite a formare delle cosiddette “Famiglie Cavanis”, più consistenti e più strutturate. L’iniziativa probabilmente è stata utile dal punto di vista della vita religiosa, ma rende molto difficile, soprattutto a chi non vive in quella parte territoriale, a capire chi è chi, quali sono i rettori, chi ha altre cariche previste dalle costituzioni. In pratica, in Brasile non si dava e non si dà molta importanza a chi è il rettore. Risulta più difficile capire la relazione tra famiglie religiose e comunità locali dal fatto che nei documenti e anche nel libretto annuale “Guia Cavanis”, molto utile del resto, spesso não risulta affatto chiara la divisione delle famiglie in comunità locali nelle varie città o paesi. Tale divisione risulta poi del tutto ignorata nei Notiziari ufficiali per gli atti di Curia.
Le famiglie religiose avevano il programma di riunirsi insieme quattro volte all’anno.
Ecco per esempio la situazione e i rapporti delle famiglie religiose e delle parrocchie, attività e comunità locali nel 2010:
Família religiosa Mãe das Escolas de Caridade
Comprende le comunità locali e le opere di:
Ortigueira-PR; con la parrocchia di S. Sebastião e la “Casa da criança P. Livio Donati”
Maringá-PR; con la parrocchia-santuario di S. Rita di Cascia (á)
Nel 2010 in questa famiglia religiosa le cariche erano le seguenti:
Rettore: P. Nelson Luiz Martins
Segretario: P. Rogério Diesel
Dirett. Spirit. Don Sandro Colonna di Stigliano (Fidei donum)
Economo P. Milton C. Freo Tobias
1° consigliere P. Rogério Diesel
2° consigliere P. Milton C. Freo Tobias
Nella stessa famiglia religiosa, le cariche pastorali nel 2010 erano le seguenti:
Parroco della parrocchia di San Sebastião di Ortigueira P. Milton C. Freo Tobias
Direttore della casa da criança “P. Livio Donati” P. Milton C. Freo Tobias
Aiutante nella stessa casa Don Sandro Colonna (Fidei donum)
Parroco della parrocchia di S. Rita di Cascia, di Maringá P. Rogério Diesel
Vicario della stessa parrocchia P. Nelson Luiz Martins
Família religiosa Nossa Senhora Aparecida
Comprende le comunità locali e le opere di:
Realeza-PR; con la parrocchia Cristo Rei e il Seminario minore di Realeza
Pérola d’Oeste-PR; con la parrocchia Sagrado Coração de Jesus.
Nel 2010 di questa famiglia religiosa le cariche religiose nel 2010 erano le seguenti:
Rettore P. Alberto Quijije Meza
Segretario —
Dirett. Spirit. P. Paulo Oldair Welter
Economo P. Caetano Ângelo Sandrini
Consigliere unico P. Paulo Oldair Welter
Nella stessa famiglia religiosa, le cariche pastorali nel 2010 erano le seguenti:
Parroco della parrocchia di Cristo Rei di Realeza P. Caetano Ângelo Sandrini
Direttore del Seminario N S Aparecida di Realeza P. Paulo Oldair Welter
Collaboratore nello stesso seminario P. Paulo Oldair Welter
Parroco della parrocchia del S. Cuore di Pérola d’Oeste P. Alberto Quijije Meza
Família religiosa Nossa Senhora do Rosário-Mãe das Missões
Comprende le comunità locali e le opere di:
Guarantã do Norte–MT, con la parrocchia Nossa Senhora do Rosário e la Casa de Acolhida (per aspiranti religiosi) “Nossa Senhora do Carmo”
Novo Progresso-PA, con la parrocchia Santa Luzia
Castelo de Sonhos-PA, con la parrocchia Santo Antônio de Pádua (a partire dal 2012)
Nel 2010 di questa famiglia religiosa le cariche religiose erano le seguenti:
Rettore P. João Pedro Fauro
Segretario P. Ilson C. Napoleão
Dirett. Spirit. P. Silvestre Selunk
Economo P. Sebastião Adir de Souza Bueno.
Nella stessa famiglia religiosa, le cariche pastorali nel 2010 erano le seguenti:
Parroco della parrocchia di NS do Rosário di Guarantã do Norte P. Giuseppe Viani
Vicario nella stessa parrocchia P. Ilson Carneiro Napoleão
Vicario nella stessa parrocchia P. Antônio Ganser
Collaboratore nella stessa parrocchia Ir. Renato José Rothen
Direttore della Casa de Acolhida NS do Carmo di Guarantã do N. P. Silvestre Selunk
Collaboratore nello stesso seminario Diac. Aparício Carneiro F°
Parroco della parrocchia di Santa Luzia di Novo Progresso P. João Pedro Fauro
[Parroco della parrocchia di S. Antônio de Castelo dos Sonhos depois de 2012]
Família religiosa Mãe da Divina Graça
Comprende: la sede della Provincia Brasile, con il Superiore provinciale P. Antônio Paulo Vieira Sagrilo e il vicario provinciale P. Edemar de Souza, recentemente eletti nel 5° capitolo provinciale, celebrato in Castro, nel Cenacolo, dal 6 al 10 luglio 2009. La sede della Provincia Cavanis nel Brasile si trova a Castro, in un’ala dell’antico Collegio S. Cruz, alla rua Antônio Rolim de Moura, n°1490, Castro Centro.
E inoltre: le comunità locali e le opere di:
Castro-PR, con la sede della Provincia e del P. Provinciale; il Seminario Santa Cruz, il Cenacolo Cavanis (casa di ritiri e incontri), la Casa da Criança “Pe. Marcello Quilici”, il Centro di Educazione Infantile “Ninho Sorriso”, la “Escola Estadual Antônio e Marcos Cavanis”, la parrocchia São Judas Tadeu.
Ponta Grossa-PR, con la Parrocchia Nossa Senhora de Fátima, la Casa do Menor “Irmãos Cavanis”, il Noviziato “Nossa Senhora do Carmo”.
Nel 2010 di questa famiglia religiosa le cariche religiose erano le seguenti:
Rettore P. André Pereira Souto
Segretario P. José A.G. dos Santos
Dirett. Spirit. P. Edemar de Souza
Economo P. Delvair Batista Lemoine
1° consigliere P. Valdecir Pavan
2° consigliere Ir. Wenceslau Kluczkowski
Nella stessa famiglia religiosa, le cariche pastorali nel 2010 erano le seguenti:
Direttore del Seminario Santa Cruz a Castro P. Delvair Batista Lemonie
Direttore del Cenáculo Cavanis a Castro Ir. Wenceslau Kluczkowski
Casa da Criança “Pe. Marcello Quilici” a Castro P. Edemar de Souza
Centro di Educazione Infantile “Ninho Sorriso” a Castro P. Edemar de Souza
“Escola Estadual Antônio e Marcos Cavanis” a Castro P. Edemar de Souza
Parrocchia São Judas Tadeu a Castro P. Edemar de Souza
Família religiosa Maria Estrela da Evangelização
Comprende le comunità locali e le opere di:
Belo Horizonte-MG, con Istituto Teologico Cavanis, parrocchia Imaculada Conceição, Parrocchia Santa Maria Mãe da Misericórdia, Casa da criança “Santo Antônio”.
Uberlândia-MG, con la parrocchia Nossa Senhora de Guadalupe, il Centro Educacional Cristina Cavanis, e con il Seminário [filosófico] Irmãos Cavanis.
São Paulo-SP, con la parrocchia São José de Vila Palmeiras nella Freguesia do Ó e la Casa Clamor Cavanis “Irmão Aldo Menghi”.
Nel 2010 di questa famiglia religiosa le cariche religiose erano le seguenti:
Rettore P. Adriano Sacardo
Segretario P. Josoé Francisco Zanon
Dirett. Spirit. P. João Pedro Pinheiro
Economo P. Mario Valcamonica
1° consigliere P. Edoardo Ferrari
2° consigliere P. Giovanni Carlo Tittoto
Nella stessa famiglia religiosa, le cariche pastorali nel 2010 erano le seguenti:
Direttore dell’Istituto Teologico Cavanis a Belo H. P. João da Costa Holanda
Parroco della parrocchia Imaculada Conceição a BH P. Edoardo Ferrari
Parroco della parrocchia S. Maria Mãe da Misericórdia P. Mario Valcamonica
Vicario nella stessa parrocchiaDiac. Maurício Kviatkovski da Lima
Parroco della parrocchia N.S. de Guadalupe, Uberlândia P. João Pedro Pinheiro
Vicario nella stessa parrocchia P. Giovanni Carlo Tittoto
Dirett. del Centro Educ. Cristina Cavanis, Uberlândia P. P. João Pedro Pinheiro e P. Tittoto
Seminario [filosofico] Irmãos Cavanis, Uberlândia P. Adriano Saccardo
Analogamente, per fornire un altro esempio, nel 2017:
Religiosi e seminaristi Cavanis brasiliani nel 2017
Ecco poi la situazione e i rapporti delle famiglie religiose e delle parrocchie e attività e comunità locali nel 2017:
Família religiosa Mãe das Escolas de Caridade
Comprende le comunità locali e le opere di:
Ortigueira-PR; con la parrocchia di S. Sebastião e la Casa da criança “P. Livio Donati”
Maringá-PR; con la parrocchia-santuario di S. Rita di Cascia
Nel 2017 le cariche religiose di questa famiglia religiosa erano le seguenti:
Rettore: P. Mario Valcamonica
Segretario: P. Nelson Luiz Martins
Dirett. Spirit. P. Delvair B. Lemoine
Economo P. Vanderlei Pavan
SAV P. Vandir Santo Freo
Nella stessa famiglia religiosa, le cariche pastorali nel 2017 erano le seguenti:
Parroco della parrocchia di S. Sebastião di Ortigueira P. Mario Valcamonica
Vicario nella stessa parrocchia P. Nelson Luiz Martins
Direttore della casa da criança “P. Livio Donati” P. Mario Valcamonica
Nella stessa casa: P. Nelson Luiz Martins
Parroco della parrocchia di S. Rita de Cássia, di Maringá P. Delvair Batista Lemonie
Vicario della stessa parrocchia P. Vanderlei Pavan
Família religiosa Nossa Senhora Aparecida
Comprende le comunità locali e le opere di:
Realeza-PR; con la parrocchia Cristo Rei e il Seminario minore di Realeza
Pérola d’Oeste-PR; con la parrocchia Sagrado Coração de Jesus.
Nel 2017 le cariche religiose di questa famiglia religiosa erano le seguenti:
Rettore P. Adriano Sacardo
Segretario Ir. Renato José Rothen
Dirett. Spirit. P. Silvestre Selunk
Economo P. Milton Cézar Freo Tobias
SAV P. Jorge Luiz de Oliveira
Nella stessa famiglia religiosa, le cariche pastorali nel 2017 erano le seguenti:
Parroco della parrocchia di Cristo Rei di Realeza P. Adriano Sacardo
Vicario della stessa parrocchia P. Milton Cézar Freo Tobias
Direttore del Seminario NS Aparecida di Realeza P. Jorge Luiz de Oliveira
Parroco della parrocchia del S. Cuore di Pérola d’Oeste P. Silvestre Selunk
Collaboratore nella stessa parrocchia Ir. Renato José Rothen
Família religiosa Nossa Senhora do Rosário-Mãe das Missões
Comprende le comunità locali e le opere di:
Guarantã do Norte–MT, con la parrocchia Nossa Senhora do Rosário e la Casa de Acolhida (per aspiranti religiosi) “Nossa Senhora do Carmo”
Novo Progresso-PA, con la parrocchia Santa Luzia
Castelo dos Sonhos-PA, com la parrocchia Santo Antônio de Pádua
Nel 2017 le cariche religiose di questa famiglia religiosa erano le seguenti:
Rettore P. João Pedro Pinheiro
Segretario P. Adenilson Alves de Souza
Dirett. Spirit. P. Giuseppe Viani
Economo —
SAV P. Josoé Francisco Zanon
Nella stessa famiglia religiosa, le cariche pastorali nel 2017 erano le seguenti:
Parroco della parr. di NS do Rosário di Guarantã do Norte P. João Pedro Pinheiro
Vicario nella stessa parrocchia P. Ricardo Buratto
Direttore della Casa de Acolhida NS do Carmo di Guarantã do N. P. Josoé Francisco Zanon
Collaboratore nello stesso seminario Diac. Jonas Barbacóvi
Parroco della parrocchia di Santa Luzia di Novo Progresso P. Giuseppe Viani
Vicario della stessa parrocchia P. Josoé Francisco Zanon
Parroco della parrocchia di S. Antônio di Castelo dos Sonhos P. Adenilson Alves de Souza
Collaboratore nella stessa parrocchia relig. Antônio Kossoski
Família religiosa Mãe da Divina Graça
Comprende: in qualche modo la sede della Provincia Brasile, secondo le modalità che si sono annotate sopra, con il Superiore provinciale P. Edemar de Souza, recentemente eletto nel 7° capitolo provinciale, celebrato in Castro, nel Cenacolo, dal 20 al 25.7.2015, e la sua équipe. La sede della Provincia Cavanis nel Brasile si trova a Castro, in un’ala dell’antico Collegio S. Cruz, alla rua Antônio Rolim de Moura, n°1490, Castro Centro.
E inoltre: le comunità locali e le opere di:
Castro-PR, con la sede della Provincia e del P. Provinciale; il Seminario Santa Cruz, il Cenacolo Cavanis (casa di ritiri e incontri), la Casa da Criança “Pe. Marcello Quilici”, Centro di Educazione Infantile “Ninho Sorriso”, la “Escola Estadual Antônio e Marcos Cavanis”, la parrocchia São Judas Tadeu.
Ponta Grossa-PR, con Parrocchia Nossa Senhora de Fátima, la Casa do Menor “Irmãos Cavanis”, il Noviziato “Nossa Senhora do Carmo”.
Nel 2017 le cariche religiose di questa famiglia religiosa erano le seguenti:
Rettore P. Tadeu Biasio
Segretario P. José Carlos da Silva Leite
Dirett. Spirit. P. Rodrigo Duarte
Economo P. Edoardo Ferrari
SAV P. Paulo Oldair Welter
Nella stessa famiglia religiosa, le cariche pastorali nel 2017 erano le seguenti:
Direttore del Seminario Santa Cruz a Castro P. Rodrigo Duarte
Direttore del Cenáculo Cavanis a Castro Ir. Wenceslau Kluczkowski
Collaboratore dello stesso Cenáculo P. José Carlos da Silva Leite
Casa da Criança “Pe. Marcello Quilici” a Castro P. José Carlos da Silva Leite
Centro di Educazione Infantile “Ninho Sorriso” a Castro P. José Carlos da Silva Leite
“Escola Estadual Antônio e Marcos Cavanis” a Castro P. Edemar de Souza
Parrocchia São Judas Tadeu a Castro P. José Carlos da Silva Leite
Vicario della stessa parrocchia P. Edoardo Ferrari
Vicario della stessa parrocchia P. Edemar de Souza
Família religiosa Maria Estrela da Evangelização
Comprende le comunità locali e le opere di:
Belo Horizonte-MG, con Istituto Teologico Cavanis, parrocchia Imaculada Conceição, Parrocchia Santa Maria Mãe da Misericórdia, Casa da criança “Santo Antônio”.
Uberlândia-MG, con la parrocchia Nossa Senhora de Guadalupe, il Centro Educacional Cristina Cavanis, e con il Seminario [filosofico] Irmãos Cavanis.
São Paulo-SP, con la parrocchia São José da Vila Palmeiras nella Freguesia do Ó e la Casa Clamor Cavanis “Irmão Aldo Menghi”.
Nel 2017 le cariche religiose di questa famiglia religiosa erano le seguenti:
Rettore P. Franco Allen Somensi
Segretario P. José Amilton G. dos Santos
Dirett. Spirit. P. Caetano Ângelo Sandrini
Economo P. Antônio Paulo Vieira Sagrilo
SAV P. José Amilton G. dos Santos
Nella stessa famiglia religiosa, le cariche pastorali nel 2017 erano le seguenti:
Direttore dell’Istituto Teologico Cavanis a Belo H. P. Antônio Paulo Vieira Sagrilo
Vice-direttore dello stesso Istituto P. Caetano Ângelo Sandrini
Parroco della parrocchia Imaculada Conceição a BH. P. Caetano Ângelo Sandrini
Vicario della stessa parrocchia P. Antônio Paulo Vieira Sagrilo
Parroco della parr. S. Maria Mãe da Misericórdia a BH P. João da Costa Holanda
Direttore della Casa da criança “Santo Antônio” P. João da Costa Holanda
Parroco della parrocchia N.S. de Guadalupe, Uberlândia P. João Pedro Pinheiro
Dirett. del Centro Educ. Cristina Cavanis, Uberlândia P. Franco Allen Somensi
P. José Amilton G. dos Santos
Tabella: seminaristi Cavanis del Brasile nel 2000
Tabella: seminaristi Cavanis del Brasile nel 2000
Può essere interessante riportare qui, come esempio, una tabella dei seminaristi del Brasile, pubblicata – cosa rara – nel Notiziario Ufficiale per gli Atti di Curia del 1999. Ciò può essere utile per calcolare il numero di studenti in ogni ciclo, per comparare con altri anni, per avere un’idea dell’indice di perseveranza (in quell’anno). Quelli che hanno perseverato in Istituto fino al presente, o fino alla morte, come il caro Cleimar Pedro Fassini, sono segnati con un *. L’indice di perseveranza in Istituto delle persone che constano in questa lista è stato, con questi dati, del 19,15% (2017). Alcuni dei seminaristi o sacerdoti che sono usciti dall’Istituto, sono divenuti preti diocesani.
Classe o tipo | nome | istituto | città |
4ª teologia | — | — | — |
3ª teologia | Vanderlei Pavan* Manoel R. Pereira da Rosa* | ISTA ISTA | Belo Horizonte Belo Horizonte |
2ª teologia | Everton Fabricio Pavan Paulo Giareta Jean Carlos de Araujo Ferreira Rosel Berardo Cleimar Pedro Fassini* | ISI ISTA ISTA ISTA ISTA | Belo Horizonte, tutti |
1ª teologia | Antônio Ganser | (mancano i dati) | (mancano i dati) |
Fratelli laici | Assis Rodrigues de Morais Renato José Rothen* *** Anderson Claiton de Castro Altair Garcia | Filosofia, Univ. Cattolica Pedagogia, UEPG Computaçao Non studia | Belo Horizonte Ponta Grossa-PR São Paulo —– |
3ª filosofia | Gilberto dos Santos Martins Rogerio da Costa Ribeiro Albari José Vicente Vandilin Rodrigues | IFITEME (tutti) | Ponta Grossa (tutti) |
2ª filosofia | Edson Carlos Wolhumuth Aylson Bessa Cavalcante | IFITEME Facoltà Cattolica di Uberlândia | Ponta Grossa Uberlândia |
1ª filosofia | Sebastião Adir de Souza BuenoJair Seleprin Milton César Freo Tobias* Adriano Sacardo* Ilson Carneiro Napoleão Márcio Campos da Silva* Reinaldo Tadeu Trarbach Rogério Diesel* Sidnei Adriano Machado Vanderlei Alves Gavasso André Pereira Souto | Facoltà Cattolica di Uberlândia IFITEME, come tutti gli altri che seguono. | Uberlândia Ponta Grossa, come tutti gli altri che seguono. |
Novizi | Alcidir Mazutti Zanco Heder Machado Marcos Martini Evandro L. Eckert Delvair B. Lemonie* Ilsonir J. Morsch Leomar Rippel Lucas Baesso Rodrigo Matheus | Tutti ovviamente nel ns. noviziato | Ponta Grossa |
Postulanti | Daniel Henrique Malaquias Luiz Carlos Baldrin Eron Lopes da Fonseca Fábio Junior Slota Anderson Pivotti Marcelo Rocha Rodrigo André Pereira Carlos Eduardo Loureiro Valdir de Jesus de Souza | ||
In Castro | Mancano dati | ||
Seminari minori | La maggioranza degli alunni sono liceali (II grau), alcuni ancora delle scuole medie (ginasio). Tra Castro e Realeza, 60 alunni. |
Tabella: seminaristi maggiori, professi temporanei Cavanis brasiliani (2018)
C’erano poi tre novizi nel 2018.
Inoltre quattro studenti di teologia della Delegazione del Congo studiavano teologia in Brasile, e facevano parte, per quell’anno, della provincia brasiliana.
3.22 Le case do Menor o da Criança in Brasile
È raro avere dati completi di un’annata di tutte le case per l’assistenza e l’educazione di bambini e giovani carenti dette “Casa da criança” o “Casa do Menor” in Brasile. Un’annata che ci fornisce buoni dati è quella del 2007:
Nome della casa | Città | N° di bambini o adolescenti |
Casa do Menor “Irmãos Cavanis” | Ponta Grossa | 250 |
Casa da Criança Santo Antônio | Belo Horizonte | 232 |
Casa da Criança Pe Livio Donati | Ortigueira | 198 |
Casa da Criança Pe Marcello Quilici | Castro | 209 |
Centro de educação infantil Ninho Sorriso | Castro | 115 |
Casa da Criança Cristina Cavanis | Uberlândia | 182 |
Casa da Criança Irmão Aldo Menghi | São Paulo | 62 |
Totale | 1.248 |
IL RAGGRUPPAMENTO E LA STRUTTURA DELLA PROVINCIA DEL BRASILE IN FAMIGLIE RELIGIOSE NEL 2019
FAMIGLIA: NOSSA SENHORA DO ROSÁRIO MÃE DAS MISSÕES
Case di Novo Progresso (PA), Castelo dos Sonhos (PA) e Guarantã do Norte (MT)
Rettore: P. João Pedro Pinheiro Guarantã do Norte
Segretario: Fratel Daniel Maciel Domingues e P. Jonas Barbacóvi Novo Progresso
Economo: P. Adenilson P. Alves de Souza Castelo dos Sonhos
Direttore Spirituale: P. Caetano Ângelo Sandrini
SAV (Pastorale vocazionale): P. Josoé Francisco Zanon Novo Progresso
Altri: P. Giuseppe Viani Novo Progresso
P. Ricardo Buratto Guarantã do Norte
FAMIGLIA: MARIA ESTRELA DA EVANGELIZAÇÃO
Case di Belo Horizonte, Uberlândia (MG) e São Paulo (SP)
Rettore: P. Edoardo Ferrari
Segretario: P. Márcio Campos da Silva São Paulo
Economo: P. Milton Cézar Freo Tobias
Direttore Spirituale: P. Silvestre Selunk Belo Horizonte
SAV: P. Paulo Oldair Welter
Altri: P. Franco Allen Somensi
FAMIGLIA: NOSSA SENHORA APARECIDA
Case di Realeza e Pérola d’Oeste (PR)
Rettore: P. Antônio Paulo Vieira Sagrilo
Segretario: P. Jorge Luiz de Oliveira
Economo: P. Vanderlei Pavan
Direttore Spirituale: P. Adriano Sacardo
SAV: P. Jorge Luiz de Oliveira
FAMIGLIA: MÃE DA DIVINA GRAÇA
Case di Castro e Ponta Grossa (PR)
Rettore: P. José Amilton Gomes dos Santos
Segretario: P. Rodrigo Duarte
Economo: P. Joao da Costa Holanda
Direttore Spirituale: P. Tadeu Biasio
SAV: P. Tadeu Biasio
Altri: Fratel Wenceslau KluczkowskiCastro
(Superiore Provinciale: P. Edemar de Souza; residente in:)Castro
FAMIGLIA: MÃE DAS ESCOLAS DE CARIDADE
Case di Ortigueira e Maringá
Rettore: P. Mario Valcamonica
Segretario: P. Nelson Luiz Martins
Economo: Fratel Renato José Rothen
Direttore Spirituale: P. Delvair Batista Lemonie
SAV: P. Vandir Santo Freo
Inoltre: P. Aparício Carneiro Filho (che sta per studi a Rio de Janeiro)
P. José Carlos da Silva Leite
Inoltre, gli 11 religiosi brasiliani che si trovano in missione o per incarichi di curia generalizia all’estero, e sono quindi ascritti ad altre parti territoriali.
4. La regione andina, la Pars Andium: Ecuador, Colombia, Bolivia, [Perù]
1951 (19-20 luglio) – È interessante registrare qui all’inizio un dato inedito e, penso, sconosciuto, che riguarda in qualche modo questa regione: nel verbale della riunione del capitolo definitoriale del 19-20 luglio 1951 si trova la seguente frase “Il P. Aurelio Andreatta riferì la richiesta di due nuove fondazioni: una a Bogotá in America e l’altra a Capri (…). Né all’una né all’altra delle due fondazioni si potè aderire per mancanza di personale, dati i gravi impegni che comporta il riconoscimento legale delle scuole dei nostri Istituti”.
A partire dagli ultimi giorni del 1968, le parti territoriali dell’Istituto, anche se ancora mancavano di un riconoscimento come tali, erano due: Italia e Brasile. O meglio, per allora i religiosi Cavanis si trovavano in due paesi: Italia e Brasile.
1980 (10 dicembre) – Un viaggio esplorativo di padre Leonardi in Bolivia (principalmente nelle tre arcidiocesi di Santa Cruz de la Sierra, Cochabamba, La Paz) fu compiuto in dicembre 1980-gennaio 1981 per conto del superiore generale, P. Guglielmo Incerti, visitando e consultando i vescovi di ogni diocesi. Al suo rientro, P. Leonardi presentò un rapporto scritto completo sulle possibilità e sulle proposte concrete degli arcivescovi. A Cochabamba gli si era parlato anche della possibilità che la Congregazione accettasse un intero vicariato o una prelazia di Chapare, nelle Yungas, a nordest di Cochabamba, entità ecclesiastica di cui si parlava, ma che poi non fu realizzata. Le proposte tuttavia non furono accolte e per vent’anni non si parlò più di Bolivia.
Nel settembre 1982 si viene a conoscere nel consiglio generale che c’è in atto una corrispondenza tra il Vicario apostolico Mons. Enrico Bartolucci di Esmeraldas in Ecuador e il superiore regionale del Brasil P. Diego Spadotto (il quale personalmente ne informa il preposito e il consiglio nel corso di una sua riunione) sulla possibilità dell’apertura di un’attività in quel vicariato apostolico sulle sponde del Pacifico.
Il 10 dicembre 1982 partì per l’Ecuador P. Mario Merotto, per avviare la nostra presenza missionaria nella città di Esmeraldas, sulla costa dell’oceano Pacifico: fu la prima iniziativa missionaria della nostra regione Cavanis del Brasile fuori da questo paese. P. Mario, arrivato a Esmeraldas il 12 dicembre 1982, all’inizio fu ospite dei padri comboniani e del vicariato apostolico di Esmeraldas e fu nominato coordinatore della segreteria dell’evangelizzazione e della catechesi.
1983 (27.4) – P. Mario Merotto assume la funzione di direttore, delegato dal vescovo, della scuola convenzionata « fisco-misional » Nuevo Ecuador di Esmeraldas.
1983 (dicembre) – Nel mese di dicembre, dopo una visita compiuta da P. Diego Spadotto, superiore regionale del Brasile, in Ecuador, e dopo un anno di residenza di P. Mario Merotto, fu aperta una nuova casa dell’Istituto nel centro pastorale «Santa Cruz» a Esmeraldas, allo scopo di dedicarsi alla scuola “Nuevo Ecuador” e alla parrocchia del quartiere di Las Palmas nella stessa città. L’apertura in Ecuador cominciò allora come attività missionaria della regione Brasile, con la partecipazione di religiosi italiani e poi brasiliani.
1984 (gennaio) – Arrivo in Ecuador del fratello Aldo Menghi, come secondo membro della comunità. Il terzo fu, il 19 dicembre 1984, il P. Celestino Camuffo. Lo scopo della destinazione di P. Celestino all’Ecuador era quello di formatore, e in particolare di prendersi cura dei seminaristi già raccolti da P. Mario.
1984 (2 maggio) – Inizio della costituzione di un piccolo gruppo di aspiranti nel centro Santa Cruz a Esmeraldas, che per i primi tempi fu affidato all’Istituto e fu nostra prima sede in Ecuador.
1984 (25 agosto) – Viene pubblicata la prima edizione in spagnolo della vita dei fondatori con il titolo di “Antonio y Marcos Cavanis, Padres de la Juventud.”
1984 (24 settembre) – Si apre il seminario maggiore della nostra comunità ecuadoriana a Quito, con la sua prima sede nel quartiere San Juán, nel centro storico della capitale. P. Celestino Camuffo era arrivato qui per dirigerlo il come si diceva, 1l 19 dicembre 1984.
1985 (25 agosto) – Al XXIX capitolo generale fu eretta la regione dell’Ecuador e si accetterà ufficialmente la parrocchia Nuestra Senhora de Fátima del quartiere di Las Palmas, così come la direzione (senza la proprietà) del Centro diocesano di incontri e di ritiri Santa Cruz; la direzione e la proprietà della scuola fiscomissional Nuevo Ecuador, tutte a Esmeraldas, Ecuador; rimane in funzione il seminario a Quito, diretto da P. Celestino Camuffo; e si studia la donazione di un terreno e una casa a Quito e di un terreno anche a Santo Domingo de los Colorados da parte del sacerdote ecuadoriano Germán Maya.
1986 (27 agosto 1986)) – Con la pubblicazione nel Diario Uficial de la Nación del Ecuador, gazzetta ufficiale dell’Ecuador, la nostra comunità ecuadoriana è iscritta come persona giuridica con il nome ufficiale di “Congregación Misionera de las Escuelas de Caridad Antonio y Marcos Cavanis”; ci si riconosce così lo statuto civile, il possesso e l’amministrazione dei beni. Alla evasione della pratica aveva collaborato fruttuosamente il P. Celestino Camuffo con la collaborazione dei Marianisti.
1986 (12 marzo) – Il primo novizio della regione Ecuador, il colombiano (di Yati, ma abitante a Barranquilla, nel nord del paese, sulle sponde dell’Atlantico) Luis Enrique Navarro Durán, detto Lucho, fa la vestizione religiosa e inizia l’esperienza del noviziato a Possagno-casa del S. Cuore, avendo come maestro P. Orfeo Mason.
1986 (13 maggio) – Si acquista e registra la proprietà di un edificio situato nel territorio della nostra parrocchia di Las Palmas a Esmeraldas, acquistato per l’erezione del seminario minore Nuestra Señora de Fátima. Il seminario apre i battenti con la prima annata di seminaristi il 21 giugno 1986. Il formatore, per vari anni, vi fu P. Bruno Lorenzon.
1986 (15 novembre) – Si firma il contratto d’acquisto di un terreno situato nel quartiere di Cotocollao presso l’aeroporto, a Quito, come sede futura del nostro seminario maggiore. Altri lotti adiacenti saranno acquistati l’8 agosto 1988 e il 7 ottobre 1991.
L’ 11 ottobre 1986, i seminaristi con il loro rettore P. Celestino Camuffo si trasferiscono nella nuova sede.
Nell’anno a cavallo tra 1987 e 1988 (cioè durante un anno scolastico italiano) i postulanti Arnobio Agudelo Orejela; Rodrigo Vicente Pacheco Guerrero; Pedro Manuel Landazuri L. e Guillermo Neptali García Correa vestono l’abito Cavanis e vivono il loro anno di noviziato nella casa del S. Cuore a Possagno, avendo anche loro come maestro P. Orfeo Mason. I quattro novizi emettono a Possagno la prima professione il 4 settembre 1988. Insieme con loro, ma sfasati di qualche mese, c’erano anche i novizi italiani Ettore Perale e Luca Ronchin.
Dal 1988 si comincia a parlare della possibilità di ricevere a Quito, tramite un’opportuna convenzione, la Unidad Educativa Borja III di mons. Luiz Tapia Viteri per l’Istituto.
1989 (11 novembre) – I padri Mario Merotto, superiore regionale dell’Ecuador, Celestino Camuffo e Antônio Aparecido Vilasboas, il primo Cavanis brasiliano in Ecuador, vanno a vivere nel piccolo e modesto edificio per la comunità preparato nella scuola « Borja-3 » a Quito.
1989 (8 dicembre) – Acquisto di una fattoria (per la produzione di ananas) di 26 ettari vicino al paese di Valle Hermoso, non lontano dalla strada Santo Domingo de los Colorados-Esmeraldas, al fine di costruirci una casa di esercizi spirituali, secondo il carisma della Congregazione; e anche avendo considerato che era conveniente avere una casa dell’Istituto a metà strada tra Esmeraldas e Quito.
Il preposito generale, P. Giuseppe Leonardi, con il consenso del Consiglio, il 3 marzo 1990, decide “di accettare in Quito (Ecuador) la donazione della scuola Borja 3 (asilo, elementari, medie, liceo) da parte di Mons. Dr. Luis Tapia Viteri, compiendo così la delega ricevuta al riguardo dal XXX Capitolo Generale [Delega N°. 2]. I Padri Cavanis lavorano al Borja 3 da 5 anni ed è stata costituita una Comunità Cavanis nella Scuola a partire dal novembre ‘89”.
“Nella stessa riunione il Preposito Generale con il suo Consiglio ha deciso di iniziare la costruzione del nuovo edificio del Seminario Hermanos Cavanis di Quito”.
1990 (2 maggio) – Posa e benedizione della prima pietra di fondazione del nostro seminario maggiore di Quito da parte del preposito generale P. Giuseppe Leonardi e del superiore regionale, P. Mario Merotto.
L’11 febbraio 1990 si comincia il noviziato, in un edificio a fianco del seminario di Cotocollao (Quito), con P. Orfeo Mason maestro dei novizi e, come primo novizio, Alberto A. Quijije Meza. I novizi precedenti avevano, come si sa, già svolto il loro noviziato in Italia.
1990 (14 maggio) – Si perfeziona il contratto firmato tra mons. Luis Tápia Viteri, fondatore e proprietario della scuola, e la Congregazione per la donazione alla stessa del Collegio «Borja-3» a Quito, e per definire il passaggio progressivo della direzione e dell’amministrazione dello stesso per gradi sino al 1995. Il contratto prevede il pagamento di un assegno vitalizio al donatore, contratto che è tuttora in funzione.
Con P. Mario Merotto, superiore regionale, il preposito generale P. Giuseppe Leonardi realizza nel febbraio 1991 un grande viaggio in Colombia, in automobile, per riconoscere il paese e trovare dei luoghi adatti per iniziare la nostra opera. Partiti da Quito, seguirono questo itinerario: Pasto, Popayan, Cali, Armenia, Pereira, Manizales, la storica città di Medellín, dove furono ospiti degli Scolopi, Sincelejo, Cartagena de Indias, Barranquilla, Santa Marta, Bucaramanga, Tunja, Bogotá. In quest’ultima città, la capitale, decisero, con l’aiuto del provinciale dei padri Scolopi, di cui erano ospiti, l’acquisto di un terreno per la costruzione del seminario maggiore teologico. Il preposito aveva già esplorato la capitale e la circoscrizione di Tólima in un’altra occasione precedente (1984).
1991 (26 febbraio) – Si inaugurò il nuovo edificio del seminario maggiore di Cotocollao “Fratelli Cavanis” a Quito, con la presenza del preposito generale e di numerosi rappresentanti di istituti della famiglia calasanziana dell’Ecuador. Nell’occasione si svolse la prima riunione di detta famiglia calasanziana in Ecuador.
1991 (6 luglio) – Dopo lunghi e difficili negoziati, si arrivò a registrare la proprietà della scuola «Nuevo Ecuador» nel quartiere di Las Palmas ad Esmeraldas. Gli edifici del complesso sono stati donati ai Cavanis dal vicariato apostolico mentre già dall’8 luglio 1990 noi avevamo già acquistato dal comune di Esmeraldas il terreno sul quale erano stati costruiti.
1991 (8 dicembre) – Nella cappella del Collegio «Borja-3», mons. Antonio González Zumárraga, arcivescovo di Quito, conferisce il diaconato a Rodrigo Pacheco Guerrero nella festa dell’Immacolata Concezione di Maria e il presbiterato al P. Luis Enrique Navarro Durán, che aveva precedentemente ricevuto il diaconato a Esmeraldas da mons. Enrico Bartolucci il 30 giugno 1991. Si tratta del primo diacono ecuatoriano e del primo prete colombiano della nostra Congregazione. P. Rodrigo Pacheco Guerrero sarà ordinato prete il 20 giugno seguente dal suo vescovo nella sua città natale di Chillanes, diocesi di Guaranda.
1992 (25 gennaio) – P. Mario Merotto entra come parroco nella parrocchia di Nuestra Señora del Valle a Valle Hermoso, provincia di Pichincha, Ecuador, vicino a Santo Domingo de los Colorados, sede della prelatura apostolica.
1993 (11 febbraio) – Mons. Luis Tapia Viteri, fondatore e direttore dell’istituto scolastico « Borja-3 » di Quito, firma un atto notarile di donazione alla Congregazione di un terreno a Calacalí, presso Quito.
1993 (30 luglio) – A Esmeraldas, nella parrocchia di Las Palmas diretta dai padri Cavanis, mons. Enrico Bartolucci vicario apostolico, con alcuni rappresentanti del ministero della salute e delle autorità locali, inaugura il nuovo centro sanitario realizzato su iniziativa di fratello Aldo Menghi e della comunità.
1994 (14 gennaio) – Inaugurazione solenne della casa degli esercizi spirituali « Oasis Cavanis Reina de la Paz » in presenza del preposito generale, del nunzio apostolico e di altri vescovi, del clero locale e di molta gente, a Valle Hermoso, Pichincha, Ecuador. Più tardi sarà aggiunto un altro piano, aumentando la capacità della casa.
1994, (2° semestre) Acquisto di un appezzamento di terreno a Santa Fé de Bogotá, Colombia, per la costruzione di un seminario.
1995 (5 agosto) Dopo i periodi preliminari di graduale passaggio del prestigioso collegio Borja III a Quito all’Istituto, il collegio diventò di proprietà dell’Istituto in questa data, per donazione da parte del benemerito Mons. Luis Tapia Viteri.
1996 (16 luglio) – Assassinio del nostro diacono don Aldo Menghi a Esmeraldas. Pochi mesi dopo, la Congregazione decide di lasciare questa città, sia per le tristi memorie, sia perché si era dimostrata una città rumorosa e confusa, poco adatta per un seminario, oltre ad essere una città violenta e pericolosa. Dispiacque ad alcuni, e anche a chi scrive, perché era la prima città “Cavanis” di quella regione; perché era una città gioiosa e per molti versi simpatica; perché la città è situata sulla spiaggia (bellissima) dell’oceano Pacifico, e quindi realmente a “…gli estremi confini della terra” (At 1,8)!
1997 (21 giugno) – A Valle Hermoso, diocesi di Santo Domingo de los Colorados, Ecuador, sono inaugurate le nuove costruzioni nel centro di spiritualità “Oasis Cavanis Reina de la Paz“. Accanto alla casa di esercizi sono stati costruiti il salone multifunzione, la cappella della Resurrezione, e la casa per gli aspiranti e i novizi.
1999 (13 febbraio) – Il nuovo seminario maggiore teologico “Virgen de Chiquinquirá” è inaugurato a Bogotá – in Colombia. È la prima Casa Cavanis in quel Paese. La casa era stata però aperta e messa in funzione già prima dell’inaugurazione ufficiale, il 21 giugno 1998,
1999 (31 agosto). L’Istituto Cavanis dona (non è esatto il termine “restituisce” (“Hace la devolución”, in spagnolo nel documento) l’Unità educativa Nuevo Ecuador al Vicariato Apostolico di Esmeraldas, in forma solenne e quasi liturgica, nella chiesa della Virgen de Fátima di Las Palmas. È vero che l’Istituto l’aveva ricevuto dal Vicariato Apostolico, ma aveva dovuto poi ricomprarlo, perché il Vicariato Apostolico non era proprietario del terreno su cui era stato costruito e non poteva donare la scuola. L’Istituto Cavanis aveva lasciato da qualche anno la città di Esmeraldas, e questo atto concludeva la vicenda.
2000 (2 febbraio) – I padri Antonio Elcio Aleixo e Mario Merotto hanno iniziato la nuova attività Cavanis a Santa Cruz de la Sierra in Bolivia, prendendo a carico la direzione pastorale della scuola “Josefina Balsamo” e la cura pastorale della parrocchia “Cristo Liberador.” Da notare che la casa di Bolivia fu aperta come delegazione, e solo in seguito si unì alle altre comunità dei paesi andini, formando insieme la Regione Andina.
2000 (12 marzo) – Inaugurazione a Quito in Ecuador, della casa d’accoglienza “Taller de Nazaret” per bambini e giovani di condizione disagiata, situata a fianco del nostro seminario maggiore di Cotocollao.
2000 (2 maggio) –P. Mario Merotto prende possesso come parroco nella parrocchia «Cristo Liberador» a Santa Cruz de la Sierra in Bolivia.
2001 (31 ottobre) – Il cardinale Julio Terrazas Sandoval benedice la nuova scuola “Hermanos Cavanis“, le strutture sportive, la piazza pubblica, il monumento ai fondatori e la nuova casa di formazione Cavanis nel quartiere “Los Jardines” a Santa Cruz de la Sierra – in Bolivia.
2002 (22 dicembre) – P. Antonio Elcio Aleixo diventa parroco nella parrocchia “Corpus Christi” a Santa Cruz de la Sierra, la seconda parrocchia che è affidata ai Cavanis nella città.
2002 (8-12 febbraio o 25-26 ottobre 2002) – Il preposito con il suo consiglio decide di aprire la casa di Éten a Chiclayo, Perù, nella diocesi di Chiclayo.
Inoltre, risulta la decisione da parte del preposito con il suo consiglio di accettare la parrocchia “El codito” – che significherebbe il piccolo gomito – a Bogotà, in Colombia e, per l’anno seguente, 2003, la parrocchia di Monsefú in Perù. Pare che nessuna delle due iniziative o intenzioni siano state poi compiute.
In questo anno, che era il bicentenario dell’Opera Cavanis nel Mondo, e anche il 20 anniversario della Regione Andina, sono pubblicate dalla Regione due opere in spagnolo, molto interessanti una per portare alla conoscenza e alla meditazione della spiritualità Cavanis da parte dei religiosi della Regione; l’altro, è un numero unico per celebrare l’anniversario dei 20 anni della Regione stessa.
2003 (5 aprile) – L’istituto riceve in forma provvisoria e sperimentale la parrocchia di Santa Maria Magdalena a Éten, diocesi di Chiclayo (Perù). Primo parroco Cavanis è il P. César Gabriel Quevedo García. Tuttavia, la parrocchia verrà purtroppo abbandonata necessariamente poco più di due anni più tardi, il 31 agosto 2005. E, pur conoscendo la storia, accaduta con il parroco successivo, P. Roger Roncallo Buelvas, anzi proprio per questo, dispiace che la Congregazione abbia dovuto rinunciare del tutto al Perù. Chissà, più tardi, si potrà ripensarci.
2003 – La regione riceve, probabilmente a titolo sperimentale, la direzione di una scuola o collegio già esistente, il Colegio Manuel González, in diocesi di Machala, nella città di Pasaje, nel sud dell’Ecuador. Il collegio cambia il nome in “Academia Militar Manuel González Cavanis”. Il direttore (come direttore religioso e come reppresentante dell’ente gestore) è nel 2003 il P. Rodrigo Pacheco Guerrero. Una lettera del preposito P. Pietro Fietta del 28 gennaio 2006 comunica la necessità (e l’ordine) di chiudere l’Academia Militar Manuel González Cavanis, di restituire alla diocesi di Machala il collegio Manuel González, e di assicurarsi che il nome Cavanis fosse realmente tolto e abolito. Pare che P. Rodrigo Pacheco Guerrero in questi tre o quattro anni abitasse a Pasaje, nella sede del collegio. In questo collegio aveva abitato e agito per un certo tempo anche il P. Efrém Vivero Quintero, e c’era entrato nell’iniziativa anche il P. Antônio Apacecido Villasboas.
2003 (25 agosto) – Durante la festa di San Giuseppe Calasanzio, la «Regione Ecuador» cambia nome e confini e riceve il nome più comprensivo e conveniente di «Regione Andina (=delle Ande)» e comprende le opere e i religiosi Cavanis di quattro paesi lungo la Cordigliera delle Ande: l’Ecuador, la Colombia, la Bolivia e il Perù, in ordine cronologico di fondazione. La Bolivia era sorta come delegazione, e a questo punto diviene parte della più ampia regione Andina.
2003 (31 agosto) – A Bogotá (Colombia), il cardinale Pedro Rubiano Sáenz affida la parrocchia di S. Juán Diego (S. Dieguito) ai Cavanis. La parrocchia si chiamava anche “El codito”, come si è detto sopra. Essa comprende nel suo territorio il nostro seminario teologico. Il primo parroco è P. João Cunha. Il seminario e la parrocchia si trovano situati ad alta quota nell’ambiente andino de “la puna” o “los páramos”. È il luogo di maggiore altitudine abitato dai nostri. La parrocchia rimane affidata ai nostri almeno fino a giugno 2009.
2005 (27 maggio) – Una nuova scuola Cavanis, purtroppo in forma di accademia militare, è inaugurata a Santo Domingo de los Colorados con la benedizione del vescovo diocesano, mons. Wilson Abraham Moncayo Jalil;.Si era parlato nel Notiziario dell’inizio dei lavori. In seguito tale impresa non ebbe il successo che si sperava da parte della regione, e sta ancora oggi (2017) vivacchiando.
2006 (28 ottobre) – Dedicazione della Chiesa di Cristo Liberador, da parte del Cardinale Julio Terrazas, arcivescovo di Sta. Cruz de la Sierra.
2009 (28 marzo) – Comincia la tappa dell’aspirantato a Santa Cruz de la Sierra.
Nel frattempo, si continua a sentire nella Regione l’endemica e cronica mancanza di giovani vocazionati; nel 2009 si arriva ad unificare i due noviziati della provincia Brasile e della Regione Andina in un unico noviziato Latino-americano. Certo c’è il vantaggio – come si annuncia – della confraternizzazione e dell’apprendimento reciproco delle lingue, ma di fatto il motivo è che i novizi non ci sono quasi più. Ciò dipende senza dubbio da un mondo che cambia, da fatti demografici e di secolarizzazione; ma anche dall’aver poco curato, o più spesso mal curato, in alcuni periodi e mandati, la formazione e i formatori. Il problema della scarsità di vocazioni continua fino ad oggi (2019).
La regione ha subito un grande numero di perdite durante la sua storia, che oggi (2019) conta 36 anni; a parte alcuni religiosi deceduti, come il fatto tragico dell’assassinio del diacono don Aldo Menghi (16 luglio 1995), dovuto al suo impegno pastorale; il caso tristissimo del giovane P. Lucho Navarro Durán (27 maggio 1994) o quello del passaggio di anziani come P. Angelo Zaniolo (2 luglio 2005), P. Orfeo Mason (12 febbraio 2014) e più recentemente P. Mario Merotto (11 febbraio 2019), il salasso è stato molto forte, in termini di religiosi professi perpetui, spesso già ordinati preti, alcuni totalmente laicizzati, altri incardinati in una diocesi lasciando la Congregazione, altri con sana energia attivamente dimessi. Senza contare il grande numero di seminaristi che lasciano il seminario e l’Istituto.
La regione è stata sostenuta prima da padri italiani (fino al 2001, in pratica; ma anche dopo questa data la loro presenza è stata importante. L’ultimo padre Cavanis italiano attivo nella regiona andina, prima della recente morte del P. Mario Merotto, è stato P. Celestino Camuffo, rientrato nel 2018 in Italia per motivi di salute), poi da un numero importante di padri brasiliani fino ad oggi (2020), sia per rinforzare il numero dei congregati autoctoni, sia per aiutare nella delicata operazione della formazione, sia ancora per il governo.
Si noti che, storicamente, non si sono esclusi i padri autoctoni dal governo: vari di loro sono stati nominati o eletti, secondo i casi, a cariche importanti: e sono stati lungamente rettori di case, direttori di opere, parroci, consiglieri regionali, vicari regionali, e qualcuno occupa ancora posizioni importanti nel governo e nella formazione, come per esempio P. Francisco Armando Arriaga Morán, vicario regionale e P. José Henry Calderón Acosta, formatore.
Il 12 gennaio 2013 i religiosi della regione erano probabilmente solo 21, compresi i professi temporanei e i novizi (due); di cui 14 autoctoni; 3 italiani (P. Mario Merotto, P. Orfeo Mason e P. Celestino Camuffo); 4 brasiliani, tra i quali il superiore regionale e il maestro dei novizi.
All’inizio del 2019, sei anni più tardi, dopo 36 anni dall’inizio dell’opera Cavanis sulle Ande, morti P. Orfeo Mason nel 2014 e P. Mario Merotto a febbraio ultimo, 2019; e P. Celestino Camuffo, che era stato uno dei primi padri Cavanis in Brasile (dall’aprile 1972) e poi in Ecuador (dal 1985) inviato in Italia (a Chioggia) per raggiunti limiti di età e soprattutto di salute; nella regione Andina i padri Cavanis sono solo 11, tra cui i brasiliani sono 3, compreso il superiore regionale; gli ecuadoriani sono due, i colombiani tre; e poi ce n’è uno per ciascuna di queste nazionalità: un boliviano, un peruano e un congolese (RDC). I religiosi nativi della regione sono dunque 7 su 11. Il numero di 11 è comunque bassissimo, se si considera il numero di anni e le energie umane e di grazia profuse, senza considerare quelle economiche.
Tra le cause di questo blocco numerico anzi di una netta progressiva diminuzione dei membri della regione e di questa difficoltà di decollo mediante la crescita dei Cavanis originari della regione, si devono forse considerare:
La serietà, la fermezza e l’impegno dei governi più recenti, lo stile diverso insomma, dei due ultimi superiori regionali, che occuparono ciascuno questo incarico per due mandati (2008-2013 e 2013-2019) danno a ben sperare del futuro, con l’aiuto della grazia di Dio.
Tabella: i governi della Pars Andium
Anno | Superiore della parte territoriale | Vicario | Consiglieri | Altri ufficiali |
Nei primi 4 anni (1982-85), il rettore della casa di Esmeraldas era anche responsabile della parte territoriale che gradualmente espandeva le sue opere. Non c’era consiglio. | ||||
1982(1983) -85 1° governo | Mario Merotto | — | — | |
Il 25.08.1985 è istituita la Regione dell’Ecuador | ||||
1985-87 2° governo regionale | Mario Merotto | — | — | — |
1987-90 3° governo regionale | Mario Merotto | Celestino Camuffo | Celestino Camuffo (1° consigliere e vicario), P. Antônio A,. Vilasboas (2° cons.) | Maestro degli studenti: Celestino Camuffo; Bruno Lorenzon economo regionale |
1991- 4° governo regionale | Flavio Saccarola e poi subito Tadeu Biasio | Orfeo Mason | Orfeo Mason, Antônio Aparecido Vilasboas | Orfeo Mason economo regionale |
1992-94 5° governo regionale | (Tadeu Biasio) Orfeo Mason | Celestino Camuffo | Celestino Camuffo, Mario Merotto | Antônio Aparecido Vilasboas aveva presentato le dimissioni |
1996-99 6° governo regionale | Mario Merotto | Celestino Camuffo | Celestino Camuffo, Antônio Aparecido Villasboas | Orfeo Mason, maestro dei novizi, e poi dal 1996 degli studenti. |
1999-2001 7° governo regionale | Guglielmo Incerti | Antônio Aparecido Villasboas | Antônio Aparecido Villasboas, Rodrigo Pacheco Guerrero | Guglielmo Incerti Maestro dei Novizi della regione; Orfeo Mason Maestro degli studenti in Ecuador; Celestino Camuffo Maestro degli studenti in Colombia. Il 30.10.99 diviene maestro degli studenti a Bogotá P. João da Cunha. |
2001-02 (biennio di complemento al governo di P. Incerti) 8° governo regionale | Antônio Aparecido Vilasboas | Rodrigo Pacheco Guerrero | Rodrigo Pacheco Guerrero, Celestino Camuffo | Antônio A. Vilasboas maestro dei novizi per il 2001-02 |
Il 25 agosto 2003 la regione dell’Ecuador cambia nome e diviene Regione Andina, ma con la stessa struttura; però comincia a comprendere anche la casa e le opere della Bolivia e la breve esperienza del Perù (Chiclayo). | ||||
2002-05 9° governo regionale | Tadeu Biasio | Orfeo Mason | Orfeo Mason, Antônio Aparecido Vilasboas | Antônio A. Vilasboas economo regionale; ma sarà inviato a fondare la parte territoriale nuova in Congo (RDC) nel 2004. Viene sostituito come cons. reg. da Roger Roncallo e da Celestino Camuffo come economo regionale. |
2005-08 10° governo regionale | Tadeu Biasio | Antônio Elcio Aleixo | Antônio Elcio Aleixo, Celestino Camuffo | Celestino Camuffo segretario e economo regionale. |
2008-11 11° governo regionale | Irani Luiz Tonet | Celestino Camuffo | Celestino Camuffo, Tadeu Biasio, Efrén Vivero Quintero, diac. José Henry Calderón Acosta | Tadeu Biasio, economo regionale; Diac. José Henry Calderón Acosta, segretario regionale; José Sidney do Prado Alves maestro dei novizi della regione Andina per il 2010. Da notare che in questo triennio la regione andina ha 4 consiglieri anziché due. |
2011-13 12° governo regionale | Irani Luiz Tonet | José Sidney do Prado Alves | José Sidney do Prado Alves, José Henry Calderón Acosta | Tadeu Biasio, economo regionale |
2013-14 13° governo regionale | José Sidney do Prado Alves | Francisco Armando Arriaga Morán | Francisco Armando Arriaga, José Henry Calderón Acosta | Tadeu Biasio, economo regionale dal 13 maggio 2014 |
2014-17 14° governo regionale | José Sidney do Prado Alves | Francisco Armando Arriaga Morán | Francisco Armando Arriaga Morán, José Henry Calderón Acosta | Tadeu Biasio, economo regionale e maestro dei novizi. Lo stesso fu anche incaricato di sostituire Armando Arriaga Morán come vicario dal gennaio 2014. Rimane nella regione Andina fino a metà 2016, poi ritornò in Brasile. José Henry Calderón Acosta (maestro degli studenti a Bogotà dal 2016) |
2017-20 15° governo regionale | José Sidney do Prado Alves | Francisco Armando Arriaga Morán | Francisco Armando Arriaga Morán, Maurício Kviatkovski de Lima | Francisco Armando Arriaga Morán (economo regionale), José Henry Calderón Acosta (maestro degli studenti a Bogotà dal 2016). Tadeu Biasio Maestro dei novizi dal 16.11.18.Il noviziato è trasferito a Bogotá. |
NB: Da notare che nei primi anni, la casa e le opere di Santa Cruz de la Sierra in Bolivia non appartenevano alla regione che poi si chiamerà Andina; la casa era invece una delegazione autonoma.
4.1 Ecuador
4.1.1 La casa di Esmeraldas (1982-1996)
Esmeraldas è una città dell’Ecuador capoluogo della provincia e del cantone omonimi. La città è situata a 0°57′29″N; 79°39′37″W, meno di un grado sopra l’equatore; si trova in buona parte al livello del mare, nelle vicinanze del porto e sulle spiagge; o a poche decine di metri di altitudine sulle Lomas, cioè le falesie plioceniche e pleistoceniche costiere e altre colline più all’interno. È situata sulle sponde dell’Oceano Pacifico sub ito a sudovest dell’estuario del Río Esmeraldas. La città è dotata di un porto internazionale e di un piccolo aeroporto. Il comune ha una superficie di 70,45 km², 154.035 abitanti (censimento del 2010) e una densità di abitanti di 2.186,44 ab./km².
La città è situata nei pressi di impianti di estrazione petrolifera sulla piattaforma continentale, motivo per cui le spiagge sono spesso inquinate da scarichi di greggio; vi si trova inoltre una grande raffineria di petrolio, che certo non contribuisce a dare alla città un’immagine accogliente. Da un punto di vista architettonico offre poche attrattive, non presenta particolari monumenti o opere d’arte. Sono caratteristiche le fontane (che hanno per tema le sirene), fatte costruire nel 2003 dall’amministrazione comunale; e il tradizionale ballo africano detto “marimba“, nome questo dato anche al caratteristico strumento musicale locale, una specie di xilofono, in cui il suono di ogni elemento di legno viene amplificato da corte ma grosse canne di bambù pendenti al di sotto dei legni.
Si possono trovare spiagge stupende a qualche decina di chilometri a sudovest di Esmeraldas come nella vicina (25 km) cittadina di Atacames, luogo molto più turistico e attrezzato, o anche a Tonsupa, ancora più vicina. Anche le spiagge di Esmeraldas tuttavia, pure inquinate da bitume e petrolio e considerate pericolose per le non rare rapine, sono interessanti per la quantità di magnifiche grandi conchiglie tropicali, quanto più di ci allontana dal porto.
La città è popolata dalla più grande comunità afroamericana dell’Ecuador, tant’è che la maggioranza dei giocatori della nazionale di calcio provengono da questa città.
Ci sono numerosi quartieri poveri e, nonostante l’attuale situazione di porto petrolifero e di raffinazione di idrocarburi, che generano posti di lavoro, migliorando la situazione economica media rispetto ai tempi in cui la comunità Cavanis vi operava (1982-1996), ci sono ancora profonde sacche di miseria; la criminalità è piuttosto diffusa, anche se si dice che (in qualche modo e non sempre) sia tenuta sotto controllo per la presenza di una base dell’esercito ecuadoriano (paracadutisti).
La cucina locale è localmente rinomata, soprattutto per i piatti tipici di pesce (ceviche, encocao de pescado) e di carne (pollo asado, carne asada con arroz y frejoles). Esmeraldas è nota in Ecuador come la “capitale del ritmo” per la diffusione di locali da ballo, soprattutto sulla spiaggia (balli tipici sono la salsa, la marimba e il merengue). In realtà di giorno e di notte vi si vive al ritmo si strumenti di percussione, ed è difficile concentrarvisi in qualsiasi attività intellettuale o spirituale. Difficile dormire per il rumore continuo. In compenso, chi scende dalle Ande, dove il sonno è difficile per l’altitudine e per il freddo, vi dorme bene, e tira il respiro, nonostante il rumore.
La città può piacere o non piacere, e a quanto pare non piace a chi ha compilato la pagina di Wikipedia, da cui sono presi molti dati di questo testo introduttivo. Ha però un notevole fascino di città tropicale marittima: per il bene e per il male a questo autore ricorda romanzi di avventura alla Joseph Conrad. Esmeraldas ha anche il fascino di essere stata l’estrema sponda occidentale della Congregazione, in qualche modo ai confini del mondo, sulle spiagge del Pacifico; e, per i Cavanis, di essere stata la prima base dell’Istituto in Ecuador, nella fascia di paesi andini, e nel mondo ispanoamericano.
I dintorni sono pittoreschi, e le spiagge sono splendide, soprattutto un po’ a sud della città, fino a Tonsupa e Atacames. Particolarmente potrei consigliare di affittare una canoa monoxila sul fiume Esmeraldas e risalirlo, o ridiscenderlo e affrontare la barra di onde dove il fiume sfocia nell’oceano Pacifico, che spesso, anche in quella particolare barra, è molto poco pacifico. È molto bello anche il viaggio nelle piccole camionette adattate a furgoncini aperti sui fianchi per trasporto persone con materiale ligneo molto dipinto e molto caratteristico, un po’ come i carretti siciliani, e poi in barca sul fiume San Lorenzo alla città omonima, a nordest di Esmeraldas e capoluogo del cantone omonimo.
Il vicariato apostolico di Esmeraldas, che rimane in tale situazione istituzionale e giuridica fino ad oggi, corrisponde alla provincia di Esmeraldas. Nel 2014 contava 427.928 battezzati su 520.000 abitanti. Al tempo in cui l’Istituto Cavanis si trovava a Esmeraldas, il vescovo o meglio vicario apostolico (3° in questo mandato pastorale) ne era il caro Mons. Enrico Bartolucci Panaroni, M.C.C.I., cioè comboniano, dal 14 giugno 1973, fino al 10 febbraio 1995 quando morì. I Cavanis decisero di lasciare il vicariato apostolico e la città di Esmeraldas nel 1996, quando era vicario apostolico, fino ad oggi (2019) Mons. Eugenio Arellano Fernández, pure comboniano, che era stato eletto dal 1º giugno 1995.
Della presenza e attività dei Cavanis in questo vicariato apostolico si è parlato sufficientemente e qua e là in dettaglio nell’introduzione generale a questa regione delle Ande, attualmente Regione Andina; come pure nella biografia di fratel diacono Aldo Menghi. Basti dire che si lasciò definitivamente Esmeraldas nel 1996, dopo l’assassinio del confratello e diacono don Aldo, accaduto il 16 luglio 1995, nel primo giorno del XXXI capitolo generale, alla periferia e nell’immondezzaio della città; e dopo che si ricevettero minacce dagli stessi che lo avevano ucciso.
Si scoprì anche, tardivamente, che la città di Esmeralda, come città di spiaggia, di porto ed eccessivamente rumorosa, non era adatta per tenervi un seminario. A Esmeraldas, di Cavanis, rimane soltanto la croce e il ritratto di don Aldo Menghi, a fianco della strada asfaltata, nel luogo dove fu trovato ucciso, luogo dove, almeno fino al 2017 si vedevano deposti fiori freschi dalla popolazione locale che lo ricordava ancora con affetto e stima dopo circa 22 anni.
Tabella: la casa di Esmeraldas – Ecuador
Anno scolastico | Rettore | Preti | Fratelli laici | Seminaristi e osservazioni |
1982 (pochi giorni di fine dicembre)-83 | Mario Merotto | Mario Merotto | — | — |
1983-84 | Mario Merotto | Mario Merotto | Aldo Menghi | |
1984-85 | Mario Merotto | Mario Merotto | Aldo Menghi | |
1985-86 | Mario Merotto | Mario Merotto (superiore regionale e e Direttore della Casa di Esmeraldas, direttore della scuola Nuevo Ecuador di Las Palmas), Celestino Camuffo (Direttore del Seminario di Quito), Bruno Lorenzon | Aldo Menghi (Direttore del Centro Santa Cruz di Esmeraldas) | |
1986-87 | Mario Merotto | Mario Merotto (superiore regionale e Direttore della Casa di Esmeraldas, direttore della scuola Nuevo Ecuador di Las Palmas), Bruno Lorenzon | Aldo Menghi (Direttore del Centro Santa Cruz di Esmeraldas) | |
1987-88 | Mario Merotto | Mario Merotto (superiore regionale e Direttore della Casa di Esmeraldas, direttore della scuola Nuevo Ecuador di Las Palmas), Bruno Lorenzon (direttore del seminario minore di Esmeraldas) | Aldo Menghi (Direttore del Centro Santa Cruz di Esmeraldas) | (Aldino Antônio da Rosa) |
1988-89 | Mario Merotto | Mario Merotto (superiore regionale e Direttore della Casa di Esmeraldas, direttore della scuola Nuevo Ecuador di Las Palmas), Bruno Lorenzon (direttore del seminario minore di Esmeraldas) | Aldo Menghi | |
1989-90 | Mario Merotto | Mario Merotto (superiore regionale e Direttore della Casa di Esmeraldas, direttore della scuola Nuevo Ecuador di Las Palmas), Bruno Lorenzon (direttore del seminario minore di Esmeraldas), brevemente, diac. Aldino Antônio da Rosa | Aldo Menghi | |
1990 | Mario Merotto (superiore regionale | Aldo Menghi | ||
1991 | Celestino Camuffo | Celestino Camuffo (pro-rettore) | Aldo Menghi | |
1992 | Celestino Camuffo | Celestino Camuffo (pro-rettore, direttore della scuola Nuevo Ecuador e parroco di Nuestra Senhora de Fátima del quartiere di Las Palmas) | Aldo Menghi (Responsabile del Nuevo Ecuador) | |
1993 | Celestino Camuffo | Celestino Camuffo (pro-rettore e parroco e direttore della scuola Nuevo Ecuador) | Aldo Menghi (Responsabile del Nuevo Ecuador) | |
1994 | Celestino Camuffo | Celestino Camuffo (pro-rettore e parroco) | Aldo Menghi (Responsabile del Nuevo Ecuador) | |
1995 | Celestino Camuffo | Celestino Camuffo (pro-rettore), Rodrigo Pacheco Guerrero (parroco), Cláudio Krominski | Aldo Menghi | 16.7.1995. assassinio di don Aldo Menghi-+63. |
1996 | Rodrigo Pacheco | Rodrigo Pacheco Guerrero (rettore, parroco), João da Cunha | La casa chiude. |
4.1.2 La casa-seminario di Quito (1984-2019)
Il seminario della regione Ecuador, poi Ecuador-Colombia, poi Andina, ebbe la sua sede iniziale esclusivamente a Esmeraldas, all’inizio nel Centro S. Cruz, poi nella sede propria, nella parrocchia di Las Palmas, presso la spiaggia; poi, pur continuando in funzione il seminario per aspiranti a Esmeraldas fino al 1996, si era iniziato un seminario soprattutto per gli studenti di filosofia e teologia a Quito, fin dal 24 settembre 1984 nel quartiere di San Juan, essendone direttore P. Celestino Camuffo. L’11 ottobre 1986 il seminario, sempre diretto da P. Camuffo, passò in una casa, che sembra essere stata di proprietà delle suore della Divina Volontà, a Cotocollao, presso l’aeroporto; una casa antica, in tapia o adobe, molto piccola e umida. Si acquistarono alcuni terreni adiacenti e lo stesso terreno in cui sorgeva questa casa, e il 2 maggio 1990 si pose la prima pietra del nuovo edificio del seminario, che fu completato e inaugurato il 26 febbraio 1991, col nome di Seminario Hermanos Cavanis.
Nel frattempo, era stato eretto canonicamente il noviziato a Quito, in una casetta adiacente al seminario di Cotocollao, con P. Orfeo Mason come maestro dei novizi, e con il primo novizio Alberto A. Quiquije Meza. Finora, altri novizi erano stati inviati a compiere l’esperienza del noviziato in Italia, al noviziato nella casa del S. Cuore. Tra i novizi che avevano compiuto questa esperienza di noviziato in Italia c’erano P. Luis Enrique Navarro Durán (detto P. Lucho) (nel 1986-87, a cominciare dal 12 marzo 1986 con la vestizione), P. Rodrigo Pacheco Guerrero , P. Roger Roncallo (nel 1988-89).
In seguito, nel seminario di Cotocollao a Quito, di cui si parla in questo settore, rimarranno principalmente i seminaristi di filosofia; gli studenti teologi passeranno in Colombia sulle montagne a monte di Bogotá, in un terreno acquistato nel 1994 e in un edificio inaugurato il 13 febbraio 1999; i novizi passeranno a Valle Hermoso, all’inizio in una casetta, poco più di una baracca, in seguito, dal 1997, in un’edificio apposito, adiacente alla casa dei ritiri.
La bellissima città di Quito, ufficialmente San Francisco de Quito, è la capitale dell’Ecuador, capoluogo della Provincia del Pichincha e sede del Distrito Metropolitano di Quito. Come la maggioranza delle città che spagnoli e portoghesi avevano chiamato con nomi di santi e di realtà divine, i nomi di città latinoamericane si sono laicizzati col tempo, e il nome di S. Francesco si è perduto, così come São Sebastião per Rio de Janeiro e così via.
La grande e soprattutto lunga città, è situata sopra il bacino idrografico di Guayllabamba, sulle pendici orientali dello strato-vulcano attivo Pichincha, nella parte occidentale delle Ande. Si trova alle coordinate geografiche di 0°13′07″S; 78°30′35″W, appena al sud all’equatore che la sfiora, a un’altitudine di 2.850 m sul livello del mare al centro (ma i quartieri alti sulle falde del Pichincha sorpassano i 3.000 m), il che ne fa la seconda capitale amministrativa più alta del mondo, dopo La Paz in Bolivia. La sua popolazione è di 2.239.191 abitanti, tra l’area urbana (1.609.418 abitanti) e quella rurale (620.658) (Censimento nazionale del 2010). La densità, su un territorio comunale di 324 km², è di 6.887,98 ab./km². La città è suddivisa in 32 unità amministrative, le Parroquias, le quali si suddividono a loro volta in barrios (quartieri).
La data della fondazione è incerta. I primi insediamenti sull’altopiano (El Inga) sono attestati millenni prima di Cristo. Tuttavia la data di nascita ufficiale della città è considerata il 6 dicembre del 1534 con la conquista spagnola. Fu la prima città dichiarata, insieme a Cracovia in Polonia, come Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, il 18 settembre 1978. Nel 2008 è stata nominata sede dell’Unione delle Nazioni Sudamericane (Unasur).
Le sue dimensioni cittadine sono di circa 50 km nel senso della longitudine da nord a sud e di 8 km di larghezza (in latitudine) da est a ovest. La strettezza della città, chiusa nel “callejón andino” tra due serie di vulcani, e tra la Cordillera Real (orientale) e la Cordillera Occidental, rendeva piuttosto difficile e a volte pericoloso l’atterraggio nell’aeroporto di Cotocollao, molto vicino al seminario Cavanis. Tale vicinanza risultava comoda per l’Istituto, in caso di partenze e arrivi; ma il rumore dei decolli costringeva a tacere ogni volta che partiva un aereo, e aspettare che passasse il rumore per riprendere la conversazione, la lezione o la messa. Ora da qualche anno l’aeroporto è fuori della città in un’altra valle, il che richiede un viaggio di avvicinamento più lungo, ma dà il vantaggio di atterraggi più sicuri.
Il Distretto Metropolitano di Quito, nome ufficiale del Cantone di Quito, aveva nel censimento del 2010 2,2 milioni di abitanti, risultando la seconda città più popolata dell’Ecuador dopo Guayaquil, il grande porto sull’Oceano Pacifico. L’intera area metropolitana di Quito, che include anche le “parrocchie” (=comuni) suburbane di Conocoto, Amaguaña, Cumbaya, Nayón, Zambiza, Llano Chico, Calderón, Pomasqui, San Antonio, Tumbaco, Guangopolo, Puembo, Alangasi, La Merced e Sangolquí. ha una popolazione totale di 2.495.043 abitanti. Per aver un’idea di quanto la grande città stia crescendo rapidamente, nel clima di pericoloso urbanismo, quando P. Mario Merotto arrivò in Ecuador nel 1982 per cominciare la presenza Cavanis, Quito aveva solo 1.116.135 abitanti; nel 2010, solo 28 anni dopo, ne aveva 2.239.191.
Come nel resto del paese, la religione praticata prevalentemente è quella cattolica. L’Arcidiocesi di Quito è divisa in 15 zone pastorali a lor volta divise in 176 parrocchie ecclesiastiche.
LISTA DEGLI (ARCI)VESCOVI DELLA DIOCESI DI QUITO – ECUADOR
4.1.3 Il Seminario Filosofico e teologico Hermanos Cavanis e il “Taller de Nazaret” a Cotocollao, Quito – Ecuador
Come si accennava sopra, il seminario teologico iniziò informalmente nel quartiere di San Juan a Quito, nel centro storico, poco a nord della basílica del Voto Nacional, già nel 1984, con un sacerdote amico come formatore provvisorio; fino all’arrivo in Ecuador del P. Celestino Camuffo, nel novembre 1985, che ne assunse la direzione. Dopo eretta formalmente la regione Ecuador (questo fu il primo nome) il 25 agosto 1985, come si diceva sopra, l’interesse dell’Istituto si rivolse piuttosto verso la città di Esmeraldas, e il seminario fu portato in quella città. Si acquistò un terreno con un edificio (13 maggio 1986) nel quartiere Las Palmas, nel territorio della parrocchia Nuestra Señora de Fátima, tra la spiaggia e las Lomas (le falesie), e vi si organizzò un piccolo seminario minore, anche questo dal titolo di Nuestra Señora de Fátima.
Già da questo tempo la principale difficoltà fu la scelta corretta dei candidati a entrare nel seminario. Si scoprì ben presto, tuttavia tardivamente (ormai c’eravamo), che l’Ecuador non era fecondo in vocazioni. Si accettarono alcuni pochi giovani ecuadoriani e invece numerosi colombiani soprattutto di Barranquilla che, come si scoprì ben presto e come si doveva invece scoprire subito, erano piuttosto clerici vagi, che espulsi o non desiderati dai seminari colombiani, si rivolgevano a cercare posto nei seminari diocesani o soprattutto religiosi, vagando di città in città, entrando e uscendo uno dopo l’altro, nei e dai seminari del vicino Ecuador. Questi candidati colombiani avevano spesso già compiuto in tutto o in parte i loro studi filosofici e/o teologici, il che sembrò un vantaggio ai primi superiori e formatori della regione, ma era invece un brutto segno e in genere voleva dire che erano già stati seminaristi altrove ed erano stati allontanati dai rispettivi seminari. Fu una pessima idea e dette pessimi risultati, di cui si soffre ancora oggi e da cui dipende la piccolezza della regione Andina.
Si arrivò a tentare di accettare tre sacerdoti diocesani di Guayaquil, che dimostrarono ben presto di non essere adatti, e la cui accettazione nella comunità Cavanis dette origine alle ire (giuste) dell’arcivescovo di Guayaquil che non era stato neppure consultato. Il preposito pro tempore, P. Giuseppe Leonardi, nei primi anni ’90 dovette andare a Canossa e presentare le dovute scuse all’arcivescovo.
Il preposito si era nel frattempo accorto, con una serie di visite alle famiglie e di richieste di informazioni, che parecchi dei seminaristi raccolti nel primo seminario a Quito erano stati sposati, oppure avevano avuto figli, o erano stati in galera. Parecchi furono allontanati per questi e altri motivi. Si scoprì la grave difficoltà del discernimento nei paesi andini. Eppure, per quanto riguarda i candidati provenienti dalla Colombia, che era il paese che presentava il maggior numero di giovani o non tanto giovani che si presentavano all’Istituto Cavanis, e anche quello che allora e in seguito dette i maggiori problemi, sarebbe stato sufficiente consultare il data base che la Conferenza dei Vescovi della Colombia aveva e teneva a disposizione dei seminari, con la lista dei seminaristi espulsi dai seminari diocesani e religiosi. Ciò non fu mai fatto da parte dell’Istituto, con gravi conseguenze. Solo in tempi recenti, nell’ultimo decennio, l’accettazione dei candidati fu compiuta sulla base di criteri seri e accettabili, ferma restando la particolare difficoltà di discernimento.
In questo tempo, dal 1986 al 1988, i primi seminaristi della regione Ecuador (più colombiani che ecuadoriani) andarono in Italia per vivere l’esperienza del noviziato nella Casa del S. Cuore, avendo come maestro dei novizi il P. Orfeo Mason. Tra i novizi che avevano compiuto questa esperienza di noviziato in Italia c’erano Luis Enrique Navarro Durán (detto Lucho) (nel 1986-87, a cominciare dal 12 marzo 1986 con la vestizione), Rodrigo Pacheco Guerrero, e Roger Roncallo Buelvas (nel 1988-89).
Pur rimanendo il seminario minore a Esmeraldas ancora per qualche anno, dal 1986 il seminario fu ristabilito a Quito, fin dal 24 settembre 1984, questa volta nel quartiere di Cotocollao, prossimo all’aeroporto, in una casa antica, di età coloniale di adobe, molto umida e poco salubre. Si comprarono successivamente i lotti vicini, e il 2 maggio 1990 si pose la prima pietra del nuovo seminario maggiore, che si chiamò Hermanos Cavanis, e che fu inaugurato il 26 febbraio 1991. Nel 1990 si era poi iniziato il noviziato a Quito, nel terreno acquistato per costruire il seminario maggiore e in un altro lotto a fianco, organizzato inizialmente come noviziato. Lì, P. Orfeo Mason fu il padre maestro dei novizi, con il primo novizio Alberto A. Quiquije Meza. In seguito la sede canonica del noviziato Cavanis fu portato a Valle Hermoso, nel podere che si era comperato, a fianco dello spazio che poi sarebbe stato impiegato per costruire la casa di esercizi spirituali.
L’edificio del seminario maggiore è molto bello e funzionale. Particolarmente belle le vetrate della cappella. La biblioteca e la sala di riunione sono ampie, le camere con servizi sono numerose e gradevoli. È circondato da spazi per i campetti di gioco e da un orto, e a fianco ha un altro lotto che inizialmente fu adibito a noviziato, ma poi divenne il “Taller de Nazaret“, una specie di patronato per bambini e giovani disagiati del quartiere, inaugurato il 12 marzo 2000. Tale ambiente ha un bel chiostro centrale, al centro del quale troneggia, sotto un baldacchino o gazebo, il gruppo di statue dei fondatori e della Madonna del Carmine in grandezza naturale.
La vista dal terrazzo del seminario è incantevole. Oltre al vulcano Pichincha che domina la città e tutto il fianco occidentale del panorama, di possono vedere, nelle giornate di bel tempo, tutta una serie di vulcani: a sud il Rumiñawi (4.721 m), il Cotopaxi (5.897 m), attivo, con il suo cono perfetto e le nevi eterne sommitali e, il Chimborazo (6.238 m.), pure attivo e pure sempre innevato; verso sudest l’Antisana (5.753 m); verso est il Cayambe (5.790 m); a nord il Cotacachi (4.944 m), tra gli altri minori.
In seguito, nel seminario Hermanos Cavanis di Cotocollao a Quito, di cui si parla, rimarranno principalmente i seminaristi di filosofia; gli studenti teologi passeranno in Colombia sulle montagne a monte di Bogotá, in un terreno acquistato nel 1994 e in un edificio inaugurato il 13 febbraio 1999; i novizi invece passeranno a Valle Hermoso, all’inizio in una casetta, poco più di una baracca, in seguito, dal 1997, in un edificio apposito, adiacente alla casa dei ritiri.
Tabella del Seminario Filosofico e teologico Hermanos Cavanis e il “Taller de Nazaret” a Cotocollao, Quito – Ecuador
Anno scolastico | Rettore | Preti | Fratelli laici e osservaz. | Seminaristi e osservazioni |
1984-85 (dal 24.9.1984) | Celestino Camuffo | Celestino Camuffo | — | Studenti di filosofia e postulanti. Quartiere S. Juan |
1985-86 | Celestino Camuffo | Celestino Camuffo | — | Studenti di filosofia e postulanti |
1986-87 | Celestino Camuffo | Celestino Camuffo | Studenti di filosofia e postulanti (in nuova sede, La Prensa y Sabanilla, in una casa antica) | |
1987-88 | Celestino Camuffo | Celestino Camuffo | — | Studenti di filosofia e teologia, tra cui il seminarista teologo brasiliano Aldino da Rosa. |
1988-89 | Celestino Camuffo | Celestino Camuffo | — | Studenti di filosofia e teologia, tra cui il seminarista teologo brasiliano Aldino Antônio da Rosa. |
1989-90 | Orfeo Mason | Orfeo Mason (Econ. region., Maestro Novizi e studenti), | — | Studenti di filosofia e teologia |
1990 | Orfeo Mason | Orfeo Mason (Econ. region., Maestro Novizi e studenti), | — | Studenti di filosofia e teologia; prima pietra posta del nuovo grande seminario posta il 2.5. 1990. |
1991 | Orfeo Mason | Orfeo Mason (Econ. region., Maestro Novizi e studenti; 1° cons. regionale e vicario), Rodrigo Pacheco Guerrero | — | Studenti di filosofia e teologia; dal 26.2.1991 nel nuovo edificio inaugurato in questa data |
1992 | Orfeo Mason | Orfeo Mason (Econ. region., Maestro Novizi e studenti; 1° cons. regionale e vicario), Rodrigo Pacheco Guerrero; Lucho Navarro | — | Studenti di filosofia e teologia |
1993 | Orfeo Mason | Orfeo Mason (Econ. region., Maestro Novizi e studenti; 1° cons. regionale e vicario), Rodrigo Pacheco Guerrero | — | Studenti di filosofia e teologia |
1994 | Orfeo Mason | Orfeo Mason (Econ. region., Maestro Novizi e studenti; 1° cons. regionale e vicario), Rodrigo Pacheco Guerrero | — | Studenti di filosofia e teologia; dal 1994 nel nuovo edificio. |
1995 | Orfeo Mason | Orfeo Mason (rettore delle case di Quito, econ. region., Maestro Novizi e studenti), … | — | Studenti di filosofia e teologia |
1996 | Orfeo Mason | Orfeo Mason (rettore delle case di Quito, economo regionale, direttore o gestore del Borja 3), Celestino Camuffo (maestro degli studenti di filosofia). | — | Studenti di filosofia e teologia |
1997 | Orfeo Mason | Orfeo Mason (rettore delle case di Quito, economo regionale, direttore o gestore del Borja 3), Celestino Camuffo (maestro degli studenti di filosofia). | — | 3 novizi (da settembre 1997) e Studenti di filosofia e teologia |
1998 | Orfeo Mason | Orfeo Mason (rettore delle case di Quito, economo regionale, direttore o gestore del Borja 3), Celestino Camuffo (maestro degli studenti di filosofia). | — | 8 novizi; e Studenti di filosofia e teologia |
1999 | Rodrigo Pacheco Guerrero | Rodrigo Pacheco Guerrero (rettore della famiglia religiosa di Quito e direttore del seminario), Tadeu Biasio (Maestro degli studenti) | — | Studenti di filosofia |
2000-01 | Rodrigo Pacheco Guerrero | Rodrigo Pacheco Guerrero (rettore della famiglia religiosa di Quito e direttore del seminario), Tadeu Biasio (Maestro degli studenti) | — | Studenti di filosofia |
2001-02 | Rodrigo Pacheco Guerrero | Rodrigo Pacheco Guerrero (rettore della famiglia religiosa di Quito e direttore del seminario), Tadeu Biasio (Maestro degli studenti) | — | Studenti di filosofia |
2002-03 | Tadeu Biasio | Tadeu Biasio (superiore regionale e rettore e maestro dei novizi), Antônio A. Vilasboas (economo regionale) | — | 5 novizi, Studenti di filosofia., 8 emettono la professione temporanea |
2003-4 | Tadeu Biasio | Tadeu Biasio, (rettore e maestro degli studenti), *** | — | Studenti di filosofia |
2004-05 | Tadeu Biasio | Tadeu Biasio, (rettore e maestro degli studenti), *** | — | Studenti di filosofia |
2005-06 | Tadeu Biasio | Tadeu Biasio (superiore regionale e rettore e maestro dei novizi), Celestino Camuffo , Alex Javier Palacios Oliva (Direttore generale del Borja III) | — | Studenti di filosofia |
2006-7 | Tadeu Biasio | Tadeu Biasio (rettore e maestro degli studenti), *** | — | Studenti di filosofia |
2007-08 | Tadeu Biasio | Tadeu Biasio, (rettore e maestro degli studenti), *** | — | Studenti di filosofia, 4 novizi |
2008-09 | Tadeu Biasio | Irani Luiz Tonet (Superiore regionale da marzo 2008) Tadeu Biasio (rettore), P. Alex Javier Palacios Oliva, José Henry Calderón Acosta, diacono | Rigoberto Gonsalez Angulo | Studenti di filosofia |
2009-10 | Tadeu Biasio | Irani Luiz Tonet (Superiore regionale) Tadeu Biasio (rettore), Alex Javier Palacios Oliva, José Henry Calderón Acosta | Rigoberto Gonsalez Angulo | Diac. Carlos Alberto Chavez Moreira e Studenti di filosofia |
2010-11 | Tadeu Biasio | Irani Luiz Tonet (Superiore regionale), Tadeu Biasio, Carlos Alberto Chavez Moreira (rettore, per un anno), Alex Javier Palacios Oliva, José Henry Calderón Acosta, diacono | Rigoberto Gonsalez Angulo | Diac. Carlos Alberto Chavez Moreira e Studenti di filosofia |
2011-12 | Celestino Camuffo | In quest’anno e seguenti del triennio, il seminario di Quito risulta diviso in due case: “Casa Formativa P. Basilio Martinelli”, con: Celestino Camuffo (rettore), Alex Javier Palacios Oliva, José Henry Calderón Acosta. E “Seminario Hermanos Cavanis”, con: Irani Luiz Tonet (Superiore regionale), José Sydney do Prado Alves | — | NB: il comunicato non lascia chiaro di che seminaristi si tratti nelle due case di formazione. |
2012-13 | Celestino Camuffo | Irani Luiz Tonet, José Sydney do Prado Alves | — | P. Alex Javier Palacios Oliva è dimesso dalla Congregazione. |
2013-14 | Celestino Camuffo | Irani Luiz Tonet (superior regional, José Sydney do Prado Alves/ José Sydney do Prado Alves (superior regional), Irani Luiz Tonet, | — | |
2014-15 | José Henry Calderón Acosta | José Sydney do Prado Alves (superior regional), José Henry Calderón Acosta (rettore di Quito), | — | |
2015-16 | José Henry Calderón Acosta (rettore di Quito | José Sydney do Prado Alves (superior regional), José Henry Calderón Acosta (rettore di Quito | — | |
2016-17 | Reinaldo Chuviru Supayabe Rettore di Quito, con sede al Borja) | José Sydney do Prado Alves (superior regional),Tadeu Biasio (Maestro dei novizi e degli studenti),Célestin Muanza-Muanza | — | |
2017-18 | Reinaldo Chuviru Supayabe | José Sydney do Prado Alves (maestro novizi e chierici) | — | |
2018-19 | Reinaldo Chuviru Supayabe | José Sydney do Prado Alves (maestro novizi e chierici?), | — | |
2019-20 | *** |
4.1.4 La casa di Quito Borja III (1991-2020)
Questa casa, con la sua grande, anzi immensa struttura a carattere educativo, che occupa un intero enorme isolato, ha una lunga storia, ben conosciuta e apprezzata nella capitale dell’Ecuador.
L’inizio storico fu così: un certo Pedro Pablo Borja nei passati anni ’50 fu il fondatore a Quito di una scuola elementare che, desideroso di contribuire all’educazione cattolica, cristiana e alla formazione laica in questa città, portò avanti il suo progetto, guidato dall’arcidiocesi; questa prima scuola si può chiamare Borja1.
Questa istituzione divenne tanto significativa che il Cardinale Carlos Maria della Torre, 51° arcivescovo di Quito (1933-1967) fondò una seconda istituzione educativa, a imitazione della prima ma più ampia, ma sotto la sua supervisione. Ne fu incaricato della direzione il giovane sacerdote diocesano Luis Tapia Viteri. La nuova istituzione si chiamò Borja2.
Qualche tempo dopo (1957) il Dr. e poi Mons. Tapia, volendo creare qualcosa con l’impronta e la serietà proprie del suo carattere, pensò di utilizzare una piccola eredità che aveva ricevuta, per acquistare un terreno e lì creare una scuola simile, ma al tempo stesso con caratteristiche proprie. Avendo ottenuto permessi e consensi dai suoi superiori, si mise all’opera. Si trattava di un progetto differente, un po’ innovativo, con ampi spazi, idee futuriste, tipico di uno spirito intraprendente, forgiato nell’opera educativa. Con questa prospettiva nacque il Borja Nº3.
L’inaugurazione avvenne con 81 allievi il 14 settembre 1957. L’Unità Educativa si trovava e si trova fino ad oggi all’incrocio della Calle Veracruz 433 con l’Avenida República, poco al nord del quartiere di Rumipamba. Con il tempo, l’U.E. Borja3 avrebbe raggiunto e superato il numero enorme di 4.000 allievi.
Anni più tardi, per l’insistenza delle famiglie degli allievi, che apprezzavano la cultura ma anche una ferrea disciplina, nell’anno 1975 si fondò anche la Sezione Secondaria (Liceo) in una forma particolare, abbastanza tipica in Ecuador, che prende caratteristica di Accademia Militare, questa con il nome di Accademia Militare Borja3. La Dottrina Cristiana e la Disciplina Militare insieme dettero un ottimo risultato, diciamo che si sposarono bene; centinaia di diplomati usciti con successo da questa scuola di alto profilo, ne danno testimonianza.
Non manca la scuola di infanzia (la Preescolar). Seguono la scuola primaria, la secondaria, fino al liceo, con la possibilità di sostituire il semplice liceo con l’accademia militare. In tutti questi cicli, sono numerose le sezioni, e nel complesso sono numerosissimi gli studenti.
Nel 1985 appare come collaboratore lo stimabile Padre Celestino Camuffo CSCh., il secondo padre Cavanis (dopo P. Mario Merotto) presente nell’Ecuador e negli anni successivi, altri religiosi della Congregazione Cavanis assunsero gradualmente vari incarichi direttivi nell’Istituzione. La saggezza e la previdenza del caro Monsignor Luis Tapia Viteri, vide nella Congregazione delle Scuole di Carità, l’Istituto Cavanis, la possibilità di perpetuare la sua preziosa opera educativa; e si decise allora a consegnare formalmente ai Padri Cavanis, dopo un periodo intermedio sperimentale, il frutto del suo lavoro, raccomandando loro di continuare ed incrementare quest’opera prestigiosa e tanto necessaria per la città di Quito.
I Cavanis apportarono un nuovo entusiasmo, cercando di vivere lo stile proprio della loro Congregazione: accrescere negli studenti la creatività, l’iniziativa, lo sviluppo della loro propria identità, la pratica di valori umani e cristiani, la responsabilità.
L’istituzione conta su un’ampia infrastruttura, per lo sviluppo accademico, personale e spirituale, degli studenti. Ci sono aree sportive specializzate: aree polisportive, piscina, campi di pallavolo, pallacanestro, calcio tra le altre. Le numerosissime aule, nei vari blocchi, sono costituite con tutto l’insieme di strumenti e attrezzi che permettono il migliore sviluppo del processo docente; e c’è la grande cappella (che è poi anche chiesa parrocchiale da qualche tempo) piena di amore, dove i giovani e i loro docenti trovano valori che sono inculcati durante tutti gli anni di studi, sempre sotto lo sguardo amoroso dal Signore Gesù Cristo. La patrona della scuola, di devozione speciale di Mons. Tapia, è la Madonna addolorata. A Mons. Luis Tapia Viteri l’Istituto vuol manifestare anche da queste pagine una profonda stima e riconoscenza.
C’è inoltre l’abitazione della comunità Cavanis, dentro il compound: all’inizio i primi padri abitarono in una casetta al margine del campo da calcio del collegio, da cui si poteva tener d’occhio tutto l’insieme dell’opera; casa a due piani che era stata la residenza di alcune nipoti del Mons. Luis Tapia Viteri che collaboravano con vari aspetti logistici della scuola e collegio. Li prendevamo un po’ in giro perché la casa all’inizio era tutta tendine, trine, tovagliette e aveva nel complesso un aspetto prettamente femminile. Ma si era anche preoccupati perché tutte le finestre avevano inferriate e la casa era costruita di materiale molto infiammabile, soprattutto legno e stoffe. L’unica uscita si raggiungeva attraverso una scaletta di legno. Era un po’ una trappola per topi, in caso deprecabile ma non impossibile di incendio. Nel primo periodo ci vivevano i padri Mario Merotto, superiore regionale dell’Ecuador, Celestino Camuffo e Antônio Aparecido Vilasboas. Più tardi fu costruita una casa più dignitosa e più ampia.
Attualmente, la direzione spirituale del Borja3 di Quito è affidata al P. Reinaldo Chuvirú Supayabefue, boliviano; Il direttore generale dell’Unità educativa è il P. Maurício Kviatkovski de Lima, brasiliano, ambedue padri Cavanis. In precedenza i responsabili di questo livello sono stati inizialmente italiani, poi ecuadoriani e colombiani, secondo i periodi e i mandati e varie circostanze.
Seguono, nell’organigramma del Borja3, responsabili laici, provvisti di licenza o di dottorato: il rettore o preside, la vicedirettrice dell’Unità educativa, la vicedirettrice dell’Accademia militare, la direttrice pedagogica E.G.B. dell’Unità Educativa, l’Ispettore generale dell’Unità Educativa e l’Ispettore generale dell’Accademia Militare. Ci sono poi non solo i docenti, ma i servizi medici, infermieristici, odontologici, psicologici e i servizi generali.
Accanto ai padri Cavanis responsabili diretti citati sopra, altri religiosi Cavanis e anche i loro seminaristi collaborano intensamente alla realizzazione del sogno dei Fondatori: essere più padri – e madri – che maestri – e maestre.
La popolazione studentesca del Borja 3 è progressivamente diminuita negli ultimi anni, pur restando sempre considerevole e senza dubbio la scuola più grande della Congregazione delle Scuole di Carità. La diminuzione è dovuta in buona parte dalla diminuzione demografica, come in tanti altri paesi e specialmente in Europa; ma anche per la politica scolastica dei recenti e dell’attuale governo del Paese, che maltrattano in tutti i modi le scuole cattoliche.
L’acquisizione del Borja3 è stata senza alcun dubbio preziosa per l’Istituto, sia come opera assolutamente caratteristica, che ben corrisponde al carisma dell’Istituto, sia perché l’Istituto fosse conosciuto e divenisse prestigioso a Quito e nel Paese; sia ancora per il sostanziale aiuto economico dato alla regione e alle altre case. Ha preoccupato fin dall’inizio la mancanza di gratuità, anche se esiste un certo numero in percentuale di borse di studio (becas), anche per obbligo da parte dello stato; e anche se la gratuità generale era ovviamente impossibile, dato che il numerosissimo personale è quasi del tutto laico e riceve evidentemente stipendi, contributi e viene depositato per loro il corrispondente del TFR. Per la verità all’inizio, attorno al 14 maggio 1990, quando si stava trattando il passaggio all’Istituto della prestigiosa scuola, il preposito dell’epoca aveva posto come condizione che ci fosse un corso serale gratuito per giovani (e non giovani) meno abbienti. La cosa fu realizzata per un certo tempo, senza molto entusiasmo, ma poi abbandonata dopo qualche anno.
Si diceva del vantaggio economico apportato dal Borja3 all’Istituto in Ecuador. Fu senza dubbio un grande vantaggio, che permise costruzioni e manutenzione di altre opere di educazione e di bene. Fu tuttavia anche fonte di eccessivo benessere, anche tra i giovani seminaristi durante la fase di formazione iniziale, e facilitò in parecchi religiosi un certo tono secolare e mondano; senza dire che alcuni, che poi lasciarono la Congregazione o ne furono allontanati, ebbero modo di approfittarsi di questo capitale per il bene proprio e della propria famiglia, provocando almeno in un caso gravi ammanchi, anziché per il bene della gioventù, e principalmente di quella più povera e abbandonata, danneggiando anche gravemente, almeno in un caso, la scuola, la regione e la Congregazione.
L’Istituto, con la regione Andina, oltre alla casa di esercizi di Valle Hermoso, possiede anche una casa di spiritualità e di ritiri, non lontano da Quito ma ancora più in quota; e a volte vi manca il respiro, a camminare, per chi non è abituato a vivere a tali quote: la piccola casa di Calacalí e il terreno attorno.
Calacalí è una cittadina rurale del cantone di Quito, provincia di Pichincha, Ecuador. È situata alle coordinate: 0°00′00″S; 78°30′53″W (si notino le coordinate della latitudine, che indicano proprio la linea dell’equatore; si trova circa 30 km a nord di Quito, a nord-ovest del vulcano Casitagua e a sud-ovest del vulcano Pululagua.
Nella piazza centrale di Calacalí c’è un monumento equatoriale, ossia un monumento che rende evidente ciò che è invisibile, ossia la linea dell’equatore. Un monumento equatoriale più grande si trova a “Ciudad Mitad del Mundo”, o più semplicemente “La Mitad del Mundo”. Era accaduto l’11 febbraio 1993 che Mons. Tapia aveva donato all’Istituto anche questo suo terreno a Calacalí, che serve come centro di ritiri e di attività di spiritualità. A Calacalí non esiste però una comunità Cavanis residente; è una dépendance del Borja per i ritiri dei ragazzi.
Si è detto che l’Ecuador e in particolare la località detta La Mitad del Mundo è un centro importante di storia della scienza; questo infatti ricorda e celebra la famosa missione geodesica franco-spagnola o meglio, in realtà, francese pré-rivoluzione, del secolo XVIII che ubicò il posto approssimato per il quale passa la linea dell’equatore. Tra 1736 e 1744, una missione geodesica francese (diretta dallo scienziato francese Charles Marie de la Condamine), viaggiò all’Ecuador per risolvere una discussione che esisteva nell’Accademia di Scienze di Parigi, sul tema se il globo terracqueo avesse appiattimento nei poli o negli estremi. Questa missione realizzò misurazioni e calcoli astronomici per determinare quale era effettivamente l’appiattimento della Terra. Si misurò dunque, nei dintorni di Quito, e tra l’altro nel luogo che più tarde sarà chiamato Mitad del Mundo, per mezzo di triangolazioni e mediante la trigonometria, ossia nel caso la misurazione dei lati e degli angoli dei triangoli impostati sul terreno (con gravi difficoltà di vario genere, alpinistico, logistico e antropico) il meridiano terrestre.
Di lì deriva, tra l’altro, niente meno che il Sistema Metrico Decimale, perché il metro (unità di misura base in quel sistema tanto prezioso) è la diecimilionesima parte di un quadrante del meridiano terrestre che fu misurato dalla missione di La Condamine ed altri esperti che facevano parte della spedizione. L’Ecuador, allora parte dell’immenso impero spagnolo, fu scelto per la misurazione poiché offriva condizioni politiche e ambientali più stabili, dato che in Africa e in Asia le condizioni e situazioni politiche e antropiche erano meno o molto meno sicure. Ci si è dilungati su questo punto, perché l’Ecuador deve il suo nome proprio a questa storia: molti paesi (il Congo RDC per esempio) sono attraversati dall’equatore, ma solo l’Ecuador si chiama appunto per questo Ecuador.
Tabella della casa del Borja 3 – Quito – Ecuador
Anno scolastico | Rettore | Preti | Fratelli laici e osservaz. | Seminaristi e osservazioni |
1990-91 | Mario Merotto | Mario Merotto, superiore regionale dell’Ecuador, Celestino Camuffo e Antônio Aparecido Vilasboas | — | |
1991-92 | (Flavio Saccarola) | (Flavio Saccarola, sup. region. e rettore), Antônio Aparecido Vilasboas, Luis H. Navarro Durán (Lucho) | — | — |
1992-93 | Orfeo Mason (rettore) | Antônio Aparecido Vilasboas, Claudio Chromiski | — | — |
1993-94 | Orfeo Mason (rettore) | Antônio Aparecido Vilasboas, | — | — |
1994-95 | Orfeo Mason (rettore) | Antônio Aparecido Vilasboas, | — | Il 5 agosto 1995 il Borja III diviene proprietà della Congregazione. |
1995-96 | Orfeo Mason (rettore) | Antônio Aparecido Vilasboas, | — | |
1996-97 | Orfeo Mason (rettore) | P. Mario Merotto (sup. Reg.), Angelo Zaniolo (rettore), Antônio Aparecido Villasboas | — | — |
1997-98 | Orfeo Mason (rettore) | P. Mario Merotto (sup. Reg.), Angelo Zaniolo, Antônio Aparecido Villasboas | — | — |
1998-99 | Angelo Zaniolo (rettore) | P. Mario Merotto (sup. Reg.), Angelo Zaniolo, Antônio Aparecido Villasboas | — | — |
1999-00 | Rodrigo Pacheco Guerrero | P. Mario Merotto (sup. Reg.), Angelo Zaniolo, Antônio Aparecido Villasboas | ||
2000-01 | Rodrigo Pacheco Guerrero | Antônio Aparecido Vilasboas (direttore), Angelo Zaniolo, Celestino Camuffo | ||
2001-02 | Rodrigo Pacheco Guerrero | Antônio Aparecido Vilasboas (direttore), Angelo Zaniolo, Celestino Camuffo | ||
2002-03 | Tadeu Biasio | |||
2003-4 | Tadeu Biasio | |||
2004-05 | Tadeu Biasio | Alex Javier Palacios Oliva (direttore generale) | ||
2005-06 | Tadeu Biasio | Alex Javier Palacios Oliva (direttore generale), Celestino Camuffo | ||
2006-07 | Tadeu Biasio | Alex Javier Palacios Oliva (direttore generale), Celestino Camuffo | ||
2007-08 | Tadeu Biasio | Alex Javier Palacios Oliva (direttore generale), Celestino Camuffo | ||
2008-09 | Tadeu Biasio | Alex Javier Palacios Oliva (direttore generale), Tadeu Biasio | ||
2009-10 | Carlos Alberto Chávez Moreira | Carlos Alberto Chávez Moreira (direttore spirituale) | ||
2010-11 | Carlos Alberto Chávez Moreira | Carlos Alberto Chávez Moreira, José Henry Calderón Acosta | ||
2011-12 | José Henry Calderón Acosta | José Henry Calderón Acosta | ||
2012-13 | José Henry Calderón Acosta | José Henry Calderón Acosta | ||
2013-14 | José Henry Calderón Acosta | José Henry Calderón Acosta, Vanderlei Pavan (coord. di pastorale della CE Borja 3) | ||
2014-15 | José Henry Calderón Acosta | José Henry Calderón Acosta Vanderlei Pavan (coord. di pastorale della CE Borja 3) | ||
2015-16 | Reinaldo Chuviru Supayabe | Reinaldo Chuviru Supayabe (responsabile settore spirituale e pastorale) | ||
2016-17 | Reinaldo Chuviru Supayabe | Reinaldo Chuviru Supayabe (responsabile settore spirituale e pastorale), , Deivis Rodriguez Polo | Tre postulanti e un religioso professo temporaneo. | |
2017-18 | Reinaldo Chuviru Supayabe | Reinaldo Chuviru Supayabe (responsabile settore spirituale e pastorale), Maurício Kviatkovski de Lima direttore generale | ||
2018-19 | Reinaldo Chuviru Supayabe | Reinaldo Chuviru Supayabe (responsabile settore spirituale e pastorale); Maurício Kviatkovski de Lima (direttore generale) | ||
2019-20 | Reinaldo Chuviru Supayabe | Reinaldo Chuviru Supayabe (responsabile settore spirituale e pastorale); Maurício Kviatkovski de Lima (direttore generale) |
4.1.5 La casa di Valle Hermoso ([1989]1992-2019) – Ecuador
Il giorno dell’Immacolata, l’8 dicembre 1989, la congregazione, attraverso la decisione del preposito generale (Leonardi) con il consenso del suo consiglio, su suggerimento e richiesta dei religiosi locali, procedette all’acquisto di una fattoria (per la produzione di ananas) di 26 ettari sulle colline attorno al paese di Valle Hermoso, al piede della Ande, al fine di costruirci una casa di esercizi spirituali, secondo il carisma secondario della Congregazione. In seguito, si accettò la parrocchia locale di Nuestra Señora del Valle. P. Mario Merotto entrò e prese possesso come parroco il 25 gennaio 1992. La parrocchia, piuttosto estesa, ha il suo territorio con numerose comunità e relative cappelle e piccole scuole rurali, ed è attraversata dalla linea dell’equatore, così in una domenica si passa più volte da un emisfero all’altro, visitando due o tre comunità per celebrare la S. Messa. Nei primi tempi mancavano assolutamente le strade carrozzabili e P. Mario ci andava a cavallo per sentieri, e una volta, cadendo da cavallo, si danneggiò definitivamente un polso che non fu possibile aggiustare in modo soddisfacente.
Nei primi anni, P. Mario cercava di portare avanti anche la coltivazione degli ananas. La hacienda o fattoria ne aveva 45.000 piante, quindi la produzione non era evidentemente per uso proprio, ma di carattere commerciale. Tuttavia ci vuole esperienza per occuparsi di agricoltura e di commercio di prodotti agricoli, e, specie essendo stranieri, bisogna guadagnare entratura. Sebbene ci fossero ovviamente i contadini per coltivare le piante, al mercato ci andava P. Mario con un camion e ogni volta i commercianti volevano comprare quasi tutta la frutta prodotta calcolandone il valore e il prezzo sulla base di 2 o 3 punti su 5 di qualità, e l’affare andava male. Si provò a trasformare la coltivazione in riso, fagioli e altri prodotti da utilizzare in seminario e più tardi nel collegio, ma il trasporto era poco conveniente, e comunque a poco a poco si decise di affittare e/o vendere varie parti della proprietà, mantenendo la parte che serviva realmente ad uso pastorale e di formazione religiosa.
P. Orfeo Mason poi imprestò alcuni lotti di terreno a fianco del río Blanco, che non furono mai restituiti, né pagati e si devono considerare persi, perché erano stati dati senza un documento comprovante, ma con una stretta di mano. In ogni caso, il podere era stato comprato, da chi scrive, per uso pastorale, non come investimento di capitale.
Valle Hermoso – vale la pena di presentare il luogo di cui stiamo parlando – è un comune (parroquia, nel senso civile del termine, non religioso) rurale della provincia di Santo Domingo de los Tsáchilas (già detto Santo Domingo de los Colorados), in Ecuador. Situata a 25 km da Santo Domingo nella parte settentrionale della provincia, la borgata di Valle Hermoso ha una popolazione di circa 9.400 abitanti (censimento del 2010). Il paese si trova situato a 0°05′13.58″S; 79°16′49.52″W, alla quota di 307 m sul livello del mare al centro del paese, sulla destra del río Blanco. Il comune (parroquia) ha un’area di circa 700 km² e una densità di 13,34 ab/km².
Le origini risalgono al 1962, quando coloni provenienti da Loja e dalla provincia di Manabí si stabilirono nella zona fondando una cooperativa agricola. Nel 1972 fu costruito il ponte metallico sul Río Blanco, che collega la cittadina all’importante via di comunicazione che dal sud dell’Ecuador, da Guayaquil e passando per Santo Domingo, porta al nord del paese, a Esmeraldas e San Lorenzo. Oltre all’agricoltura, negli anni seguenti si sviluppò l’allevamento di bestiame e, a partire dal 1976, divenuta una delle frazioni più importanti del cantone di Santo Domingo, iniziarono gli sforzi degli amministratori locali per far divenire Valle Hermoso parroquia. Il 19 luglio del 2000 ricevette finalmente lo status di parroquia del cantone di Santo Domingo.
La diocesi di Santo Domingo de los Tsáchilas è suffraganea dell’arcidiocesi di Portoviejo. Nel 2017 contava 725.700 battezzati su 839.600 abitanti. È retta (2019) dal vescovo Mons. Bertram Víctor Wick Enzler.
La diocesi comprende la provincia di Santo Domingo de los Tsáchilas e la parte occidentale della provincia del Pichincha.
Sede vescovile è la città di Santo Domingo, dove si trova la cattedrale dell’Ascensione. Il territorio è suddiviso in 59 parrocchie, una delle quali è Valle Hermoso. La prelatura territoriale di Santo Domingo de los Colorados fu eretta il 5 gennaio 1987 con la bolla Patres atque pastores di papa Giovanni Paolo II, ricavandone il territorio dall’arcidiocesi di Quito, di cui era originariamente suffraganea.
Il 25 febbraio 1994 entrò a far parte della nuova provincia ecclesiastica dell’arcidiocesi di Portoviejo.
L’8 agosto 1996 fu elevata al rango di diocesi con la bolla Cum hisce recentioribus dello stesso papa Giovanni Paolo II. Il 18 giugno 2008 la diocesi ha assunto la denominazione attuale.
Lista dei vescovi della diocesi di Santo Domingos de los Tsáchilas
La provincia poi di Santo Domingo de los Tsáchilas è una delle ventiquattro province dell’Ecuador, il capoluogo è la città di Santo Domingo de los Tsáchilas, nota anche come Santo Domingo de los Colorados. Il nome della provincia deriva da quello del capoluogo e dall’etnia dei Tsáchila, i nativi chiamati in spagnolo anche e più spesso los Colorados, perché coloravano in rosso vivo, vermiglione, con il frutto dell’achiote e grassi animali il caschetto di capelli che si limitava alla sommità del capo, dato che tagliavano i capelli sulle tempie e tutto intorno.
La provincia è stata creata nell’ottobre 2007 scorporando l’ex cantone di Santo Domingo de los Colorados dalla provincia del Pichincha. La provincia di cui si parla è situata nell’area di transizione dalle pendici occidentali delle Ande alla zona costiera e pianeggiante. Confina a nord ed est con la provincia del Pichincha, a nord-ovest con la provincia di Esmeraldas, ad ovest con quella di Manabí, a sud con la provincia di Los Ríos e a sudest con quella del Cotopaxi.
Ritornando alle attività della Congregazione e della sua regione delle Ande a Valle Hermoso, dopo questa presentazione generale, ricorderemo che, come accennato sopra, oltre a ricevere e a condurre fino ad oggi la parrocchia denominata Virgen del Valle, si pensò a organizzare anche in questa regione l’edificio che doveva servire per compiere il nostro secondo scopo pastorale, quello dei ritiri e degli Esercizi Spirituali (cost. 2 §3).
Si pose la prima pietra nel 1992 e si dette inizio ai lavori. Il 14 gennaio 1994 si inaugurò solennemente la casa degli esercizi spirituali “Oasis Cavanis Reina de la Paz”, con la presenza di molte autorità, come si diceva sopra. Più tardi, durante il primo mandato del preposito P. Pietro Fietta, si aggiunse un terzo piano, aumentando la capacità della casa. Era anche un segno di successo della stessa, molto frequentato, grazie soprattutto all’attività di P. Orfeo Mason, per molti anni direttore della casa e allo stesso tempo predicatore molto apprezzato di ritiri.
Più tardi fu aggiunta anche la chiesa, intitolata alla Risurrezione, situata tra la casa degli Esercizi e la casa del noviziato. Vi si eresse anche una cappella mortuaria dove riposano alcuni dei Cavanis defunti in Ecuador: don Aldo Menghi, P. Luis Enrique Navarro Durán, detto Lucho, P. Angelo Zaniolo, P. Orfeo Mason e, ben presto, dopo il trasferimento dalla Bolivia, P. Mario Merotto, che lì sono in attesa della risurrezione.
Recentemente il nome della casa fu opportunamente semplificato in Casa de Retiro Oasis Cavanis.
Tabella: la casa di Valle Hermoso – Ecuador
Anno scolastico | Rettore | Preti | Fratelli laici e osservaz. | Seminaristi e osservazioni |
1991 | Mario Merotto | Mario Merotto | — | — |
1992 | Mario Merotto | Mario Merotto, Rodrigo Pacheco Guerrero | — | Rodrigo è diacono ed è ordinato prete il 20.6.92 |
1993 | Mario Merotto | Mario Merotto Pacheco Guerrero | — | — |
1994 | Mario Merotto | Mario Merotto, Rodrigo Pacheco Guerrero | — | — |
1995 | Orfeo Mason | Orfeo Mason (rettore, direttore casa ritiri), Alberto Quijije Meza (parroco) | — | — |
1996 | Rodrigo Pacheco Guerrero | Mario Merotto (superiore regionale), Rodrigo Pacheco Guerrero (rettore), Alberto Quijije Meza (vedi la nota per quest’anno a proposito della casa di Esmeraldas-Valle Hermoso) | — | Rodrigo Pacheco Guerrero era rettore di Esmeraldas e Valle Hermoso |
1997 | Rodrigo Pacheco Guerrero | — | ||
1998-99 | — | |||
1999-00 | Orfeo Mason | Orfeo Mason (direttore della casa di spiritualità e ritiri, dal suo inizio fino al 2014; formatore degli aspiranti. | — | aspiranti |
2000-01 | Orfeo Mason | Orfeo Mason (direttore della casa di spiritualità e ritiri, dal suo inizio fino al 2014; formatore degli aspiranti. | — | aspiranti |
2001-02 | Orfeo Mason | Orfeo Mason (rettore, direttore casa ritiri), César Gabriel Quevedo García (parroco e maestro degli aspiranti. | — | aspiranti |
2002-03 | Orfeo Mason | Orfeo Mason (rettore, direttore casa ritiri), César Gabriel Quevedo García (parroco e maestro degli aspiranti. | — | aspiranti |
2003-04 | Orfeo Mason | Orfeo Mason (rettore, direttore casa ritiri), César Gabriel Quevedo García (parroco e maestro degli aspiranti. | — | aspiranti |
2004-05 | Orfeo Mason | Orfeo Mason (rettore, direttore casa ritiri), César Gabriel Quevedo García (parroco e maestro degli aspiranti. | — | aspiranti |
2005-06 | Orfeo Mason | Orfeo Mason (rettore, direttore casa ritiri e collegio Borja III S. Domingo), César Gabriel Quevedo García (parroco e maestro degli aspiranti e direttore spirituale del collegio) | — | aspiranti |
2006-07 | Orfeo Mason | Orfeo Mason (rettore, direttore casa ritiri e collegio Borja III S. Domingo), César Gabriel Quevedo García (parroco e maestro degli aspiranti e direttore spirituale del collegio | — | aspiranti |
2007-08 | Orfeo Mason | Orfeo Mason (rettore, direttore casa ritiri e collegio Borja III S. Domingo), César Gabriel Quevedo García (parroco e maestro degli aspiranti e direttore spirituale del collegio | — | aspiranti |
2008-09 | Celestino Camuffo | Celestino Camuffo (rettore), Orfeo Mason (direttore casa ritiri), Gabriel Quevedo García (parroco e maestro degli aspiranti e direttore spirituale del collegio), | — | diac. Alex Ravelo; aspiranti |
2009-10 | César Gabriel Quevedo Garcia | César Gabriel Quevedo García (rettore), Orfeo Mason (direttore casa ritiri), | — | aspiranti |
2010 | César Gabriel Quevedo García (rettore), | César Gabriel Quevedo García (rettore), Orfeo Mason (direttore casa ritiri), | — | aspiranti |
2011 | César Gabriel Quevedo García | César Gabriel Quevedo García (rettore); Casa di Ritiri Oasis: Orfeo Mason (direttore), Francisco Armando Arriaga Morán. Seminario minore: César Gabriel Quevedo García, Deivis A. Rodríguez Polo | — | aspiranti |
2012 | César Gabriel Quevedo García | César Gabriel Quevedo García (rettore); Casa di Ritiri Oasis: Orfeo Mason (direttore), Francisco Armando Arriaga Morán. | — | aspiranti |
2013 | César Gabriel Quevedo García | …… …. Seminario minore: César Gabriel Quevedo García, Deivis A. Rodríguez Polo | — | aspiranti |
2014 | Celestino Camuffo? | Direttore della casa di ritiri: Celestino Camuffo, ….. ….. | — | aspiranti |
2015 | — | aspiranti | ||
2016 | — | aspiranti | ||
2017 | Angelo Alberto Quijije Meza | Angelo Alberto Quijije Meza, Francisco Armando Arriaga Morán, Fredys Manuel Negrete Orozco, | — | aspiranti |
2018 | Angelo Alberto Quijije Meza | Angelo Alberto Quijije Meza, Francisco Armando Arriaga Morán, Fredys Manuel Negrete Orozco (parroco), | — | aspiranti |
2019 | Angelo Alberto Quijije Meza | Angelo Alberto Quijije Meza, Francisco Armando Arriaga Morán, Fredys Manuel Negrete Orozco (parroco), | — | aspiranti |
4.2 Colombia
4.2.1 La casa di Bogotá seminario “Virgen de Chiquinquirá” (1999-2019)
In Bogotá il preposito P. Giuseppe Leonardi e P. Mario Merotto, Superiore Regionale, con l’aiuto del provinciale dei padri Scolopi, allora il P. Jesús Fernández, e nel corso di un grande viaggio attraverso tutta la Colombia svolto nel gennaio 1991, decisero di acquistare un terreno per la costruzione di un seminario maggiore teologico. In buona parte per motivo economico, dato che i terreni avevano un prezzo proibitivo in città, si scelse un terreno “in altura” ben sopra i 3.000 m s.l.d.m., nei “páramos” tipo di ambiente andino chiamato anche “la puna”, molto bello, ma certamente difficile per chi non è nato in alta quota sulle Ande; fu quindi, a ben vedere, una scelta discutibile e discussa. Il terreno era stato acquistato per costruirvi un seminario teologico.
Il progetto di costruire di fatto l’edificio del seminario maggiore di Bogotà fu approvato dal preposito P. Piero Fietta il 1° novembre 1997. La casa si inaugurò e si aprì di fatto al 25 agosto 1999, solennità di S. Giuseppe Calasanzio.
Da notare la bellezza dell’ambiente naturale della puna o dei páramos, ossia dell’altopiano andino di notevole altitudine, a est della zona più o meno abitata, al di sopra del limite dei boschi, dove si trova il seminario teologico Cavanis e la parrocchia di S. Diego, alla quota di più di 3.000 metri, soprattutto per la splendida flora di alta montagna, che ricorda per vari versi (dovuti all’ambiente analogo, in genere non alla presenza delle stesse piante) la flora di alta quota delle Alpi.
Vicino al seminario, in quella zona di forte altitudine, 2750 m, c’è un quartiere di povera gente, una parrocchia che corrisponde a una grande favela. Il 31 agosto 2003, l’arcidiocesi affidò alla comunità locale e alla regione andina la parrocchia che in seguito portò il nome di S. Juán Diego (San Dieguito) ai Cavanis. Il primo parroco fu nominato P. Celestino Camuffo, ma questi dopo 15 giorni venne richiamato in Ecuador per un altro incarico dal superiore Regionale e la parrocchia fu allora assegnata a P. João Cunha, che prese possesso. La parrocchia rimase affidata ai nostri almeno fino a giugno 2009. In seguito purtroppo essa venne tolta all’Istituto dall’Arcidiocesi, che pare non fosse rimasta contenta dell’impegno pastorale e della vita personale dell’ultimo dei parroci Cavanis successivi, ora ex-padre Cavanis.
Tabella: la casa di Bogotá seminario “Virgen de Chiquinquirá“
Anno scolastico | Rettore | Preti | Fratelli laici e osservaz. | Seminaristi e osservazioni |
1999-00 | Celestino Camuffo, poi João da Cunha | Celestino Camuffo (brevemente); poi João da Cunha (direttore del seminario), Roger Roncallo Buelvas (formatore); Aldino Antônio da Rosa | — | Seminaristi teologi |
2000-01 | João da Cunha | João da Cunha Direttore seminario | — | Seminaristi teologi |
2001-02 | João da Cunha | João da Cunha Direttore seminario | — | Seminaristi teologi |
2002-03 | Roger Roncallo Buelvas | Roger Roncallo Buelvas (rettore, parroco), | Il 31 agosto 2003 si accetta la parrocchia di S. Juan Diego a Bogotá. | |
2003-04 | Roger Roncallo Buelvas | Roger Roncallo Buelvas | Rigoberto Gonzalez Angulo (Maestro degli aspiranti) | Seminaristi teologi Aspiranti |
2004-05 | Roger Roncallo Buelvas | Roger Roncallo Buelvas | Rigoberto Gonzalez Angulo (Maestro degli aspiranti) | Seminaristi teologi |
2005-06 | Fredys Manuel Negrete Orozco | Fredys Manuel Negrete Orozco (Rettore ed economo e parroco S. Juan Diego), Alberto A. Quijije Meza (Maestro degli studenti) | Seminaristi teologi (e filosofi?) | |
2006-07 | Fredys Manuel Negrete Orozco | Fredys Manuel Negrete Orozco (Rettore ed economo e parroco S. Juan Diego), Alberto A. Quijije Meza (Maestro degli studenti) | Seminaristi teologi | |
2007-08 | Francisco Armando Arriaga Morán | Francisco Armando Arriaga Morán (Rettore), Roger Roncallo Buelvas (parroco) | Seminaristi teologi | |
2008-09 | Francisco Armando Arriaga Morán | Francisco Armando Arriaga Morán (Rettore), Roger Roncallo Buelvas (parroco) | Seminaristi teologi | |
2009-10 | La parrocchia S. Diego esiste almeno fino al 2009 | |||
2011 | Carlos Anibal Campoverde Moreno | Carlos Anibal Campoverde Moreno (e periodicamente membri del governo della Regione. | Seminaristi teologi | |
2012 | Carlos Anibal Campoverde Moreno | Carlos Anibal Campoverde Moreno (rettore), Alberto Quiquije Meza, Deivis A. Rodríguez Polo P. Vanderley Pavan, in Colombia ma a Medellín, per partecipare a un corso di specializzazione in spiritualità e accompagnamento psicologico. | Seminaristi teologi | |
2013 | Carlos Anibal Campoverde Moreno | Carlos Anibal Campoverde Moreno (rettore), | Seminaristi teologi | |
2014 | Carlos Anibal Campoverde Moreno | Carlos Anibal Campoverde Moreno (rettore), | Seminaristi teologi | |
2015 | José Henry Calderón Acosta | José Henry Calderón Acosta, Deivis A. Rodríguez Polo | Seminaristi teologi, fra i quali Fabien Teddy Monemo e Joaquim Kafunda Kiese | |
2016 | José Henry Calderón Acosta, Célestin Muanza-Muanza | Seminaristi teologi | ||
2017 | José Henry Calderón Acosta, Célestin Muanza-Muanza (poi questi da agosto in Bolivia a S. Cruz de la Sierra) | Seminaristi teologi | ||
2018 | José Henry Calderón Acosta, | Seminaristi teologi | ||
2019 | José Henry Calderón Acosta, | Seminaristi | ||
2020 | José Henry Calderón Acosta, | Seminaristi |
4.3 Bolivia
4.3.1 Casa di Santa Cruz de la Sierra – Bolivia
Santa Cruz de la Sierra è una città e un comune nella provincia Andrés Ibáñez (dipartimento di Santa Cruz) con 2.114.248 abitanti (2012). La popolazione è molto cresciuta dopo questa data e continua a svilupparsi. Dalla metà degli anni novanta è la città più popolosa della Bolivia.
La città è antica, fu fondata il 26 febbraio 1561 a circa 220 km ad est rispetto alla posizione attuale, presso l’attuale città San José de Chiquitos, nel Chaco, e poco più tardi fu spostata a ovest dove si trova ora, con lo stesso nome. Nonostante si chiami “de la Sierra”, cioè “della montagna”, la città si trova a una ventina di chilometri a est delle Ande, che non si vedono facilmente da questa città. Il nome in realtà fa riferimento a una città della Spagna, da cui proveniva il fondatore di questo insediamento.
Santa Cruz si trova a circa 40 km a ovest del río Grande, un ampio fiume che è la continuazione in pianura del famoso río Caine delle Ande, quello delle avventure, della guerriglia e dell’assassinio del Che in Bolivia. Il centro storico della città ha il suo fascino, con le antiche case di epoca coloniale, spesso provviste solo del piano terreno, in genere in cotto, come la cattedrale, ma con i portici sulle vie, costituiti da colonne e capitelli allungati, spesso e tipicamente in legno duro, e con i tetti di coppi coperti, sorprendentemente, da cactus simili a piccoli Cereus e di altri generi, e anche da altre piante succulente, da clima semi-arido.
Nelle vicinanze, è particolarmente bella la salita alle Ande verso Cochabamba, soprattutto nella zona della non lontana Samaipata (circa 100 km a SW, ancora a mezza costa, a circa 1.650 m sul livello del mare), con una fortezza Inca, non particolarmente interessante perché le rovine sono state quasi completamente distrutte e si tratta solo di un colle roccioso con qualche incisione e poche pietre; ma soprattutto con uno splendido paesaggio montano semi-arido con grandi cactus, sia del genere semisferico Mammillaria, sia di giganteschi generi di cactus a candelabro, molto simile al saguaro nordamericano e anche al mandacaru brasiliano, probabilmente attruibili ai generi Cereus e Echinopsis, tra gli altri. Ci sono anche molti altri cactus, alcuni simili al xique-xique del nordest del Brasile. Un paesaggio e una flora che meritano di essere ammirati.
Santa Cruz è situata a 17°48′0″S; 63°0′0″W, nella parte orientale del paese, a circa 400 metri sul livello del mare; ciò la rende molto diversa dalla maggior parte delle altre grandi città boliviane, tutte situate sulle Ande. La temperatura media annuale è di circa 24 °C. In estate (dicembre-febbraio) raggiungono massime di quasi 40°. Questa è anche la stagione principale delle piogge. Durante l’inverno australe (giugno-settembre) la temperatura può abbassarsi repentinamente, nel giro di poche ore, anche di 15-20°C a causa di un ventaccio patagonico localmente noto come surazo perché viene dalla Pampa argentina, quindi dal sur, ossia dal sud.
Il dipartimento di Santa Cruz de la Sierra è il più esteso della Bolivia (oltre 370.000 km², un’area molto superiore di quella dell’Italia, che è di 301.338 km²). La città è il nuovo centro economico della Bolivia. Nonostante abbia ancora notevoli carenze infrastrutturali, gode di ampi settori con moderni servizi pubblici, di telecomunicazione, hotel e banche. Buona parte delle principali imprese straniere presenti in Bolivia hanno la loro sede nazionale a Santa Cruz.
Isolata per secoli dalle Ande e considerata subalterna alle città andine, Santa Cruz ha iniziato da un paio di decine di anni un processo di autonomia sempre più spinta e quasi di separatismo, come sta capitando in tutto il mondo con le regioni più ricche (ed egoiste) dei Paesi, che vogliono liberarsi delle altre parte del Paese che sono magari più belle e storiche, ma sono anche più povere, proprio come capita anche in Italia nelle regioni settentrionali e, a volte, in Brasile negli stati meridionali.
La rivalità con i centri andini boliviani è spesso anche un riflesso etnico e culturale, con difficili relazioni tra i cosiddetti camba, cioè le popolazioni meticce originarie dell’oriente boliviano, del chaco, e i cosiddetti colla, le popolazioni originarie delle Ande, che sono discese in massa a S. Cruz negli ultimi decenni, alla ricerca di lavoro e di qualche benessere.
Santa Cruz è collegata tramite ferrovia con Argentina e Brasile e con le zone andine e le città di Cochabamba e La Paz tramite strade costruite ed asfaltate in tempi abbastanza recenti. Nella città c’è anche l’Aeroporto Internazionale di Viru Viru, il principale della Bolivia. Dal punto di vista urbanistico la città è divisa in vari settori concentrici chiamati anelli (propriamente sarebbero corone circolari), con al centro El arenal, nome che si tradurrebbe propriamente “l’arenile, il sabbione”, ma è un parco con un lago che contiene anche una piccola isola. Nonostante abbia solo circa due milioni di abitanti, la città è particolarmente estesa per la quasi totale assenza di edifici a più piani (apparsi solo negli ultimi anni). Da nord a sud misura più di 17 km e da est a ovest circa 15.
Il monumento più importante della città è la Cattedrale di San Lorenzo, fondata il 6 luglio 1605 ma ricostruita totalmente alla fine del XIX secolo, comunque piuttosto bella, in stile neobarocco coloniale e in cotto.
L’arcidiocesi di Santa Cruz de la Sierra è una sede metropolitana. Nel 2017 contava 2.033.000 battezzati su 2.580.000 abitanti.
L’arcidiocesi comprende le seguenti province del dipartimento boliviano di Santa Cruz: Andrés Ibáñez, Ignacio Warnes, Obispo Santistevan, Sara, Ichilo, Vallegrande, Florida e Manuel Caballero. Comprende anche una piccola parte della provincia di Cordillera.
Sede arcivescovile è la città di Santa Cruz de la Sierra, dove si trova la cattedrale di San Lorenzo. Il territorio è suddiviso in 83 parrocchie, due delle quali sono affidate ai Cavanis.
La diocesi di Santa Cruz de la Sierra fu eretta il 5 luglio 1605, ricavandone il territorio dalla diocesi di La Plata o Charcas (oggi arcidiocesi di Sucre). Prima ancora e originariamente era suffraganea dell’arcidiocesi di Lima (Perù). Il 20 luglio 1609 entrò a far parte della provincia ecclesiastica dell’arcidiocesi di La Plata o Charcas. Nel 1649 fu istituito il seminario diocesano, dedicato a san Giovanni Battista, che restò in funzione fino al 1661. Successivamente il seminario fu riaperto nel 1770.
Il 1º dicembre 1917, il 22 maggio 1919 e il 27 gennaio 1930 la diocesi cedette porzioni del suo territorio a vantaggio dell’erezione dei vicariati apostolici rispettivamente di El Beni, del Chaco (oggi vicariato apostolico di Camiri) e di [San José de los] Chiquitos (oggi diocesi di San Ignacio de Velasco).
Il 30 luglio 1975 è stata elevata al rango di arcidiocesi metropolitana con la bolla Quo gravius di papa Paolo VI.
Lista degli arcivescovi recenti
La casa dei Cavanis in questa città e arcidiocesi si aprì il 7 febbraio 2000, come delegazione autonoma della Bolivia, solo più tardi riunita alla regione Ecuador-Colombia, formando allora la regione Andina; l’erezione canonica si compie il 16 luglio 2000. Le convenzioni della Congregazione con la diocesi di S. Cruz de la Sierra relative alla parrocchia Cristo Liberador e alla scuola Josephina Bálsamo si sono stipulate il 15 settembre 2000; stranamente dopo l’inizio dell’opera e dopo l’erezione canonica. P. Antônio Elcio Aleixo fu nominato superiore delegato in Bolivia il 28 settembre 2001. La delegazione accettò e ricevette dalla diocesi la parrocchia Corpus Christi il 22 dicembre 2002. La delegazione fu rinforzata con l’invio del P. Vandir Santo Freo nel febbraio 2002.
Le due parrocchie insieme sono provviste delle seguenti scuole cattoliche parrocchiali, che a volte, forse impropriamente, sono chiamate “Scuole Cavanis” ma probabilmente sono del tipo fisco-misional, cioè sono quasi tutte della Chiesa locale, appartenenti alla parrocchia rispettiva, affidate all’Istituto Cavanis e mantenute parzialmente dallo stato, che paga gli insegnanti e il personale in genere: Unidad Educativa Hermanos Cavanis (che è adiacente alla parrocchia Cristo Liberador, ed è probabilmente l’unica che appartiene all’Istituto Cavanis, e fu fondata durante il secondo mandato (2001-2007) di P. Pietro Fietta), Unidad Educativa San Marcos, Unidad Educativa Corpus Christi, Unidad Educativa Monte Carmelo, quest’ultima in località Pentaguazú; vicino ad essa c’è un terreno in località Paititi, in cui di doveva costruire o si è costruita una casa di ritiri per gli studenti delle nostre scuole. Ci sono anche delle “Guarderias”, ossia scuole materne e/o Kindergartens: Mi pequeño Mundo, Mi Mundo Feliz, Mi Mundo de Esperanza, Vera Cruz. Sono una realtà senza dubbio preziosa: ma è chiaro che il piccolo numero di padri Cavanis appartenenti a questa casa può appena arrivare a occuparsi seriamente delle due parrocchie, e potranno ogni tanto fare una visita alle scuole e alle Guarderias, e dare qualche formazione agli insegnanti. Nel 2018 e fino all’inizio del 2019 la comunità di Santa Cruz de la Sierra constava di quattro padri Cavanis, in una comunità assolutamente internazionale: un brasiliano, P. Martinho Paulus, superiore delegato; un peruano, P. César Gabriel Quevedo García, un congolese, P. Célestin Muanza-Muanza e un italiano, P. Mario Merotto, molto anziano, e grande fondatore di parti territoriali. Quest’ultimo è mancato l’11 febbraio 2019.
Dal 2009 la comunità Cavanis di Santa Cruz de la Sierra mantiene anche un piccolo seminario Nuestra Señora del Carmen per aspiranti e postulanti; finora ne ha avuto un sacerdote Cavanis, il P. Reinaldo Chuvirú Supayabefue, oggi responsabile della formazione spirituale degli studenti del Borja 3 di Quito. Nel 2017 la comunità locale aveva un postulante. La situazione vocazionale in Bolivia, si sa, non è molto brillante, non solo per noi ma in generale.
A Pentaguazú, non lontano da Santa Cruz de la Sierra, il 2 maggio 2014 ci fu l’inaugurazione di una nuova casa religiosa che mantiene una scuola. Pentaguazú è una borgata che è situata negli estremi sobborghi nord della grande città, in una zona di recente lottizzazione, dove si vuole costituire una città satellite nord di Santa Cruz e la Sierra.
Tabella: la casa di Santa Cruz de la Sierra – Bolivia
Anno scolastico | Rettore | Preti | Fratelli laici e osservaz. | Seminaristi e osservazioni |
2000-01 | Antônio Elcio Aleixo | Antônio Elcio Aleixo (superiore delegato), Mario Merotto (parroco della parrocchia Cristo Liberador) | ||
2001-02 | Antônio Elcio Aleixo | Antônio Elcio Aleixo (superiore delegato e parroco della parrocchia Corpus Christi, da quest’anno), Mario Merotto (parroco della parrocchia Cristo Liberador) | ||
2002-03 | Antônio Elcio Aleixo | Antônio Elcio Aleixo (superiore delegato), Mario Merotto (parroco), Vandir Santo Freo (formatore) | ||
2003-04 | Antônio Elcio Aleixo | Antônio Elcio Aleixo (superiore delegato), Mario Merotto (parroco), | ||
2004-05 | Antônio Elcio Aleixo | Antônio Elcio Aleixo (superiore delegato), Mario Merotto (parroco), | ||
2005-06 | Antônio Elcio Aleixo | Antônio Elcio Aleixo (rettore, vicario di Cristo Liberador, responsabile delle scuole), Francisco Armando Arriaga Morán (economo, vicario di Cristo Liberador, maestro degli studenti), Mario Merotto (parroco Cristo Liberador), César Efrén Vivero (Parroco Corpus Christi) | ||
2006-07 | *** | |||
2007-08 | Mario Merotto | Mario Merotto (Rettore), César Efrén Vivero Quintero, Fredys Manuel Negrete Orozco | Diac. Deivis Antonio Rodríguez Polo | |
2008-09 | Mario Merotto | Mario Merotto (Rettore), César Efrén Vivero Quintero, Fredys Manuel Negrete Orozco | Diac. Deivis Antonio Rodríguez Polo | |
2009-10 | Alex Javier Palacios Oliva | Alex Javier Palacios Oliva (parroco della parrocchia Cristo Liberador), Mario Merotto (vicario Cristo Liberador), Fredys Manuel Negrete Orozco (parroco della parrocchia Corpus Christi), César Efrén Vivero Quintero (vicario Corpus Christi), Deivis Antonio Rodríguez Polo (formatore e collaboratore nelle due parrocchie) | ||
2010-11 | ***? | *** Fredys Manuel Negrete Orozco, Tadeu Biasio (parroco Cristo Liberador) | ||
2011-12 | Fredys Manuel Negrete Orozco | Fredys Manuel Negrete Orozco (rettore); Seminario Nuestra Señora del Carmen: Tadeu Biasio, Parrocchia Corpus Christi: Fredys Manuel Negrete Orozco (parroco), Carlos Chávez. Parrocchia Cristo Liberador: Mario Merotto (parroco), Trajano Moreno | Fra Reinaldo Chuviru. | |
2012-13 | Fredys Manuel Negrete Orozco | Fredys Manuel Negrete Orozco (rettore); Seminario NS del Carmen: Tadeu Biasio, Parrocchia Corpus Christi: Carlos Chávez (parroco) Parrocchia Cristo Liberador: Mario Merotto, Trajano Moreno | Fra Reinaldo Chuviru. | |
2013-14 | Fredys Manuel Negrete Orozco | Fredys Manuel Negrete Orozco (rettore), Carlos Anibal Campoverde Moreno (parroco di Corpus Christi), Maurício Kviatkoski De Lima (parroco Cristo Liberador), Mario Merotto (emerito) | ||
2014-15 | Martinho Paulus | Martinho Paulus (rettore) Carlos Anibal Campoverde Moreno (parroco di Corpus Christi), Maurício Kviatkoski De Lima (parroco Cristo Liberador), Mario Merotto (emerito) | ||
2015-16 | Martinho Paulus | Martinho Paulus (rettore) Maurício Kviatkoski De Lima (parroco Cristo Liberador), Mario Merotto (emerito) | ||
2016-17 | Martinho Paulus | Martinho Paulus (rettore) Maurício Kviatkoski De Lima (parroco Cristo Liberador), Mario Merotto (emerito) | ||
2017-18 | Martinho Paulus | Martinho Paulus (rettore), César Gabriel Quevedo García (parroco Corpus Christi), Maurício Kviatkoski De Lima (parroco Cristo Liberador), Mario Merotto (emerito) Célestin Muanza-Muanza (da agosto 2017). | ||
2018-19 | Martinho Paulus | Mario Merotto (emerito), Martinho Paulus (rettore), César Gabriel Quevedo García (parroco Corpus Christi), Mauricio Kviatkoski De Lima (parroco Cristo Liberador), Célestin Muanza-Muanza (formatore). | ||
2019-2020 | *** | *** |
4.4 Perù (2003-2005)
4.4.1 La casa di Éten – Chiclayo – Perù (2003-2005)
Era programma della Congregazione, formalmente enunciato già dal preposito generale P. Giuseppe Leonardi ai confratelli dell’Ecuador a novembre 1989 e/o all’inizio degli anni ’90, di trasferire e moltiplicare il modello e l’esperienza della Regione Ecuador (come si chiamava allora, quando era limitata a questo paese) lungo tutta la cordigliera delle Ande fino a raggiungere a Nord la Colombia e a sud la Patagonia, tra Argentina e Cile.
Per avanzare in questo piano, il P. Piero Fietta per un lato aprì la casa di Bogotá come si è visto; inoltre aprì una delegazione composta da una sola casa in Bolivia, sebbene non sulle Ande, ma ai piedi di questa catena di montagne e sempre in un Paese estremamente andino, la Bolivia, quella di Santa Cruz de la Sierra, che sarebbe poi confluita nella Regione Andina; e per un altro lato, ancora, decise felicemente di aprire una casa anche in Perù, e scelse a questo fine la cittadina di Éten, in diocesi di Chiclayo.
Il distretto di Éten è uno dei venti distretti della provincia di Chiclayo, in Perù. Si trova nella regione di Lambayeque e si estende su una superficie di 84,78 km². Ha per capitale la città di Éten e contava 11.119 abitanti al censimento del 2005, con una densità di 131,15 ab./km². La cittadina è situata a 6°54′39.25″S; 79°51′47.37″W e praticamente al livello del mare, essendo cittadina portuale. La parrocchia e la cittadina sono inserite nella diocesi di Chiclayo.
Chiclayo poi è una città costiera del Perù settentrionale, nella regione di Lambayeque, capoluogo dell’omonima provincia. Ha una popolazione di circa 600.000 abitanti (574.408 unità nel censimento del 2007) che diventano 930.408 se si considera l’intera area metropolitana. Oltre alla città stessa di Chiclayo, l’area metropolitana si estende nel raggio di 25 km e comprende le città di Lambayeque, Ferreñafe, Monsefú, Picci, Santa Rosa, Tumàn, Zaña, Cayaltí; e i villaggi di Pucalá, Pátapo, San José, Éten, Mochumi e Pitipo.
La diocesi di Chiclayo comprende la regione peruviana di Lambayeque e la provincia di Santa Cruz nella regione di Cajamarca. Sede della diocesi è la città di Chiclayo, dove si trova la cattedrale di Santa Maria. Il territorio è suddiviso in 48 parrocchie una delle quali (e quasi due) fu affidata all’Istituto Cavanis. La diocesi era stata eretta il 17 dicembre 1956.
La parrocchia di Santa María Magdalena a Éten, in diocesi di Chiclayo, fu ricevuta dall’Istituto in forma provvisoria e sperimentale il 5 aprile 2003. Primo parroco Cavanis fu il P. César Gabriel Quevedo García, che iniziò bene l’opera e che attualmente appartiene alla comunità Cavanis di Santa Cruz de la Sierra (Bolivia), come si è visto sopra.
Sostituito il primo parroco con un secondo, il P. Roger Roncallo Buelvas, all’inizio del 2005, successe purtroppo qualcosa che produsse il risultato che la Congregazione fu invitata dopo sei mesi a ritirarsi, e lo fece il 31 agosto 2005. Pare che in conseguenza di questo fatto non sia conveniente che la Congregazione per ora si reinstalli in Perù.
Tabella: la casa di Éten – Chiclayo – Perù
Anno scolastico | Rettore | Preti | Fratelli laici e osservaz. | Seminaristi e osservazioni |
2003 | César Gabriel Quevedo García | César Gabriel Quevedo García | — | La parrocchia fu ricevuta il 5 aprile 2003 |
2004 | César Gabriel Quevedo García | César Gabriel Quevedo García | — | |
2005 | Roger Roncallo | Roger Roncallo Buelvas (rettore e parroco) di Santa Maria Magdalena a Éten; Rodrigo Pacheco Guerrero (direttore temporaneo del collegio di Machala) | Religioso Rigoberto Gonzalez Angulo (maestro degli aspiranti) | La parrocchia, e la presenza dei Cavanis in Perù vengono chiuse nel 31 agosto 2005 |
5. La delegazione delle Filippine (2000-2020)
Nel primo semestre del 1999, in una delle quattro riunioni, il consiglio generale aveva approvato il viaggio alle Filippine del preposito generale P. Pietro Fietta alla fine di luglio 1999, per esplorare il terreno in vista dell’apertura in quel paese. P. Piero Fietta era stato a visitare il famoso cardinale arcivescovo Jaime Lachica Sin. Il cardinale sconsigliò, o addirittura lasciò chiaro che non gli era possibile permettere che l’Istituto Cavanis piantasse le sue tende in Manila o nell’isola principale di Luzon, dove le congregazioni religiose maschili e femminili erano numerosissime; suggerì invece che l’Istituto si piantasse nella grande isola meridionale di Mindanao, dove c’era più necessità di religiosi e preti; e dove anche la vita era proporzionalmente più difficile e impegnativa. Fu seguita questa via, con ottimi risultati.
2000 (27 maggio) – P. Fernando Fietta (italiano) e il laico Valmir Dimas Garcia (brasiliano di Belo Horizonte, uno dei laici cristiani membri della parrocchia di S. Maria Mãe de Misericórdia) arrivarono nelle Filippine per fondare una prima casa Cavanis a Tágum, nell’isola meridionale di Mindanao. I padri assunsero la Scuola Letrán di Davao in Tagum City. La storia di questa scuola merita di essere ricordata. Era stata fondata da Mons. Joseph Reagan, vescovo di Tagum, nel 1967, come scuola preparatoria al seminario della diocesi. Era quindi esclusiva per i maschi, e si chiamò Saint Mary School for Boys, poi cambiò nome e si chiamò Letran di Davao in Tagum City nel 1986 per iniziativa dei padri Domenicani che ne assunsero temporaneamente la direzione fino al 1991. Dal 1991 al 2000 la scuola fu diretta dai Padri del S, Cuore. In seguito la casa fu assunta dai padri Cavanis.
I Cavanis sono dunque presenti nelle Filippine dal 27 maggio 2000; l’erezione canonica si compie il 16 luglio 2000. La convenzione (agreement) tra il vescovo di Tagum e la congregazione, rappresentata da P. Fernando Fietta, per la direzione e conduzione del Letran di Tagum è stata stipulata il 12 marzo 2001. P. Fernando Fietta fu nominato superiore delegato il 28 settembre 2001.
L’11 novembre 2000, nel frattempo, arrivò a Tagum P. José Valdir Siqueira, brasiliano, il secondo padre Cavanis alle Filippine, accompagnato da P. Giovanni De Biasio, che era in quell’epoca vicario generale della Congregazione.
2001 (11 marzo) – La nuova “Cavanis Fathers House” è inaugurata a Tagum.
2002 (6 febbraio) – P. Alvise Bellinato viene inviato alle Filippine come formatore ed è il terzo padre Cavanis della parte territoriale.
2002 (12 marzo) – Viene posta la prima pietra del seminario (1° edificio, iniziale, multiuso) a Tibungco, un sobborgo di Davao.
2003 (13 marzo) – Benedizione solenne del nuovo seminario Cavanis a Tibungco, vicino alla città di Davao, capoluogo dell’isola di Mindanao. L’arcivescovo di Davao, mons. Fernando Capalla, dopo aver pronunciato qualche parola di circostanza e dopo aver manifestato la sua soddisfazione per la presenza della nostra Congregazione nella sua arcidiocesi, tagliò il nastro e benedisse gli ambienti del nuovo seminario. C’erano molti invitati, religiosi, religiose, autorità locali e soprattutto molti bambini che gli fecero festa. Pare che soltanto dopo l’inaugurazione del seminario/noviziato di Tibungco e dopo l’arrivo di P. Alvise Bellinato come formatore si cominciarono a ricevere e raccogliere seminaristi; si veda per esempio la foto di P. Alvise con il primo seminarista, di nome Angelo Damiar nel Notiziario.
2003 (21 marzo) – Si firmò la convenzione tra la diocesi di Tagum e la Congregazione per l’accettazione della quasi-parrocchia di San José alla borgata chiamata, con il nome del capo del primo gruppo di abitanti, Braulio E. Dujali, smembrandola da altre due parrocchie.
2003 (13 luglio) – Inaugurazione della quasi parrocchia S. José della borgata di Braulio E. Dujali, in ambiente rurale, in mezzo al verde delle risaie, affidata ai padri Cavanis dalla diocesi di Tagum. Il primo parroco è P. José Valdir Siqueira, brasiliano.
2006 (9 giugno) – A Tibungco, arcidiocesi di Davao nelle Filippine, mons. Fernand Capalla benedisse le nuove strutture dell’«Elementary School Antony and Mark Cavanis» organizzata, costruita e diretta dalle laiche consacrate Caterina Gasparotto e Vera Tessari della Fraternità Gesù Buon Pastore, in collaborazione con la comunità Cavanis di Tibungco.
2006 – Viaggi esplorativi del preposito con P. Alvise Bellinato in Vietnam e, più tardi, in Indonesia. Cominceranno presto a giungere candidati seminaristi di questi due paesi nel nostro aspirantato di Tibungco.
2006 (4 ottobre) – Il preposito generale eresse canonicamente la casa del noviziato a Tibungco, e in seguito autorizzò l’inizio del primo noviziato nelle Filippine e nominò P. Antonio Armini maestro dei novizi. Il primo noviziato iniziò il 4 novembre 2006.
2007 (giugno) – La compagnia edile proprietaria del terreno perfezionò l’atto di donazione per il grande lotto su cui la suddetta scuola venne costruita così come il nostro seminario e noviziato di Tibungco. Il terreno era adibito in precedenza allo scavo di calcare per la produzione di cemento. Completamente sfruttato il pacchetto di strati utilizzabili per questa industria, la compagnia ebbe la gentilezza e la generosità di donarla ad un’opera senza fini lucrativi.
Pure nel 2007, il 3 dicembre, fu inaugurata la scuola elementare nell’istituto scolastico di Tagum.
Nello stesso anno, durante il capitolo generale ordinario, P. Alvise Bellinato fu eletto per un sessenio preposito genrale. Lasciò quindi le Filippine e passò a Roma. Lo stesso incaricò allora P. Pietro Fietta di trasferirsi in missione alle Filippine, come formatore. Da notare, di passaggio, che P, Pietro Fietta è cugino del P. Fernando Fietta, superiore delegato di quella delegazione. Lo fece per sei anni, fino a quando, nel 2013, fu a sua volta eletto superiore generale (per il terzo mandato non consegutivo); allora P. Pietro Fetta passò a Roma e P. Alvise Bellinato ritornò al suo precedente incarico di direttore del seminario di Tibungco.
2008 (18-21 maggio) – Il preposito P. Alvise Bellinato visitò il Vietnam, a titolo esplorativo. Un aspirante vietnamita cominciò a frequentare il seminario di Tibungco e in seguito ce ne saranno altri cinque, alcuni dei quali sono con nostra gioia ancora in Congregazione. Nell’ottobre 2009 ci sarà un’altra visita del preposito a questo paese. Il 31 ottobre 2009 cinque ragazzi vietnamiti (del nord del paese) furono accolti come aspiranti nel seminario di Tibungco a Davao.
2009 (24 gennaio). Giunse da Kinshasa a Davao e rimarrà nel seminario di Tibungco il religioso congolese (Repubblica del Congo, o Congo-Brazzaville) Tiburce Muyéké Barbeault e proseguirà lì i suoi studi teologici, nel frattempo collaborando con i formatori.
2011 (19 marzo) – La parrocchia di S. José a Braulio E. Dujali passa da quasi-parrocchia a parrocchia.
Nel 2012 il Letran of Davao High School, un complesso scolastico con 850 alunni, comprende i cicli scolastici dal Kindergarten al Liceo (High school). La scuola è coordinata dall’inizio e fino al 2018 dal P. Fernando Fietta; poi, a seguito della grave infermità di P. Fernando, da P. Larry Jay Paccial Lantano.
Nello stesso anno, la parrocchia S. José di Braulio E. Dujali, diretta pastoralmente fin dall’inizio e fino al maggio 2018 dal P. José Valdir Siqueira, opera pastoralmente tramite il parroco anche nelle tre scuole presenti nel territorio parrocchiale: la Dujali National High School, la Cabayangan National High School, la Tanglaw National High School.
Sempre nel 2012, nel quartiere periferico di Tibungco, parte della città di Davao, le case di formazione, che all’inizio erano concentrate in un unico edificio, sono ora tre case separate e indipendenti, anche se molto prossime, nello stesso complesso, e cioè: Aspirantato-Postulantato, Noviziato e Juniorato.
Le consacrate della Fraternità Cavanis Gesù Buon Pastore reggono una scuola elementare gratuita e una casa per bambini: “Cavanis Paglawm Center”. Esiste anche un gruppo di Cavanis cooperators, laici simpatizzanti per l’Istituto che si impegnano a sostenere e aiutare la pastorale vocazionale e i seminari dell’Istituto.
Nel 2012 (22-25 febbraio) il preposito P. Alvise Bellinato visita ancora una volta brevemente il Vietnam, per salutare le famiglie dei postulanti Cavanis che si trovano a Tibungco e salutare il loro vescovo.
2012 (30 settembre) – Dopo aver già effettuato un lungo stage alla delegazione Cavanis nelle Filippine a partire dal 22 gennaio 2009, e dopo essere stato ordinato diacono a Kinshasa con gli altri due religiosi professi perpetui congolesi, Théodore Muntaba Eyor ‘Mbo e Benjamin Insoni Nzemé, il confratello Tiburce Mouyéké viene trasferito stabilmente dal P. Preposito Alvise Bellinato in quella parte territoriale, dove è ordinato presbitero il 30 settembre 2012 nella cattedrale di S. Pedro di Davao. Egli apparteniene alla stessa “leva” di leviti Cavanis, e ivi è nominato in seguito maestro dei novizi, con dispensa della S. Sede, per difetto di età. P. Tiburce è quindi il primo padre Cavanis africano ordinato prete, e anche, per ora, il primo e unico Cavanis del Congo-Brazzaville.
2012 (22 novembre) – P. Tiburce Muyéké Barbeault, già della delegazione del Congo, e comunque congolese (R.C.), appena ordinato prete Cavanis a Davao, il 30 settembre 2012, è stato nominato dal preposito generale, P. Alvise Bellinato, con consenso del Consiglio generale e poi del Capitolo generale XXXII, maestro dei novizi nella Delegazione della Filippine. Tale nomina sarà approvata più tardi (e dipende) dalla Santa Sede, per impedimento di mancanza di età di ordinazione. Tale licenza della S. Sede arriverà il 5 dicembre 2012.
Nel 2013, rispettivamento a Lomondao il 5 e a Davao l’11 ottobre 2013, sono ordinati presbiteri Armando Bacalso e Salvador (Buddy) Cuenca.
Il 28 aprile 2014 la scuola del Letran ha ricevuto finalmente, dopo 10 anni di attesa, l’approvazione statale (parifica) della scuola elementare, che continuava a esistere e a funzionare, ma con l’obbligo fino a questa data della richiesta annuale di approvazione provvisoria.
Il 10 giugno 2016 a Tagum sono ordinati presbiteri René De Asis Sitjar, Larry Jay Paccial Lantano, Jason Rubinos Cabacaba.
2017 (16 giugno) – Arrivano a Roma i due seminaristi vietnamiti Vu Van Sy (Peter) e Vu Van Kien. Essi sono due tra i seminaristi del Viet Nam ancora presenti in Congregazione tra i cinque di cui si è parlato sopra. Vengono per studiare teologia al Laterano. Più tardi arriverà a Tibungco e passerà ben presto a studiare al Laterano (Filosofia) il giovane religioso Vu Van Phap.
2018. A Tibungco si costruiscono nuove camere per i religiosi padri nel pianterreno dello studentato. Il noviziato gode della presenza di ben nove novizi!
22 giugno 2018 – Sono ordinati presbiteri i diaconi filippini Robert King Jaan Fallera e Joe Lio Maghanoy a Tagum.
Alla fine del 2018 i preti Cavanis filippini sono ormai sette: P. Armando Masayon Bacalso, P. Salvador (Buddy) Cuenca, P. René De Asis Sitjar, P. Jason Cabacaba, P. Larry Jay Paccial Lantano , P. Robert King Jann Fallera e P. Joe Lio Maghanoy. I seminaristi in cammino sono poi molto numerosi e appartenenti non solo alla Repubblica delle Filippine ma anche a vari paesi asiatici, il che è di estremo interesse e genera una grande attesa e una grande speranza, con la grazia di Dio Signore. Alcuni di loro stanno o sono stati già all’estero (dopo che molti di loro hanno studiato a Roma): in Timor Leste il P. Robert King Jann Fallera; in Romania il P. René Sitjar, temporaneamente. Recentemente (data***) il P. Larry Jay Paccial Lantano ha sostituito il P. Fernando Fietta, rimasto gravente infermo a seguito di un ictus devastante, dal ***, nella direzione del Letran di Tagum. Il P. Armando Masayon Bacalso è stato nominato dal preposito superiore delegato della Delegazione delle Filippine nel 2019. *** e adattare la tabella a questa situazione,
La Repubblica delle Filippine è un paese molto bello ed estremamente vario; inoltre ricco di storia. Per averne un’idea, si può visitare il centro storico, di età coloniale, di Manila, le spiagge tropicali assolutamente splendide di tutte le più di 7.000 isole, le foreste incantevoli, i parchi naturali, come quello delle aquile del genere Pithecophaga (Philippine Eagle Center, Calinan, Davao), in Mindanao; oppure fare una breve escursione in una barca a bilanceri (tipo praho) all’isola di Samal, di fronte alla città di Davao. Per non parlare delle bellezze sottomarine, e dello splendore dello snorkeling. Un piacere particolare è quello di ammirare il verde inconfondibile delle risaie, che ispira pace e serenità. Oltre naturalmente, per chi ama piuttosto la modernità, i centri delle grandi città (compresa Davao-city) con i loro grattacieli.
Tabella: la delegazione delle Filippine
Anno | Superiore delegato della parte territoriale | Comunità | Seminaristi e osservazioni |
2000-01 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (superiore delegato, direttore della scuola Letran), laico, non religioso, Valmir Dimas Garcia, José Valdir Siqueira dall’11.11.2000. | |
2001-02 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (superiore delegato, direttore della scuola Letran), José Valdir Siqueira, laico Valmir Dimas Garcia, Alvise Bellinato dal 2.2.2002 | |
2002-03 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (superiore delegato, direttore della scuola Letran), José Valdir Siqueira (parroco a Braulio E. Dujali), laico Valmir Dimas Garcia, Alvise Bellinato (formatore) | Semin. brasiliano Aylson Bessa |
2003-04 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (superiore delegato, direttore della scuola Letran), José Valdir Siqueira (parroco), laico Valmir Dimas Garcia, Alvise Bellinato (formatore) | aspiranti |
2004-05 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (superiore delegato, direttore della scuola Letran), José Valdir Siqueira (parroco), laico Valmir Dimas Garcia, Alvise Bellinato (formatore) | Aspiranti, postulanti |
2005-06 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (superiore delegato, direttore della scuola Letran), José Valdir Siqueira, (parroco) Antonio Armini (maestro dei novizi), Alvise Bellinato (formatore degli aspiranti), | Aspiranti, postulanti |
2006-07 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (superiore delegato, direttore della scuola Letran), José Valdir Siqueira, (parroco) Antonio Armini (maestro dei novizi), Alvise Bellinato (formatore degli aspiranti), | Aspiranti, postulanti, novizi (1° anno di noviziato) |
2007-08 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (superiore delegato, direttore della scuola Letran), José Valdir Siqueira, (parroco) Antonio Armini (maestro dei novizi), Alvise Bellinato (formatore degli aspiranti), | aspiranti, postulanti, studenti filosofi, novizi |
2008-09 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (superiore delegato, direttore della scuola Letran), Pietro Fietta (formatore), José Valdir Siqueira, Antonio Armini (maestro dei novizi). Nello stesso anno, la parrocchia S. José di Braulio E. Dujali, diretta pastoralmente fin dall’inizio e fino al maggio 2018 dal P. José Valdir Siqueira, opera pastoralmente tramite il parroco anche nelle tre scuole presenti nel territorio parrocchiale: la Dujali National High School, la Cabayangan National High School, la Tanglaw National High School. dei novizi), Márcio Campos da Silva (formatore), | aspiranti, postulanti, novizi, studenti filosofi e teologi. Tiburce Mouyéké Barbeault (dal 2009) |
2009-10 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (superiore delegato, direttore della scuola Letran), Pietro Fietta, José Valdir Siqueira, Antonio Armini(maestro dei novizi). Márcio Campos da Silva, Tadeu Biasio (in seminario a Tibungco; rimane solo 6 mesi circa) | aspiranti, postulanti, novizi, studenti filosofi e teologi. Tiburce Mouyéké Barbeault. |
2010-11 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (superiore delegato, direttore della scuola Letran), Pietro Fietta, José Valdir Siqueira, Antonio Armini (maestro dei novizi), diac. Tiburce Mouyéké Barbeault | aspiranti, postulanti, novizi, studenti filosofi e teologi. |
2011-12 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (superiore delegato, direttore della scuola Letran), Pietro Fietta, José Valdir Siqueira, diac. Tiburce Mouyéké Barbeault a Kinshasa | Salvador Cuenca (Buddy), aspiranti, postulanti, novizi, studenti filosofi e teologi. NB: gli edifici dei seminari sono ora tre. |
2012-13 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (superiore delegato, direttore della scuola Letran), Pietro Fietta, José Valdir Siqueira, Tiburce Mouyéké Barbeault (ritorna a Davao, è ordinato prete e nominato maestro dei novizi, 21.11.2012) | aspiranti, postulanti, novizi, studenti filosofi e teologi. |
2013-14 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (superiore delegato, direttore della scuola Letran), Alvise Bellinato, José Valdir Siqueira, Tiburce Mouyéké Barbeault (maestro dei novizi). | aspiranti, postulanti, novizi, studenti filosofi e teologi. |
2014-15 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (superiore delegato, direttore della scuola Letran), Alvise Bellinato, José Valdir Siqueira, Tiburce Mouyéké Barbeault (maestro dei novizi). | aspiranti, postulanti, novizi, studenti filosofi e teologi. |
2015-16 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (superiore delegato, direttore della scuola Letran), Alvise Bellinato, José Valdir Siqueira, Tiburce Mouyéké Barbeault (maestro dei novizi), Salvador Cuenca (detto Buddy) | aspiranti, postulanti, novizi, studenti filosofi e teologi. |
2016-17 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (superiore delegato, direttore della scuola Letran), Alvise Bellinato, José Valdir Siqueira, Tiburce Mouyéké Barbeault (maestro dei novizi), Salvador Cuenca. | aspiranti, postulanti, 5 novizi, studenti filosofi e teologi. Larry Jay Paccial Lantano, Armand Masayon Bacalso |
2017-18 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (sup. deleg. e dir. Letran di Tagum), Alvise Bellinato (direttore seminario di Tibungco e maestro degli studenti), José Valdir Siqueira (parroco a Braulio E. Dujali), Tiburce Mouyéké Barbeault (maestro dei novizi), Salvador Jain Cuenca (a Braulio E. Dujali), Larry Jay Paccial Lantano (vice al Letran di Tagum), Armando Masayon Bacalso, René De Asis Sitjar, Jason Rubinos Cabacaba e diac. Robert Jann Fallera al seminario di Tibungco, diac. Joe Lio Maghanoy (Letran di Tagum) | aspiranti, postulanti, 10 novizi, studenti filosofi e teologi. |
2018-19 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (sup. deleg. [e poi al suo posto P. Armando Masayon Bacalso] e dir. Letran di Tagum), Alvise Bellinato (direttore seminario di Tibungco e maestro degli studenti), Tiburce Mouyéké Barbeault (maestro dei novizi), Salvador Jain Cuenca (parroco a Braulio E. Dujali), Larry Jay Paccial Lantano (vice e poi direttore al Letran di Tagum), Armando Masayon Bacalso, René De Asis Sitjar, Jason Rubinos Cabacaba al seminario di Tibungco, Joe Lio Maghanoy (al Letran di Tagum) | aspiranti, postulanti, nove novizi, studenti filosofi e teologi. P. Fernando Fietta il *** rimane infermo a causa di un grave ictus, e è sostituito nelle cariche. |
2019-2020 | Armando Masayon Bacalso | Armando Masayon Bacalso (sup. delegato. e responsabile dello Scolasticato), (direttore del seminario di Tibungco e maestro degli studenti), Tiburce Mouyéké Barbeault (responsabile dell’Aspirantato), Salvador Jain Cuenca (parroco a Braulio E. Dujali), Larry Jay Paccial Lantano (direttore al Letran di Tagum), René De Asis Sitjar, responsabile del Postulantato di Tibungco, Joe Lio Maghanoy (al Letran di Tagum) |
5.1 Casa del collegio Letran di Tagum (2000-2019)
Tagum o, come si dice localmente, Tagum-city, è una città delle Filippine, capoluogo della Provincia di Davao del Norte, nella Regione del Davao, nell’isola di Mindanao. Tagum è formata da 23 baranggay, ossia suddivisioni amministrative, qualche cosa come quartieri.
La città si trova situata a 7°26′52″N; 125°48′28″E, a 26 m s.l.m.; il comune ha un’area di 195,80 km², 215.967 abitanti (censimento del 2007) e quindi una densità di 1.103 ab./km² (2007).
La diocesi di Tagum (in latino: Dioecesis Tagamna) è una sede suffraganea dell’arcidiocesi di Davao. Nel 2017 contava 1.503.040 battezzati su 1.751.935 abitanti. È retta dal vescovo Medel Sacay Aseo.
La diocesi comprende le province filippine di Davao del Norte (ad eccezione del comune di Samal nell’isola omonima) e di Compostela Valley. Sede vescovile è la città di Tagum, dove si trova la cattedrale di Cristo Re. Il territorio è suddiviso in 48 parrocchie.
La prelatura territoriale di Tagum fu eretta il 13 gennaio 1962 dal papa San Giovanni XXIII. L’11 ottobre 1980 la prelatura territoriale è stata elevata a diocesi con la bolla Qui in Beati Petri di papa Giovanni Paolo II. Il 16 febbraio 1984 ha ceduto una porzione del suo territorio a vantaggio dell’erezione della diocesi di Mati.
LISTA DEI VESCOVI DI TAGUM
Il P. Fernando Fietta e il laico Valmir Dimas Garcia arrivarono nelle Filippine per fondare una prima casa Cavanis a Tágum, il 7 aprile 2000 e ricevettero dal vescovo della città la Scuola Letrán di Davao in Tagum City. Essa era all’inizio esclusivamente maschile. La convenzione (agreement) tra il vescovo di Tagum e la Congregazione, per la direzione e conduzione del Letran di Tagum fu stipulata il 12 marzo 2001. L’11 marzo 2001 la nuova “Cavanis Fathers House” è inaugurata a fianco del Letran. Il 3 dicembre 2007 fu inaugurata la scuola elementare nell’istituto scolastico di Tagum. Nel 2012 il Letran of Davao High School, un complesso scolastico con 850 alunni, comprende i cicli scolastici dal Kindergarten al Liceo (High school). La scuola è coordinata e diretta dall’inizio della presenza Cavanis fino al 2019 dal P. Fernando Fietta; in seguito dal P. Larry Jay Paccial Lantano.
Il 28 aprile 2014 la scuola del Letran ricevette finalmente, dopo 10 anni di attesa, l’approvazione statale (la parifica) della scuola elementare, che continuava a esistere e a funzionare, ma fino a quella data con l’obbligo della richiesta annuale di approvazione provvisoria.
Nel 2017 il complesso scolastico del Letran di Tagum supera le mille unità nella popolazione studentesca. Un successo.
Recentemente nel 2019, il P. Larry Jay Paccial Lantano ha sostituito il P. Fernando Fietta (purtroppo gravemente infermo in modo irreversibile da più di due anni) nella direzione generale del Letran di Tagum. Anche da queste pagine, seguiamo con amore fraterno P. Fernando e diamo tutto l’incoraggiamento al P. Larry e in genere alla nuova generazione Cavanis Filippina!***
Tabella: casa del collegio Letran di Tagum
Anno scolastico | Rettore | Preti | Fratelli laici e osservaz. | Seminaristi e osservazioni |
2000 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (direttore) | Valmir Dimas Garcia (laico non religioso) | La casa apre il 27 maggio 2000. Erezione canonica |
2001 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (direttore), José Valdir Siqueira | Valmir Dimas Garcia | |
2002 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (direttore), José Valdir Siqueira | Valmir Dimas Garcia | |
2003 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (direttore), José Valdir Siqueira | Valmir Dimas Garcia | |
2004 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (direttore) | — | |
2005 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (direttore) | — | |
2006 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (direttore) | — | |
2007 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (direttore) | — | |
2008 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (direttore) | — | |
2009 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (direttore) | — | |
2010 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (direttore), Márcio Campos da Silva | — | |
2011 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (direttore) | — | |
2012 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (direttore) | — | |
2013 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (direttore) | — | |
2014 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (direttore) | — | |
2015 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (direttore) | — | |
2016 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (direttore) | — | Diac. Larry Jay Lantano |
2017 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (direttore) | — | Diac. Larry Jay Lantano |
2018 | Fernando Fietta | Fernando Fietta (direttore), Larry Jay Paccial Lantano (vice direttore), Joe Lio Maghanoy | — | |
2019 | Larry Jay Lantano | Larry Jay Paccial Lantano (direttore), Fernando Fietta, Joe Lio Maghanoy | — | |
2020 | Larry Jay Lantano | Larry Jay Paccial Lantano (direttore), Fernando Fietta, Joe Lio Maghanoy | — |
5.2 I seminari di Tibungco – Davao-City (2003-2020) – Repubblica delle Filippine
Tibungco è un barangay, cioè una divisione amministrativa o quartiere di Davao City. La sua popolazione constava nel 2015 di 41,864 abitanti. Ciò rappresentrava il 2,56% della popolazione totale di Davao City. Secondo il censimento del 2015, la fascia più numerosa della popolazione è quella dei bambini tra i 5 e i 9 anni, con 606 individui. Viceversa, la fascia di età con il numero minimo di abitanti, è quella degli ottantenni e ultraottantennei, con 179 individui. Nell’insieme, gli abitanti dai 14 anni in giù, cioè la fascia dei bambini e preadoloscenti, comprendono il 32,57% della popolazione (13.634 abitanti). I cittadini compresi tra 15 e 64 anni, cioè la popolazione economicamente attiva, costituiscono un totale di 63,95% (26.772 abitanti). Gli anziani, dai 65 anni in su, sono soltanto il 3,48% (1.458) in tutto. Il barangay di Tibungco si trova lungo la costa del mare e di fronte alla bellissima isola corallina di Samal. A parte la fronte del porto che è piuttosto attiva e che continua il porto vero e proprio di Davao, che si trova più a sudest, è questa una zona di periferia estrema, con una fascia in complesso povera di popolazione, e ci sono anche molti squatters, ossia occupatori abusivi del terreno con le loro baracche. È proprio con questi ambienti e con queste persone più carenti che si trovano in contatto i seminaristi Cavanis del seminario di Tibungco ed è per loro e per i loro figli che le “sisters” hanno costruito, pure a Tibungco, la loro scuola gratuita.
La prima pietra del seminario a Tibungco fu posta e benedetta il 12 marzo 2002, e il primo edificio, costruito come edificio multiuso per tutti gli stadi della formazione, in questo primo periodo, fu benedetto il 13 marzo 2003 dall’arcivescovo di Davao, mons. Fernando Capalla, Solo dopo tale inaugurazione e dopo l’arrivo di P. Alvise Bellinato come formatore si cominciò a ricevere e raccogliere seminaristi.
Il 4 ottobre 2006 il preposito generale eresse canonicamente la casa del noviziato a Tibungco; P. Antonio Armini è il primo maestro dei novizi alle Filippine. Il primo anno di noviziato iniziò il 4 novembre 2006.
Nel giugno 2007 la Congregazione ricevette in dono nella zona del seminario un ampio terreno, dove esisteva una cava di pietra calcareo-argillosa, utilizzata per la produzione del cemento, ormai esaurita ma preziosa per l’ampliamento del seminario stesso, dalla compagnia edile proprietaria del terreno.
Dal 2008 in poi, ai seminaristi filippini, che provenivano da varie città, paesi e isole, si aggiunsero anche dei seminaristi vietnamiti e indonesiani che P. Alvise Bellinato e P. Pietro Fietta andarono a cercare, visitare e invitare nei rispettivi paesi.
Il 24 gennaio 2009 il maestro dei novizi P. Antonio Armini riceve come aiutante e più tardi viene sostituito nella sua carica di maestro dal novello sacerdote congolese (RC) P. Tiburce Muyéké Barbeault, con dispensa della S. Sede, per difetto di età, cioè perché gli mancavano gli anni di professione perpetua necessari normalmente per esercitare tale funzione così importante, a norma del diritto e delle costituzioni. Tale licenza della S. Sede arriverà il 5 dicembre 2012. P. Tiburce continua a essere maestro dei novizi fino ad oggi.
Oltre a P. Tonino Armini e poi P. Tiburce Muyéké Barbeault, dediti al Noviziato, si sono succeduti due formatori principali: P. Alvise Bellinato (2003-2007 e 2013-2019) e P. Pietro Fietta (2007-2013). Essi non hanno avuto timore ma hanno mostrato la massima disponibilità a passare da prepositi generali e formatori in questo seminario di Tibungco.
Nel 2012, le case di formazione, all’inizio concentrate in un unico edificio, sono ora tre case separate e specifiche, situate attorno ai campi di gioco e cioè: 1) Aspirantato-Postulantato, 2) Noviziato e 3) Juniorato.
Finora (maggio 2019), i religiosi Cavanis filippini che sono stati ordinati preti sono sette, e cioè i padri P. Armando Masayon Bacalso, Salvador (Buddy) Cuenca, René De Asis Sitjar, Larry Jay Paccial Lantano, Jason Rubinos Cabacaba, Robert Jann Fallera, Joe Lio Maghanoy; alcuni di loro operano, soprattutto come formatori, a Tibungco o comunque nelle Filippine, altri in altri paesi.
Il 9 giugno 2006 mons. Fernand Capalla, arcivescovo, benedisse anche i nuovi edifici, siti pure essi nell’enclave dei seminari, dell’«Elementary School Antony and Mark Cavanis» delle laiche consacrate della Fraternità Gesù Buon Pastore, in collaborazione con la comunità Cavanis di Tibungco. Tale scuola si trova proprio di fronte al complesso dei tre edifici del seminario Cavanis, e i seminaristi possono compiere una preziosa opera di tirocinio in questa attività assolutamente Cavanis, e al contemo aiutare le suore e i bambini/e e ragazzi/e.
Tabella: i seminari di Tibungco – Davao-City – Repubblica delle Filippine
Anno scolastico | Rettore | Preti | Fratelli laici e osservaz. | Seminaristi e osservazioni |
2003 | Alvise Bellinato | Alvise Bellinato (rettore) | — | Inaugurazione del seminario con un solo edificio il 13.3.2003 |
2004 | Alvise Bellinato | Alvise Bellinato (rettore) | — | aspiranti, postulanti, novizi, studenti. |
2005 | Alvise Bellinato | Alvise Bellinato (rettore), Antonio Armini (formatore) | — | aspiranti, postulanti, novizi, studenti. |
2006 | Alvise Bellinato | Alvise Bellinato (rettore), Antonio Armini (formatore, poi maestro dei novizi) | — | aspiranti, postulanti, 4 novizi, studenti filosofi e teologi. |
2007 | Alvise Bellinato | Alvise Bellinato (rettore; poi P. Pietro Fietta da settembre), Antonio Armini (maestro dei novizi) | — | aspiranti, postulanti, novizi, studenti filosofi e teologi. |
2008 | Pietro Fietta | Pietro Fietta (rettore), Antonio Armini (maestro dei novizi), Márcio Campos da Silva | — | aspiranti, postulanti, novizi, studenti filosofi e teologi. |
2009 | Pietro Fietta | Pietro Fietta (rettore), Antonio Armini (maestro dei novizi), Márcio Campos da Silva | — | Diac. Tiburce Mouyéké, aspiranti, postulanti, novizi, studenti filosofi e teologi. |
2010 | Pietro Fietta | Pietro Fietta (rettore), Antonio Armini (maestro dei novizi), e Tiburce Mouyéké dopo l’ordinazione presbiterale. | — | Diac. Tiburce Mouyéké, aspiranti, postulanti, novizi, studenti filosofi e teologi. |
2011 | Pietro Fietta | Pietro Fietta (rettore), Tiburce Mouyéké Barbeault | — | aspiranti, postulanti, novizi, studenti filosofi e teologi. |
2012 | Pietro Fietta | Pietro Fietta (rettore e maestro degli studenti), Tiburce Mouyéké Barbeault (maestro dei novizi) | — | aspiranti, postulanti, novizi, studenti filosofi e teologi. |
2013 | Pietro Fietta | Pietro Fietta (rettore e maestro degli studenti), poi da settembre di nuovo Alvise Bellinato, Tiburce Mouyéké Barbeault (maestro dei novizi) | — | aspiranti, postulanti, novizi, studenti filosofi e teologi. (primi novizi vietnamiti) |
2014 | Alvise Bellinato (rettore) | Alvise Bellinato (rettore e maestro degli studenti), Tiburce Mouyéké Barbeault (maestro dei novizi), Salvador Cuenca (Buddy) | — | aspiranti, postulanti, novizi, studenti filosofi e teologi. |
2015 | Alvise Bellinato (rettore) | Alvise Bellinato, (rettore e maestro degli studenti) Tiburce Mouyéké Barbeault (maestro dei novizi), Salvador Cuenca | — | aspiranti, postulanti, novizi, studenti filosofi e teologi. |
2016 | Alvise Bellinato (rettore) | Alvise Bellinato (rettore e maestro degli studenti), Tiburce Mouyéké Barbeault (maestro dei novizi), Salvador Cuenca | — | aspiranti, 11 postulanti, 6 novizi, 9 studenti filosofi e teologi. Tre diaconi. |
2017 | Alvise Bellinato (rettore) | Alvise Bellinato (rettore e maestro degli studenti), Tiburce Mouyéké Barbeault (maestro dei novizi), Armando Masayon Bacalso (formatore dei postulanti Jason Rubinos Cabacaba (maestro degli aspiranti), René De Asis Sitjar (formatore) | — | aspiranti, postulanti, novizi, studenti filosofi e teologi. |
2018 | Alvise Bellinato (rettore) | Alvise Bellinato (rettore e maestro degli studenti), Tiburce Mouyéké Barbeault (maestro dei novizi), Jason Rubinos Cabacaba (maestro degli aspiranti), René De Asis Sitjar (formatore), Armando Masayon Bacalso (formatore dei postulanti; poi, dal 20 maggio parroco a Braulio E. Dujali)), | — | aspiranti, postulanti, novizi, studenti filosofi e teologi. |
2019 | Alvise Bellinato (rettore e maestro degli studenti), Tiburce Mouyéké Barbeault (maestro dei novizi), Jason Rubinos Cabacaba (maestro degli aspiranti), René De Asis Sitjar (formatore), Armando Masayon Bacalso (formatore dei postulanti | — | aspiranti, postulanti, novizi, studenti filosofi e teologi. | |
2020 | Armando Masayon Bacalso | Armando Masayon Bacalso (sup. delegato e responsabile dello Scolasticato), Tiburce Mouyéké Barbeault (responsabile dell’ Aspirantato), René De Asis Sitjar (responsabile del Postulantato). Non c’è noviziato nell’anno in corso. |
ARCIVESCOVI DI DAVAO DAL TEMPO DELL’ARRIVO DEI CAVANIS
5.3 La parrocchia di San José di Braulio E. Dujali (2003-2020) – Davao del Nord – Repubblica delle Filippine
Braulio E. Dujali è una municipalità di quinta classe delle Filippine, situata nella Provincia di Davao del Norte, nella Regione del Davao. La cittadina si trova a 7°27′03″N 125°36′41″E, il comune ha 91 km² e aveva 30.104 abitanti nel 2015, in franca crescita; una densità abitativa di 330,47 ab./km².
Braulio E. Dujali è formata da 5 baranggay (settori o province): Cabay-Angan, Dujali, Magupising, New Casay e Tanglaw.
La regione è prettamente agricola e di ambiente georgico; è estremamente fertile e gradevole alla vista, con il verde tenero delle risaie, dipendendo naturalmente dalle stagioni; e molti corsi d’acqua, in parte naturali e in parte artificiali (canali). È anche molto calda e umida. Sono numerosi e in qualche modo fanno parte del paesaggio anche i carabao, ossia la varietà di bufali (detti anche, per influenza nordamericana, bufali d’aqua) propri dell’Asia de sudest e principalmente delle isole, come le Filippine. Sono domestici, utilizzati nel lavoro e nel trasporto.
2003 (21 marzo) – Il 21 marzo 2003 dunque il preposito generale P. Piero Fietta firmò la convenzione tra la diocesi di Tagum e la Congregazione per l’accettazione della quasi-parrocchia di San José nella cittadina di Braulio E. Dujali, ottenuta smembrandola da altre due parrocchie. L’inaugurazione della quasi parrocchia si compie il 13 luglio dello stesso anno. Il primo parroco è P. José Valdir Siqueira, brasiliano; egli rimarrà a Braulio per ben 15 anni, da solo, ma legato particolarmente alle altre comunità, del resto non molto lontane (in linea d’aria, circa 40 km da Tibungco dove ci sono i seminari e la scuola e comunità delle consacrate di “Gesù Buon Pastore”; e circa 12 km da Tagum. Da notare che da Tibungco a Tagum ci sono, sempre in linea retta, circa 45 km.
La quasi-parrocchia di S. José a Braulio E. Dujali passa da quasi-parrocchia a parrocchia il 19 marzo 2011. L’opera pastorale del Parroco, P. José Valdir non si esercita solo nella pastorale generale della parrocchia nella cura d’anime, ma anche nella cura particolare dei bambini e ragazzi nella catechesi e nelle associazioni, ma soprattutto, specie a partire dalla data dell’erezione a parrocchia, con una presenza attiva nelle scuole presenti nel territorio parrocchiale: la Dujali National High School, la Cabayangan National High School, la Tanglaw National High School.
Con l’incarico a P. José Valdir Siqueira di andare a fondare come superiore delegato la missione Cavanis a Dili, nel Timor Est, nuova parte territoriale della Congregazione, la parrocchia viene affidata al P. Salvador Jain Cuenca (detto affettuosamente P. Buddy) che diviene così parroco a Braulio E. Dujali il 20 maggio 2018.
Tabella: la parrocchia di san José di Braulio E. Dujali – Davao del Norte – Repubblica delle Filippine
Anno scolastico | Rettore | Preti | Laici | Seminaristi e osservazioni |
2003 | José Valdir Siqueira (quasi-parroco) | Valmir Dimas Garcia | La quasi-parrocchia è inaugurata il 13.7.2003 | |
2004 | José Valdir Siqueira (quasi-parroco) | Valmir Dimas Garcia | ||
2005 | José Valdir Siqueira (quasi-parroco) | — | ||
2006 | José Valdir Siqueira (quasi-parroco) | — | ||
2007 | José Valdir Siqueira (quasi-parroco) | — | ||
2008 | José Valdir Siqueira (quasi-parroco) | — | ||
2009 | José Valdir Siqueira (quasi-parroco) | — | ||
2010 | José Valdir Siqueira (quasi-parroco) | — | ||
2011 | José Valdir Siqueira (parroco) | — | La quasi parrocchia diventa parrocchia | |
2012 | José Valdir Siqueira (parroco) | — | ||
2013 | José Valdir Siqueira (parroco) | — | ||
2014 | José Valdir Siqueira (parroco) | — | ||
2015 | José Valdir Siqueira (parroco) | — | ||
2016 | José Valdir Siqueira (parroco), Salvador Jain Cuenca | — | ||
2017 | José Valdir Siqueira (parroco), Salvador Jain Cuenca | — | ||
2018 | José Valdir Siqueira (parroco), Salvador Jain Cuenca/ Salvador Jain Cuenca (parroco); José Valdir Siqueira (vicario) | — | P. Salvador Jain Cuenca diviene parroco a Braulio E. Dujali il 20 maggio 2018. | |
2019 | Salvador Jain Cuenca (parroco) | — | ||
2020 | Salvador Jain Cuenca (parroco) | — |
6. (Delegazione) della Romania (2000-2020) – Paşcani – Iaşi – Romania
6.1 La città di Paşcani e la Romania
Paşcani è un municipio della Romania di 42.758 abitanti (censimento del 2007), ubicato nel distretto di Iaşi nella regione storica della Moldavia (che non corrisponde al paese Moldavia), all’estremo nordest del Paese. La città si trova alle coordinate di 47°14′N; 26°43′E, a 230 m s.l.m. La superficie del comune è di 75,42 km², con una densità abitativa di 566,93 ab./km² (2007). Paşcani si trova a 82 km a ovest di Iaşi, che è anche la città-sede della diocesi cattolica; e a circa 360 chilometri da Bucarest.
Fanno parte dell’area amministrativa anche le località di Blăgești, Boșteni, Gâstești, Lunca e Sodomeni. Le origini della città sono piuttosto antiche, essendovi state ritrovate tracce di insediamenti umani risalenti al Neolitico.
Le prime attestazioni documentate sulla città risalgono invece al XV secolo, in particolare ad un documento dell’8 aprile 1419.
Pur avendo subìto, dopo la caduta del regime comunista, una consistente flessione, l’economia della città è ancora prevalentemente industriale, anche se molte delle grandi aziende di stato sono state chiuse e sostituite da numerose imprese di dimensioni medio-piccole, di iniziativa privata. Oltre che nel settore alimentare, rifornito dalle aree rurali circostanti, sono attive aziende nel settore tessile e delle apparecchiature industriali.
Per la maggior parte i romeni credenti appartengono alla Chiesa ortodossa romena. Il Cattolicesimo di rito latino è praticato soprattutto dagli ungheresi e dai csángó, che in gran parte vivono in Transilvania e nella Moldavia romena, mentre il Cattolicesimo di rito bizantino è praticato dai romeni di Transilvania, fedeli della Chiesa greco-cattolica rumena. Tutti i battezzati cattolici in Romania rappresentano l’8,64% della popolazione, secondo statistiche cattoliche.
Il protestantesimo (in particolare il Calvinismo, il Luteranesimo, l’Avventismo e l’Unitarianismo), è principalmente praticato da popolazioni di origine tedesca e ungherese della Transilvania. In Dobrugia, la regione che si trova sulla costa del Mar Nero, vi è una piccola minoranza islamica, resto della colonizzazione ottomana.
La comunità ebraica, che fu una delle più consistenti d’Europa (756.930 appartenenti nel 1930), subì le persecuzioni della seconda guerra mondiale per mano dei nazisti, e poi a causa della politica di Ion Antonescu (il numero degli ebrei romeni uccisi oscilla tra le 270.000 e le 380.000 persone). Dei sopravvissuti, la stragrande maggioranza è emigrata in Israele.
La lingua ufficiale è il romeno, una lingua neolatina. La struttura linguistica basata sulle declinazioni è di origine latina, Il lessico deriva dal latino e da altre lingue romanze, francese in primis, con importanti influenze linguistiche slave, generalmente balcaniche, e turche. Va ricordato inoltre che solo nel XIX secolo l’alfabeto latino ha sostituito il cirillico, impiegato fino ad allora dal clero e dall’aristocrazia. La Romania e la Moldavia (intesa come attuale Repubblica Moldova) costituiscono la maggiore isola linguistica neolatina nell’Europa orientale.
Il romeno è parlato come prima lingua dall’85% della popolazione, mentre l’ungherese e il dialetto vlax della lingua romaní sono parlati rispettivamente dal 6,2% e dall’1,2% degli abitanti. Ci sono inoltre 25.000 persone di madrelingua tedesca, 32.000 di madrelingua turca e 50.000 di madrelingua ucraina, oltre ad altri gruppi di minore entità.
La delegazione Cavanis in Romania comincia ufficialmente come iniziativa (e quindi come casa filiale) della Provincia Italiana, su richiesta del Preposito. La presenza Cavanis inizia il 22 dicembre 2000, con la fondazione della casa di Paşcani in diocesi di Jaşi, durante il grande inverno rumeno, essendo poi particolarmente rigido quello del 2000-2001. Da notare che la casa era praticamente in rovina e che i padri non potevano realizzare delle riforme, non avendo ancora i necessari documenti di proprietà. Comincerà per i primi religiosi di quella delegazione un lungo calvario logistico e giuridico, che durerà anni. Tra di essi, viene nominato dal Preposito generale Superiore Delegato di Romania P. Luigi Scuttari, che vi si recò con P. Arcangelo Vendrame. Vi si aggiunse dal novembre 2003 al dicembre 2009 P. Angelo Moretti. Più tardi P. Luigi Scuttari, dopo quasi otto anni di coraggioso lavoro e impegno, fu sostituito nel 2007 dal P. Antônio Elcio Aleixo che, in seguito, dopo il ritorno in Italia del P. Angelo Moretti, fu per lo più assistito da giovani professi temporanei di varie parte territoriali che si preparavano alla professione perpetua con un anno di vita missionaria.
Non avendo scuole né parrocchie, la comunità di Paşcani opera per mezzo di un Centro giovanile con attività varie. In un ambiente fortemente ordodosso (gli ortodossi sono circa l’87% della popolazione, i cattolici, tra romano-cattolici e greco-cattolici sono circa l’8%), l’attività pastorale risulta fortemente limitata. Tuttavia, la difficoltà di ottenere dei risultati, dopo 20 anni, sia in campo pastorale specifico, sia in campo vocazionale, da parte della nostra opera in Romania contrasta, con una rilevanza che dovrebbe essere studiata accuratamente, con quella di altri istituti religiosi presenti in Romania.
2000 (22 dicembre) – Per iniziativa del preposito generale P. Pietro Fietta, che aveva svolto dei sopralluoghi preliminari in Romania, i PP. Luigi Scuttari e Arcangelo Vendrame (ambedue italiani) arrivano in Romania per iniziare una nuova opera Cavanis a Paşcani, diocesi di Iaşi. La fondazione all’inizio si è presentata come iniziativa missionaria della provincia italiana.
2003 (10 novembre) – P. Angelo Moretti, già per lunghi anni consigliere generale e poi vicario generale della Congregazione, raggiunge i primi due missionari in Romania.
2005 (12 marzo) – P. Luigi Scuttari ha firmato il contratto notarile di compravendita della casa e del terreno di 2800 m2 a Paşcani, in Romania. La soddisfazione è grande perché ciò rappresenta il coronamento di 4 anni di processi giudiziari e ricorsi per diventare poi una seconda volta proprietari di ciò che avevamo pagato sin dall’inizio.
Nel secondo semestre del 2005, la comunità Cavanis e la loro residenza vengono dichiarati ufficialmente un monastero: “Monastero Cavanis”, il che porta vari vantaggi legali, fiscali, di prestigio e così via. In pratica, a parte il termine che propriamente non corrisponde alle caratteristiche della Congregazione delle Scuole di Carità sotto il profilo canonico, è un riconoscimento giuridico statale che la casa Cavanis a Paşcani è una comunità religiosa.
Il 9 aprile 2007, dopo aver distrutto completamente dalle fondamenta la casa precedentemente acquistata e in uso, si cominncia la costruzione della nuova casa. In questo periodo, abbastanza lungo, i due padri, P. Luigi Scuttari e P. Angelo Moretti, avranno la scomodità di vivere in un piccolo appartamento affittato, con problemi seri di riscaldamento nel periodo invernale. A settembre 2007 il P. Antônio Elcio Aleixo, brasiliano, sostituisce P. Luigi Scuttari nella carica di superiore delegato della Romania. P. Luigi rimarrà ancora due anni in questa delegazione, e poi, dopo un breve passaggio nella delegazione del Congo R. D. C. ritornerà in Italia nel novembre 2009, dove morrà poco dopo prematuramente.
La casa fu completata nella primavera del 2008, e inaugurata, con il nome di Centro Giovanile Cavanis S. Giuseppe, l’11 ottobre 2008.
2009 (2 dicembre) – P. Angelo Moretti, piuttosto anziano e in condizioni di salute non ottimali, ritorna in Italia, dopo sei anni di ministero in Romania.
A cominciare dal 2013-14, ogni anno nella comunità di Paşcani un candidato alla professione perpetua delle diverse parti territoriali fa un anno di esperienza missionaria.
Nel capitolo generale del 2013 la delegazione della Romania viene fusa con quella italiana. Il superiore locale quindi è rettore della casa di Paşcani, ma non più superiore delegato. Il superiore delegato d’Italia diventa perciò superiore delegato sia delle case d’Italia sia della casa di Paşcani. Il nome di “Delegazione d’Italia e Romania” con i due nomi congiunti si trova per la prima volta però nel Notiziario ufficiale del 2015. Prima si parla piuttosto di “Delegazione d’Italia (Italia e Romania)”.
L’anno del 2016 nei mesi estivi vede un periodo di preoccupazione per la salute del suo superiore locale, P. Antônio Elcio Aleixo, colpito da seri problemi coronarici. La cosa viene superata da un’opportuna e non facile operazione chirurgica.
Nel 2017 il preposito autorizza la costruzione della cappella Cavanis a Paşcani, che era però già inizata nell’anno precedente. In quell’anno, 2016, si lavora anche alla pavimentazione del cortile. Nella nuova cappella si celebra la prima santa messa il 16 luglio 2017, memoria della Beata Vergina Maria del Monte Carmelo. L’inaugurazione e la benedizione del nuovo edificio sacro si svolge il 28 aprile 2018. L’azione liturgica e festiva fu presieduta dal vescovo ausiliare della diocesi di Iaşi. La cappella è una copia fedele del presbiterio della chiesa principale appartenente alla Casa del S. Cuore di Possagno.
Nel 2017 la comunità Cavanis di Paşcani (e la Congregazione) dopo sei anni di collaborazione con i padri Oblati di Maria Immacolata, avendo preso in affitto la loro casa di Roman come possibile casa di accoglienza per giovani vocazionati o come seminario minore, dopo tanti sforzi per attirare vocazioni missionarie in quella regione, purtroppo i Padri Cavanis si rassegnano e riconsegnano detta casa, interrompendo così la collaborazione con i Padri Oblati.
P. Antônio Elcio Aleixo rimane superiore della casa di Paşcani, avendo con sé fino verso la fine del 2019 il padre congolese François Kanyinda Mpinga, che già era stato membro di quella comunità in preparazione alla professione perpetua e poi da diacono. L’ingresso in Romania, per collaborare con la casa di Paşcani, del P. Clément Boke Mpamfila è stata notevolmente ritardata fino ad oggi (estate 2020) dalla Pandemia del Covid 19.
Tabella: la (delegazione o casa) della Romania
Anno | Superiore della parte territoriale o casa | Comunità | Osservazioni |
(2000)-2001 | Luigi Scuttari | Luigi Scuttari (sup. delegato), Arcangelo Vendrame | |
2001-02 | Luigi Scuttari | Luigi Scuttari (sup. deleg.), Arcangelo Vendrame | |
2002-03 | Luigi Scuttari | Luigi Scuttari (sup. deleg.), Arcangelo Vendrame, Angelo Moretti | |
2003-04 | Luigi Scuttari | Luigi Scuttari (sup. deleg.), Arcangelo Vendrame, Angelo Moretti | |
2004-05 | Luigi Scuttari | Luigi Scuttari (sup. deleg.), Arcangelo Vendrame, Angelo Moretti | |
2005-06 | Luigi Scuttari | Luigi Scuttari (sup. deleg.), Arcangelo Vendrame, Angelo Moretti, João da Cunha | |
2006-07 | Luigi Scuttari | Luigi Scuttari (sup. deleg.), Angelo Moretti, | |
2007-08 | Antônio Elcio Aleixo | Antônio Elcio Aleixo (sup. deleg.), Angelo Moretti, Luigi Scuttari | |
2008-09 | Antônio Elcio Aleixo | Antônio Elcio Aleixo (sup. deleg.), Angelo Moretti | |
2009-10 | Antônio Elcio Aleixo | Antônio Elcio Aleixo, Angelo Moretti | |
2010-11 | Antônio Elcio Aleixo | Antônio Elcio Aleixo | |
2011-12 | Antônio Elcio Aleixo | Antônio Elcio Aleixo | |
2012-13 | Antônio Elcio Aleixo | Antônio Elcio Aleixo | |
2013-14 | Antônio Elcio Aleixo (rettore) | Antônio Elcio Aleixo (rettore), Célestin Muanza Muanza | |
2014-15 | Antônio Elcio Aleixo (rettore) | Antônio Elcio Aleixo (rettore), Célestin Muanza Muanza | |
2015-16 | Antônio Elcio Aleixo (rettore) | Antônio Elcio Aleixo (rettore), semin. René De Asis Sitjar | |
2016-17 | Antônio Elcio Aleixo (rettore) | Antônio Elcio Aleixo (rettore) | |
2017-18 | Antônio Elcio Aleixo (rettore) | Antônio Elcio Aleixo (rettore), diac. François Kanyinda Mpinga | |
2018-19 | Antônio Elcio Aleixo (direttore) | Antônio Elcio Aleixo, François Kanyinda Mpinga | |
2019-2020 | Antônio Elcio Aleixo (direttore) | Antônio Elcio Aleixo (direttore), [Clément Boke Mpamfila] |
7. La delegazione Cavanis nella Repubblica Democratica del Congo (2004-2020)
La delegazione in Congo è una delle più recenti tra le nostre parti territoriali (la terzultima, finora), essendo stata fondata, dopo viaggi esplorativi cominciati nel 1991-92 da parte dei Cavanis, il 21 gennaio 2004. È tuttavia molto attiva e ha dato e sta dando buoni risultati dal punto di vista pastorale e anche da quello vocazionale. È strano quanto tardi i padri Cavanis abbiano pensato ad aprire case e attività in Africa; se ne è parlato per la prima volta, con qualche intenzione reale, soltanto nel capitolo generale ordinario del 1989. È un ritardo di secoli rispetto alle varie fasi di evangelizzazione di quel continente, e di circa 150 anni rispetto per esempio a Nicola Mazza e a Daniele Comboni, per rimanere in ambito italiano.
2000 (giugno) — P. Alvise Bellinato, consigliere generale, d’ordine del preposito generale P. Pietro Fietta, effettua un primo viaggio di esplorazione, e visita sia la Repubblica Democratica del Congo, il Congo-Kinshasa (R.D.C.) sia il Congo-Brazzaville. Nella R.D.C. visita la capitale Kinshasa, e nella RC visita Brazzaville. Prende contatti informativi e di cortesia con i rispettivi arcivescovi e, a Kinshasa, con degli aspiranti.
2002 – Visita al Congo R.D.C. del Preposito generale P. Pietro Fietta (la prima di una dozzina di visite, nell’arco di una dozzina d’anni, nei primi due mandati, e altre volte nel terzo), questa volta assieme alla Madre Giuseppina Nicolussi, superiora generale dell’Istituto del S. Nome di Dio.
IL SEMINARIO INTERNAZIONALE A ROMA E I PRIMI CONGOLESI (E ALTRI)
A partire dall’ottobre 2001 la curia generalizia ha dato inizio all’esperienza del Seminario Internazionale a Roma. Già molto prima (dal 1955) e varie volte seminaristi o preti Cavanis italiani e poi anche di altre parti territoriali erano venuti a studiare a Roma nelle università ecclesiastiche romane, in genere ma non sempre nella Pontificia Università Lateranense, ma allora abitavano con la comunità di Roma e non in una casa speciale. A partire dalla fine del 2001, la curia generalizia invece affittò e più tardi acquistò la casa che era stata delle suore Rosarie, a due passi dalla casa di Roma e dalla sua Curia generalizia; a via Orazio Pierozzi, a fianco della scuola statale Immanuel Kant.
Il responsabile iniziale del seminario internazionale era il P. Alvise Bellinato, con la collaborazione del P. Artemio Bandiera; poco dopo, con la partenza del primo per le Filippine, come missionario e formatore per dare inizio al seminario e noviziato di Tibungco a Davao (Mindanao, Filippine), il 5 febbraio 2002, si prende cura della direzione del seminario internazionale il vicario generale, P. Diego Spadotto, ritornato dopo 28 anni dal Brasile, per occuparsi della sua funzione di vicario generale, di segretario generale e di direttore appunto del seminario internazionale.
Il primo gruppo di seminaristi “internazionali” comprendeva i seguenti religiosi, in ordine di arrivo a Roma:
Ciro Sicignano, italiano, di Castellammare di Stabia (Napoli); professo temporaneo; frequentava il I anno di licenza nell’Università salesiana (PUS, poi UPS).
Francisco Armando Arriaga Morán, dalla regione di Guayas, nell’Ecuador; proveniente dalla Regione Andina (che si chiamava a quel tempo ancora Regione Ecuador-Colombia); III anno di teologia alla PUL.
Aylson Bessa Cavalcante, brasiliano di Fortaleza (Ceará), professo temporaneo, proveniente dalla Provincia Brasile. primo anno alla P. U. L.
Pierre Emmanuel Mpolo, di Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo,), di 40 anni, novizio, avendo cominciato il noviziato il 15 settembre 2001. È stato il primo aspirante e novizio (se così si può dire) africano nella Congregazione.
Imbing Mpolo, contattato a Kinshasa, aspirante o postulante, di 20 anni, I anno di filosofia nella PUL.
Rafael Mukuka, contattato a Kinshasa, aspirante o postulante, di 20 anni, I anno di filosofia nella PUL.
2001-2003 – La prima esperienza con aspiranti congolesi a Roma non diede buon risultato. Si capisce chiaramente che bisogna sceglierli con più calma e formarli sul posto, in Congo e non a Roma, almeno per la formazione iniziale. Di fatto essi avevano seconde intenzioni, come risultò poi, e, dopo aver raccolto durante un paio d’anni discrete somme di denaro nelle famiglie che frequentavano “pastoralmente” a Roma o altrove, sparirono all’improvviso, lasciando il seminario e a quanto pare anche l’Italia. Degli altri seminaristi di questo primo gruppo del seminario internazionale, P. Ciro Sicignano e P. Francisco Armando Arriaga Morán perseverarono. Aylson Bessa Cavalcante è sacerdote diocesano.
Nel frattempo, nel 2002, più esattamente il 16 luglio, il preposito con il suo consiglio decide di aprire una comunità in Congo-R.D.C..
2004 (21.1) — Arrivo del P. Antônio Aparecido Vilasboas (brasiliano), accompagnato dal preposito generale, a Kinshasa, nel Congo R.D.C. Il P. Vilasboas rimane durante il primo semestre ospite dei PP. Oblati di Maria Immacolata nel loro Scolasticato o Studentato e Facoltà di Teologia “Institut Saint Eugène de Mazenod” à Kinshasa nel quartiere di Kintambo. Si dedica per sei mesi all’inculturatione, con lo studio del francese e del Lingala e più tardi a una prima esperienza di pastorale vocazionale, selezionando una quindicina di candidati, tra il centinaio di giovani che si erano presentati. Come i successivi missionari Cavanis, frequenta presso l’Istituto Mazenod l’utilissimo Corso semestrale per Missionari organizzato dai PP. Oblati e vi riceve, alla fine, l’invio ufficiale in missione.
16 luglio 2004 – Firma da parte del preposito generale del decreto di creazione o erezione canonica della delegazione del Congo (R.D.C.) e di nomina del primo superiore delegato, il P. Antônio Aparecido Vilasboas. Della stessa data è la lettera del preposito P. Pietro Fietta all’arcivescovo di Kinshasa, allora il Card. Frédéric Etsou Nzabi Bamungwabi, annunciando che il consiglio generale aveva approvato “l’installazione ufficiale della nostra comunità” a Kinshasa. Con una lettera di cordiale risposta dell’arcivescovo (2005), si credette approvata l’installazione a Kinshasa, In realtà ci si arrivò parecchi anni dopo, con altro arcivescovo e con qualche difficoltà.
2004 (ottobre) — Apertura, da parte del P. Antônio Vilasboas, del primo seminario a Kinshasa, nel quartiere Anciens Combattants, comune di Ngaliema, all’avenue Kayta, nella casa presa parzialmente in affitto da un certo sig. Kivuvu. Inizio del seminario con una quindicina di seminaristi.
A queste scarne note sull’inizio della delegazione del Congo R.D.C., in mancanza di un diario della prima casa per il primo anno, che illustri questa importante fase di fondazione, si aggiunge qui un testo scritto dal preposito P. Pietro Fietta, pubblicato in forma di lettera ai confratelli del mondo intero, e pubblicata sul Notiziario ufficiale per gli atti di curia, XXIX, 65 (luglio-dicembre 2004): 6-7.
“Carissimi confratelli e collaboratori laici,
vi scrivo da Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo) dove mi trovo in questi giorni, visitando la nostra prima comunità Cavanis africana.
Sì, i Cavanis sono in Africa, nella Republica Democratica del Congo!
Dopo nove mesi di inculturazione e di studio presso gli Oblati di Maria Immacolata a Kinshasa, P. Antonio (Tonino) Vilasboas ha scelto 8 giovani tra i 150 aspiranti che si sono presentati durante questi mesi e con loro è andato a vivere in una casa che abbiamo preso in affitto, la casa del Sig. Kivuvu che in Kikongo significa “speranza”.
La casa che un tempo era una grande “maison”, è semplice e per i nostri criteri europei alquanto malmessa. È stato sufficiente rinfrescare le pareti interne con tinta e adattarla un po’ per il nostro uso; non manca acqua, luce, calore, anche se alle volte manca la corrente; non manca lo spirito di adattamento, lo spirito di famiglia, il pane quotidiano e la gioia della nuova fraternità Cavanis.
La Comunità è cosi composta: P. Tonino che deve fare da delegato, rettore e formatore; Jean-Claude, Jean-Jacques e Tiburce: studenti di teologia; Théodore, Augustin e Benjamin, studenti di filosofia; Théotime, all’ultimo anno della scuola per infermieri e Guellor che sta facendo il corso de meccanica. Questi giovani hanno iniziato da pochi giomi 1’anno di postulantato.
Nella stessa “Maison Espérance” che accoglie i seminaristi postulanti è presente anche una piccola opera di assistenza denominata Maison “Au nom de Jésus-Christ”. Abbiamo accolto mamma Célestine con i suoi 6 figli (5 in età scolastica dai 9 ai 15 anni e l’ultimo di 2 anni che è stato adottato). I postulanti stessi aiutano nell’assistenza e nell’accompagnamento degli studi di questi bambini e di altri che vivono vicino alla nostra casa. Il Seminario cresce assieme all’opera educativa; i seminaristi si esercitano nel carisma Cavanis durante il tempo della loro formazione. Tutto il lavoro viene affidato a Maria alla sera quando recitiamo tutti assieme il rosário davanti alla sua grotta.
Con me, il 2 ottobre è giunto a Kinshasa il giovane religioso Alex Rojas, proveniente dalla Colombia e, aspettiamo che arrivi nei prossimi giomi anche [il religioso] Claudio Llacsahuanga proveniente dal Perù. Questi due giovani Cavanis formeranno la piccola Comunità religiosa assieme a P. Tonino e completeranno in Africa la loro formazione e preparazione al sacerdozio.
È chiaro che ci sarebbe bisogno di un altro formatore, e P. Tonino sta chiedendolo anche in vista del noviziato da programmare per il prossimo anno.
In questi giorni stiamo riflettendo sullo spirito e finalità della nostra Congregazione e stiamo celebrando un triduo in preparazione alla festa del “dies natalis” del P. Marco Cavanis (11 ottobre, 151 anni della sua morte, nel 1853).
Sappiamo quanto P. Marco si è sacrificato per consolidare e diffondere l’opera di carità e di educazione a favore di tanti poveri figliuoli e come si è prodigato per incontrare operai necessari per la continuazione dell’opera stessa.
Qui, in Congo, c’è “tanta povera figliolanza dispersa” che ha bisogno di formazione e di educazione e ci sono anche molti giovani che chiedono di diventare religiosi e padri Cavanis. Mancano formatori e mancano sicurezze economiche. Non manca certamente da parte nostra la fede in Dio e la fiducia nella Divina Provvidenza, eredità preziosa che ci ha lasciato il nostro carissimo P. Marco Cavanis.
“Le Fondazioni costano assai – ripetevano spesso i nostri santi padri Fondatori – ma poi fruttano assai di piü”. E vero e lo stiamo sperimentando concretamente qui in Africa, ma sappiamo anche che le difficoltà sono il segno della benedizione del Signore per la nostra amata Congregazione.
Dalla Comunità Cavanis di Kinshasa giunga a tutti il nostro cordiale ricordo nella festa della nascita al cielo del P. Marco. La preghiera che eleviamo ai nostri Fondatori in questo giomo è perché tutti noi Cavanis, religiosi e laici, possiamo seguire il loro luminoso esempio e abbiamo il coraggio di dare la nostra vita per un opera cosi bella.
Costruiremo con la forza della carità un mondo più fraterno e più solidario, educando le nuove generazioni ai valori evangelici, nella giustizia e nella pace.
Kinshasa, 10.10.2004.
P. Pietro Fietta CSCh”
Di seguito, un altro testo di poco successivo, che può contribuire a illustrare la fase fondazionale della delegazione:
7.1 Riflessioni spirituali e apostoliche sul Congo R.D.C.
(Comunicazione di P. Giuseppe Leonardi, rettore, ai religiosi della casa-madre di Venezia, durante un capitolo formativo, subito dopo il ritomo da Kinshasa)
Non conosco le intenzioni esatte del Preposito sulla nostra presenza in Congo, a Kinshasa, né le occasioni o i motivi che lo hanno portato a scegliere questo particolare paese a preferenza di altri.
È un paese particolarmente instabile e pericoloso, ma d’altra parte, volendo aprire in Africa, in un paese che abbia le seguenti caratteristiche:
volendo aprire in Africa, dico, in queste condizioni, il Congo RDC sembra una scelta quasi necessaria. Anche in altri paesi con queste caratteristiche, del resto, il pericolo di improvvisi cambiamenti di situazione, 1’instabilità politica, la situazione di salute e di sanità non sarebbe stato minore e è tutta 1’Africa che è in ebollizione, dove più dove meno. Nel viaggio che avevo svolto nel 1991-92 in cinque paesi africani avevo messo in luce questo problema.
È senza dubbio una scelta coraggiosa.
È anche certo che, se andiamo in cerca di una “povera figliolanza dispersa”, questo è uno dei posti migliori del mondo. Non ho dubbi che i Fondatori preferirebbero senz’altro vederci là che qui a Venezia e altrove in Italia a allevare figli di benestanti, pur bisognosi di formazione cristiana.
Ho notato che la scelta della città, la capitale, del quartiere e della casa affittata è stata una scelta oculata; che P. Antonio Villasboas ha cominciato veramente bene e con uno spirito davvero ammirabile, da vero Cavanis. La casa, in cui la nostra piccola comunità religiosa (tre religiosi), il gruppo di sette postulanti e sei orfanelli assistiti con amore dai nostri, è già molto ben organizzata, con orario, un ambiente di studio e di preghiera, uno spirito comunitário, uno spirito di sacrifício, veramente ammirevoli. Nonostante il clima di relativa tensione e di pericolo (lo ricordano i buchi di pallottole che si vedono qua e là per la casa e gli squarci da schegge di bombe di mortaio sul tetto), l’ambiente in casa è sereno e allegro.
P. Antonio Villasboas (brasiliano, 39 anni), il fratello Claudio (peruano, 37 anni), il seminarista teologo (24 anni) Alexander hanno dato e danno un esempio davvero edificante e notevole di obbedienza, di disponibilità, di spirito di sacrifício e di adattamento. Hanno ovviamente momenti di sofferenza, di nostalgia, di solitudine che sono tipiche dei missionari nei primi tempi, e hanno molto bisogno delle nostre preghiere. Me lo hanno chiesto con insistenza, proprio a noi che viviamo qui nella Casa-madre, vicino ai luoghi e alla tomba dei Fondatori. Lo chiedono anche in una breve lettera che leggo ora.
È necessário che preghiamo perché il Signore Gesù dia loro forza, pazienza, coraggio, fedeltà, spirito di sacrifício, spirito di discernimento vocazionale; e anche salute e salvezza dai pericoli di ogni genere. Preghiamo per loro la Madonna e anche i nostri Venerabili Fondatori e P. Basilio, come pure S. Giuseppe Calasanzio.
Hanno il vantaggio di essere piuttosto giovani, sani, di conoscersi da tempo, di aver già lavorato insieme, e di parlare una lingua in comune (lo spagnolo) oltre al francese che stanno imparando.
I prescelti avevano già cominciato, intanto gli studi filosofici e/o teologici, con il nostro contributo economico. Il problema principale è avere formatori che effettuino con i postulanti un profondo discernimento. È grande infatti il pericolo che i giovani desiderino entrare in un seminário per motivi quasi o del tutto puramente umani:
Occorre quindi valutare le motivazioni di ciascuno e vedere di ciascuno, come scriveva nella sua Regola S. Benedetto, “Si revera quaerit Deum”. Non è una cosa facile, tutt’altro. Anche perché presto avremo bisogno di almeno un altro formatore che vada in Congo, quando si comincerà il noviziato; e perché per fare discernimento bisogna tra l’altro conoscere bene e in fretta la cultura, la storia e la situazione locale, dominare il francese e almeno difendersi in liNgala (se non altro per capire di che cosa stanno parlando tra di loro!). Ci occorrerebbe anche un periodo di relativa pace política e militare, per poter impostare il lavoro prima di qualche cataclisma.
È per questo che qui, davanti ai fondatori, chiedo a tutti noi di pregare per i tre giovani religiosi che hanno questa responsabilità e per i postulanti; di offrire sacrifici per loro; di seguire con amore il loro cammino e lo svolgersi di questa esperienza; di inviare loro lettere e piccoli regali nell’occasione di qualche viaggio dei padri di qua; di mantenersi informati. Soprattutto di pregare molto per “tanta figliolanza dispersa” e per la coraggiosa e vivace chiesa d’Africa e del Congo R.D.C., che ha una notevolissima vitalità (è il settore della chiesa che sta crescendo più in fretta) ma ha anche tanti problemi e tante difficoltà.
Un’ultima osservazione: dicevo che ho ammirato molto lo spirito di sacrifício dei tre giovani Cavanis che operano là; le difficoltà, la povertà e la monotonia dell’alimentazione, la mancanza di molti confort, l’assenza di divertimenti, la tensione abituale, il pericolo. Qui da noi abbiamo di tutto e più che tutto. Eppure tante volte ci lagniamo e critichiamo. L’esempio della giovane comunitá Cavanis Congolese ci può dare un nuovo slancio nello spirito di sacrifício e di pazienza. Ci dà anche occasione di esercitare la virtù teologale della speranza e la virtù cristiana della gioia, che erano tanto caratteristiche dei nostri amati fondatori.
Segue ancora una relazione del viaggio di P. Giuseppe Leonardi in Congo, di cui sopra:
Carissimi amici, ecco una relazione circolare, un po’ schematica, sul mio recente viaggio in Congo (Repubblica Democratica del Congo, ex-Congo-Kinshasa, ex-Zaire, ex-ecc.). Scopo della spedizione era di visitare, a richiesta del Superiore generale, la nostra giovane e recente comunità in quel paese e portare ai confratelli rinforzi “economici, medicinali, culturali e spirituali”, non in quest’ordine. Sono partito il 12 [novembre 2004] da Venezia in treno, il 13 mattina presto da Roma con l’Air France, via Parigi. Bellissima la traversata dell’Africa, sopra l’Algeria, il Niger, il lago Tchad, il Cameroun, Gabon ecc., con la carta geografica in mano. In serata arrivo a Kinshasa (Kin, come dicono là) e mi aspettava un religioso anziano dei Missionari della Consolata, con più esperienza, mentre i confratelli e alcuni giovani amici mi aspettavano fuori. La sala degli arrivi era una bolgia dantesca, non ho mai visto una cosa del genere, neanche a Luanda o Douala. Tutti ti saltavano addosso per volerti aiutare, tutti volevano soldi, ti tiravano da una parte all’altra. Ho dovuto sborsare abbastanza soldi per riuscire a passare senza farmi aprire le valige, che del resto non avevano niente di proibito; ma era necessario così. Faceva un caldo infernale e un’umidità pesante, forse anche perché provenivo dall’inverno europeo; poi difatti il clima era simile all’estate a Venezia e mai peggiore. Il viaggio in macchina attraverso Kin è durato un paio d’ore e la capitale si è rivelata subito un vero formicaio, impressionante; nel buio era tutta piena di luci di lanterne a cherosene degli innumerevoli banchetti dei piccoli commercianti. Ha più di 8 milioni di abitanti. Ne ho viste di ben più grandi, come São Paulo, Rio, Ciudad del México, tutte sui 18 milioni, ma nessuna che mi abbia fatto tanta impressione. Sono stato accolto con molta gioia e molto affetto dai confratelli (che sono tre giovani Cavanis latino-americani, il pelle un po’ scura, il che, lì, non guasta; ne conoscevo due), da un gruppo di sette nostri seminaristi-postulanti e da un gruppetto di orfani di guerra, che sono ospitati là in casa con la mamma, che fa lavori di lavanderia e stira. I bambini hanno improvvisato una serie di danze, mettendosi sopra i vestiti normali dei gonnellini di rafia (industriale).
La casa dove vivono i nostri è una casa in affitto, a due piani con un giardino, in un quartiere relativamente bene, sul bordo di una valletta molto equatoriale con palme e, purtroppo, acqua di fogna, piena di rane e rospi e lucertole e fauna minore africana. La casa si è presa lì perché è vicina alla comunità del Missionari della Consolata di Torino, cui ci siamo appoggiati nella fase iniziale e che ci sono molti amici. Tra di loro ho scoperto che c’era un mio caro compagno del P. Istituto Biblico a Roma, con cui abbiamo studiato e collaborato tra l’altro, a suo tempo, a mettere in piedi il gruppo italiano del PIB; non ci vedevamo da trentasei anni, e me lo ricordavo giovane e magro. Lo stesso probabilmente anche lui.
La parte della casa che occupiamo è in affitto e quindi provvisoria perché ci preme prima avere una visione ben chiara di che cosa vogliamo fare, prima di impantanarci con strutture nostre.
In tarda serata è stato scoperto un serpentello velenoso (nioka) non in camera mia ma sullo stesso piano. Dicono che è la prima volta che ne trovano uno in casa.
Il 14 era domenica, siamo andati a messa alla parrocchia di S. Luca, lì vicina, con una messa in francese lunga un’ora e mezza, e lunga predica in liNgala, con canti bellissimi, ma liturgia sostanzialmente romana, molto bella e vivace però non tipica, con molta gente e molta cordialità. Per molti aspetti mi ricordava la messa domenicale a S. Artema. Poi ho chiesto che mi portassero a vedere il fiume Congo che, mentre è largo come un mare più a monte, qui si restringe e si butta a valle su rapide impressionanti, che lo rendono non navigabile fino quasi alla foce. Una scena bellissima: a questa vista ci si accorge veramente dove si è. Dall’altra parte del fiume si vede la città di Brazzaville, capitale dell’altro Congo, ex-francese, che del resto si vedeva anche dal nostro terrazzo, col tempo limpido (raro). Più tardi ho cercato di farmi una traghettata dall’altra parte, per vedere bene il fiume e per visitare un altro paese africano (sarebbe stato il nono) sia pure solo nella capitale, ma si è constatato che ci sarebbe stato il pericolo di rimanere dall’altra parte, durante il fine settimana, a consolati e ambasciate chiuse, dato che le relazioni tra i due paesi non sono più buone; e i giorni di margine per eventuali contrattempi erano troppo ridotti.
A tavola, si mangia come base il fufu, una miscela di farina di granturco e farina di mandioca, lessato e presentato in grosse palle di circa 10 cm di diametro, di color grigio e di gusto neutro, con aspetto e vago sapore di “polenta mora”; le palle, un po’ collose ma consistenti, sarebbero le porzioni individuali. Eventualmente ci si aggiunge un po’ di salsa di qualche tipo; io ci mettevo progressivamente un po’ di più ogni giorno di pilipili (=chili) per aumentare un po’ il sapore. Poi quasi tutti i giorni si mangiava ciascuno un pesciolino surgelato, comprati in grossi blocchi parallelepipedi imbustati e provenenti niente meno che dalla Namibia; anche quando sono andato a cena fuori su invito di altre comunità religiose, c’era sempre lo stesso pesce, piuttosto pieno di spine. Non mangerò più pesce per un bel po’! Una sera in compenso hanno voluto farmi una squisitezza locale, e hanno comprato al mercato una cosa di cui mi hanno detto il nome in liNgala e mi hanno mostrato il sacchetto di plastica dell’acquisto. L’ho preso in mano, e ho sentito che era pieno di cose che si muovevano. Erano grossi grilli neri da terra, proprio come i nostri ma più grandi. Sono stato in cucina a vedere come li preparavano: toglievano le ali e svuotavano le viscere, poi ancora vivi li mettevano in un tegame a bollire e in un altro a friggere, con un po’ di sale. Devo dire che sono migliori fritti, ma avevano esagerato con il sale. Fa un po’ impressione come scricchiolano sotto i denti, ma il sapore è da “moleca” o da “mazaneta”, cioè, per chi non è veneziano, da granchio. Non ne ero tuttavia proprio entusiasta e cercavo di non guardare troppo mentre mangiavo. Poi, discutendo di dove li trovavano, mi hanno portato in tavola un catino pieno di grilli vivi e zampettanti, uno è scappato e il gatto si è messo a mangiarne uno, e lì, anche se avevo mangiato insetti altre volte, anche vivi, mi si sono un po’ attraversati nello stomaco. Al mercato ho visto anche catini di grosse larve, sia di farfalle sia di coleotteri xilofagi, vive e vegete e in vendita, ma non ho avuto il coraggio di comperarne!
Il 15 novembre mi hanno invitato a una riunione di missionari italiani di tutto il paese; ce n’erano un’ottantina, in media di età abbastanza avanzata. C’era anche il vescovo di Trento, che ho conosciuto con piacere, a capo di una delegazione della CEI. Mi sono presentato sia all’assemblea, sia poi in privato al vescovo di Trento e al vescovo ausiliare locale (Kin-centro) che rappresentava l’arcivescovo, malato. I missionari mi raccontavano cosa da far drizzare i capelli, sulle atrocità che hanno visto e a volte subito nei mesi scorsi, oltre al resto, nelle province dell’est del Congo (Kivu, Orientale, Katanga), a ridosso dell’Uganda, Rwanda, Burundi e dei grandi laghi. Non ve le racconto per non farvi perdere il sonno. Dirò però che fa più impressione di sentirne parlare là che non alla Tv, ascoltando da testimoni oculari.
Siamo poi andati a fare compere con il superiore locale, P. Toninho, in un grande emporio pulitissimo, di portoghesi, dove ha potuto finalmente pagare i debiti e fare acquisti. Il mio viaggio aveva anche lo scopo di portare giù soldi, dato che per via bancaria non erano arrivati da tempo e la comunità non ce la faceva più. Ho comperato dei “beni di conforto” come gelati, dolci, caramelle e due bottiglie di vino. Lì in casa si beve sempre solo acqua, bollita e filtrata. I gelati, buonissimi, ce li siamo mangiati tutti subito, razioni da due o tre giorni, perché per quattro giorni siamo rimasti senza corrente e il generatore non funzionava che ogni tanto; quindi i gelati si stavano sciogliendo rapidamente. I PC sono impazziti uno dopo l’altro, nonostante avessero gli stabilizzatori di corrente, e il mio programma di arricchire le conferenze con immagini è andato a monte. Quel giorno, ci siamo fatti anche una pizza in un ristorantino. Pizza con l’ananasso, niente male. Poi siamo passati in un internet point, dato che a casa non c’è telefono; qui del resto non ce l’ha quasi nessuno, usano i “portable” (=i cellulari) e ce n’è un’infinità, anche tra i relativamente poveri. Si va un po’ male a mandare e-mail, perché i keyboard (tastiere) dei PC sono differenti dai nostri e anche tra di loro, nei vari ambienti (internet-point e comunità), sicché non si trovano le lettere e i segni di interpunzione e molte funzioni sono differenti. Alcune e-mail mi sono ritornate indietro per via di antispamming che evidentemente rifiutano email da paesi non sicuri.
Si comincia, su mia iniziativa, a dire a tavola il Padre nostro in liNgala. È una lingua franca, mista, la lingua del fiume, poi specialmente lingua dell’esercito e della guerriglia, ma è diventata la principale lingua africana del paese. Il francese lo parlano bene in molti nelle città, meno all’interno; ma alla belga, dicendo per esempio “septante, octante, nonante”, il che del resto sarebbe molto più logico. Ho anche comprato a tutti i sette seminaristi una bibbia in liNgala e ne sono stati contentissimi. Ancora più quando, nelle lezioni sulla storia, spiritualità, diffusione della Congregazione che gli facevo ogni pomeriggio (era uno degli scopi del viaggio) ho cominciato a recitare le citazioni bibliche e alcune altre frasi, laboriosamente costruite, in liNgala. Grandi battimani. È però una lingua difficile per noi, e ci vuole altro. Ma anche un po’ di frasi di cortesia me le ero memorizzate. È una lingua piena di prefissi e suffissi, per cui si fa fatica a trovare le parole sul dizionario; e un po’ come varie lingue semitiche occidentali e come il quechua, con poche forme (declinazioni e coniugazioni) e quindi una sintassi difficile. Qualche volte mi sono fatto qualche camminata vicino alla casa da solo, fino alla chiesa di S. Luca, per esempio, o anche al centro per qualche isolato, per testardaggine e perché non sopportavo di andare in giro sempre col guardaspalle locale; ma sconsigliano di farlo; sia perché a volte tutti, in una piazza si mettono a commentare a alta voce “bianco, bianco!” (non ricordo adesso la parola in liNgala), il che è poco rassicurante; sia perché i soldati e poliziotti a volte ti taglieggiano; sia perché i tassì collettivi sono poco sicuri e anche di recente un padre OMI è stato preso in trappola, in un famoso tassì rosso (quelli di color rosso sembrano i peggiori, non so perché, forse appartengono alla Banda Bassotti) bastonato e derubato di tutto.
Un giorno, assieme a due diaconi argentini, sono andato a fare compere di oggetti di artigianato come ricordini, e una chitarra per regalarla ai ragazzi. Un’altra volta ho comprato loro due splendidi tam-tam di Bandundu. Bene, mentre eravamo fermi a un incrocio, ha infilato la testa nel finestrino dalla mia parte un signore con un abito completo scuro, un po’ liso ma formale, e cravatta, e mi ha detto, con tono educato e sereno: “Ora stiamo buttando fuori i francesi dalla Costa d’Avorio; quando avremo finito lì, butteremo fuori tutti voi bianchi dal Congo”. Sono rimasto così di stucco e a bocca aperta, che non ho neanche replicato! Qui comunque tutti dicono che conviene farsi vedere poco e mantenere un profilo basso. E si vede.
Il 19.11, infiltrandomi nella commissione della CEI, approfitto per visitare sistematicamente l’Institut théologique Massenod, degli Oblati di Maria Immacolata, dove studiano tra l’altro i nostri seminaristi teologi. I professori sono quasi tutti congolesi o di altri paesi africani. La teologia congolese è tra le più vivaci e interessanti dell’Africa, ed è una delle promesse più valide di questa chiesa vivacissima africana, che ha i suoi difetti, ma almeno non fa dormire e non è in fase di malinconico riflusso come tante altre; sia pure con qualche eccezione anche qui.
Gli edifici della facoltà sono spesso ricoperti da lastre di arenaria violacea, come pure i marciapiedi, come in moltissimi altri edifici e marciapiedi di Kin. È la formazione che dà origine alle rapide del fiume di cui parlavo sopra e che affiora dappertutto anche nei dintorni della città. A forza di cercare su tutti gli “affioramenti” artificiali della facoltà (e della città), mentre aspettavo i ragazzi e bighellonavo, ho trovato un’impronta fossile sicura anche se brutta, e purtroppo isolata, probabilmente appartenente a un terapside o a un mammifero. Non sono riuscito ancora a sapere se la formazione rocciosa sia triassica o giurassica, ma sospetto che sia giurassica. Non ho potuto ovviamente far estrarre la lastra dal muro, ma l’ho disegnata e fotografata. Sarebbe la prima del Congo. Ce ne sono in Marocco, Cameroun e moltissime in Lesotho, Namibia e dappertutto in Sudafrica, ma nel Congo non me ne risultano.
Sono stato casualmente all’ambasciata italiana con un religioso congolese che doveva andarci, e ho approfittato per fare una visita di cortesia, dato anche che, per estremo di prudenza, avevo scritto un e-mail annunciando il mio arrivo e la permanenza, prima di partire dall’Italia, come consigliano di fare. Sono stato accolto molto gentilmente. Mi ha fatto impressione tuttavia il fatto che l’edificio e il muro del giardino sono fortificati, con infinite punte di ferro e rotoli immensi di filo spinato, o meglio “lamettato”. Sembrava proprio una fortezza e dava un senso di disagio. Ancora più fortificata una base della NATO, che faceva davvero impressione: scena da Iraq. Ma è che proprio da quella base che tempo fa hanno sparato sulla folla. I caschi blu qui non sono amati per niente, ma del resto, in tutti i miei viaggi, non li ho trovati amati da nessuna parte, e ho impressione fondata che si comportino quasi sempre male con le popolazioni locali, e si facciano i loro sporchi affari personali. Lo stesso accade, in genere, con le cosiddette forze di pace.
I ragazzi e bambini africani in casa nostra Cavanis ogni tanto in questi giorni avevano degli attacchi di malaria, non gravi, ma abituali; qui la malaria l’hanno quasi tutti, e molti ne hanno anche di vari ceppi.
Io, oltre a 5 vaccini, avevo fatto la cura preventiva (e continuerò per qualche settimana) di meflochina (le zanzare del Congo ormai la clorochina se la bevono a colazione come corroborante), e probabilmente non ho preso la malaria, ma quando si vive lì in pianta stabile non si può esagerare con i prodotti antimalarici, altrimenti ci si rovina il fegato e altre cose, e prima o poi la si prende. Io in principio andavo tutto vestito con le maniche lunghe, i calzini e così via; poi con il caldo umido che faceva mi sono progressivamente messo ad andare in giro in pantaloncini e magliette, o anche meno per prendere il sole in terrazza, approfittando di questa straordinaria “estate di S. Martino”; ma mi spruzzavo abbondantemente di “Autan extreme”, tanto che le zanzare dovevano morire a dieci metri di distanza da me, e ne ho viste ben poche, nonostante la stagione propizia. Anche questo si può fare solo per brevi periodi, perché l’Autan fa male anche a noi oltre che alle zanzare.
Domenica 21 siamo andati alle 6.30 a una messa in liturgia Zairese, in liNgala, che è durata circa tre ore, ma non è stata per niente noiosa. La gente in abiti coloratissimi e tutti allegri, tutti i ministranti e i ministri della comunione con tuniche vivaci, file di bambine in bianco coi guanti bianchi e gonnellini da scimmiette, il celebrante principale con una bella casula, lo scacciamosche da presidente dell’assemblea e uno strano e bel copricapo. La messa è cantata (bellissimo!) e ballata, con strumenti a percussione, e ricorda molto la famosa Messa Luba degli anni ’60. Con l’America Latina nel sangue, non ho difficoltà a dimenarmi (quello che in Brasile si chiama requebro o ginga) e a fare passi di samba, nella processione iniziale e poi sull’altare nelle varie fasi della liturgia. Ho saputo poi che vari del clero e dell’assemblea liturgica (circa 1200 persone) se ne sono dichiarati molto contenti. Al momento dell’aspersione dell’acqua liturgica, prendendo l’acqua in grandi secchi dal fonte battesimale, comincio a spruzzare timidamente poche gocce d’acqua sui fedeli, passando tra i banchi lungo le navate, anche perché vedevo che la gente, automaticamente, chiudeva gli occhi; ma mi è stato detto di abbondare, e allora ne ho spruzzata moltissima con l’aspersorio a forma di pennellone, consumandone vari secchi e inondandomi tutto, con evidente gioia popolare. Ritornando all’altare mi venne offerto un asciugamano e, con qualche dubbio sul metodo, mi sono asciugato anche la faccia e la testa e gli occhiali; ho visto poi con soddisfazione che il celebrante locale faceva lo stesso.
Il pomeriggio abbiamo fatto l’unica gita fuori città: con alcuni seminaristi e un autista siamo andati a sud di Kin a visitare un parco con una cascatella, su un subaffluente del fiume Congo, che formava un laghetto a valle, in ambiente abbastanza naturale. Un bel bagno e una bella doccia sotto la cascata (seguita poi a casa da una bella doccia [fredda, come sempre] abbondante e molto sapone). Sulla spiaggia c’erano orme strane, che all’inizio mi sembravano di coccodrillo; ma studiandole bene mi sono convinto che erano di scimmie, dato che avevano le punte delle dite rotonde e i piedi con cinque dita (i coccodrilli ne hanno quattro). Ci siamo anche bevute delle belle birre. Per la verità ne ho bevuta poca, perché mi sono internato un po’ lungo il fiumicello, osservando dei martin-pescatore, delle rane, i fiori, delle mimose pudiche.
In casa Cavanis, buchi di pallottole sulle finestre e sui muri e fori da schegge di mortaio sulle lamiere ondulate del tetto ricordano che la situazione è abbastanza precaria. La casa era stata assaltata da un gruppo di soldati fedeli a Mobutu, tempo fa, al tempo della presa di possesso da parte di Cabila; erano venuti in 12 di notte e dopo spari vari, si erano portati via col camion tutti i mobili, gli elettrodomestici e tutta la roba, per fortuna senza ammazzare nessuno dei padroni di casa, quelli che poi ce l’hanno affittata.
L’impressione più grande l’ho avuta dalla sofferenza del popolo di Kinshasa e dintorni, che ho potuto vedere; in altre parti del territorio, dove c’è ancora guerra, essa è anche peggiore. Stupisce l’incompetenza dell’attuale governo (il presidente attuale era tassista), l’incapacità di controllare il territorio, di provvedere ai servizi pubblici d’ogni genere (poste, telefoni, treni, autobus urbani sono completamente assenti; gli ospedali fanno paura), di distribuire organicamente anche le più elementari derrate alimentari, di rimettere in piedi, dopo la guerra, i mezzi di produzione. I disoccupati sono la maggioranza e tutti cercano di vivere d’espedienti e d’arrangiarsi per sopravvivere.
La chiesa cattolica, che è ampiamente maggioritaria, è forse l’unico ente che riceva rispetto e che dimostri qualche energia, in questa terra dimenticata; anche se in passato, al tempo dei Belgi, ne ha fatti di sbagli! Lo sbaglio principale è stato probabilmente quello di avere e gestire, con fondi governativi e su istruzioni del governo, la maggiore e migliore rete di scuole primarie; ma di non avere licei e università. All’indipendenza (1960) in Congo c’erano soltanto 16 laureati! E ciò accadeva di proposito, da parte del governo coloniale, “perché non si formassero élite intellettuali separate dal popolo” il che, tradotto, vuol dire: perché non si formassero élite critiche e antieuropee.
Ho ammirato molto il coraggio e la generosità e l’amore del popolo da parte dei missionari che ho conosciuto, anche da parte dei nostri, che pure sono lì da pochi mesi, e mi hanno molto edificato, come scrivo in un documento a parte.
Devo dire che, dopo una difficile traversata dei vari uffici di controllo, dogana e sicurezza all’aeroporto, sono partito con un certo senso di liberazione e di respiro, anche se non è la prima volta che mi trovo in paesi tropicali, in situazioni politiche difficili e/o di guerra e di violenza, sia in Africa sia altrove.
Sull’aereo dell’Air France, con un bel pasto all’europea sul tavolinetto e un bicchiere di buon vino francese in mano, ho provato sollievo, ma anche una buona dose di rimorso a nome di tutti noi del nord del mondo. E prima o poi, credo che ci vorrò tornare.
Giuseppe
Venezia, 27.11.04
Nel primo semestre del 2005, si lavora parecchio a livello di formazione. I due professi latinoamericani inviati in Congo dal preposito per aiutare (tendenzialmente) il P. Antônio A. Vilasboas, il professo temporaneo Alexander (Alex) Rojas Villa (colombiano) e il professo temporaneo fratel Claudio Llacsawanga (peruviano) che avevano già seguito un corso di lingua francese presso i Missionari della Consolata nel semestre precedente, frequentano in questo semestre il corso per missionari nell’Istituto Mazenod. Intanto, Jean Claude (quarto anno), Tiburce e Jean-Jacques (primo anno), i più anziani dei seminaristi postulanti, frequentano il corso di teologia nello stesso Istituto Mazenod; e i postulanti “filosofi” Augustin, Théodore e Benjamin frequentano il primo anno di filosofia nel seminario diocesano St. André Kaggwa. Questi sono stati i nostri primi contatti con quelle due preziose e care istituzioni.
Nello stesso periodo si lavorava alla ristrutturazione e al restauro dei piccoli edifici della casa (in origine un allevamento di polli) che doveva servire per la Maison d’Accueil Cavanis, la cui apertura con il primo gruppo di bambini e ragazzi era imminente.
2005 (9 giugno) – A Kinshasa, R.D.C. Il nostro seminario, che ospita una quindicina di seminaristi aspiranti e/o postulanti, quasi tutti congolesi della Repubblica Democratica del Congo (Congo-Kinshasa) ma anche un giovane proveniente dalla Repubblica del Congo (Congo-Brazzaville), si sposta nella nuova sede, che diventerà anche sede della Delegazione, nel quartiere Joli Parc, a Ma Campagne, Commune de Ngaliema, all’Avenue Chemin de la Forêt, 7.
2005 (2 luglio) P. Preposito Pietro Fietta si incontra a Roma con l’arcivescovo di Kinshasa Card. Frédéric Etsou Nzabi Bamungwabi e ne è accolto con molta cordialità. Fu qui a Roma che il cardinale diede al preposito la lettera di benvenuto all’Istituto che si ritenne erroneamente un decreto formale di accettazione della congregazione in diocesi.
Il 23 luglio 2005 la comunità Cavanis viene ammessa come membro dell’ASUMA. Assemblea dei Superiori Maggiori del Congo.
2005 (14 settembre) – A Kinshasa, R.D.C., P. Antonio Vilasboas apre, con un piccolo gruppo iniziale di una quindicina di bambini e adolescenti, la casa d’accoglienza «Maison d’Accueil Cavanis au Nom de Jésus» (MAC in sigla), nel territorio della Parrocchia di S. Luca, pure nel quartiere Joli Parc ma all’Avenue Mpia, Ma Campagne, Commune de Ngaliema, a circa mezz’ora a piedi di distanza dalla casa di comunità.
2005 (29 settembre) – Arrivo in Congo di P. Giuseppe Leonardi, come formatore, in vista anche dell’inizio del primo anno di noviziato.
Il 15 ottobre successivo, lo stesso padre inizia a dare il corso di esegesi del Pentateuco ai seminaristi di vari istituti religiosi del I anno di teologia nell’Istituto-Facoltà Saint Eugène de Mazenod, presentando anche una sua dispensa del corso, composta in tutta fretta, naturalmente parlando e scrivendo in francese, cosa non facile, dato che la richiesta da parte dei PP. Oblati era stata fatta pochi giorni prima del suo arrivo in Congo. Assume anche il compito di formatore degli aspiranti e postulanti Cavanis.
2006 (10 agosto) – Decreto del preposito generale per l’erezione canonica del noviziato “P. Sebastiano Casara” a Kinshasa, Repubblica Democratica del Congo, situato all’Avenue Chemin de la Forêt. Primo P. Maestro dei novizi è nominato il P. Giuseppe Leonardi. In seguito.il 10 dicembre, accetta il suggerimento e la richiesta del P. Leonardi e dei novizi di chiamare con il nome di “P. Sébastien Casara” il noviziato di Kinshasa. Autorizza inoltre il primo anno del noviziato.
2006 (25 agosto) – Il primo anno di noviziato, con otto novizi di tre diverse annate, inizia il 25 agosto 2006 con una celebrazione cui partecipa al posto di onore il vescovo ausiliare di Kinshasa Mons. Edouard Kisonga. Il P. Preposito, P. Pietro Fietta, era partito di Roma per presiedere l’evento, ma rimane bloccato a Parigi a seguito della chiusura dell’aereoporto di Kinshasa, data la situazione di guerra che si è creata nella capitale Kinshasa. Raggiunge Kinshasa appena possibile. Ci saranno anche altri momenti di guerra e guerriglia a Kinshasa, mentre all’est del paese continua la situazione tristissima di guerra guerreggiata permanente, fino ad oggi, con un totale di 4 a 6 milioni di morti.
2006 (14.12) – Acquisto del lotto di un ettaro e 40 are della MAC dal proprietario, sig. Boniface Zoao, già primo governatore congolese di Kinshasa dopo l’Indipendenza del paese, dal 1960 al 1965. Il sig. Zoao ci aveva concesso il lotto in nostro uso gratuito durante il primo anno e mezzo, e lo vende ora a un prezzo conveniente, per amore dei bambini che ivi sono e saranno ospitati. Gli si promette che la cappella sarà benedetta a suo tempo in onore di S. Bonifacio.
Quest’atto di acquisto è importante anche perché significa mettere radici in R.D.C. in forma più stabile; dà fiducia ai novizi, anche a fronte della debolezza della presenza iniziale di religiosi Cavanis in Congo (un solo religioso all’epoca).
2007 (15.2)– Atto di acquisto del terreno e delle case (palazzina principale e case minori sul fondo) del seminario, all’avenue Chemin de la Forêt, dalla famiglia Mavinga Lopes Mavova, acquisto operato presso l’avvocato Maître Indole. Il processo dell’acquisto è stato complicato dal fatto che si è scoperto che la signora Maria Elena Mavinga Lopes, che aveva offerto in vendita la casa (al P. Vilasboas – da qualche tempo ritiratosi dal Congo), dopo un anno e mezzo di presenza della comunità Cavanis nella nostra prima casa in situazione di affitto, non ne era in realtà la proprietaria, avendo già passato la proprietà a sei persone tra figli e nipoti. L’operazione, dopo messe in chiaro le cose e avendo ottenuto una procura da parte dei veri e vari proprietari, che abitavano a Lisbona, a Bruxelles e a Kinshasa, si è comunque conclusa bene. Deo gratias et Beatae Virgini Mariae.
2007 (25 agosto) – Professione temporanea del primo gruppo di sette professi temporanei della nostra Delegazione a Kinshasa, presieduta dal vicario generale P. Piero Fietta.
2007 (27 settembre) – P. Giuseppe Leonardi è nominato secondo superiore delegato della Delegazione in Congo R. D. C. Lo era di fatto, se non de jure, fin dal 15 settembre 2006, con la partenza del primo delegato, P. Antônio Aparecido Vilasboas.
2007 (28 settembre) – Su suggerimento del superiore delegato in R.D.C., il preposito chiede al provinciale dei gesuiti dell’Africa centrale, residente a Kinshasa, il P. Donatien Bafuidinsoni, la concessione di un podere di circa 4.000 m² (quattro ettari) per costruirci e instituirci il noviziato. Il podere sarà poi concesso, alla condizione di costruirci una casa di formazione. La Congregazione purtroppo più tardi rinuncerà all’idea di istituire là il noviziato, e il superiore delegato sarà costretto a dichiarare al superiore provinciale dei gesuiti la rinuncia alla concessione. Il noviziato continuerà a svolgersi nella casa e nel piccolo terreno dell’avenue Chemin de la Forêt.
2007 (4 ottobre) – Arrivo a Kinshasa di P. Manoel Rosalino Pereira Rosa, brasiliano, assieme a don Alessandro Colonna di Stigliano (don Sandro), prete fidei donum della diocesi di Lugano in Svizzera, che vengono ad arricchire della loro preziosa presenza la piccola delegazione, che finora comprendeva soltanto un sacerdote professo. Essi iniziano immediatamente il loro semestre di preparazione partecipando al corso semestrale per missionari. Don Sandro rimarrà con noi a Kinshasa un anno e otto mesi e si occuperà in questo tempo, dopo concluso il corso, della MAC. P. Manoel, dopo il corso, si occuperà inizialmente della formazione degli aspiranti e postulanti (e rimarrà a Kinshasa da 2007 al 2019, quando eletto preposito generale) mentre P. Leonardi continua a dedicarsi ai novizi e ai teologi.
30 dicembre 2007-2 gennaio 2008 – XX Riunione della Famiglia Calasanziana d’Africa-FCA, celebrata su invito dei Cavanis, a Kinshasa, per la prima volta, dato che c’è ora in Congo la comunità Cavanis e anche, sia pure in modo provvisorio, i due religiosi Scolopi che studiano all’università dei Gesuiti (Canisius) in questa città, Fratel Wilfrid e P. Romeo. Per noi è stato un onore e un piacere, ma anche una responsabilità e una quantità di lavoro. La riunione della FCA gode della presenza del Preposito generale P. Alvise Bellinato, del Preposito generale degli Scolopi, P. Jesus Maria Lecea, delle Superiore generali delle Suore Calasanziane e della Suore Scolopie, dei vari provinciali delle parti territoriali corrispondenti nei paesi africani (soprattutto dell’Africa occidentale e centrale) e di altri religiosi e religiose della FCA.
2007 (31 dicembre) – Posa della prima pietra di fondazione del nuovo edificio della “Maison d’Accueil Cavanis”-MAC a Kinshasa, Repubblica Democratica del Congo, durante la celebrazione della XX Riunione della Famiglia Calasanziana d’Africa, e con la partecipazione delle autorità e di altri confratelli e consorelle della FCA, sopra ricordati.
2008 (4 aprile) – P. Giuseppe Leonardi, superiore delegato, firma a Kinshasa, Repubblica Democratica del Congo, i contratti relativi alla prima fase di lavori di recinzione e drenaggio del lotto della MAC e di costruzione del nuovo edificio della Casa d’Accoglienza – MAC e della Scuola primaria Cavanis.
2008 (23 maggio) – Si ottiene il diritto di servitù di passaggio su un terreno adiacente al lotto della MAC, terreno che è di proprietà del demanio, in particolare della compagnia di bandiera Linee Aeree Congolesi (LACs), attraverso il ministero del Portafoglio, perché la nostra stradina di accesso originaria non è sufficiente per il passaggio dei camion per il cantiere di costruzione del nuovo edificio.
2008 (8 settembre) – Data storica, dies signanda albo lapillo. Inizio della nostra prima scuola elementare in Congo R.D.C., a Kinshasa. La casa per la verità non è ancora pronta, tutt’altro, e si corre il rischio di cominciare cosí, nelle due aule già pronte, con il cantiere in funzione tutto intorno. È comunque una data storica. Prima scuola Cavanis in Africa. In questo periodo si continua per due anni a costruire il nuovo edificio in quattro moduli successivi, mentre gradualmente si distrugge il vecchio edificio fatiscente, che occupava la stessa area.
2009 (febbraio) – P. Leonardi assume una quarta cattedra di S. Scrittura (oltre alle due nella Facoltà teologica dell’Istituto Mazenod e una nella facoltà filosofica Saint André Kaggwa), questa nella facoltà di Missiologia.
2009 – (2 marzo) – Partenza di P. Manoel Rosa e degli aspiranti per la MAC, alla loro nuova casa dell’Aspirantato, occupando il primo piano del primo modulo della MAC. La casa non è ancora del tutto pronta e l’ambiente, senza ancora il secondo modulo, è ristretto. Tuttavia era ora di separare due fasi della formazione, e ne siamo contenti, Rimangono alla casa del Chemin de la Forêt il Noviziato e lo Scolasticato.
2009 (3 luglio) – A Kinshasa, R.D.C. Data del riconoscimento della personalità giuridica alla nostra delegazione, come Associazione senza fini lucrativi (ASBL) “Congregazione delle Scuole di Carità-Istituto Cavanis”, con il decreto ministeriale n° 73/CAB/MIN/J/2009, del 3.7.2009 del ministero della Giustizia e dei Diritti Umani. Grande gioia, ci siamo arrivati molto in fretta e senza grandi spese. Ne ringraziamo il Signore e la Madonna.
2009 (luglio) – Don Sandro Colonna lascia la delegazione e ritorna in Svizzera. P. Leonardi deve lasciare l’insegnamento nelle 4 cattedre di insegnamento della S. Scrittura al clero congolese e la mattina assume la cura della M.A.C, sostituendo così don Sandro Colonna.
2009 (7 luglio) – Il ministero della Giustizia e dei diritti umani della Repubblica Democratica del Congo concede alla nostra Delegazione in Congo R.D.C. lo status di Associazione senza scopi lucrativi – ASBL, e la personalità giuridica, a tempo di record. In seguito a questo decreto e al riconoscimento della personalità giuridica, si comincia ad operare il passaggio della proprietà delle due parcelles o lotti del seminario di via Chemin de la Forêt e della MAC/Aspirantato-Postulato dalla Associazione dei Superiori Maggiori- ASUMA, che le aveva comprate a suo tempo a nome nostro e con il nostro denaro, alla nostra Delegazione e Congregazione.
Don Sandro Colonna ci ha lasciato il 31 luglio 2009, e al suo posto è giunto da pochi giorni P. Luigi Scuttari, già superiore delegato della Romania per otto anni; quest’ultimo però rimarrà con noi circa tre mesi e poi ritornerà in Italia.
2010 (3 febbraio) – Arrivo a Kinshasa, via Roma e Venezia, del P. Braz Elias Pereira, padre brasiliano recentemente ordinato presbitero. Viene provvidenzialmente e generosamente per aiutarci soprattutto nella formazione. Dopo circa due settimane, comincia un corso di francese (ottimo) presso il teologato dei Missionari della Consolata, nostri buoni vicini. Si è deciso questa volta, a differenza dei casi precedenti, di far frequentare ai nuovi confratelli che non parlano francese, prima un corso di francese per un semestre, e poi il corso semestrale per missionari.
2010 (9 giugno) – Riceviamo il sospirato decreto di accettazione della nostra Congregazione nell’arcidiocesi di Kinshasa. Si credeva, infatti, che fosse sufficiente una lettera di benvenuto generico del card. Etsou, del 2005, ma dopo la sua morte e l’accessione di arcivescovo di Mons. Laurent Monsengwo, più tardi cardinale, ci era stato richiesto di fare le pratiche per avere una formale approvazione. La pratica è stata lunga e difficile, ma finalmente ci siamo arrivati. Ne siano ringraziati il Signore e la Madonna.
2010 (30 luglio) – Il Ministro della Scuola firma il decreto di agrément (parifica) della nostra scuola alla MAC!!! Deo gratias. La parifica è valida per la scuola materna (che non abbiamo intenzione di realizzare), per la scuola elementare, e per il biennio della scuola secondaria di base.
2011 (3 marzo) – Inaugurazione della statua di S. Bonifacio nella Cappella dell’Aspirantato. Presente il sig. “Papà” Boniface Zoao e tutta la famiglia. La collocazione della statua era stata promessa da P. Toninho Vilasboas al sig. Boniface come segno della nostra riconoscenza, e la promessa si è compiuta in questa data.
2011 (29 marzo) – A Kinshasa, R.D.C. Inaugurazione del nuovo edificio della MAC, Scuola Elementare Cavanis “Renato Gelli” e l’Aspirantato/Postulantato. Partecipa, come principale invitato, oltre al Preposito generale, P. Alvise Bellinato, l’arcivescovo di Kinshasa Card. Laurent Monsengwo Pasinya, che presiede la celebrazione di inaugurazione e benedizione del nuovo edificio, C’erano anche Mgr. Kisonga, vescovo ausiliare, rappresentanti del ministero della scuola; l’ambasciatore del Brasile; il vice-bourgmestre; altre autorità, clero e fedeli.
2012 (19 marzo) – A Kinshasa, R.D.C.. Ordinazioni diaconali dei nostri tre primi diaconi congolesi. È da questa prima leva, o, come si dice in Congo, “promotion“, uscita dal primo noviziato 2006-2007, che escono i tre religiosi e diaconi: Tiburce Mouyéké Barbeault, Théodore Muntaba Eyor’Mbo e Benjamin Insoni Nzemé che sono stati ordinati diaconi oggi. La celebrazione si è compiuta nella chiesa parrocchiale di Maria Ausiliatrice, dei PP. Salesiani, nel quartiere di Masina-Petrocongo.
La celebrazione è riuscita benissimo, con la presenza di almeno 1500 persone in chiesa e molte fuori, il vescovo celebrante Mons. Edouard Kisonga, una sessantina di sacerdoti e molti religiosi e religiose. Essa è durata cinque ore.
Ci sembrava di essere in cielo, tanto eravamo contenti e estasiati. Il rito è stato bellissimo, con molta musica, l’inevitabile danza, gli strumenti di percussione. Le acclamazioni e gli “Amen” erano tali da far tremare i vetri delle finestre, come raccontava e raccomandava S. Agostino, che del resto era africano.
30.9.2012 – Dopo aver già effettuato un lungo stage alla delegazione Cavanis nelle Filippine a partire dal 22.1.09, e dopo essere stato ordinato diacono a Kinshasa con gli altri due, il confratello Tiburce Mouyeke viene trasferito stabilmente dal P. Preposito Alvise Bellinato in quella parte territoriale, dove viene ordinato sacerdote il 30 settembre 2012 a Davao. Egli apparteniene alla stessa “leva” di leviti Cavanis, e ivi è nominato in seguito maestro dei novizi. P. Tiburce è quindi il primo padre Cavanis africano ordinato prete, e anche per ora, il primo e unico Cavanis del Congo-Brazzaville.
2012 (11 ottobre) – Apertura della nuova Casa religiosa dello Studentato o Scolasticato della Delegazione Cavanis nella Repubblica Democratica del Congo, a Kinshasa, all’Avenue Lieutenant Colonel Pilote Mpia n°55. Prima, lo Scolasticato era situato in un edificio minore nello stesso lotto del Noviziato. Il Maestro dello Scolasticato viene nominato nella persona del P. Manoel R.P. Rosa.
21.11.2012 – P. Tiburce Muyéké Barbeault, già della delegazione del Congo, e comunque congolese (R.C.), appena ordinato prete Cavanis a Davao, il 30 settembre 2012, è stato nominato dal preposito generale, P. Alvise Bellinato, con consenso del Consiglio generale e poi del Capitolo generale XXXII, maestro dei novizi nella Delegazione della Filippine. Tale nomina sarà approvata più tardi (e dipende da) dalla Santa Sede, per difetto di età di ordinazione. Um grande onore per la giovane Delegazione del Congo!. Tiburce del resto ha una grande cultura, un’età sufficientemente avanzata, ben più degli altri, e parla varie lingue tra cui l’inglese. Contavamo che fosse formatore qui in Congo, ma, si faccia la volontà del Signore e dei superiori.
25.11.2012 – Dies signanda albo lapillo! Ordinazione presbiterale dei nostri due altri professi perpetui e diaconi Théodore Muntaba Eyor’Mbo e Benjamin Insoni Nzemé, a Kinshasa, alla parrocchia di S. Francesco di Sales. Questa si è svolta a partire dalle 9.30 del mattino ed è terminata verso l’una. Il vescovo ordinante era Mons. Edouard Kisonga, vescovo ausiliare, da molti anni amico dell’Istituto.
Alla celebrazione, oltre al vescovo consacrante Mons. Kisonga – l’arcivescovo card. Laurent Monsengwo Pasinya non aveva potuto celebrare personalmente essendo partito di nuovo per Roma per l’inizio del concistoro – hanno partecipato varie centinaia di persone: i fedeli della parrocchia, varie comunità ecclesiali di base, molte religiose, molti seminaristi, tra cui i nostri, una trentina, e 27 preti concelebranti, tra cui vari religiosi amici e anche nostri collaboratori nelle nostre opere e nella formazione, i parroci delle parrocchie dove si trovano le nostre case, il rettore del seminario diocesano S. André Kaggwa dove studiano i nostri seminaristi filosofi, e il segretario accademico dell’Istituto S. Eugenio de Mazenod, dove studiano i nostri teologi; oltre a vari altri padri oblati della stessa istituzione, tra cui il caro amico P. Domenico (Mimmo) Arena.
La celebrazione è stata splendida, nell’ “antica” e bella chiesa di S. Francesco di Sales (1938), condotta con solennità, cordialità estrema e grande spirito pastorale, in Lingala, dal vescovo; il coro locale era stato rinforzato dal famoso coro di don Makamba, di cui faceva parte P. Théodore, che è musicista apprezzato, già prima di entrare in Istituto. La partecipazione del popolo, tra cui le famiglie dei due ordinandi erano fortemente rappresentate, è stata, come sempre accade in Congo, molto viva, sentita, commossa; da parte di tutti è stata partecipata, nel canto, nel ritmo, nella forte spiritualità liturgica, ecclesiale, nella commozione profonda. Anche più profonda la nostra commozione di padri Cavanis, al momento di imporre anche noi le mani a questi nostri confratelli, i primi due (tre assieme a P. Tiburce) padri Cavanis africani e congolesi, e, tra l’altro, al momento della loro vestizione con le belle nuove casule bianche fregiate dallo stemma dei Cavanis. Mentre P. Manoel e P. Elias aiutavano a rivestire rispettivamente i nuovi padri Théodore e Benjamin di questi paramenti, di taglio congolese, recanti lo stemma Cavanis, ci sembrava di sentire vicini, anzi di vedere accanto a me, P. Antonio e P. Marco Cavanis, i nostri amati fondatori, commossi anche loro in questo momento cosí bello, essi che volevano la Congregazione estesa a tutto il mondo.
30 novembre-3 dicembre 2012 – Lungo e bellissimo viaggio, di quasi 2.000 km in jeep a Kikwit e a Dibaya-Lubwe, ambedue nella provincia di Bandundu, per le messes de premices, ossia prime messe solenni, dei due neo-sacerdoti Cavanis congolesi. Vi partecipa anche il superiore delegato P. Giuseppe Leonardi, che vi tiene discorsi a braccio in kikongo. P. Benjamin Insoni la celebra la domenica 2 dicembre nella cattedrale di Kikwit (diocesi di Kikwit), che è anche la chiesa parrocchiale della parrocchia S. Francesco Saverio, in cui abita la sua famiglia; P. Théodore celebra la sua prima messa la domenica successiva, 9 dicembre nella pittoresca borgata di Dibaya-Lubwe (diocesi di Idiofa), sulle rive dell’imponente fiume Kasay, affluente di sinistra del fiume Congo, in ambiente di foresta equatoriale. Ambedue le celebrazioni risultano bellissime e piene di entusiasmo. Nel corso del viaggio si visitano le due diocesi e i vescovi rispettivi, e si discutono possibilità di espansione della delegazione nell’interno. Ci saranno poi altre “prime” messe dei due neo-sacerdoti anche a Kinshasa in diversi ambienti amici.
2013 (6 giugno) – A Kinshasa, R. D. C. Giornata storica. Per la prima volta, i 29 ragazzini/e del sesto anno della Scuola Cavanis di Kinshasa si presentano agli esami di stato, detto in sigla TENAFEP, che, come si usa, si fanno in un’altra scuola, cattolica convenzionata. Si saprà poi che tutti sono stati promossi. Si chiude un ciclo, cominciato nel 2008, con la conclusione del primo sessennio, ossia della prima scuola elementare completa. Da notare che nel 2008-2009 si era cominciato con la prima e anche con la seconda classe elementare.
Luglio-Agosto 2013 – P. Théodore Muntaba Eyor’Mbo è il primo Cavanis congolese a partecipare come delegato eletto a un capitolo generale della Congregazione.
Durante questo 33° capitolo generale ordinario il P. Manoel R.P. Rosa è eletto consigliere generale. A partire da ora, per sei anni, fino al 34° capitolo generale de 2013, parteciperà alle riunioni del consiglio generale a Roma.
2013 (22 agosto) – P. Braz Elias Pereira è nominato secondo Maestro dei novizi della Delegazione nella Repubblica Democratica del Congo a Kinshasa. Nel settembre successivo inizia il 5° anno di noviziato Cavanis in Congo.
2014 (21 gennaio) – Inizia in questa data, nella memoria di S. Agnese, santa cara all’Istituto e alla sua storia, la celebrazione del decennale della fondazione dell’Istituto Cavanis nella Repubblica Democratica del Congo. Tale celebrazione tiene il suo punto alto il 16 marzo 2014, con la presenza del preposito generale P. Pietro Fietta, dell’arcivescovo di Kinshasa, il card. Laurent Monsengwo Pasinya e di Mons. Edouard Kisonga vescovo ausiliare. Laus Deo et Mariae.
2014 (17 febbraio) – P. Manoel R. P. Rosa, già da quasi sette anni presente come missionario e formatore nella Delegazione Cavanis nella Repubblica Democratica del Congo, è nominato terzo Superiore Delegato della Delegazione congolese. Sostituisce così P. Giuseppe Leonardi, che ha ricoperto questa carica dal 2006 e che viene trasferito a Venezia, Italia, dove giungerà il 27 marzo 2014.
2014 (16 marzo) – Celebrazioni ufficiali del decennale 2004-2014 della Delegazione, con la presenza del preposito P. Pietro Fietta; presiede la celebrazione eucaristica, in modo imprevisto e come dono di amicizia, senza che lo avessimo invitato, tenuto conto della grandezza della diocesi e dei suoi numerosi impegni a Roma, l’arcivescovo, il cardinal Laurent Monsengwo Pasinya! Mons. Edouard Kisonga, vecchio amico dell’Istituto, che ci ha seguiti dall’inizio e che era stato invitato a presiedere, partecipa e concelebra. Sono presenti anche molti altri invitati. Molti religiosi e preti ci chiedevano: “Ma come avete fatto? Noi non ci riusciamo mai ad aver il cardinale!”.
Il giorno successivo, l’arcivescovo completa il suo gesto di bontà invitando il preposito generale e P. Giuseppe Leonardi a pranzo nel suo modesto appartamento privato.
2014 (26 marzo) – P. Giuseppe Leonardi lascia il Congo, trasferito a Venezia. Ritornerà in Congo a Kinshasa, per dare dei corsi ai novizi e ai propedeutici, dall’ottobre a dicembre 2014, residendo in questo tempo nello studentato teologico a Av. Mpia, e sostituendo P. Manoel Rosa.
2014 (1° agosto) – Ordinazione presbiterale del P. (Trésor) Célestin Muanza-Muanza, quarto padre Cavanis congolese, nella cattedrale di Kinshasa, per le mani del cardinale arcivescovo Laurent Monsengwo Pasinya. Celebrerà poi la prima messa solenne nella sua parrocchia di san Gyavira (il patrono della parrocchia è uno dei martiri d’Uganda) nel quartiere di Pompage, Kinshasa. P. Célestin dopo terminati gli studi teologici alla pontificia Università Lateranense era stato ordinato diacono a Roma nella parrocchia dei SS. Marcellino e Pietro.
Il 12 ottobre 2014 e fino al 23 dicembre quasi a Natale P. Giuseppe Leonardi ritorna per un periodo a Kinshasa, per dare corsi ai novizi e ai propedeutici, occupandosi per quel periodo anche della residenza dello studentato, sostituendo P. Manoel, che si trovava all’estero.
Il 31 ottobre 2015 è inaugurato e benedetto dal preposito generale P. Pietro Fietta il nuovo edificio del Postulandato, con la sua cappella, costruito dentro del complesso della MAC a Kinshasa. Maestro degli Aspiranti e Postulanti e direttore del Postulandato è il P. Théodore Muntaba Eyor’Mbo.
Dall’11 al 14 novembre 2015 il superiore delegato della delegazione del Congo, P. Manoel Rosalino Pereira da Rosa accompagna il P. Preposito e visita con lui il vescovo di Pemba in Mozambico settentrionale, per prendere gli ultimi accordi per l’apertura di una nostra casa (e più tardi delegazione) in quella diocesi e in quel paese; una nuova attività missionaria della quale dovranno occuparsi almeno all’inizio particolarmente i religiosi Cavanis de Congo.
Un mese dopo, il 14 dicembre 2015, P. Benjamin Insoni Nzemé parte per il Brasile, dove rimane il tempo necessario per imparare la lingue portoghese, in full immersion, vivendo con i confratelli di quella provincia, per poter poi trasferissi già conoscendo la lingua, in Mozambico, come superiore della nuova missione a Macomia.
Il 3 luglio 2016 nella cattedrale di Kinshasa è ordinato prete P. Danier Jr Musulu Nkoy, per le mani del card. Arcivescovo Laurent Monsengwo Pasinya. Grande gioia nella comunità e nella Congregazione.
Durante il 2016, P. Benjamin Insoni Nzené passa otto mesi in Brasile, per imparare perfettamente il portoghese, in vista del suo incarico di superiore (e fondatore) della nuova parte territoriale Cavanis in Mozambico, la cui lingua ufficiale è il portoghese, anche se in realtà sono fondamentali le lingue locali, del gruppo bantù. Ritorna in Congo il 2 settembre 2016.
Nel frattempo, anche alcuni seminaristi teologici della Delegazione del Congo vanno a studiare teologia in Brasile, oltre a quelli che da anni stanno studiando o hanno studiato a Roma al Laterano.
L’8 ottobre 2016 P. Benjamin Insoni parte per Macomia nel Mozambico, diocesi di Pemba, per aprire la prima casa Cavanis in quel paese, servendo al popolo di Dio nella parrocchia di S. Giovanni Bosco. Un’ampia relazione sugli inizi della missione Cavanis a Macomia, la presa di possesso, l’incontro con il vescovo e con il popolo si trovano nel Notiziario luglio-dicembre 2016; e più sotto, nella sezione sul Mozambico.
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Un aspetto interessante della vita dei religiosi Cavanis a Kinshasa, è, fin praticamente dall’inizio della delegazione, lo stretto rapporto di amicizia fraterna con la comunità delle suore Canossiane, in ricordo venerante dell’aiuto reciproco e della cordiale fraternità fra i fondatori dell’Istituto e Santa Maddalena di Canossa, loro fondatrice.
Altra ordinazione presbiterale è quella di P. Clément Boke Mpamfila, ordinato pure a Kinshasa, il 21 maggio 2017, quando già si trovava inviato come diacono, dal 2016 alla nuova missione a Macomia nella diocesi settentrionale di Pemba in Mozambico. Da notare e ricordare che P. Clément è in qualche modo parente (da parte di madre) e praticamente compaesano del Card. Laurent Monsengwo.
Alla fine del 2017 i padri Cavanis congolesi (includendo ambedue i paesi di questo nome, R. C. e R. D. C.) sono sei: P. Tiburce Mouyéké Barbeault; P. Théodore Muntaba Eyor’Mbo; P. Benjamin Insoni Nzemé; P. Célestin Muanza-Muanza; P. Daniel Jr Musulu Nkoy e P. Clément Boke Mpamfila. Quattro di loro sono in missione all’estero, e due in missione nella RDC.
Nella delegazione del Congo-R. D. C. si sente la necessità e l’urgenza di poter aprire altre case nell’interno del paese. Attualmente infatti, pur dopo 15 anni di presenza e attività, l’unica casa di impegno pastorale è quella della Maison d’accueil Cavanis-MAC, ossia la Casa di accoglienza cavanis per bambini/e e ragazzi/e; e le tre case di formazione: aspirantato/postulandato, noviziato, studentato.
Altri tre giovani congolesi son ordinati preti dei Cavanis, a Kinshasa, il 13 maggio 2018: si tratta di Rodolphe Héritier Bwene, François Kanyinda Mpinga e Emmanuel Kifuti Kiese. Giorno di grande goia, come dice in cognome Kiese dell’ultimo dei tre.
Nel 35° Capitolo generale ordinario del luglio-agosto 2019, P. Manoel R.P. Rosa fu eletto preposito generale della congregazione, e lasciò dunque il Congo. Nominò in seguito P. Braz Elias Pereira superiore delegato del Congo; questi rimane anche maestro dei novizi, anche se nel 2019 non si ha noviziato.
Il 26 ottobre del 2019, a Kinshasa, ricevette l’ordinazione presbiterale a Kinshasa il P. Jean Banika Kayaba Masoka (detto Jeansy), che prima e dopo dell’ordinazione era di stanza in missione a Macomia, in Mozambico, e lo è coraggiosamente ancora (2021), nonostante la pericolosa situazione di guerra e guerriglia.
Tabella: governi della delegazione della Repubblica Democratica del Congo
Anno | Superiore delegato della parte territoriale | (Vicario) | (Altri ufficiali) |
2004-2007 | Antônio Aparecido Villasboas (dal 16 luglio 2004) | — | Dal 15.9.2006, Leonardi sup. delegato de facto; economo; e maestro dei novizi dal 2006. |
2007-2010 | Giuseppe Leonardi (dal 27 settembre 2007) | (Manoel R.P. Rosa) | Giuseppe Leonardi, economo e maestro dei novizi) |
2010-2014 | Giuseppe Leonardi (fino a 17 febbraio 2014) | (Manoel R.P. Rosa) | Manoel R.P. Rosa, economo; dal 22.8.2013 Braz Elias Pereira maestro dei novizi |
2014-2017 | (dal 17 febbraio 2014) Manoel R.P. Rosa | (Braz Elias Pereira) | Manoel R.P. Rosa, economo |
2017-2019 | Manoel R.P. Rosa Fino al 05 agosto 2019 | (Braz Elias Pereira) | Manoel R.P. Rosa, economo |
2019-2021 | Braz Elias Pereira Dal 05 agosto 2019 Al 30 giugno 2021 | (***) | *** |
2021- … | Emmanuel Kifuti Kiese dal 30 giugno 2021 | .(***) | *** |
Tabella: membri della delegazione della Repubblica Democratica del Congo
anno | Superiore delegato | padri | novizi | seminaristi |
2004-05 | Antônio Aparecido Villasboas | Antônio Aparecido Villasboas | ||
2005-06 | Antônio Aparecido Villasboas | Antônio Aparecido Villasboas, Giuseppe Leonardi | ||
2006-07 | (Antônio Aparecido Villasboas) Giuseppe Leonardi | Giuseppe Leonardi | ||
2007-08 | Giuseppe Leonardi | Giuseppe Leonardi, Manoel R.P. Rosa, (don Sandro Colonna) | ||
2008-09 | Giuseppe Leonardi | Giuseppe Leonardi, Manoel R.P. Rosa, don Sandro Colonna (fino al 31 luglio 2009 | ||
2009-10 | Giuseppe Leonardi | Giuseppe Leonardi, Manoel R.P. Rosa, Braz Elias Pereira (da febbraio 2010), Luigi Scuttari, dal 6 ottobre 2009 al 24 novembre 2009. | ||
2010-11 | Giuseppe Leonardi | Giuseppe Leonardi, Manoel R.P. Rosa, Braz Elias Pereira, | ||
2011-12 | Giuseppe Leonardi | Giuseppe Leonardi, Manoel R.P. Rosa, Braz Elias Pereira | ||
2012-13 | Giuseppe Leonardi | Giuseppe Leonardi (Sup. delegato, Maestro dei Novizi), Manoel R.P. Rosa (Maestro degli studenti), Braz Elias Pereira Responsabile MAC e Aspiranti/Postulanti, Théodore Muntaba (vice maestro dei novizi) Benjamin Insoni Nzemé (Vice formatore Asp./Post.), | ||
2013-14 | Giuseppe Leonardi (fino a febbraio 2014, poi P. Manoel R.P. da Rosa | Giuseppe Leonardi, Manoel R.P. Rosa (superiore delegato da febbraio 2014, direttore studentato), Braz Elias Pereira (maestro dei novizi), Théodore Muntaba (rettore della comunità della MAC dal 25.3.14), Benjamin Insoni Nzemé (responsabile MAC dal 25.3.14) | ||
2014-15 | Manoel R.P. da Rosa | Manoel R.P. da Rosa (superiore delegato, direttore studentato), Braz Elias Pereira (maestro dei novizi), Théodore Muntaba (rettore comunità della MAC dal 25.3.14 ), Benjamin Insoni Nzemé (responsabile della MAC dal 25.3.14) | ||
2015-16 | Manoel R.P. da Rosa | Manoel R.P. da Rosa (superiore delegato, direttore studentato), Braz Elias Pereira (maestro dei novizi), Théodore Muntaba (rettore comunità), Benjamin Insoni Nzemé (direttore della MAC), Daniel Jr Musulu Nkoy | 9 novizi | |
2016-17 | Manoel R.P. Rosa | Manoel R.P. da Rosa (superiore delegato, direttore studentato), Braz Elias Pereira (maestro dei novizi), Théodore Muntaba Eyor’Mbo (rettore della comunità di Kinshasa e responsabile della scuola MAC), Daniel Jr Musulu Nkoy (maestro degli aspiranti e postulanti) | 9 postulanti, 7 novizi. Il 12 ottobre 2016 P. Benjamin Insoni Nzemé parte per fondare la casa a Macomia in Mozambico. Seguono gli altri. | |
2017-18 | Manoel R.P. Rosa | Manoel R.P. da Rosa (superiore delegato, direttore studentato), Braz Elias Pereira (maestro dei novizi), Théodore Muntaba Eyor M’bo (rettore comunità di Kinshasa e responsabile MAC), Daniel Jr Musulu Nkoy (maestro degli aspiranti e postulanti) Diac. Emmanuel Kifuti Kiese | P. Manoel è nominato ancora una volta superiore delegato fino alla fine dell’attuale sessennio | |
2018-19 | Manoel R.P. Rosa | Manoel R.P. da Rosa (superiore delegato, direttore studentato), Braz Elias Pereira (maestro dei novizi), Théodore Muntaba Eyor M’bo (rettore comunità di Kinshasa e responsabile MAC), Daniel Jr Musulu Nkoy (maestro degli aspiranti e postulanti), Emmanuel Kifuti Kiese | Aspiranti e postulanti; 6 novizi; 8 ammessi alla prima professione; 14 altri seminaristi | |
2019-2020 | Braz Elias Pereira | Braz Elias Pereira (superiore delegato, maestro dei novizi), Non c’è quest’anno noviziato; Théodore Muntaba Eyor M’bo *** *** (rettore comunità di Kinshasa e responsabile MAC), Daniel Jr Musulu Nkoy (maestro degli aspiranti e postulanti), Emmanuel Kifuti Kiese |
8. Casa Cavanis di Macomia e altrove in Mozambico (2016-2019)
Su invito del vescovo di Pemba Mons. Luiz Fernando Lisboa, passionista brasiliano, avvenuto nel dicembre 2014, e per decisione del preposito con il consenso del suo consiglio, la delegazione è stata aperta dall’11 ottobre 2016, dopo vari incontri preliminari da parte del preposito P. Pietro Fietta, e anche del delegato del Congo P. Manuel R. Pereira Rosa con il vescovo locale; il primo gruppo di missionari Cavanis sono stati il P. Benjamin Insoni Nzemé (superiore delegato), congolese di Kikwit, il diacono (ordinato prete a Kinshasa poco dopo la sua integrazione nella nuova delegazione) P. Clément Boke Mpamfila, congolese e il missionario laico Valmir Dimas Garcia, già iniziatore con P. Fernando Fietta nel 2000 della delegazione delle Filippine. Egli è brasiliano, mineiro, ossia “nativo dello stato di Minas Gerais”, proviene, infatti, dalla prima casa della Congregazione in quello stato, la parrocchia Santa Maria Mãe de Misericórdia del quartiere Califórnia di Belo Horizonte, accettata dall’Istituto nel 1984.
P. Benjamin Insoni Nzemé e altri erano stati inviati in Brasile, per imparare bene il portoghese e poter quindi svolgere bene il loro compito in Mozambico.
La prima comunità si trova localizzata in Macomia (pronuncia: Macomía), capoluogo del Distretto di Macomia, nella provincia di Cabo Delgado, la più settentrionale della repubblica di Moçambique o Mozambico, prossima alla frontiera con la Tanzania; una regione bellissima, ma anche molto povera e reduce da un lungo periodo di guerre coloniali, post-coloniali e civili. Il distretto di Macomia ha circa 81.000 abitanti. La città capoluogo del distretto, Macomia appunto, si trova a 12°04’12”S; 48°33’11”W. La parrocchia di Macomia dipende dalla diocesi di Pemba.
Dal sito dell’Istituto nella web, (gennaio 2018), ecco alcune notizie sulle fasi dell’apertura della delegazione:
Nel dicembre 2014 il P. Preposito generale riceveva Lettera-invito da parte di Mons. Luiz Fernando Lisboa, Passionista, vescovo di Pemba (Mozambico). Siamo nell’Africa Orientale, con una popolazione di circa 25,2 milioni di abitanti e una superficie di 801.590 km. La capitale del Mozambico è Maputo. Il Mozambico è un’ex-colonia portoghese, indipendente dal 1975; la lingua ufficiale è il Portoghese, ma ci sono naturalmente varie lingue locali.
La diocesi di Pemba è una sede della Chiesa cattolica suffraganea dell’Arcidiocesi di Nampula. Nel 2013 la diocesi contava 621.000 battezzati su 1.968.000 abitanti. Dal 12 giugno 2013 la diocesi è retta dal vescovo Mons. Luiz Fernando Lisboa, C.P. La Diocesi comprende l’intera provincia di Cabo Delgado, nel nord del Mozambico.
Sede vescovile è la città di Pemba, dove si trova la cattedrale di San Paolo. Il territorio è suddiviso in 21 Parrocchie. Nella primavera del 2015 il Vescovo veniva accolto a Roma in Curia generalizia Cavanis, per un colloquio personale col P. Preposito generale; colloquio cui, in parte, ha partecipato anche P. Edmilson Mendes, Procuratore delle Missioni. Il 2 settembre 2015, in sede di riunione con il Consiglio generale, il P. Preposito trattava ufficialmente e in maniera circostanziata una possibile nostra apertura missionaria.
Dal 10 al 14 novembre 2015, il P. Preposito generale, accompagnato da P. Manoel Rosalino P. Rosa – Superiore della Delegazione del Congo – visitava il Vescovo e con lui studiava in loco le possibilità concrete, secondo il Carisma e le nostre disponibilità.
Nel Novembre 2015 il P. Preposito, avuto il consenso del suo Consiglio, ufficializzava questa prossima nuova apertura e ne dava informazione alla Congregazione.
Tale apertura missionaria è un importante segno che il Giubileo straordinario della Misericordia del 2016 lascerà nel cammino del nostro Istituto.
Operativamente, l’arrivo a Macomia è stato organizzato e poi effettuato nel mese di ottobre 2016, mese missionario.
Il P. Preposito stesso ha accompagnato a Macomia i primi missionari, che hanno dato vita alla Comunità Cavanis in terra di Mozambico (due Religiosi e un laico).
Un’ampia relazione sugli inizi della missione Cavanis a Macomia, la presa di possesso, l’incontro con il vescovo e con il popolo si trovano nel Notiziario luglio-dicembre 2016; dato il contenuto, questo testo corrisponde a una relazione scritta dai missionari Cavanis operanti in Macomia. Riproduciamo di seguito la relazione, tradotta opportunamente in italiano:
“La parrocchia San Giovanni Bosco di Macomia è un’istituzione sociale e religiosa della Chiesa cattolica in Cabo Delgado (Diocesi di Pemba) della regione episcopale nord, localizzata nel quartiere Xinavana, distretto di Macomia; la parrocchia dispone di un terreno con una superficie de 137.734 m² per costruzione di infrastrutture.
La regione è adatta per le culture di cotone, mandioca e piante di cajù (cajueiros). La coltivazione di mandioca è la più adatta al tipo di terreno¸la mandioca e il cajù producono molto, eliminano la fame del popolo. La coltivazione del riso è più conveniente e dà un riso di buona qualità. Il granturco è più coltivato e consumato. Gli abitanti della zona appartengono ai gruppi etnici dei «Muanis», «Macuas» e «Macondes».
La missione di Macomia fu istituita il 19 settembre 1959, dal vescovo Dom José dos Santos Garcia, primo vescovo della diocesi di Porto Amélia (ora Pemba) e fu affidata fin dall’inizio ai missionari della “Boa Nova” (=Buona novella o Buona notizia) e alle suore salesiane. Durante il tempo della lotta armata per l’indipendenza nazionale (1964-1974), fu l’unica missione che rimase aperta e in funzione nella provincia di Cabo Delgado nell’area in cui era in corso la lotta armata di cui si parlava.
La missione rimase senza missionari, perché questi erano stati espulsi verso Pemba senza motivo il 2 dicembre 1978. Sul finire del 1981, per pressione internazionale che esigeva libertà religiosa in Mozambico, il governatore della provincia di Cabo Delgado comunicò al vescovo della Diocesi di Pemba, Dom Januario Machaze Nhangumbe una nuova orientazione del comitato centrale; questa volta, i missionari potevano ritornare nelle parrocchie di Montepuez, Moçimboa da Praia e nella missione di Macomia. Condizione: avrebbero potuto risiedere in queste parrocchie soltanto se avessero delle chiese per la celebrazione del culto.
In Macomia, la chiesa della missione fu consegnata non alla diocesi ma al padre Paulo (che era un missionario portoghese della “Boa nova” che lavorava in São João Bosco di Macomia). A partire dal 1974 la parrocchia di Macomia comprendeva i distretti di Macomia, Quissanga e Meluco fino ad oggi.
In seguito la parrocchia fu affidata alla cura pastorale diocesana. Le suore carmelitane di S. Giuseppe negli ultimi anni ampliarono gli edifici e organizzarono l’attuale scuola secondaria “Padre Paulo” nella sede della parrocchia di San Giovanni Bosco di Macomia.
Da novembre 2016, la parrocchia fu di nuovo affidata all’equipe missionaria composta da due congregazioni: le suore carmelitane di S. Giuseppe e i Padri Cavanis.
A livello dell’organizzazione pastorale, la Parrocchia di san Giovanni Bosco di Macomia ha 28 comunità divise in cinco zone: Macomia-sede, Chai, Nova Zambezia, Muagamula e Meluco. Ogni zona ha um un animatore di zona come responsabile; il lavoro di questo operatore pastorale è quello di animare e coordinare la vita e le attività delle comunità che sono sotto la sua responsabilità. Le poche comunità visitate da noi finora testimoniano che c’è poca partecipazione dei cristiani; e la maggioranza è di donne, che partecipano con devozione. La catechesi è debole, manca il personale (i catechisti) e a quelli che vi si impegnano manca una formazione completa sulla chiesa.
A livello religioso, il popolo di Macomia è religioso e molto devoto della Madonna; come conseguenza, è possibile inserire il rosario degli uomini della parrocchia con la presenza delle comunità. Qui nella sede (in città) la popolazione è più musulmana che cattolica, ma nelle comunità dell’interno ci sono più cattolici non praticanti; è un popolo molto comunicativo e di facile contatto; è un popolo socievole nonostante la poca conoscenza della lingua portoghese.
Il maggior problema non è che essi non vogliano parlare portoghese ma che non conoscono la lingua; sono poche le persone che impararono il portoghese; i vecchi lasciarono questa responsabilità ai giovani e questi non vogliono studiare per perfezionarsi nella lingua.
La gioventù non ha alternative: sono senza denaro, senza Dio e senza limiti. E la colpa è di una catechesi debole che non esce dai limiti parrocchiali, non va oltre i limiti della parrocchia. Uno dei motivi è che i giovani sono disprezzati, dominati e si lasciano influenzare dagli amici. Le giovani, senza informazione ed educazione, finiscono per rimanere gravide troppo presto (13, 14 e 15 anni).
Sembra che ora come ora ci resta soltanto la possibilità di lavorare molto affinché si diffonda rapidamente il carisma e la spiritualità Cavanis. Ci vorrà del tempo, perché abbiamo bisogno prima di tutto di perfezionare il nostro portoghese e poi di imparare le lingue locali per poterci mettere in comunicazione rapidamente con il popolo, formare ed educare bene le persone.
Occorre una riorganizzazione pastorale, strutturare la formazione catechetica per elevare il livello dell’istruzione della gioventù della parrocchia.
La povertà socio-economica è grande attraverso il paese; poche famiglie hanno la possibilità di mandare i figli a studiare a scuola; la maggioranza di questi cerca di lavorare nelle “machambas” (nei campi) per provvedersi del denaro necessario per iscriversi ai corsi di studio nelle scuole.
Le famiglie lavorano quotidianamente nelle machambas per guadagnarsi da vivere; fuori questa attività, non c’è altra possibilità di lavoro. Come conseguenza, il profitto scolastico degli alunni è debole, a causa della cattiva alimentazione.
Le suore carmelitane di S. Giuseppe hanno una partecipazione effettiva nella comunità, perché si impegnano nella scuola e una di loro visita qualche comunità, aiutando nel lavoro pastorale.
Riassumendo: abbiamo bisogno di aiuto esterno per rinforzare la pastorale con una maggiore presenza di religiosi Cavanis (presbiteri e religiosi)”.
Una notizia triste del 2019 fu quella del terribile uragano (o piuttosto tifone) Kenneth che il 27 aprile 2019 ha semidistrutto la città di Macomia e la provincia di Cabo Delgado, e anche tutto ciò che l’Istituto, naturalmente con l’aiuto della diocesi di Pemba, ma anche dell’Istituto Cavanis, aveva costruito; casa, chiesa, tutto è stato ridotto in terribili condizioni. Il popolo poi ha sofferto enormemente e i padri pure. Hanno dovuto rimettersi all’opera, anche qui con un’abbondante offerta della diocesi, ma pure con l’aiuto che si sta raccogliendo e inviando dalla Congregazione e dalle varie parti territoriali e case. Poco più di un mese prima c’era stato un altro tifone molto dannoso, che aveva ridotto malamente la fascia centrale del Mozambico, attorna alla città e porto di Beira, più a sud rispetto alla diocesi di Pemba.
Nei primi mesi del 2020 poi la diocesi di Pemba, e particolarmente la regione della parrocchia tenuta dai padri Cavanis a Macomia è stata investita do incursioni e poi dalla parziale invasione di predoni islamici, legati in qualche modo a Al Qa’ida, sebbene sembrino essere, più che impegnati sul fronte politico e/o religioso, dei semplici predoni di strada; i religiosi Cavanis si sono ritirati dalla parrocchia alla fine di febbraio 2020, sembra su consiglio o ordine del vescovo, riparando, in attesa di tempi migliori, a Montepuez, a sud di Cabo Delgado non lontano della costa dell’oceano Indiano. Le invasioni delle piccole comunità dell’interno si sono succedute, con stragi e disastri nei mesi da febbraio a fine anno 2020; la città stessa di Macomia (ma non l’area dove si trova la chiesa e la casa parrocchiale), sono state temporaneamente invase nel mese di maggio 2020 e la popolazione si è ritirata per alcuni giorni nella brousse. I predoni o ribelli si sono accaniti sulle istallazioni governative e non particolarmente contro gli edifici e opere dei religiosi.
Il futuro di questa delegazione è una questione aperta alla fine del 2020. Mantenne la posizione, per lungo tempo, il solo P. Jean (Jeansy) Kayaba Masoka. Più tardi gli si aggiunse coraggiosamente il religioso (poi ordinato diacono*** il ***) Jude-Hervé Tomanzondo Balondo. Essendo considerato impossibile il ritorno a Macomia, dal nuovo vescovo e dalla diocesi, i Cavanis ricevono la cura pastorale della parrocchia Santo Agostinho, nella città stessa di Pemba. (sarà bene aggiornare con qualche riga questo testo a tiguardo del Mozambico ***).
Anno | Superiore delegato | Comunità di Macomia | Seminaristi | Osservazioni |
2016-17 | Benjamin Insoni Nzemé | Benjamin Insoni Nzemé (superiore delegato), diac. e poi sacerdote Clément Boke Mpamfila. Laico Valmir Dimas Garcia | — | Aperta dall’11 ottobre 2016 |
2017-18 | Benjamin Insoni Nzemé | Benjamin Insoni Nzemé (superiore delegato), Clément Boke Mpamfila, laico Valmir Dimas Garcia, Jean (Jeansy) Kayaba Masoka | — | Il missionario laico Valmir Dimas Garcia, di Belo Horizonte, rimane in missione come di programma fino al 5 novembre 2017, quando ritornò in Brasile. |
2018-19 | Benjamin Insoni Nzemé | Benjamin Insoni Nzemé, (superiore), Clément Boke Mpamfila, Jean (Jeansy) Kayaba Masoka | — | |
2019-2020 | Benjamin Insoni Nzemé | Benjamin Insoni Nzemé, (superiore), Jean (Jeansy) Kayaba Masoka, François Kanyinda Mpinga | ||
2020-2021 | Jean (Jeansy) Kayaba Masoka |
9. Comunità di Dili – Lessibutak –Timor Est
Il Notiziario Ufficiale per gli Atti di Curia, XLII, 90 (gennaio-giugno 2017) presentava alcuni documenti ufficiali sull’eventuale apertura di questa parte territoriale nuova, nella diocesi di Dili, la capitale della parte orientale dell’isola di Timor, costituita in stato indipendente, dopo tante sofferenze, persecuzioni e difficoltà, nel 2002; apertura sollecitata dal vescovo di Dili Mons. Virgilio Do Carmo Da Silva, salesiano, settimo pastore della diocesi. Tra i documenti presentati nel Notiziario citato, c’era una lettera del preposito al segretario di Stato della S. Sede Card. Pietro Parolin sui passi compiuti dal preposito e sulla visita che aveva compiuto a Dili assieme al P. José Valdir Siqueira dal 6 al 15 marzo 2017. Il Notiziario rendeva anche conto che fino a quella data il Consiglio generale non aveva dato il necessario consenso per l’apertura di questa nuova delegazione.
Questa apertura fu decisa tuttavia nel mese di maggio 2018: infatti il preposito generale P. Pietro Fietta, nel corso della riunione del consiglio generale, riunito nel mese do maggio, con comunicazione pubblicata il 31 maggio 2018, “ha deciso, circa la nuova missione a Timor Est, udito il parere del suo Consiglio, di procedere ad experimentum”; e tale apertura ad experimentum si è compiuta con l’arrivo dei due missionari il 5 agosto 2018 alle ore 12,20. In questa data e orario difatti giunse a buon termine l’invio, come fondatori di quella nuova parte territoriale, di P. José Valdir Siqueira, brasiliano gaúcho-paranaense, che aveva già passato come missionario gli ultimi 18 anni nelle Filippine come quasi-parroco e poi come parroco della parrocchia di S. José di Braulio E. Dujali, e che aveva celebrato proprio nel 2018 il 25° di ordinazione presbiterale; e del P. Robert King Jann Fallera, Filippino di nazionalità, recentemente ordinato presbitero il 22 giugno 2018.
Essi si istallarono nella stazione missionaria di Nossa Senhora da Graças (Man Leuna-Lesibuta, in lingua locale Tetum), che è un settore pastorale della parrocchia São José, nella diocesi di Dili. Il parroco della parrocchia di São José nell’attesa dell’arrivo dei due missionari Cavanis aveva cominciato a far costruire una casa come abitazione della comunità che, all’arrivo dei missionari era in fase avanzata di costruzione. Alla celebrazione dell’entrata dei nuovi missionari Cavanis il preposito fu rappresentato da P. Irani Luiz Tonet, Vicario generale e da P. Edmilson Mendes, responsabile della Procura delle Missioni.
In occasione di questa nuova apertura missionaria P. José Valdir Siqueira scrive; “Voglio ricordare le parole di P. Diego Spadotto, in una sua riflessione, “Timor Leste: in memoria di P. Giovanni di Biasio”: “Se qualcuno pensa di atterrare in Timor Leste con qualche mega costruzione, è veramente fuori tempo. La missione non è di questo tipo. I missionari vivranno in semplicità con la gente della stazione missionaria che il Vescovo di Dili ha destinato ai Cavanis, condividendo la vita quotidiana, camminando e faticando, impegnandosi a imparare e a prendersi cura dei ragazzi, specialmente, accompagnandoli nel cammino di fede. Si affiancheranno ai laici e ad altre istituzioni che si dedicano alla pastorale e all’educazione. Aiuteranno e saranno aiutati seminando gioia, speranza e fiducia nella Provvidenza”.”.
Timor è un’isola relativamente piccola e poco conosciuta da molti. Ci sia allora permesso presentarla ai lettori. È l’isola principale dell’arcipelago delle Piccole Isole della Sonda, in buona parte situato in Indonesia. Si trova verso oriente, nel lungo arco di isole dell’Indonesia, che corre per migliaia di chilometri tra il sudest asiatico e l’Australia e rapprenta quindi l’estremo sud-est dell’Asia.
Il suo territorio è diviso tra lo stato indipendente di Timor Est e la provincia indonesiana di Nusa Tenggara Orientale. Timor ha una superficie di circa 30.777 km² (all’incirca come Lazio e Campania insieme) e una popolazione di attorno a 3 milioni di abitanti.
L’isola di Timor si estende in direzione est-ovest per circa 500 km con una larghezza di circa 80 km. L’estremo occidentale si trova circa 150 km più a sud di quello orientale. L’isola è la più orientale delle isole della Sonda minori, da qui il nome, derivato dal termine indonesiano timur che significa est. Niente a che vedere con il timore.
A nordest, nord e nordovest si trovano le isole di Maluku (le mitiche isole Molucche delle spezie), e le piccole e poi le grandi isole vulcaniche della Sonda: da est a ovest Wetar, Alor, Flores, Komòdo, Sumbawa, Mataram o Lombock, Bali, Giava, Sumatra; 600 km a nord-ovest si trova l’isola di Sulawesi (nome di cui quello più comunemente usato almeno in Italia, Celebes, è una corruzione occidentale), a ovest l’isola di Sumba. 1100 km a est si trova la Nuova Guinea mentre a sud, oltre il mar di Timor, l’Australia. L’isola di Timor si trova tra il mar di Banda a nord, e il mare di Timor a sud.
Timor, con altre isole vicine, come Sumba, fa parte di un piccolo arco di isole appoggiate sul dorso della placca tettonica australiana; mentre l’arco di isole subito a nord, tra cui Flores, Giava e Sumatra, sono appoggiate sulla placca euro-asiatica. Per un fenomeno di subduzione, la placca australiana – con Timor e Sumba “sulla schiena”, se così si può dire – si sta infilando sotto la placca euro-asiatica, il che provoca la formazione dell’arco di isole meridionale tra cui Timor, l’innalzamento della catena montuosa centrale che attraversa longitudinalmente l’isola di Timor, e anche fenomeni di vulcanismo (quasi tutta l’isola è vulcanica) e di terremoti (molto frequenti; nel mese di luglio 2018 per esempio, c’è stato un terremoto devastatore nell’isola di Lombock). L’isola di Timor si trova, per vari versi, nella stessa situazione tettonica della pianura Veneta (e Padana) che si trova in stato di subduzione attiva, infilandosi sotto la placca Eurasia, con innalzamento in atto delle Alpi e abbassamento, pure in atto – lo abbiamo visto – della pianura Padana e Veneta. Lo stretto di Wetar, lo stretto di Ombai e il mare di Saru, che separano le piccole isole della Sonda settentrionale da Timor, Sumba e altre minori, corrispondono dunque a uma profonda fossa oceanica e a una linea tettonica molto importante.
Da un punto di vista politico l’isola è divisa in una parte occidentale e una parte orientale. Tale divisione dell’isola in due metà corrisponde a quella che esisteva, in era coloniale, tra la parte occidentale appartenente alle cosiddette Indie Olandesi, e la parte orientale che apparteneva al Portogallo. Attualmente Timor Ovest (in lingua locale Timur Barat) appartiene alla provincia indonesiana di Nusa Tenggara Timur, si estende per circa 19.000 km² e comprende circa due milioni di abitanti, e il capoluogo ne è la città di Kupang. La parte orientale dell’isola costituisce la Repubblica Democratica di Timor Est (ufficialmente, in portoghese, Timor-Leste), della quale fanno parte anche l’exclave di Oecussi-Ambeno situato sulla costa nord-occidentale di Timor Ovest; e ancora le isole minori di Atauro e Jaco per una superficie complessiva di 15.007 km² e circa mezzo milione di abitanti, la capitale è la città di Dili. Timor Est è uno dei due Paesi prevalentemente cattolici presenti in tutta l’Asia, l’altro è l’arcipelago delle Filippine.
Nonostante isole vicine abbiano una storia più conosciuta, e anche antichissima, come soprattutto l’isola di Flores, famosa addirittura per specie differenti e si direbbe endemiche del genere Homo, la storia di Timor è poco conosciuta. Le popolazioni locali antiche, provenienti senza dubbio dall’Asia, “saltando” da un’isola all’altra fin da tempi molto antichi, non ha ovviamente una storia scritta. L’isola e i suoi abitanti sono stati visitati per lo meno dal XIII secolo d.C. da naviganti e commercianti cinesi che vi cercavano il pregiato e profumato legno di sandalo; e analogamente da naviganti giavanesi. Nel 1365 Timor sta in una lista dei paesi che pagavano tributo a un regno hindu situato a Giava. A partire dal periodo 1511-1515 l’isola cominciò a essere frequentata da naviganti portoghesi; dal 1556 giunsero anche dei missionari portoghesi, quindi cattolici; i religiosi divennero stanziali a Timor però solo a partire dal 1633 con la costruzione di un convento domenicano. I frati di quest’ordine aprirono anche scuole e seminari, che rimasero aperti fino al 1834, quando gli ordini religiosi si estinsero (o furono costretti ad andarsene?) nell’isola.
Nel secolo XVI cominciano anche gli interventi e le razzie di naviganti e commercianti di schiavi islamici provenienti da Sulawesi, da Borneo e da altre isole. L’isola era divisa in circa 60 piccoli regni, raggruppati in due federazioni, una all’est, l’altra all’ovest. Le federazioni chiesero protezione ai portoghesi, contro le razzie di cui sopra; i portoghesi cominciarono a interferire con la politica dell’isola di Timor attorno al 1642, e trasformarono l’isola in protettorato molto più tardi, nel 1703, con l’arrivo di un governatore.
Non mancarono invasioni locali da parte degli olandesi (1653); questi gradualmente riuscirono ad infiltrarsi abbondantemente nell’estremità occidentale dell’isola. I vari piccoli regni giostravano secondo le convenienze tra la dipendenza dal Portogallo e avventure di appoggio agli olandesi e movimenti indipendentisti. Le due potenze occidentali, da parte loro, giocavano secondo la politica del “Divide et impera” cercando soltanto il loro interesse politico e commerciale.
Dopo un lungo periodo di contesa, Paesi Bassi (Olanda) e Portogallo si spartirono formalmente l’isola fra il 1859 e il 1914; ai portoghesi andò la parte orientale, agli olandesi quella occidentale.
L’isola fu conquistata dai giapponesi durante la seconda guerra mondiale e alla fine del conflitto Timor Est ritornò sotto il controllo del Portogallo, mentre con la nascita del nuovo stato dell’Indonesia (17 dicembre 1949), la parte occidentale di Timor entrò a far parte del nuovo stato.
Il 28 novembre 1975, un anno e mezzo dopo la rivoluzione portoghese, detta “dei garofani”, Timor Est dichiarò la propria indipendenza. Il Paese era conosciuto in passato come Timor portoghese in quanto il Paese è stato una colonia del Portogallo fino appunto al 1975. L’indipendenza fu dichiarata unilateralmente il 28 novembre dello stesso anno, a opera di fazioni che la propaganda internazionale dichiarava, probabilmente esagerando o falsificando i dati, filo-comuniste. Il timore di avere un governo comunista indipendente all’interno dell’arcipelago indonesiano nelle fasi più concitate della guerra fredda portò l’Indonesia a invadere Timor Est su vasta scala, non senza il supporto dei governi occidentali nel dicembre 1975, e a dichiararlo come la propria 27ª provincia il 17 luglio 1976, col nome di Timor Timur. L’invasione indonesiana e la successiva occupazione erano state facilitate dalla guerra civile in corso in Timor Est e dalla lotta interna tra movimenti di liberazione contrapposti.
Nove giorni dopo, l’esercito indonesiano ne assunse il controllo invadendola con l’operazione, dal nome significativo “Komòdo” e Timor Est divenne una provincia dell’Indonesia; negli anni successivi, segnati da continui scontri con l’esercito clandestino degl’indipendentisti, il FALINTIL, i militari indonesiani e le milizie civili anti-indipendentiste fecero strage di civili.
Solo con il massacro di Dili, compiuto dalle truppe indonesiane e dalle milizie fiancheggiatrici, il 12 novembre 1991, le rivendicazioni dell’indipendenza di Timor Est trovarono risonanza internazionale e la destituzione di Suharto, nel 1998, accelerò il processo di revisione della posizione di Timor Est.
Il 30 agosto 1999 gli abitanti di Timor Est optarono per l’indipendenza in un referendum organizzato dalle Nazioni Unite, approvato a larga maggioranza della popolazione e l’indipendenza di fatto fu raggiunta nel 2002. È diventata la prima Nazione a raggiungere l’indipendenza nel XXI secolo.
La lingua principale (o piuttosto ufficiale) parlata a Timor Est è stata l’indonesiano per i 25 anni (1976-1999) di occupazione militare, ma oggi è la lingua Tetum, più parlata nella capitale e nella regione centrale dell’isola. In pratica funziona oggi come una lingua franca. Nell’isola, infatti, esistono almeno una trentina tra lingue di gruppi diversi e dialetti. Tetum e portoghese formano le due lingue ufficiali del Paese, che fa parte della Comunità dei Paesi di lingua portoghese. Indonesiano e inglese, inoltre, sono classificati dalla Costituzione di Timor Est come lingue di lavoro, indispensabili per i rapporti commerciali con i Paesi della regione. Sembra però che ben poche persone, fuori dagli ambienti accademici, possano parlare altra lingua oltre al Tetum. Anche il portoghese serve per la più negli ambienti scolastici e accademici. Pure dal punto di vista pastorale, la liturgia, la predicazione, l’evangelizzazione e la catechesi si svolgono in Tetum, non in portoghese.
Ci sono poi lingue parlate da gruppi alloctoni, dovute perlopiù a flussi migratori, che parlano il cinese, il cinese standard, il cinese cantonese e, principalmente, il cinese hakka (dell’etnia Han, sud-ovest della Cina).
Timor Est al 2020 è un paese ancora molto povero economicamente; dal 2008 però l’economia timorese sta registrando una certa crescita economica, grazie alla scoperta e allo sfruttamento di parecchie riserve di petrolio (che tuttavia al momento è in significativo calo di valore per barile), e l’aumento costante degli investimenti sia interni che esteri nel paese.
L’economia però, soprattutto nell’interno, è di pura sussistenza, e la popolazione, specialmente fuori della capitale, Dili, soffre per le carestie che accadono periodicamente, si potrebbe dire abitualmente, e che producono molti decessi per fame. A ciò si aggiunge il peso di numerose malattie tropicali: malaria, dengue, febbre emorragica, chicungunja e altri flagelli che colpiscono il popolo soprattutto durante la lunga stagione delle piogge.
Timor Est è uno dei due Paesi prevalentemente cattolici presenti in tutta l’Asia, l’altro è l’arcipelago delle Filippine.
La diocesi di Dili è la diocesi principale della Chiesa cattolica a Timor Est ed è immediatamente soggetta alla Santa Sede. Ha una superficie di 4.277 km². Nel 2013 contava 561.135 battezzati su 591.425 abitanti. È retta dal 2016 dal vescovo Virgilio Do Carmo Da Silva, Salesiano. La diocesi comprende la parte centrale della repubblica di Timor Est; la sede vescovile della diocesi, nella città di Dili, si trova sulla costa settentrionale dell’isola. Vi si trova la cattedrale dell’Immacolata Concezione. Il territorio è suddiviso in 28 parrocchie.
La diocesi fu eretta il 4 settembre 1940 con la bolla Sollemnibus Conventionibus di papa Pio XII, ricavandone il territorio dalla diocesi di …Macao (!). Originariamente era suffraganea dell’arcidiocesi di Goa e Damão. Il 1º gennaio 1976, in forza della bolla Ad nominum di papa Paolo VI, divenne diocesi immediatamente soggetta alla Santa Sede. Il 30 novembre 1996 ha ceduto una porzione del suo territorio a vantaggio dell’erezione della diocesi di Baucau. Il 30 gennaio 2010 ha ceduto un’altra porzione di territorio a vantaggio dell’erezione della diocesi di Maliana. In questo modo, il territorio di Timor est è diviso in tre diocesi.
La diocesi di Dili ha (2014) 128 preti, di cui 57 secolari e 71 regolari (4.383 battezzati per sacerdote); i religiosi maschi erano 90, di cui 71 preti e 19 laici consacrati; le suore circa 330. La diocesi nel 2013 su una popolazione di 591.425 persone contava 561.135 battezzati, corrispondenti al 94,9% del totale.
Ritorniamo dunque alla missione Cavanis a Timor Leste. La partenza per Dili dei due padri Cavanis P. José Valdir Siqueira (brasiliano) e P. Robert King Jann Fallera (Filippino) avvenne il 3 agosto 2018, dopo aver celebrato la S. Messa alle 5.30 della mattina con alcune persone della comunità insieme al nuovo parroco di Braulio E. Dujali, che è il Padre Salvador Cuenca. Li accompagnarono all’aeroporto di Davao. Alle ore 9.30 partirono per Manila, poi da qui per Bali, la bella e famosa isola dell’Indonesia, ma senza fermarsi a contemplarla. Vi passarono la notte. Il giorno seguente giunsero a Bali anche P. Irani Luiz Tonet, Vicario generale e P. Edmilson Mendes procuratore per le missioni, a Denpasar, a Bali, venuti da Roma. Il giorno 4, festa della Dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore, partirono tutti e quattro insieme per Dili, capitale del Timor Est, con due sole ore di volo.
Padre Ludgerio, il parroco precedente, aspettava i nuovi arrivati all’aeroporto di Dili e li portò alla casa parrocchiale dei padri Clarettiani nella capitale, dove furono accolti con canti di gioia da un piccolo coro di bambini e giovani, con la danza tipica del paese.
Dato che era domenica, andarono a concelebrare solennemente la messa in cattedrale con P. Ludgerio e cenarono con il Vescovo di Dili, Dom Virgílio do Carmo. Notarono che a Timor Est c’è un fuso orario in più verso l’oriente, rispetto alle Filippine. Sono dunque otto ore di differenza rispetto all’ora solare italiana, 13 ore ripetto all’ora solare del Brasile.
Quello stesso giorno ebbero dunque un incontro con il vescovo che li accolse cordialmente e parlò loro della futura comunità che avrebbero dovuto servire. Questa appartiene alla parrocchia di San Giuseppe dei padri clarettiani, di cui è un settore pastorale. Il vescovo disse loro che per il momento dovevano accontentarsi di collaborare e che stava pensando di erigerla prossimamente in una parrocchia.
L’8 agosto alle ore 18 di sera si visitò la Stazione missionaria di Lessibutak dove i due missionari sarebbero passati a vivere dopo due settimane, perché la casa ancora non era pronta. La comunità stava lavorando molto velocemente per finire. I nuovi missionari ricevettero un benvenuto festivo.
Domenica 12 agosto si andò alla Stazione missionaria di Lessibutak (questo nome è soltanto il nome della località, non vuol dire missione o altro), dove andarono a vivere pochi giorni dopo; e vi furono accolti con una festa straordinaria, unica, nello stile tradizionale della cultura locale: tutti erano vestiti con gli abiti antichi caratteristici di questa isola, e bisogna vedere nelle foto P. José Valdir con il turbante, e P Robert con un cappello con annesso diadema orientale, che provabilmente aveva un valore simbolico. Bellissimi! In seguito, anche P. José Valdir guadagnò un bellissimo diadema. Senza contare i regali, le foto, gli abbracci che ricevettero. Poi si celebrò insieme la messa, con la presidenza di un padre clarettiano, nella lingua locale. Seguì il pranzo festivo di accoglienza.
I nuovi missionari procedettero il giorno successivo a svolgere le necessarie pratiche di immigrazione, per ottenere il visto. Seguirono molte visite di conoscenza e di cortesia a comunità religiose e a scuole vicine e lontane, sempre con molte feste. Incredibile il numero di bambini e giovani e la cordialità di tutti.
Finalmente dopo diciotto giorni passati nella casa parrocchiale dei padri Clarettiani, il 23 agosto i padri si trasferirono alla loro nuova residenza, alla Stazione missionaria Nossa Senhora da Graça di Lessibutak. Molti rappresentanti delle pastorali, delle suore e i capi dei quartieri li aspettavano. Il padre Emanuel, parroco della Parrochia San José de Aimutin, alla quale appartiene la Stazione missionaria de Lessibutak, impartì la benedizione alla nuova casa dei Padri Cavanis in Timor Est. Il signor Inacio Freitas Moreira che è il vicepresidente del Consiglio Pastorale tagliò il nastro e così i padri Cavanis P. José Valdir Siqueira e P. Robert Jann Fallera entrarono e invitarono tutta la gente per la preghiera e poi a un piccolo snack dopo che il parroco e il vicepresidente avevano pronunciato un piccolo discorso e dato il benvenuto ai Padri Cavanis, augurando una buona missione con la grazia di Dio e speranza dei frutti.
Il 25 agosto, nella solennità di San Giuseppe Calasanzio, patrono dell’Istituto Cavanis, celebrarono la Santa Messa con la comunità di Lessibutak, naturalmente in lingua Tetun, e parlarono del patrono dell’Istituto Cavanis, S. Giuseppe Calasanzio, e dei venerabili fondatori.
Il giorno dopo ci fu il commiato del religioso clarettiano responsabile precedente della stazione missionaria. La cappella era sempre piena zeppa di fedeli.
Dopo la solennità di tutti i Santi e la commemorazione dei defunti, il 3 novembre i neo-missionari iniziarono la visita e la benedizione delle famiglie. Visitarono settanta famiglie già al primo giorno. Al mattino andarono tutti e due insieme P. Robert e P José Valdir. Al pomeriggio, presa più confidenza, si separarono in due gruppi. Dopo la visita della prima casa, e famiglia relativa, quasi tutti i membri della stessa si aggiungevano devotamente ai due padri e alle altre famiglie. Alla fine diventava come una vera processione di tutto il villaggio. È proprio vero che con la visita alle famiglie, una per una, si vede veramente la realtà. La gente ha una grande fede e si dimostravano molto contenti per la visita dei padri.
Dal 17 ottobre cominciò la visita ufficiale dei vari quartieri appartenenti alla stazione, cominciando dal quartiere Manleuana, sempre con la celebrazione eucaristica in ogni cappella. Tutto, dalle fotografie allegate al diario, dà l’impressione di grande pulizia, ordine, buon gusto, grande rispetto per l’ambiente liturgico. Colpisce il clima di gioia.
Il 18 ottobre P. José Valdir scrive che va a Bali a prendere una valigia dimenticata! Quante persone desidererebbero visitare questa perla dell’oriente, anche senza bisogno di recuperare una valigia! Continua in seguito la visita ai quartieri, con quello di Ai Dik Laran, una piccola comunità che vive sulle montagne. Ci vogliono quasi due ore per arrivare, probabilmente a piedi. In montagna le cappelle sono ben più semplici che sulla costa, sono piuttosto delle capanne di materiale vegetale, tronchi, pareti di foglie di palma intrecciate, i tetti sono di foglie e paglia. I missionari nel loro diario non fanno commenti sul calore e sull’umidità, probabilmente perché vi sono abituati da una vita passata a Mindanao nelle Filippine!
Il prossimo passo, dicono, sarà realizzare le visite e benedizioni di tutte le famiglie, a partire dal primo sabato di novembre.
Il 23 ottobre ci fu la benedizione dei servizi igienici della scuola di Manleuana e, nonostante l’umiltà dell’evento, fu un’ottima occasione per i padri: erano presenti niente meno che la sposa del presidente della Republica di Timor Leste, cioè la prima dama; la Vice-Ministra della Salute, la Ministra della Educazione di Timor Leste e altre autorità. Buona occasione per conoscere e farsi conoscere, entrando così nell’ambiente. Quella scuola ha 2.022 alunni della primaria.
P. Robert intanto ha finito di mettere in funzione il campetto per il basketball. I bambini giocano e si divertono molto; analogamente con il tavolo di ping-pong e altri sport e giochi.
A novembre si visitano a una a una le famiglie dei quartieri Kanu Hasan e Gruta da Paz; si celebra la festa dei giovani martiri uccisi dai soldati indonesiani, che giacciono nel cimitero Santa Cruz di Dili e che furono uccisi nel giorno 12 novembre 1991 (27 anni prima). È considerato un momento importante della Storia di Timor della Resistenza popolare giovanile Timorense per la lotta di independenza contro l’occupazione da parte dell’invasore indonesiano. In questo giorno terribile furono uccisi circa 300 giovani. Alcuni riuscirono a sopravvivere fingendo di essere morti e sono vivi ancora oggi. Per questo la Chiesa di Timor Leste dedica questo giorno speciale alla Gioventù. Celebrarono quindi la santa messa presieduta da P. Robert Fallera e concelebrata da P. José Valdir. Questa tragedia sarà ricordata dal popolo ancora per molto tempo, perché sono stati i loro figli e figlie gli uccisi in quel giorno.
Il 24 novembre P. José Valdir battezzò ben 93 bambini! E nel frattempo P. Robert visitò una cinquantina di famiglie.
La grande solennità di Cristo Re si celebra nell’Estasaun Lessibutak (cioè nella cappella principale, nella sede) con una grande partecipazione dei fedeli, mentre P. Robert era andato a celebrare alla cappella del Fumento 2, una comunità che per il momento si serve solo con le messe domenicali.
A fine novembre, comincia la stagione delle piogge. La processione, per la messa, dalla comunità fino a Chiesa Nossa Senhora das Gracas avviene sotto uno scroscio, con tutta la pioggia possibile, ma la gente non demorde. Nonostante la pioggia i fedeli sono rimasti senza preoccuparsi e dopo la messa ci fu la cena e anche il programma festivo: giochi, danze e tutto il possibile fino a notte.
In dicembre avvenne la visita del preposito generale P. Pietro Fietta che era venuto a passare il Natale a Timor Leste. Arrivano alla Estasaun Lessibutak molti rappresentanti delle varie comunità e gente in genere per dare il benvenuto al Superiore con canti rituali e con il rito del benvenuto (tais) e poi il primo pranzo insieme a P. Robert e P. José Valdir.
La venuta del P. Preposito comprende naturalmente la visita al vescovo Dom Virgílio do Carmo da Silva e tante altre attività e incontri, anche in un clima di confraternizzazione con le altre comunità religiose maschili e femminili e con il clero locale.
Il preposito tiene facilmente l’omelia della notte di Natale in portoghese, dato che ha passato quasi tutta la sua vita presbiterale in Brasile, e la gente ne è molto contenta. Erano presenti circa 3.000 persone.
Il 2019 inizia con una grande celebrazione eucaristica festiva, con una quantità impressionante di persone. Timor Leste è un paese veramente cattolico. L’anno inizia poi con l’acquisto di un motorino che aiuterà per la pastorale, per raggiungere le comunità lontane.
Entrambi i missionari, come nota il P. Preposito in una sua relazione dopo la visita personale alla nuova missione, “si impegnano a imparare la lingua e le tradizioni locali e sono molto apprezzati dalla gente. Le celebrazioni sono ben preparate con la partecipazione dei vari gruppi: lettori, catechisti, accoliti, coro, scout, sacrestani, decoratori della chiesa, personale delle pulizie, consiglieri e autorità, tutti si sentono onorati di servire e ognuno con i suoi compiti specifici. La stazione missionaria segue il programma che viene dalla parrocchia di San José Amautin, anche le offerte raccolte durante le Messe vanno alla parrocchia.
Si prevede un grande sviluppo e la stazione missionaria Lessibutak si incontra in un luogo privilegiato, in periferia e allo stesso tempo molto vicino al centro e a 10 minuti di strada dall’aeroporto”
La vita comincia a proseguire in tono ordinario, dopo tutte le novità dell’inizio e la scoperta dell’ambiente, delle persone e della caratteristica cultura locale; si entra nella routine pastorale e della vita.
Le suore Cavanis si propongono di incontrarsi in Roma con altre superiore generali di congregazioni femminili che siano presenti a Dili, per un’eventuale fondazione dell’Istituto del S. Nome di Dio nell’isola lontana, che pare offrire buone prospettive di vocazioni. P. José Valdir annota nel diario, in occasione della giornata dei consacrati, nella festa della Presentazione al tempio di Gesù, che a Timor Leste ci sono più di 50 congregazioni femminili e parecchie maschili.
Continuano le visite alle famiglie e le benedizioni delle case. La gente accoglie molto bene. Per dare un’idea dei risultati, il mercoledì delle Ceneri nella santa messa la partecipazione era di quasi quattromila persone e la cappella, che sembrava grande, si è rivelata piccolissima. La maggioranza delle persone stavano fuori della chiesa fino sulla strada. Per mettere le cenere in testa di ciascuno\a si impiegarono circa 40 minuti.
Una data importante: in quaresima, P. José Valdir ha presieduto la messa in Cattedrale per il gruppo di giovanni che comincia un nuovo corso di lingue. I volontari sono venuti dal Portogallo, dalla Polonia, dall’India per aiutare la diocesi che quest’anno celebra l’anno della gioventù missionaria. Per P. José Valdir il portoghese non è un problema, dato che è brasiliano. Un successo!
Il 12 marzo il P. José Valdir ha avuto un incontro con il Vescovo di Dili, Dom Virgílio, che ha chiesto se P. Robert può aiutare nella pastorale giovanile della diocesi assieme a un padre diocesano e anche se può essere cappellano in una università con circa 2.000 studenti. Dato che P. Robert aveva già dato il suo consenso, P. José Valdir ha potuto dare direttamente la conferma. Il vescovo consegnerà a P. Robert Fallera le due lettere di nomina ufficiale. Venne spontaneo ringraziare l’intercessione di P. Antonio Cavanis. Era proprio l’anniversario del suo Dies Natalis, e qui si tratta di un giovane padre Cavanis, missionario, che riceve ufficialmente due compiti nell’area della pastorale della gioventù, e a livello diocesano e ufficiale. È davvero un grande giorno per l’Istituto Cavanis.
Il 29 marzo poi P. Robert ricevette dal vescovo Dom Virgilio l’incarico di essere cappellano nell’Istituto di Scienze della Salute, un’università con tantissimi studenti. “Possiamo dire che il Signore pian piano ci fa andare avanti e ci mostra il cammino più sicuro su cui egli ci sfida a camminare”, scrive P. José Valdir nel Diario.
Il 1° aprile, non è un “pesce d’aprile” ma una realtà, che sarebbe impossibile in altri paesi: per tutta la mattina P. Robert e P. José Valdir confessano studenti nell’università, dove P. Robert è cappellano. È un’ateneo con moltissimi studenti. Ne hanno confessato sicuramente più di 500! Anche le confessioni nelle comunità della parrocchia, specie in vista della Pasqua, vanno fino a tarda sera.
P. Robert oggi è andato a celebrare la messa per i giovani della diocesi che egli accompagna insieme a un prete diocesano. Anche i giorni successivi il diario dà relazione dell’intensa attività pastorale quaresimale e di preparazione alla Pasqua, con un’accettazione straordinaria da parte del popolo. E bisogna dire, molta fatica e … sudore apostolico, ma anche con grande soddisfazione da parte dei padri Cavanis nella loro novella missione.
In settimana santa ci fu anche una Via Crucis che si svolge sui sentieri di montagna. Si è dovuto dividere il popolo in due gruppi perché la gente era troppa. Il Sabato Santo, il 20 aprile, ci fu una celebrazione molto partecipata da tutti i cattolici. Erano tantissimi; e così il giorno successivo nella Pasqua di risurrezione.
Simpatica la partecipazione di P. José Valdir l’8 maggio alla Celebrazione Eucaristica nella Solennità di Santa Maddalena di Canossa in Cattedrale con il vescovo, un altro vescovo ospite, e tutte le suore canossiane, parenti strette dei Padri Cavanis ora anche a Dili in Timor Leste. Pioveva torrenzialmente.
Poi P. José Valdir ha ricevuto una visita di P. Adriano, Canossiano; questa congregazione religiosa si trova già da tre anni a Timor Leste. Hanno la casa di formazione a Hera, una piccola comunità a qualche chilometro da Dili, la capitale.
P. Adriano manifestò la sua sorpresa perché i Cavanis si sono istallati a Dili e loro, i canossiani, fino ad oggi non sono riusciti a sistemarsi nella capitale. “Io gli ho detto – scrive P. José Valdir – che forse noi Cavanis siamo più peccatori, e allora il vescovo ci vuol tenere d’occhio!… e abbiamo fatto due risate e preso un buon caffè”.
***Add diario nuvo da maggio in poi.
Anno | Superiore delegato della parte territoriale | Comunità | Seminaristi e osservazioni |
2018 | José Valdir Siqueira (responsabile) | José Valdir Siqueira (responsabile della comunità e della stazione missionaria), Robert King Jann Fallera | — |
2019 | José Valdir Siqueira (responsabile) | José Valdir Siqueira (responsabile della comunità e della stazione missionaria), Robert King Jann Fallera | — |
2020 | José Valdir Siqueira (responsabile) | José Valdir Siqueira (responsabile della comunità e della stazione missionaria), Robert King Jann Fallera | — |
Missioni e speranza di frutto
Riprendiamo qui l’articolo di P. Diego Spadotto citato in parte sopra, all’inizio della sezione, a titolo di conclusione di questa sezione riguardante le parti territoriali e le missioni Cavanis nel mondo:
“Ora, da alcuni anni, incoraggiati dalla Evangelii Gaudium, si è ripreso il fervore missionario con l’apertura in Mozambico e presto in Timor Leste. La pazienza del Signore ci converte e ci aiuta a essere “pazienti, solleciti e in preghiera, nella speranza di frutto”, per realizzare la missione della Congregazione senza più ritardi e paure, ma con umiltà e in ascolto dello Spirito. La legge di ogni progresso è che esso si compia passando attraverso fasi d’instabilità e che possa volerci, a volte, molto tempo per una vera conversione del cuore per realizzare quello che lo Spirito suggerisce, secondo le necessità del popolo di Dio.
Lo Spirito ci spinge oltre noi stessi e i nostri successi o insuccessi, basta non fermarsi a guardare soddisfatti o delusi a noi stessi e a quello che facciamo, le prospettive di ogni missione maturano gradualmente, lasciamole crescere, lasciamo che si formino, senza fretta eccessiva ma anche senza ingenue competizioni e arrivismi. Non siamo esseri umani che vivono una esperienza spirituale ma esseri spirituali che vivono una esperienza umana.
L’Asia è il più vasto continente della terra ed è abitato da circa due terzi della popolazione mondiale, la Cina e l’India insieme costituiscono quasi la metà della popolazione totale del globo. L’Asia è la culla delle maggiori religioni del mondo, quali il giudaismo, il cristianesimo, l’islamismo e l’induismo. È il luogo di nascita di molte altre tradizioni spirituali, quali il buddismo, il taoismo, il confucianesimo, lo zoroastrismo, il giainismo, il sikhismo e lo shintoismo, e milioni di persone seguono altre religioni tradizionali o tribali, con vari gradi di riti, di strutture e insegnamenti. La Chiesa ha il rispetto più profondo per queste tradizioni e cerca di intrecciare un dialogo sincero con i loro seguaci.
I popoli dell’Asia sono fieri dei propri valori religiosi e culturali come l’amore al silenzio, la contemplazione, la semplicità, l’armonia, la non violenza, la disciplina, la sete di conoscenza e di ricerca.
La Congregazione, accogliendo l’invito del vescovo di Dili, aprirà presto una missione in Timor Leste.
Se qualcuno pensa di atterrare in Timor Leste con qualche mega costruzione, è veramente fuori tempo. La missione non è di questo tipo. I missionari inviati vivranno in semplicità con la gente della stazione missionaria che il Vescovo di Dili ha destinato ai Cavanis, condividendo la vita quotidiana, camminando e faticando, impegnandosi a imparare e a prendersi cura dei ragazzi, specialmente, accompagnandoli nel cammino di fede.
Si affiancheranno ai laici e ad altre istituzioni che si dedicano alla pastorale e all’educazione. Aiuteranno e saranno aiutati seminando gioia, speranza e fiducia nella Provvidenza. Nella storia della Congregazione, si può vedere chiaramente che il Signore ha inviato vocazioni quando è uscita da Venezia e dal Veneto e ha aperto seminari e opere in altre regioni dell’Italia e in America Latina, e dopo il 2000 in Africa e Asia. Vale la pena di ricordare che “le nuove aperture costano molto ma anche rendono tanto”, come scriveva P. Marco Cavanis, quando ci si fida della Provvidenza e non delle nostre paure, e si accetta la provocazione di Gesù fatta a Filippo: “dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare? Diceva così per metterlo alla prova” (Gv 6,6).
Il Signore ha messo alla prova anche P. Marco quando, nei suoi viaggi, Gesù gli faceva vedere “la povera gioventù dispersa” nelle varie città, dove passava. Mette alla prova anche noi, oggi, quando prendiamo coscienza della situazione dei giovani nel mondo. C’è sempre la presa di coscienza tra le nostre forze reali e l’urgenza di fare qualcosa.
Allora, c’è chi si chiude nel suo mondo e fa calcoli per sopravvivere e chi invece presenta al Signore “un ragazzo con cinque pani e due pesci”. Tutti i santi fondatori, all’inizio della loro avventura missionaria, hanno fatto quello che ha fatto Filippo: hanno presentato al Signore poco più di cinque pani e due pesci e hanno inviato uno o due missionari in altre terre. Dopo la prova il resto lo fa il Signore.
Un piccolo esempio. All’inizio del secolo scorso alcuni salesiani, dopo molta perplessità del Rettor Maggiore, sono stati inviati in Vietnam. Oggi questo Paese è diverso dall’immaginario collettivo che si ha qui in Italia che è fermo agli anni ‘70 del secolo scorso. Il Paese vive una fase di sviluppo veloce e confuso, le vecchie tradizioni sono sostituite da tecnologie avanzate. Ora i 300 salesiani vietnamiti evangelizzano e formano la gioventù in molte scuole professionali. Tutti i missionari europei sono stati espulsi nel 1975. Altri 140 salesiani vietnamiti sono in altre missioni nel mondo.
Speriamo che non si faccia più l’errore di pensare che il poco che noi abbiamo non conti nulla davanti al Signore. La Provvidenza si farà presente solo se abbiamo il buon senso di mettere a disposizione il poco che abbiamo.”
Questo testo di P. Diego Spadotto, che senza dubbio ben rappresenta anche l’idea e la spiritualità del P. Pietro Fietta, preposito generale per tre mandati nell’Istituto Cavanis, grande apritore di nuovi cammini e di nuovi fronti nella vigna del Signore, può suscitare anche delle perplessità, quando si pensa alla stanchezza di tanti religosi, al problema della formazione iniziale e permanente che deve essere ben condotta da un numero di formatori conveniente e così via; e tuttavia è un articolo molto stimolante: ascoltiamo quello che lo Spirito dice alle chiese.
Su una versione precedente di queste pagine, scrivevo l’anno scorso, alla vigilia del 35° Capitolo generale ordinario: “Dispiace che, mentre stiamo celebrando (2018-19) il cinquantesimo anniversario dell’apertura della prima casa Cavanis fuori d’Italia, in Brasile (apertura accaduta formalmente il 9 agosto 1969), la Congregazione non abbia ancora pienamente valorizzato i confratelli “di oltre oceano”, come si diceva una volta, ossia provenienti dalle altre parti territoriali, e che tutti i prepositi generali Cavanis finora siano stati italiani.” E continuavo:
P. Antonio e P. Marco Cavanis, nel 1848, quando il primo dettò, il secondo scrisse, e ambedue firmarono, il documento in cui sceglievano il loro primo successore, sia pur provvisorio, fino a un capitolo provinciale da riunirsi per l’elezione del preposito generale o, come dicevano loro, di preposito provinciale, non scelsero il nome di un Cavanis della loro “Provincia” religiosa, la Provincia-madre, corrispondente al Regno Lombardo-Veneto, dipendente dall’Impero d’Austria; ma un religioso proveniente da un altro stato, e cioè dal Regno di Sardegna, uno stato che era in quel momento addirittura nemico dell’Austria: il prescelto infatti fu il P. Vittorio Frigiolini, piemontese della provincia di Novara, da soli quattro anni entrato, già prete, in congregazione (1844), trentenne nel 1848. E così questo padre Cavanis non veneto né lombardo-veneto ma piemontese fu il secondo superiore generale della Congregazione delle Scuole di Carità, anche se purtroppo il suo mandato durò solo poco più di tre mesi, a causa della sua morte assolutamente prematura. I fondatori non scelsero – per motivi che ci sono purtroppo sconosciuti – P. Sebastiano Casara, venezianissimo come loro, o un altro dei loro primi compagni e discepoli, tutti veneti o trentini nel 1848.
D’altra parte, ci fu una chiusura in seguito: c’era fino a pochissimo tempo fa nell’Istituto una certa tradizione di eleggere superiori generali proprio i religiosi veneti, trentini o friulani, con le sole eccezioni storiche del P. Domenico Sapori (della provincia di Bologna; 1885-1887) e di P. Guglielmo Incerti (lombardo, tra Mantova e Brescia, comunque in “terre di S. Marco”; 1979-1989). Nonostante il numero rilevante, proporzionalmente, di religiosi toscani, per esempio, nessuno di loro è stato eletto preposito generale. Del sud d’Italia poi non se ne parlava. L’eccessivo attaccamento al Veneto (e alle tre Venezie) può ben essere stato, tra l’altro, uno dei motivi dello scarso sviluppo dell’Istituto Cavanis. E lo scrive qui un veneziano.
Analogamente, l’eccessivo attaccamento all’Italia e agli italiani, nelle scelte elettive del moderatore supremo, e in genere nella visione del mondo e della congregazione, potrebbe essere dannoso o fatale, in un periodo di globalizzazione e quando la Chiesa universale da decenni ormai (più esattamente da 40 anni) sceglie vescovi di Roma non italiani.