La nuova casa di residenza della comunità di Venezia

Pp. 186-190, Libro Storia dell’Istituto Cavanis - Congregazione delle Scuole di Carità.

Titolo: Storia dell’Istituto Cavanis – Congregazione delle Scuole di Carità 1772-2020

Autore: Giuseppe Leonardi, CSCh

Numero di pagine: 3.793

Lingua: ITALIANO

Anno: 2022 (*Aggiornato 2023)

Parole Chiave:

Congregazione Cavanis, educazione cristiana, Marco Cavanis, Antonio Cavanis, Venezia, pedagogia, vocazione, spiritualità, formazione giovanile, missione educativa, carisma, scuola cattolica, storia ecclesiastica, apostolato, congregazione religiosa, povertà educativa, Chiesa cattolica, evangelizzazione, comunità religiosa, tradizione.

Riassunto:

Quest’opera offre un ampio e documentato percorso storico sulla nascita, lo sviluppo e la missione educativa della Congregazione dei Padri Cavanis, fondata dai fratelli Marco e Antonio Cavanis a Venezia nel XIX secolo. Attraverso un’accurata analisi delle fonti, Giuseppe Leonardi ripercorre i momenti chiave dell’espansione della Congregazione in Italia e nel mondo, mettendo in luce la vocazione alla formazione cristiana e civile dei giovani, in particolare dei più poveri. L’autore evidenzia inoltre la spiritualità cavanisiana, fortemente radicata nella pedagogia dell’amore, nell’apostolato educativo e nella fedeltà alla Chiesa. L’opera si conclude con una riflessione aggiornata sulle sfide e prospettive della Congregazione nel contesto contemporaneo

5.1 La nuova casa di residenza della comunità di Venezia

P. Sebastiano Casara pensava da molto tempo a costruire una nuova residenza per la comunità di Venezia. Ne parlava con tutta chiarezza (tra l’altro) nei fogli delle sue riflessioni che mise in iscritto tra la sera del 30 novembre e la mattina del 1° dicembre 1856, quando in comunità si discuteva sulla possibilità di accettare l’apertura di una casa a Possagno, quindi già nel 1856. Giudicava infatti che l’antica e decrepita “casetta” fosse una “Casa angusta, bassa, melanconica, giudicata insalubre”.

Cominciò una politica di acquisti di lotti non edificati, mappali e di piccoli edifici, prossimi o adiacenti al palazzo Da Mosto (delle Scuole), con l’intenzione di disporre di cortili per la ricreazione più vicini alle scuole; e dello spazio per un nuovo edificio di abitazione per la comunità. Meditava anche su una seconda “fabbrica”: una nuova ala per le scuole. 

Fu così allora che, per esempio, che il 15 luglio 1868 riacquistò una casa a fianco delle scuole, che poi abbattè per produrre materiale di costruzione e per evere l’area per la costruzione; il 2 febbraio 1869 P. Casara ricuperò, ricomprandola all’asta, la casetta sita al n. 834 in Piscina Venier. Probabilmente si trattava della casetta poi distrutta e sulla cui area si è costruita la sede del noviziato nel 1904; casetta che corrisponde oggi all’edificio con numeri civici 834 A-B, con al pianterreno l’ingresso di servizio dell’Istituto e alla saletta e alla cappella di comunità al primo piano.

Analogamente, aveva acquistato altri lotti di terreno a fianco della chiesa di S. Agnese, quello che attualmente è il cortile tra chiesa e scuole (1871-72); altri terreni, corrispondenti a piccoli orti o vigne, li comprò nel 1880, nello spazio scoperto  che attualmente è il giardino.

Il cantiere per la costruzione della nuova abitazione della comunità Cavanis di Venezia era cominciato tra la fine del 1876 e l’inizio del 1877. Il 20 gennaio 1877, durante la grande festa per l’onomastico di P. Sebastiano Casara, erano stati già scavati i fossati e messe in opera delle fondamenta di tipo differente da quello tipico veneziano e fu posta la prima pietra di fondazione.

Nel 1879 si era arrivati alla costruzione almeno al grezzo del secondo piano, infatti, sul pianerottolo più alto, a livello del pavimento del corridoio del secondo piano, consistente in un solo pezzo di marmo di rosso di Verona, anche se è oggi (2020) molto consumato, si può leggere appunto questa data: 1879. All’inizio del 1881 si arriva finalmente a conchiudere il cantiere e a inaugurare e benedire la nuova casa di abitazione della comunità Cavanis di Venezia, in sostituzione dell’antica e cadente “casetta”. 

All’inizio del 1881, dopo tanti anni di desideri e speranze, e anche di grave impegno di P. Sebastiano Casara e di tutti per reperire i fondi, la comunità di Venezia traslocò nella nuova abitazione. L’inaugurazione ufficiale avvenne il 20 gennaio 1881, ancora una volta in occasione della festa di S. Sebastiano, con la benedizione fatta dal patriarca, la cioccolata offerta ai presenti, il pranzo e tanti altri momenti di gioia e di festa.

I dettagli del passaggio dalla “casetta”, alla nuova casa sono descritti dettagliatamente nel Diario della Congregazione alla data del 20 gennaio1881. Si viene a sapere inoltre che la “casetta”, abbandonata dalla comunità, venne data in comodato gratuito ai padri Somaschi, che avevano dovuto chiudere il loro orfanotrofio alla Salute.

Più tardi, nel suddetto Diario nei mesi di marzo a maggio 1884 si parla di un contratto tra Cavanis e Somaschi per la vendita della “casetta” agli stessi religiosi; si lascia chiaro tuttavia che il cortile (l’antico “Orto” degli inizi dell’Opera) rimane ad uso dei Cavanis per le ricreazioni dei ragazzi. Il contratto di compra-vendita della “casetta” venne stipulato il 10 giugno 1884, dopo varie vicende: la “casetta” fu comprata ancora una volta dall’Istituto Cavanis per £ 130.000, dal Banco S. Marco, che nel frattempo ne aveva acquistato la proprietà. Li aveva esortati all’acquisto l’amico don Luigi Orione, il 16 luglio 1919. 

Il 4 ottobre 1881 la compagnia telefonica applica i fili del telefono ai muri delle scuole Cavanis di Venezia,ma non si dice (e non sembra) se l’Istituto ottenesse già in questa data di avere il telefono in casa, o se si tratta più probabilmente di un’installazione pubblica.

Della residenza per la comunità si era posta la prima pietra il 20 gennaio 1879, e si fece l’inaugurazione l’8 gennaio 1881. Sulla celebrazione della posa della prima pietra, si legga lungamente nelle pagine 117-118 del vol. IV DC. Risulta chiaro, dalla descrizione del rettangolo delle fondazioni, con due lati lunghi W-E e un lato corto da S a N (sono in realtà punti cardinali approssimati), che si tratta della sola fabbrica della nuova residenza della comunità, che si sarebbe completata l’8 gennaio 1881.

Forse l’intenzione era di proseguire poi con l’ala nuova delle scuole, ma in questi due anni si era lavorato solo all’edificio della residenza della comunità. Di passaggio, il lato corto orientale del rettangolo delle fondazioni dell’edificio era quello ora adiacente al vano del piccolo ascensore che porta alla residenza attuale (2020 della comunità; il lato lungo settentrionale era quello che dà sul giardino della comunità; il lato lungo meridionale è prospiciente al cortile della chiesa.

La pietra di fondazione, probabilmente alla base della parete sud, potrebbe essere identificata con l’unica pietra d’Istria che spunta leggermente dal terreno. Prima della benedizione della prima pietra, si erano naturalmente scavate le fosse per le fondamenta, e, senza palificazione, forse data la grandezza dell’insula e data la distanza dai canali, si erano riempite queste fosse in parte di sassi grandi, poi di ghiaia, poi di uno strato di sabbia di pochi centimetri, evidentemente per pareggiare la superficie, poi di “scorzoni” di larice fissati tra loro con chiodi di legno duro (noce o olivo), sopra dei quali si era forse cominciato a porre la fabbrica in mattoni.

A Venezia normalmente si considerava necessario cominciare un muro con alcuni corsi di pietra, per isolare la cortina muraria in cotto dall’umidità e dalla salsedine del terreno; tuttavia in questo caso sembra che ciò non si sia fatto. Quindi il lavoro per la casa nuova di comunità era cominciata due mesi prima (“poco men che due mesi”).

Effettivamente, nel quarto volume del Diario di Congregazione si trova tre volte la menzione dell’inizio dei lavori di sterro e di costruzione delle fondazioni: rispettivamente il primo dicembre 1876, il 5 dicembre 1876 (in lettera a Possagno al P. Da Col) e l’11 dicembre 1876 (in lettera al P. Larese, dandogli la notizia).

Il più interessante è il testo del 1° dicembre, in cui P. Casara annota: “Scrivo al m.r Gian Battista Gaspardis, compiegandogli copia delle due lettere avute sul sussidio imperiale per la fabrica (vedi n. 58 del 1858 e nn. 2 e 29 del 1873). Gli narro brevemente come, acquistato il dì 8-5-73 il Palazzo della Scuola, e finalmente nel p.p. 8bre i tre pezzi di terreno non compresi in quell’acquisto, abbiamo cominciato a lavorare per la nuova Casa.” I lavori di sterro e di preparazione delle fondazioni erano cominciati dopo una data incerta di ottobre 1876 e più probabilmente poco dopo l’8 novembre 1876, dato che P. Casara afferma che i lavori di sterro erano iniziati “poco men che due mesi” prima dell’8 gennaio 1877, data della posa della prima pietra.

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