Modalità di elezione/nomina del terzo preposito generale, P. Sebastiano Casara

Pp. 593-594, Libro Storia dell’Istituto Cavanis - Congregazione delle Scuole di Carità.

Titolo: Storia dell’Istituto Cavanis – Congregazione delle Scuole di Carità 1772-2020

Autore: Giuseppe Leonardi, CSCh

Numero di pagine: 3.793

Lingua: ITALIANO

Anno: 2022 (*Aggiornato 2023)

Parole Chiave:

Congregazione Cavanis, educazione cristiana, Marco Cavanis, Antonio Cavanis, Venezia, pedagogia, vocazione, spiritualità, formazione giovanile, missione educativa, carisma, scuola cattolica, storia ecclesiastica, apostolato, congregazione religiosa, povertà educativa, Chiesa cattolica, evangelizzazione, comunità religiosa, tradizione.

Riassunto:

Quest’opera offre un ampio e documentato percorso storico sulla nascita, lo sviluppo e la missione educativa della Congregazione dei Padri Cavanis, fondata dai fratelli Marco e Antonio Cavanis a Venezia nel XIX secolo. Attraverso un’accurata analisi delle fonti, Giuseppe Leonardi ripercorre i momenti chiave dell’espansione della Congregazione in Italia e nel mondo, mettendo in luce la vocazione alla formazione cristiana e civile dei giovani, in particolare dei più poveri. L’autore evidenzia inoltre la spiritualità cavanisiana, fortemente radicata nella pedagogia dell’amore, nell’apostolato educativo e nella fedeltà alla Chiesa. L’opera si conclude con una riflessione aggiornata sulle sfide e prospettive della Congregazione nel contesto contemporaneo

1.2 Modalità di elezione/nomina del terzo preposito generale, P. Sebastiano Casara

Il problema giuridico si ripropose qualche mese dopo quando si presentò la necessità di sostituire alla direzione della Congregazione P. Frigiolini improvvisamente defunto. 

Il patriarca Pietro Aurelio Mutti fece delle consultazioni con i religiosi Cavanis di Venezia, che manifestarono il desiderio di avere P. Sebastiano Casara come superiore. Il patriarca, con la sua lettera dell’8 novembre 1852, nominò preposito per decreto P. Casara, dichiarando che la “santa memoria” del papa Gregorio XVI, con l’approvazione delle costituzioni, gli conferivano l’autorità di nominare il preposito, essendo egli l’ordinario diocesano. 

La Bolla di approvazione e indirettamente, la costituzione 7, in realtà danno agli ordinari la giurisdizione sulle case dell’Istituto, ma non danno loro il potere di nominare i superiori, essendo questa una questione di disciplina interna; inoltre parlano di ordinari al plurale, perché ciascuna casa era sottomessa alla giurisdizione del proprio ordinario diocesano. Secondo quanto osserva acutamente P. Francesco Saverio Zanon, la Congregazione aveva allora un’altra casa, quella di Lendinara, situata nella diocesi di Adria, che ovviamente non sottostava alla giurisdizione dell’ordinario veneziano ma all’ordinario di Adria, sulla quale quindi il Patriarca Mutti, vescovo di Venezia, non aveva potere. Sembra dunque poco probabile che egli avesse il diritto di nominare i superiori provinciali o generali (il preposito provinciale, nel nostro caso) di una congregazione religiosa di diritto pontificio anche nel 1852, cioè prima del Codice dei Diritto Canonico del 1917. 

 

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