INDICE
Breve biografia dei fondatori 1772-1858
1. I fratelli Anton’Angelo e Marcantonio Cavanis
Box: un ritratto infantile e uno giovanile di P. Anton’Angelo Cavanis
1.3 Dalla prima comunità all’erezione canonica
1.4 I fondatori e la scuola nel loro tempo
1.5 I fondatori nella formazione dei seminaristi
1.6 Terza età, lotte e preparazione della successione
1.7 La vecchiaia e le malattie. Morte e fama di santità
1.8 La causa di beatificazione
1.9 Sull’origine dei Cavanis a Cornalba (Bergamo) e sul loro stemma
1.10 Il nome dei Cavanis nei toponimi stradali del mondo
2. Del nome della Congregazione delle Scuole di Carità
2.1 Del significato del nome “Scuole”
2.2 Del significato del nome “Carità”
3. Dell’abito della Congregazione delle Scuole di Carità
4. La situazione numerica della Congregazione nel XIX secolo
Tabella: situazione numerica e lista dei membri dell’Istituto Cavanis l’8 dicembre 1830
4.1 La situazione numerica della Congregazione nel 1838
4.2 Lista dei religiosi e seminaristi Cavanis il 10 settembre 1841
4.2.1 Sacerdoti nella casa di Venezia
4.2.2 Sacerdoti nella casa di Lendinara
4.2.3 L’Istituto femminile nel 1841
Tabella: religiosi e seminaristi Cavanis il 12 novembre 1856
Tabella: religiosi e seminaristi Cavanis il 1° novembre 1864
4.3 Lista dei religiosi sacerdoti Cavanis nel febbraio 1868
4.4 Lista dei religiosi sacerdoti Cavanis il 12 marzo 1877
4.5 Numero dei religiosi preti il 16 aprile 1886
4.6 Lista dei patriarchi di Venezia ai tempi della Congregazione
4.7 Lista dei vescovi della diocesi di Adria ai tempi della casa Cavanis di Lendinara
4.8 Lista dei vescovi della diocesi di Treviso nei tempi della Congregazione Cavanis
4.9 Lista degli arcivescovi dell’arcidiocesi di Lucca nei tempi della Congregazione Cavanis
4.10 Lista dei papi nei tempi della Congregazione Cavanis
5. La casa di Venezia 1820-2020
5.1 La nuova casa di residenza della comunità di Venezia
5.2 L’ala “nuova” delle scuole di Venezia
5.3 La storia della casa di Venezia, dopo la prepositura di P. Sebastiano Casara
Tabella: costruzioni, acquisti e affitti della casa di Venezia
Tabella: mappali e numeri anagrafici della casa di Venezia
6. La Chiesa di s. Agnese (1866-2020)
6.2 Scuole e confraternite relative alla parrocchia di s. Agnese
6.3 Gli altari antichi della chiesa di s. Agnese
Box: Il fonte battesimale di S. Agnese, ora a S. Maria del Rosario
6.4 Il rifacimento della chiesa
6.6 La Soprintendenza all’opera
6.9 Il collaudo dei restauri e del nuovo organo
Box: P. Giuseppe Panizzolo e l’acqua alta
6.10 Nota sulle chiese e cappelle dell’Istituto Cavanis di Venezia
Tabella: cronologia delle chiese e cappelle della casa-madre di Venezia
Tabella: la comunità di Venezia dal 1820 al 2020
7. La casa di Lendinara 1833-1896
Box: gli archivi e il diario della casa di Lendinara
7.1 La casa di Lendinara dal 1833 al 1866
Tabella: comunità di Lendinara dal 1834 al 1866
7.2 La casa di Lendinara dal 1866 al 1896
7.2.1 I Padri Cavanis a Lendinara e Alberto Mario
Tabella: comunità di Lendinara dal 1866 al 1896
Tabella: le case (comunità e scuola) di Lendinara
Tabella: le chiese e cappelle di Lendinara utilizzate dall’Istituto
Tabella: le proprietà immobiliari della comunità di Lendinara
7.3 La passione e la morte della casa di Lendinara nella prospettiva generale italiana
8. Excursus sulle devozioni e sui santi dei Cavanis
8.1 San Giuseppe Calasanzio (1557-1648)
8.2 Maria SS. ma, Madre di Dio
8.3 San Vincenzo de’ Paoli (1581-1660)
8.4 San Gaetano Thiene (1480-1547)
8.5 Sant’Alfonso de’ Liguori (1696-1787)
8.10 Santi Scolopi e della Famiglia Calasanziana
Parte Seconda
Seconda fase della vita della Congregazione 1848-1884
Box: Prima Guerra d’Indipendenza (1848-1849)
Box: la Repubblica di San Marco (22 marzo 1848-24 luglio 1849)
Tabella: lista dei prepositi generali dell’Istituto Cavanis
1. I tempi dei prepositi generali Frigiolini, Casara e Traiber
1.1 P. Vittorio Frigiolini, secondo preposito generale (1852)
1.2 Modalità di elezione/nomina del terzo preposito generale, P. Sebastiano Casara
2. L’epoca di P. Sebastiano Casara, il “secondo fondatore” nella
Congregazione e nel mondo
2.1 La prima serie di mandati di P. Sebastiano Casara (1852-1863)
2.2 La seconda serie di mandati di P. Sebastiano Casara (1866-1884)
Box: la Seconda Guerra d’Indipendenza d’Italia (1859) e l’inizio del Regno d’Italia (1861)
2.3 Il mandato di P. Giovanni Battista Traiber (1863-1866)
Box: la terza Guerra d’Indipedenza d’Italia (1866)
Box: il beato Antonio Rosmini Serbati, prete e filosofo
2.4 Possibilità di fusione tra la Congregazione delle Scuole di Carità e un’altra
3.1.1 Le trattative (1856-1857)
3.1.2 Vita della comunità di Possagno e del Collegio Canova (1857-1869)
3.2 La seconda fase (1869-1881)
3.3 La terza fase: anni di assenza e di silenzio (1881-1889)
3.4 La quarta fase: tre anni d’incertezze e la riapertura (1889-1892)
3.5 La quinta fase: la casa di Possagno attuale (1892-2019)
3.6 Il Liceo Calasanzio dagli anni Cinquanta ad oggi
3.6.1 Relazione storica sull’edificio
3.6.2 II nuovo Liceo Calasanzio
Terza fase della storia della Congregazione. Il “dopo Casara” (1885-1900)
1. Padre Domenico Sapori, preposito generale (1885-1887)
3. Padre Giuseppe Da Col, preposito generale (1887-1900)
Tabella: i sacerdoti Cavanis nell’agosto 1891
4. L’era del cardinal Sarto, patriarca di Venezia
Box: il corredo per entrare nella comunità Cavanis nell’Ottocento
5. I principali discepoli e compagni dei fondatori
6. Biografie dei religiosi Cavanis del secolo XIX
6.1 Diacono don Angelo Battesti
6.2 Seminarista Giuseppe Scarella
6.3 Seminarista Bartolomeo Giacomelli
6.4 Chierico Francesco Minozzi
6.5 Fratel Francesco Dall’Agnola
6.6 Seminarista Antonio Spessa
6.8 Chierico Giovanni Giovannini
6.15 I padri Angelo Cerchieri e Giovanni Battista Toscani e il laico Pietro Zalivani
6.18 Padre Vittorio Frigiolini
6.21 P. Giovanni Francesco Mihator
6.24 P. Narciso Emanuele Gretter
6.27 Fratel Luigi Tommaso Armanini
6.33 Fratel Giacomo Barbaro (Fratel Giacometto)
6.34 P. Giovanni Maria Spalmach
6.36 P. Giovanni Battista Larese
6.40 P. Giovanni Battista Fanton
7. Biografie di religiosi Cavanis del XX secolo
7.3 Fratel Clemente Dal Castagné
7.6 Seminarista Carlo Trevisan
7.7 Fratel Bartolomeo (Bortolo) Fedel
7.9 P. Agostino Santacattarina
7.10 Novizio Nazzareno De Piante
7.18 P. Giuseppe Borghese (P. Bepi)
7.20 P. Luigi D’Andrea e fratel Enrico Cognolato
7.27 P. Agostino Menegoz Fagaro
7.29 Il Venerabile P. Basilio Martinelli
7.30 P. Francesco Saverio Zanon
7.45 Fratel Edoardo Bartolamedi
7.53 Fratel Guerrino Zacchello
7.55 P. (Vescovo) Giovanni Battista Piasentini
7.74 P. Ermenegildo Loris Zanon
7.75 P. Luis Enrique Navarro Durán (P. Lucho)
7.83 Fratello e diacono don Aldo Menghi
8. Biografie dei padri Cavanis defunti nel secolo XXI
8.14 P. Aldino Antonio da Rosa
8.17 P. Fiorino Francesco Basso
8.24 Fratello e diacono don Giusto Larvete
8.29 P. Giovanni Carlo Tittoto
8.38 P. Antonio (Tonino) Armini
Tabella: religiosi Cavanis defunti in ordine alfabetico
Tabella: religiosi Cavanis defunti in ordine di anno di morte
Tabella: religiosi Cavanis defunti (sepolture e cimiteri)
9. Principali amici e collaboratori dei fondatori
9.2 Il beato Luigi Caburlotto (1817-1897)
9.3 Ricordando Mons. Daniele Canal
9.4 Ricordando i fratelli Passi
10. Benefattori e benefattrici dei Cavanis
10.1 Benefattori e benefattrici dei fondatori della prima metà del XIX secolo
10.1.2 Sig. Francesco Marchiori (vedi il capitolo sulla casa di Lendinara)
10.1.4 Contessa Carolina Durini Trotti
10.1.5 Cav.r Pietro Pesaro, Londra
10.1.6 Canonico Angelo Pedralli di Firenze
10.2 Benefattori e benefattrici dell’Istituto della seconda metà del XIX secolo
10.2.1 Mons. Giovanni Battista Sartori Canova (Vedi capitolo sulla casa di Possagno)
10.2.2 Contessa Loredana Gatterburg-Morosini
10.2.3 Mons. Luigi Bragato di Vienna
10.2.4 Don Giuseppe Ghisellini
10.2.5 Principe Giuseppe Giovanelli e sua madre, la principessa Maria Buri-Giovanelli
11. I capitoli generali dell’Istituto Cavanis del XIX secolo
11.1 I capitoli del XIX secolo più in dettaglio
Tabella: prepositi, vicari, definitori e consiglieri generali (1852-2019)
1.1 I tempi del pontificato di papa Pio X nella chiesa e nel mondo
1.2 L’inizio del XX secolo nel mondo
1.3 L’inizio del XX secolo in Europa
1.4 L’inizio del XX secolo in Italia
1.5 Padre Giovanni Chiereghin, preposito generale (1900-1904)
1.6 Padre Vincenzo Rossi, preposito generale (1904-1910)
1.7 Padre Antonio dalla Venezia, preposito generale (1910-1913)
Box: Censimento della Congregazione mariana di Venezia 1952
1.8 Padre Augusto Tormene, preposito generale (1913-1921)
2. La prima guerra mondiale: “La prima carneficina mondiale” (8 luglio 1914 -11 novembre 1918)
2.1 Venezia e la prima guerra mondiale
2.2 L’Istituto Cavanis durante la prima guerra mondiale
2.3 Le testimonianze nel Diario di Congregazione
2.4 I diari di guerra dei religiosi-soldati Cavanis
2.4.1 Diario di guerra e prigionia di Pellegrino Bolzonello, novizio Cavanis: “I miei ricordi di guerra 1915-1918”.
– Offensive sul fronte dell’Isonzo
– Questo era il mio fronte, il fronte goriziano
– La grande offensiva del maggio 1917
– Seconda azione – Quota 126 – Cimitero di Gorizia
– Sugli Altipiani di Bainzizza
– Sul Monte S. Gabriele
– La ritirata di Caporetto
– Dal fiume Isonzo a Codroipo
– La prigionia
– Piccoli episodi
– Vicende del campo
2.4.2 Diario di guerra e prigionia del novizio Alessandro Vianello
2.5 Monumenti e lapidi dei caduti
3. La chiesa tra le due guerre mondiali
3.1 I tempi di Benedetto XV nella chiesa e nel mondo
3.2 La politica femminile dell’Istituto Cavanis
3.3 I tempi di Pio XI nella chiesa e nel mondo
3.3.1 Papa Pio XI e l’Istituto Cavanis
3.4 Padre Agostino Zamattio, preposito generale (1922-1928)
3.5 Padre Giovanni Rizzardo, preposito generale (1928-1931)
4.1 L’Istituto Cavanis nel periodo fascista
Box: attività della Centuria Balilla e Avanguardisti
4.2 Padre Aurelio Andreatta, preposito generale (1931-1949)
4.2.1 Il riconoscimento giuridico dell’Istituto
Tabella: proposte di fondazioni non accettate
Tabella: religiosi Cavanis nel luglio 1939
4.3 I tempi di Pio XII nella chiesa e nel mondo dal 1939 al 1958
4.4 Pio XII e l’Istituto Cavanis
4.5 Padre Aurelio Andreatta preposito generale (seconda parte)
5. La seconda guerra mondiale: “La seconda carneficina mondiale”
(1939-1945)
5.1 La seconda guerra mondiale e l’Istituto Cavanis
5.4 Vita di una comunità Cavanis nell’Italia in guerra nel 1943
5.5 Microstorie Cavanis nella macrostoria della seconda guerra mondiale
5.5.1 La guerra e la prigionia di Edoardo Bortolamedi
5.5.2 Memorie di guerra di Armando Soldera, un noviziato diverso
5.5.3 La guerra di Marino Scarparo
5.5.4 La guerra e la cappella votiva di S. Giuseppe a Coldraga
5.5.5 Vita di seminario nel Probandato di Possagno (1940-1945)
5.5.6 La guerra a Porcari, annotazioni di P. Vincenzo Saveri
5.5.7 Ricordi del Probandato di Vicopelago
5.5.8 Memorie di guerra di P. Giuseppe Leonardi
5.6 La casa di Roma – Casilina
5.6.1 Illustrazione del progetto “Renosto” dell’erigendo Istituto Cavanis Pio XII a Roma
5.7 Le catacombe dei santi Marcellino e Pietro ad duas lauros
5.7.1 Il martirio di Marcellino e Pietro
5.8.1 L’apertura del mausoleo di sant’Elena
6.1 Il mandato di P. Aurelio Andreatta continua dopo la guerra
6.2 Cronaca della vita della Congregazione dal 1947
Tabella: apertura di case dal 1919 al 1968
Tabella: ordinazioni presbiterali 1795-2019
Tabella: date su professioni e ordinazioni
Tabella: seminari Cavanis in Italia dal 1918 al 1970
7. La seconda metà del XX secolo
7.1 Padre Antonio Cristelli, preposito generale (1949-1955)
7.2 Il padre Gioachino Tomasi, preposito generale (1955-1961)
7.2.1 Precisazioni istituzionali definite all’inizio del mandato di P. Tomasi
Tabella: numeri dei religiosi Cavanis nel luglio 1958
8. Dal 1958 al 1970: anni che hanno cambiato la Chiesa e il mondo
8.1 Il papa Giovanni XXIII e l’Istituto Cavanis
8.2 Angelo Giuseppe Roncalli, Giovanni XXIII
8.3 Continuando la relazione sui fatti della prepositura del P. Gioachino Tomasi.
Tabella: numeri dei religiosi Cavanis nel luglio 1960
8.4 Padre Giuseppe Panizzolo, preposito generale (1961-1967)
Tabella: numeri dei religiosi Cavanis nel luglio 1967
8.5 Padre Orfeo Mason, preposito generale (1967-79): apertura dei Cavanis in
Brasile e nel mondo
8.6 Il capitolo generale straordinario speciale (1969-1970) e le Costituzioni e direttorio
8.6.1 Breve storia dei lavori capitolari
8.6.2 Breve cronologia delle Costituzioni
8.7 I tempi di papa Paolo VI nella Chiesa e nel mondo
8.8 I capitoli generali del XX e XXI secolo
8.9 I capitoli generali ordinari del XX e XXI secolo
8.10 I capitoli generali straordinari del XX secolo
9. Alcuni collaboratori e benefattori dell’Istituto Cavanis defunti nel XX-XXI secolo
9.4 Angelo (Lino) Architetto Scattolin
9.9 Alberto Cosulich e famiglia
9.10 Professor Antonio Lazzarin, restauratore
Le case d’Italia fondate nel XX secolo
1.1 “Porcari: la chiesetta dell’Immacolata”
1.2 “Testimonianze di anziani”
1.3 Inaugurazione della chiesa
1.4 Il duplice giubileo del collegio Cavanis di Porcari
2. La casa del Probandato di Possagno (1919)
3. La casa di Pieve di Soligo (1923)
5. La casa del Sacro Cuore e il noviziato annesso
5.1 Una gita dei padri a Coldraga e benedizione della “villa”
5.2 La posa della prima pietra e l’inaugurazione della casa
5.4 Gli esercizi spirituali – gli incontri di preghiera
5.5.2 La benedizione e la posa della prima pietra della chiesa (5 giugno 1938)
5.5.4 Consacrazione della chiesa (2 giugno 1939)
5.5.5 Inaugurazione solenne nella domenica di Pentecoste (4 giugno 1939)
5.5.6 Il pontificale del vescovo
5.6 Uno sguardo al complesso delle costruzioni in Col Draga
5.7 Altri edifici e avvenimenti
6. La casa di Santo Stefano di Camastra (1938)
7. La casa di Fietta del Grappa – Villa Buon Pastore (1940)
8. La casa di Vicopelago e poi di s. Alessio (1941)
9. La casa di Costasavina (Pergine-Trento) e poi di Levico (Trento)
(1943-1948)
10. L’Istituto “Dolomiti” di Borca di San Vito di Cadore – Belluno (1945)
11. La casa di Roma –Torpignattara (1946)
12. La casa dell’Istituto Tata Giovanni –Roma (1953)
13. La casa di Capezzano Pianore (1953)
14. La casa di Chioggia (1954)
15. La casa di Cesena (1958-1959)
16. La casa di Solaro –Milano (1962)
Dagli anni ’70 del XX secolo a oggi
1. L’espansione geografica, la missione
2. Padre Guglielmo Incerti, preposito generale (1979-1989)
3. Padre Giuseppe Leonardi, preposito generale (1989-1995)
4. Padre Pietro Fietta, preposito generale (1995-2001; 2001-2007)
4.1 La casa di Pozzuoli – Monterusciello (1996)
4.1.1 Motivo e occasione della scelta dei Padri Cavanis
4.1.2 L’Istituto Cavanis a Pozzuoli
4.2 La casa di Massafra (parrocchia s. Francesco di Paola)
5. Padre Alvise Bellinato, preposito generale (2007-2013)
6. Padre Pietro Fietta, preposito generale (2013-2019)
7. Padre Manoel Rosalino Rosa, preposito generale (2019 – ….)
Le parti territoriali
1. Le missioni Cavanis: storia degli inizi
2. La provincia italiana, la Pars Italiae
3. Breve storia della provincia del Brasile, la Pars Brasiliae
Tabella: religiosi Cavanis Italiani attivi nella Provincia Antônio e Marcos Cavanis do Brasil
Tabella: i governi della Pars Brasiliae
3.1 Le case della Pars Brasiliae
3.2 La casa (le case) di Castro-Paraná-Brasile
3.3 La casa di Ortiguera-Paraná-Brasile
3.4 La casa di Ponta Grossa-Paraná-Brasile
3.5 La Parrocchia de Nossa Senhora de Fátima di Vila Cipa e la Sua “Casa do Menor”
3.6 Il centro della pastorale universitaria di Ponta Grossa – Oásis
– Primi passi
– Le cose cominciano a funzionare
– Espansione della PU
– Momenti forti
– “Assessoria” nazionale
– Conclusione
3.7 Il seminario maggiore Antônio e Marcos Cavanis e il noviziato di Ponta Grossa
Tabella: case riunite di Ortiguera (1969-2019) e Ponta Grossa (1980-2019)- Paraná -Brasile
Tabella: la casa di Ortigueira (autonoma)
Tabella: la casa di Ponta Grossa (autonoma)
Tabella: centro di Pastorale Universitaria Oásis-Ponta Grossa-Paraná-Brasile
3.8 La casa di Realeza-Paraná-Brasile
3.9 La casa di Pérola d’Oeste-Paraná-Brasile
3.10 La casa di Planalto-Paraná-Brasile
Tabella: le casa di Realeza (1971-2019) e di Pérola d’Oeste (1994-2019)- Paraná-Brasile
Tabella: casa di Realeza (separata dalle altre)-Paraná-Brasile
Tabella: casa di Pérola d’Oeste, parrocchia Sagrado coração de Jesus
Tabella: casa di Planalto (separata da Realeza)-Paraná-Brasile (1988-2010)
3.11 L’arcidiocesi di Belo Horizonte-Minas Gerais-Brasile
Tabella: le case di Belo Horizonte-Minas Gerais-Brasile (1984-2019)
3.12 I Cavanis a Brasília-Brasile
3.13 La casa di Uberlândia-Brasile
Tabella: la casa di Uberlândia
3.14 La Casa di Celso Ramos – santa Catarina (1998-2019)
3.15 La casa di parrocchia São José a São Paulo (1994-2019)
3.16 La casa di Mossunguê – Curitiba (1996-2008)
3.17 La casa della parrocchia di São Mateus do Sul (1995-2004)
3.18 La casa di Novo Progresso, parrocchia Santa Luzia – Pará – Brasile (1998-2019)
3.19 La casa di Maringá-Paraná-Brasile (2001-2019)
3.20 La casa di Guarantã do Norte, parrocchia Nossa Senhora do Rosário – Mato Grosso
3.21 La casa di Castelo de Sonhos-Pará-Brasile
Tabella: seminaristi Cavanis del Brasile nel 1999
Tabella: religiosi e seminaristi Cavanis brasiliani nel 2018
3.22 Le case do Menor o da Criança-Brasile
Tabella: case do Menor o da Criança
4. La regione andina, la Pars andium
Tabella: i governi della Pars andium
4.1.1 La casa di Esmeralda (1982-1996)
4.1.2 La casa di Quito, seminario (1984-2019)
4.1.4 Casa del Collegio Borja III
4.1.5 Casa di Valle Hermoso (1992-2019)
4.2.1 La casa di Bogotá, seminario “Virgen de chiquinquirá”-Colombia
4.3.1 La casa di Santa Cruz de la Sierra -Bolivia
4.4.1 La casa di Éten-Chiclayo-Perù
5. La delegazione delle Filippine (2000-2019)
Tabella: delegazione delle Filippine
5.1 Casa del collegio Letran di Tagum (2000-2019)
5.2 Seminari di Tibungco – Davao City (2003-2019)-Repubblica delle Filippine
5.3 Parrocchia di San José di Braulio E Dujali-Davao de Norte-Repubblica
delle Filippine
6. Delegazione della Casa di Romania
6.1 La città di Paşcani e la Romania
Tabella: delegazione della Romania
7. Delegazione Cavanis nella Repubblica Democratica del Congo (2004-2019)
Tabella: governi della delegazione della Repubblica Democratica del Congo
Tabella: membri della delegazione della Repubblica Democratica del Congo
Breve storia della Congregazione delle “Maestre delle Scuole di Carità”
1. Le tre sedi dell’Istituto femminile Cavanis
1.3 La terza e definitiva residenza
2. Elenco delle Maestre e delle ragazze dell’Istituto femminile Cavanis il 10 settembre 1811
3. Alcuni episodi notevoli della Pia Casa di educazione delle Scuole di Carità
4. I venerabili Cavanis e Santa Maddalena di Canossa
4.1 Maddalena di Canossa chiamata a Venezia
4.2 Lettera di accompagnamento
4.3 Regole generali per la Scuole di Carità
4.5 Elenco delle maestre nel locale delle Eremite in parrocchia dei SS. Gervasio e Protasio
4.7 L’Istituto femminile confluisce nell’Istituto Figlie di Carità Canosina
5. Breve storia delle Suore della Pia Società del Santo Nome di Dio, dette “Suore Cavanis”
Appendice 1 – L’opera dei fondatori
1. (Appendice 1.1) Preghiera attribuita ai fondatori dell’Istituto Cavanis
2. (Appendice 1.2) La gratuità delle Scuole dei fondatori e dei Cavanis
3.1 Pueros et juvenes paterna dilectione complecti
3.3 Sollicita vigilantia a saeculi contagione tueri
3.4 Spiritu intelligentiae ac pietatis quotidie erudire
4.2 Le costituzioni e la Bibbia
4.8 Testi biblici nelle lettere dei fondatori
5. (Appendice 5) Edifici storici
Appendice 5.1. Il palazzo natale dei fondatori
Appendice 5.2. Breve storia della “casetta”
Appendice 5.3. La cappella del Crocifisso a S. Agnese. Memoriale dei fondatori
6. (Appendice 6) Le missioni all’estero
Appendice 6.1. Spiritualità Cavanis in Brasile
6.1.2 La congiuntura veneziana
6.1.4.1 Opzione per i poveri e opzione per i giovani
6.1.4.2 Il nome della Congregazione: paternità e carità
6.1.4.5 La povertà e i mezzi poveri
6.1.4.6 L’ingenuità e la semplicità
6.1.4.7 La piccolezza dell’Istituto
6.1.4.11 La gioia, la libertà e la pace
6.1.4.12 “Uniforme vocazione” e la comunità
6.1.5 La congiuntura del Brasile nel 1988
6.1.6 Il Progetto educativo Cavanis in Brasile
6.1.6.1 Stile Cavanis in Brasile. Una proiezione nel futuro
6.1.6.2 Future attività educative dei Cavanis in Brasile
– La scuola
– “Casas do Menor”
– Centri di Pastorale Universitaria e della Gioventù
– “Assessoria”
– La catechesi
Appendice 6.2. Uno sguardo dei Cavanis sull’Africa
6.2.2 L’Istituto Cavanis e l’Africa
Appendice 7 – Sistemi di riferimento
Appendice 7.1. Glossario dei termini viari (toponimi) veneziani
Appendice 7.2. Excursus sui selciati veneziani
Parte Quinta
Dagli anni Settanta del XX secolo ad oggi
1. L’espansione geografica, la missione
Questo libro si proponeva di raccontare in forma documentata la storia della Congregazione delle Scuole di Carità, l’Istituto Cavanis, nel periodo 1848-1970. Lo si è iniziato tuttavia con un ampio prologo, per ricordare la vita e le opere dei fondatori dell’istituto (dunque a riguardo del periodo 1772-1858), vita e opere del resto ben documentate e descritte in numerose altre opere citate in bibliografia; senza questa parte sintetica iniziale, infatti, sarebbe difficile comprendere veramente la storia dell’Istituto Cavanis per chi non ha letto almeno una biografia dei fondatori.
Il libro propriamente detto si inizia dunque nel 1848, numero tondo, data che corrisponde grosso modo al momento in cui i fondatori decidono di cedere in pratica il governo della congregazione, anche se lo faranno formalmente nel 1852, e si conclude poco dopo del 1970. Si è scelta questa data perché essa corrisponde alla conclusione del Capitolo Generale Straordinario Speciale-CGSS (1969-1970), suggerito dal Concilio ecumenico Vaticano II nel decreto “Perfectae caritatis” e voluto dal papa Paolo VI con il motu proprio “Ecclesiae Sanctae” del 19 marzo 1969.
Nel corso di detto Capitolo, come si diceva sopra, la congregazione fu strutturalmente riformata secondo il desiderio e l’ordine della Chiesa, e le sue costituzioni e norme furono completamente riviste, restando salvo tuttavia lo spirito e il carisma dell’istituto. Da poco era cominciata anche l’uscita dell’Istituto dall’Italia e l’attività missionaria dei Cavanis (1968).
Si è voluto interrompere qui, nel 1970, la narrazione e la documentazione dettagliate corrispondenti, per lasciare una certa distanza tra gli avvenimenti narrati e il tempo presente: sia per rispetto ai protagonisti ancora viventi, sia per permettere che il tempo conceda la prospettiva storica necessaria e sufficiente ai fatti degli ultimi cinque decenni, come è di prassi nella storiografia. Ma anche perché i documenti originali non sono accessibili allo storiografo; che puè servirsi allora solo di notizie pubblicate a stampa o in circolari, e da altre fonti comunque ufficiali, accessibili a tutti.
J.-M. Mayeur, direttore principale dell’opera monumentale e preziosa Histoire du Christianisme in 14 volumi, anche se in realtà nel suo 13° volume concede ai tempi allora recenti (circa 40 anni dal 1958 al 2000, data della pubblicazione di questo tomo) un’opera di quasi ottocento pagine, scrive in proposito: “La storia del mondo contemporaneo, certamente necessaria e possibile, soffre al contempo della sovrabbondanza e delle lacune della documentazione accessibile. La prossimità non permette sempre un corretto punto di vista: essa può condurre ad esagerare o, al contrario, a sottovalutare il peso di un certo avvenimento. Molto spesso, gli studi che renderebbero possibile una messa a punto equilibrata sono rari, o privilegiano un momento determinato: si resterà colpiti, per esempio, dalla ricchezza e dal numero di lavori consacrati al concilio Vaticano II in rapporto a quelli che si occupano della crisi che l’ha immediatamente seguito. Ciò conduce a dire che, come ogni storico, lo storico del cristianesimo contemporaneo è cosciente del fatto che il suo tentativo non arriverà che a un approccio imperfetto e incompleto”.
Si è deciso di interrompere la narrazione propriamente detta della storia della congregazione nel 1970 anche perché si è considerato che per scrivere oggettivamente, in modo documentato, sugli eventi e sui protagonisti del periodo dal 1970 in poi, si dovrebbe avere ricorso ai documenti conservati non nell’archivio storico che si trova nella casa madre di Venezia, al quale questo autore ha accesso diretto, ma nell’archivio generale corrente, presente, come di diritto, nella Curia generalizia a Roma. Tali documenti sono ovviamente e doverosamente riservati.
È sembrato interessante però che, in parallelo al prologo, ci sia in questo libro anche un epilogo, sia pure ampio, sugli anni dal 1971 al presente (2020), che esponga sinteticamente i fatti, nel genere letterario di cronologia piuttosto che in quello di storia, senza giudizi di merito, per il periodo successivo (1971-2020). Ciò con il fine di completare brevemente i dati, ma anche perché è a partire dal 1968 ad oggi, che la congregazione è finalmente uscita dall’Italia e ha avuto la sua espansione in quattro continenti (Europa, America del Sud, Asia (insulare, del sudest) e Africa) e in dieci paesi. Interrompere del tutto la storia della Congregazione nel 1970 vorrebbe dire, in pratica, limitare la narrazione della sua storia alla storia dell’istituto in Italia e quindi immiserirla notevolmente.
Questo epilogo tratterà in primo luogo, in modo sommario, dei principali eventi accaduti durante i mandati dei più recenti governi generali: P. Guglielmo Incerti (con due mandati, uno incompleto), P. Giuseppe Leonardi, P. Pietro Fietta (con tre mandati), P. Alvise Bellinato. P. Manoel Rosalino Pereira Rosa, appena eletto; gli ultimi quattro ancora viventi. In seguito esporrà, sempre in forma di cronologia, la storia delle parti territoriali della Congregazione, compresa la “Pars Italiae”, dopo la sua costituzione come parte territoriale distinta.
2. Padre Guglielmo Incerti, preposito generale (1979-1989)
Guglielmo Incerti nacque a Casaloldo (Mantova) l’11 dicembre 1932. La sua famiglia aveva però abitato a lungo a (o era originaria di) Tavernole sul Mella nella Valtrompia (Brescia). P. Guglielmo a volte, per scherzare con noi, ma probabilmente anche con nostalgia, ci diceva delle frasi nel dialetto alto-bresciano e valtrompiese, durissimo e praticamente incomprensibile per i non addetti ai lavori; ci parlava anche del “Gölem”, il mitico monte della Valtrompia detto erroneamente M. Guglielmo in italiano.
Guglielmo entrò in congregazione, nel probandato di Possagno, il 22 agosto 1946; ricevette la formazione iniziale e frequentò gli studi medi e ginnasiali a Possagno, in probandato e nel collegio Canova. Vestì l’abito di congregazione il 23 ottobre 1949, e iniziò così il noviziato nell’anno 1949-1950 a Possagno, nella casa di formazione associata alla Casa del Sacro Cuore. Per curiosità, i novizi dell’annata di Guglielmo erano stati undici, lui compreso: Danilo Baccin, Augusto Bortolamedi, Damiano Di Pastena, Lino Carlin, Raffaele Nicolussi, Guglielmo Incerti, Filippo Mazzonetto, Siro Marchet, Nazzareno Volpato, Pio Serafini, Giancarlo Domenici. Di questi, perseverarono in congregazione un fratello e quattro padri. Il 24 ottobre 1950 Guglielmo emise la prima professione a Possagno nella cappella del noviziato; il 17 gennaio 1954 emise la professione perpetua a Venezia.
Iniziò poi il suo cammino verso la vita sacerdotale; stranamente, anche la tonsura e tutti i passi iniziali successivi, cioè la ricezione degli ordini minori, contro l’abitudine, furono ricevuti dopo la professione perpetua. Il 3 aprile 1954 ricevette la tonsura a Venezia nella cattedrale di S. Marco dalle mani del vescovo ausiliare Augusto Gianfranceschi; il 6 marzo 1955 l’ostiariato e il lettorato a Venezia a S. Marco dal patriarca Angelo Giuseppe Roncalli; il 17 marzo 1956 l’esorcistato e l’accolitato nella stessa basilica, dallo stesso patriarca. Il 17 giugno 1956 ricevette il primo ordine maggiore, cioè il suddiaconato, a Venezia nella basilica della Salute dal patriarca Roncalli; il 6 gennaio 1957 il diaconato a Venezia nella chiesa parrocchiale del Ss. Salvatore, dalle mani del patriarca Roncalli. Infine il 23 maggio 1957 fu consacrato presbitero a Venezia, nella chiesa di S. Agnese, cioè nella chiesa dell’Istituto, dallo stesso patriarca, che un anno più tardi sarebbe diventato papa. Guglielmo era diventato prete (e aveva compiuto tutto il cammino sopra descritto) assieme a due compagni il P. Lino Carlin e P. Danilo Baccin.
Laureato in Lettere a Padova, fu insegnante di materie letterarie nella scuola media inferiore, molto cordiale con gli studenti e molto amato da loro, ma esigente, per i loro studi e la loro formazione, nelle scuole di Venezia (1957-1961), di Possagno (1961-1964) e di Roma (1964-1971).
A Venezia, a partire dal 1958-61, cominciò anche la sua lunga attività di formatore, assumendo l’incarico di vice-maestro dei chierici propedeutici e teologi, inizialmente aiutando l’anziano P. Alessandro Vianello che era, per i suoi ultimi due anni come formatore, maestro dei chierici, e poi P. Orfeo Mason, che succedette a P. Alessandro nell’incarico di maestro. Mi ricordo P. Guglielmo come mio formatore, sempre molto sorridente, disponibile, cordiale con noi seminaristi, vero modello e maestro; anche se non lo era ancora come titolo ufficiale.
A Roma fu rettore della casa di Torpignattara (1964-1967) e poi per quasi tre anni (ottobre 1968-febbraio 1971) padre maestro degli studenti di filosofia e teologia, avendo come vice-maestro P. Giuseppe Leonardi, che poi gli sarebbe succeduto per altri tre anni. Nel 1969-70 P. Guglielmo era stato membro eletto del Capitolo generale straordinario speciale, e vi era stato scelto come membro della Commissione sulla formazione, contribuendo alla redazione del decreto della formazione e alla preparazione del capitolo corrispondente delle costituzioni e norme.
Rivelatosi buon testimone dei valori della vita consacrata e valido formatore, nel 1971 gli venne chiesto di lasciare l’incarico a Roma e in Italia e di recarsi in Brasile per un incarico più avanzato e urgente, quello di appoggio all’opera iniziale dei Cavanis in Brasile: c’era bisogno di un buon formatore e di un buon capo per la piccola équipe iniziale, che fino a quell’anno non era ancora stata organizzata in forma organica. A Roma si celebrò una grande festa prima della sua partenza, perché era stato molto amato come rettore e poi come membro della comunità e formatore. Tra l’altro, degli anni del suo rettorato in quella casa, restarono memorabili alcuni viaggi compiuti insieme in comunità nell’Italia centro-meridionale, con scopo turistico-culturale, ma anche con quello di stare insieme fraternamente, per qualche giorno, fuori dell’ambiente del lavoro e dell’impegno normale e quotidiano.
Arrivò in Brasile, a Castro (Paraná) il 19 marzo 1971 e oltre ad assumere l’incarico di primo formatore Cavanis in quella comunità Cavanis, ne assunse anche il governo, essendo stato incaricato di essere il primo Superiore delegato dell’opera Cavanis iniziata due anni prima, all’inizio del 1969, con sede a Castro nel Paraná. Nell’occasione, la comunità locale divenne Delegazione. Chiamò i confratelli missionari all’urgenza del problema vocazionale e iniziò ad accogliere numerosi ragazzetti in ricerca vocazionale, utilizzando e riorganizzando gli ambienti del vecchio e dismesso (a ragion veduta) collegio di Santa Cruz di Castro, dormitori, refettorio e classi, di cui operò una decorosa sistemazione, e cui aggiunse, dopo un rifacimento completo, l’ala di abitazione della comunità religiosa e la nuova cappella.
Così il Seminario Santa Cruz, già operazionale dal 1972, venne inaugurato ufficialmente il 30 giugno 1974 con la benedizione data dal vescovo diocesano Geraldo Micheletto Pellanda: fu una bella celebrazione che fu celebrata di proposito nella festa che celebrava il secondo centenario della nascita dei nostri Fondatori Antonio e Marco Cavanis.
Quando la comunità Cavanis del Brasile, divenuta più numerosa, fu promossa a Regione (1973), P. Guglielmo ne fu nominato primo superiore regionale (1973-76), poi rinominato a tale incarico di governo per un terzo triennio (1976-79). Al tempo stesso, fu rettore della casa di Castro dal 1971 al 1973, poi della casa chiamata di Castro-Ortigueira (due comunità riunite) dal 1973 al 1979, per due trienni.
Nel 1975, a queste cariche aggiunse quella di primo padre maestro dei novizi a Castro, prendendosi cura allora, con la collaborazione di altri padri, del primo gruppo di quattro novizi brasiliani. La casa canonica del noviziato sarebbe stata in seguito trasferita a Ponta Grossa e il noviziato ripreso solo dopo la costruzione del seminario e noviziato in quella città (1980).
Il Signore benedì la fede e la pastorale giovanile dei nostri religiosi in Brasile, così infatti P. Guglielmo preparò a Ponta Grossa, con l’aiuto dei benefattori e in particolare della signora Maria Pianezzola di Cavaso del Tomba, l’ampio terreno dove costruire un seminario maggiore con un’ala per il noviziato e un’altra per gli studenti di Filosofia e Teologia.
Nel Capitolo Generale del 1979, il 16 luglio, festa della Beata Vergine del Monte Carmelo e anniversario dell’istituzione canonica della Congregazione, P. Guglielmo Incerti fu eletto Preposito Generale dell’Istituto, succedendo a P. Orfeo Mason che aveva dato inizio all’opera missionaria, aveva portato a termine il lavoro di revisione dei codici dell’Istituto e favorito il ritorno alle fonti dello spirito dell’Opera Cavanis. Si trattava di consolidare l’una e l’altra cosa e il Preposito P. Guglielmo vi si impegnò con molta umiltà e con profonda fiducia nella protezione della Madre delle Scuole di Carità e dei nostri santi Fondatori.
Poco dopo l’inizio del suo primo mandato, il 24 novembre 1979 nella chiesa di S. Agnese, l’istituto fu premiato con “l’angelo d’oro”, premio istituito dal centro culturale Cosulich di Venezia, «per meriti eminenti acquisiti durante lunghi anni d’insegnamento fecondo al servizio della gioventù veneziana».
Si può dire che note distintive della spiritualità di P. Guglielmo Incerti sono state l’amore all’Eucarestia, nella celebrazione devotissima della Santa Messa, e la devozione filiale a Maria SS.ma e ai Fondatori. Diffuse con ogni mezzo la conoscenza di nostri santi Padri ed ebbe la gioia di annunciare a tutta la Congregazione che la Santa Sede aveva emesso il decreto sulle virtù eroiche praticate dai Venerabili Antonio e Marco Cavanis, il 16 novembre 1985.
Con grande amore e diligenza curò l’introduzione della Causa di Beatificazione del P. Basilio Martinelli, religioso della Congregazione delle Scuole di Carità, presso la curia di Treviso: difatti il processo istruttorio venne tenuto in questa sede diocesana, dal 1985 al 1988, prima di passare a Roma. Fu grande la soddisfazione dei devoti del caro Padre Basilio, tra cui dobbiamo annoverare con riconoscenza il vescovo diocesano di Treviso Mons. Antonio Mistrorigo e l’ex-allievo Arcivescovo Mons. Ettore Cunial, vicegerente di Roma.
Nel 1985 P. Guglielmo chiamò la Congregazione a celebrare solennemente, associandosi agli Scolopi su loro invito, il 4° centenario dell’ordinazione presbiterale di San Giuseppe Calasanzio, nostro patrono, e invitò tutti, come facevano durante la loro vita i Venerabili Fondatori, ad imitarne le virtù e lo spirito nella scuola e nella pastorale giovanile.
Nel 1988 si celebrò il 150° anniversario dell’Istituzione canonica della Congregazione delle Scuole di Carità che ebbe il suo culmine il giorno 16 luglio nella chiesa del Sacro Cuore in Col Draga. Alla presenza di ben 70 confratelli concelebranti, dei chierici e novizi, il Preposito Padre Guglielmo pronunciava a nome dell’Istituto, il suo atto di affidamento a Maria Santissima: “Affidiamo a te il tesoro inestimabile dei 150 anni della nostra Congregazione, il presente, così carico di problemi e speranze, il nostro futuro che ci introdurrà nel terzo millennio dell’era del tuo Figlio Gesù […] Ti affidiamo la formazione dei nostri chierici, novizi e seminaristi…”.
Il suo secondo mandato sfortunatamente fu interrotto prematuramente da un episodio di ictus (1985-89; avrebbe dovuto corrispondere al periodo 1985-1991), ma coincide con un periodo di grande espansione della congregazione. Bisogna tuttavia sottolineare soprattutto il grande interesse di questo preposito per le vocazioni, la formazione e i seminari. Fu il primo dei prepositi «venuti dal Brasile», iniziando così un periodo che ricopre cinque mandati (1979-2007) e che è stato ripreso recentemente dal terzo mandato di P. Pietro Fietta (2013 -2019) e da quello di P. Manoel R.P. Rosa (2019- ).
Nel suo primo mandato (1979-1985) aprì le seguenti case e attività (vedi per i dettagli le sezioni speciali sulle parti territoriali) o svolse le seguenti attività:
Durante il suo secondo mandato (1985-1988) aprì le seguenti case e le attività:
Qualche dettaglio sul periodo del suo doppio mandato:
1981(12 marzo) – Con decreto della congregazione per i religiosi e gli istituti secolari, sono approvate le costituzioni e le norme della congregazione, riformate in conformità ai dettati del Concilio Ecumenico Vaticano II, dopo i dieci anni di sperimentazione suddetti.
Nella stessa data, si celebra il quinto «Anno Mariano Cavanis» in tutte le case della congregazione dal 12 marzo 1981 fino al 2 maggio 1982, in occasione del 180° anniversario dell’istituzione della congregazione mariana a S. Agnese, Venezia, da parte dei venerabili padri fondatori e quindi dell’inizio dell’Opera.
1983 – Promulgazione del nuovo Codice di diritto canonico, che comporterà tra l’altro una nuova revisione delle nostre Costituzioni e Norme.
1984 (4 maggio) – P. Leonardi entra come primo parroco nella parrocchia di Santa Maria Mãe de Misericórdia nella periferia di Belo Horizonte (Minas Gerais), quartiere Califórnia.
1985 (4 maggio) – Il card. Arcivescovo di Milano, Carlo Maria Martini, consacra la chiesa parrocchiale di S. Antonio a Corsico, Milano. Il parroco è all’epoca P. Pietro Luigi Pennacchi.
1985 (18 maggio) – Apertura a Possagno, nella diocesi di Treviso, del processo canonico diocesano per la causa di beatificazione del nostro religioso servo di Dio P. Basilio Martinelli.
L’uomo che guardava lontano – P. Guglielmo Incerti
Di P. Alvise Bellinato
Ricordo come fosse oggi il Giovedì Santo del 1985. Sono circa le 5 del pomeriggio. Io e P. Guglielmo (giunto appositamente da Venezia) siamo seduti sugli scalini in pietra del sacello della Vergine di Lourdes, in cima alla Via Crucis, presso la Casa del S. Cuore, a Possagno.
É un pomeriggio fresco e sereno: il bosco di cedri e sembra che stia ad ascoltarci in silenzio. Io so che è un momento importante: una prima svolta per me. Mancano un paio di mesi alla Maturità e stavolta ho scelto di aprirgli il cuore. Dopo l’esame ho deciso che diventerò anch’io un Cavanis. Ho pensato al Giovedì Santo per comunicargli la decisione, per mettere nelle sue mani di Padre Preposito il mio futuro, pieno di incertezza, a causa dell’opposizione familiare e di tante cose che lui già conosce della mia storia personale.
Quando gli comunico la cosa, in poche parole, gli vedo sul volto un riflesso di commozione: ha dedicato una vita alle vocazioni. In quel momento è come se Dio gli facesse un regalo, proprio nella giornata sacerdotale.
Lui ha intuito che, dietro ai capelli lunghi e all’abbigliamento multicolore forse si cela un progetto di Dio. Mi sorride e mi mette una mano sulla spalla: subito mi sento accolto così come sono, con i jeans strappati e le tiracche di cuoio sopra il maglione rosa, con la mia parte umana che dovrà fare un lungo cammino di formazione, per poter forse affrontare la vita religiosa ed eventualmente il sacerdozio. Momenti intensi. Poche parole. Una gioia profonda.
A un certo punto lui tira fuori dalla tasca della talare un foglietto di carta e un pezzetto di lapis. Scrive sicuro: 15 Settembre 1985. “È la Madonna dei dolori. Qui in Sacro Cuore ci sarà la giornata di preghiera. Ti aspetto quel giorno per iniziare il Postulandato”. Qualche istante di silenzio: io credo che per il momento basti così. Il cuore mi batte. Ma lui mi fissa negli occhi. Continua a scrivere: 8 Dicembre 1985. “Qui potrai iniziare il Noviziato, se vuoi”. “Ma non bisogna fare un anno di Postulandato, Padre?”. “Tu no: hai già fatto 8 anni di Cavanis, animando la preghiera a scuola tutte le mattine, con P. Zardinoni”.
Mi domando se in tre mesi ce la farò a prepararmi. E se tornassi a casa dopo una settimana? Non gli dico niente. Confido poco nella mia perseveranza. Mentre rifletto, vedo che lui continua a scrivere: 8 dicembre 1986: prima professione religiosa e vestizione. Mi stupisce il suo fare deciso: sembra che scriva cose certe, che vede con chiarezza nel suo cuore. Forse non ha capito che tipo sono io. “Poi vai a Roma a studiare due anni di Filosofia e tre di Teologia”.
Io rimango in silenzio, guardando P. Orfeo che passeggia con il Rosario in mano, cento metri più in basso, lungo il vialetto della Via Crucis. Lo so che anche lui sta pregando per me, da mesi. Torno con lo sguardo su P. Guglielmo mi accorgo che sta scrivendo ancora… 1986/88 e 1989/91 ROMA.
Mi sento un po’ perplesso e forse disorientato: non dico nulla, anche se la prospettiva mi sembra azzardata: Filosofia…Teologia? Ci saranno tante prove… solo pochi arrivano. Pensiamo al prossimo anno e basta, per il momento, sto per dirgli. Ma lui riprende il lapis e continua: 1992 – ordinazione sacerdotale.
Non so dove P. Guglielmo abbia messo quel foglietto. Però, a 25 anni di distanza, devo dire che tutto quello che aveva scritto quel pomeriggio era vero, si è realizzato esattamente come me lo aveva proposto, come se quelle poche righe avessero in sé la forza di una profezia, basata sulla fiducia. Quella fiducia ha aiutato molti. Così dovrebbe essere l’uomo delle vocazioni. L’uomo che guarda lontano.
Abbiamo bisogno di Cavanis che non si fermino all’aspetto esteriore, ma sappiano guardare avanti, puntare sui desideri profondi che i giovani ancora portano, forti, nella parte più nascosta del cuore. A volte aspettano qualcuno che abbia il coraggio di uno sguardo lungo.
Vorrei che continuassi così, dal cielo, ad accompagnare la Congregazione e a ispirarci coraggio e fiducia nei giovani, spesso pronti a stupirci con la loro generosità. Resta con noi e aiutaci a guardare lontano.
1985 – Rielezione di P. Guglielmo Incerti come preposito generale al suo secondo mandato durante il XXIX capitolo generale.
1985 (16 novembre) – In questo giorno furono promulgati a Roma, Città del Vaticano, i decreti sulle virtù eroiche dei nostri fondatori, P. Anton’Angelo e P. Marco Antonio Cavanis, in presenza del papa Giovanni Paolo II, e furono dichiarati venerabili. Dies signanda albo lapillo.
1986 (17 aprile) – Celebrazione per la proclamazione delle virtù eroiche dei nostri fondatori nella Basilica di S. Marco a Venezia. La celebrazione fu presieduta dal card. patriarca Marco Cè.
Nel 1987 si comincia ad avvertire in congregazione la preoccupazione per il numero molto ridotto di novizi, di seminaristi di giovani religiosi in tutte le parti territoriali: in Italia ce n’è ancora qualcuno, ma in maggioranza la loro presenza nei seminari è passeggera, e al momento di ammetterli alle professioni e agli ordini, con lodevoli eccezioni, l’incertezza da parte loro e/o da parte dei formatori e superiori è molto forte; il risultato è molto scarso. In Brasile, rispetto al periodo precedente, a circa 30 anni dagli inizi, si nota che le defezioni di novizi e studenti sono diventate molto numerose (si nota per esempio l’uscita di ben 11 professi temporanei tra 1986 e 1987); in Ecuador il seminario minore si è quasi svuotato. Sulla qualità poi di giovani “vocazionati” dell’Ecuador (e tanto più della Colombia) ne è un esempio anche il risultato praticamente nullo – per fare solo un esempio – dell’annata di noviziato che comprende i quattro giovani Arnobio Agudelo O., Rodrigo V. Pacheco G., Pedro M. Landázuri L. e Guillelmo N. García C.
1988 (16 marzo) – Conclusione, nel tempio di Possagno, del processo diocesano per la beatificazione del servo di Dio P. Basilio Martinelli, con la solenne celebrazione presieduta dal vescovo di Treviso, mons. Antonio Mistrorigo, che sottolineò le virtù del servo di Dio dopo la lettura del vangelo.
1988 (16 luglio) – Nella data esatta del 150° anniversario dell’erezione canonica della congregazione, si celebra solennemente la ricorrenza, in presenza dei confratelli, dei novizi, dei seminaristi e dei rappresentanti delle nostre case e attività dell’Italia, del Brasile e dell’Ecuador, nella chiesa del Sacro Cuore a Possagno. Durante questa festività il preposito generale, P. Guglielmo Incerti, affidò la congregazione intera alla Vergine Maria pronunciando con i confratelli l’atto di “affidamento”.
1988 (1° ottobre) – Esumazione e traslazione del corpo del servo di Dio, P. Basilio Martinelli, dalla cappella del cimitero di Possagno alla chiesetta del Collegio Canova, nel sepolcro monumentale appositamente costruito, sulla destra della navata; segue la celebrazione solenne presieduta dal preposito generale P. Guglielmo Incerti.
DENZIALMENTEINANTE
Provvidenzialmente determinante
P. Diego Spadotto
Fin dall’inizio della nostra presenza Cavanis in Brasile il P. Guglielmo è stato provvidenzialmente determinante.
Come superiore della comunità Cavanis in Brasile, negli anni settanta, è stato l’animatore pieno di speranza, discreto e umile nel valorizzare i confratelli giovani e anziani, con i quali conservava, anche nei periodi difficili, rapporti di amicizia, di fiducia e di affetto fraterno. Come formatore e rettore nel Seminario Santa Cruz di Castro e nel Seminario Nossa Senhora Aparecida di Realeza è stato ideatore e fondatore dando orientamenti chiari e innovativi. Si trattava di inventare e di conoscere il cammino della Chiesa e della Vita Religiosa in Brasile. La sua presenza in Seminario è sempre stata costante, ricca di buoni esempi e di preghiera. Esempio per tutti, ragazzi, laici e religiosi di vita di preghiera, di fedeltà al sacerdozio e al carisma. Molto amato e stimato dalla gente di Castro.
Come Preposito, dopo il 1979 è stato per i Cavanis in Brasile il punto di riferimento sicuro per il primo noviziato nel nuovo seminario “Irmãos Cavanis” di Ponta Grossa, per le prime esperienze di Case do Menor, per la presenza Cavanis nel mondo della scuola e per le aperture missionarie della Regione del Brasile in Ecuador.
Con il suo esempio di vita ha continuato ad ispirare il cammino di formazione ricevendo e dando fiducia, senza mai apparire come protagonista, sapendo ascoltare molto, formando i giovani formatori. Vero padre della Congregazione come dicono le Costituzioni.
Come educatore Cavanis, figlio di quei Cavanis che sono stati i primi “animali da cortile”, sempre presenti nella vita dei ragazzi. Nell’ultimo periodo passato in Brasile si è dedicato anima e corpo alla Casa do Menor di Ponta Grossa essendo di esempio e stimolo per quanti volevano dedicarsi ai bambini con stile Cavanis secondo il carisma. Moltissimi giovani, volontari, laici che lavorarono nella Casa do Menor Irmaos Cavanis di Ponta Grossa lo ricordano oggi con gratitudine e pregano per lui. E la Casa do Menor continua essendo ricordata e aiutata nel servizio che svolge, come: La Casa do Menor do Pe. Guilherme.
1988 (maggio? Comunque in primavera) – Una malattia (un ictus) costringe il preposito P. Incerti a ricoverarsi in ospedale (a Brescia) e, dopo essersi abbastanza ripreso, a discutere lungamente con il suo consiglio generale la sua situazione di salute che avvertiva decadente e a esporre la sua idea di rinunciare al governo. Nonostante l’opposizione affettuosa e piuttosto serrata dei consiglieri, che lo pensavano e desideravano ancora al suo posto, P. Guglielmo si sentiva veramente male e ne aveva parlato lungamente anche a chi scrive queste pagine, già nell’ospedale di Brescia e poi in seguito. Infine giudicò necessario non terminare ma interrompere il suo secondo sessennio di governo della congregazione. Presentò allora formalmente, come previsto dal CIC e dalle costituzioni, le sue dimissioni da moderatore supremo della congregazione alla Santa Sede. Questa accettò la domanda ed egli, con il consenso del Consiglio, convocò il 30° Capitolo Generale per l’estate del 1989, con l’anticipo di due anni rispetto alla data prevista del 1991.
1989 (12 febbraio) – Nella città di Roma, la nostra congregazione accetta in questo giorno la parrocchia dei Santi Marcellino e Pietro ad duas lauros, affidata alla cura pastorale del nostro primo parroco Cavanis P. Antonio Armini, romano.
Dopo il capitolo generale, essendo scaduto prematuramente il suo secondo mandato, P. Guglielmo chiese di ritornare in Brasile a lavorare tra i ragazzi e le ragazze, come direttore della “Casa do Menor” di Ponta Grossa (1989-1998). Durante questi nove anni fu un vero Cavanis nella direzione e animazione di questa, che era stata la prima casa dell’Istituto per bambini/e ragazzi/e carenti, provenienti da famiglie residenti in quartieri poveri, detti favelas a Rio e poi in tutto il Brasile.
Si diceva “come un vero Cavanis”. Infatti a nostro parere è auspicabile che i religiosi Cavanis non si accontentino di organizzare e gestire le case per bambini e ragazzi poveri per poi lasciarle in mano quasi completamente di assistenti sociali e altri dipendenti del comune e/o dello stato, comunque di stipendiati, accontentandosi di visitare tali case periodicamente; almeno i direttori di queste case dovrebbero essere religiosi Cavanis, dedicati completamente ed esclusivamente a questo servizio, secondo il carisma proprio della congregazione, come per esempio accade nella Maison d’Accueil Cavanis-MAC a Kinshasa.
Per P. Guglielmo, con la presenza della sua famiglia, fu inaugurato il 2 dicembre 1990 nella galleria dei Prepositi generali, nella “Sala del capitolo” in casa madre il suo ritratto, dipinto dal vivo dal prof. Romano Stefanelli, un grande pittore, uno di quelli che decorarono con affreschi le volte dei chiostri dell’abbazia di Montecassino, nell’ultima fase del rifacimento e restauro, dopo la distruzione nel corso della seconda guerra mondiale. Il quadro è di grande valore, ed è anche costato molto caro; tuttavia è da notare che il pittore ostinatamente volle fare il ritratto del resto molto bello, in un formato che non corrispondeva a quello degli altri ritratti della galleria, essendo parecchio più grande. Piuttosto di rifarlo – dato alche il prezzo elevato – o di ritagliarlo, si preferì mettere nella galleria una riproduzione fotografica dell’originale, e si sistemare l’originale in deposito in Archivio storico. Il ritratto e molto fedele, e, forse in modo che alcuni hanno trovato sgradevole, rappresenta P. Guglielmo con l’espressione di sofferenza dovuta all’ictus che lo aveva colpito nel 1988.
Il 14 settembre 1994 P. Guglielmo fu omaggiato con la cittadinanza onoraria della città di Ponta Grossa, detta la “Princesa dos Campos”, con la motivazione di avervi diretto per molti anni con grande vantaggio pubblico e sociale la “Casa do Menor Irmãos Cavanis”.
Più tardi fu trasferito ancora una volta come formatore tra i nostri seminaristi di Quito, Ecuador, (1998-2003), forse imprudentemente, data la sua età già avanzata e la salute precaria, tenuto conto dell’altitudine della capitale dell’Ecuador (2.820 m, al seminario). Funse anche per un triennio da superiore regionale della regione che si chiamava a quel tempo Regione Ecuador/Colombia (1999-2001).
Le sue condizioni di salute si stavano di nuovo aggravando e la sua permanenza ad alta quota sulle Ande “Quiteñas” stava diventando pesante e pericolosa per lui, per cui fu fatto rientrare in Italia nel 2003; inizialmente fu aggregato per un triennio alla comunità di Corsico come uno dei vicari parrocchiali (2003-2006), nella nativa Lombardia; poi passò a vivere in semplicità e preghiera nella nostra casa di riposo per religiosi anziani o malati di Possagno (2006-2010).
Schivo di lodi e onori, lavorò sempre nell’umiltà e nella povertà; caro ai confratelli per le sue virtù, seppe con pazienza rianimare e dar fiducia a tutti, di tutti cogliendo quanto di meglio potevano dare. Morì a Possagno (Treviso) dopo lunga e dolorosa malattia il 16 agosto 2010. Il funerale solenne si celebrò nel tempio canoviano di Possagno il 18 agosto alle ore 16 e la salma fu tumulata nella cappella del clero nel cimitero di Possagno.
IN PUNTA DI PIEDI
di Don Sandro Colonna di Stigliano – Presbitero Fidei Donum
La notizia della morte di Padre Guglielmo, mi prende non certo di sorpresa, ma sempre impreparato a staccarmi da una persona che per me ha voluto dire molto. Ho conosciuto Padre Guglielmo nel 1993 in Svizzera, dove era venuto per una visita medica. Mi ha colpito subito il tono di voce con cui parlava dei suoi “meninos” della Casa do Menor di Ponta Grossa. Le sue parole trasparivano la dedizione che da molti anni aveva per questa istituzione e la stima sincera e molto grande che aveva per la “sua gente” del Brasile.
Mi ha tanto impressionato che non ho dubitato un solo momento quando mi ha detto: “perché non vieni a vedere coi tuoi occhi?”. Sapevo che sarei andato: e infatti l’estate successiva mi sono recato a Ponta Grossa per un mese. E anche per me è stato “amore a prima vista!”.
Ho poi avuto la fortuna e l’onore di vivere con Padre Guglielmo poco più di un anno, proprio alla Casa do Menor. Nel 1996, infatti, con l’approvazione del mio Vescovo di Lugano, Mons. Torti, sono partito per una esperienza di cinque anni. Io però pensavo che li avrei passati insieme a Padre Guglielmo: ma nel 1997, improvvisamente, con un incredibile senso del dovere, lui che avrebbe potuto pretendere di terminare in pace il suo impegno per la Congregazione restando al suo posto, si metteva a disposizione e veniva destinato a Quito, nell’Ecuador. Ha lasciato la Casa do Menor in punta di piedi, senza clamori, perché chi lo conosceva sa molto bene quanto fosse schivo di tutte le cerimonie per la sua persona: abbiamo dovuto costringerlo ad una festa di “despedida” nel Natale del 1997, approfittando della presenza di alcuni amici Svizzeri che erano venuti a visitare la Casa. Con la scusa di salutare loro che ripartivano, lo abbiamo “costretto” ad essere presente e, naturalmente, la festa era tutta per lui. Non sto a descrivere il “clima” di quella festa, perché non ci riuscirei: basti sapere che l’unico che è riuscito a non piangere a dirotto è stato proprio lui, Padre Guglielmo: per tutti gli altri l’emozione ha preso il sopravvento.
Cosa mi ha insegnato Padre Guglielmo? L’amore disinteressato ai più piccoli, una forza di dedizione che non si spiegava con le poche forze fisiche di quell’ometto che si sarebbe potuto immaginare pronto a cadere ad ogni soffio di vento. Un amore per la Chiesa e per l’umanità, frutto della sua fede incrollabile in Dio e della sua venerazione alla Vergine e ai Fondatori, che sfidava anche le difficoltà. E, soprattutto, la gioia che sempre lasciava trasparire in tutti i suoi gesti e le sue parole. Ricordo quanto rideva ai miei primi pasticci di Portoghese, quanto si divertiva a prendere in giro e lasciarsi prendere in giro (tutte le persone intelligenti sanno ridere di sé stesse).
Ricordo quando ha lasciato definitivamente Ponta Grossa: siamo usciti quasi alle due di notte per andare a Curitiba a prendere l’aereo e, passando davanti alla chiesa di Nossa Signora di Fatima, parrocchia di Vila Cipa, facendo come sempre il segno di croce, gli ho visto di nascosto una lacrima scendere sul viso: non gli ho detto nulla, ma ho capito quanto gli doveva costare quel distacco. Non avrebbe più rivisto i suoi “meninos” e, anche se ne avrebbe incontrati altri in Ecuador, lì lasciava un gran pezzo del suo immenso cuore. Chi ha fatto l’esperienza di venire qui in Brasile, sa cosa voglio dire.
Nell’estate scorsa sono passato da Possagno, dove risiede da qualche anno: avrei potuto, ma non ho voluto vederlo. Preferisco ricordarlo sempre come quel vecchietto arzillo e dinamico che ha saputo toccare il mio cuore e mi ha dato la possibilità di vivere una delle più incredibili avventure della mia vita.
Ora riceve il premio che il Signore riserva agli operai del suo Regno e tutti siamo certi che sarà un premio magnifico e per sempre: quello che, senza alcun dubbio, ha meritato nella sua lunga e amorevole vita. Addio, Padre Guglielmo… Ad Deum! Ci ritroveremo tutti insieme, ne siamo certi, grazie all’amore del Signore. Ma tu… riservaci un buchino!
La liturgia eucaristica fu presieduta dal padre Preposito (P. Alvise Bellinato, a quel tempo) e concelebrata dal P. Provinciale (P. Giuseppe Moni) e da una ventina di sacerdoti, in buona parte dei Cavanis, provenienti da Chioggia, Corsico, Venezia, Roma, Massafra e Possagno. Erano presenti anche numerosi membri della Curia generalizia, oltre a un rappresentante della Diocesi di Treviso, il Vicario Pastorale, che è intervenuto alla fine della S. Messa per esprimere i sensi di vicinanza e affetto da parte del Vescovo di Treviso, Mons. Gianfranco Agostino Gardin, ex allievo Cavanis di Venezia. Hanno partecipato alla celebrazione anche i familiari e parenti di P. Incerti, oltre a laici, provenienti da alcune comunità Cavanis italiane.
Il P. Preposito, nell’omelia, ha ripercorso i tratti fondamentali della biografia del confratello defunto, sottolineandone il forte senso di identificazione con il sacerdozio e con la vita religiosa. “La stola e il Vangelo, posti sulla sua bara, sono il segno delle sue opzioni fondamentali di vita: sacerdote e missionario. Due opzioni incarnate in modo forte e convinto”. P. Guglielmo è stato riposto all’interno, rivestito dei paramenti sacerdotali e del crocifisso di missionario.
Di lui risalta – ha aggiunto il Preposito – in modo particolare il forte amore alle vocazioni: numerosi sacerdoti concelebranti sono stati, a diverso titolo, suoi figli spirituali. Ha dedicato la maggior parte della sua vita a proporre, diffondere e far amare il sacerdozio e la vita religiosa.
Di questo gli dobbiamo essere grati e chiediamo a P. Guglielmo di continuare a pregare per noi.
UNA STRANA SEGRETERIA
Un fenomeno strano che sarebbe da studiare nella storia della congregazione, è l’apparizione, sulle pagine del “Charitas”, la rivista ufficiosa dell’Istituto Cavanis, ma anche de “Il Gazzettino” e di altri organi di stampa di Venezia e dintorni, di assurdi articoli, scritti da persone assolutamente incompetenti nei campi culturali nei quali pretendevano pontificare, e che spesso non si firmavano con il proprio nome, ma con il fantomatico (e falso) nome di “Segreteria della Commissione diocesana per le Comunicazioni Sociali”.
Tale sedicente segreteria – legata in qualche modo, purtroppo, all’Istituto Cavanis – si accaniva in particolare contro l’evoluzione biologica, la relatività, la scienza in generale; si occupava anche di sociologia (se così si può chiamarla); di politica; perfino di teologia con punte chiaramente eretiche, per motivo di ignoranza e di fantasia più che di volontà di uscire dal deposito della fede ortodossa.
Non esisteva tale commissione diocesana (almeno per quanto riguarda la diocesi di Venezia). Essa anzi fu sconfessata dal patriarca di Venezia Marco Cè, che più tardi (1989) convocò e pregò il nuovo Preposito, P. Giuseppe Leonardi, di impedire la pubblicazione di articoli peregrini ed eretici di questa fantomatica segreteria e dei suoi componenti, cosa che fu puntualmente eseguita dal preposito con diffide formali e interdizioni scritte.
Trattandosi di fatti recenti, per studiare i quali non c’è ancora acceso ai documenti archivistici, bisogna accontentarsi di ciò che è stato stampato e che quindi è di pubblico dominio.
Per chi volesse cominciare uno studio su questo strano gruppo, suggerisco di leggere per esempio gli articoli “Il Triangolo “(Cartesio-Darwin-Einstein)” nel Charitas XLVIII (1982), 4: 26-29 e “Umanità in evoluzione”, Charitas XLIX (1983), 1:30-31, ma con l’aggiunta anche delle pagine 28-29. Questi articoli hanno provocato interventi dei lettori, pubblicati e commentati. Ancora: ““Dio non gioca a dadi” (Einstein)”, Charitas XLIX (1983), 3: 32-34.
Il dibattito prosegue con articoli nel Charitas XLIX (1983), 2: 26-27. È incredibile la sicumera con cui queste persone del tutto incompetenti, dal punto di vista naturalistico, biologico, paleontologico, matematico, fisico e filosofico, mettevano nelle pagine del Charitas, alla pari con altre teorie scientifiche discusse negli ambienti tecnici e scientifici la loro teoria da loro detta “neo finalismo”.
Per quanto riguarda la teologia e in particolare la biblica (mescolata questa con le scienze), si veda per esempio l’articolo “La società umanoide attuale” firmato Marco De Kunert (uno dei probabili membri della sedicente “Segreteria della Commissione diocesana per le Comunicazioni Sociali”, in Charitas L (1984), 1: 38-39.
Si veda anche l’articolo “Attività del Settore Comunicazioni Sociali Cavanis” in Charitas L (1984), 3: 50-51, non firmato; a proposito del quale bisognerebbe esaminare se tale “Settore Comunicazioni Sociali Cavanis” fu realmente istituito o autorizzato da qualcuno in Istituto. L’articolo è anonimo. È firmato invece da P. Fernando Fietta l’articolo: “Il lievito morale nella pasta del cinema”, Charitas L (1984), 4: 6-8.
Altri articoli sul tema di questo fantomatico gruppo: Charitas L (1984), 4: 40-42; LI (1985), 1: 35; LI (1985), 3: 23; LI (1985), 4: 34. E così via.
3. Padre Giuseppe Leonardi, preposito generale (1989-1995)
Nato a Venezia il 20 giugno 1939, in parrocchia (e in campo) di S. Polo, dove fu battezzato; quando aveva un anno però la famiglia, che stava crescendo di numero, si spostò in un appartamento più grande, in parrocchia dei Frari, a San Stin. Ex-allievo dell’istituto Cavanis di Venezia, dove aveva frequentato medie e liceo classico (1950-1958), entrò in congregazione dopo conseguita la maturità classica il 28 ottobre 1958 come postulante e poi dalla domenica 7 dicembre come novizio in Casa del S. Cuore a Possagno. Vestì l’abito della congregazione a Venezia, nella chiesa di S. Agnese il 7 dicembre 1958. Compì il suo anno di noviziato, un po’ sfasato di qualche mese rispetto agli altri novizi, tra cui c’era il (più tardi) padre Diego Spadotto. Professione temporanea a Possagno, nella cappella del noviziato, l’8 dicembre 1959. Emise la professione perpetua a Venezia nella chiesa di S. Agnese l’8 dicembre 1962, durante un oratorio domenicale della scolaresca.
Ricevette la tonsura il 17 dicembre 1960; i primi due ordini minori il 22 dicembre 1961; i secondi ordini minori il 24 giugno 1962; il suddiaconato il 30 giugno 1963 sempre (per tutte queste celebrazioni precedenti) nella basilica della Madonna della Salute a Venezia; il diaconato il 21 dicembre 1963 nella basilica cattedrale di S. Marco, assieme agli ordinandi diocesani; infine l’ordine sacro nel grado del presbiterato il 21 giugno 1964 nella basilica della Madonna della Salute, ancora assieme ai diocesani e ad alcuni cappuccini. Aveva ricevuto tutti questi gradi dal medesimo patriarca, il card. Giovanni Urbani, sempre nella basilica della Salute, come usava a quel tempo, salvo l’ordine del diaconato che aveva ricevuto nella basilica patriarcale di S. Marco. Giuseppe era unico nella sua annata in istituto, e veniva in qualche modo a riempire un anno vuoto, dato che, prima ancora che egli entrasse in congregazione il 28 ottobre 1958, i due seminaristi di quell’annata, Terenzio Simonato e Giampaolo Pacini, erano usciti di congregazione alla fine degli studi liceali.
Dopo l’ordinazione presbiterale e dopo l’estate successiva passata aiutando come assistente nel seminario minore di Levico, ha vissuto e operato successivamente nelle case di Venezia (da chierico ossia seminarista maggiore; 1959-1964), Possagno Sacro Cuore (noviziato; 1958-59), Roma Tata Giovanni (1964-65), Roma Casilina (1965-74), Castro (1974-1980), Ponta Grossa (1980-1984), Belo Horizonte (1984-85), Brasília (1985-89), Chioggia (per pochi giorni nel 1996), Pozzuoli (1996-2003), Venezia (2003-2005), Kinshasa, Repubblica democratica del Congo (2005-2014), di nuovo a Venezia (2015 -…).
Durante i primi 10 anni di vita presbiterale a Roma, in cui si dedicava all’insegnamento della materia di Osservazioni scientifiche nella scuola media inferiore e ad altre attività educative, come detto qui sotto, tra cui la formazione dei seminaristi maggiori, frequentò per un anno (1964-65) la Pontificia Università Lateranense e vi ottenne la licenza de Universa Teologia (23.06.1965) e un diploma in teologia pastorale; frequentò in seguito il Pontificio Istituto Biblico (1965-68) ottenendo la licenza de Re Biblica (19.06.1967), con un tesina sul capitolo 8 della lettera ai Romani e una tesi (sul salmo 104(103)) pubblicata parzialmente nella rivista “Biblica” del PIB; in seguito, avendo frequentato l’anno per il dottorato, scegliendo la specializzazione in filologia delle lingue semitiche occidentali, si preparava a svolgere la tesi per il dottorato su Isaia 14 che gli era stata assegnata dal relatore P. Mitchell Dahood S.J., ma non poté continuare per ordine espresso del preposito generale, P. Orfeo Mason: la congregazione non aveva più bisogno di un professore di S. Scrittura, dato che proprio in quell’anno 1968 gli studenti Cavanis di teologia sarebbero passati da Venezia a Roma per svolgere gli studi filosofici e teologici.
Dal 1968 al 1975 tuttavia continuò, con il permesso del preposito, a frequentare l’anno per il dottorato in Sacra Scrittura e a svolgere le attività, gli esami e una seconda tesina (sul Nuovo Testamento con P. Stanislas Lyonnet su Romani 8) e completò tutti i crediti per il dottorato (completando tutto ciò anche durante l’anno di preparazione alla missione in Brasile e concludendo questo lavoro in Brasile), essendo promosso a C.D., ossia “Candidatus ad Doctoratum” il 4 marzo del 1975, mentre era già in Brasile. All’Istituto Biblico era stato tra l’altro fondatore e primo presidente del gruppo di studenti italiani in quell’istituto.
Nel frattempo, per ordine del preposito generale, contemporaneamente all’anno di corso per il dottorato de re biblica, al P.I.B., si era iscritto al primo anno del corso di Scienze naturali all’Università degli studi (oggi “Roma-1” oppure “La Sapienza”) per poter insegnare, su richiesta appunto del preposito, scienze nei nostri licei; e dopo circa 6 anni discusse la tesi in Paleontologia sui cervi fossili di Riano romano (Roma) in comparazione con altri cervi e daini fossili del Museum di Parigi e del British Museum Natural History di Londra e di altri centri europei, ottenendo il risultato di 110/110 e lode il 18 febbraio 1974
Sviluppò il suo carisma Cavanis a scuola come professore di scienze (Osservazioni scientifiche) nelle nostre scuole medie di Roma (1965-1973) e assistente degli Aspiranti d’Azione Cattolica del nostro istituto e dei giovani della pastorale universitaria della parrocchia dei Santi Marcellino e Pietro, che non era ancora affidata allora all’istituto Cavanis.
Fu inviato come missionario in Brasile nella primavera del 1974, su richiesta del vescovo di Ponta Grossa mons. Geraldo Micheletto Pellanda, dal preposito generale P. Orfeo Mason, specificamente per essere incaricato e per dedicarsi alla pastorale universitaria in Brasile. Giunse al Brasile in nave, con la motonave Cristoforo Colombo, da Genova a Santos, dove P. Mario Merotto venne ad accoglierlo amabilmente in vettura, per portarlo poi a Castro.
Oltre a dedicarsi alla Pastorale universitaria per tutti i 18 anni trascorsi in Brasile, nei primi anni fu anche professore nelle cattedre di Paleontologia dei vertebrati, di Geologia del Brasile e di Geologia storica per allievi di scienze geologiche e di Geologia I per ingegneri all’Università federale del Paraná (UFPR, Centro Politecnico) a Curitiba (Paraná, Brasile); di Metodologia scientifica all’università dello Stato del Paraná a Ponta Grossa (UEPG); e principalmente di tutte le cattedre di Sacre Scritture al seminario maggiore interdiocesano IFITEME di Ponta Grossa.
Professore di religione nelle nostre scuole superiori di Venezia (2003-05; 2014-17); professore d’esegesi del Pentateuco e di altre materie alla Facoltà teologica S. Eugenio di Mazenod a Kinshasa (2005-2010); professore d’introduzione alle Sacre Scritture al seminario maggiore arcidiocesano e Facoltà di Filosofia S. André Kaggwa a Kinshasa (2009-2010); professore di “Fondamenti biblici della missione” alla facoltà di Missiologia (I.A.S.M.) a Kinshasa (2008-2009); segretario del capitolo generale straordinario speciale (1969-70); vice-maestro del nostro seminario maggiore a Roma (1967-1970); maestro del seminario maggiore a Roma (1970-1973); responsabile della pastorale universitaria a Ponta Grossa (1974-1984); era stato invitato dal superiore pro-provinciale del Brasile, P. Diego Spadotto, a trasferirsi nella Regione Ecuador, alla fine del 1983, e aveva accettato e si disponeva ad andarci; quando fu eletto (4 gennaio 1984) assistente (assessor) nazionale della pastorale universitaria del Brasile, e la pro-provincia preferì allora mantenerlo in Brasile e lo inviò, come primo parroco, per un breve periodo, a Belo Horizonte (Bairro Califórnia, parrocchia Santa Maria Mãe de Misericórdia, 1984-1985); assistente o assessor per la Pastorale universitaria del Paraná; assistente o assessor per la Pastorale universitaria del Sud del Brasile (Rio Grande do Sul, Santa Catarina e Paraná per elezione da parte degli studenti del Sud, 1983-1984); assistente nazionale (assessor nacional) della pastorale universitaria e della cultura del Brasile (1984-1989) con residenza nella sede della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile-CNBB; consigliere pro-provinciale della Pro-provincia Brasile (1988-89); parroco e rettore a Pozzuoli, parrocchia Sant’Àrtema (1996-2003); vicario foraneo della forania o vicariato Pozzuoli II; rettore della casa madre di Venezia e contemporaneamente direttore della Fondazione Cavanis e vice-provinciale della provincia italiana (2003-05); formatore e maestro dei novizi a Kinshasa R.D.C. (29 settembre 2005- 8 settembre 2013); Superiore delegato della delegazione in R.D.C. (2007- 17 febbraio 2014).
Nel 1970 fu invitato da padre Carlo Martini S. J., allora rettore, ad assumere la cattedra come professore d’esegesi dell’antico testamento nel Pontificio Istituto Biblico di Roma. Paleontologo, ha pubblicato numerosi scritti accademici scientifici (circa 200) nel campo della paleontologia e geologia e un gran numero di articoli di spiritualità biblica, di meditazione, di interviste ecc., inoltre ha pubblicato delle ricerche nel campo della filologia biblica relative al salmo 104(103). Nel 1982 frequentò un corso semestrale di post-dottorato (di 3° ciclo) a Gerusalemme, nel Pontificio Istituto Biblico, sede di Gerusalemme, dal tema: “I Targum e il giudaismo”. Cerfificato del 31.05.1982.
1989 (22 luglio) – Fu eletto a preposito generale durante il XXX capitolo generale, cui partecipava come primo delegato eletto del Brasile. È stato il primo preposito generale brasiliano (naturalizzato brasiliano nel 1979 ed è tutt’ora brasiliano).
Il suo mandato di preposito fu caratterizzato da un periodo di pausa nella congregazione. Si occupò più della formazione permanente e di riorganizzare e ammodernare la congregazione informatizzandola (con i suoi collaboratori, soprattutto P. Pietro Luigi Pennacchi), che di espandersi da un punto di vista geografico. Introdusse in congregazione con poco successo il sistema di valutazione/programmazione per il triennio e il sessennio. Non accettò nuove parrocchie durante il suo mandato. Introdusse l’idea della prassi del ridimensionamento in Italia, che fu poi gradualmente realizzato.
Fu tenuto tra l’altro un incontro-corso sul ridimensionamento della Pars Italiae all’1-2 aprile 1991, in casa del S. Cuore. Nell’occasione si parlò anche della possibilità di spostare la curia generalizia a Roma, come sarebbe stare abbastanza naturale e come si fece in seguito. Durante questa riunione, una consultazione dei presenti dette il seguente risultato: il 51% dei presenti era favorevole a lasciare la curia generalizia a Venezia; il 16% voleva lasciarla a Venezia, ma in ambiente separato da quello della comunità locale di Venezia; e solo il 27 % era favorevole a portare la curia a Roma.
Preparò con i suoi collaboratori, tra i quali specialmente P. Ugo del Debbio, segretario generale e canonista, la legislazione per il livello intermedio del governo, indicò la modalità per suddividere la congregazione in parti territoriali. P. Leonardi introdusse il termine «Pars Italiae», oggi naturalmente obsoleto, per abituare i religiosi Cavanis italiani (e residenti in Italia) all’idea che essi non erano la congregazione, ma una delle sue parti, cosa che allora non era assolutamente ovvia né accettata da tutti; e preparare così l’istituzione formale della provincia italiana.
Istituì una commissione per l’adeguamento delle Costituzioni e Norme al nuovo Codice di Diritto canonico (del 1983); e promulgò le nuove costituzioni con decreto Prot. 165/91 del 27 settembre 1991, e con entrata in vigore all’8 dicembre 1991.
Decise che la lingua ufficiale della congregazione era la lingua italiana, con decreto Prot. 130/91, del 31 agosto 1991 ed espresse alcune istruzioni e alcuni suggerimenti al riguardo. Stabilì le caratteristiche e norme per la costituzione di una provincia, con una istruzione del settembre 1991.
Promulgò il Progetto Educativo Cavanis (P.E.C., 13 settembre 1990), gli statuti del Brasile e dell’Ecuador (1990) e la Ratio Institutionis Cavanis (R.I.C., 1993) e aggiornò il Necrologio di congregazione e il libretto “Dies quas fecit Dominus”.
Durante il suo mandato venne straordinariamente affiancato e aiutato dal suo vicario generale, P. Angelo Moretti, che lo sostenne con estrema competenza e amicizia.
Durante il suo mandato (1989-1995) P. Leonardi aprì le seguenti case e attività (vedi le sezioni speciali sulle rispettive parti territoriali):
Monsignor Ernesto Tapia Viteri
Mons. Ernesto Tapia Viteri, sacerdote diocesano dell’arcidiocesi di Quito, che ha donato il suo Collegio (Unidad Educativa) Borja III all’Istituto Cavanis nel 1993, è nato a Toacaso, provincia di Cotopaxi in Ecuador il 6 giugno 1926. Ha compiuto gli studi elementari nel collegio La Salle a Latacunga, gli studi secondari nel seminario arcidiocesano S. Luis di Quito; gli studi teologici nel Seminario Maggiore S. José di Quito e nell’Istituto Latinoamericano di Pastorale – IPLA.
Mons. Tapia è stato ordinato prete il 25 giugno 1950. Subito dopo l’ordinazione presbiterale fu vicedirettore dell’Istituto Borja II di Quito dal 1950 al 1957.
Ha fondato l’Istituto Borja III nel 1957, ne è stato il direttore fin dalla fondazione e ne era il proprietario, fino al momento della donazione all’Istituto Cavanis, quindi per 36 anni. Ha dedicato tutta la sua vita all’educazione della gioventù.
Volendo provvedere alla continuità dell’opera, avendo raggiunto quasi 70 anni, ha offerto la sua opera educativa e la sua proprietà alla Congregazione delle Scuole di Carità, con la quale già stava collaborando negli anni precedenti. Il passaggio di proprietà si è realizzato nel 1993, mentre il passaggio definitivo e completo dell’amministrazione e direzione si è compiuta nell’agosto 1995.
Nel 1993 il Borja III aveva 3931 alunni.
L’11 febbraio 1993 Mons. Tapia aveva donato all’Istituto anche un suo terreno a Calacalí, che serve come centro di ritiri e attività di spiritualità.
Qualche dettaglio sul periodo del mandato:
1989 (1-3 dicembre) – A Roma, a San Pantaleo, si celebra il primo incontro (di fondazione) della Famiglia calasanziana con la partecipazione di quasi tutti gli istituti che hanno S. Giuseppe Calasanzio come patrono. Per l’istituto Cavanis parteciparono a questa prima riunione il preposito generale P. Giuseppe Leonardi e i padri Danilo Baccin, Aldo Servini e Antonio Armini.
Istituti membri della Famiglia Calasanziana
Una curiosità: Il Notiziario Ufficiale per gli Atti di Curia n°34 (1989) comincia a riportare i primi documenti di questo genere scritti con il computer.
1991 (gennaio) – Con P. Mario Merotto, il preposito generale fa un grande viaggio in Colombia, in automobile, per fare un sopralluogo del paese e scegliere il luogo o i luoghi in cui sarebbe iniziata la nostra opera. Partiti da Quito, percorsero il seguente itinerario: Pasto, Popayan, Cali, Armenia, Pereira, Manizales, Medellín, Sincelejo, Cartagena de Índias, Barranquilla, Sta. Marta, Aracataca, Bucaramanga, Tunja, Bogotá.
In quest’ultima città, la capitale, decisero con l’aiuto del provinciale dei padri Scolopi, P. Jesús Fernández, di acquistare un terreno per la costruzione di un seminario maggiore teologico. Il preposito aveva già esplorato in un’altra occasione (1984) il distretto di Tólima in quel paese. Lo aveva visitato molte volte poi negli anni ’80 come rappresentante della CNBB, per il settore di pastorale giovanile e della pastorale universitaria, nel Centra Pastorale di Fusagasugá del CELAM, il Consiglio episcopale latinoamericano (Consejo Episcopal Latinoamericano).
Il preposito generale, con il decreto di protocollo 130/91 del 31 agosto 1991, stabilisce che “la lingua ufficiale della Congregazione è la lingua italiana”.
Fine 1991- inizio 1992 – Rispondendo alla delegazione del XXX capitolo generale, effettuò un primo viaggio esplorativo in 5 paesi dell’Africa (nell’ordine, Camerun, Gabon, Angola, Senegal, Guinea Bissau). Doveva passare anche per Kinshasa, ma l’aeroporto di Ndolo (e/o Ndjili) era chiuso per la guerra, e ciò lo portò a fare una grande deviazione da Luanda per Addis Abeba fino a Dakar.
Nel corso di questo viaggio aveva partecipato alla II Riunione della Famiglia Calasanziana d’Africa, a Yaoundé, Camerun. Partecipò in seguito ad altre di questo tipo, a Kinshasa e ancora a Yaoundé.
Nel maggio 1992 era stato invitato dalla presidenza dell’Unione Superiori Generali-USG ad accogliere la nomina a rappresentante dell’Unione stessa nel Sinodo Romano (Roma, 1992-93). Ha ringraziato per l’onore ma non ha accettato, dato che la partecipazione attiva al Sinodo esigeva la sua presenza a Roma due giorni per settimana durante parecchi mesi; da notare che all’epoca la sede della Curia Generalizia Cavanis si trovava ancora a Venezia.
1993 (28 novembre) – A Roma, si celebra il secondo incontro della Famiglia Calasanziana, nella curia generalizia degli Scolopi a S. Pantaleo, vicino alla tomba e alle reliquie di S. Giuseppe Calasanzio, nostro comune patrono, e vicino al santuario di Frascati. La nostra delegazione era composta dal preposito generale e l’intero consiglio generale.
1994 – Egli desiderava compiere un viaggio esplorativo in Asia, nelle Filippine, raggiungendo così il compimento della delega del capitolo generale del 1989, che gli ingiungeva di esplorare Asia e Africa in vista di aperture di case e attività; ne fu impedito dal voto contrario del consiglio generale.
1994 (9 luglio) – Durante la conclusione dell’“Anno Cavanis”, nella chiesa della casa del Sacro Cuore a Possagno, si presenta ufficialmente alla congregazione l’ottavo e ultimo volume dell’”Epistolario e Memorie” dei venerabili fondatori, opera preziosa, edita da P. Aldo Servini. La pubblicazione della serie era iniziata durante il primo mandato di P. Guglielmo Incerti.
Il preposito decide che la sigla ufficiale della congregazione è “C.S.Ch.”.
1995, 27 maggio. Il preposito ebbe la soddisfazione (rara per un superiore di una piccola congregazione) di venir invitato ad essere il moderatore dell’assemblea generale dell’Unione Superiori Generali – USG, tenuta ad Ariccia il 27 maggio 1995, e a moderarla di fatto. In antecedenza, era stato invitato a tenere tre riflessioni bibliche per i superiori generali riuniti nell’assemblea dell’Unione Superiori Generali-USG del 27-29 maggio 1992.
1995, 10 giugno. Il preposito invia a tutti i rettori delle case d’Italia lo “Schedario Ufficiale dei Beni Culturali”, con circa 180 schede. La circolare riportata completa in nota era accompagnata anche da alcune norme, che si riportano pure in nota. Purtroppo la copia originale dello Schedario di cui si parla, che era stata archiviata nell’archivio generale, risulta dispersa. Con difficoltà si è trovata qualche copia fotocopiata e parziale.
Il preposito nell’autunno 1993 aveva anche regolarizzato la posizione giuridica della proprietà da parte dell’Istituto Cavanis della preziosa Cassa della Beata Giuliana da Collalto, già proprietà personale dei fratelli Antonio e Marco Cavanis, poi proprietà della Congregazione, più antico esempio di pittura mobiliare veneta, che il preposito P. Antonio Cristelli (1949-1955) aveva depositato presso il Museo Correr a Piazza S. Marco, senza che esistesse alcun documento comprovante del deposito in forma di comodato da parte dell’Istituto Cavanis. P. Leonardi, notato che nel museo la cassa mortuaria dipinta non portava nessun riferimento all’Istituto Cavanis come proprietario, e controllato che non esisteva nessuna cartella della pratica in archivio di congregazione, inviava una lettera al direttore dei musei cittadini, dr. Domenico (Nico) Romanelli, dichiarando semplicemente la volontà di rinnovare il deposito del mobile artistico di proprietà dell’Istituto per 10 anni (1995-2005), e ne ottenne una risposta di accettazione e riconoscenza: un documento che corrispondeva anche a un riconoscimento che l’Istituto Cavanis ne era il proprietario. La conclusione della pratica avvenne il 20 maggio 1995. In seguito, il cartellino che indicava la proprietà da parte dell’Istituto Cavanis è ulteriormente scomparsa. Su richiesta della stessa persona vi è stata ricollocata, e, per esempio il 1° dicembre 2019 ad un ulteriore controllo la scheda posta a finco della preziosa cassa dipinta porta l’indicazione che essa si trova nella Quadreria del Museo Correr come deposito dell’Istituto Cavanis, e ciò in Italiano e in Inglese.
1995 – XXXI capitolo generale; nuovi emendamenti delle costituzioni e norme in occasione della pubblicazione del nuovo codice di diritto canonico e per l’introduzione del livello intermedio del governo (province, vice-province, regioni).
Finito il suo mandato di preposito generale, negli ultimi mesi del 1995, gli fu proposto il ruolo di: 1) segretario dell’Unione dei Superiori Generali (USG); 2) assistente mondiale del Movimento internazionale degli studenti cattolici (MIEC) di Pax Romana. Ne parlò con i superiori che non videro interessante o possibile l’accettazione, e in seguito presentò la sua rinuncia.
Continuò a essere membro della Commissione Presbiterale Italiana e dell’analoga Commissione Presbiterale Europea, partecipando alle assemblee di Frisinga (Germania) 1995 e Strasburgo (Francia) 1996.
Dopo alcuni mesi sabbatici di riposo e ristrutturazione personale trascorsi a Venezia, in casa madre, fu trasferito dal suo successore prima alla comunità di Chioggia (di cui fece parte per soli 8 giorni!), poi, con un cambiamento improvviso fu inviato a Pozzuoli in diocesi di Pozzuoli e provincia di Napoli, come parroco e rettore di quella casa, che era incaricato di aprire; ivi rimase dal marzo 1996 al settembre 2003, quando passò a Venezia, come rettore di quella comunità, con altri incarichi, come detto sopra.
Terminati nove anni di missione in Congo (2005-2014), fu trasferito dal preposito generale in Italia, risiede attualmente a Venezia nella casa-madre con l’incarico di archivista dell’archivio storico della Congregazione a Venezia, e di continuare a lavorare alla redazione della presente Storia della Congregazione, lavoro che aveva cominciato e condotto per vari anni, dal 2007, durante gli anni trascorsi in Congo a Kinshasa; oltre a insegnare religione nei licei delle scuole Cavanis veneziane fino al giugno 2017.
È conservatore onorario del Museo di Scienze di Trento (MUSE), nominato il 29 novembre 1991; membro corrispondente dell’Accademia Roveretana degli Agiati (cui apparteneva anche P. Sebastiano Casara; è stato nominato tale il 17 maggio 1992); ricercatore senior dell’Istituto di Geologia dell’Università Federale di Rio de Janeiro dal 25 giugno 2017; docente della scuola biblica del Patriarcato di Venezia; consigliere paleontologo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli-Venezia Giulia; è membro della commissione di studio per le iniziative in campo paleontologiche della Provincia di Trento. Nominato il 12 novembre 1991.
È membro del comitato scientifico della rivista Paleocronache del Museo Civico di Storia Naturale di Milano, editrice Jaka book, dal 1990.
1984-1989 – Consigliere per il programma di supporto ai musei e collezioni scientifiche del Consiglio Nazionale di Sviluppo Scientifico e Tecnologico delle Ricerche (CNPq). (nomina il 24 settembre 1984).
1988-1989 – Sostituto e membro eventuale del comitato di disamina e approvazione di progetti del Consiglio Nazionale per lo sviluppo scientifico e tecnologico (CNPq) del Brasile. Questo incarico, come il seguente, finiscono con la sua partenza definitiva dal Brasile nel 1989.
È stato nominato cittadino onorario di tre città del Brasile: Sousa (Paraíba; 26 giugno 1981); di Ponta Grossa (Paraná; 14 settembre 1991) e di Araraquara (São Paulo; 5 giugno 2013); e ricevette la cittadinanza onoraria dello stato del Paraná, per decisione dell’Assemblea legislativa di quello stato (decreto Lei n° 352/2017 del 22 dicembre 2017); la consegna del titolo avvenne nel grande salone plenario dell’assemblea il 19 marzo 2018, con la presenza del P. Provinciale del Brasile P. Edemar de Souza e di altri confratelli e di molti antichi membri della pastorale universitaria e di alcuni colleghi geologi, ora pensionati, già professori del dipartimento di Geologia dell’Università Federale del Paraná a Curitiba.
4. Padre Pietro Fietta, preposito generale (Primi due mandati: 1995-2001; 2001-2007)
Nato a Felette (Romano di Ezzelino, Vicenza) il 5 agosto 1948. Entra al seminario minore Cavanis di Possagno a 11 anni, il 10 agosto 1959. Compie la sua vestizione religiosa e entra in noviziato a Possagno, presso la Casa del S. Cuore, il 27 settembre 1965. Alla fine del noviziato, vissuto negli anni 1965-66, emette i voti temporanei il 27 settembre 1966. Compie gli studi filosofici e teologici alla Pontifica Università del Laterano a Roma. Emette la professione perpetua a Roma il 30 giugno 1974.
Nel frattempo, sempre a Roma, aveva ricevuto successivamente la tonsura il 22 dicembre 1971, il ministero istituito del lettorato il 26 maggio 1973, l’accolitato il 24 novembre 1973. Riceve, sempre a Roma, l’ordine sacro nel grado del diaconato il 30 giugno 1974. Il presbiterato lo riceve invece nel paese natale, a Fellette il 22 marzo 1975, dal vescovo di Padova, alla quale diocesi appartiene il suo paese.
Meno di un anno dopo l’ordinazione presbiterale, è inviato missionario al Brasile, partendo dall’Italia il 15 gennaio 1976 e arrivando il giorno seguente a Castro, città della casa-madre dei Cavanis in Brasile, dove rimarrà lungamente (quasi 18 anni) occupandosi quasi sempre di lavoro formativo nei seminari, ma anche del governo di quella parte territoriale.
Si impegnò in qualità di rettore della casa, come parroco nella parrocchia di S. Giuda Taddeo e poi anche come responsabile della casa dei ritiri spirituali «Cenacolo Cavanis», sempre a Castro. Fu professore occupando cattedre nei corsi di filosofia e di teologia al seminario maggiore interdiocesano IFITEME di Ponta Grossa (Paraná).
Fu eletto 1° consigliere e vicario vice-provinciale per un mandato triennale (1985-88) e poi superiore vice-provinciale del Brasile per due mandati (1988-1994). Alla fine del secondo mandato, fu inviato dal preposito generale a Roma nel 1994, con il compito di frequentare i corsi di teologia morale all’Accademia Alfonsiana. Rientrò difatti a Roma il 14.11 1994. Durante questo inizio di un corso di studi in un’università ecclesiastica romana – corso che fu interrotto poi dalla sua elezione a superiore generale -, collaborò con la comunità di Roma come professore di religione nelle scuole e come formatore nel nostro studentato di Roma durante l’anno scolastico 1994-1995.
Nel 1994 P. Pietro ricevette la cittadinanza onoraria di Castro (Paraná, Brasile), per il suo impegno sociale, culturale religioso in quella città che è stata la culla della presenza Cavanis in Brasile e fuori Italia in generale.
Fu eletto preposito generale durante il XXXI capitolo generale, il 31 luglio 1995; i suoi consiglieri sono stati eletti il 3 agosto successivo e sono stati: P. Giovanni De Biasio, 1° consigliere e vicario generale; P. Antonio Armini, 2° consigliere; P. Pietro Luigi Pennacchi, 3° consigliere ed economo generale; P. Luigi Bellin, 4° consigliere. P. Fietta fu poi rieletto per un secondo mandato nel corso del XXXII capitolo generale nell’agosto 2001. Al terzo mandato (2013-2019) si accennerà in seguito.
I suoi due mandati si contraddistinsero per la sua paternità, per la sua grande e coraggiosa apertura di tre nuove parti territoriali (le delegazioni delle Filippine, della Romania e della Repubblica democratica del Congo; oltre alla casa di Santa Cruz de la Sierra in Bolivia, come inizio di una quarta nuova parte territoriale; ma poi questa casa fu unita all’Ecuador-Colombia dando origine alla Regione Andina), portando così a compimento le decisioni dei capitoli generali XXX e XXXII, che invitavano prima all’esplorazione e poi all’effettiva apertura di case dell’Istituto in Africa e in Asia; e con l’espansione di altre. Inoltre provvide alla divisione formale della congregazione in parti territoriali, conforme il testo che segue:
DECRETO
Oggetto: Erezione canonica di Province e Regione
Vista l’approvazione da parte della Sacra Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e Società di Vita Apostolica delle Costituzioni e Norme adeguate al C.J.C. e contenenti norme relative al governo intermedio (Prot.: V. 16-1/96);
in ottemperanza alla DELEGA n. 3 del XXXI Capitolo Generale Ordinario, e tenendo presenti le Costituzioni 120, 156 e 157, e le Norme 120/a, 156/a e 157/a; tenendo conto dei risultati della consultazione preparatória al XXXI Capitolo generale,
IL PREPOSITO GENERALE, CON IL CONSENSO DEL SUO CONSIGLIO,
DECRETA E PROMULGA
L’EREZIONE CANONICA DELLE SEGUENTI PARTI TERRITORIALI DELLA CONGREGAZIONE DELLE SCUOLE DI CARITÀ – ISTITUTO CAVANIS:
Appartengono a questa Provincia le Famiglie religiose o residenze di:
Formano il patrimonio di questa Provincia i beni mobili e immobili della Congregazione in uso alle medesime Famiglie religiose o Residenze.
Appartengono a questa Provincia le Famiglie religiose o residenze di:
– Ortigueira e Ponta Grossa
Formano il patrimonio di questa Provincia i beni mobili e immobili della Congregazione in uso alle medesime Famiglie religiose o Residenze.
Appartengono a questa Regione le Famiglie religiose o Residenze di:
– Parroquia Virgen del Cisne
Formano il patrimonio di questa Regione i beni mobili e immobili della Congregazione in uso alle medesime Famiglie religiose o Residenze.
II P. Preposito Generale dichiara inoltre che, fermo restando il valore della Costituzione 121, sono aggregati alle rispettive parti territoriali tutti i religiosi professi temporanei e perpetui che in questa data appartengono a Comunità o Famiglie religiose delle parti medesime.
Roma, 19 maggio 1996.
Ascensione del Signore
e giorno anniversario della nascita del Ven.le P. Marco Cavanis.
IL PREPOSITO GENERALE
P. Pietro Fietta
(sigillo)
IL SEGRETARIO GENERALE
P. Antonio Armini
Promulgò inoltre le nuove costituzioni e norme del 2007; cose tutte che erano state preparate nell’esercizio precedente.
Durante il suo primo mandato (1995-2001) P. Pietro Fietta aprì le seguenti case e attività (vedi le sezioni speciali sulle nuove parti territoriali):
Durante il suo secondo mandato (2001-2007) aprì le seguenti case e attività:
Qualche dettaglio sul periodo del suo duplice mandato:
1996 (10 febbraio) – Approvazione del nuovo testo delle costituzioni e norme da parte della Santa Sede.
1996 (2 maggio) – Accettazione da parte dell’istituto della parrocchia di S. Àrtema a Pozzuoli (cf. At 28,14) che ha come primo parroco Cavanis (e secondo in assoluto, e primo parroco residente) P. Giuseppe Leonardi.
1996 (19 maggio) – Con il consenso del consiglio, promulgazione da parte del preposito generale, P. Pietro Fietta, del decreto di erezione canonica delle seguenti parti territoriali della Congregazione delle Scuole di Carità – Istituto Cavanis:
1997 (2 febbraio) – Avviene l’auspicato spostamento della sede della curia generalizia della Congregazione delle Scuole di Carità dalla casa madre di Venezia alla sua nuova sede propria al n° 600 di Via Casilina a Roma.
1998 (5 luglio) – P. Franco Cadorin diventa parroco della nuova parrocchia di S. Lorenzo a Massaciuccoli (Lucca, Italia).
2002 – Si celebra durante tutto l’anno il bicentenario dell’inizio dell’Opera dell’Istituto Cavanis.
2006-2007 – Si istituisce una commissione per riformare nuovamente le costituzioni e norme, in preparazione al XXXIII capitolo generale.
La fine del suo secondo mandato coincide con il XXXIII capitolo generale, che iniziò il 16 luglio 2007.
Dopo questo capitolo generale, conclusi i suoi due mandati sessennali nel governo della congregazione, P. Pietro Fietta fu incaricato come formatore nel seminario di Tibungco (Davao) nella delegazione delle Filippine e partì dall’Italia per la sua nuova destinazione e missione il 4 ottobre 2007; rimase in questo sobborgo di Davao, nella grande isola di Mindanao per circa sei anni. Rientrò a Roma il 14 ottobre 2013, dopo essere stato eletto di nuovo, per una terza volta e terzo mandato, dal XXXIV capitolo generale del 2013, come si dirà più sotto.
4.1 La casa di Pozzuoli-Monterusciello (1996)
4.1.1. Motivo e occasione della scelta dei padri Cavanis
Nel settembre 1995 Mons. Silvio Padoin, di Vittorio Veneto, da poco nominato vescovo diocesano di Pozzuoli (1993) era in pellegrinaggio in Terra Santa; e sul monte Tabor (luogo molto opportuno) si trovava casualmente a tavola vicino a P. Fabio Sandri dell’Istituto Cavanis. Il vescovo, scoperto che si trattava di un padre Cavanis, gli ricordava i tempi dei suoi studi medi e ginnasiali, svolti rispettivamente nell’Istituto Cavanis (Collegio Canova) di Possagno (TV) e di Venezia e attribuiva, come attribuisce, la sua vocazione sacerdotale in buona parte all’educazione ricevuta dal Servo di Dio (ora Venerabile) P. Basilio Martinelli dei PP. Cavanis.
Tornato in diocesi, il vescovo contattò il Preposito generale P. Pietro Fietta, da due mesi eletto tale, e chiese l’invio di alcuni padri per una parrocchia a Pozzuoli. Il preposito, desideroso di ampliare la presenza dei Cavanis nel sud d’Italia, motivato più tardi anche dalle conclusioni del Convegno ecclesiale di Palermo (novembre 1995), che chiedevano una più equa distribuzione dei religiosi tra nord e sud d’Italia, decise di visitare la diocesi di Pozzuoli e lo fece il 18 dicembre 1995, prima da solo e poi con parte del suo Consiglio. Il vescovo gli propose la parrocchia di S. Àrtema, quella di S. Massimo a Licola e forse altre. Il P. Fietta finì per accettare quella di S. Artema e fu un’ottima scelta.
Un episodio curioso. Dato che P. Giuseppe Leonardi, quando ancora Preposito Generale, era stato eletto dalla CISM (Conferenza Italiana Superiori Maggiori) per partecipare al Convegno ecclesiale di Palermo nel novembre 1995, il Preposito generale gli disse di cercare di incontrare il vescovo di Pozzuoli, accennando alla possibilità di un’apertura di casa a Pozzuoli. P. Leonardi vide di lontano il vescovo Padoin, che si era fatto indicare, ma si guardò di incontrarsi con lui, perché voleva evitare di essere coinvolto nella fondazione, sperando ancora di ritornare invece in Brasile. Ma evidentemente…il piano di Dio (e dei superiori) era diverso. A Palermo, come seppe poi, c’erano anche P. Fernando Carannante e altri della diocesi puteolana.
Il preposito e il suo consiglio decisero dopo Natale di accettare la nuova fondazione a Pozzuoli. Il primo parroco, P. Fernando Carannante, aveva chiesto di lasciare la parrocchia per poter attendere meglio alla direzione della Caritas diocesana e anche perché, dopo 12 anni di lavoro prezioso e immenso, di tensioni e fatiche, desiderava un cambiamento pastorale.
Ai primi di gennaio 1996 il preposito generale dette l’obbedienza a P. Giuseppe Leonardi (56 anni,), P. Sergio Vio (66 anni) e P. Giuseppe Moni (circa 40 anni) di formare una nuova comunità a Pozzuoli e di assumere la parrocchia di S. Artema Martire. P. Giuseppe Leonardi veniva nominato rettore della comunità religiosa e presentato al vescovo come parroco.
4.1.2 L’Istituto Cavanis a Pozzuoli
I tre entrarono in parrocchia formalmente il 2 maggio 1996, nella ricorrenza del 194° anniversario dell’inizio dell’opera dei Fratelli Cavanis; nello stesso giorno il Preposito generale firmò la convenzione con la diocesi; il 26 maggio il vescovo, Mons. Silvio Padoin presentò i tre religiosi al popolo della parrocchia e diede solennemente possesso al parroco.
La diocesi di Pozzuoli ha una lunga storia: è infatti, con Roma, una delle due più antiche comunità cristiane d’Italia e dell’occidente, di cui si abbia notizia. Questa è del tutto ufficiale, perché è riportata nel libro degli Atti degli Apostoli, onore invero molto raro e prezioso per una chiesa locale d’occidente. Nell’ultimo capitolo vi troviamo infatti, a riguardo della conclusione dell’ultimo viaggio di Paolo: “Il giorno seguente si levò lo scirocco e così l’indomani arrivammo a Pozzuoli. Qui trovammo alcuni fratelli, i quali ci invitarono a restare con loro una settimana. Partimmo quindi alla volta di Roma…” (At 28,13-14). Era probabilmente l’anno 61, a soli 31 anni dalla morte e resurrezione del Signore e dalla Pentecoste. Pozzuoli a quel tempo era praticamente il porto di Roma, dato che Ostia ne prese davvero il posto solo a partire dal tempo di Traiano, nel secolo successivo, mentre prima era un porto di interesse locale. Tutte le navi del grande commercio e del traffico internazionale con merce e passeggeri diretti a Roma arrivavano a Pozzuoli; e quelle militari avevano la base principale a pochi chilometri, al Capo Miseno. Pozzuoli ha avuto poi una storia assai travagliata, sia dal punto di vista generale che da quello ecclesiale. In particolare, i frequenti terremoti, il bradisismo “pulsante” e le ricorrenti eruzioni hanno periodicamente, anche di recente e ancora oggi, sottomesso la città e tutta l’area flegrea a eventi catastrofici che hanno causato più volte la decadenza della città e dell’area. Questo spiega tra l’altro come l’antico porto sia stato presto superato dalla nuova città confinante, chiamata appunto Neapolis, ossia Napoli. Pozzuoli e la sua antica diocesi rimasero per secoli limitati a una piccola città con un modesto porto di piccolo cabotaggio, con alcuni villaggi intorno. Recentemente la diocesi è notevolmente cresciuta, fino a mezzo milione di abitanti, principalmente a seguito dell’espandersi a macchia d’olio della frangia occidentale di Napoli, dentro i limiti territoriali della diocesi puteolana.
La parrocchia di S. Artema Martire … ma prima bisogna dire chi era S. Àrtema. Era un uomo e non una donna, prima di tutto, nonostante l’apparenza del nome, terminante in -a, per i meno avvisati. È diverso da S. Artemio. Era un giovane o adolescente puteolano che, durante la persecuzione di Decio (250-251 d.C.) fu condannato come cristiano e venne torturato e trafitto a morte con gli stili di metallo dai compagni di scuola che aveva cercato di evangelizzare. È stato nominato patrono secondario (dopo S. Procolo diacono e martire) e protomartire della diocesi flegrea.
La parrocchia di S. Artema, dicevamo, forte di circa 15.000 abitanti e più di 3.500 famiglie, sorge in un grosso rione della periferia di Pozzuoli, staccato dal centro e situato alcuni chilometri a NW del centro storico di Pozzuoli: un rione recentissimo, dal nome di Monterusciello, di circa 40.000 abitanti, costruito in buona parte dal Servizio Civile, per lo stanziamento degli sfollati dell’ultimo bradisismo catastrofico della storia di Pozzuoli: quello del 1983-84. Buona parte del popolo di quella città venne in quell’occasione sfollato a forza, sistemato provvisoriamente in tendopoli, containers e prefabbricati, fino alla costruzione di Monterusciello. Questa venne effettuata in tempi piuttosto brevi, con criteri urbanistici avanzati e illuminati: ampie zone verdi, belle strade, grandi e abbondanti impianti sportivi, tre complessi parrocchiali, un ottimo sistema di allacciamenti alla Tangenziale di Napoli e a varie superstrade.
La nostra parrocchia fu la prima del rione, seguita da quelle di S. Chiara e rispettivamente da quella di S. Paolo, la cui chiesa è anche concattedrale della diocesi, dato che la cattedrale antica, costruita completando le rovine del tempio di Augusto sull’acropoli della città, è stata quasi distrutta, con l’episcopio e buona parte della città alta, durante l’episodio di bradisismo di cui si è detto. La parrocchia era inizialmente l’unica e copriva tutto il nuovo rione, venne poi smembrata per far posto alle nuove parrocchie. A cominciare il lavoro pastorale e a porre le basi della comunità cristiana fu un giovane presbitero, già viceparroco nella parrocchia della Consolazione o del Carmine nel centro, incaricato dal vescovo precedente di occuparsi degli sfollati. Aiutato da alcune suore e da laici, don Fernando Carannante iniziò a percorrere le tendopoli e le città di prefabbricati e containers, nei primi tempi su una vettura fornita di altoparlanti. Ebbe come prima sede per il suo lavoro pastorale uno scantinato, come seconda un container, come terza l’aula magna di una scuola, come quarta un grande prefabbricato e, finalmente, come quinta e, speriamo, ultima, un grande complesso parrocchiale costruito e consegnato nel 1993 dall’IACP (Istituto Autonomo Case Popolari).
La comunità parrocchiale di S. Artema così come trovata e poi coltivata dai Cavanis, era caratterizzata da una linea pastorale avanzata, di stampo ecclesiale, liturgico, biblico, catechetico più che sacramentale. I movimenti non vi trovano facilmente posto (questa del resto è la linea pastorale della diocesi): si preferisce organizzare il popolo di Dio in genere piuttosto che coltivare gruppi speciali di devozione o di spiritualità. All’abbondanza delle immagini negli ambienti sacri e parrocchiali in genere si preferisce il risalto dato alla presenza del Signore nell’Eucaristia, nella liturgia e nella sua parola; la partecipazione del popolo di Dio nella liturgia è corale, entusiasta, ben formata; la chiesa è una comunità di ministeri dove molti svolgono con dignità e preparazione la loro funzione specifica, come i ministranti, giovani o adulti, i ministri dell’eucaristia, il coro, i lettori, gli antifonisti e così via, ma praticamente tutti partecipano con la voce, col gesto, con l’azione e con il canto. Quando si dice “tutti”, si intende dire tutti i praticanti; perché si calcola purtroppo che soltanto il 10% pratichi abitualmente e lo spazio per l’evangelizzazione è molto grande. La catechesi è praticata su larga scala, anche se c’è grande spazio per miglioramenti, per arrivare davvero a una catechesi permanente e soprattutto alla catechesi degli adulti. Esistono gruppi di adolescenti ma non di giovani; i gruppi di adulti impegnati sono ancora ridotti; ben sviluppata l’attività della Caritas come pure quella delle visite e dell’aiuto agli anziani e agli ammalati. Esistono e sono piuttosto ben organizzati il Consiglio Pastorale Parrocchiale e il Consiglio di affari economici.
Una caratteristica della parrocchia, come delle altre della diocesi, è il grande numero di bambini e di ragazzi: tra maggio e giugno 1996 si sono realizzati per esempio sei turni domenicali di prime comunioni con un totale di più di 200 bambini e adolescenti; e due turni di cresime, uno di 60 adolescenti, e uno di 72 giovani. I bambini del catechismo sono centinaia.
Il complesso di edifici della parrocchia comprende, in un’ampia area a giardino e piazzale, la chiesa tutta in cemento armato, strutturata a settore circolare in discesa, a linee semplici, dignitose ed eleganti, con ampio matroneo e con una cappella feriale; l’insieme degli uffici parrocchiali (ufficio del parroco, ufficio del viceparroco, ufficio parrocchiale ); alcune poche salette per le sedi per gruppi e pastorali; cinque aule per la catechesi; un grande e bellissimo teatro completamente attrezzato; una palestra scoperta e una palestra coperta; un salone parrocchiale; un laboratorio catechistico provvisto di abbondanti audiovisivi; un campanile con vere campane; e un’ampia casa canonica, già occupara da suore; ora sede della comunità Cavanis, cioè parroco e vice-parroci. I mobili sono abbondanti (ma non quelli della canonica, che era completamente vuota all’arrivo dei padri), di buon gusto e funzionali. I principali limiti sono l’eccessiva ampiezza, la manutenzione piuttosto cara per le possibilità della comunità, la difficoltà di proteggere il complesso dall’invasione soprattutto notturna di malintenzionati, la mancanza di un campo di gioco per bambini e ragazzi, nelle immediate adiacenze del complesso parrocchiale, lo spazio per l’oratorio. La parrocchia possiede anche la vecchia chiesa prefabbricata con annessi vari campetti da gioco (occupata però in modo definitivo e irreversibile dal M.A.S.C.I., movimento di scout adulti, assistito dai preti della parrocchia); un container; una baracca di legno come sede di un gruppo di pensionati, ormai irrecuperabile; un insieme di campi sportivi distante dalla sede principale e purtroppo occupato attualmente da altri; e infine una cappella privata (la cosiddetta cappella Golia) privata, ma in uso pacifico da parte della parrocchia per messe domenicali e altre attività pastorali. Un complesso veramente splendido e prezioso.
Il territorio della parrocchia è piuttosto ampio per essere fondamentalmente una parrocchia urbana. Esso comprende, oltre ad alcune frange rurali residue, coltivate a viti, limoneti, orti, e, tradizionalmente, a ciliegi, la zona delle case popolari dell’IACP; una zona occupata da numerosi parchi-condominio; alcuni piccoli quartieri a ville monofamiliari; numerosi casali o masserie; due quartieri di containers e piccoli prefabbricati, vere favelas indegne di ospitare esseri umani, residuo tardivo dei tempi dell’emergenza, particolarmente il quartiere della Schiana; un paio di strade con negozi; le rovine di un enorme centro commerciale, costruito con i soldi dei contribuenti e poi lasciato marcire, preda di varie attività illegali o anche criminali e purtroppo adiacente al piazzale della chiesa. Mancano, nel territorio di questa parrocchia, la posta, una banca, una quantità di negozi. Luoghi di divertimento per i ragazzi non abbondano. Un settore del Comune di Pozzuoli, con anagrafe e altri uffici, sorge a fianco della chiesa. È presente un ospedale (detto della Schiana), piuttosto squallido e tuttavia molto efficiente. Nel quartiere non mancano i problemi: particolarmente quello della disoccupazione, soprattutto giovanile, la presenza massiccia della camorra, la microcriminalità, l’illegalità diffusa, il vandalismo, la mancanza quasi totale di nettezza urbana, la scarsità di acqua soprattutto d’estate, il degrado delle belle e costose strutture di servizio pubblico, come i parchi, le strade, le attrezzature sportive, ma anche le case popolari, tra le altre cose. Vandalismo e microcriminalità attingono anche gli ambienti della parrocchia, costringendo il parroco P. Leonardi a ronde notturne e a incontri non sempre facili con giovani – e non solo giovani – marginali.
La gente, con le eccezioni ricordate, è buona, cordiale, accogliente, profondamente religiosa anche se non molto praticante e non molto catechizzata. I tre padri Cavanis sono stati accolti con estrema cordialità e disponibilità, sia per il carattere buono delle persone, sia per l’ottima preparazione del passaggio da parte di don Fernando; anche se per la gente il trasferimento dell’ottimo primo parroco e insieme delle quattro suore ha costituito un notevole trauma.
La parrocchia, con tutto il quartiere di Monterusciello, sorge su un ampio vulcano a focaccia, spento per fortuna da almeno 5.000 anni, dentro della grande caldera flegrea che comprende più di 90 (novanta) piccoli edifici vulcanici, alcuni dei quali ancora attivi, come la solfatara, il Monte Nuov o, la Mefite e altri; sembra una scelta strana per lo stanziamento di popolazioni tanto colpite dal terremoto e poi dal bradisismo. Il territorio parrocchiale inoltre si estende sul piede di altri due piccoli vulcani e giunge praticamente all’orlo del cratere di un altro, quello occupato dal pittoresco e storico lago dell’Averno, porta degli inferi di omerica e virgiliana memoria. Presenza alquanto inquietante … se non fosse che il Signore ci ha assicurato che le porte dell’inferno non prevarranno!
Qualche parola bisogna spenderla sui dintorni, veramente splendidi. Dalle finestre della canonica, elegantemente inquadrato tra i due coni vulcanici del Gauro (Monte S. Angelo) e della Schiana, si ammira uno scorcio del Golfo di Pozzuoli che si prolunga in quello di Napoli, dominato dalla punta estrema della penisola di Sorrento e dalle falesie impressionanti dell’isola di Capri. Traghetti, navi e aliscafi solcano il mare con le loro scie. Oleandri, palme, mimose, buganvillee e acacie fanno dimenticare spesso i cassonetti pieni di immondizie. Nei confini della diocesi giacciono cittadine e paesi pittoreschi, innumerevoli rovine romane (anche in parrocchia), località classiche spiranti storia e poesia, castelli, chiese antiche, tra cui il delizioso piccolo santuario di S. Gennaro. Il porto di Pozzuoli, a parte l’aspetto pittoresco e il meraviglioso mercato del pesce, commuove per il ricordo dell’arrivo di Paolo in catene, purtroppo segnalato – all’arrivo dei Cavanis – soltanto da una modesta lapide.
E, soprattutto, la natura ha dotato i Campi Flegrei di un paesaggio bellissimo: innumerevoli piccoli vulcani, tra cui la famosissima Solfatara, rocce e dirupi, porti e spiagge, isole e scogli, promontori e lagune e il mare azzurro “che più azzurro non si può”.
1996
All’inizio di febbraio 1996 P. Leonardi realizzò, alla fine di Carnevale e Ceneri una prima visita a Pozzuoli, incontrandosi con il vescovo e essendo suo ospite in episcopio. Visitò la parrocchia con “mixed feelings”, vide le suore e visitò con loro e con il vescovo la canonica, allora abitata dalle suore stesse. Visitò a domicilio, al Fusaro, P. Fernando Carannante, che stava a letto con una forte influenza, e ci fu un primo cordiale scambio di idee. P. Fernando dette a P. Leonardi un’ottima prima impressione, confermata in seguito, di ottimo prete, impegnato, generoso, avanzato di idee, lungimirante. Nel marzo successivo, P. Leonardi venne a conoscere meglio la parrocchia e a far pratica nella settimana santa. P. Fernando stava preparando con grande saggezza il popolo della parrocchia al cambiamento di clero, insistendo che quello che conta è il Cristo, e che gli altri sono soltanto ministri e servi.
Il 26 aprile 1996 P. Leonardi arrivò in parrocchia per istallarsi. Occupa la canonica, lasciata dalle suore qualche giorno prima. Questa era completamente vuota. Dono di mobili della cucina e di tre camere da parte del vescovo. Acquisto di altri mobili da parte della comunità. Il 28 aprile arrivava anche P. Sergio Vio con un pullmino di materiale da cucina, tavola, letto e bagno, provenendo da Possagno. Arrivano poi con calma innumerevoli casse di libri per la biblioteca di comunità, in buona parte dono di varie comunità Cavanis. P. Giuseppe Moni arriverà più tardi, il 1° maggio, per una prima visita. Ammirevole e molto incoraggiante l’accoglienza cordialissima di don Fernando e della gente. Ci hanno accolti proprio da fratelli, prima ancora di conoscerci, il che ci aiuta molto a dare il meglio di noi stessi. I tre padri effettuarono una visita al vescovo e al vicario generale, e presentazione ai vari settori di curia; come pure agli Scolopi della provincia napoletana a Donnaregina, nostri “parenti” stretti.
Il primo maggio 1996 arrivò a Pozzuoli il Preposito con P. Luigi Bellin, consigliere generale. Il preposito con la nostra presenza firmò la convenzione con la diocesi per l’assunzione della parrocchia. Il 2 maggio firma del decreto di nomina del parroco e dei viceparroci. In questo periodo il parroco rimane spesso solo, dato che i vicari parrocchiali avevano degli impegni sospesi per la pastorale vocazionale. Decidiamo con P. Fernando di continuare a lavorare insieme in questi primi mesi estivi. Cosa ottima, tanto più che si va molto d’accordo. In questo modo si è operato un passaggio graduale, si è ottenuto aiuto e consiglio, si è imparato molto. Un’attitudine di richiesta di consiglio ai vari settori e responsabili e alle parrocchie e parroci vicini si è rivelata preziosa. Il parroco svolge regolarmente la vigilanza notturna, con frequenti giri di ronda a tutte le ore notturne. Dato che don Fernando abita a Fusaro, e dato che le suore non uscivano la notte ma si barricavano in casa, il cortile della parrocchia e i giardini adiacenti erano diventati una specie di parco pubblico notturno, con tutte le attività relative. Una sistematica attività di giri di ronda con la pila da parte del parroco risolverà gradualmente il problema. Tali giri di ronda sono sconsigliati dagli amici parrocchiani perché pericolosi, ma il parroco li fa lo stesso, quasi sempre senza problemi (a volte con un po’ di paura e un paio di volte con minacce).
All’inizio ci facevamo da mangiare su un fornello a gas appoggiato per terra e dormivamo su materassi a terra. Il parroco aveva cercato di comprare in blocco il mobilio delle suore, anche se a volte i mobili e altro presentavano caratteristiche molto femminili, ma queste, in polemica con il vescovo e il parroco precedente, non avevano voluto accedere alla proposta e avevano portato via anche i chiodi dalle pareti, per modo di dire. Net primi mesi il parroco faceva lui da cuoco di comunità, fino alla contrattazione di una perpetua, Elena Furente della parrocchia vicina. Ottima scelta.
L’11 maggio il parroco fa la professione di fede e il giuramento in curia. Aveva già depositato la firma in tribunale a Napoli e compiuto altre formalità, come pure aveva preso la residenza in comune di Pozzuoli. Il 15 maggio c’è la prima riunione del CPP (la 76ª) cui partecipa P. Leonardi e gli altri padri Cavanis assieme al P. Fernando Carannante. Il secondo presenta la parrocchia e il primo si presenta e presenta qualche linea delle sue intenzioni e manifesta la sua soddisfazione con lo stato della parrocchia. La riunione comincia con un episodio divertente: dopo la lettura di un brano degli Atti (20), proposto da P. Leonardi, si fa un lungo imbarazzante silenzio. Ciascuno dei due parroci, uscente e entrante, credeva che fosse l’altro a dirigere la riunione, e ciascuno credeva, un po’ imbarazzato, che fosse costume dell’altro fare un lungo silenzio di meditazione! Il parroco decide di non sostituire il Consiglio Pastorale Parrocchiale e quello di Affari Economici, come pure le altre cariche, ma di riconfermarli per un anno col permesso del vescovo. Ci si lavora bene e comunque voglio evitare di dire “Ecce nova facio omnia”!
La situazione economico-amministrativa della parrocchia è piuttosto difficile, c’è un debito di 35 milioni di lire per il salone parrocchiale e altri debiti sparsi, mentre la parrocchia doveva esserci consegnata in pareggio dalla curia diocesana. Il problema è che la curia non sapeva di questi debiti, extra-ufficiali. Inoltre la cassa è a zero (£ 274.000) e comincia il periodo estivo, con molte spese e poche entrate. Nel periodo estivo qualche mese i preti non riceveranno lo stipendio.
Il 25 maggio si celebra la presa di possesso del parroco nella parrocchia, da parte del vescovo con una cerimonia completa, secondo il rituale, e commovente. Presenza del vicario generale Mons. Salvatore Visco e naturalmente del parroco uscente, P. Fernando Carannante. Presentazione dei tre padri al popolo. Breve indirizzo di ringraziamento del parroco.
In giugno si è realizzata la prima riunione della Unità Pastorale di Monterusciello, cioè del clero, 7 sacerdoti che operano nelle tre parrocchie del quartiere. L’iniziativa è stata nostra e informale. Questa prima riunione ha visto riuniti però soltanto i tre parroci, Don Mario Marostica, don Alberto Nisolini e il sottoscritto. In seguito parteciperanno anche i vicari parrocchiali e più tardi si realizzeranno anche attività tra i vari settori delle parrocchie, fino al settembre 1999 quando l’Unità Pastorale diventerà forania con l’aggiunta di S. Massimo di Licola, per iniziativa ovviamente del Vescovo.
Estate torrida: da metà giugno a fine agosto, dopo un maggio freddino, non piove (ci accorgeremo poi che è la condizione normale) le massime non scendono mai sotto i 30° e si raggiungono i 36°-37°. La canonica, specie le camere, è caldissima e si soffoca, per le finestre in vetrocemento delle scale e corridoi, con mancanza di riscontro d’aria. In chiesa si ha una vera sauna, per mancanza di finestre aperte e per la struttura monoblocco in cemento armato. Più tardi ci organizzeremo meglio, con qualche riforma.
A settembre si comincia a organizzare l’anno pastorale. È stato molto opportuno arrivare ad aprile e iniziare a capire il quartiere e a fare pratica nell’anno pastorale precedente. Il parroco presenta al CPP l’organigramma della parrocchia, con l’organizzazione della stessa in centri e settori e con i nomi dei responsabili. P. Sergio Vio espone l’organizzazione iniziale dell’Oratorio. Si organizza in cortile un campetto da minibasket, molto apprezzato dai ragazzi, e un campetto da calcetto in un prato, con qualche critica per l’abbattimento di un paio di alberelli. Il parroco comincia la visita sistematica alle famiglie del quartiere, cominciando dalle più povere. Realmente porterà avanti questo prezioso programma cominciando dai container della Schiana e poi delle famiglie dei 600 Alloggi, vere visite con “a tazzulella ‘e cafè”, in un autunno estremamente piovoso. Le visite degli altri parchi e delle cooperative saranno svolte gradualmente nell’anno successivo. Istituisce con varie difficoltà e vicende una cappella alla Schiana, per le famiglie dei container e a poco a poco anche un doposcuola e una sezione del catechismo di prima comunione, sempre in quel rione povero.
A fine ottobre la nuova parrocchia Cavanis ha l’onore e l’onere di ospitare l’incontro festivo degli Animatori Cavanis di tutta Italia, celebrato da noi a Monterusciello. I ragazzi/e, circa 110, sono ospitati spartanamente in palestra e salone parrocchiale. Incontro molto proficuo. Riesce splendidamente, grazie al lavoro di P. Giuseppe Moni ma anche degli altri padri e seminaristi presenti, tra cui padre Alvise che entusiasma le pie signore suonando la chitarra all’altare. I parrocchiani e particolarmente CPP e CPAE si prodigano ammirevolmente. Il Caritas dedica la copertina alla chiesa di S. Artema.
A novembre (piovoso) si cominciano a notare problemi seri di infiltrazioni e vere cascate d’acqua piovana in chiesa e altri ambienti. Si discute anche la regolarizzazione del personale (che erano in nero ma non vorrebbero accettare di essere regolarizzati). Dato poi che gli edifici sono antisismici, ci sono vari altri problemi di costruzione, soprattutto nei giunti che non sono impermeabili.
A dicembre fa piacere che il vescovo si dice molto contento di averci in diocesi e molto contento del nostro lavoro e della nostra presenza in diocesi e parrocchia. Loda in particolare il lavoro di P. Sergio come padre spirituale nel seminario minore. Nel frattempo P. Leonardi ha ricevuto l’incarico di responsabile diocesano della Pastorale Universitaria, nelle facoltà dell’Università Federico II di Napoli che si trovano in area flegrea, come la facoltà di Ingegneria a Piazzale Tecchio e il gruppo di facoltà di Monte S. Angelo a via Cinthia (facoltà che gradualmente diventerà un gruppo di facoltà, con aumento del lavoro di PU). Inizia subito a novembre con riunioni preliminari alla parrocchia di S. Vitale con studenti e qualche sacerdote.
Primo Natale a Monterusciello. Clima estremamente cordiale e gradevole. Il presepio viene realizzato con il tema “Gesù nasce in Africa”, attualmente in stato di numerose guerre e sofferenze. Il parroco realizza il cielo tutto attorno al presepe, in cartoncino nero, con minuscoli fori che rappresentano le stelle e le costellazioni come nella realtà. L’addobbo dell’altare e della chiesa risulta bene grazie a molti piccoli alberi di Natale realizzati con le punte dei cipressi della siepe potata nell’occasione. Prima omelia di Natale del parroco attuale, con parole in puteolano, molto ben accolta. Concorso dei presepi con la collaborazione del MASCI.
1997
Gennaio – Si lavora a rendere più “Cavanis” la parrocchia, cioè a dare più attenzione all’educazione della gioventù e particolarmente dei bambini. Si istituisce per iniziativa del parroco e in buona parte per il lavoro di P. Sergio Vio l’oratorio, cioè un ambiente di giochi e formazione per bambini e ragazzi la domenica mattina e non solo; si comprano giochi e oggetti sportivi; si prepara un campetto di minibasket in cortile e così via. P. Sergio ha assunto l’incarico di coordinatore dell’attività catechistica, con estrema abilità e molta dedizione. Il suo lavoro, fino alla morte, sarà assolutamente prezioso in questa parrocchia.
18-27.1.97 – Per la prima volta si realizza una novena di S. Artema in parrocchia, cui il parroco invita una diversa parrocchia del centro storico e dei quartieri di periferia di Pozzuoli ad ogni sera. La festa viene celebrata sia con celebrazione eucaristica, presieduta dal Vescovo, sia con una piccola festa popolare con salsicce e “friarielli”. Il clima è però piovoso e molto freddo (lo sarà sempre) e la riuscita della parte celebrata nello spiazzale non è un gran ché. La novena e la festa liturgica invece sono un grande successo.
A febbraio si elabora il progetto per la benedizione pasquale (in quaresima, secondo l’usanza locale) di tutte le famiglie. Il piano permette di scoprire che le famiglie della parrocchia non sono 2000 ma più di tremila, con sgomento del clero locale! Si programma il censimento della parrocchia, essendo superato quello precedente. La benedizione di tutte le famiglie (tolte quelle non cattoliche e dei pochi che non l’accettano) sarà poi un’istituzione preziosa, anche se faticosissima, che tra l’altro permetterà il contatto personale con tanta gente. Permetterà anche di fare ogni anno un censimento delle famiglie, annotando anche i non cattolici, che a volte accettano volentieri la visita, come visita, e in casi rari addirittura la benedizione.
In aprile i religiosi Cavanis residenti a Pozzuoli partecipano all’incontro e alla conferenza per i 400 anni della prima scuola di S. Giuseppe Calasanzio, a Fuorigrotta. Si incontrano con piacere con l’amico P. Josep Maria Balcells, preposito generale delle Scuole Pie. Il vescovo nella sua allocuzione ricorda anche la presenza dei Cavanis a Monterusciello: “grato a S. Giuseppe Calasanzio per aver studiato dai Cavanis a Possagno e a Venezia”.
A maggio, interessante la prima grande festa Cavanis nell’oratorio, con centinaia di bambini vestiti da P. Sergio con le nuove magliette multicolori dell’“Oratorio Antonio e Marco Cavanis”. Grande gradimento della gente. Nell’estate 1997, grande attività di campi-scuola, con grande abnegazione dei PP. Sergio e Giuseppe Moni e dei numerosi animatori. Si continuerà così tutti gli anni. P. Moni a settembre purtroppo viene trasferito a Fietta del Grappa (TV) per dirigere il seminario Cavanis e l’équipe vocazionale della Provincia italiana. È sostituito da P. Pietro Benacchio, di 30 anni.
A settembre otteniamo in “prestito” (in realtà lo abbiamo “sgraffignato”) il quadro dei Fondatori, del pittore Bruno Traverso di Jesolo (VE), 2×1 m, che appendiamo al fondo della chiesa, con permesso della commissione arte sacra della diocesi. È un quadro calligrafico, non molto artistico, piuttosto popolare, con i Fondatori dell’Istituto Cavanis rappresentati sui 40 anni di età, sullo sfondo dell’orto e della città di Venezia. Il quadro, con la committenza di P. Giuseppe Leonardi quando Preposito generale, era stato realizzato per servire di base alla nuova iconografia dei Padri, ma non aveva ricevuto grande approvazione dalla base e si trovava confinato in una sala nascosta della casa del S. Cuore a Possagno. Viene quindi valorizzato a Pozzuoli, fino alla fine della presenza Cavanis. Ritornerà poi a Possagno, nello stesso “nascondimento”.
Si comincia la lunga (e difficile e anche contrastata) preparazione del piano pastorale della parrocchia. La comunità dei preti si sente molto stanca per la molteplicità degli impegni parrocchiali cui si aggiungono quelli di livello diocesano. Inizia il doposcuola gratuito nella nuova gestione. L’Associazione Culturale S. Artema costituisce la sua sede nella cosiddetta Sala Zappalà, cioè in quella saletta nella canonica che doveva essere, nel progetto originale, lo studio del Parroco.
1998
Il 1998 è un anno difficile, anche per furti e numerosi vandalismi notturni. È di questo periodo la scoperta che due giovani di strada (ma uno frequentava in qualche modo la parrocchia, sia pure sul muretto) vendevano droga di notte sul confine della parrocchia con le rovine del Centro Commerciale, passando da una parte all’altra secondo l’opportunità. Lunghi appostamenti notturni (dal tetto della chiesa con il binocolo, spesso con la pioggia e in freddo in questo periodo), specie da parte di P. Pietro Benacchio e, scoperta la loro identità, nome e indirizzo, non avendo potuto ottenere un intervento della forza pubblica, il parroco li diffida formalmente per scritto di mettere piede in parrocchia e dà copia della diffida ai carabinieri. La cosa, pur pericolosa, ottiene l’effetto desiderato. A uno dei ragazzi la diffida sarà poi ritirata, perché si sentiva disperato di sentirsi quasi “scomunicato” dalla comunità parrocchiale. Si profila un periodo di malumore dei giovani del Laboratorio teatrale “Il guscio” e altri, anche degli animatori, per l’uso del teatro. La priorità dell’uso del teatro è per le attività pastorali, ma d’altra parte l’agenda prevede affitti dello stesso, come mezzo, da sempre, di sostentamento della parrocchia. Difficoltà anche con il gruppo giovani. Inoltre il consiglio pastorale parrocchiale, nel lavoro di preparazione del piano pastorale parrocchiale, spesso non raggiunge il quorum, Con questo fallimento, il parroco annuncia in seguito che l’elaborazione del Piano Pastorale Parrocchiale viene sospesa e rimandata ad altro esercizio, visto che l’attuale CPP non sembra assumere seriamente la cosa. È uno scacco ed è la perdita di una quantità di lavoro, ma d’altra parte serve a maturare la parrocchia e bisogna dare tempo al tempo. Il parroco invia ad alcuni membri del CPP una lettera con la relazione delle assenze, che per alcuni passano il numero di tre previsto dallo statuto diocesano, dichiarandoli quindi dimessi. La cosa suscita delle reazioni. Nel complesso un anno difficile.
1999
Nel gennaio 1999 si invia al vescovo una lettera per informarlo della situazione precaria della parrocchia, date le grandi piogge stagionali che hanno inondato gli ambienti interni. La lettera provoca una serie di interventi burocratici, che danno poco risultato pratico. Il grande problema è sempre che la parrocchia ha il tetto forato dappertutto come un colabrodo (mal fatto); e che non ha mai ricevuto né l’agibilità né l’abitabilità, e che il complesso di edifici non ci era stato neppure consegnato ufficialmente. Non possiamo raggiungere né l’abitabilità né l’agibilità appunto perché non ci è stata consegnata la parrocchia, e non ne abbiamo le carte, né l’approvazione della commissione di collaudo. Ciò provoca pericolo grave di responsabilità civile e penale del parroco, in caso di incidenti. È davvero strano che la congregazione, al momento della redazione della convenzione, non si sia occupata di vedere le carte della parrocchia! Nelle riunioni del CPP si discute la linea da tenere con la diocesi per il problema grave delle infiltrazioni (inondazioni, si direbbe meglio) e per la mancanza di cessione del complesso parrocchiale alla diocesi da parte dell’IACP e quindi della mancanza del collaudo, dell’abitabilità e agibilità. Si ventila l’ipotesi di chiudere la chiesa e il complesso parrocchiale per scuotere l’opinione pubblica. Non se ne farà niente, soprattutto in considerazione dei bambini del catechismo, particolarmente numerosi quest’anno. Peccato perché così il problema rimane aperto, e si risolverà (vedi caso) soltanto quando la parrocchia passerà al clero diocesano.
Il parroco partecipa a un’infinità di riunioni con personale e autorità dell’IACP, e anche a una riunione finale con il CTU del Tribunale di Napoli e con personale dell’IACP. Si aspetterà lungamente la relazione del CTU sui lavori da farsi, senza alcuna utilità o risultato. Il parroco passa molta parte del suo tempo arrampicato sul tetto con commissioni, tecnici, e poi con operai tentando di risolvere almeno in parte il problema a spese della parrocchia. La quale però manca sempre di liquidi, ma non dell’acqua delle piogge! Saremo in rosso per lunghi periodi.
Nel marzo 1999 si annuncia la divisione della Forania di Pozzuoli in due, con l’istituzione della Forania Pozzuoli 2, con le parrocchie di Monterusciello e Licola. P. Giuseppe Leonardi, parroco, viene nominato dal Vescovo Vicario Foraneo della Forania Pozzuoli 2, comprendente le tre parrocchie di Monterusciello e quella di S. Massimo a Licola (decreto di istituzione della Forania Pozzuoli 2 (decreto 10 del 22.2.99) e decreto di nomina dei nuovi Vicari Foranei (decreto 50 del 29.6.99)).
Già prima dell’inizio della forania Pozzuoli due, nelle tre parrocchie di Monterusciello si lavorava in stretta collaborazione, come in un’unità pastorale informale, ma col permesso orale del vescovo. Tra l’altro si erano istituiti i rispettivi corsi di Scuola Biblica. Nell’estate si realizzerà poi un pellegrinaggio e viaggio di studio della Scuola Biblica di Monterusciello in Terra Santa. Della nostra parrocchia partecipano una trentina di persone, con P. Giuseppe Leonardi come guida biblica (si aggiungerà P. Enrico, un sacerdote polacco biblista) e P. Pietro Benacchio, pure docente della scuola biblica. Della parrocchia di S. Paolo P. Mario Marostica e una ventina di persone; inoltre P. Alberto Nisolini della parrocchia di S. Chiara. I partecipanti sono in buona parte allievi della Scuola Biblica. Il viaggio riesce meravigliosamente. Ci si è serviti come appoggio logistico dell’Opera Napoletana Pellegrinaggi, che è perfetta. Il viaggio, naturalmente, è costato una quantità di lavoro nella fase lunga di preparazione e organizzazione ma ne è valsa certamente la pena.
PELLEGRINAGGIO IN TERRA SANTA DELLA SCUOLA BIBLICA DI MONTERUSCIELLO (tre parrocchie)
di Francesca Russo
“Siamo partiti per questo magnifico luogo il 1° settembre 1999 dall’aeroporto di Capodichino con destinazione Tel-Aviv. Arrivati lì ci aspettava un pullman che ci avrebbe condotti a Cesarea, prima tappa del nostro pellegrinaggio. Inutile dire che eravamo tutti affascinati ed emozionati perché consapevoli di stare attraversando le stesse terre che Gesù aveva toccato, visto.
La sera di questo primo giorno siamo arrivati a Nazareth e ci siamo sistemati in un Hotel davvero prestigioso.
Al mattino del giorno del giorno dopo abbiamo visitato la Basilica dell’Annunciazione e abbiamo celebrato la S. Messa proprio nella grotta in cui la Vergine Maria ha ricevuto l’annuncio dell’angelo Gabriele. Quello è davvero un ruolo magico in cui per una volta cielo e terra si sono toccati. Ne sentivamo tutta la grandezza. Nel pomeriggio abbiamo visitato gli scavi di Meghiddo per vedere come si viveva ai tempi dei re. Poi siamo saliti sul monte Carmelo (Muqraqa) per un momento di meditazione individuale.
Abbiamo cominciato il terzo giorno celebrando l’Eucaristia sul monte delle Beatitudini. Siamo poi scesi sulla riva del mare di Galilea e ne abbiamo ammirato la vastità. Successivamente ci siamo recati a Cafarnao per la visita della Sinagoga e alla casa di Pietro.
Abbiamo pranzato presso il Kibbutz di En-ghev. Dopo pranzo abbiamo attraversato in motoscafo il mare di Galilea e siamo scesi a Tiberiade da dove siamo poi andati in un punto del fiume Giordano e lì abbiamo rinnovato le promesse battesimali. Successivamente siamo saliti in taxi sul monte Tabor e poi, come non ricordare, la splendida discesa a piedi del monte con un tramonto davvero suggestivo.
Non facevamo che ringraziare Dio per l’opportunità che ci stava offrendo.
Il 4° giorno ci siamo spostati a Gerusalemme, viaggiando lungo tutta la valle del Giordano. Nel pomeriggio abbiamo visitato la Basilica del Santo Sepolcro e camminato per le strade di Gerusalemme, percorrendo la via dolorosa. Il quinto giorno è stata la volta di Betlemme dove dopo la celebrazione della messa abbiamo visitato il campo dei pastori e la basilica della Natività. Nel pomeriggio siamo tornati a Gerusalemme per la visita del Cenacolo.
Il giorno dopo eravamo tutti ai piedi del muro del pianto e poi senza scarpe nelle moschee di El-Aqsa e di Omar. Nel pomeriggio siamo andati sul monte degli Ulivi e abbiamo celebrato la messa nella chiesa dell’agonia.
L’esperienza del pellegrinaggio si rivelava ogni giorno più bella. Il 7° giorno siamo andati nel deserto di Giuda e, fatto singolare, mentre eravamo lì abbiamo visto un immenso stormo di cicogne in volo. Siamo poi andati sul mar Morto e abbiamo fatto il bagno; dopo il pranzo ci siamo recati a Qumran dove sono stati ritrovati i sacri rotoli della Bibbia.
Ritornati a Gerusalemme ognuno ha riavuto l’occasione di pregare e meditare individualmente nella basilica del Santo Sepolcro. L’ultimo giorno, dopo la celebrazione della messa, siamo partiti dall’aeroporto Ben-Gurion da Tel-Aviv. Il pellegrinaggio finiva e ci lasciava tutti felici e soddisfatti dell’esperienza vissuta, in modo particolare noi più giovani che avevamo avuto la grazia di essere già stati in un posto così bello e affascinante.
Infine vorremo porre il nostro più sentito ringraziamento al carissimo p. Giuseppe Leonardi, in quanto senza la sua caparbietà, consulenza e senza il suo impegno, tantissime persone come noi non avrebbero potuto “ascendere” a Gerusalemme per bere alla sorgente della storia e della fede qualche goccia di Paradiso.”
Nell’ottobre, qualche paura e pericolo con un pregiudicato abitante nel territorio della parrocchia, che abbiamo aiutato molto con grande affetto, sia personalmente sia nella famiglia con bambini piccoli, quand’era in carcere e quand’è uscito, con lavoro, denaro e beni alimentari. Impazzito, ci si è messo contro e ha creato grandi problemi. Ha semidistrutto poi la macchina del sindaco in comune e ha fatto altre pazzie. Siamo riusciti in qualche modo ad allontanarlo in modo definitivo dall’ambiente della parrocchia ma continuiamo ad aiutare la famiglia.
Il 19.12.99, festa solenne per il 50° anniversario della professione religiosa di P. Sergio Vio, che viene celebrata nella messa dei bambini alle 10, e a quella delle 11.30 di domenica, con molto affetto e molta gioia della gente; anche con scopo vocazionale. Momento di grande commozione. Segue un rinfresco e aperitivo nel corridoio delle aule catechistiche. In realtà, in questa parrocchia abbiamo lavorato moltissimo, specie il parroco e P. Sergio, per trovare dei giovani che volessero dedicarsi al “santuario”, e particolarmente che volessero entrare nel nostro istituto. Ma senza alcun risultato, come del resto nelle altre parrocchie italiane affidate all’Istituto.
Una novità molto ben riuscita si è avuta a Natale 1999: si realizza per la prima volta il presepe vivente, in due date diverse, dopo Natale e all’Epifania, presso l’antica masseria Artiaco (D’Angelo) vicino alle vie Sironi/Nizzoli; e presso l’entrata fortificata della masseria di via Allodi. Ottimo risultato e molta gente, nonostante il freddo acuto.
2000 – ANNO SANTO
Nel mese di maggio si ha la visita previa di ufficiali di Curia per la visita pastorale. Il parroco con l’aiuto del Consiglio ha compilato a suo tempo l’impegnativo questionario. La visita riesce molto bene, con soddisfazione comune. Nel mese successivo si tiene una riunione del Consiglio Pastorale sul tema dell’imminente visita pastorale del vescovo, della quale non si ha ancora un calendario preciso. Il CPP si trasforma in commissione organizzatrice. Si parla anche della dedicazione (consacrazione, cioè) della nostra chiesa. La riunione successiva, nello stesso mese è la 100ª riunione! Non sono molte le parrocchie che possono vantare questo numero. La riunione assume carattere festivo, con una cena al ristorante Sir Daniel a Monte S. Angelo, a spese della parrocchia. Altre tre riunioni della commissione preparatoria della Visita Pastorale si terranno in agosto e settembre, con la presenza dei consiglieri del CPP che rappresentano settori della parrocchia (cioè con esclusione dei consiglieri di nomina).
Una presenza interessante in parrocchia e nella forania Pozzuoli 2 e quella della Gioventù Operaia Cattolica. Nei giorni 28-31.7.00 si partecipa con un buon gruppo all’Incontro Gi.O.C. a Cariati in Calabria (CZ) sulla costa ionica.
Nell’ agosto 2000 P. Leonardi, sia come parroco di S. Artema che come vicario foraneo della zona, riesce a concludere e a mettere in quadro una mappa completa e ragionata di tutta la parrocchia e poi una della Forania, che non esistevano. Ne ha discusso i confini con i parroci vicini e ha esplorato a volte da solo a volte assieme ai parroci vicini le zone di confine, a volte situate sui dirupi dei vulcani, nei pochi boschi, in terreni coperti di rovi e di pietre vulcaniche, a volte difficilmente raggiungibili. Ha anche esaminato le descrizioni, non sempre chiare, dei decreti di fondazione delle parrocchie e gli altri documenti di archivio siti in curia diocesana. È arrivato a concludere la mappa della forania Pozzuoli 2 dopo due anni di esplorazione dei confini, con l’aiuto dell’Ufficio Tecnico del Comune di Pozzuoli, per quanto riguarda la fornitura di base cartografica.
La mappa della parrocchia, realizzata sulla base di tavolette 1:10.000 del Comune di Pozzuoli, ingrandita in scala molto alta, anche 1:4.000 1:2.000 per i rioni, porta anche il numero di famiglie per palazzo, i nomi delle famiglie, i nomi dei responsabili pastorali (laici) di ogni gruppo di palazzi e, quando possibile, di ogni palazzo o gruppo di villette. Il parroco crede molto nella pastorale realizzata in modo organizzato, anche sulla base della geografia del quartiere.
In agosto, si svolge la Giornata Mondiale della Gioventù-GMG a Roma. Della nostra parrocchia ci vanno una ventina di giovani e ragazze con P. Pietro Benacchio. Splendido. Qui seguo con il telefono e la TV. I ragazzi tornano molto stanchi ma entusiasti. Qualche problema di disciplina e qualche difficoltà con gli altri del gruppo Cavanis (circa 200), soprattutto per il razzismo (poco) latente dei nordici. A questo ultimo rispetto protesto con il Provinciale e con P. Alvise.
Il 4 ottobre alle ore 21 (un po’ tardi, ma per favorire i lavoratori), ingresso solenne del vescovo nella nostra forania Pozzuoli 2, per l’inizio della santa visita. Da 67 anni non si faceva una visita pastorale a Pozzuoli. Il vescovo la sta facendo dal 1998, ora viene nella nostra forania. La celebrazione, molto ben preparata da tempo con riunioni e prove liturgiche di tutta la forania, è riuscita particolarmente bene e molto commovente, con la presentazione di vari simboli (cereo-luce; bibbia; acqua; olio; pane e vino), l’omelia del vescovo, la consegna della bibbia (della visita pastorale, con le firme e timbri di tutte le parrocchie visitate) al vicario foraneo P. Giuseppe Leonardi. Non siamo riusciti a riempire la cattedrale (concattedrale di S. Paolo a Monterusciello); ma la gente di S. Artema, venuta con un pullman e molte vetture, da sola era quasi metà dei presenti, circa 240.
A ottobre è cominciato anche il catechismo dei bambini. Grande animazione e un po’ di gradevolissima confusione. Anche quest’anno è stata un’impresa trovare i catechisti sufficienti per tutti. Ce ne sono di nuovi tra gli insegnanti nuovi di IRC che finora non collaboravano. Qualche catechista in maternità. Quest’anno il parroco ha deciso (come del resto aveva deciso anche anni prima) che non si accettassero più bambini di altre parrocchie. Negli anni precedenti questi erano stati accettati abusivamente, contro i suoi ordini, a livello di segreteria. Il parroco si era accorto che tra i circa 200 bambini che avevano fatto la prima comunione nel 2000, 82 erano di altra parrocchia! A parte gli aspetti di rispetto e discrezione verso le altre parrocchie, non c’è motivo di fare tanto lavoro per gli altri, abusivamente.
Ancora una volta, riceviamo la Visita canonica del preposito generale P. Piero Fietta dei PP. Cavanis alla comunità religiosa, in ottobre di questo anno santo, questa volta con poche attività esterne nella comunità parrocchiale, per evitare confusione con la visita pastorale imminente. Il preposito rimane molto soddisfatto.
Prima di queste date di ottobre, ci si era impegnati dorando, argentando e nichelando gli oggetti liturgici, approfittando della visita pastorale per rimettere tutto in ordine; si sono comperati dei paramenti. Tra l’altro si sta riparando il tetto della chiesa (da tempo) e dell’ala delle aule catechistiche; si sta pitturando il teatro; e in genere si mette a posto tutto, grazie anche al fatto che la situazione economica della parrocchia è nettamente migliorata, dopo i tempi iniziali tanto duri, e con molto risparmio, e anche con il buon risultato che viene dal fatto che la gente si sente ben “accudita” dal suo clero.
Il 23 ottobre è la Giornata missionaria mondiale. Buona partecipazione e quasi un milione (di lire!) di offerte. Pranzo con i ragazzi del gruppo animatori, che poi rimangono quasi tutto il giorno in parrocchia. Va piuttosto bene. Va molto bene anche il corso di formazione di AC per P. Pietro, che è entusiasta e per i formatori laici dei due gruppi di ACR e ACG. Domenica c’erano alle varie (5) messe 1.146 persone. Stiamo facendo il conteggio anche quest’anno e sembra ci sia un leggero aumento. Però, su circa 15.000 abitanti, l’indice di presenza, compresi naturalmente i bambini, è del 7,64%.
Il 24 ottobre il parroco accetta un’intervista su “La Repubblica”, come specialista di dinosauri. Seguono varie interviste alla radio: RAI per l’estero, radio 24 ore, Radio Italia. Un invito insistente a partecipare al Maurizio Costanzo Show viene rifiutato cortesemente, ma facendo presente, al produttore che ha telefonato, che si tratta di uno show frivolo, mondano, del tutto fuori della linea del Vangelo. Predico spesso contro i falsi profeti, “come per esempio Maurizio Costanzo”. Non sarebbe coerente accettare l’intervista. Articoli sull’attività scientifica del parroco erano state pubblicati in prima pagine su tutte le prime pagine dei quotidiani d’Italia (dall’Osservatore Romano all’Unità) e di tutto il mondo dopo la prima spedizione in Australia, nel 1997, e la gente era stata contenta che si parlasse di Monterusciello non per fatti criminali di camorra, ma per un contributo alla scienza e se ne erano rallegrati.
Il 5 novembre alle 11.30 si svolge, come sta diventando un’abitudine, la messa annuale nella cappella del cimitero municipale, per i defunti della parrocchia, che riesce molto bene. Si fa menzione esplicita di tutti i morti dell’ultimo anno, ma si prega ovviamente per tutti. Pochi giorni dopo, incontro della GiOC delle due parrocchie di S. Paolo e nostra, molto ben riuscito. Alla sera, pizza con tutti e due i gruppi e il parroco. Anche in sostituzione di don Mario Marostica, parroco di S. Paolo, che è assente per malattia. P. Leonardi lo sostituisce in parecchie cose: GiOC, Scuola Biblica ecc.
Pure a novembre, il parroco assieme al Vicario Generale Mons. Salvatore Visco va a via Morelli all’Istituto Autonomo Case Popolari per una riunione della Commissione tecnica dell’IACP, per l’approvazione del progetto preliminare dei lavori da svolgersi in chiesa. Viene raccomandato dalla Commissione Tecnica al Consiglio di approvare il progetto e procedere al progetto operativo. Si propone di chiedere alla Regione la somma di £ 780 milioni per i lavori. Nel frattempo quasi tutti quelli relativi al tetto e alle infiltrazioni sono già stati realizzati da noi al prezzo di circa 7 milioni. E non piove più, salvo nel corridoio degli uffici. Si tinteggia in questi giorni quasi tutta la chiesa.
Si tiene anche una riunione informale del CPP per discutere il testo preparato dal parroco (in forma lunga da consegnare in iscritto e in forma breve da pronunciare) per il discorso per l’ingresso del vescovo in parrocchia. Alla messa delle 10, il parroco distribuisce gli evangeli ai bambini del secondo anno della catechesi di prima comunione. Cerimonia commovente. Sempre in novembre, iniziano i lavori di pulizie generali del complesso parrocchiale in vista della visita pastorale. Dopo una serie di tentativi per organizzarle, il parroco ha steso e appeso dappertutto un “decreto legge” con la parte che ogni gruppo deve ripulire, lasciando chiaro che se un gruppo non lo fa quella parte rimane sporca. Il risultato della forma un po’ drastica, è che le pulizie si fanno con una partecipazione molto buona e un grande coinvolgimento di tutti. Si continua la tinteggiatura degli esterni.
A metà novembre è pronta la bella lapide (un po’ troppo grande, perché doveva in origine essere appesa al centro della parete sotto il matroneo e molto più in alto) per la dedicazione della chiesa, opera del marmista incisore Gabriele Calmieri di Pozzuoli. Così il nome dei Cavanis resterà nella storia della parrocchia. Iniziano le attività questa sera l’équipe per l’evangelizzazione dei Testimoni di Geova, costituita dal diacono Tonino Paone, dal sig. Alfonso Coppola e dal sig. Bartolomeo Pugliese, tutti esperti nell’argomento. La cosa poi non riuscirà a funzionare in pratica. Tuttavia, alla fine del periodo di presenza dei Cavanis in parrocchia, o almeno fino alla fine del periodo in cui si sono redatti i censimenti annuali della popolazione, i TdG sono singolarmente ridotti di numero.
Si collocano a via Levi, via Modigliani, via Severini e via di Monterusciello gli striscioni sulla visita pastorale. Non è stato facile ottenere l’approvazione dal sindaco. Sono stati preparati dal gruppo volontariato e sono molto ben fatti. Fanno molto effetto e sono visibilissimi. Mentre eravamo in riunione con i “maggiorenti” della parrocchia, in tarda serata, un forte colpo di vento, fa cadere non solo lo striscione di via Levi, a fianco della canonica, ma anche il palo della luce cui era attaccato, sbarrando l’importante via, e ci creerà dei problemi! Non si sa però se la colpa è nostra o di chi ha piantato il palo in cemento armato!
Corriamo a via Levi, dietro la canonica e, con paura delle scosse elettriche, tagliamo le corde dello striscione, che facciamo sparire e mettiamo da parte, e con una corda trasciniamo via il palo dalla strada e chiamiamo anonimamente il 113. A mezzanotte arrivano i pompieri e io rimango lungamente a spiarli dietro la siepe. Prima avevamo portato a casa Geppino Romaniello a Arco Felice ed eravamo tornati tutti allegri alle rispettive case. La paura però era che altri pali cadessero. Sono attaccati senza base, una cosa incredibile. Il giorno dopo viene un vigile, in un momento di mia provvidenziale uscita per acquisti, ed egli protesta con P. Pietro Benacchio per la caduta del palo minacciando una denuncia. Questi gli risponde a tono minacciando a sua volta di denunciare il Comune per la fragilità dei pali. La cosa per ora si ferma lì. In questo periodo è incredibile la quantità di cose che si sono fatte per organizzare e preparare la visita pastorale.
Il 16 novembre si svolge un’importante prima riunione dei referenti della parrocchia (ossia i rappresentanti pastorali di ogni palazzone o gruppo di case), stabiliti già da un anno o più, in numero di 174 (finora). Non tutti sono presenti, ma i numerosi presenti sono molto allegri, vivaci, contenti di partecipare. Si passa dalla fase quasi burocratica a una fase di vera evangelizzazione delle famiglie lontane. Un referente, o una famiglia referente è “un punto di riferimento della nostra parrocchia (e quindi della Chiesa) nel palazzo in cui abitate o nella scala del palazzo stesso. Si intende organizzare una “rete” di circa 200 referenti come presenza capillare e viva della parrocchia nel quartiere” (dalla circolare ai referenti del 1999).
Il 18 novembre 2000, dopo una lunga preparazione di mesi, mirata al coinvolgimento di tutta la parrocchia, comincia la visita pastorale (18-26.11.2000). La preparazione era consistita in numerose riunioni del Consiglio Pastorale Parrocchiale, trasformato in commissione speciale, coscientizzazione dei gruppi e settori, advertising tramite striscioni, manifesti, volantini in tutte le famiglie della parrocchia (nel che è stata magistrale Maria Patricelli, responsabile delle relazioni pubbliche della parrocchia) pulizie generali della parrocchia fatte dai gruppi e settori, tinteggiatura della chiesa e di buona parte del resto del complesso parrocchiale, soluzione quasi totale del problema delle infiltrazioni ecc. Non si voleva presentare una falsa facciata, perché il vescovo conosce bene la nostra realtà ed è spesso qui; si voleva invece creare gradualmente il clima della grande festa. E ci si è riusciti.
18.11.00 – Arrivo del Vescovo. Alle ore 18.30 la chiesa era piena in tutti i posti a sedere, con circa 400 persone. L’arrivo liturgico del vescovo è riuscito benissimo, con il rito proposto della diocesi e con l’aiuto anche del cerimoniere della diocesi don Oreste Rinaldi, che è stato ordinato proprio qui in chiesa nel 1993. Bacio dell’antico crocifisso, aspersione, arrivo all’altare con molti ministranti grandi e piccoli, diacono con la Bibbia della Visita Pastorale, preti, vescovo. Preghiera del parroco. Commosso discorso del Parroco, preparato lungamente anche insieme al CPP. Una copia del discorso letto e una copia della versione più lunga e documentata erano state inviate prima al vescovo per facilitare la sua risposta. Letture come da copione; omelia brillante e affettuosa del vescovo.
Dopo la fine della celebrazione, con il popolo molto contento e allegro, si scende in salone parrocchiale per un rinfresco cui erano stati invitati il CPP, il CPAE i ministranti e gli altri agenti liturgici.
Riunione del CPP+CPAE col vescovo. Relazione del segretario del CPP Francesca Russo e del segretario del CPAE Giuseppe Romaniello. Ambedue sono brillanti (dopo una efficace preparazione comunitaria nei rispettivi consigli) e molto concreti e sinceri. Piacciono al vescovo che invita Geppino Romaniello (e il giorno successivo anche Francesca Russo) a assumere qualche incarico a livello diocesano. Sono sollevati molti problemi dai partecipanti, su questioni a livello parrocchiale e diocesano. Il vescovo rimane molto soddisfatto della maturità dei consiglieri di ambedue i consigli. I principali punti sollevati appaiono nel verbale della riunione che viene poi consegnato al vescovo con gli atti della visita.
19.11.00 – Domenica. Non si celebrano le messe delle 8 e delle 9. Alla messa dei bambini, alle 10, celebrano con il vescovo P. Sergio e P. Giuseppe. La chiesa è piena, con quasi 1.000 persone. I bambini seguono molto attenti e allegri. Una vera festa. Il coro dei bambini (meglio, delle bambine) con le maestre di coro Antonella Volpe e Maria Trincone, tutte in maglietta con lo stemma Cavanis, cantano molto bene canti di lode e di gioia. I ministranti, una trentina, vestono sulla tunica la “cappetta” rossa delle feste di S. Artema. Il vescovo pronuncia una bella omelia, scendendo in mezzo alla navata, in modo che non rivela affatto il curiale (è stato nella Curia Romana per più di trent’anni) ma piuttosto un buon parroco con buone capacità di comunicazione con i bambini. Processione offertoriale. Molte comunioni, più del previsto, tanto che rimaniamo quasi senza particole. I bambini presentano al vescovo un mazzo di fiori, una poesia e alcuni brevi discorsi.
Ore 11: Il vescovo dopo un breve intervallo scende nell’oratorio a vedere i bambini che giocano e rimane ammirato della quantità di spazi che possiede la parrocchia o che abbiamo ricavato nei luoghi più impensabili per far giocare i bambini. Gioca qualche tiro in tutti gli sport, fa un gol nel campo del calcetto in terrazza e fa una schiacciata rovescia impressionante al ping-pong. Saluta gli animatori e i bambini e ragazzi.
Ore 11.30: messa parrocchiale solenne. Celebrano con il vescovo, che presiede, P. Giuseppe e P. Pietro. Abbastanza gente, circa 400 persone, tutti i posti a sedere occupati. Clima di grande festa e bella omelia del vescovo.
Pomeriggio libero, occupato visitando (io) famiglie di malati o in lutto, da visitare poi con il vescovo.
Lunedì 20.11.00 – 9.30 visita alla Scuola Media A. Diaz, con un bellissimo incontro con i ragazzi, il preside, gli insegnanti, tra cui l’insegnante di religione Agata Migliaccio. Grande cordialità, molta organizzazione, musiche, canti e balletti e poi visita alle circa 15 classi. Segue la visita alle Elementari Elsa Morante, annesse. Anche qui grande festa dei bambini. Il vescovo è un buon comunicatore. Segue un giro in macchina per i confini della parrocchia per vedere parti che il vescovo non conosce. Rimane impressionato per la grandezza e varietà della parrocchia. Purtroppo piove (piove tutta la settimana o quasi) e non ci si può fermare e uscire dalla macchina in punti panoramici a vedere la parrocchia dall’alto con la carta topografica in mano.
Pomeriggio dalle 17 in poi quattro riunioni consecutive, molto stanco e molto ben riuscite: con i ministranti grandi e piccoli, nella cappella feriale, molto ben riuscita, con intenti vocazionali; con la GiOC riunita delle due parrocchie di S. Paolo e S. Artema, in laboratorio catechistico, parlando soprattutto del mondo del lavoro, con una richiesta al vescovo di istituire in diocesi una vera pastorale del lavoro; con i due corsi della Scuola biblica e i Lettori, una sessantina di persone, in teatro. Parla Leonardo di Pasquale, molto bene; una battuta alquanto infelice di un lettore rovina un po’ l’effetto, facendo supporre una divisione o contrapposizione tra i due corsi, che non esiste. Poi con l’Associazione Culturale S. Artema e il laboratorio Teatrale “Il Guscio”, pure in teatro, che riesce bene, ma dimostra che l’Associazione è morta, perché di lei sono presenti solo quattro persone, nonostante la presenza del vescovo e l’occasione speciale.
Martedì 21.11.00 – Al mattino, visita alla scuola Media G. Annecchino, con concerto dei ragazzi, cori, visita una per una alle 26 classi, ricevimento in presidenza e un ottimo clima di cordialità, da parte del preside prof. Sergio Angelillo e di tutti, e un’ottima organizzazione principalmente da parte dell’insegnante di IRC e nostra catechista ecc. Lucia Alfante. Il preside conferma il desiderio di avere uno “sportello” dei padri nella scuola. Segue la visita alle elementari Rodari, dove le insegnanti di religione come Rosa Vollero, nostra catechista, Lina Schiano e altre avevano preparato canti, domande dei bambini e altro; ma il dirigente scolastico prof. Giuseppe Squillace (che si era trovato probabilmente di proposito assente a un appuntamento con me nella fase preparatoria) ha permesso soltanto l’accoglienza da parte dei bambini con le bandierine e poco più, poi ha sequestrato il vescovo molto gentilmente in direzione, con un regalo e un rinfresco. Le insegnanti sono rimaste deluse, ma pazienza.
Nel pomeriggio alle 17 visita delle strutture della parrocchia con il vescovo guidato da Gennaro Patricelli, Mario Di Genova e Geppino Romaniello del CPAE. Si mostrano le magagne, i lavori fatti e da fare e anche i libri dell’amministrazione e l’amministrazione informatizzata. Buona impressione. Si visitano anche il doposcuola, i gruppi di catechismo presenti (3) e la palestra, con grande entusiasmo della cinquantina di signore presenti al corso.
Alle 19, celebrazione dell’arrivo delle reliquie di S. Artema e vesperi del santo. Una lunga processione di un’ottantina di giovani (che sogno! Non è stato facile farli venire in tanti in chiesa un martedì sera!). Erano andati in macchine varie a prenderlo in Curia, accolti molto bene da don Angelo D’Ambrosio dell’Archivio e portati nel caveau della Curia) con P. Pietro porta il reliquiario all’ingresso della chiesa e lo consegnano al vescovo. La processione entra in chiesa e il diacono depone le reliquie su un tronetto. Si celebrano i vesperi del santo, con i canti diretti dal maestro Ernesto Pagliano. Riescono abbastanza bene, dopo molte prove, data la qualità delle nostre capacità canore provinciali e di periferia. Ci si dimentica purtroppo di fare il bacio della reliquia, che sarebbe stato un ottimo momento di venerazione personale al santo e anche un’occasione per la gente di vedere il reliquiario da vicino. Chiesa tutta in rosso e ministranti con le cappette rosse. La gente è entusiasta, la chiesa piena.
Alle 20.30 cena sociale di circa 120 operatori pastorali della parrocchia con il vescovo, organizzata dalla signora Rosa Picariello e amiche, nella sede del MASCI, molto adatta allo scopo. Ambiente molto cordiale, animato da Giuseppe Lo Feudo del MASCI e fratello Ernesto con musiche e canti. Finiamo a mezzanotte e, dopo l’uscita del vescovo ma non per questo, si balla.
Mercoledì 22.11.00 – Alle 9.30 visita alle scuole materne della parrocchia: Matilde Serao e Montalcini a Via Campigli e Collodi a Via Buzzatti, circa 500 bambini. Molto commovente e ben preparato. Grande cordialità verso il vescovo che si fa piccino con i piccini.
Dalle 11.30 visita a quattro famiglie in lutto, che hanno perduto i figli. Vista del panorama della parrocchia, in una rara giornata di sole, dal terrazzo dell’edificio B del Parco Puteoli.
Pomeriggio libero.
Giovedì 23.11.00 – Dalle 10 passeggio a piedi del vescovo a partire dalla casa della ragazza ammalata Anna D’Isanto (fabbr. 31 dei seicento alloggi), per l’ex-rione Terra, scale dei 174 Alloggi, via Rosai, via Carrà, visita alla famiglia Di Francia/Iammarino che ha perduto un figlio di 15 anni per leucemia; anche per mostrare al vescovo lo stato di alcuni appartamenti popolari e il discaso delle autorità. Si ritorna a piedi in parrocchia. Impressionante la capacità di contatto umano del vescovo con i passanti, è entrato perfino nel bar Rosario, il posto più pericoloso (e malfamato) di Monterusciello, con stupore e gioia degli avventori!
Il parroco gode anche della fortuna rara di incontrare per strada, durante questa camminata, quasi solo di persone di cui conosce il nome, e il vescovo ne è stupito.
Alle 11.30: visita alla Circoscrizione e Anagrafe del Comune. Nel pomeriggio, visita ad alcune famiglie in lutto. Tutte le visite riescono molto bene, con grande conforto e contentezza delle famiglie. Tutti gli incontri naturalmente erano stati accuratamente preparati. Alle 18. 30 incontro con i ministri ausiliari della Comunione e diacono. Presento al vescovo il data base dei malati e anziani.
Alle 19: Dedicazione della chiesa. Presenza dei referenti in risalto, nella parte destra della chiesa, numerosissimi e contenti. Invitati anche il donatore delle croci e dei candelabri-appliques, le suore Giovanna e Emma Coppola, P. Fernando Carannante. La celebrazione riesce commovente e bellissima, particolarmente il momento dell’unzione dell’altare e delle pareti con le nuove croci. Bello pure il momento dell’incensazione e dell’illuminazione. La chiesa è piena e, uscendo in processione, vedo molti occhi lucidi. Si scopre la lapide di commemorazione della dedicazione, con molti applausi.
La mattina del 25 si compie con il vescovo la visita ad alcuni ammalati (specie giovani, 5), anziani (1). Alle 12 Visita all’IFLHAN. Con il vescovo, dopo aver incontrato i giovani disabili, molti dei quali sono cari parrocchiani, ci affacciamo dalle vigne degli Zazzaro verso la Schiana, vedendo anche la situazione di quella futura parrocchia. Nel pomeriggio alle 17 visita a quattro gruppi di catechismo nelle aule e poi riunione importante della Caritas; alle 18 riunione con il Gruppo Famiglia; alle ore 18.30: riunione con i catechisti; alle ore 19.30 riunione con i giovani in teatro, con concerto/recital religioso, molto ben riuscito. Ogni gruppo si presenta al vescovo. Alla fine pizza e bibite.
Domenica 26, ultimo giorno della visita pastorale, ore 9.30 Messa alla Cappella Golia. Diluvia. Alle ore 11 sotto pioggia battente, incontro con bambini e ragazzi (e popolo) in cortile, si pianta un olivo a ricordo della Visita, in segno di pace e di consacrazione. Messia vuol dire appunto unto con l’olio d’oliva. Nell’intervallo il vescovo appone il sigillo a secco della visita ai libri, registri, verbali, trovando tutto in ordine. Rimane molto ammirato dalla visita alla sezione cartografica della parrocchia, con le mappe 1.10.000 della Forania e della Parrocchia, e quelle 1.4.000 1.2.000 con i dettagli parco per parco e zona per zona, come pure loda i data-base e tutta l’impostazione informatica dello stato d’anime e della programmazione dell’azione pastorale. Alle 11.30, celebrazione eucaristica con giovani e popolo, con la chiesa piena e molto entusiasmo, coro dei giovani. Il vescovo fa una bella omelia, il parroco pronuncia alla fine il discorso di commiato e di ringraziamento. Il vescovo si intrattiene lungamente con la gente. Alle ore 13, pranzo del vescovo col clero e diacono. Il parroco purtroppo deve lasciare il pranzo per un funerale arrivato in anticipo. Si conclude così la bellissima visita pastorale, molto apprezzata e partecipata dal popolo. Una vera grazia del Signore!
2.12.00 – Il parroco, come Vicario Foraneo, partecipa all’ingresso del Vescovo nella parrocchia vicina di S. Paolo, per l’assenza del parroco per questioni di salute, e pronuncia il discorso di presentazione della parrocchia. Parteciperà poi con grave disagio a buona parte della visita pastorale in quella parrocchia, spesso con l’impressione del “dejà vu”!
3.12.00 – Pellegrinaggio giubilare a Roma con tre pullman, 162 parrocchiani. Una delle attività della parrocchia, e la citiamo solo qui, è stata quella dei pellegrinaggi, delle gite sociali e delle gite e visite culturali, a volte a piedi (Sul Monte Nuovo, sul Monte Barbaro ai limiti della parrocchia; al Vesuvio); altre volte in pullman, soprattutto in Puglia e Campania, ma due volte, per l’anno santo e per il 2° centenario dell’Istituto Cavanis, anche a Venezia (e Dolomiti!), altre volte a Cascia, Assisi ecc. Ci sono stati anche un pellegrinaggio a Lourdes e uno a Fatima. Molto lavoro per organizzare, mantenere raggruppato il popolo e specialmente per ritrovare alcune pecorelle perdute. Buono il risultato pastorale, catechetico, comunitario, culturale e di spiritualità. C’è anche un discreto aiuto economico alla parrocchia, sempre in situazione un po’ difficile.
Il vescovo, soddisfattissimo della visita pastorale a S. Artema, di cui continua a tessere le lodi dappertutto, per esempio nel recente consiglio presbiterale, facendo arrossire il parroco, a dicembre regala alla Caritas parrocchiale 20 milioni (!) per l’acquisto di un furgone, e una bella fotocopiatrice richiesta dai giovani della parrocchia. Deo gratias! La gente della parrocchia è stata molto soddisfatta della visita anche perché di solito si parla male di Monterusciello, ma in questa occasione se ne sta parlando molto bene, grazie a Dio.
Si procede gruppo per gruppo, con Francesca Russo e Rino Miglietti, alle elezioni per il Consiglio Pastorale Parrocchiale, cercando in questo che è il 5° Consiglio o Esercizio della Parrocchia, a non aumentare molto il numero dei consiglieri, accorpando alcuni gruppi, purtroppo con qualche difficoltà.
Il parroco presenta al vescovo dimissioni dall’impegno di responsabile diocesano della Pastorale universitaria, ma le dimissioni vengono respinte. In questa settimana il parroco sostituisce il parroco di S. Paolo nei vari impegni della Visita Pastorale.
11-13.12.00 – Il parroco parte la mattina del 10 in treno, appositamente, e si incontra con Don Mario Marostica a Treviso per convincerlo a ritornare in parrocchia. Lo trova meglio di salute, ma ancora esaurito e riesce a ottenere qualche speranza ma non una promessa di ritorno e meno ancora una data. La parrocchia intanto ne soffre molto. Bisogno che il parroco di S. Artema continui ad occuparsi un po’ di ambedue le parrocchie, cercando di non cadere egli stesso in uno stato di esaurimento nervoso.
Poco prima di Natale esce finalmente il desiderato libro di canti della parrocchia, che è molto bello, a cura di Vincenzo Ioffredo, capo del coro parrocchiale. Viene accolto molto bene dalla gente.
A fine anno P. Leonardi va in Brasile per faccende di congregazione, come visitatore di varie case nuove, incluse quelle amazzoniche; P. Pietro Benacchio partecipa al III Capitolo Provinciale a Possagno (TV) e va qualche giorno in famiglia. Viene ad aiutare P. Sergio Vio il P. Silvano Mason, Cavanis da Venezia.
2001
18-27.1.01 – Novena di S. Artema, diretta da P. Pietro Benacchio. Molto bella, con grande partecipazione da parte delle parrocchie invitate, che in buona parte vengono con molta gente portata da pullman. La cosa di anno in anno prende veramente piede.
28.01.01 – Festa di S. Artema, patrono. Si celebra di domenica con il permesso del vescovo. La celebrazione eucaristica principale, alle 11.30, viene presieduta dal Prof. Don Angelo D’Ambrosio, direttore dell’Archivio Diocesano e storiografo, molto devoto del santo. Una bella omelia, molto apprezzata dal popolo, che lo vede volentieri. Un privilegio averlo tra noi. La sera prima c’era stata festa popolare in cortile, con tiro alla fune, corsa con i sacchi, le pignatte e altri giochi popolari, stando gastronomici e altro.
Aprile 2001 – È cominciata dopo le quarant’ore, per iniziativa del parroco e per l’attività preziosa di Rosaria Garzillo (responsabile) e del gruppo dell’Apostolato della Preghiera, l’adorazione permanente in chiesa, nella cappella del SS. mo Sacramento. L’iniziativa ha grande successo e in chiesa ci sono sempre, dall’orario di apertura a quello di chiusura, varie persone che pregano. Grazie a Dio.
Settimana “di passione” – settimana molto pesante per concludere o quasi le benedizioni delle famiglie (3.040) e visitare gli ammalati per la confessione e comunione pasquale.
In aprile, P. Pietro Benacchio parte per Taranto, dove va a passare la settimana santa per prendere contatto più profondamente con la realtà locale. Infatti è stato trasferito, a principio, a Taranto per aprire per conto della Congregazione e della Diocesi quella nuova parrocchia. Rimaniamo soli P. Sergio e io, e ci dovremo abituare in questo senso, purtroppo.
L’8 aprile è una delle famose Domeniche delle Palme a Monterusciello. Ci siamo procurati una quantità immensa di Palme, anche troppe quest’anno. La celebrazione è stata bellissima, col sole (eccezionalmente, in una settimana molto piovosa) e con un’infinità di gente in cortile con le palme, e clero e ministranti sul tetto. Per la prima volta, finalmente, riusciamo a fare la processione in modo organizzato, chiudendo la porta della chiesa e entrando per primi con la processione e il clero, e poi il popolo. La liturgia riesce benissimo. Benedizione delle palme a tutte le messe, salvo il sabato.
Lunedì, martedì e mercoledì della settimana santa. Veglie penitenziali della forania, molto ben riuscite con moltissima gente. Il parroco continua la benedizione delle famiglie. Visite e sacramenti agli ammalati. Mercoledì santo, ore 9 bellissimo precetto pasquale della scuola media Annecchino, col preside e professori. Nonostante i ragazzi venissero direttamente da casa e non irreggimentati da scuola, la chiesa è piena e la messa riesce benissimo. Merito del lavoro di P. Sergio e della Prof.ssa Lucia Alfante (e del preside) con lo “sportello del prete”. Su questo argomento, dello sportello, esce un articolo del parroco sul bollettino diocesano.
12.4.01 – Giovedì santo – La celebrazione riesce benissimo. I dodici apostoli sono rappresentati da 12 ministranti, quest’anno, per la prima volta. Bella la decorazione in fiori bianchi per l’altare della reposizione. Si toglie l’altare mobile e si valorizza il tabernacolo normale con la decorazione. Riesce molto bene anche l’adorazione, presieduta da P. Sergio.
13.4.01 – Venerdì santo – Molta gente alla celebrazione liturgica, che riesce particolarmente bene. Molto lavoro con le confessioni oggi e domani. La gente si sta abituando. Molto lavoro anche perché siamo soltanto in due. Alla sera la Via Crucis alle 21 riesce benissimo, con grande soddisfazione di tutti. Era a livello foraniale, quest’anno celebrata a S. Artema. Moltissima gente: alla fine la chiesa era strapiena, con un’ottantina di giovani delle 4 parrocchie sull’altare attorno alla croce. Questa era la grande croce della Pastorale della gioventù, portata a turno dai giovani delle 4 parrocchie, che non solo la portavano ma si raggruppavano attorno a lei. Testi preparati (a lungo) dal parroco, con molte orazioni litaniche (di carattere impegnato) durante il percorso tra le stazioni, invece del solito rosario o altre preghiere. Il MASCI aveva preparato le stazioni con croci e lampade romane. Moltissime finestre erano adornate con candele e lumini e luci, sicché tutto il quartiere era illuminato a festa, non solo lungo il percorso. Una grande festa della fede, e anche del quartiere.
14.4.01 – Sabato santo – Veglia pasquale con un freddo eccezionale, la gente che si augurava “Buon Natale”! Pioggia. Molta gente ugualmente, sebbene un po’ meno del solito. Qualche confusione nella liturgia. Rimane il problema di una maggiore formazione dei ministranti e di prove immediate e specifiche. Si battezzano due ragazze grandi, catecumene, Michela Castaldi e Laura (con l’acqua del Giordano) che ricevono anche la cresima e ricevono per la prima volta il corpo e il sangue del Signore, preparate dal diacono don Tonino Paone. Michela aveva svolto tutto il percorso catecumenale e i vari passi o fasi previsti dal RICA. Molta commozione.
15.4.01 – Pasqua di risurrezione.
25-28.4.01 – Viaggio-pellegrinaggio a Venezia e Padova con un pullman di 54 parrocchiani, guidati dal parroco. Molto lavoro per preparare. Partenza alle 5, attraversiamo Lazio e Abruzzo con spiegazioni, via Cassino, Avezzano, Pescara. Visita al Santuario della S. Casa a Loreto, messa e pranzo. Tempo splendido, come per tutti i quattro giorni, contro tutte le previsioni. In serata arriviamo a Chioggia e ci ospitiamo nell’albergo Stella d’Italia di Sottomarina a mezza pensione per tre notti. Secondo giorno, in pullman a Venezia, dove affittiamo un grande motoscafo da 54 persone e visitiamo il Canal Grande con spiegazioni. Sbarchiamo a S. Marco, messa nella cappella di S. Teodoro in San Marco, visita alla basilica e dintorni: palazzo ducale e ponte dei sospiri, piazzetta, piazzetta dei leoncini. Passiamo traghetto in gondola alla Salute, percorriamo le Zattere e pranziamo (molto bene, come sempre in questi giorni ma qui particolarmente bene) alla Taverna S. Trovaso. Nel pomeriggio visita all’Istituto Cavanis. P. Natale Sossai, provinciale, ci illustra la chiesa di S. Agnese e ci parla dei Fondatori che poi veneriamo nella cappella del Crocifisso. Visita alla chiesa dei Frari, con trasferimenti sempre a piedi, visitando la città. P. Leopoldo ci offre la visita gratuita della basilica. Visita a casa Leonardi e Spezzamonte, essendo accolti con un generoso buffet, che impressiona molto i partecipanti, dalle due sorelle del parroco. Lo scopo era anche quello di vedere come si vive a Venezia, in un palazzotto gotico sopra un canale. Trasferimento lungo e faticoso al Tronchetto, dove ci imbarchiamo nel pullman e ritorniamo a Chioggia. Cena e visita dell’Istituto Cavanis con le scuole professionali. I partecipanti rimangono molto impressionati per il rinfresco offerto e per le splendide scuole, con i laboratori e le officine. Terzo giorno, affitto una motonave e percorriamo tutta la laguna lungo il litorale, con spiegazioni, girando poi attorno a Venezia e visitando le tre isole di Murano, Burano e Torcello. In serata, visita facoltativa alla città di Chioggia. Quarto giorno, partenza per Padova dove celebriamo la basilica del Santo. P. Giuseppe Ungaro ci illustra la basilica. Pranzo alla Certosa di Firenze e rapida vista di Firenze dal Piazzale Michelangelo. Ritorno in tarda serata a Monterusciello. La gente è rimasta contentissima ed entusiasta. La parrocchia ne ha avuto un giovamento economico, nonostante il prezzo bassissimo. Il giovamento maggiore è però quello pastorale, per l’amicizia che si è creata tra partecipanti e per il tono religioso e culturale del viaggio.
29.4.01 – domenica con Giornata Cavanis per i ragazzi delle medie, molto ben riuscita. P. Pietro, che in questo periodo va e viene tra Pozzuoli e Taranto, parte con un gruppo di giovani della parrocchia per partecipare all’incontro degli Animatori Cavanis a Corsico (MI).
1° maggio 2001 – Festa del Lavoro e inizio del mese di maggio. Alla mattina, pellegrinaggio a piedi al santuario della Piccola Lourdes di Pianura (14.5 km), come tutti gli anni. Alla sera comincia la pratica del mese di maggio, con rosario solenne alle 18, catechesi per adulti alle 18.30 (tenuta dal parroco come al solito, quest’anno sull’ecumenismo, corso molto faticoso da preparare) e messa alle 18.45. In serata, festa della GIOC in teatro, molto ben riuscita.
Il 24 maggio alle 10 una sparatoria a cento metri dalla chiesa di S. Artema, attorno al fabbricato 23 dei seicento alloggi, tra un nostro parrocchiano, che aveva tempo fa occupato la sede del MASCI, e i carabinieri. Il nostro scappando dalla sparatoria si dirigeva poi alle rovine dell’Asilo dietro casa sua e poi alla scuola Diaz tra lo spavento dei bambini, dei docenti e dei genitori presenti. Qui c’era anche P. Sergio Vio, nel suo “sportello del prete”, che rimase abbastanza impressionato. Non so poi ancora come si siano concluse le cose.
13.7.01 – Il parroco viene incaricato dal Vescovo a organizzare e dirigere il Convegno di formazione diocesano del settembre 2001, per laici e preti. Grande onore, ma ci lavorerà tutte le vacanze, per due mesi buoni.
11.8.2001 – Il parroco finalmente riesce a visitare il Rione Terra, chiuso e invisitabile da decenni, infilandosi abusivamente nel cassone di un camion di materiale edilizio; a pregare S. Procolo per i parrocchiani tra le rovine della Cattedrale, e tra l’altro a visitare il vico S. Artema.
A fine agosto giunge la notizia dal Provinciale che P. Pietro Benacchio andrà poi alla nostra comunità di Roma e che non riceveremo nessuno in cambio. D’ora in poi la parrocchia Cavanis di Pozzuoli avrà solo due religiosi, come del resto era stato l’impegno iniziale per convenzione.
PELLEGRINAGGIO A FATIMA – 24.8.01
La cosa più emozionante sembrava il decollo dall’aeroporto di Napoli-Capodichino con l’A320 della compagnia Eurofly del gruppo Alitalia. La paura era così grande, che i 37 Monterusciellesi, quasi tutti viaggiatori di primo volo come i loro compagni di viaggio, applaudirono tre volte il comandante, il cui ego deve essere andato alle stelle.
Volo ottimo, sorvolando la Sardegna, le Baleari, la Spagna, e in tre ore, atterraggio a Lisbona: era l’inizio del pellegrinaggio della parrocchia di S. Àrtema a Fatima, dal 24 al 28 agosto. A Lisbona ci attendeva un autobus con una guida logistica dell’ottima Opera Napoletana Pellegrinaggi, mentre la guida spirituale era già con noi, ed era il nostro parroco, P. Giuseppe Leonardi.
Traversando da sud a nord l’Estremadura, alla prima fermata visitammo il pittoresco borgo medievale fortificato di Óbidos, celebrandovi l’eucaristia nella chiesa di S. Maria. Arrivati a Fatima, ci ospitammo nell’hotel Pax, dei Missionari della Consolata, a due passi dal Santuario.
Dopo il caldo degli ultimi tre mesi a Pozzuoli, un caldo umido, insistente, impietoso, mai alleviato da pioggia o temporali né da brezze notturne, ci sembrò un balsamo la brezza fresca della sera sull’altopiano di Fatima quando, sistemate le nostre cose e consumata una cena leggera, ci recammo a gruppetti per una prima visita alla Madonna nel grande piazzale del Santuario, quasi deserto a quell’ora, e per un momento di deliziosa preghiera davanti alla cappellina delle apparizioni. Comprendemmo subito che l’emozione più grande non era stata quella del decollo da Napoli, ma quella di respirare quell’aria mistica, costruita da generazioni di devoti ma principalmente dalla presenza misteriosa della grande Madre di Dio.
Ognuno dei pellegrini potrebbe raccontare le sue impressioni personali e le sue emozioni, e mettere in risalto il momento alto del suo pellegrinaggio. Io mi sono entusiasmato particolarmente la prima mattina: la Via Crucis con gli altri due gruppi campani ci portò a camminare in preghiera lungo un sentiero che attraversa la charneca, cioè l’altopiano secco coperto da pascoli pietrosi pieni di cardi e da macchie di eriche, mirto, pistacchi selvatici, elci e pini, tante volte attraversato dai tre pastorelli con le loro pecore. Sembrava di vedere Giacinta arrivare di corsa quando nell’improvvisa quarta apparizione fu chiamata da Lucia, oppure vedere Francesco seduto su una pietra a suonare lo zufolo.
Seguì la visita devota delle vicine località che videro le apparizioni dell’angelo e, appunto, la quarta apparizione di Maria santissima; la visita al villaggio di Ajustrel con le piccole case della famiglia di Lucia dos Santos e di quella di Francesco e Giacinta Marto. Un’ondata di sentimenti mi assalì: l’impressione di estrema semplicità e modestia, la scoperta ancora una volta che Dio predilige i piccoli; l’idea di vicinanza improvvisa di persone lontane, quasi leggendarie, di cui avevo sentito narrare dalla mamma fin da bambino; l’odore dell’infanzia; il senso del sacro; il tutto però temperato dall’impressione dell’artificiosità dei recenti restauri e dalla strana presenza di un vecchietto e rispettivamente una vecchietta (sembravano quasi impagliati, con tutto il rispetto!), seduti nelle rispettive cucine, che dicevano in italiano, opportunamente istruiti sulla lingua dei visitatori: “Nipote di Francesco!” oppure: “Nipote di Lucia!”. Un vero anticlimax.
A Ajustrel, come dappertutto a Fatima, tutti parlano in italiano, tutti ricevono lire italiane e addirittura, se si paga in escudos, si riceveva il cambio in lire. Non altrettanto fuori Fatima: la maggioranza dei nostri pellegrini a Lisbona e altrove non riuscì a fare compere dei soliti souvenir e neanche a muoversi, nelle nostre brevi visite soprattutto serali, per non aver cambiato a tempo le lire in escudos. È l’ultimo viaggio in cui avremo questi problemi in Europa: l’Euro è ormai in arrivo. Tanta italianità di Fatima dipende da due fattori: da un lato, la grande maggioranza di pellegrini (se si escludono i locali) è composta da italiani, soprattutto del meridione; poi i commercianti ci guadagnano sul cambio. Ma il santuario non dà l’impressione del commercio, molto meno di tanti altri santuari anche nostrani.
Altri momenti forti del pellegrinaggio sono stati la veglia penitenziale con le confessioni individuali, che realizzammo sotto il colonnato sinistro, vicino alla basilica, sotto un sole implacabile; la messa della riconciliazione, presieduta da P. Leonardi, nella casa russa dalla cupola a cipolla della “Domus pacis”; il rosario internazionale, in cui tutti rispondono nella propria lingua alla prima metà della preghiera iniziata da un rappresentante dei vari popoli presenti: sembrava di essere a Gerusalemme il giorno della Pentecoste, senza avere l’impressione della Babele. E ancora, la messa internazionale, e le bellissime fiaccolate notturne. Particolarmente bella la messa dei nostri gruppi campani, con l’aggiunta di alcuni gruppi romani, alla cappellina delle apparizioni.
Un pomeriggio fu dedicato alla visita di due splendidi monasteri medievali, ad Alcobaça e a Batalha, che fornirono anche la possibilità di tessere considerazioni, oltre che sulla romantica e triste fine di Dona Inés de Castro, sepolta nella prima chiesa, anche, in modo più impegnato, sulle vicende della cristianità medievale di Portogallo, con la riconquista del paese e la cacciata dei mori musulmani, come pure la perenne lotta del Portogallo per la sua indipendenza dalla Spagna, paese fratello e spesso nemico. Il viaggio ci permise anche di ammirare e “toccare” l’oceano Atlantico dalla spiaggia di Nazaré; senza l’Atlantico non si può capire il Portogallo, questo grande paese di navigatori. Qui alcuni del gruppo si fecero un bel bagno, completamente vestiti, non avendo ascoltato l’avviso del parroco: al margine dell’oceano dopo sei onde normali arriva una settima “superonda”, come una mazzata.
Alcuni altri episodi hanno arricchito il viaggio e la permanenza: la dieta di patate, in tutte le ricette e in tutte le salse, a volte accompagnata da un ottimo baccalà, che sembra molto diffusa in Portogallo; la periodica ricerca delle pecorelle disperse che a volte faceva impazzire P. Leonardi, specie quando c’erano bancarelle di ricordi nei dintorni; la fuga dello stesso P. Leonardi che una mattina sparì improvvisamente, lasciando il gruppo alle cure pastorali di P. Pietro Benacchio; si sussurrò poi che avesse scambiato il suo gregge per un gregge di…dinosauri sauropodi di un parco naturale vicino (a 10 km da Fatima), dove quegli animali giganteschi avevano lasciato nel Giurassico superiore abbondanti tracce dei loro piedi; la passeggiata notturna di vari chilometri per Lisbona addormentata da parte di un gruppo di dieci disperati che non era riuscito a mettere insieme le monetine di taglio giusto per azionare le macchinette automatiche dei biglietti del metro; il gruppo di pie signore che assieme al parroco fu quasi acchiappato dalla polizia mentre, in tarda serata e al buio, stava brucando sugli alberi di elce (o leccio) nei dintorni della basilica. In realtà stavano cercando di procurarsi qualche rametto dell’albero di Quercus ilex (su un esemplare del quale era apparsa Maria Santissima alla Cova de Iría nel lontano 1917), per donarli agli amici in parrocchia come ricordo, dopo averli adornati con un nastrino azzurro. Passa un bambino coreano o giapponese e dice in portoghese: “Ma cosa fate mai?”; passa una vettura della polizia e butta un’occhiata sospettosa. In ogni caso, missione compiuta. Insomma, un pellegrinaggio molto devoto ma anche divertente, che univa il gruppo costruendo una comunità, un pellegrinaggio in cui si sentiva molto spesso il gruppo cantare gioiosamente. Fenomeno raro, sull’autobus durante i trasferimenti il canto di “Maruzzella, Maruzzella”, “O sole mio” e “Funicolì, Funicolà” era stato sostituito da frequenti laude mariane.
Il pellegrinaggio comprese anche un pomeriggio di visita alla bella città di Lisbona, specialmente della Torre di Belém (=Betlemme), del convento e della chiesa dei Jerônimos, assolutamente splendida, e del bel monumento ai navigatori portoghesi. Prima della partenza, celebrammo con molto piacere l’eucaristia nella chiesa di S. Antonio, costruita sopra ciò che resta della sua casa natale. Un felice viaggio di ritorno con una comunità ormai veterana di viaggi aerei concluse in bellezza il nostro pellegrinaggio.
A metà settembre si svolge in curia diocesana l’Incontro diocesano di aggiornamento, per clero e laici, tenuto dal parroco di S. Artema, dopo un lungo periodo di preparazione che ha occupato tutto il tempo libero – si fa per dire – dell’estate. Vedi gli Atti sulla rivista diocesana Proculus. Il convegno aveva lo scopo di fare il punto sulla visita pastorale recentemente conclusa (con l’esame e lo studio anche di carattere statistico di tutto il materiale da parte di P. Leonardi) e di preparare l’inizio del Sinodo diocesano.
Alla fine dello stesso mese, P. Pietro Benacchio si accomiata e viene trasferito alla comunità Cavanis di Roma. Il parroco assume la pastorale della gioventù al completo, comprese due o tre serate in oratorio con i ragazzi; e quindi deve lasciare diversi gruppi di adulti, o seguirli in qualche modo.
13.10.01 – Giornata Cavanis. Si prega per la pace nel mondo, dopo il grave attentato dell’11 settembre, e il clima è alquanto inquieto.
20.10.01 – Muore oggi tragicamente in incidente stradale Rita Giugliano, cooperatrice della parrocchia nel coro dei bambini e candidata a catechista. Lascia i due bambini (commoventi per educazione e dolcezza) Federica di 4 anni e Antonio di 7, che aveva cominciato il catechismo; tutti e due del coro bambini. L’incidente è avvenuto alle ore 15.35 sulla via Monterusciello. Sono arrivato mentre stava morendo sulla strada e le ho dato l’assoluzione, rimanendo poi un lungo pomeriggio a pregare vicino a lei, con un folto gruppo di parrocchiani, finché il magistrato ha permesso la rimozione. Siamo tutti scossi. Ricordo il momento in cui ho alzato il lenzuolo e ho capito che era lei…
18.12.01 – P. Sergio Vio deve partire e ricoverarsi in ospedale per un grave problema alla prostata. Purtroppo sembra che i medici locali non abbiano saputo accorgersene a tempo. Speriamo bene. Intanto il parroco rimane solo a Natale. Il 22 dicembre, alle 10, celebra in anticipo la festa di Natale in chiesa per i ragazzi della scuola media Diaz, molto ben riuscita. I ragazzi portano anche una targa per P. Sergio che, essendo assente per malattia, contattiamo per telefonino direttamente dalla chiesa, facendogli ascoltare i battimani e i canti.
2002
Il primo giorno dell’anno, celebrazione della solennità della S. Madre di Dio, con molto affetto e molto spirito di comunità parrocchiale, anche più del solito. Si sta crescendo.
Si scopre che un ladro munito di tronchese ha tagliato la catena di acciaio e ha portato via la cassetta delle offerte del Presepio.
Pazienza. Nel 2001 i moribondi che hanno ricevuto i sacramenti prima di morire sono 26 su 44, il 59%; meglio del 2000, in cui li aveva ricevuti solo il 54%.
In questo periodo il parroco si sobbarca a un grande lavoro per il cambiamento delle lire in euro; bisogna contare gli spicci in ambedue le valute, prepararli a parte e così via. Un giorno ne porta 40 kg (!) alla banca per depositarli, dato che da tempo nessun negozio accettava più spicci metallici in lire.
Il parroco in questi giorni, essendo solo, dedica quasi tutto il tempo fuori delle celebrazioni liturgiche per portare i sacramenti e fare gli auguri a una novantina di malati e anziani. Ci sono i ministri dell’Eucaristia, ma è bene fare gli auguri di Natale e capodanno personalmente.
Si è aggiunto a noi in parrocchia, come vice parroco, il caro P. Luigi Bellin, Cavanis, di Grigno (TN), della comunità Cavanis di Roma. Grazie a Dio! E ai superiori.
15.1.2002– il parroco viene intervistato, in una prima fase, dal giornalista Alberto Laggia della rivista cattolica “Jesus” e della Famiglia Cristiana, per un articolo su Jesus, nell’ambito della serie su pastorali estreme o di confine.
22.1.2002 – viene operato P. Sergio, che si trova ora in ospedale a Pordenone dove abitano due fratelli con le loro famiglie. La gente della parrocchia e del quartiere segue con estremo interesse e con molto affetto le fasi della sua malattia.
27.1.2 – Solennità di S. Artema, dopo un’interessante e ben riuscita novena. Durante la mattinata le messe si realizzano abbastanza semplici, perché la festa solenne è alla sera. Alla messa delle undici viene in visita (graditissima) l’architetto Corrado Beguineau, che ha realizzato il progetto del nostro complesso parrocchiale. Insieme, dopo la Messa in cui lo presento al popolo, visitiamo tutti gli ambienti e anche il tetto, in modo molto simpatico.
La sera alle 18.30, messa festiva presieduta dal vescovo, con il vicario generale e altri sacerdoti e molta gente: la chiesa è piena come a Pasqua. Si celebra, oltre che S. Artema, anche la giornata diocesana per la pace. Dopo la messa, recital di don Paolo Auricchio e Gengioia di Monte di Procida “Canzoni per la pace”. Grande successo!
8.2.2002 – La malattia di P. Sergio si complica un po’. L’operazione è stata più seria del previsto e il recupero è lento e combattuto.
Seconda fase dell’intervista per Jesus, questa volta in parrocchia qui a Monterusciello.
15.2.2002 – P. Sergio arriva quasi a morte. Dolori terribili, gonfiore. Lo operano di emergenza di notte perché con la TAC si accorgono di un ematoma al ventre lato destro: avevano suturato male un’arteriola nella prima operazione. Parto come un pazzo, dopo aver prenotato con difficoltà un posto su un aereo strapieno e vado a Pordenone, temendo di non vederlo più. In realtà poi l’operazione riesce bene, ma il recupero questa volta sarà estremamente lento. Ritorno in parrocchia il sabato sera, stanchissimo.
Febbraio-marzo: le vie crucis anche nel 2002 si tengono per le vie del quartiere e all’interno dei parchi: la prima partendo dal prato che si trova al centro del rione dell’Ex-rione Terra e scendendo per tutte le scale esterne dei 174 Alloggi.
22.3.2002 – Alla sera, 17.45, arriva a Capodichino P. Sergio Vio, dopo più tre mesi di malattia. È magro e pallido, ma credo che stare qui in parrocchia lo aiuterà a guarire e a rimettersi del tutto, a patto di prendere le cose con calma!
Alla sera, Via crucis piuttosto lunga, con testi speciali, che si svolge nelle “rovine” del Centro commerciale; si toccano i problemi del quartiere.
24.3.2002 – Domenica delle palme. Neve durante la benedizione! Sul tetto abbiamo dovuto fare in fretta e poi scappare. Moltissima gente e molto entusiasmo. La distribuzione delle palme più efficiente (e con buon risultato) del solito.
29.3.2002 – Venerdì santo. Confessioni tutto il giorno. La grande celebrazione liturgica riesce molto bene. La via crucis di forania, partendo dalla Torre S. Chiara e arrivando alla chiesa di S. Maria degli Angeli e S. Chiara è stata molto bella, anche se lunga e faticosa. I giovani delle 4 parrocchie insieme portavano una grande croce, della Pastorale della gioventù; altri portavano 10 croci grezze più piccole, rappresentanti i 10 martiri del martirologio puteolano. Molti edifici erano illuminati con candele e lumini. Il legame tra le tre parrocchie di Monterusciello si stringe sempre di più.
30.3.2002 – La veglia pasquale non viene organizzata molto bene e riesce piuttosto confusa, come non si era mai vista. Il Diacono tra l’altro sbaglia solennemente e a fondo l’Exultet, lasciando il presidente della celebrazione e il coro in situazione difficile. Non si sapeva più da dove riattaccarsi! Pazienza. Ma l’anno prossimo bisogna organizzare molto meglio. L’unico bambino iscritto per il battesimo non compare. La gioia della risurrezione è stata grande ugualmente e la gente numerosissima.
31.3.2002 – Domenica di Risurrezione. Il parroco crolla per la stanchezza dopo la prima messa e deve mettersi a letto.
11.4.2002 – Giovedì di normale distribuzione alimenti della Caritas. Si presenta una donna impazzita, che percuote sulla guancia, l’orecchio e gli occhiali la volontaria Elsa Mirabella. Non si capisce o non si accetta il motivo. Poco a poco scende tutta la famiglia, che è una famiglia di 5 fratelli tutti pregiudicati, che abbiamo sempre aiutato molto, ma che ci hanno sempre dato problemi; volano parole forti, minacce di morte, calunnie, si arriva quasi all’attacco fisico. Il parroco è rimasto solo con due o tre volontarie a sostenere l’assalto. Ruggero Testa, responsabile della Caritas, era andato in ospedale ad accompagnare Elsa, e gli altri si erano defilati. In parrocchia c’erano al momento otto riunioni, ma tutti erano spariti impauriti dalle alte grida; ragazzoni forzuti si erano nascosti dietro gli armadi e sotto i tavoli. Incredibile. In tarda serata, alle 23, dopo le minacce di morte, il parroco attraversa nel buio da solo tutti i 600 alloggi, per far vedere che non si lascia intimidire. La cosa si è risaputa.
18.4.2002 – Dopo lunghe e sofferte discussioni, dibattiti, e consultazioni a livello diocesano, si decide per la linea che sembra la più evangelica, cioè di continuare come se niente fosse, con umiltà e pazienza nel servizio ai poveri nella Caritas parrocchiale; mentre si era prospettata l’idea di chiudere per un mese o due la distribuzione di alimentari e quant’altro a tutti gli assistiti, per lasciar chiaro che con la “camórra” (cioè con la violenza) non si ottiene nulla e che la distribuzione non è un diritto; anche a scopo di difendere i volontari. Il parroco poi ha visitato la famiglia interessata (una visita non facile), si è incontrato amichevolmente con loro, ne ha ottenuto spontaneamente le scuse e ci si lascia in amicizia.
28.4.2002 – Domenica. L’AVIS raccoglie sangue. Giornata Cavanis per le medie. Circa 200 ragazzi. Riesce tutto molto bene e alle 11 si piantano sopra l’emiciclo verde due piante di Araucaria angustifoglia, del Brasile, con la presenza dei ragazzi e di molta gente, dentro del programma del bicentenario dell’Istituto Cavanis, a ricordo dei due Fondatori PP. Antonio e Marco Cavanis.
23.5.2 – Riunione con membri del coordinamento nazionale della GiOC, da Torino, in parrocchia, per vedere di salvare il gruppo della vicina parrocchia di S. Paolo e anche il nostro. Ma non ci si riuscirà.
17.6.02 – P. Sergio Vio comincia la cura di radioterapia all’ospedale Pascale di Napoli. Saranno sei settimane, e bisogna che lo conduca là in macchina tutti i giorni per la terapia alle 12.50. Ciò complica molto la sua vita, e anche un po’ quella della parrocchia e del parroco che lo porta personalmente. È un problema serio e P. Sergio non migliora più, anzi lo si vede diverso e più smunto e stanco. Che il Signore lo aiuti!
19.6.02 – Cominciano anche quest’anno le messe rionali, cioè nelle piazzette e giardini delle zone popolari e quelle più lontane di confine, celebrate dal parroco, col permesso rinnovato dal vescovo. Buon risultato. Qualche critica da parte di parroci vicini e del nostro diacono, che non capiscono la situazione di missione della zona. Dureranno tutti i giorni, dalle 18 alle 19.40 fino al 4 luglio.
Si è celebrato principalmente nei rioni popolari, 600 Alloggi e 174 Alloggi, da dove la gente viene poco in chiesa; e nelle zone più lontane, di confine con altre parrocchie, come a Monte S. Angelo, Monte Russo, la Schiana (sia strutture che Villette), Arco Felice Vecchio, Coste di Cuma. Si veda il calendario. Si è celebrato in piazzette e giardini, piazzali e vie, su tavolini traballanti, con tutti i bambini (a volte veri scugnizzetti/e) intorno all’altare e tutta la gente seduta su un assortimento di sedie diverse, su gradini e muretti. Si è arrivati a gruppi di 60-70 persone, oltre a quelli che assistevano dalle finestre, principalmente vecchi e malati che erano molto commossi. All’Arco Felice vecchio c’è stato un temporale improvviso, la strada era diventata un torrente e abbiamo dovuto precipitarci con l’altare e tutto in una casa vicina, di una famiglia compiacente; un’altra volta, nello spiazzale tra i fabbricati 30-33 dei 600 Alloggi, una tempesta di vento ci ha fatto volare tutto quello che c’era sull’altare, tranne le ostie che erano al sicuro nella pisside, a terra. C’era una grande pozzanghera attorno all’altare, che poi ho capito dipendere dai successivi vasi di fiori che erano stati messi sull’altare e intorno ad esso prima che io arrivassi e si erano rovesciati versando l’acqua. Anche l’altare era tutto bagnato. Ci siamo rifugiati in una cantina vicina, e ho ricordato alla gente che la parrocchia è cominciata celebrando l’eucaristia, nei primi anni, proprio in un garage lì vicino. Con tutto ciò, spesso si creava un clima mistico, di profonda fede e di gioia, e in qualche modo un clima romantico che mi ricordava delle messe nelle cappelle del Brasile, dell’Africa e dell’Ecuador. L’ultimo giorno, in cui la celebrazione è riuscita pure bene, ero un po’ perplesso perché il vangelo, di quel giorno o del giorno prima, riportava la frase del Signore sul non dare le perle ai cani, e c’è sempre la perplessità di vedere i lini sacri cadere a terra per il vento o la sofferenza di vedere qualche passante o qualche persona alla finestra che non partecipa alla celebrazione. È vero che c’è il pericolo della profanazione, ma il Signore stesso, istituendo l’eucaristia, si è messo in situazione di fragilità e di debolezza, come del resto nella sua vita mortale. E lui stesso si rendeva presente e predicava non in un edificio, con l’eccezione dei porticati del tempio e di qualche casa e sinagoga, ma per le piazze e le strade, rischiando e ricevendo spesso contraddizioni e offese. Che non ci sono state nel nostro caso.
30.6.02 – Con la presenza del Vescovo, del Preposito generale, del Vicario generale, del Superiore provinciale, abbiamo realizzato la celebrazione principale del bicentenario dell’Istituto qui a Pozzuoli, in occasione dell’ordinazione diaconale del caro seminarista Cavanis don Ciro Lucignano di Castellammare di Stabia.
25.8.2002 – Viene a Pozzuoli il giornalista Alberto Laggia per un articolo sul Rione Terra e i nuovi percorsi archeologici per la rivista Famiglia Cristiana; viene accompagnato nei vari impegni dal parroco.
1-5.9.2002 – Capitolo Provinciale della Provincia italiana dell’Istituto Cavanis. Partecipano, di Pozzuoli, i PP. Luigi Bellin (capitolare) e P. Giuseppe Leonardi (esperto invitato). Quest’ultimo viene eletto Vicario Provinciale, il che lo porterà a doversi recare ogni due mesi circa a Venezia per riunioni del Consiglio provinciale.
1.9.2002 – inizia la campagna di iscrizioni al catechismo e alle altre catechesi. Iniziano piano piano tutte le attività e le riunioni di gruppi e settori. Il parroco ha preparato una nuova programmazione della vita parrocchiale, mese per mese e giorno per giorno in varie colonne, quod vide. La pastorale della Gioventù viene assunta quest’anno da P. Luigi Bellin, prezioso collaboratore; il parroco assume di nuovo i gruppi di adulti, che nell’anno precedente erano stati affidati al diacono Paone.
29.9.2002 – Domenica. Lettura e commento a tutte le messe, da parte del parroco, della quarta bozza del Piano Pastorale parrocchiale, approvata a giugno dal CPP.
30.9.2002 – Assemblea del Banco Alimentare di Caserta. Ci vanno il parroco e Ruggiero Testa, che tra l’altro prendono le difese del Banco contro critiche (ingiuste o mal informate) di rappresentanti di opere puteolane.
1.10.2002 – Prima riunione del CPP, per l’organizzazione dell’assemblea parrocchiale per l’approvazione del Piano Pastorale parrocchiale e per la votazione sulla programmazione annuale.
7.10.2002 – Il parroco inizia il lavoro sistematico, che occuperà mesi, di riunire in gruppi di preghiera e di azione i referenti, parco per parco; e comincia oggi con i referenti del parco Fausta. Impegnativo il lavoro preliminare di visitare a casa i referenti di scala o di palazzo uno per uno.
12-13.10.2002 – A tutte le messe domenicali, assemblea parrocchiale per la votazione del Piano Pastorale. La cosa era stata preparata con molta organizzazione ed è riuscita molto bene. I risultati saranno riportati in seguito, finita la votazione che può essere realizzata anche durante la settimana successiva, e realizzati i conteggi e la tabulazione. Il numero di votanti è stato molto inferiore a quello dei presenti, circa un terzo; ma è stato interessante che tutti abbiano saputo in parrocchia del Piano Pastorale e dell’assemblea; e che tutti i partecipanti alle messe domenicali ne abbiano ricevuta copia e conosciuto il contenuto. È una cosa nuova, che fa parte di un processo di coinvolgimento nella corresponsabilità.
5.11.2002 – Inizia finalmente, sotto la guida del parroco e di Maria Rosaria Marzano, la catechesi settimanale per i genitori dei bambini della prima comunione. Conta anche con gli insegnanti Bartolomeo Pugliese, Maria Lubrano, Adriana Romano.
25.11.2002 – prosegue bene il lavoro di riunire e organizzare i referenti della parrocchia, parco per parco, da parte del parroco e di Maria Garzillo, responsabile di questo programma. Non è un lavoro facile e ci sono varie difficoltà, soprattutto la tendenza di trasformare i gruppi, invece che in gruppi fondati sull’ascolto della parola di Dio, in gruppi “della Madonnina” o addirittura, in un caso, in gruppo di preghiera di P. Pio. Tendenza popolare molto forte ed è una lotta. Ma ne vale la pena.
In questi giorni si celebra la novena di Natale; il parroco visita e porta i sacramenti a tutto il centinaio di anziani e malati di solito assistiti dai ministri della comunione.
19-23.12.2002 – Veglie penitenziali di forania nelle nostre quattro parrocchie, con tutto il clero; molto ben riuscite.
20.12.2002 – Al pomeriggio, festa natalizia in chiesa dei bambini della prima comunione.
21.12.2002 – Gli assistiti della Caritas con il responsabile della Caritas e il parroco partecipano a un pranzo di beneficenza organizzato dall’Omnitel, ACLI e altre organizzazioni per i poveri della città presso la sede dell’Olivetti. Tutto va benissimo in un clima ottimo fino alla fine, quando succede un litigio e peggio per i regali ai bambini, come al solito; si arriva ad estrarre pistole (non di giocattolo!). Il parroco si incontra lungamente con il sindaco.
24-25.12.2002 – Messa di mezzanotte frequentatissima. Il parroco svolge il tema della sintesi degli anni precedenti, ormai in numero biblico di sette, battendo sui temi principali. Si veda il testo dell’omelia. Il giorno del Natale si svolge nella serenità e nella gioia.
2003
12.1.2003 – Si svolge nella nostra parrocchia, in teatro, dalle 16 alle 20.30, il Miniconvegno foraniale sul Sinodo diocesano, per trasmettere i contenuti del convegno di aggiornamento pastorale della diocesi nel settembre scorso. Oratori Mons. Luigi Saccone e don Gennaro Matino. Riesce molto bene, ma manca del tutto la parrocchia di S. Massimo a Licola e sono pochi i presenti di quella di S. Paolo, come pure parecchi preti.
3.02.3 – Il parroco tiene una riunione, da tempo desiderata, per gli assistiti Caritas: si veda in archivio il testo. In sunto, si dice loro che non abbiamo nessun dovere di dare loro niente e che essi non hanno alcun diritto. Si spiega lo status sia loro (di assistiti) sia dei volontari (che non ricevono emolumento e né si servono degli alimenti e altro che distribuiscono); si lamenta che i volontari ricevano minacce e a volte percosse; e così via. Non tutti sono presenti e, a chi non c’era, nel mese corrente non si dà la “spesa”. L’iniziativa mostrerà qualche risultato positivo.
27.03.03 – La questua speciale per allargare le finestre della chiesa e delle sale del catechismo ha dato a tutt’oggi la somma di € 3.680,00. Molto in sé, poco per i lavori da fare, soprattutto perché la pesante situazione economica della parrocchia, soprattutto le spese di personale, ci mangia tutto il denaro presente, compresa questa questua, prima di spenderla per il motivo proposto. In ogni caso, si è riusciti a rinnovare del tutto gli infissi delle aule catechistiche, e si aprono varie finestre in chiesa. Si respirerà quest’estate!
30.03.2003 – Giornata Cavanis medie, molto ben riuscita. Contemporaneamente, ritiro di conclusione del Corso prematrimoniale ad Apice – Bn, con l’equipe di coppie animatrici (bravissimi) e P. Giuseppe. Giornata di fuoco, anche per l’assenza di P. Luigi.
30.3.2003 – P. Luigi purtroppo è ammalato, e comincia qui un periodo di lunghe febbri intermittenti e di periodi a letto e periodi all’ospedale di Roma. Si capisce che il padre è di salute cagionevole e che non può essere sottoposto a orari faticosi di lavoro, né può essere esposto a fatiche straordinarie né al pericolo di infezioni, influenze ecc.
4.4.2003 – Da qualche settimana, il venerdì sera il parroco fa catechesi in inglese all’americano (NATO) Thomas Elliott, che ha chiesto di ottenere il battesimo.
13.4.2003 – Domenica delle Palme. Riesce benissimo la celebrazione principale, presieduta da P. Luigi Bellin. Un’infinità di gente, come mai visto, nello spiazzale della chiesa, ma poi si riempie anche la chiesa come mai visto. Un successo anche la liturgia della processione e benedizione la distribuzione delle palme, la raccolta di fondi con la questua e la vendita delle bustine delle palme e le offerte per le palme sciolte.
15.4.2003 – Via Crucis dei bambini in chiesa alle 16. Molto bella.
17-20.4.2003. Bellissime le celebrazioni del Triduo Sacro e della Pasqua di risurrezione. Molta gente nel triduo, specie la veglia pasquale. Mai vista tanta gente. Interessante e molto bello anche il clima di famiglia che cresce sempre di più, il calore umano, l’affetto. Le funzioni del giovedì e venerdì sono presiedute dal P. Luigi Bellin; le altre dal parroco.
21.4.2003 – Nel lunedì dell’Angelo il parroco, in libertà, va a mangiare “minestre maritate” alla masseria dei Capasso alla Conocchiella; dopo pranzo approfitta per andare a studiare i confini della parrocchia con quella di S. Michele di Toiano, nella zona adiacente alla masseria, andando a piedi fino a Toiano e poi fino alle coste di S. Angelo.
26.4.2003 – Si concludono le benedizioni delle famiglie, che quest’anno si sono realizzate in modo quanto mai complete. Sono state rese più complicate dalla necessità di commentare il Sinodo diocesano e di applicare il questionario del vescovo. La cosa riesce bene, anche se molto faticosa. Il parroco personalmente visita 1550 famiglie; con l’aiuto prezioso di Giulio Compagnone, di Federico Matrusciano, di Tonino Di Bonito e di altri.
Dal punto di vista pastorale le visite a tutte le famiglie sono assolutamente preziose, a patto che siano fatte come vere visite, con catechesi, preghiera, incontro personale.
Dal punto di vista economico le offerte, particolarmente generose quest’anno, assieme alle questue della settimana santa e alle offerte per le palme e l’acqua benedetta, hanno aiutato a sollevare la situazione economica della parrocchia, pesantissima, schiacciata dai compensi del personale.
4.5.2003 – Giornata Cavanis delle medie. Ottima! Il parroco dà un premio agli animatori/-trici, veramente preziosi. P. Sergio è magnifico in queste giornate e si prodiga fino a consumarsi. P. Luigi nel frattempo (sabato e domenica) con il Dr. Giuseppe Sarnataro realizza un ritiro pasquale per i giovani del Volontariato, che riesce molto bene.
14.5.2003 – Iniziano anche quest’anno i ritiri per i bambini di prima comunione! Nel frattempo si sono chiusi ieri i corsi di catechismo per i bambini del primo anno, e anche il doposcuola.
5.6.2003 – come tutti i giovedì per sei settimane, ritiro dei bambini della prima comunione, con confessioni, prove, confessioni dei genitori, confezione dei panini azzimi da parte dei bambini stessi, grazie alla “maestra-fornaia” Lina D’Angiolella.
7.6.2003 – Veglia di Pentecoste in cattedrale, cui partecipiamo tutti tre i preti. Caldo da morire e molto lungo. Il Vescovo indice il Sinodo diocesano. Alla fine della celebrazione il vescovo consegna personalmente e nominalmente una Bibbia ai partecipanti della prima scuola per operatori sinodali. Della nostra parrocchia, a Francesca Russo, Pasquale Patricelli, Lucia Alfante, Maria Garzillo.
10.6.2003 – Riunione di conclusione con i due responsabili del Centro di Ascolto per giovani e famiglie con problemi di Tossicodipendenza, Vincenzo Irsetto e Antonio Barile, che hanno svolto durante quest’anno un prezioso e paziente lavoro di accoglienza e di ascolto.
24-26.6.2003 – Consiglio Provinciale della provincia italiana dei PP. Cavanis a Roma. P. Leonardi apprende definitivamente (cosa che gli era stata annunciata a Natale o prima) che dovrà lasciare la parrocchia a settembre (tecnicamente il 25 agosto, festa di S. Giuseppe Calasanzio, nostro patrono), per trasferirsi a Venezia presso la comunità Cavanis di là, per assumere meglio il suo incarico di vicario provinciale; ma anche di rettore (superiore religioso) di quella comunità. Non ne è entusiasta, né di lasciare Monterusciello, né di andare a Venezia, in casa madre, anziché in missione. Ma farà l’obbedienza come il solito.
26.6.2003 – Dedicazione della cattedrale di S. Paolo e decennale della presenza del vescovo nella nostra diocesi. Vi partecipano i PP. Sergio Vio e Luigi Bellin, con numerosi parrocchiani.
2.7.2003 – Il parroco proferisce una conferenza ai capitolari del 45° Capitolo generale delle Scuole Pie, a Roma.
27.7.2003 – Arriva la nomina di P. Leonardi come rettore di Venezia, e comunque per risiedere a Venezia e lasciare Pozzuoli; e la nomina di P. Luigi Bellin come rettore della comunità Cavanis di Pozzuoli e la sua presentazione come parroco di S. Artema al vescovo.
1.9.2003 – In questa data diviene formalmente parroco P. Luigi Bellin, dei PP. Cavanis, già viceparroco dal gennaio 2002. A suo tempo il vescovo gli darà formalmente possesso. Auguri!!
Il parroco uscente P. Giuseppe Leonardi va a Venezia il 1° ottobre 2003, per cominciare lì la sua nuova attività, come vicario provinciale, rettore di quella comunità religiosa e insegnante di religione nei nostri licei. Dopo essersi presentato alla comunità e alla scuola, e dopo le elezioni di un vicario e dell’economo e di altre cariche, ritorna a Pozzuoli il 6 settembre 2003 per eseguire il passaggio, salutare e traslocare.
In questo periodo P. Sergio Vio, che l’anno scorso era stato tanto malato, sta sempre meglio e lo si vede particolarmente attivo e vivace in questo periodo, con l’inizio della campagna per le iscrizioni al catechismo. Deo gratis!
28.9.2003 – P. Giuseppe Leonardi si accomiata dalla parrocchia alla messa parrocchiale delle ore 11.30. Segue un rinfresco. Il giorno dopo, sua partenza da Pozzuoli, in direzione Venezia; dove del resto rimarrà soltanto due anni, e sarà inviato in Congo.
Negli anni successivi, rimase, ora come parroco, a S. Artema P. Luigi Bellin, per nove anni, fino alla restituzione della parrocchialità alla diocesi. Con lui rimase P. Sergio Vio, sempre molto amato dai bambini e dalla gente, fino alla morte, avvenuta nell’ospedale della Schiana il 3 settembre 2012. La parrocchia volle che la sua memoria fosse conservata anche tramite un piccolo monumento elevato in suo onore, con un suo busto artistico, nel corridoio che porta alle aule del catechismo e alla zona dell’oratorio. Fu destinato a questa parrocchia nel settembre 2007 e rimase come viceparroco fino alla fine dell’impegno Cavanis a Pozzuoli P. Armando Soldera, molto anziano, ma molto disponibile e molto stimato e amato dai parrocchiani. Fu una gioia avere a Pozzuoli, dal 2005, cioè da due anni dopo l’ordinazione presbiterale e fino al 2007, il Cavanis partenopeo (di Castellamare di Stabia) P. Ciro Sicignano.
Il preposito, in occasione della visita canonica alla comunità di Pozzuoli del 3-7 maggio 2012, si era incontrato con il vescovo diocesano (che nel frattempo era cambiato già dal 2 settembre 2005) e gli aveva annunciato l’intenzione dell’Istituto di ritirarsi dalla parrocchia e restituirla alla diocesi entro l’estate 2013.
Il Decreto di riconsegna della Parrocchia S. Artema Martire, in Pozzuoli, dal superiore delegato P. Giuseppe Moni al Vescovo diocesano Mons. Gennaro Pascarella porta la data del 2 Maggio 2013*** o 2012? (Prot. 021/12). I Cavanis erano stati in Monterusciello e nell’antichissima diocesi di Pozzuoli per un po’ più di 16 anni.
Il motivo era il necessario ridimensionamento della “Pars Italiae”, e ancora il fatto che, anche nella parrocchia puteolana, come nella altre parrocchie italiane affidate all’Istituto, non c’era stato “ricambio vocazionale”. Così recita la relazione del superiore delegato, tenuta a Possagno nella Casa del S. Cuore il 30 giugno 2013: “… il ricambio vocazionale e l’impossibilità a mantenere tutte le posizioni e presenze in Italia. Ne è segno doloroso la recente restituzione alle diocesi di due promettenti Comunità parrocchiali al Sud Italia: Massafra (9.9.2012) e Pozzuoli (30.6.2013).”
Nella parrocchia di S. Artema continuò ad esistere, anche dopo che la parrocchia era stata restituita, un gruppo di Fraternità Laici Cavanis. Ancora oggi (2020) si mantengono parecchi contatti con il parroco attuale e con vari parrocchiani. Nel 2019 P. Giuseppe Leonardi ha potuto celebrare in S. Artema la festa del patrono, alla quale era stato invitato anche negli anni precedenti, ma si trovava all’estero.
anno | Rettore/parroco | preti | osservazioni |
1996, 1° sem. | Giuseppe Leonardi | Giuseppe Leonardi, Sergio Vio, Giuseppe Moni | |
1996-97 | Giuseppe Leonardi | Giuseppe Leonardi, Sergio Vio, Giuseppe Moni | P. Moni viene trasferito nel settembre 1997 |
1997-98 | Giuseppe Leonardi | Giuseppe Leonardi, Sergio Vio, Pietro Benacchio | … ed è sostituito dal P. Benacchio |
1998-99 | Giuseppe Leonardi | Giuseppe Leonardi, Sergio Vio, Pietro Benacchio | |
1999-2000 | Giuseppe Leonardi | Giuseppe Leonardi, Sergio Vio, Pietro Benacchio | P. Benacchio lascia la parrocchia in agosto ‘00 |
2000-01 | Giuseppe Leonardi | Giuseppe Leonardi, Sergio Vio | |
2001-02 | Giuseppe Leonardi | Giuseppe Leonardi, Sergio Vio, Luigi Bellin | P. Luigi Bellin arriva a Pozzuoli il 4 gennaio 2002 |
2002-03 | Giuseppe Leonardi | Giuseppe Leonardi, Sergio Vio, Luigi Bellin | |
2003-04 | Luigi Bellin | Luigi Bellin (rettore e parroco), Sergio Vio. | |
2004-05 | Luigi Bellin | Luigi Bellin (rettore e parroco), Sergio Vio, Ciro Sicignano | |
2005-06 | Luigi Bellin | Luigi Bellin (rettore e parroco), Sergio Vio, Ciro Sicignano | |
2006-07 | Luigi Bellin | Luigi Bellin (rettore e parroco), Sergio Vio, Ciro Sicignano, Armando Soldera | |
2007-08 | Luigi Bellin | Luigi Bellin (rettore e parroco), Sergio Vio, Armando Soldera | |
2008-09 | Luigi Bellin | Luigi Bellin (rettore e parroco, 1° cons. e vic. Prov.), Sergio Vio, Armando Soldera | |
2009-10 | Luigi Bellin | Luigi Bellin (rettore e parroco), Sergio Vio, Armando Soldera | |
2010-11 | Luigi Bellin | Luigi Bellin (rettore e parroco), Sergio Vio, Armando Soldera | |
2011-12 | Luigi Bellin | Luigi Bellin (rettore e parroco), Sergio Vio, Armando Soldera | P. Sergio Vio muore a Pozzuoli il 03.9.2012 |
2012-13 | Luigi Bellin | Luigi Bellin (rettore e parroco), Armando Soldera | La casa chiude il 2 maggio 2013 o, più probabilmente, il 30 giugno 2013. |
4.2 La casa di Massafra (parrocchia di S. Francesco di Paola)
La provincia italiana aveva programmato di concretizzare nel 2001 una propria presenza in Puglia e in particolare aveva deciso di aprire una parrocchia nella diocesi e anzi proprio in città di Taranto, nel quartiere Paolo VI, in un soprassalto di espansione, nonostante il pesante ridimensionamento in atto da decenni; il provinciale aveva condotto le trattative con il vescovo locale e la cosa sembrava fatta. L’impresa però non riuscì a buon fine, per una storia sgradevole, questione di mancanza di diplomazia, senza coinvolgimento del provinciale; storia che non sarebbe opportuno raccontare qui, data la prossimità dei fatti.
Qualche tempo dopo, allora, si procedette a esplorare un’altra diocesi pugliese, quella di Castellaneta, sempre in provincia di Taranto e Regione Puglia; e si accettò la parrocchia di san Francesco da Paola a Massafra in provincia di Taranto nel 2004, con l’approvazione del superiore provinciale della Provincia Italia con il suo consiglio, del 18 giugno 2004 e con la ratifica del preposito con il suo consiglio nel 18 luglio 2004
La prima comunità Cavanis si istallò e il primo rettore e primo parroco Cavanis, P. Giuseppe Moni, prese possesso della parrocchia il 17 ottobre successivo, lasciando quindi, in questa occasione, la parrocchia di Pozzuoli. A fine ottobre dello stesso anno il preposito visitò sia il vescovo, mons. Pietro Maria Fragnelli (30 ottobre) sia la prima comunità Cavanis in quella città (30 e 31 ottobre).
Scopo dell’apertura della parrocchia era soprattutto vocazionale (come al solito; e come sempre, almeno in Italia, senza alcun successo), come si evince da documento provinciale. La parrocchia comprendeva nel suo territorio, oltre alla chiesa parrocchiale, una splendida basilica-santuario della Madonna della Scala, patrona della città, e una serie di chiesette rupestri nella caratteristica gravina di Massafra.
Nella parrocchia di Massafra ma anche a Taranto continuò ad esistere per vari anni, anche dopo che la parrocchia è stata restituita alla diocesi, un gruppo di Fraternità Laici Cavanis.
Massafra è un grosso comune di 32.979 abitanti della Provincia di Taranto, in Puglia, elevato a città con Regio Decreto del 1 giugno 1939. Collocata ai piedi delle Murge, la città di Massafra rientra nel Parco naturale regionale Terra delle Gravine ed ospita anche l’oasi WWF del Monte Sant’Elia e, sulla costa, la Riserva naturale Stornara.
Famosa per il suo Carnevale, la città è incastonata tra gli insediamenti della civiltà rupestre prima neolitica e poi bizantina, che le hanno meritato il soprannome, forse magniloquente, di “Tebaide d’Italia”
Il territorio massafrese si estende dalla Murgia tarantina fino al mar Ionio e presenta una grande varietà di paesaggi ed è solcato da una serie di gravine e di “lame” (valli che sono naturale continuazione, a valle, delle gravine, ma con pareti più dolci) di origine carsica. L’abitato si è sviluppato intorno a due di queste, la gravina di San Marco e quella della Madonna della Scala, ad un’altitudine compresa tra i 39 m e i 130 m s.l.m.. L’altitudine arriva fino a 480 m s.l.m. in contrada “Cicerone” e ai 450 m sul Monte Sant’Elia e sul Corno della Strega.
Il significato è l’origine del nome di questa antica città sono stati molto discussi, da sempre. Attualmente, il dato più probabile del toponimo Massafra è che avrebbe origine longobarda. L’elaborazione si rifarebbe ad un antico “Massa-fara”, composto dai sostantivi massa e fara: massa, nome molto comune in Italia e Francia meridionale, che significa “podere” o “fattoria”; e la fara era un’unità amministrativa dei Longobardi.
La città è antica, e vi si sono trovati utensili neolitici, frammenti di ceramiche micenee, un’iscrizione messapica, vari insediamenti rupestri, di origine sia preistorica, sia alto-medievale (sviluppatisi nel periodo di instabilità e decadenza del V–X secolo, durante le incursioni di Goti, Longobardi, Bizantini e Saraceni), collocati in diverse parti del territorio comunale; e documenti longobardi. Il castello è normanno. Il santuario della Madonna della Scala e settecentesco, sebbene le sue origini siano probabilmente ben più antiche, partendo evidentemente da un luogo di culto antico praticato in una caverna, e poi da una cappella rupestre. Una curiosità: il santuario è accessibile tramite una maestosa scalinata di 125 gradini, che secondo la tradizione popolare non possono essere contati, in quanto scendendo le scale risulta un numero e salendo un numero diverso.
Massafra ha cinque parrocchie:
Gli abitanti della parrocchia S. Francesco di Paola erano circa 9.000, ed era perciò una delle parrocchie della diocesi di Castellaneta con maggior numero di abitanti. Molte famiglie consistevano di coppie giovani, con un discreto numero di figli.
Erano presenti in parrocchia numerosi gruppi laici: Scout, Azione Cattolica Ragazzi-ACR, Fratres, Gruppi di Preghiera di P. Pio. La parrocchia disponeva di Ministri dell’Eucaristia, chierichetti, corale, Charitas. La comunità dei Cavanis in genere constava di tre padri.
I rapporti dei religiosi Cavanis con la popolazione, con il vescovo, con la Chiesa locale, furono ottimi e, nonostante l’abbandono precoce da parte dell’Istituto, continua un buon rapporto di amicizia dei padri che ivi hanno operato con parrocchiani, particolarmente con i giovani. Si era notato tra l’altro l’impegno dei giovani locali a partecipare in vari eventi della Congregazione fuori sede, nonostante le grandi distanze.
La casa di Massafra fu tuttavia chiusa il 9 settembre 2012, durante il mandato del P. Alvise Bellinato e del Superiore Delegato d’Italia P. Giuseppe Moni, un po’ all’improvviso e senza motivi specifici, allegando soprattutto la diminuzione drastica dei religiosi della parte territoriale italiana; e la parrocchia fu restituita alla diocesi di Castellaneta, con rimpianto dei religiosi che lì avevano svolto il loro ministero.
Anzi, bisogna dire che ai religiosi Cavanis che avevano operato, per numero limitato di anni, nelle due parrocchie nel Meridione d’Italia, Pozzuoli e Massafra, dispiacque assai questo taglio netto con il Sud. Infatti, anche la casa di Pozzuoli fu chiusa, e la parrocchia restituita all’antichissima diocesi l’anno successivo, in data 30 giugno 2013. Se si tiene presente anche come sia stata chiusa prematuramente, molti anni prima (nell’estate 1941), la casa di S. Stefano di Camastra, in Sicilia, l’impressione rimane confermata – a chi scrive – di una certa prevenzione contro il sud d’Italia.
anno | Rettore/parroco | preti | osservazioni |
2004-05 | Giuseppe Moni | Giuseppe Moni (Rettore e parroco), Natale Sossai, Luca Scuttari | |
2005-06 | Giuseppe Moni | Giuseppe Moni (Rettore e parroco), Natale Sossai, Luca Scuttari | Un gruppo di studenti è stato presente per un periodo a Massafra; vi hanno ricevuto il 23.4.2006 ordini minori e rispettivamente il diaconato |
2006-07 | Natale Sossai | Natale Sossai (Rettore e parroco), Luca Scuttari | |
2007-08 | Natale Sossai | Natale Sossai (rettore), João da Cunha, Luca Scuttari (amministratore parrocchiale) | |
2008-09 | Natale Sossai | Natale Sossai (rettore), João da Cunha, Luca Scuttari (parroco) | |
2009-10 | Natale Sossai | Natale Sossai (rettore), Luca Scuttari (parroco), João da Cunha, | |
2010-11 | Natale Sossai | Natale Sossai (rettore), João da Cunha, Luca Scuttari (parroco) | |
2011-12 | Natale Sossai | Natale Sossai (direttore), João da Cunha, (amministratore parrocchiale) | |
2012 | Natale Sossai | Natale Sossai (direttore), João da Cunha (amministratore parrocchiale) | La parrocchia fu restituita alla diocesi il 9 settembre 2012. |
5. Padre Alvise Bellinato, preposito generale (2007-2013)
Alvise nacque a Venezia, alla Madonna dell’Orto, il 20 marzo 1966, e battezzato il 24 marzo seguente nella cappella della stessa istituzione religiosa. Dopo l’asilo infantile presso le suore Imeldine in Campo dei Miracoli e le primarie alla scuola elementare Diedo in Campo S. Fosca, compì i suoi studi medi presso l’Istituto Cavanis di Venezia. Dopo aver terminato il liceo classico e passato brillantemente l’esame di maturità, dato che si era molto avvicinato all’istituto anche nell’interiorità, nella preghiera, nel canto sacro, nella frequentazione di ritiri, soprattutto nel Movimento del Rinnovamento nello Spirito, decise di entrare nell’Istituto Cavanis. L’ambiente decisivo per determinare questa non facile decisione fu la casa del S. Cuore, come ambiente di ritiro e meditazione. La persona che più lo aiutò in questo cammino fu il P. Riccardo Zardinoni. Alvise entrò in noviziato l’8 dicembre 1985, e lo compì a Possagno, nella casa del S. Cuore, nel 1985-86. Emise la professione temporanea il 7 dicembre 1986 a Possagno, Casa del S. Cuore e la professione perpetua il 2 luglio 1992 a Roma.
Compì in seguito gli studi filosofici e teologici a Roma, avendo come sede la casa di via Casilina e il vicino seminario internazionale Cavanis, frequentando da seminarista la Pontificia Università Lateranense, con i confratelli compagni di corso.
Ricevette il Lettorato a Roma il 1° ottobre 1990, nella cappella dell’Istituto Cavanis di via Casilina, l’Accolitato pure a Roma il 12 maggio 1991; fu consacrato diacono il 15 maggio 1992 nella chiesa parrocchiale dei SS. Marcellino e Pietro a Torpignattara. Fu infine ordinato prete in San Marco, cattedrale di Venezia, dal Card. Patriarca Marco Cè, il quale per amicizia verso l’Istituto e per la sua grande bontà celebrò specificamente per noi questa grande festa e grazia, il 20 dicembre 1992; come fece anche ordinando a S. Marco alcuni altri nostri confratelli in quegli anni.
P. Alvise conseguì la Licenza in Filosofia il 26 giugno 1990 alla pontificia Università Lateranense-PUL, con 50/50, summa cum laude; il baccalaureato in Teologia alla stessa Pontificia Università Lateranense il 14 giugno 1991 con 29.4/30, summa cum laude. Dopo quattro anni di studi biblici, conseguì ancora la Licenza de re biblica al Pontificio Istituto Biblico-PIB, con specializzazione in Nuovo Testamento, licenza ottenuta brillantemente il 15 giugno 1995, ricevendo la valutazione di 8,53/10, corrispondente a cum laude.
Si laureò in seguito in Lettere a Roma presso la Libera Università Maria Assunta-LUMSA il 23 novembre 1998, difendendo la tesi sul tema “Storia del dibattito critico sul saggio L’umorista di Luigi Pirandello”, ricevendo la valutazione del 110/110 e lode. Fu quindi a Roma-Torpignattara dal 1987 al 1994, dal 1994 al 1996 a Fietta in seminario; di nuovo a Roma nel 1996-97 e nel 1999-2002.
Al Pontificio Istituto Biblico-PIB, P. Alvise fu eletto dal Consiglio di Facoltà del PIB a membro della commissione esaminatrice (di tre membri) che doveva giudicare la promozione del famoso prof. Jean-Louis Ska S.J. al ruolo di professor ordinarius. Il che non è poco e dice molto della stima di cui godeva P. Alvise al PIB. Ne parlava all’autore di questo libro lo stesso P. Ska.
Nel 2000 compì un viaggio esplorativo nel Congo-Kinshasa e nel Congo-Brazzaville. Ne compirà in seguito altri in Vietnam, in Papua-Nuova Guinea e in Indonesia, in vista di future aperture.
Fu consigliere provinciale per due trienni (il secondo incompleto) dal 1996 alla fine del 2001; consigliere generale dal 2001 al 2007 e in seguito di nuovo nel sessennio 2013-2019.
Dal 2 febbraio 2002 P. Alvise Bellinato visse una prima stagione di cinque anni di dura vita missionaria a Tibungco, presso Davao, nell’isola di Mindanao, nelle isole Filippine, come formatore nel seminario dell’Istituto e come professore di sacra Scrittura nelle Facoltà di teologia di Davao.
Giunto al 33° capitolo generale ordinario del 16 luglio-3 agosto 2007, in quanto consigliere generale nell’amministrazione uscente, fu eletto preposito generale. Suoi consiglieri furono eletti i padri Pietro Fietta, Edmilson Mendes, Irani Luiz Tonet, Manoel Rosalino Pereira Rosa.
Durante il suo mandato (2007-2013), il 1° luglio 2010, viene dichiarata dalla Santa Sede l’eroicità delle virtù e dunque la venerabilità del P. Basilio Martinelli.
Pubblicò il 2 maggio 2013 la nuova edizione, aggiornata, della Ratio Institutionis Cavanis, cioè il regolamento e metodo da applicarsi in congregazione nella pastorale vocazionale, nella formazione iniziale e nella formazione permanente. Data la vicinanza alla data odierna del suo mandato, non presenteremo ulteriori dati e commenti.
Dopo il mandato di preposito, P. Alvise riprese la sua vita missionaria precedente, ritornando di nuovo nelle Filippine, a Tibungco, come principale formatore, direttore del Seminario. Fu nominato anche assistente della Fraternità Cavanis Gesù Buon Pastore dal 2013. Nella stessa data, fu nominato rettore dei tre seminari di Tibungco, Aspirantato/Postulandato, Noviziato e Studentato. Ricevette e riceve vari inviti, da facoltà teologiche locali, di accettare cattedre di S. Scrittura, di cui è specialista.
Nel 34° capitolo generale ordinario del 1-17 agosto 2013, lasciando la carica di preposito generale. fu eletto 2° consigliere generale.
Alla conclusione della redazione di questo libro per la sua presentazione al XXXV Capitolo generale del 2019. P. Alvise Bellinato viveva e operava ancora a Tibungco, presso Davao, nell’isola di Mindanao, nelle isole Filippine, svolgendo il prezioso compito di formatore nei seminari dell’Istituto, di professore di sacra Scrittura nelle Facoltà di teologia di Davao, formando i nostri e il clero locale all’esegesi della Parola di Dio ed era occupato anche nella pastorale locale. Faceva delle puntate in Nuova Guinea per assistere l’Istituto delle “sisters” di Gesù Buon Pastore; come pure in Viet-Nam e in Indonesia, dove coltivava contatti con le chiese locali da quasi vent’anni, facendo conoscere l’Istituto in questi paesi lontani e facilitando l’ingresso nei seminari dell’Istituto a Tibungco.
Dopo il Capitolo generale, lasciò le Filippine per un periodo sabbatico in Italia.
6. Padre Pietro Fietta, preposito generale, terzo mandato (2013- 2019)
P. Pietro Fietta era già stato preposito generale per i due mandati consecutivi 1995-2001 e 2001-2007. Durante il sessennio successivo, il preposito generale fu P. Alvise Bellinato, che era stato eletto tale nel 33° capitolo generale che si svolse a Possagno nei giorni 16.7-3.8.2007. Di P. Pietro Fietta e della sua biografia quindi abbiamo già parlato in antecedenza.
Nel corso del 34° capitolo capitolo generale, tenuto a Roma nel periodo 1-17 agosto 2013, P. Fietta fu eletto ancora preposito generale, per un terzo mandato non consecutivo, avendo come consiglieri i seguenti padri: P. Irani Luiz Tonet (vicario ed economo generale), P. Alvise Bellinato, P. Giuseppe Viani, P. Martinho Paulus.
Essendo questo mandato in corso di conclusione al momento di preparare la presentazione di questo libro nel corso del XXXV Capitolo generale del 2019, non sembrava possibile trattare di questo sessennio in dettaglio, e ci si limita a ringraziare di cuore P. Pietro Fietta per aver dedicato tanti anni e tanto cuore alla congregazione e a tutti noi.
7. Padre Manoel Rosalino Pereira Rosa, preposito generale (2019 – …)
P. Manoel Rosalino Pereira Rosa, eletto preposito generale nel 2019, nacque a Bocaiuva, nel nord dello stato di Minas Gerais (Brasile) il 17 aprile 1976 da Geraldo e Maria Helena, e aveva dunque, al momento dell’elezione, 43 anni; è il mediano tra dieci fratelli e sorelle. È anche un “bom mineiro” come si definisce lui stesso in una testimonianza scherzosa recente, cioè un buon abitante di Minas Gerais, con le caratteristiche umane e culturali tipiche di Minas. A 13 anni, nel febbraio 1990, entrò nel seminario Cavanis di Castro. La sua vocazione a quel punto era già antica, ma si definì verso la scelta di essere Cavanis quando i padri Vandir Santo Freo e Giovanni De Biasio apparvero a Bocaiuva nel luglio 1989 per preparare la celebrazione dell’ordinazione presbiterale del P. João Ferreira, che era appunto originario di Bocaiuva, sebbene avesse conosciuto i Cavanis quando abitava a Ortigueira, nel Paraná. A Castro c’erano allora circa settanta seminaristi, ragazzini e ragazzoni, e il rettore era P. Irani Luiz Tonet. C’erano anche Antônio Elcio Aleixo, Fratel Wenceslau Kluczkowski, P. Livio Donati e P. Guerrino Molon; e ancora P. Pietro Fietta nel Cenacolo Cavanis.
Continuò la sua preparazione a Ponta Grossa con l’anno di noviziato (1994) e per la filosofia (1995-97) seguendo i corsi nell’IFITEME (Instituto de Filosofia e Teologia Mater Ecclesiae; 1992-94), poi a Belo Horizonte (Minas Gerais) con gli studi teologici all’ISTA (Instituto S. Thomas de Aquino, 1998-2001). Emise i primi voti con la professione temporanea a Ponta Grossa nel gennaio 1995 e la perpetua nel gennaio 2000 a Castro (Paraná); fu ordinato prete a Bocaiuva (Minas Gerais) il 13 ottobre 2001.
P. Manoel appartiene dunque, come origine, alla provincia del Brasile, dove ha svolto vari incarichi pastorali, tra i quali: fu parroco della parrocchia di Cristo Re a Realeza (Paraná, 2002-2005); parroco a Uberlândia (Minas Gerais, 2005-06), e poi per poco più di sei mesi fu parroco anche nella parrocchia dell’Immacolata Concezione a Belo Horizonte (MG) (2007). Da diacono aveva servito brevemente pure nell’altra parrocchia di Belo Horizonte, Santa Maria Mãe de Misericórdia (2001).
La sua vita cambiò drasticamente nell’ottobre 2007, quando, nel giorno della memoria di S. Francesco, appunto il 4 ottobre 2007, a richiesta del preposito generale P. Alvise Bellinato, avendo dato la sua disponibilità, fu ascritto alla delegazione della Repubblica Democratica del Congo; e in quel giorno giunse a Kinshasa, capitale del Congo-RDC, venendo ad aggiungersi al P. Giuseppe Leonardi. Qui diede fin da principio un prezioso aiuto nella formazione, assumendo prima la formazione degli aspiranti e postulanti, poi, dal 2009, la direzione dello studentato filosofico e teologico, che egli dirigeva ancora al momento della sua elezione a preposito; nell’economato della delegazione (dal 2010); e poi dal 17 febbraio 2014, assunse anche la carica di superiore della delegazione del Congo. Erano quasi 12 anni che P. Manoel serviva il popolo di Dio, la gioventù e la congregazione a Kinshasa, in ambiente tutt’altro che facile. Ha assistito ad alcune guerre e a movimentazioni politiche e poliziesche, ad attacchi di malaria, anche gravi, e altri eventi e “avventure” tipiche della vita missionaria. Sotto la sua cura, i seminari Cavanis in Congo hanno continuato a svilupparsi e a fiorire.
P. Manoel, oltre agli studi filosofici e teologici, ha raggiunto la licenza in Missiologia, ottenuta presso l’Institut de Sciences de la Mission-ISEM – St. Eugène de Mazenod a Kinshasa.
È stato consigliere generale dal 2007 al 2013. Durante il XXXV Capitolo generale (16 luglio – 1° agosto 2019), e più precisamente il 31 luglio 2019, fu eletto preposito generale della congregazione.
Senza voler descrivere i primi anni del suo mandato come preposito generale della Congregazione, trattandosi di un mandato attualmente in corso e di avvenimenti del tutto recenti, si ricordano qui le difficoltà di governare la Congregazione negli anni in cui, a partire almeno dall’inizio del 2020 e fino a oggi (2023) il mondo intero è stato colpito dalla pandemia di SARS-CoV-2, malattia più conosciuta popolarmente come quella del Covid-19; l’insorgere, in dipendenza da questa, di crisi di violenza e asocialità, particolarmente tra i giovani; e, per altro verso, forti difficoltà economico-finanziarie per tutti e a tutti i livelli. Sono aumentate negli anni di questo mandato le guerre, particolarmente la grande guerra di invasione della Russia contro l’Ucraina (dal 24 febbraio 2022 al presente), senza contare la continuazione della guerra pluridecennale del Congo RDC orientale, della Siria e altre. Il clima di violenza, nervosismo, insicurezza, ha prodotto crisi nelle famiglie, nella chiesa di Dio, negli Istituti Religiosi, tra cui l’Istituto della cui Storia si parla. Vi si aggiunge in molti paesi il problema demografico della forte diminuzione della natalità, come pure della caduta verticale delle vocazioni presbiterali e soprattutto religiose; e la crisi di tanti religiosi; parallelamente alla crisi di tanti matrimoni e di tante famiglie.
Se qui non è il caso di tentare una sintesi della storia degli anni di mandato come preposito generale del P. Manoel Rosalino Pereira Rosa, in seguito questo mandato sessennale dovrà essere esaminato sullo sfondo di tante sofferenze dell’umanità, che si potranno comparare ad altre grandi crisi mondiali del passato.